“Qual è il più importante di tutti i comandamenti? Gesù rispose: Il primo è: ...Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua. Il secondo è questo: Ama il tuo prossimo come te stesso” Marco 12:29-31
Come tutti gli Europei, abbiamo imparato a coniugare i verbi iniziando dalla prima persona: Io sono, tu sei, egli è... Ma lo scolaro ebreo non fa così. Incredibile vero? Gli è stato insegnato ad invertire l'ordine, infatti recita: egli è, tu sei, io sono, partendo dalla terza persona singolare. Certo la loro cultura risente della presenza di insegnamenti biblici presenti nel tessuto di generazioni, ma non è forse questo un bell'esempio di ciò che dovrebbe essere il nostro modo di pensare?
Dovremmo sempre incominciare guardando in primo luogo a Dio. Egli è. In seguito considerare il nostro prossimo per coniugare: tu sei. E poi pensare a noi stessi e dire: io sono. E' proprio in quest'ordine (Dio, il prossimo, noi stessi) che il Signore insegnava la legge dell'Eterno a colui che era venuto ad interrogarlo.
Non era forse questa la vita che aveva vissuto il Signore?
Eppure siamo sempre così concentrati su noi stessi e convinti che tutto ciò che possediamo sia “nostro” e come tale non siamo disposti a cederlo. Anche se nei nostri ringraziamenti lodiamo Dio per avercelo affidato, i nostri cuori vi si sono attaccati e non sono disposti a cederlo.
C'è un grave pericolo, quando, nel nostro cammino, ci affidiamo ai nostri cuori, ed è quello di iniziare a percorrere una strada che scende. Più io sono cresce più la nostra strada si fa in discesa.
L'apostolo Paolo viveva una vita “religiosa”, fu fermato sulla via di Damasco. In seguito “riacquistò la vista e fu riempito dallo Spirito Santo” Atti 9:17-18. Da quel momento iniziò a considerare le cose dal punto di vista di Dio. Lasciò tutto ciò che lo rendeva orgoglioso di se stesso per fissare lo sguardo e ubbidire solo a Dio.
“Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo” Filippesi 3:8.
Quanti sono coloro che definendosi cristiani vivono una vita dedita all'io sono?
Si parla sovente di sacrifici da fare; non è un gran sacrificio abbandonare delle sporcizie! Se i nostri occhi fossero abbastanza fissati su Dio, le cose da lasciare impareremo a considerarle con quel carattere, e non faremo fatica a lasciarle. Il carattere delle cose dipende da ciò a cui il cuore sta attaccato.