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venerdì 6 marzo 2015

6 Marzo

L'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.
Genesi 2:7

Un'anima vivente

Quando Dio creò i vegetali, disse: "Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme secondo la loro specie e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza". Quando creò gli animali dell'aria e delle acque disse: "Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo". Quando creò gli animali terrestri, disse: "Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie". Ma quando si è trattato dell'uomo, ha detto: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra" (Leggere Genesi 1:9-31).
Così, mentre lasciamo che gli scienziati discutano sulla storia delle specie, prendiamo atto che la Scrittura afferma che l'uomo è stato creato come un essere a parte. Il versetto 7 del capitolo 2 precisa: "L'uomo divenne un'anima vivente". Questa "anima vivente" è diversa da quella degli animali (1:30): la materia, terrestre, comune all'uomo e agli altri esseri viventi, riceve qui un soffio divino speciale, che gli dà delle facoltà diverse da quelle degli animali, facoltà che sono come dei riflessi di certi attributi divini. Quando la polvere ritorna alla terra, il suo "spirito ritorna a Dio che l'ha dato" (Ecclesiaste 12:7).

Da questa relazione particolare che c'è fra l'uomo e il suo creatore nasce una responsabilità che l'uomo peccatore sovente rifiuta di riconoscere, ma che non può essere annullata.