Non scoraggiamo i buoni propositi
Leggere 2 Samuele 7:1/17
Questi versetti vengono spesso meditati considerando
l’atteggiamento di Davide ma forse vale la pena di considerare anche quello di
Natan, un profeta che troviamo a più riprese nella vita di questo re. Oltre che in questo passo lo troviamo
al capitolo 12 quando sarà mandato dall’Eterno stesso a riprendere Davide per
il suo peccato di adulterio e di omicidio ed ancora per far avere a Salomone il
regno promesso alla madre di lui (1 Re 1). Qui lo troviamo che approva il
desiderio di Davide, ma poi viene rimandato da Dio per rettificare la decisione
che i due sembrano aver presa d’impulso. Tuttavia non troviamo, nel nostro
passo, una sola parola di rimprovero al profeta per quello che ha detto al re;
questo ci fa pensare che, pur non essendo l’aspetto di una decisione giusta,
non vi sia nelle parole di Natan alcunché di sbagliato. Il proposito di Davide è buono. È un
progetto grandioso quello di costruire una “casa per l’Eterno” e non una cosa da poco. Ma questa non era la volontà di
Dio e, perciò, le parole del profeta (3) assumono qualcosa di sbagliato.
- Allora, che cosa avrebbe dovuto
fare o dire il profeta Natan?
Poiché non sappiamo sempre come
dobbiamo comportarci nella maggior parte delle nostre circostanze, la risposta
che viene spontanea per il credente è: “chiederlo a Dio in preghiera”. Ma non è
sempre così semplice come dirlo. In talune circostanze potremmo renderci conto
che il nostro interlocutore ha bisogno di una risposta immediata, di un
consiglio sul momento. Non possiamo rispondergli: “aspetta, ora lo metto in preghiera, poi ti consiglierò, poi ti aiuterò,
ecc...”.
Forse anche Natan desiderava da tempo
di vedere costruire un tempio all’Eterno, o forse no, ma non importa
stabilirlo. Certamente la sua esperienza, la sua saggezza, il suo amore per le
cose di Dio lo portano a considerare come una cosa buona ciò che Davide ha in
cuore di fare per il loro Dio ed appoggia, così, il progetto. È importante rimarcare le parole del
profeta al re: “fa tutto quello che hai
in mente di fare … perché il SIGNORE è con te” (3). Queste parole sono
istruttive per non giudicare troppo affrettatamente il profeta. In primo luogo egli riconosce che
l’idea del re non proviene da un desiderio di maggior gloria o di fama ma da un
serio e vero desiderio di onorare l’Eterno che aveva fatto tanto per il re. In
secondo luogo sa che l’Eterno è con Davide. Sono certamente queste
considerazioni che portano Natan a dare il suo consenso. Ma Dio non è dello
stesso avviso ed apparirà al profeta rimandandolo dal re con quelle istruzioni
che troviamo dal versetto 5 a 17.
- Quale lezione dobbiamo trarne?
Sicuramente molto istruttiva per tutti
noi. La nostra mente ed il nostro cuore devono essere pronti a desiderare che
tutto ciò che contribuisce ad una maggior gloria del Signore deve poi essere
messo in pratica. Ciò che i nostri fratelli e le nostre sorelle hanno a cuore
di fare per Lui non deve essere represso con lunghi ripensamenti. Sarà poi il
Signore che farà vedere meglio qual è la strada da seguire e come deve essere
seguita e ci spiegherà anche il perché come fece con Davide. Davide e Natan sono in sintonia nei
loro pensieri e nei loro propositi, ma disponibili a rivedere tutto quando è
Dio che parla ed a seguire in tutto la Sua volontà. Ci dia il Signore di
seguire il loro esempio! Il Tempio non sarà
costruito da loro, entrambi non lo videro neppure ma furono loro che misero
mano all’opera. Prepararono il materiale per la costruzione e stabilirono tutto
ciò che sarebbe occorso per il servizio ed il funzionamento ed il loro lavoro
iniziale durò nel tempo come testimoniano queste parole all’epoca del re
Ezechia: “Il re stabilì i Leviti nella
casa del SIGNORE … secondo l’ordine di Davide … e del profeta Natan” (2
Cronache 29:25).
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