Allora Pilato gli disse: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di liberarti e il potere di crocifiggerti?” Gesù gli rispose: “Tu non avresti alcuna autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto”.
Giovanni 19:10-11
“Non mi parli?”
È la domanda che un giudice ha rivolto a un
accusato fatto comparire in giudizio davanti a lui. Quel giudice era Pilato, il
governatore romano a Gerusalemme, che aveva diritto di vita e di morte.
L’accusato era Gesù, arrestato come malfattore.
Pilato si stupisce che Gesù non risponda a tutte
le sue domande e che non dica nulla a propria difesa. Allora insiste: “Non mi
parli? Non sai che ho il potere di liberarti e il potere di crocifiggerti?”
Gesù allora si limita a dirgli che lui non avrebbe alcun potere se Dio non
glielo avesse dato.
Il modo di agire del Signore ci insegna quando
bisogna tacere e quando rispondere se siamo interrogati. Le poche cose che Gesù
ha detto a Pilato non le ha dette per difendersi, ma piuttosto per portare il
Suo giudice a riconoscere la verità.
Adempiendo le profezie, il Signore è stato “come la pecora muta davanti a chi
la tosa” (Isaia 53:7).
Siamo preoccupati quando stiamo per essere
interrogati sulla nostra fede? Gesù sa che può essere così e per questo ha
incoraggiato i discepoli dicendo: “Non preoccupatevi in anticipo di ciò che
direte, ma dite quello che vi sarà dato in quell’ora; perché non siete voi che parlate, ma lo Spirito
Santo” (Marco 13:11). Parliamo della nostra fede con coraggio e fiducia, e
sperimenteremo la gioia dell’aiuto del Signore anche nelle situazioni più
difficili.
“Siate sempre pronti a render conto della
speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con
mansuetudine e rispetto” (1 Pietro 3:15-16).