“Ecco la parola che il SIGNORE pronunciò riguardo a Babilonia...Annunciatelo fra le nazioni, proclamatelo, issate una bandiera, proclamatelo, non tenetelo nascosto!...Le sue immagini sono coperte di vergogna; i suoi idoli, infranti!" Geremia 50:1-3.
Babilonia è sempre stata la culla della mondanità e della corruzione e molte espressioni di questo capitolo sono riprese nell'Apocalisse a proposito della Babilonia futura. Questa rappresenta, non più una città, ma un vasto sistema religioso corrotto contraffazione della chiesa di Cristo. In mezzo ad una simile corruzione e mondanità risuona l'appello di Dio:
“Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio” Apocalisse 18:4.
Un ordine simile è rivolto oggi dal Signore a tutti i suoi che si trovano in ambienti simili. Nelle chiese locali forse non si è vegliato a sufficienza e in mezzo ad esse si possono trovare membri che sono solo dei “praticanti occasionali” o degli increduli. La vita spirituale è a un livello talmente basso da rendere sovente difficile la distinzione tra un vero e un falso credente. Nel nostro paese la cristianità è una massa eterogenea dove si può trovare di tutto e la confusione è devastante.
La differenza fra il credente che ha la vita e colui che lo è solo esteriormente è che il primo può ritrarsi dal male per il secondo è impossibile.
“Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: Il Signore conosce quelli che sono suoi, e si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore” Timoteo 2:19.
Il solido fondamento riamane fermo, l'accento è posto sul carattere immobile del solido fondamento di Dio anche di fronte alle deviazioni dei falsi profeti e alla mondanità della professione cristiana. “Il Signore conosce quelli che sono suoi”.
Ma vi è un ordine da parte di Dio, un ordine ad uscire. La responsabilità della separazione dall'iniquità è prima di tutto una responsabilità individuale e “Si ritragga dall'iniquità” implica la capacità di poterlo fare. Ogni vero credente ne ha la capacità. Quello che ci è richiesto è la volontà di farlo. Teniamo presente che nominare il nome del Signore implica l'identificazione con Lui, con ciò che Dio è, e chi nomina il nome del Signore non può stare in mezzo all'iniquità.