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sabato 5 aprile 2014

Non scoraggiamo i buoni propositi

Leggere 2 Samuele 7:1/17

Questi versetti vengono spesso meditati considerando l’atteggiamento di Davide ma forse vale la pena di considerare anche quello di Natan, un profeta che troviamo a più riprese nella vita di questo re. Oltre che in questo passo lo troviamo al capitolo 12 quando sarà mandato dall’Eterno stesso a riprendere Davide per il suo peccato di adulterio e di omicidio ed ancora per far avere a Salomone il regno promesso alla madre di lui (1 Re 1). Qui lo troviamo che approva il desiderio di Davide, ma poi viene rimandato da Dio per rettificare la decisione che i due sembrano aver presa d’impulso. Tuttavia non troviamo, nel nostro passo, una sola parola di rimprovero al profeta per quello che ha detto al re; questo ci fa pensare che, pur non essendo l’aspetto di una decisione giusta, non vi sia nelle parole di Natan alcunché di sbagliato. Il proposito di Davide è buono. È un progetto grandioso quello di costruire una “casa per l’Eterno” e non una  cosa da poco. Ma questa non era la volontà di Dio e, perciò, le parole del profeta (3) assumono qualcosa di sbagliato.

  • Allora, che cosa avrebbe dovuto fare o dire il profeta Natan?
Poiché non sappiamo sempre come dobbiamo comportarci nella maggior parte delle nostre circostanze, la risposta che viene spontanea per il credente è: “chiederlo a Dio in preghiera”. Ma non è sempre così semplice come dirlo. In talune circostanze potremmo renderci conto che il nostro interlocutore ha bisogno di una risposta immediata, di un consiglio sul momento. Non possiamo rispondergli: “aspetta, ora lo metto in preghiera, poi ti consiglierò, poi ti aiuterò, ecc...”.
Forse anche Natan desiderava da tempo di vedere costruire un tempio all’Eterno, o forse no, ma non importa stabilirlo. Certamente la sua esperienza, la sua saggezza, il suo amore per le cose di Dio lo portano a considerare come una cosa buona ciò che Davide ha in cuore di fare per il loro Dio ed appoggia, così, il progetto. È importante rimarcare le parole del profeta al re: “fa tutto quello che hai in mente di fare … perché il SIGNORE è con te” (3). Queste parole sono istruttive per non giudicare troppo affrettatamente il profeta. In primo luogo egli riconosce che l’idea del re non proviene da un desiderio di maggior gloria o di fama ma da un serio e vero desiderio di onorare l’Eterno che aveva fatto tanto per il re. In secondo luogo sa che l’Eterno è con Davide. Sono certamente queste considerazioni che portano Natan a dare il suo consenso. Ma Dio non è dello stesso avviso ed 
apparirà al profeta rimandandolo dal re con quelle istruzioni che troviamo dal versetto 5 a 17.

  • Quale lezione dobbiamo trarne?
Sicuramente molto istruttiva per tutti noi. La nostra mente ed il nostro cuore devono essere pronti a desiderare che tutto ciò che contribuisce ad una maggior gloria del Signore deve poi essere messo in pratica. Ciò che i nostri fratelli e le nostre sorelle hanno a cuore di fare per Lui non deve essere represso con lunghi ripensamenti. Sarà poi il Signore che farà vedere meglio qual è la strada da seguire e come deve essere seguita e ci spiegherà anche il perché come fece con Davide.  Davide e Natan sono in sintonia nei loro pensieri e nei loro propositi, ma disponibili a rivedere tutto quando è Dio che parla ed a seguire in tutto la Sua volontà. Ci dia il Signore di seguire il loro esempio! Il Tempio non sarà costruito da loro, entrambi non lo videro neppure ma furono loro che misero mano all’opera. Prepararono il materiale per la costruzione e stabilirono tutto ciò che sarebbe occorso per il servizio ed il funzionamento ed il loro lavoro iniziale durò nel tempo come testimoniano queste parole all’epoca del re Ezechia: “Il re stabilì i Leviti nella casa del SIGNORE … secondo l’ordine di Davide … e del profeta Natan” (2 Cronache 29:25).


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