martedì 17 febbraio 2015

17 Febbraio

Egli (Gesù Cristo) era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. È venuto in casa sua ma i suoi non l'hanno ricevuto. Ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome.
Giovanni 1:10-12

Il nostro unico diritto

Nel nostro mondo non si parla altro che della rivendicazione dei propri diritti, più o meno fondati. Alcuni si limitano a reclamarli sfilando in corteo con striscioni e scandendo slogans; altri arrivano fino allo scontro fisico, alla violenza, e qualche volta alla guerra. Non sta a noi dare un giudizio sulla fondatezza delle richieste e sui metodi per ottenere dei risultati.
Il vero credente si rende conto che vive in un mondo contraddistinto da molta ingiustizia, ma nello stesso tempo pensa al suo Maestro che, quand'era sulla terra, non ha rivendicato nulla di ciò che gli spettava di diritto. Di lui troviamo scritto nel Vangelo, che riporta una profezia di Isaia 42:1-4: "Non contenderà, né griderà e nessuno udrà la sua voce sulle piazze" (Matteo 12:19).

"Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto" (Giovanni 1:10). Ma l'evangelista aggiunge subito dopo: "Ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome". Questo diritto, quello di essere figli di Dio, il più prezioso che ci sia, è un diritto fondamentale che Dio accorda al credente, e nessuno potrà portarglielo via. Tutti noi che crediamo possiamo dire con l'apostolo Paolo: "Sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8:38-39).