L'Eterno Dio formò l'uomo dalla
polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne
un'anima vivente.
Genesi
2:7
Un'anima vivente
Quando
Dio creò i vegetali, disse: "Produca la terra della vegetazione, delle
erbe che facciano seme secondo la loro specie e degli alberi fruttiferi che,
secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria
semenza". Quando creò gli animali dell'aria e delle acque disse:
"Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli
sopra la terra per l'ampia distesa del cielo". Quando creò gli animali
terrestri, disse: "Produca la terra animali viventi secondo la loro
specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro
specie". Ma quando si è trattato dell'uomo, ha detto: "Facciamo
l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui
pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su
tutti i rettili che strisciano sulla terra" (Leggere Genesi 1:9-31).
Così,
mentre lasciamo che gli scienziati discutano sulla storia delle specie,
prendiamo atto che la Scrittura afferma che l'uomo è stato creato come un
essere a parte. Il versetto 7 del capitolo 2 precisa: "L'uomo divenne
un'anima vivente". Questa "anima vivente" è diversa da quella
degli animali (1:30): la materia, terrestre, comune all'uomo e agli altri
esseri viventi, riceve qui un soffio divino speciale, che gli dà delle facoltà
diverse da quelle degli animali, facoltà che sono come dei riflessi di certi attributi divini. Quando la polvere ritorna alla
terra, il suo "spirito ritorna a
Dio che l'ha dato" (Ecclesiaste 12:7).
Da
questa relazione particolare che c'è fra l'uomo e il suo creatore nasce una
responsabilità che l'uomo peccatore sovente rifiuta di riconoscere, ma che non
può essere annullata.