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lunedì 6 settembre 2021

Desiderio di ascoltare

“Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte. un giovane di nome Eutico, che stava seduto sul davanzale della finestra, fu colto da un sonno profondo, poiché Paolo tirava in lungo il suo dire; egli, sopraffatto dal sonno, precipitò giù dal terzo piano e venne raccolto morto. Poi risalì, spezzò il pane e prese cibo; e dopo aver ragionato lungamente sino all’alba, partì”. Atti 20

Vorrei sottolineare 3 espressioni di questo brano che descrivono il soggiorno dell’apostolo Paolo a Troas. 

Paolo prolungò il discorso fino a mezzanotte. 

Paolo tirava a lungo il suo dire

Dopo avere ragionato lungamente fino all"alba, partì.

Certamente era un'occasione particolare, Paolo stava per partire da Troas. Chissà quando e se sarebbe tornato. Bisognava sfruttare fino all'ultimo istante. 

Il discorso si prolungava, tirava a lungo il suo dire. 

I discepoli che erano a Troas erano intenti ad ascoltare. 

Un giovane, Eutico, si addormenta, cade, la serata sembra trasformarsi in dramma, ma grazie all'intervento di Dio tutto si ricompone. 

Paolo ricomincia a parlare fino all'alba...

Quanto desiderio c'era di ascoltare? Tanto. 

E oggi? L' imperativo è: l'importante è essere brevi! Lo slogan sembra essere "breve è bello". Per giustificare queste affermazioni si evidenziano problemi di concentrazione, di impossibilità ad un’attenzione prolungata. Non sarà forse la conseguenza di abitudini che si stanno radicando in noi? Del nostro modo di vivere. 

In molti ambiti leggiamo e ascoltiamo messaggi brevi. Siamo abituati a scorrere velocemente i messaggi dei social,    quelli che catturano la nostra attenzione, la vista, strappano un mi piace, una condivisione e domani sono già preistoria. 

Tutto è veloce, tutto passa come in un tritacarne. Dio vuole invitarci alla meditazione, alla riflessione. 

Viviano nella società dei fast food e dei fast messages e tutto questo impatta nella nostra vita spirituale. 

Chi parla delle cose di Dio  deve essere esercitato a portare un messaggio sano, senza abusare del tempo, ma prendendo il tempo necessario. 

I messaggi brevi possono arrivare dritti al punto, essere molto efficaci in tante situazioni, ma difficilmente riescono ad approfondire un soggetto o un argomento complesso. Rimangono in superficie. E da un punto di vista spirituale se si rimane in superficie non si cresce. 

Credo che dobbiamo chiederci se abbiamo veramente desiderio di ascoltare, se la pigrizia nell'ascolto non sia la conseguenza diretta dell'influenza della cultura del nostro tempo. 

Se a questo aggiungiamo che tendenzialmente l’uomo naturale non ricerca le cose di Dio, le vuole ridurre al minimo, il risultato sarà negativo. 

Dobbiamo rivalutare l'importanza dell'approfondimento, dell'essere istruiti, dei momenti che possiamo passare ai piedi del Signore. 

È emblematico che a Troas, dopo il fatto di Eutico, quando si è ripristinata la normalità, la riunione è ripresa ed è durata fino all'alba!

C'era desiderio di ascoltare!