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sabato 12 novembre 2022

Per chi è il cielo?

Molte persone hanno un'idea del tutto personale della giustizia di Dio. Per loro è una specie di antropometro che è uno strumento usato per misurare la statura. Nella sua forma più semplice è un'asta graduata con uno scorrevole: all'asta si fa appoggiare il soggetto in esame diritto in piedi e si abbassa lo scorrevole fino a che questo tocchi la sommità del capo. Se uno ha la sfortuna di non raggiungere la misura stabilita, eccolo perduto, per sempre! La sua sorte viene misurata in centimetri. Per tali persone la salvezza eterna si compone di molte buone opere, completate con un pizzico di grazia e si compiacciono di immaginare un cielo ripieno di brave persone che hanno raggiunto il minimo richiesto dal “buon Dio”, mentre l'inferno è riservato evidentemente ai peccatori incalliti.

Quando il profeta Isaia è posto dinanzi a Dio, lui che aveva potuto nutrire fino allora una buona opinione di se stesso, è costretto a gridare: “Guai a me, sono perduto!” Isaia 6:5.

Quando Mosè si trovò alla presenza di Dio si nascose la faccia, perché aveva paura di alzare lo sguardo verso Dio (Esodo 3:6). Quando Giobbe si trovò ad ascoltare le Sue parole, ebbe orrore di se stesso e si pentì “nella polvere e nella cenere” Giobbe 42:6.

Ma eccolo il grande messaggio: La piena grazia di Dio è riservata proprio a coloro che si riconoscono peccatori perduti, senza speranza e sotto lo sguardo di un Dio Santo ed è solo per loro che il cielo è aperto. Il Signore Gesù diceva che non era venuto a chiamare dei “giusti” ma dei peccatori (Luca 5:32).

Di quale giustizia poteva avvalersi il ladrone sulla croce a cui il Signore promise il paradiso in quello stesso giorno? La Bibbia afferma: “Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi a Dio” 1 Pietro 3:18.

Non è questa una buona notizia? Venite a Cristo così come siete e fatelo oggi stesso.