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martedì 27 maggio 2025

Naufragare

Il secolo che stiamo vivendo è un epoca di dubbi nel quale la gente si dibatte nei pantani dell'incertezza ed è sottoposta a continui cambiamenti. Non vi è stabilità sia nella famiglia che nella società. Anche le chiese cristiane sono sottoposte a forti venti. Venti di cambiamento, venti di innovazione che rischiano di minarne la stabilità.

“Ti affido questo incarico, Timoteo, figlio mio, in armonia con le profezie che sono state in precedenza fatte a tuo riguardo, perché tu combatta in virtù di esse la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunciato, e così, hanno fatto naufragio quanto alla fede. Tra questi sono Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a Satana affinché imparino a non bestemmiare”  1 Timoteo 1:18-20.

Imeneo e Alessandro avevano rinunciato a conservare la fede e una buona coscienza e per questo avevano fatto naufragio. Insegnanti di false dottrine, oppositori dell'insegnamento apostolico e portavano avanti degli insegnamenti tanto al di fuori del cristianesimo da essere considerati bestemmie. Dobbiamo ben stare attenti alla rotta che stiamo tenendo, perché potremmo finire per andare a metterci in situazioni pericolose e fare naufragio.

Abbiamo sicuramente una idea di cosa sia un naufragio. L'esempio della Costa Concordia dovrebbe averci insegnato qualcosa. Vorrei che riflettessimo sulle cause e sulle conseguenze di un naufragio.

Prima di iniziare, premetto, che non potremmo mai dare la colpa al fatto che non eravamo in possesso di una imbarcazione adeguata alle condizioni del mare, perché riguardo a questo abbiamo una rassicurazione da parte di Dio. “Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare” 1 Corinzi 10:13.

Quindi rimane:

Essere completamente fuori rotta. L'errore sta nel fatto che non abbiamo consultato attentamente le carte di navigazione in nostro possesso.

Un'evidente fiducia nelle proprie capacità. Spesso le risposte sono: “Non ti preoccupare so quello che faccio” o “Non sono mica stupido, so badare a me stesso”. Ma gli effetti sono tragici.

L'aver impostato una rotta con l'eccessiva vicinanza a zone altamente rischiose. Le cattive compagnie potrebbero essere una di queste.

Navigare “a vista” ignorando gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione e le continue spie accese che continuano a lampeggiare emettendo segnali di pericolo.

“Una buona coscienza”. Un buon marinaio, sa bene che il mare è pericoloso e deve stare ben attento nello svolgere al meglio il suo compito. Non può venire meno al suo compito di marinaio. Se smettesse di lavorare in gruppo o cessasse di eseguire  ciò che gli viene ordinato di fare, verrebbe meno al suo ruolo di marinaio.

I credenti possono fare naufragio, riguardo al loro cammino e alla loro testimonianza cristiana. Hanno intrapreso il viaggio su di una splendida nave, ben attrezzata, ma, durante la navigazione non hanno mantenuto desta la loro coscienza commettendo tutta una serie di errori.

Le conseguenze?

Nel migliore dei casi, perdita del carico, nel peggiore, perdita di vite umane. Comporta comunque una distruzione di qualcosa.

Sarà difficile rimettere la nave in assetto ancora navigabile. Potrebbe essere non più possibile.

Prevede una perdita e richiede l'intervento di terzi, i soccorritori che dovranno lavorare e impiegare il loro tempo nel tentativo di recuperare il recuperabile.

Lo spettacolo del naufragio sarà visibile a tutti. Chi lo vedrà forse riderà divertito mettendo sicuramente in dubbio la qualità della nave e dell'armatore.