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domenica 11 agosto 2019

11 agosto


Temo, quando verrò, di non trovarvi quali vorrei... temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze.
2 Corinzi 12:20.

I danni della maldicenza nella chiesa

La maldicenza è una delle principali cause di amarezza, di liti, di disunione nella famiglia di Dio. La maldicenza ha anche rovinato la reputazione di tanti fedeli servitori del Signore. L’apostolo Paolo, come si sa, l’ha subita pure lui; e quando fu costretto a difendersi disse: “Or alcuni si sono gonfiati d’orgoglio come se io non dovessi più venire da voi; ma, se il Signore vorrà, mi recherò presto da voi, e conoscerò non il parlare ma la potenza di coloro che si sono gonfiati; perché il regno di Dio non consiste in parole ma in potenza” (1 Corinzi 4:18-20). E anche: “Ma quello che faccio lo farò ancora per togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un’occasione” (2 Corinzi 11:12).
La vita comunitaria è molto difficile se c’è la brutta abitudine di fare maldicenza. La comunione degli uni con gli altri è interrotta e i rapporti di amicizia si inaridiscono, per la diffidenza e il timore delle critiche, fino a scomparire del tutto. Persino il ministero nella chiesa ne risente, perché quelli che hanno la responsabilità di insegnare non si sentono liberi e non godono di quella serenità che consente loro di svolgere un servizio “con gioia e non sospirando” (Ebrei 13:17). Potrebbero anche esserci dei giovani credenti dotati dal Signore e in grado di edificare la chiesa; ma come avrebbero il coraggio di parlare in un ambiente dove si critica troppo? Chissà quanti non hanno mai aperto bocca per questo motivo!
“Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29).
(da “La nostra lingua… un fuoco!”)