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giovedì 30 ottobre 2025

30 ottobre - Perché la morte?

Non c’è uomo… che abbia potere sul giorno della morte.

Ecclesiaste 8:8

 

Egli… cambia in aurora l’ombra di morte…: il suo nome è il SIGNORE.

Amos 5:8

 

Perché la morte?

 

“La morte della morte”: è il titolo shock di un libro pubblicato qualche anno fa, il quale annuncia che le scoperte scientifiche potrebbero ben presto raddoppiare le aspettative di vita. Dobbiamo riconoscere che la misericordia e la pazienza di Dio hanno già permesso, attraverso il progresso della medicina, la guarigione di malattie in altri tempi mortali. Ma annullare la morte non è in potere dell’uomo. La vita degradata dalla vecchiaia diventa perfino un peso. La morte è inevitabile. Dio ha detto: “È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27).

Fin dalle prime pagine della Bibbia, Dio annuncia ad Adamo che disubbidire al Suo comandamento porta alla morte (Genesi 2:17). Quando il peccato è stato commesso, la sentenza è stata confermata: “Sei polvere e in polvere ritornerai” (Genesi 3:19). Così, “per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e la morte è passata su tutti gli uomini” (Romani 5:12).

Ma la Bibbia non ci lascia senza risposta di fronte a questa fine ineluttabile. Essa ci rivela l’amore di Dio che vuole la felicità eterna dell’uomo. Gesù Cristo è Dio, “manifestato in carne”. La Sua risurrezione dai morti ne è la prova. E ora dice a tutti: “Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in Lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” (Giovanni 6:40).

mercoledì 29 ottobre 2025

29 ottobre - L’agnello di Dio

Siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri… con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della fondazione del mondo, Egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; per mezzo di Lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria.

1 Pietro 1:18-21

 

L’agnello di Dio

 

Che perfezione riscontriamo nella persona di Gesù, l’Agnello preordinato da Dio per il sacrificio! In Lui non c’è soltanto assenza di difetti, di macchie, di peccato, ma vi è pienezza di sapienza, di misericordia e di amore. Dalla Sua bocca sono uscite soltanto parole di grazia e di verità.

Eppure, il profeta Isaia dice che questo Agnello, unico nella Sua perfezione assoluta, è stato condotto allo scannatoio e non ha aperto la bocca! Così ha fatto il Signore Gesù: si è lasciato prendere, legare, insultare, picchiare; gli hanno sputato in viso, gli hanno messo sul capo una corona di spine e l’hanno trascinato davanti a dei giudici iniqui… Poi, gli hanno forato le mani e i piedi. Quale potenza è stata necessaria per sopportare tutto questo senza opporre resistenza, senza aprire la bocca! È la potenza del Suo amore e della Sua dedizione, la potenza della Sua ubbidienza alla volontà del Padre.

L’uomo l’ha inchiodato su una croce, il Giusto è stato messo al rango dei malfattori! E poi, durante le tre ore di tenebre, ha dovuto portare il peso schiacciante delle nostre iniquità, dei nostri crimini, dei nostri peccati. L’Agnello senza difetto né macchia è stato fatto peccato per noi!

Alla fine di quei momenti terribili, Gesù ha detto: “È compiuto”, ha chinato il capo ed è spirato. Ma la tomba nella quale era stato posto non ha potuto trattenerlo; Egli ne è uscito vittorioso ed è stato elevato in cielo. Da allora, siede alla destra di Dio nella gloria, e intercede per noi.

martedì 28 ottobre 2025

28 ottobre - La famiglia del credente

Il SIGNORE disse a Noè: “Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ho visto che sei giusto davanti a me, in questa generazione”.

Genesi 7:1

 

Si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio.

Atti 16:34

 

La famiglia del credente

 

È volontà di Dio che tutti i famigliari di un credente siano salvati. Tutta la famiglia di Noè aveva il suo posto nell’arca, perché lui era “giusto” e obbediva a Dio. Tuttavia, ognuno dei suoi figli ha dovuto credere che l’arca li avrebbe salvati e accettare l’invito ad entrarvi. Per ordine di Dio stesso, cercarono rifugio proprio lì, e “furono salvati attraverso l’acqua” (1 Pietro 3:20), mentre gli abitanti del mondo di quell’epoca subirono il giudizio a causa della loro condotta malvagia.

Cosa sarebbe successo ai figli di Noè se per disubbidienza, indifferenza o incredulità fossero rimasti fuori dall’arca che doveva salvarli dal castigo di Dio? Ancora oggi, Dio vorrebbe che nelle famiglie dei credenti tutti partecipassero alla benedizione dei genitori.

Secoli dopo Noè, l’apostolo Paolo ha detto al direttore della prigione di Filippi: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia” (Atti 16:31). La Parola del Signore è stata predicata a tutti. Tutti erano felici di credere in Dio. Ognuno ha compreso e accettato la Sua grazia che perdona e salva.

Esitare a ricevere il messaggio della grazia che ogni giorno ci chiama è mettersi in una situazione molto pericolosa che può portare a rifiutare definitivamente la fede. Avere dei genitori credenti è un grande favore, ma di per sé non salva. La fede è personale. Ognuno dovrà rendere conto di se stesso. Non dimentichiamo che un giorno la porta del cielo, come quella dell’arca di Noè, sarà irrimediabilmente chiusa.

Cari lettori, fate questo passo oggi stesso. Il Signore vi chiama. È vostra responsabilità credere.

lunedì 27 ottobre 2025

27 ottobre - Felicità vicino a Dio

Beato l’uomo… il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione.

 

Salmo 1:1-3

 

Felicità vicino a Dio

 

Il libro dei Salmi è una raccolta di preghiere e di lodi. È stato nominato “il cuore della Bibbia” perché contiene l’espressione di tanti sentimenti e ricorda le esperienze felici e tristi dei credenti che hanno composto quei poemi.

La prima parola di questo Libro è un’esclamazione di gioia e una promessa: “Beato l’uomo…”. È come se Dio volesse dirci che esiste una beatitudine vera, semplice, profonda, duratura, che può essere gustata anche nelle avversità e nelle prove.

Questa gioia e questa felicità sono descritte qui in relazione con le normali azioni quotidiane: camminare, fermarsi, sedersi, trovare piacere in ciò che Dio ha detto… Questo primo Salmo ci invita ad interrogarci: quali pensieri occupano la nostra mente, quali principi regolano i nostri comportamenti? In chi e in che cosa troviamo la nostra gioia?

L’accento è messo sull’amore per la Parola di Dio e sulla meditazione di essa. La felicità presume una relazione con Dio, e questa la realizziamo quando preghiamo e lo ascoltiamo; Egli ci parla quando leggiamo e meditiamo la Bibbia. Meditare significa dedicare del tempo alla lettura, rileggere il testo, riflettere alle sue implicazioni pratiche, lasciarci penetrare dal suo senso profondo. Quale effetto ha in noi e nella nostra vita quotidiana la Parola che abbiamo ascoltato? Quella volontà di perdonare, quegli slanci di generosità, quelle relazioni riallacciate, quella decisione presa con serenità, sono tutte cose che la Parla di Dio ci insegna.

“La tua parola mi fa vivere” (Salmo 119:50).


domenica 26 ottobre 2025

Lo vollero conoscere

“Fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” Ebrei 12:2.

La Scrittura ci esorta a regolare l'obiettivo del tuo cuore su Gesù, facendone lo scopo della tua vita.

Che cosa significa vedere Gesù?

I pastori possono dircelo. Per loro non fu sufficiente vedere gli angeli. Per molti magari lo sarebbe stato. Il cielo notturno squarciato dalla luce. Il silenzio infranto da un canto. Semplici pastori destati dal loro sonno e spinti ad alzarsi da un coro di angeli: “Gloria a Dio nell'alto dei cieli” . Quegli uomini non avevano mai visto un tale splendore.

Ma non era sufficiente vedere gli angeli. I pastori volevano vedere colui che aveva inviato gli angeli. “Andiamo...e vediamo” Luca 2:15.

I magi avevano lo stesso desiderio. Volevano vedere Gesù. Come i pastori, non si accontentarono di ciò che videro nel cielo notturno. Non che la loro stella non fosse spettacolare. Essere testimoni del passaggio di un astro fiammeggiante era un privilegio, ma per i magi non era sufficiente. Non bastava loro vedere la luce su Betlemme; dovevano vedere la luce di Betlemme. Erano venuti a vedere Lui.

E ci riuscirono!

Ci riuscirono tutti, sia che portassero un dono o un sincero stupore, ci riuscirono tutti...erano i benvenuti.

Prova a trovare un esempio di qualcuno che voleva sinceramente vedere Gesù e non ci è riuscito. Non lo troverai. Troverai invece esempi di persone che non lo cercarono, che lo respinsero, che lo pregarono di andarsene. Oppure persone che, come i capi religiosi, preferivano leggere un libro che parlava di Lui piuttosto che incontrarlo di persona. Era meglio tenere Dio distante, al suo posto, così da permettere loro maggiore libertà.

Zaccheo era piccolo di statura e desiderava fortemente vedere Gesù. Ci riuscii e non solo lo vide ma il Signore entrò in casa sua.

E che dire dei due discepoli di Giovanni Battista?

“Il giorno seguente, Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli; e fissando lo sguardo su Gesù, che passava, disse: «Ecco l'Agnello di Dio!» I suoi due discepoli, avendolo udito parlare, seguirono Gesù. Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: «Che cercate?» Ed essi gli dissero: «Rabbì (che, tradotto, vuol dire Maestro), dove abiti?» Egli rispose loro: «Venite e vedrete». Essi dunque andarono, videro” Giovanni 1:35-38.

Notate la richiesta che fecero: “dove abiti?”. Una richiesta alquanto audace. Non chiesero a Gesù di concedergli un minuto o di ascoltare un messaggio. Gli chiesero dove abitasse.

Volevano vedere Lui e stare con Lui.

La risposta di Gesù ai due discepoli? “Venite a vedere”.

Che differenza con il giovane ricco. “Maestro che devo fare di buono per avere la vita eterna?”  Marco19:16.

Notate la differenza?

Il giovane ricco voleva una medicina. Gli altri volevano il medico. Il giovane ricco voleva solo una risposta ad un quesito. Gli altri volevano il Maestro. Il giovane ricco era di passaggio, aveva fretta voleva solo un consiglio. Gli altri non si sarebbero accontentati di nulla di meno che di vedere e stare con il Signore. Volevano qualcosa di più della salvezza. Volevano il Salvatore.

“Chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.” Ebrei 11:6.

Non accontentarti degli angeli. Non accontentarti delle stelle del cielo. Cercalo come fecero i pastori. Desideralo ardentemente come fece Zaccheo. Adoralo come fecero i magi. Segui l'esempio dei due discepoli e desidera il luogo dove Lui abita.

26 ottobre - Perduto?

“Tornate indietro dalle vostre vie malvagie, dalle vostre malvagie azioni!”

Zaccaria 1:4

 

O SIGNORE, fammi conoscere le Tue vie, insegnami i Tuoi sentieri.

Salmo 25:4

 

(Dio dice:) “Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò gli occhi su di te”.

Salmo 32:8

 

Perduto?

 

“Non potete perdervi; seguite la strada principale che sale fino al villaggio”. Ma in realtà la famosa strada si allontanava dalla direzione desiderata. Dopo qualche chilometro ho avuto la convinzione di essermi perso. Fortunatamente ho incontrato un’altra persona che ha saputo indicarmi la strada giusta: “Voi non siete sulla strada giusta, ma potere arrivare a destinazione voltando a destra alla prossima fattoria”.

Anche la mia vita non è un rettilineo e ha bisogno di essere guidata. Ma qual è il mio obiettivo? Sto andando nella giusta direzione, quella che mi porta dove desidero arrivare? Come faccio ad orientarmi? Devo seguire i consigli di teologi, di filosofi o di maestri di pensiero?

Un giorno, sul mio sentiero, Gesù mi ha incontrato. Mi stava cercando. Non era lì per caso. Non mi ha detto “tutte le strade portano al cielo”, e nemmeno “provale e un giorno troverai quella giusta…” No! Mi ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). “Tu, seguimi” (Giovanni 21:22), ha detto Gesù all’apostolo Pietro. Egli ci invita tutti a seguirlo, perché è Lui la via. Se rifiutiamo di ascoltarlo forse non rinnoverà il Suo invito. Se ci ostiniamo, saremo perduti.

Io l’ho ascoltato e ho capito che Lui solo, che conosce tutta la mia vita, poteva guidarmi in sicurezza, e darmi la vita eterna. “Egli è il vero Dio e la vita eterna” (1 Giovanni 5:20).

sabato 25 ottobre 2025

L'indifferente

“Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono” Giov. 13:13.

“Avvicinatevi a me, ascoltate questo: Fin dal principio io non ho parlato in segreto” Isaia 48:16.


Ho ascoltato con interesse l'intervista ad un anziano insegnante. Sono rimasto colpito dal suo sfogo, dalla sua delusione. Diceva: ho conosciuto ogni tipo di alunno, ma fra questi ve n'era una categoria che mi hanno lasciato un ricordo penoso. Erano educati, composti, di indole allegra, ma non si interessavano di niente. Ogni cosa per loro era indifferente. Niente riusciva ad attirare la loro attenzione, in qualsiasi direzione fossero orientate le attività scolastiche. Gli sguardi erano vuoti, assenti, privi di interesse.

Punirli? Fatica inutile. Rimanevano insensibili a tutte le sanzioni. In altre parole erano indifferenti a tutto. Non ho conosciuto nessun'altra condizione più inutile per un maestro.

Ebbene questo tipo di allergia ad ogni insegnamento è ancora più grave se relativa alla salvezza delle anime. C'è una moltitudine per la quale la croce non significa nulla.

Può lasciarvi indifferenti l'amore di Dio, ma badate bene questa indifferenza è come una malattia che non fa altro che peggiorare col passare del tempo. Il cuore si indurisce, niente lo tocca. Diventa come un sentiero così duro che nessun seme vi può più penetrare ne germogliare, fino al suo epilogo finale: la morte eterna. Là il Grande Trono Bianco non vi lascerà indifferenti. No! Là non potrete non essere interessati o essere distratti. Quella sarà l'ultima tappa prima del luogo del pianto e dello stridor dei denti dove non vi mancherà certo il tempo per meditare su tutta la vostra follia.