“infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” Romani 3:22-23.
Cominciamo tutti col voler ammettere l'esistenza del peccato.
L'uomo si fa un'idea razionale della vita e crede, che, controllando i propri istinti, lavorando sulla propria educazione, facendo del bene al prossimo, tutti possano gradualmente far evolvere la propria vita fino ad un livello buono anche per Dio.
Ma con l'avanzare degli anni risulta sempre più evidente qualcosa che non abbiamo preso in considerazione, cioè il peccato; questa realtà scombussola tutti i nostri ragionamenti.
Il peccato ha reso la base di ogni cosa selvaggia e irrazionale; il peccato è uno stato di fatto non un difetto; è una rivolta mano armata contro Dio. Nella mia vita, o Dio o il peccato, entrambe le cose non possono sussistere insieme. Il Nuovo testamento ci porta ad affrontare questa prospettiva, che è unica: se il peccato mi domina, la vita che è in me andrà deperendo rapidamente, se è Dio che mi domina sarà il peccato a deperire e a perdere forza e attrattiva.
Non esiste altra alternativa.
Il Signore Gesù è stato crocifisso per toglier il peccato del mondo e permettere agli uomini, a tutti gli uomini, di avvicinarsi a Dio per essere accolti.
Le due cose, il peccato e Dio, non possono sussistere assieme.