Cristo… è morto per gli empi.
Romani
5:6
Il buon pastore dà la sua
vita per le pecore.
Giovanni
10:11
Il
massimo della dedizione
Una giornalista, presa in
ostaggio in Iraq, aveva appena ottenuto la liberazione. Ma all’improvviso,
sulla strada dell’aeroporto, una fucilata! Per salvarla, l’agente che si era
occupato di lei le fa scudo con il proprio corpo… Lui muore, ma lei si salva.
La giornalista che gli deve la vita non dimenticherà mai il nome del suo
salvatore.
Questo ci fa pensare a
un’altra dedizione, molto più sublime e di portata eterna. È quella di Gesù
Cristo, il Figlio di Dio. Tutti gli uomini sono peccatori e, in quanto tali,
meritano la morte eterna, cioè l’allontanamento definitivo dalla presenza di
Dio nei tormenti senza fine; perché Dio, che è santo, non può passare sopra il
peccato senza punirlo. Allora Gesù Cristo, per amore per ciascuno di noi, ha
voluto scendere dal cielo per subire la condanna e il giudizio al nostro posto.
Non essendoci in Lui alcuna traccia di peccato, era il solo in grado di portare
quello degli altri; e così ha fatto. Quando gli uomini l’hanno messo in croce
dopo un processo assurdo e ingiusto, le tenebre hanno invaso la terra; e là,
per tre ore, l’ira di Dio contro il peccato si è riversata su di lui, perché
carico dei nostri peccati. “Egli è
stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni… il castigo, per cui abbiamo
pace, è caduto su di lui” (Isaia 53:5). Così ora Dio può perdonare tutti quelli che accettano Gesù come Salvatore, e
dare loro la vita eterna. Non cessiamo di ringraziarlo e adorarlo!