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venerdì 4 luglio 2025

Il nostro nome

“Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” Luca 10:20. 

Ciascuno di noi ha ricevuto il proprio nome nel giorno della nascita: quello di vostro padre seguito dal nome scelto dai nostri genitori. Questo nome compare da allora su tutti i nostri documenti d'identità. Quante volte lo abbiamo utilizzato per firmare i vari contratti, per effettuare registrazioni a nostro favore o semplicemente per identificarci. Questo nome ci appartiene, è legato alla nostra storia, alla nostra vita. Un giorno sarà inciso...su una tomba.

La memoria collettiva, la storia o la scienza ne conserveranno la traccia per qualche tempo? Probabilmente no! Ma possiamo essere certi che quel nome non sarà mai dimenticato se è stato scritto nel libro di Dio (Apoc. 3:5) e questo avverrà solo se abbiamo ricevuto il Signore Gesù come nostro personale Salvatore.

Se gli archivi degli uomini, presto o tardi, spariranno, il registro di Dio è conservato per sempre nel cielo. Nel giorno del giudizio, davanti al grande trono bianco sarà presente anche il libro della vita. Non vi è libro o registro più grande di quello e sentire pronunciare il proprio nome da quel libro sarà per noi motivo di grande gioia.

04 luglio - Vivere il momento presente

“Non siate in ansia … il Padre vostro celeste sa… Basta a ciascun giorno il suo affanno”.

Matteo 6:31-34

 

“Nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza”.

Isaia 30:15

 

Vivere il momento presente

 

Cos’è che occupa i nostri pensieri? Il rimpianto del passato? Il timore del futuro? O si è ottimisti e si pensa che domani tutto andrà meglio, oppure pessimisti, e ci si chiede con ansia: cosa accadrà domani? Amici cristiani, siamo realisti e fiduciosi, perché il Signore Gesù desidera vivere con noi il momento presente.

Se la nostra vita ci riserva avvenimenti felici o situazioni difficili, gioie o dolori, i nostri rimpianti e le nostre inquietudini non cambieranno le cose.

Dio dirige la sequenza delle circostanze nella nostra vita, e in qualsiasi modo arrivino Dio desidera che noi gli diamo fiducia. Se va tutto bene non dimentichiamo di ringraziarlo; e se va male ricordiamoci che Lui, il Dio d’amore, non rimane mai indietro e non ci oltrepassa mai, ma è sempre vicino a noi.

Non viviamo l’ieri o il domani. Nella nostra relazione con Dio non dev’esserci la nostalgia di quello che avrebbe potuto essere o il fantasticare su quello che potrebbe avvenire. È una relazione di fiducia attuale, giornaliera, viva e gioiosa.

L’apostolo Paolo aveva imparato ad essere contento qualunque cosa gli avvenisse, e scrive: “So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Filippesi 4:12-13).


giovedì 3 luglio 2025

Un’ancora sicura e ferma

“Questa speranza la teniamo come un'ancora dell'anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina, dove Gesù è entrato per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec” (Ebrei 6:19-20).

Nella lettera agli Ebrei troviamo una similitudine unica nella Parola di Dio. La speranza del credente è paragonata ad un’ancora sicura e ferma. Un’ancora nautica sappiamo che è un oggetto di metallo, pesante, normalmente uncinato, utilizzato per trattenere un’imbarcazione in uno specchio d'acqua, perché non si muova qua e là, perché non vada ad urtare contro gli scogli o altri ostacoli. E’ importante soprattutto quando il mare è in tempesta! Ma i natanti hanno bisogno di un’ancora anche quando il mare è calmo, o si trovano in porto. Possiamo riflettere su un fatto importante: tutti gli uomini hanno bisogno di un’ancora. Normalmente si dice che tutti sono ancorati a qualche cosa. Gli uomini hanno bisogno di un’ancora che sia inamovibile, soprattutto quando il mare è agitato, quando tutto cede. Il periodo che stiamo vivendo, evidenzia in modo impietoso che siamo in un mondo che sta perdendo i punti di riferimento, sta brancolando nel buio, tutto è incerto, tutto cede, nulla è sicuro e fermo. Allora poniamoci una domanda: “Che ancora abbiamo? E poi: ”Che ancora possiamo trovare in questo mondo?”. Gli avvenimenti di questi ultimi mesi ci confermano un fatto: in questo mondo non abbiamo un’ancora sicura e ferma. Possiamo affermare che per avere stabilità e sicurezza abbiamo bisogno di un’ancora che si trova fuori da questo mondo, perché in questo mondo di stabilità non ce n’è. Se ci riflettiamo è proprio quello che noi come credenti abbiamo! Perché? Dov’è la nostra ancora? È nel cielo. Questo è il significato dell’espressione utilizzata in questo passo “oltre la cortina”, vale a dire in quello che nel tabernacolo e nel tempio era identificato come il luogo santissimo. La nostra ancora è direttamente nel luogo della dimora di Dio. E potremmo chiederci: perché la nostra ancora è nel cielo? La nostra ancora è nel cielo perché il nostro Salvatore è già nel cielo, è risorto, è vivente! Questo fa traboccare i nostri cuori di gioia.

Il Signore Gesù è il nostro precursore. Questo termine “precursore” è l’unica volta che viene utilizzato nel Nuovo Testamento. Precursore vuole dire che se Lui è là, nel cielo, anche noi un giorno saremo là. È una parola che veniva utilizzato per gli araldi, oppure era il nome che definiva una piccola imbarcazione che scortava un’altra nave dentro il porto (oggi diciamo una pilotina); è un’espressione che identificava dei pionieri che preparavano un luogo conquistato, per altri che sarebbero arrivati dopo. E il Signore Gesù ha fatto proprio questo. Egli è là, nel cielo! La nostra ancora è nel cielo! Quindi se ci dovessero chiedere: “dove siete ancorati? La risposta è; “nel cielo”. A chi siete ancorati? Al Signore Gesù.

In questo mondo ci sono difficoltà, in questo momento c’è una grande tempesta; ma noi siamo invece ancorati a un luogo dove c’è sempre calma. In questo mondo non ci sono punti di riferimento, ma noi siamo ancorati a Colui che è “la roccia”. Siamo ancorati a qualcosa di stabile, abbiamo questa speranza là nel cielo, perché il Signore ha vinto la morte è risorto e perché è là come nostro precursore, alla presenza di Dio. Credo che sia qualcosa che debba riempire i nostri cuori di riconoscenza. E’ come se potessimo dire che la nostra ancora è già la, nel porto della nostra destinazione finale, dove un giorno approderemo. [46:12]La nostra speranza non è come la speranza umana. Non vi sono margini di incertezza. E’ un’aspettativa certa, perché si fonda sulle immutabili promesse di un Dio che è verità e che è fedele. Non vi sono dubbi. Possiamo essere riconoscenti ed esclamare anche noi: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo che nella sua grande misericordia ci ha fatto rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti per una eredità incorruttibile, senza macchia, e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere manifestata negli ultimi tempi” (1 Pietro 1:3-5).

Abbiamo una speranza vivente, perché apparteniamo ad un Salvatore vivente e in Lui abbiamo un’eredità che non può essere deturpata, alterata e non perde di valore. Grazie siano rese a Dio che in Cristo abbiamo cose certe, una speranza che è come un’ancora sicura e ferma, perché non va verso il fondo del mare in tempesta, che è questo mondo, ma è rivolta verso il cielo, il luogo dove è il nostro Salvatore e dove un giorno saremo anche noi.

3 luglio - Nomofobia

Io sono stato giovane e sono anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato.

Salmo 37:25

 

Solo in Dio trova riposo l'anima mia; da lui proviene la mia salvezza”.

Salmo 62:1

 

Nomofobia

 

Siete dei “nomofobi”? Questa domanda potrebbe incuriosirci perché non sappiamo cosa significhi, ma una semplice ricerca ci dice che proviene dalle parole inglesi “no mobile phone” a cui si aggiunge il termine greco “fobia” (paura); è il caso di una persona che è presa dal panico se non ha il telefonino sempre a portata di mano. La paura di essere soli in mezzo ad un mondo indifferente e talvolta ostile porta certe persone a non potersi separare dal proprio telefonino senza sentirsi presi da angoscia. E’ strano come ci si possa sentire soli, molto soli, anche in mezzo ad una moltitudine. La solitudine è un dramma. Molte persone desidererebbero potersi confidare con qualcuno, ma non sanno a chi rivolgersi.

A coloro che mettevano la loro fiducia in Dio, Egli aveva detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Giosuè 1:5). Quando il Signore Gesù è venuto in terra si è avvicinato a persone affaticate e oppresse, e ha detto loro “venite a me” (Matteo 11:28). Al momento di ritornare al Padre, fa una bella promessa ai discepoli: “Io sono con voi fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20), e ancora oggi, dopo duemila anni, milioni di credenti trovano la loro forza in questa promessa. Gesù Cristo ha provato la solitudine. Inchiodato alla croce è stato abbandonato da Dio e durante tre terribili ore ha espiato i nostri peccati. Da quel momento in poi, ogni persona che confessa i propri peccati e crede in Lui diventa un figlio di Dio, e può affermare con gioia: “Io sono persuaso che né morte, né vita, né angeli… né cose presenti, né cose future,… potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:35-39).


mercoledì 2 luglio 2025

Chi sono i ricchi?

Viviamo in un tempo in cui il malcontento distrugge in molti cuori ogni gioia. Desideri nuovi e a volte insensati, alimentati da cattivi sentimenti come invidia, gelosia, contesa e amore per il denaro rovinano la vita spirituale. La ricerca della ricchezza, come la Bibbia ci insegna, affonda l'uomo: “quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione” 1 Tim.6:9. 

Quando lo sguardo è intento prevalentemente alle cose che passano, i tormenti non finiscono più. Ed essere scontenti è già essere poveri. Il denaro, la ricchezza esercitano sempre una grande attrattiva sul nostro cuore. Pensiamo alla storia di Lot. Per aver concupito la pianura irrigata del Giordano finì a Sodoma.

“Sorse perciò una contesa fra i pastori del bestiame di Abramo e i pastori del bestiame di Lot. (causa i loro beni) ...Lot alzò gli occhi e vide l'intera pianura del Giordano... essa era tutta irrigata fino a Soar, come il giardino del SIGNORE, come il paese d'Egitto.” Genesi 13:7,10.

La prima considerazione: che viene spontanea dopo la lettura di questo versetto è la seguente: Quanto bisogna alzare gli occhi per scorgere una pianura? Poco. Vero?

Se il nostro cammino è fatto di liti (v.7) di scelte sbagliate (v.8) vuole dire che il nostro sguardo non si solleva più il là delle cose di questa terra. Abbiamo perso di vista Dio.

Seconda considerazione: A Lot quella pianura pareva: “come il giardino del SIGNORE, come il paese d'Egitto”. Non era più in grado di distinguere la differenza fra due cose così opposte. Il Signore, il mondo.

E' questa la strada da percorrere per essere felici?

Col denaro si ottiene l'abbondanza non la soddisfazione. E' vero che nel mondo nel quale viviamo non c'è quasi nulla che si possa avere senza denaro. Per tutto è previsto un prezzo; persino il valore della vita di un uomo è calcolato con apposite tabelle dalle compagnie assicurative, ma vi sono dei beni che restano al di fuori di ogni possibile valutazione. Con i soldi si può comprare una casa ma non la felicità, puoi acquistare dei tranquillanti ma non la pace interiore, il comfort non la felicità. Puoi assicurarti un posto lussuoso al cimitero, ma non nel cielo.

Chi sono dunque i ricchi? Quanti riconoscono la loro miseria morale e accettano da Dio il suo dono. Questo dono ha avuto un prezzo altissimo, il prezioso sangue di Cristo, che è stato pagato per la nostra eterna felicità. Chi ascolta e accetta l'invito di Dio otterrà la pace e la gioia. Il giovane ricco udì le parole del Signore e se ne andò tutto triste eppure aveva molti beni (Luca 18) mentre l'eunuco dove aver ascoltato e accettato ciò che Filippo l'evangelista gli aveva detto proseguì il suo cammino tutto allegro.

02 luglio - Ammirazione

 “Io canto di gioia per le opere delle Tue mani”.

Salmo 92:4

 

“Canterò al SIGNORE finché avrò vita; salmeggerò al mio Dio finché esisterò”.

Salmo 104:33

 

Ammirazione

 

O mio Signor, se guardo il ciel, le stelle,

se penso ai mondi che hai creato Tu,

ai lampi, ai tuoni, ai boschi, ai frutti, ai fiori,

ai colori e ai profumi intorno a me,

l’anima mia, Signore, canta a Te:

Grande Tu sei, grande Tu sei.

 

Se penso, o Dio, al Figlio che hai donato

per me a morir, comprendere non so…

Se penso a Lui, che in croce fu inchiodato

pel mio peccato e mi recò il Tuo amor,

l’anima mia, Signore, canta a Te:

Grande Tu sei, grande Tu sei.

 

E quando un dì, Signore, Tu verrai

e su nel ciel mi porterai con Te,

di gioia il cuor traboccherà; adorando,

ripeterà che grande sei, mio Re!

L’anima mia, Signore, canta a Te:

Grande Tu sei, grande Tu sei.


martedì 1 luglio 2025

Da lontano...

“Dopo averlo arrestato, lo portarono via e lo condussero nella casa del sommo sacerdote; e Pietro seguiva da lontano. Essi accesero un fuoco in mezzo al cortile, sedendovi intorno. Pietro si sedette in mezzo a loro. Una serva, vedendo Pietro seduto presso il fuoco, lo guardò fisso e disse: Anche costui era con Gesù. Ma egli negò, dicendo: Donna, non lo conosco.” Luca 22:54-57.

Era leale … da lontano.

Essere vicini al Signore può creare delle difficoltà.

Certo che seguirlo da lontano ne limita molto l'intensità. Certo che continuiamo a seguirlo, ci mancherebbe ma, da lontano. Poi hai suoi vantaggi, possiamo confonderci con la folla e se diciamo delle cose che non vanno o abbiamo un atteggiamento sbagliato quelli che camminano “vicini” a Lui non ci sentono, per questo che preferiamo rimanere lontani pensiamo che questa distanza ci consenta di non essere visti.

Ma qui è ben specificato e il Signore, voltatosi, guardò Pietro .

Pietro sarà ricordato perché lo ha rinnegato? O perché si era addormentato quando doveva pregare? O quando fuggì lasciando catturare il Signore? No! Pietro pianse e si pentì e tutto fu cancellato e il suo cammino da discepolo riprese.

Non riuscì a stare lontano, quando si sparse la voce che la tomba era vuota. Fu il primo ad uscire. Quando il Signore fu riconosciuto sulla riva fu il primo a tuffarsi dalla barca. Predicò Cristo durante la Pentecoste. Il Signore non ha mai preteso che fossimo perfetti ma vuole che andiamo a da Lui quando cadiamo per confessare le nostre mancanze e ripristinare la  comunione con Lui. Il peccato innalza una specie di barriera fra noi e Dio, ma può essere abbattuta tornando a Cristo consapevoli della nostra caduta per ottenere il suo perdono e riprendere il nostro cammino.

01 luglio - Parole di astronauti

Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c’è Dio».

Salmo 53:1

 

Il nostro Dio è nei cieli; Egli fa tutto ciò che gli piace.

Salmo 115:3

 

Convertitevi al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi.

Atti 14:15

 

Parole di astronauti

 

L’astronauta Adrian Nikolayev, dopo il suo volo spaziale a bordo della navicella Vostok 3 (1962), aveva dichiarato, come il suo predecessore Yuri Gagarin, di non aver incontrato Dio. Il colonnello Gordon Cooper gli aveva risposto: “Nei miei diversi voli a bordo del Faith 7 e Gemini 5 neppure io ho visto l’Onnipotente coi miei occhi, ma ho scoperto alcune delle meraviglie che ha creato. Ho sentito la presenza del mio Dio vicino a me, al mio fianco, come sempre. Ho constatato che avevo bisogno di Lui, sia a 250 km al di sopra del nostro pianeta, sia ogni giorno che io vi cammino sopra”.

Nel luglio del 1969 in occasione del volo dell’Apollo 11, Neil Armstrong, il primo a mettere piede sulla luna, lesse il Salmo 8: “O SIGNORE, Signore nostro, quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra! … Quand’io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l’uomo perché tu lo ricordi?”

Che cosa è l’uomo? “Un atomo irrisorio sperduto nel cosmo smisurato” ha detto Jean Rostand. Malgrado questo, Dio ci ama e si è rivelato in Gesù Cristo. A tutti quelli che lo ricevono come loro Salvatore Egli ha dato “il diritto di diventare figli di Dio” (Giovanni 1:12).

“Da Lui, per mezzo di Lui e per Lui sono tutte le cose. A Lui sia la gloria in eterno. Amen”. (Romani 11:36)

lunedì 30 giugno 2025

30 giugno - L'ancora

Bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.

Ebrei 2:1

 

L'ancora

 

Quale pericolo corrono quelli che provano a “galleggiare” spiritualmente?

Andare alla deriva. Uscire dal percorso previsto.

Se lasciamo trascorrere del tempo senza consultare la “nostra bussola”, la Parola di Dio, ci troveremo, dopo poco, fuori rotta.

Bisogna che ci impegniamo seriamente, altrimenti corriamo il pericolo di essere trascinati lontani dalla volontà del Signore, dai Suoi insegnamenti, da ciò che è “Verità”.

Controlliamo bene le ancore della nostra nave.

La nostra imbarcazione galleggia perennemente su di un mare in tempesta dove le correnti di questo mondo sono in continuo movimento e in contrasto fra loro.

Avrete certamente visto delle persone trascinate via dalle correnti, persone che hanno gradualmente “allentato” i loro ormeggi e sono state portate via. Ci sono quelli che hanno “fatto naufragio quanto alla fede” (1 Timoteo 1:19), oppure quelli che, avendo perduto il riferimento della Parola di Dio, sono “stati sballottati qua e là da ogni vento di dottrina” (Efesini 4:14).

Controllate gli ormeggi e non perdete di vista la vostra Ancora!

domenica 29 giugno 2025

29 giugno - Quando le circostanze sembrano favorevoli

C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma finisce con il condurre alla morte.

Proverbi 16:25

Come potrà il giovane rendere pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola.

Salmo 119:9

 

Quando le circostanze sembrano favorevoli

 

Dio comanda al profeta Giona di andare a Ninive per annunciare ai suoi malvagi abitanti il Suo imminente castigo. Ma quest’ordine a Giona non piace! Così decide di andare nella direzione opposta. Al porto trova proprio una nave in partenza per Tarsis. Le circostanze sembrano favorevoli, e Giona disobbedisce a Dio!

L’apostolo Paolo è in viaggio per Roma. Le condizioni del tempo rendono pericolosa la navigazione e Paolo, ispirato da Dio, avverte i marinai di non mettersi in viaggio. Ma si alza un leggero scirocco. Le circostanze sembrano favorevoli e i marinai, trascurando il consiglio di Paolo, levano le ancore. Poco dopo si scatena una violenta tempesta e fanno naufragio (Atti 27).

Si potrebbero moltiplicare gli esempi della Bibbia in cui le circostanze sembravano favorevoli a un determinato progetto, ma in realtà portarono su una via che Dio disapprovava. Tanto più quando manca la fede! Il tradimento di Giuda ne è un esempio solenne: egli trova l’occasione favorevole, quella che sta cercando, e per trenta denari consegna il suo Maestro ai capi dei sacerdoti e agli scribi (Luca 22:6; Marco 14:11).

Dio può anche servirsi delle circostanze per guidare i Suoi, ma prima di tutto è con la Sua Parola che ci indica la Sua volontà. Se gli avvenimenti rischiano di spingerci su una strada contraria all’insegnamento della Parola di Dio, facciamo attenzione; Dio non si contraddice mai! Satana è capace di approfittare delle varie circostanze per trascinarci alla disubbidienza, ma noi non dobbiamo interpretarle nel modo che a noi piace. Ad esempio, è capace di persuadere un giovane cristiano che può unirsi a quelli che non conoscono Dio, mentre la Scrittura afferma il contrario (2 Corinzi 6:14). Le circostanze possono sembrare favorevoli, ma che cosa dice la Parola di Dio?

sabato 28 giugno 2025

28 giugno - La gioia di confidare in Dio

Beato l’uomo che ripone nel SIGNORE la sua fiducia.

Salmo 40:4

 

(Gesù ha detto:) “Si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi”.

Luca 24:44

 

La gioia di confidare in Dio

 

Quando leggiamo un Salmo, scopriamo i sentimenti provati dal suo autore. Ma, allo stesso tempo, molti Salmi, come quello citato all’inizio, sono degli scritti profetici che annunciano in anticipo ciò che il Messia, cioè il Signore Gesù, avrebbe dovuto affrontare. I Salmi ci toccano particolarmente perché li sentiamo vicini a noi nelle varie situazioni della vita, sia nella tristezza che nella gioia.

In questo Salmo 40, Davide ricorda situazioni estreme in cui Dio l’ha soccorso. Attraverso quelle esperienze vissute, Davide ci parla in anticipo “delle sofferenze di Cristo” quando doveva essere crocifisso (1 Pietro 1:11). E’ il significato di questo Salmo.

Anche la nostra vita trova il suo significato considerando la vita di Cristo. Quando attraversiamo situazioni dolorose, possiamo dire: ‘Il Signore ha sofferto prima di me, e allo stesso tempo è con me’. Egli ci può capire e consolare, anche quando piangiamo a causa dei nostri errori. Il Signore non ha mai peccato, ma ha sofferto per il peso delle nostre colpe: “Mali innumerevoli mi circondano; i miei peccati mi pesano” (40:12).

“Il SIGNORE… ha ascoltato il mio grido”, diceva Davide (v. 1). Non esitiamo a gridare a Dio, a rivolgerci a Lui con fede quando siamo nel “pantano”! Dio risponde a chi lo invoca. Solo allora potremo esclamare con gioia: “Beato l’uomo che ripone nel SIGNORE la sua fiducia”.

venerdì 27 giugno 2025

Conchiglie prive di valore

“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” Romani 12:1-2.

Presentare i vostri corpi in sacrificio vivente.

A differenza delle offerte dell’Antico Testamento nelle quali Dio accettava i sacrifici di animali morti, adesso, dopo l'offerta che il Signore ha fatto di se stesso “una volta e per sempre” Dio desidera che il nostro “sacrificio” sia “vivente”. I nostri corpi: le mani, la bocca, i piedi, gli orecchi, fanno parte di questo offerta fatta a Dio.

“Conformarsi”. Questo verbo fa riferimento a una manifestazione esteriore che non riflette la realtà interiore, ovvero il nostro comportamento, invece di riflettere la nostra fede, si adegua al modo di agire di chi non crede, quindi, occorre una “trasformazione”, termine che sta indicare un cambiamento, una mutazione. Queste due parti devono essere allineate. 

La nostra mente deve essere “rinnovata” e ciò può avvenire solo laddove lo Spirito Santo sia libero di agire e modellare il  nostro modo di pensare.

Se non c'è questo rinnovamento potremmo rimanere “fermi”, privi di crescita spirituale e di risultati nella nostra vita.

Questo “infantilismo” è molto comune in quei credenti che si sono conformati a questo mondo, credenti che benché abbiamo superato i venti o i trent'anni non è possibile parlare  loro come vorremmo perché non vi è maturità spirituale in loro. Il mondo esercita ancora una forte attrazione sui loro cuori.

Quando si è circondati da tanti oggetti che attirano gli sguardi, è difficile essere occupati e attirati dalle cose invisibili e fissare su di esse lo sguardo della fede.

“abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” 2 Cor. 4:18. 

Diversi anni fa, in certe isole dell'oceano indiano venivano usate delle piccole conchiglie come moneta di scambio. Se avevano corso tra la gente di quei luoghi tuttavia erano senza valore nei nostri paesi. Chissà quanti occidentali avranno riso di fronte ad una simile usanza, alla follia di una moneta simile. Conchiglie?

Allo stesso modo le cose di questo mondo possono essere apprezzate tra i cittadini di questo luogo ma nessuna di esse ha nessun valore per il cielo. Non possiamo vivere accumulando “conchiglie”. La cosa avrebbe senso se tutta la nostra vita la dovessimo vivere lì ma non è così. Faremo ritorno in patria e quando vi giungeremo esse non avranno più alcun valore.

 Non conformandoci con questo mondo, non siamo di qua ricerchiamo invece le cose di lassù.

“Poiché sono i pagani che ricercano tutte queste cose...Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” Matteo 6:32-33.

27 giugno - “Dove vai?”

O SIGNORE, insegnami la tua via, guidami.

Salmo 27:11

 

Fammi conoscere la via da seguire, perché io elevo l’anima mia a te.

Salmo 143:8

 

“Dove vai?”

 

“Dove vai quando dormi camminando?...”. E’ il titolo di uno spettacolo del Quebec che ha riscosso un grande successo. E’ uno spettacolo notturno in cui ognuno cammina in una scena che porta al sogno e all’oblio della realtà.

Ma restiamo coi “piedi per terra”. Dove vado? Qual è il senso della mia vita? Questa domanda non si limita alla mia vita terrena. Infatti, la morte è una tappa, non la fine dell’esistenza. Allora, ho gli occhi aperti per vedere dove vado a finire, oppure dormo camminando? Posso restare nell’incertezza riguardo al luogo in cui andrò dopo la morte? Così non sia.

Tramite la Sua Parola, Dio ci avverte e dice: “È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27). E dice anche: “Preparati… a incontrare il tuo Dio” (Amos 4:12). Gesù è venuto sulla terra per illuminare i nostri pensieri e darci delle certezze riguardo al futuro. Egli dice: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).

La nostra esistenza futura si decide mentre siamo sulla terra: “la vita e il bene” per cielo, oppure “la morte e il male” per l’inferno, lontani da Dio. Ancora oggi, come anticamente al Suo popolo Israele, Dio dice a ciascuno di noi: “Scegli dunque la vita” (Deuteronomio 30:15, 19). E l’Evangelo afferma: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Non trascorriamo la vita con gli occhi chiusi; apriamoli bene per guardare verso Gesù, nostro Salvatore e nostra speranza.

giovedì 26 giugno 2025

Ascesa o decadenza?

“Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli...non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente” Genesi 2:4-7.

L'essere umano non è, come alcuni si compiacciono di immaginarlo, un essere partito dal basso dalla scala degli esseri viventi e che di progresso in progresso, nel corso di milioni di anni di evoluzione ascendente, prosegue la sua marcia trionfale andando di bene in meglio. E' proprio il contrario ad essere vero “Ma gli uomini...andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati” 2 Tim. 3:13. 

Perfettamente adatto al ruolo che il suo Creatore gli riservava come amministratore del suo meraviglioso universo, l'uomo ha incessantemente continuato a decadere e tutte le risorse della sua intelligenza non hanno potuto arrestare ne compensare il suo declino morale. E' così che ha continuato ad avanzare verso quegli abissi di violenza e immoralità che oggi vediamo.

Dio aveva creato un mondo meraviglioso e li in mezzo aveva posto un giardino. Potremmo dire : un giardino nel giardino. Niente lavoro, niente violenza e animali in pace fra loro e con l'uomo, ed è da qui che inizia la discesa del genere umano. E' questo il momento della disubbidienza e dell'allontanamento da Dio. Da lì in poi un cammino in discesa verso l'abisso. 

Il peccato è entrato nel mondo a causa dell'uomo e con esso la morte, la sofferenza: “Alla donna disse: ...con dolore partorirai figli...Ad Adamo disse: ... il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita” Genesi 3:16-17.

Il primo vagito del bambino che viene al mondo pone già il problema della sofferenza. Questa non ha bisogno di essere chiamata, ha libero accesso in questo mondo e non risparmia nessuno. Arriva quando non la si attende e s'infiltra nella nostra vita per ricordarci quanto siamo fragili. Spesso giunge dai dispiaceri che gli uomini si infliggono gli uni gli altri a causa delle loro ambizioni, della violenza e dell'orgoglio. La creazione, sulla quale l'uomo aveva un dominio è stata trascinata giù con lui e anch'essa soffre ed è in travaglio. “Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio” Romani 8:22. 

Il cammino inizia da un giardino dei giardini e si continua fra un mondo sempre più in rovina, pieno di sangue e violenza. Tutto questo, l'uomo, continua a chiamarlo “evoluzione”. Dio non ha smesso di cercare l'uomo, di chiamarlo. Desidera cambiare il suo cuore ricondurlo a se riportare luce, ordine in un cuore confuso e pieno di tenebre. 

Ascoltate l'appello di Dio, non fuggite ma accettate il Suo dono.

26 giugno - La fede in Cristo promette il benessere materiale?

Mandammo Timoteo… per confermarvi e confortarvi nella vostra fede, affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati.

1 Tessalonicesi 3:2, 3

 

Ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.

Galati 1:7

 

La fede in Cristo promette il benessere materiale?

 

Da qualche anno, in certi ambienti cristiani, si sente parlare dell’ “evangelo del benessere”. Secondo questo insegnamento, il cristiano non dovrebbe essere povero, né malato né perseguitato. Essere ricchi e in buona salute sarebbe la prova della benedizione divina e la testimonianza di una fede solida. Questo assurdo insegnamento si basa su testi biblici alterati o isolati dal loro contesto.

E’ quello che Paolo definisce “un altro vangelo. Che poi non c’è un altro vangelo” (Galati 1:6). In realtà, il vero, il solo Evangelo insegna la necessità della salvezza dell’uomo, per mezzo del pentimento e il perdono dei peccati grazie al sacrificio di Gesù Cristo, il Salvatore. Il benessere che gode chi sa di avere la vita eterna ed è in pace con Dio è un benessere spirituale, non materiale. La conoscenza di Dio come Padre, la comunione con Lui e la certezza delle Sue promesse, sono sorgente di gioia.

Se fosse vero che il cristiano dev’essere ricco e in buona salute, bisogna pensare che l’apostolo Paolo non fosse un cristiano! Basta leggere nella seconda lettera ai Corinzi (11:24-27) e vedremo che ha sperimentato tutto, salvo la prosperità materiale! È stato percosso, lapidato, ha fatto naufragio, è stato “in fatiche e in pene… nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità”. Se poi un cristiano è ricco, ringrazi il Signore e faccia ben attenzione a come usa le sue ricchezze, perché Dio gliene domanderà conto.

mercoledì 25 giugno 2025

Testimoni

“Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre! E voi siete gonfi, e non avete invece fatto cordoglio, perché colui che ha commesso quell'azione fosse tolto di mezzo a voi! ” 1 Corinzi 5:1-2.

Si diffonde sempre più la convinzione nella società moderna che si debba, per il bene comune, essere tolleranti e ognuno sia libero di esprimere la propria diversità di pensiero e di comportamento. 

Per evitare qualsiasi controversia poi esiste la sfera del privato dove pare che ognuno possa fare ciò che vuole. Per non parlare del matrimonio che ai giorni nostri è ritenuta dalla maggioranza una istituzione superata. Si pensa che sia meglio vivere insieme liberamente questo ci permetterà di non impegnarci troppo ma questo non è altro che la ricerca della felicità senza sforzo, senza responsabilità ne doveri verso il proprio partner.

Tutto ciò viene proposto come una nuova etica ma in realtà sono solo vecchie immoralità perché è così che la Bibbia le definisce.

E invece di essere una luce posta sopra un monte erano diventati un motivo di scandalo.

“Al punto che uno si tiene la moglie di suo padre!”. Pensate, una tale relazione era interdetta anche nel diritto romano. Perfino i pagani la condannavano ma, i Corinzi erano gonfi cioè si vantavano di essere delle menti aperte e invece di mostrare cordoglio ostentavano arroganza e probabilmente si sentivano orgogliosi della tolleranza dimostrata nel non disciplinare l'offensore. O forse erano più interessati al numero della chiesa che alla sua santità.

La vera gloria della chiesa cristiana non consiste nella conoscenza o nel numero dei presenti o della quantità dei doni, bensì nella purezza morale e nel cammino sempre più simile a quello del Signore. C'è sempre più bisogno di testimoni fedeli.

I Babilonesi avevano deportato da Gerusalemme un gran numero di giovani. La Scrittura inizia a parlare di loro in modo generico e impersonale; poi, improvvisamente, menziona nomi ed enumera persone. Dio desidera fare il tuo nome. Lo scopo di Dio, mettendo in evidenza i nomi di questi giovani, è farci conoscere che questi meritavano la sua approvazione. Sono giovani che avevano deciso di non contaminarsi con le vivande del re.

Supponiamo che Dio voglia fare un censimento: “Or fra questi c'erano...”; potrebbe menzionare il tuo nome e darti la sua approvazione per la tua fedeltà?

25 giugno - Dio non ha risparmiato il proprio Figlio

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Te ne stai lontano senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito!

Salmo 22:1

(Dio) non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti.

Romani 8:32

 

Dio non ha risparmiato il proprio Figlio

 

La vita di Gesù è stata caratterizzata dall’ubbidienza a Dio, Suo Padre. Gesù non ubbidiva per costrizione, ma per amore. Avvicinandosi alla croce, dice: “Affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato” (Giovanni 14:31). Ubbidendo alla volontà e al progetto di Dio, si lascia crocifiggere e sacrifica la Sua vita per uomini colpevoli. Così proclama davanti al mondo il Suo amore per il Padre e, nello stesso tempo, il Suo amore per noi. Egli è stato “ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:8). Nessun amore umano può essere paragonato all’amore del Padre per il Figlio, e del Figlio per il Padre.

È questo amore che ha condotto Gesù alla croce. La giustizia di Dio esigeva un riscatto per poter fare grazia a noi colpevoli, e Gesù si è caricato dei nostri peccati, è stato fatto “peccato per noi” (2 Corinzi 5:21). Dio stesso l’ha colpito. Come il profeta Isaia aveva preannunciato, “è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni… il SIGNORE ha fatto ricadere su di Lui l’iniquità di noi tutti” (Isaia 53:5-10).

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27:46). Con questo grido, in quelle ore di indicibile sofferenza, il Signore si rivolge a Dio che ama e al quale continua ad affidarsi. In quei momenti, il Dio santo, che non può tollerare il peccato, abbandona Suo Figlio che si è caricato dei nostri peccati!

Dio ci ha donato il Figlio Suo, e il Figlio ha dato Sé stesso. “Il Figlio di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20). “Dio è amore” (1 Giovanni 4:8).

martedì 24 giugno 2025

Barometro

“Poiché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. Quando infatti diranno: Pace e sicurezza, allora una subitanea rovina cadrà loro addosso, come le doglie di parto alla donna incinta e non scamperanno affatto” 1.Tessalonicesi 5:2-3.

In Florida un abitante della Costa aveva ordinato per corrispondenza un barometro. Ma quando lo ricevette, la sua delusione fu grande: l'ago puntava ostinatamente sulla posizione "Tempesta". Scosse energicamente il barometro, batté sul vetro, ma l'ago era sempre lì!

Arrabbiato, inviò immediatamente una lettera di reclamo al fornitore, poi partì per un viaggio di lavoro. Al suo ritorno c'era una sorpresa ad attenderlo: non c'era più il barometro, ma non c'era nemmeno più la sua casa.

Un ciclone era passato di lì! il barometro non era sregolato, ma diceva il vero e poi l'uomo avrebbe dovuto cogliere quell'avvertimento così serio.

Per ciò che riguarda il futuro del mondo, tutti devono sapere che Dio ha lasciato un barometro sicuro, la Bibbia. Di origine divina, è di altissima precisione, non si sregola mai e le sue indicazioni sono assolutamente affidabili.

L'Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, ci avverte che una terribile tempesta minaccia gli abitanti del mondo perché hanno messo Dio da parte e vivono senza preoccuparsi del loro Creatore della Sua parola, disprezzando il Salvatore che Egli ha donato.

Con immensa pazienza, DIO CI AVVERTE E LO FA PER AMORE.

Ma la Sua pazienza avrà una fine, e le terribili calamità preannunciate da quel libro si abbatteranno sugli "abitanti della terra" (Apocalisse 3:10).

Non ignoriamo gli avvertimenti del barometro divino! Prendiamoli molto seriamente, e senza tardare mettiamoci al riparo dell'opera compiuta da Cristo, il Salvatore. Perché chi crede in Lui è al sicuro, al riparo dal giudizio (Giovanni 3:18).

24 giugno - Anche i piccoli dispiaceri

Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.

1 Corinzi 13:11

 

Così parla il SIGNORE:… Come un uomo consolato da sua madre così io consolerò voi.

Isaia 66:12, 13

 

Anche i piccoli dispiaceri

 

Come la maggior parte dei bambini, il mio Arturo è affezionato ad una piccola coperta. Ne ha bisogno per addormentarsi e per tranquillizzarsi. È solo un pezzo di stoffa morbida, ormai lisa e sdrucita, ma per lui ha un grande valore. Questa sera, però, la copertina è introvabile! Arturo piange, è inconsolabile. Che fare? Dovrei forse rimproverarlo per questo suo dispiacere o cercare di fargli capire che quel pezzo di stoffa non ha nessun valore e che dovrebbe smettere di piangere e incominciare ragionare come un adulto? Certamente no. Io, che sono la sua mamma, cercherò di consolarlo e farò di tutto per ritrovare la sua preziosa copertina. Quando sarà più grande capirà, ma ora è troppo piccino, e per lui questa perdita è dolorosa.

Noi spesso ci rivolgiamo a Dio per le cose importanti, ma esitiamo a parlargli dei nostri piccoli dispiaceri. Non osiamo presentarglieli perché pensiamo che siano insignificanti e che Lui potrebbe rimproverarci per l’esagerata importanza che attribuiamo a quelle piccolezze. Certo, abbiamo bisogno di crescere nella fede per valutare le cose come Lui le valuta, ma ricordiamoci che abbiamo a che fare con il “Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione” (1 Corinzi 1:3). Egli non sottovaluta le nostre afflizioni giornaliere. Che per noi siano grandi o piccole, Lui le conosce.

Per Dio, tutto quello che gli confidiamo ha valore. Parliamogli dunque di tutto ciò che ci turba con la schiettezza e la fiducia di un bambino. 

lunedì 23 giugno 2025

Uno strano annuncio

“Voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi” 2 Cor. 8:9.


Che direste dinanzi ad un annuncio del genere: <Scambio superba villa, elegante, dotata di ampie terrazze, dodici camere, dotata di ogni comfort, piscina e parco attraversato da un abbondante corso d'acqua. Il terreno circostante, di proprietà, è coltivato con ogni tipo di albero da frutto. Contro prenderò tutte le vostre fatture da pagare, la vostra vita piena di paure, ansietà, vissuta in un ambiente insalubre e anche le vostre malattie>. “Erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato” Isaia 53:4.

Quale folle proposta! Vero a tal punto che l'Apostolo Paolo la definisce: “la pazzia della predicazione” 1 Cor.1:21. Eppure era questo il messaggio che questo apostolo recava da parte di Dio. “Noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia” ver. 23.

Chi rifiuterebbe un simile scambio? Eppure sono tanti a farlo. Il Figlio stesso, ha lasciato la gloria della sua casa, le sue ricchezze, la bellezza della quale era circondato per diventare un uomo solitario, povero, in una terra inquinata, vivendo in mezzo a uomini malati, litigiosi, ingrati e duri di cuore. Alcuni? No! Lo erano tutti.

Era proprio necessario? Sì! Perché questo era l'unico mezzo affinché le sue ricchezze fossero la parte di molti. “il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti” Rom. 5:15. Già, purtroppo non tutti gli uomini si approprieranno di una simile grazia.

“E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” Giov. 1:14. E' da questa pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto grazia sopra grazia. E questo è dovuto a: “Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva” 1 Pietro 1:3. Paolo afferma che questo avviene per la sua grande misericordia.

L'Apostolo afferma inoltre: “A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo” Efesini 3:8. 

Il ricco si è fatto povero. Il Re si è fatto servo. Il Santo ha rivestito le vesti di un uomo. 

Non siamo solo giunti in contatto con delle ricchezze, ma con delle ricchezze insondabili. Una grande misericordia. Siamo stati ricoperti da una grazia piena.

“Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen” Efesini 3:20-21.

23 giugno - È meglio soffrire per la giustizia

È meglio che soffriate per aver fatto il bene, se tale è la volontà di Dio, che per aver fatto il male.

1 Pietro 3:17

Vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in Lui, ma anche di soffrire per lui.

Filippesi 1:29

 

È meglio soffrire per la giustizia

 

Nei suoi pezzi teatrali, il drammaturgo e scrittore francese Pierre Corneille (1606-1684) pone i suoi personaggi davanti a delle scelte impossibili e dolorose; scelte fra due valori ugualmente lodevoli, come, ad esempio, il dovere e l’amore. Nella vita siamo posti di fronte a molteplici scelte. Noi le compiamo in funzione delle nostre priorità, che possono essere diverse da persona a persona. Per qualcuno sarà la famiglia, per altri gli studi o la carriera o il piacere o i viaggi… Spesso facciamo la scelta che non ci fa scostare dalle nostre previsioni, o quella più facile. Dio ci insegna a non imitare mai quelli che agiscono disonestamente e senza sincerità, ma ad andare contro corrente senza temere le difficoltà o i pregiudizi che potremmo incontrare. La Bibbia dice: “È meglio che soffriate per aver fatto il bene… che per aver fatto il male” (1 Pietro 3:17).

Io mi impegno a fare il bene, nonostante gli intoppi che questo modo di agire può procurarmi. A volte devo affrontare sul lavoro delle situazioni delicate come quando mi è stato chiesto di dare una risposta falsa pur di concludere un contratto. Mi sono rifiutato di ubbidire e ho contrariato il mio titolare, ma ho “fatto il bene” secondo la volontà di Dio. Perché è prima di tutto davanti a Lui che sono responsabile!

Nel campo spirituale è la Verità che dobbiamo scegliere. Se non crediamo alla Verità crediamo alla menzogna. Ma la Verità, bisogna crederla, non soltanto conoscerla. Se so che Gesù è morto per liberarmi dai miei peccati, devo crederlo fermamente e testimoniarlo. Potrò incontrare opposizione e sofferenza… ma Dio mi dice che è meglio così!

domenica 22 giugno 2025

22 giugno - La scoperta di un tesoro

Gioisco della tua parola come chi trova un grande bottino.

Salmo 119:162

(Gesù disse:) “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me”.

Giovanni 5:39

 

La scoperta di un tesoro

 

Nel novembre 2011 furono intrapresi dei lavori di ristrutturazione di un edificio destinato a diventare un museo: “La casa delle luci” a Langres, nel nord-est della Francia. Sotto una trave tarlata, un operaio scorse, all’interno di una nicchia, un sacco di tela contenente circa duemila monete d’oro e d’argento; un autentico tesoro!

Dove si trova la Bibbia nelle nostre case? A portata di mano, oppure dimenticata in uno scaffale? Questo libro ci parla di un dono di Dio, ci mette a disposizione un “tesoro”: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Questo Figlio unico è Gesù Cristo, che ha accettato di diventare uomo per dare la Sua vita come “prezzo di riscatto” per quelli che si pentono dei loro peccati. Si può comprendere quanto Egli diventi prezioso per quelli che sono stati perdonati e salvati da una perdizione eterna.

Tutta la Bibbia ci rivela questo tesoro che è la persona di Gesù. Leggendola, impariamo a conoscere il cuore di Dio, pieno d’amore e di compassione, il Dio di luce che illumina la nostra vita, fortifica la nostra fede, ci sostiene nelle situazioni difficili. Le molteplici promesse che il credente trova nella Parola di Dio sono ben più di “migliaia di monete d’oro e d’argento” (Salmo 119:72) per una vita di fede. Le ricchezze di questo mondo possono sparire all’improvviso. Gesù e Dio non cambiano. Sia Egli davvero il tesoro del nostro cuore.

 

sabato 21 giugno 2025

Ritrarsi

“Ecco la parola che il SIGNORE pronunciò riguardo a Babilonia...Annunciatelo fra le nazioni, proclamatelo, issate una bandiera, proclamatelo, non tenetelo nascosto!...Le sue immagini sono coperte di vergogna; i suoi idoli, infranti!" Geremia 50:1-3.

Babilonia è sempre stata la culla della mondanità e della corruzione e molte espressioni di questo capitolo sono riprese nell'Apocalisse a proposito della Babilonia futura. Questa rappresenta, non più una città, ma un vasto sistema religioso corrotto contraffazione della chiesa di Cristo. In mezzo ad una simile corruzione e mondanità risuona l'appello di Dio:

“Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio” Apocalisse 18:4. 

Un ordine simile è rivolto oggi dal Signore a tutti i suoi che si trovano in ambienti simili. Nelle chiese locali forse non si è vegliato a sufficienza e in mezzo ad esse si possono trovare membri che sono solo dei “praticanti occasionali” o degli increduli. La vita spirituale è a un livello talmente basso da rendere sovente difficile la distinzione tra un vero e un falso credente. Nel nostro paese la cristianità è una massa eterogenea dove si può trovare di tutto e la confusione è devastante.

La differenza fra il credente che ha la vita e colui che lo è solo esteriormente è che il primo può ritrarsi dal male per il secondo è impossibile.

“Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: Il Signore conosce quelli che sono suoi, e si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore”  Timoteo 2:19. 

Il solido fondamento riamane fermo, l'accento è posto sul carattere immobile del solido fondamento di Dio anche di fronte alle deviazioni dei falsi profeti e alla mondanità della professione cristiana. “Il Signore conosce quelli che sono suoi”.

Ma vi è un ordine da parte di Dio, un ordine ad uscire. La responsabilità della separazione dall'iniquità è prima di tutto una responsabilità individuale e “Si ritragga dall'iniquità” implica la capacità di poterlo fare. Ogni vero credente ne ha la capacità. Quello che ci è richiesto è la volontà di farlo. Teniamo presente che nominare il nome del Signore implica l'identificazione con Lui, con ciò che Dio è, e chi nomina il nome del Signore non può stare in mezzo all'iniquità.

21 giugno - Conosci Gesù?

(Gesù disse:) “Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in Lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Giovanni 6:40

 

Conosci Gesù?

 

Chi è quel “Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti”? (1 Timoteo 2:5, 6). Ecco cosa è detto di Lui nel Nuovo Testamento.

- E’ “Dio benedetto in eterno” (Romani 9:5). “E’ l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in Lui sono state create tutte le cose” (Colossesi 1:15, 16).

- E’ sceso dal cielo ed è venuto in terra. “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato” (Giovanni 6:38).

- E’ vissuto senza peccato. “Non ha conosciuto peccato” (2 Corinzi 5:21). “Non commise peccato” (1 Pietro 2:22). “In Lui non c’è peccato” (1 Giovanni 3:5).

- E’ morto per togliere il peccato. “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29).

- E’ risuscitato dai morti. “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli” (Apocalisse 1:18).

- E’ tornato in cielo. “Mentre essi guardavano fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi” (Atti 1:9).

- E’ “alla destra di Dio e anche intercede per noi” (Romani 8:34).

- Ha detto che ritornerà. “Io vado a prepararvi un luogo… tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:2, 3).

- Sarà il Giudice supremo. Dio “ha affidato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre” (Giovanni 5:22, 23).