Luca 14:18-21
La parabola del
gran convito (3)
Le scuse (segue dal foglietto del 13 aprile)
Notiamo
che non sono cose cattive quelle che impediscono agli invitati di accettare
l’invito, ma occupazioni umanamente legittime: il lavoro, la vita di famiglia.
Inoltre, essi aggiungono delle scuse al loro rifiuto. Si tratta dunque di
persone educate. I farisei a cui Gesù parlava erano delle persone molto
religiose e che talvolta mostravano una certa educazione nei suoi confronti.
Essi erano l’élite di quel popolo,
Israele, che per primo era stato invitato ad entrare nel regno di Dio.
E
oggi, non si può forse dire che gli abitanti dei paesi cosiddetti cristiani,
evangelizzati fin dall’inizio della nostra era, figurano fra questi invitati
privilegiati? Eppure un gran numero di loro risponde con garbata indifferenza:
“Non posso… Ti prego di scusarmi!” Quante volte abbiamo udito frasi di questo
genere: “È molto interessante, grazie tante, ma non ho tempo, scusami”; e si
trovano dei pretesti per non accogliere l’invito. Eppure, la chiamata di Dio
non è un’esortazione ad aderire a un gruppo religioso, a una setta. È una chiamata a venire a Lui, ad
accogliere il perdono, la salvezza, la vita eterna
Spesso,
purtroppo, accade che il vero motivo è che gli interessi personali, le
molteplici attività che occupano il cuore e la mente, occultano i bisogni
dell’anima. Inoltre, la natura umana non ama Dio, e Satana la distoglie tramite
cose che, sotto apparenze talvolta serie, non sono che frivolezze passeggere,
di nessun valore paragonate all’eternità.
(continua sul foglietto
di domani)
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