Che farò dunque di Gesù detto Cristo?
Matteo
27:22
Che farò
di Gesù?
Giovanni 18:33-38
Nel 1961, è stato ritrovato, nel teatro
romano di Cesarea Marittima, un basamento che riportava il nome di Tiberio e
Ponzio Pilato. Ora si trova a Gerusalemme e vi si può leggere:
TIBERIEUM… (Tiberio)
[PONT]IUS PILATUS… (Ponzio Pilato)
[PRAEF]ECTUS IUDA… (Governatore della
Giudea).
L’esistenza di Pilato non è dunque
attestata esclusivamente dalla Bibbia. D’altronde, Giuseppe Flavio e Tacito ne
parlano come di una persona crudele e cinica.
Pilato è stato governatore della Giudea
dall’anno 26 al 36. Fu lui a condannare a morte Gesù. Tuttavia, sapeva bene che
Gesù era innocente e che gli era stato consegnato per gelosia (Marco 15:10). Ma
ha avuto paura della folla, paura anche di perdere il posto. Così ha preferito
mettere a tacere la sua coscienza e condannare a morte un innocente.
Noi non ci troviamo nella posizione di
Pilato, ma dobbiamo tutti rispondere
alla domanda che egli ha posto: “Che
farò dunque di Gesù?” Non si tratta di una domanda d’importanza secondaria;
è la questione essenziale per ogni uomo, per tutti voi e per me. Perché Gesù
non è soltanto un saggio, ma è colui che era stato annunciato nell’Antico
Testamento, e che doveva venire per salvare gli uomini. Egli è il Figlio di
Dio.
“Che farò di Gesù?” In fondo non ci sono
che due risposte possibili: o, come Pilato, eludere la domanda, e finire col
rifiutarlo, o riceverlo e affidarsi a
lui. Allora cambia il senso della vita, per il presente e per l’eternità.