domenica 8 giugno 2025

Babilonia

Il nome Babele (o Babilonia nella sua forma greca) lo si incontra dall’inizio alla fine delle Scritture. La prima menzione è in Genesi 10:10, a proposito di Nimrod, un discendente di Cam: “Il principio del suo regno fu Babele”. In Apocalisse, Babilonia è la potenza di malvagità degli ultimi tempi (18:21). Per capire il significato di Babele e la sua influenza nefasta sul popolo di Dio, occorre considerarne la sua storia e il suo carattere.

Babele nell’Antico Testamento

Il fondatore di Babilonia fu dunque Nimrod (Genesi 10:8-10), “che cominciò a essere potente sulla terra”. Venne definito “potente cacciatore davanti al Signore” cioè, in aperta opposizione a Dio. La torre di Babele (Genesi 11) è un simbolo della glorificazione e della deificazione dell’uomo, del suo desiderio di raggiungere il cielo con le proprie forze, di acquistarsi fama senza tener conto di Dio (Genesi 11:4; Isaia 14:13; Geremia 51:53). 

A Babele incomincia la ribellione. Nimrod, senza essere stabilito da Dio, dà inizio ad un impero universale, una “confederazione” delle moltitudini con lo scopo di farsi un nome, quando Dio solo ha il diritto di farsi un nome nel mondo (il nome di Gesù è “al di sopra di ogni nome”). 

Tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole. Dirigendosi verso l'Oriente, gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Scinear, e là si stanziarono. Si dissero l'un l'altro: “Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!”. Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce. Poi dissero: “Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra” Genesi 11:1-4. 

L'uomo nella pianura si adoperava per acquistarsi una reputazione, e da allora ha sempre agito così. Lo vediamo sempre ricercare se stesso, esaltare se stesso, escludendo Dio ovunque e in tutte le cose. Inoltre, molto spesso, nella Scrittura la “pianura” simboleggia gli agi e il benessere economico e Scinar rappresenta il mondo con nelle sue attrazioni (Giosuè 7).

Dobbiamo ricordare che la pianura di Scinar è una pianura sabbiosa. L'uomo ama costruire sulla sabbia perché è facile si può costruire come più ci piace mentre chi costruisce sulla roccia deve “adattare la sua casa alla conformazione della roccia.

Alcuni particolari sui materiali impiegati:

Mattoni. Tutti uguali. Tutti aventi la stessa forma, li fa l'uomo, come le regole che si da, credendo che queste conferiscano stabilità alla sua vita. L'uomo crea spesso associazioni, confederazioni e con questi mezzi cerca di raggiungere i suoi scopi ma con tutte queste cose, esclude Dio.

Invece di Pietre. Tutte diverse. “Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. Vi è diversità di ministeri, ma non v'è che un medesimo Signore. Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti” 1 Corinzi 12:4-6. Esse hanno in Cristo il loro inizio e il loro punto d'appoggio.

Bitume. Frutto della decomposizione organica. Simbolo di morte.

Invece di Calce. Materiale atto a tenere unite le pietre, simbolo dell'amore che deve tenere uniti i credenti.  “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” Giovanni 13:34.

Paolo poteva affermare: “Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d'uomo” Galati 1:11.

Cioè non è qualcosa che l'uomo possa aver concepito. Quello che da valore all'Evangelo è la centralità della croce e la resurrezione del Signore Gesù. Questo l'uomo non lo può inventare. Tutte le religioni elaborate dagli uomini hanno come base ciò che l'essere umano può fare. L'uomo tenta di costruire una scala che salga fino al cielo e si sforza di salirla. L'Evangelo proclama che Dio si è incarnato ed è sceso “per cercare e salvare ciò che era perduto” Luca 10:10. E' dunque una scala che discende ed è frutto dell'amore di Dio non degli sforzi dell'uomo.