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domenica 16 novembre 2014

Agitarsi al di sopra degli altri - Giudici 9:22/57

Questi versetti sono la triste conclusione del desiderio di Abimelec di voler regnare ad ogni costo sui suoi fratelli. La violenza ha generato altra violenza finché non sopraggiunge il giusto giudizio di Dio che rimarrà nella memoria di Israele per molto tempo: Joab ne fa allusione ai tempi di Davide (2 Sa 11:21).

Questo racconto, di cui ci vengono relazionati molti dettagli, conferma nell’insieme, la dichiarazione di Isaia a proposito di tali uomini: “i loro piedi corrono al male, essi si affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri sono pensieri iniqui la desolazione e la rovina sono sulla loro strada” (Is 59:7 citato anche da Paolo in Ro 3:15/16).

Ø  Ieri come oggi
È forse cambiato qualcosa oggi nel mondo? assolutamente no! La politica dell’uomo resta dominata dalla violenza, dalla menzogna, dall’agitazione incessante. “Mi agiterò al disopra degli altri?”, aveva chiesto Iotam al popolo attraverso una parabola molto eloquente (9:9, 11, 13). Egli avrebbe potuto schierarsi conto Abimelec e vendicare i suoi fratelli assassinati, ma si guarda bene dal farlo. Lontano dai tumulti e dagli intrighi egli è a Beer (9:21) ed attende tranquillamente la liberazione dell’Eterno. Egli si rifugia nello stesso luogo in cui Israele, alla fine della traversata del deserto si era ristorato con l’acqua di un pozzo ed aveva potuto cantare un bel canto di gioia e di riconoscenza (Nu 21:16).

Ø   Guerra al nemico o guerra fratricida?
Ai tempi di Gedeone gli Israeliti avevano visto i Madianiti uccidersi fra loro (7:22), una generazione non era ancora del tutto passata che Abimelec e gli uomini di Sichem lavorano a distruggersi reciprocamente. Essi sono, l’uno per l’altro, un “fuoco divorante” (9:20). Si realizza, così, ciò che Iotam aveva predetto, ed allo stesso tempo si compie la Parola sempre vera nella storia dell’uomo: “quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Ga 6:7) e le parole stesse del Signore: “tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada” (Mt 26:52).

L’ammonimento che possiamo trarre da questa storia è solenne. Paolo direbbe: “ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri” (Ga 5:15).


D.C.