Alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità… Comunque sia… Cristo è annunziato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora.
Filippesi 1:
15, 18
Rallegrarsi
comunque
L’apostolo Paolo avrebbe
avuto motivo di rattristarsi a causa di alcuni che predicavano Cristo senza
sincerità e per invidia, pensando di fargli dispetto… C’era di che deprimersi.
Ma come sempre il suo pensiero va in una direzione più nobile e più elevata:
l’annuncio del messaggio di Cristo morto, risorto, glorificato, raggiungeva
comunque qualcuno e avrebbe prodotto il suo effetto (Isaia 55:11). L’efficacia
del Vangelo non era sminuita dal cattivo spirito da cui erano animati quei
predicatori. Ovviamente, Paolo li disapprovava e non era neppure sfiorato dal
pensiero che i credenti di Filippi avrebbero potuto associarsi a quelli che
agivano così; ma la gioia che provava pensando che l’annuncio dell’opera di
Cristo era comunque dato, andava oltre ad ogni altra considerazione, sia
riguardo alla sua persona sia alla responsabilità di chi non predicava “di buon
animo” né “per amore” (1:15-17).
Anche oggi, Cristo non
viene sempre annunciato con intenti e mezzi condivisibili. Ma siamo capaci di
dire con sincerità: “Cristo è annunziato; di questo mi rallegro”? Questo
sentimento riesce a superare il risentimento e la legittima disapprovazione
verso chi lavora senza amore? Siamo realmente felici pensando che qualche anima potrebbe “comunque” essere strappata a Satana per l’eternità?