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GIUDICI 3:7/31
G La condizione del popolo.
La condizione del popolo
è descritta con pochi tratti significativi: coabita con altri popoli pagani che
avrebbero dovuto essere distrutti (3:5), si unisce ad essi tramite matrimoni
misti (3:6), fa ciò che è male agli occhi dell’Eterno (7), finendo per
dimenticarLo (7) e, inevitabilmente, inizia a servire gli idoli (7).
L’idolatria è solo
l’ultimo dei gradini, la conseguenza inevitabile di errori precedenti ed il
risultato è: “l’ira dell’Eterno si
accende contro Israele” (8), poiché “l’Eterno
riprende colui che Egli ama” (Proverbi 3:12).
G La risorsa.
Se Dio permette che dei
nemici opprimano il Suo popolo lo fa con uno scopo ben preciso: quello di
risvegliare le coscienze affinché si penta del male e torni a Lui. Non devono
stupirci gli strumenti usati, perché, quali essi siano, sono nella Sua mano e
non andranno oltre la misura che Lui stesso permetterà.
Ci basti sapere che sono il Suo bastone e la Sua verga
(Salmo 23:4).
Quando la nostra
coscienza è risvegliata che cosa si deve fare? Dove trovare la forza per
risollevarsi? Ci diciamo spesso che abbiamo bisogno di “risvegli” e discutiamo
molto sui mezzi che potremmo impiegare a questo scopo, ma ne esiste uno solo:
occorre realizzare la nostra miseria e “gridare
a Lui” (9, 15).
Il Signore attende solo
che i Suoi siano nella condizione necessaria per operare la liberazione e dare
vittoria e tranquillità.
G Gli strumenti usati.
Quando il popolo gridava
sotto l’oppressione del nemico Dio suscitava un giudice che combatteva e
liberava Israele. Molti particolari della loro personalità ci mostrano i
caratteri della debolezza umana: essere figli minori di una famiglia,
appartenere a tribù poco numerose, l’essere mancini, usare armi di poco conto.
Tutto questo evidenzia
cosa può essere un uomo fedele nelle mani di Dio. Non importa ciò che egli è,
ma ciò che Dio fa di Lui.
Cari amici
credenti, mettiamoci nelle Sue mani per essere strumenti usati da Lui allo
scopo di risvegliare il popolo di Dio
§ - Otniel
– al
capitolo 1:12715 abbiamo la sua storia privata e famigliare (1:12/15). Questa
formazione personale gli permetterà di essere anche un personaggio pubblico.
Non possiamo pensare di servire il Signore nelle grandi cose se prima non ci
siamo formati personalmente e nella nostra famiglia (cfr. 1 Timoteo 3:4/5 – 12/13 –
4:12/15). Egli è un uomo risoluto che
combatte e non lascia spazio al
nemico (10). Il risultato non può essere che la vittoria e la pace.
§ - Eud – il testo ci riporta la sua astuta vittoria su
Eglon ma vale la pena soffermarsi su alcuni dettagli: è della tribù di
Beniamino (la più piccola), suo padre porta il nome della più piccola unità di
peso (la ghera gr. 0,82), è mancino (lett. legato
nella mano destra), come arma usa una spada lunga solo cm. 55. Tutto di lui
ci parla delle piccole cose rese grandi da Dio (1 Corinzi 12:10).
§ - Samgar
– i
tempi di questo giudice sono descritti in 5:6 a 8.