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mercoledì 27 settembre 2023

Cose nuove e cose vecchie - Da una generazione all'altra

Se nel campo tecnico ogni generazione fosse costretta a ripartire da zero, dovremmo ancora inventare la ruota. Il progresso non può essere realizzato che sulla base delle acquisizioni del passato. E se, d'altra parte, la generazione dei più anziani rifiutasse ostinatamente di adattarsi a nuovi metodi, ogni miglioramento sarebbe votato al fallimento. Questo si applica tanto al campo spirituale che alle cose materiali.


Esempi biblici

Dio si è rivelato all'uomo in modo progressivo, e le conoscenze date all'umanità delle prime ere sono servite di base alle rivelazioni successive.

Due pericoli opposti, rivelati dalla Parola, minacciano l'armonia fra le generazioni:

– elevare la tradizione al livello di verità assolute

– non tener conto dell'esperienza degli anziani.

Bildad, uno degli amici di Giobbe, basa i suoi argomenti sulla tradizione dei suoi padri, non potendo concepire qualcosa di nuovo, in questo caso che Dio colpisca un uomo giusto: “Interroga, ti prego, la generazione precedente, e sii attento alle ricerche dei loro padri”, egli dice (Giobbe 8:8). Per finire, Dio disapprova i suoi discorsi. Il re Roboamo, invece, si distoglie dal consiglio degli anziani; non ne tiene conto, dà retta ai giovani, e il suo regno va in rovina (1 Re 12: 6-17).


Esempi nella creazione

Anche nella natura questo duplice pericolo è dimostrato. Parecchie specie di animali sono scomparse dalla terra e altre si vanno estinguendo perché non riescono ad adattarsi alle nuove condizioni createsi per i cambiamenti climatici. E quando l'erosione, o qualche cataclisma, ha distrutto i sedimenti delle età precedenti, è molto difficile reintrodurre un ciclo naturale, sia vegetale, sia animale.


Equilibrio nell'insegnamento delle Scritture

Nell'insegnamento di Paolo a Timoteo c'è un sano equilibrio, garante di un vero progresso spirituale: «Considera quel che dico; poiché il Signore ti darà dell'intelligenza in ogni cosa» (2 Timoteo 2:7). In seguito, raccomandandogli di perseverare nelle cose imparate, Paolo dice che le Sacre Scritture possono rendere savi a salvezza, e che sono date per insegnare, riprendere, correggere, educare, quindi per fare dei progressi (2 Timoteo 3: 14-17).

In conclusione alla serie delle sette parabole del capitolo 13 dell'Evangelo secondo Matteo, il Signore dice: «Ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile ad un padrone di casa il quale trae fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie» (Matteo 13:52). I tesori che scopriamo nei testi dell'Antico Testamento ci invogliano a ricercare nel Nuovo Testamento le ricchezze supplementari che esso contiene. Allo stesso modo, la bellezza del contenuto del Nuovo Testamento ci porta a considerare gli insegnamenti dell'Antico sui quali il Nuovo si basa. Nel nostro studio personale della Parola di Dio, le scoperte che facciamo ci stimolano e ci spingono ad informarci di ciò che altri hanno detto prima di noi; così pure, leggendo gli scritti dei credenti di un tempo saremo stimolati a ricercare noi stessi i tesori che questa Parola rinchiude.

L'umiltà di fronte alla Parola di Dio non deve mai mancare; ma non dev'essere una scusa per giustificare la pigrizia; riposarsi sulle acquisizioni dei credenti del passato è un pericolo, come lo è il disprezzarli. Ricordiamoci con riconoscenza le verità comunicata ai credenti del passato, ma non manchiamo mai di farne un'applicazione pratica per noi nelle condizioni in cui ci troviamo oggi.


Nelle famiglie e nella società

L'ambiente che condiziona la vita della società attuale, specialmente nelle città, è poco propizio al contatto fra le generazioni. Senza auspicare un ritorno alle condizioni di vita dei nostri antenati, deploriamo tuttavia la distanza che si è venuta a creare fra i giovani e gli anziani. Quando la terza generazione affianca la prima, dove questo è ancora possibile, c'è sempre un beneficio per tutti. Il gioioso dinamismo della gioventù è uno stimolante benefico per gli anziani, come la loro serenità e la loro ponderazione serviranno a mantenere in una giusta misura l'esuberanza dei giovani. Beato il radunamento in cui regna l'armonia fra le generazioni, e in cui ognuno sa trarre profitto di ciò che il Signore ha dato all'altro!


Un comandamento nuovo

Prima di lasciarli, il Signore disse ai suoi discepoli: «Io vi dò un nuovo comandamento, che vi amiate gli uni gli altri» (Giovanni 13:34). Lo ripete ancora al capitolo 15, v. 12 e17, sostenendo le sue parole con questa dichiarazione: «Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi, dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti dimorerete nel mio amore, come anch'io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore» (v. 9-10). Ecco dunque la chiave che rende possibile l'ubbidienza ad un tale comandamento. Da noi stessi, ne saremmo capaci? No, esattamente come quel dottore della legge il quale, di fronte al comandamento «ama il tuo prossimo come te stesso», deve cercare di giustificarsi chiedendo a Gesù: «Chi è il mio prossimo?» (Luca 10:27-29).


Un comandamento vecchio

L'apostolo Giovanni, a più riprese, ripete questa parola parola del Signore. Egli utilizza tuttavia un'espressione un po' enigmatica quando dice: «Diletti, non è un nuovo comandamento che vi scrivo, ma un comandamento vecchio, che aveste dal principio: il comandamento vecchio è la Parola che avete udita. E però è un comandamento nuovo ch'io vi scrivo; il che è vero in Lui ed in voi » (1 Giovanni 2:7-8). È certamente lo stesso comandamento, ma è vecchio, poiché già dato dal Signore nel corso del suo ministerio. Ma è anche nuovo, perché ora la vita di Cristo nel credente rende questo principio d'amore vero in noi come lo è in Lui. Il cuore del riscattato non diventa una sorgente di amore, ma è un vaso nel quale l'amore di Dio è versato in modo continuo «dallo Spirito Santo che ci è stato dato» (Romani 5:5).

Non si può forse dire che tutto ciò che è di Dio è sempre nuovo? Se l'amore di Dio è rinnovato nei nostri cuori, noi ne apprezzeremo la freschezza come il giorno della nostra conversione. Per essersi allontanata dalla sorgente, la chiesa di Efeso dev'essere ripresa dal Signore: «Io ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore» (Apocalisse 2:4). Rimaniamo dunque nella prossimità del nostro Salvatore e così le cose date nel tempo passato conserveranno il loro sapore mentre scopriremo noi stessi delle ricchezze sempre rinnovate.