“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” Romani 12:1-2.
Presentare i vostri corpi in sacrificio vivente.
A differenza delle offerte dell’Antico Testamento nelle quali Dio accettava i sacrifici di animali morti, adesso, dopo l'offerta che il Signore ha fatto di se stesso “una volta e per sempre” Dio desidera che il nostro “sacrificio” sia “vivente”. I nostri corpi: le mani, la bocca, i piedi, gli orecchi, fanno parte di questo offerta fatta a Dio.
“Conformarsi”. Questo verbo fa riferimento a una manifestazione esteriore che non riflette la realtà interiore, ovvero il nostro comportamento, invece di riflettere la nostra fede, si adegua al modo di agire di chi non crede, quindi, occorre una “trasformazione”, termine che sta indicare un cambiamento, una mutazione. Queste due parti devono essere allineate.
La nostra mente deve essere “rinnovata” e ciò può avvenire solo laddove lo Spirito Santo sia libero di agire e modellare il nostro modo di pensare.
Se non c'è questo rinnovamento potremmo rimanere “fermi”, privi di crescita spirituale e di risultati nella nostra vita.
Questo “infantilismo” è molto comune in quei credenti che si sono conformati a questo mondo, credenti che benché abbiamo superato i venti o i trent'anni non è possibile parlare loro come vorremmo perché non vi è maturità spirituale in loro. Il mondo esercita ancora una forte attrazione sui loro cuori.
Quando si è circondati da tanti oggetti che attirano gli sguardi, è difficile essere occupati e attirati dalle cose invisibili e fissare su di esse lo sguardo della fede.
“abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” 2 Cor. 4:18.
Diversi anni fa, in certe isole dell'oceano indiano venivano usate delle piccole conchiglie come moneta di scambio. Se avevano corso tra la gente di quei luoghi tuttavia erano senza valore nei nostri paesi. Chissà quanti occidentali avranno riso di fronte ad una simile usanza, alla follia di una moneta simile. Conchiglie?
Allo stesso modo le cose di questo mondo possono essere apprezzate tra i cittadini di questo luogo ma nessuna di esse ha nessun valore per il cielo. Non possiamo vivere accumulando “conchiglie”. La cosa avrebbe senso se tutta la nostra vita la dovessimo vivere lì ma non è così. Faremo ritorno in patria e quando vi giungeremo esse non avranno più alcun valore.
Non conformandoci con questo mondo, non siamo di qua ricerchiamo invece le cose di lassù.
“Poiché sono i pagani che ricercano tutte queste cose...Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” Matteo 6:32-33.