Temo, quando verrò, di non trovarvi quali
vorrei... temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità,
maldicenze.
2 Corinzi 12:20.
I danni della maldicenza
nella chiesa
La maldicenza è una delle principali cause di amarezza, di liti, di disunione
nella famiglia di Dio. La maldicenza ha anche rovinato la reputazione di tanti
fedeli servitori del Signore. L’apostolo Paolo, come si sa, l’ha subita pure
lui; e quando fu costretto a difendersi disse: “Or alcuni si sono gonfiati
d’orgoglio come se io non dovessi più venire da voi; ma, se il Signore vorrà,
mi recherò presto da voi, e conoscerò non il parlare ma la potenza di coloro
che si sono gonfiati; perché il regno di Dio non consiste in parole ma in
potenza” (1 Corinzi 4:18-20). E anche: “Ma quello che faccio lo farò ancora per
togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un’occasione” (2 Corinzi 11:12).
La vita comunitaria è molto difficile se c’è la brutta
abitudine di fare maldicenza. La comunione degli uni con gli altri è interrotta
e i rapporti di amicizia si inaridiscono, per la diffidenza e il timore delle
critiche, fino a scomparire del tutto. Persino il ministero nella chiesa ne
risente, perché quelli che hanno la responsabilità di insegnare non si sentono
liberi e non godono di quella serenità che consente loro di svolgere un
servizio “con gioia e non sospirando” (Ebrei 13:17). Potrebbero anche esserci
dei giovani credenti dotati dal Signore e in grado di edificare la chiesa; ma
come avrebbero il coraggio di parlare in un ambiente dove si critica troppo?
Chissà quanti non hanno mai aperto bocca per questo motivo!
“Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi
secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta”
(Efesini 4:29).
(da “La
nostra lingua… un fuoco!”)