Il Suo corpo dato per noi (il
fatto storico)
a) Le sofferenze
“Lo Spirito di Cristo…
testimoniava delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguirle”
(1 Pietro 1:11).
Egli era vero Uomo. Marco 11:12
dice: “Quando furono usciti da Betania egli ebbe fame“. Ma il fico che aveva
foglie non aveva frutto. Il fico è spesso una figura d’Israele: c’era
apparenza, c’erano foglie, ma nessun frutto, specialmente nei capi del popolo,
nei farisei, negli scribi e i sacerdoti.
Egli ha provato la sete, come
vediamo al pozzo di Sicar, quando ha chiesto dell’acqua alla donna venuta ad
attingerne (Giovanni 4:8). Stremato dalla stanchezza, si era seduto sull’orlo
del pozzo.
In Marco 4:1 aveva insegnato ad
una grande folla in riva al mare e, dalla barca dove era seduto, presentava
molte cose in forma di parabole. In privato, poi, spiegava tutto ai Suoi
discepoli. Ma, venuta la sera, quando ebbe licenziato la folla, fu necessario
che i discepoli Lo prendessero nella barca, “così com’era“. Nella tempesta che
seguì, “stava dormendo sul guanciale a poppa” (4:38). Era veramente Uomo!
Quante sofferenze fisiche ha poi
sopportato nella Sua passione, per la brutalità degli uomini! Schiaffi,
frustate, spine; per arrivare alle sofferenze terribili della croce! Ma, “come
l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca” (Isaia 53:7).
Ma ha provato anche, e
soprattutto, le sofferenze morali, a iniziare dall’ostilità “contro la sua
persona da parte dei peccatori“, fino ad arrivare alla croce, che sopportò
“disprezzando l’infamia” (Ebrei 12:3 e 2).
Egli è diventato “maledizione per
noi” (Galati 3:13), “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo sul legno”
(1 Pietro 2:24).
“Dall’ora sesta si fecero tenebre
per tutto il paese, fino all’ora nona. E verso l’ora nona Gesù gridò a gran
voce: … Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27:45-46). “Colui
che non ha conosciuto peccato, Egli l’ha fatto diventare peccato per noi” (2
Corinzi 5:21).
Prima di spirare, perché la
Scrittura fosse adempiuta, dice: “Ho sete” (Giovanni 19:28), la sete terribile
dei crocifissi (Salmo 69:21).
Con che sollievo ha potuto
aggiungere alla fine: “È compiuto!“. Il Signore ha “reso lo Spirito“; non è
morto per la crocifissione, ma ha “deposto la sua vita“. Nessuno poteva
togliergliela (Giovanni 10:17-18).
b) Il seppellimento
A Betania, nella casa di Simone
il lebbroso, Maria si era avvicinata al Signore con un vaso di alabastro, e ne
aveva sparso il profumo di gran prezzo sul capo di Lui; il capo del Re (secondo
Matteo 26:7 che lo presenta come il re d’Israele), sul capo del Servitore
(secondo come lo presenta il vangelo di Marco 14:3), sui Suoi piedi, quelli del
Figlio di Dio (Giovanni 12:3).
Maria era stata ai piedi di Gesù
per udire i Suoi insegnamenti e, un’altra volta ancora, durante il lutto per la
morte di Lazzaro. Ora, avendo compreso, grazie ai Suoi precedenti
intrattenimenti, che il Signore sarebbe morto, viene a donarGli il profumo con
tutto il suo cuore, e ad asciugare i Suoi piedi coi suoi capelli: “E la casa fu
piena del profumo dell’olio“. Ma quel profumo lo ha conservato, dice il
Signore, “per il giorno della mia sepoltura“.
L’Antico Testamento aveva già
parlato della Sua risurrezione: “Tu non abbandonerai l’anima mia in potere
della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione” (Salmo
16:10); “Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte,
egli è stato col ricco” (Isaia 53:9). “Cristo morì per i nostri peccati,
secondo le Scritture; che fu seppellito …” (1 Corinzi 15:3-4). Non è stato un
coma, o una perdita temporanea di coscienza, come alcuni vorrebbero far
credere, ma una vera morte, seguita da un seppellimento in un sepolcro, come lo
testimonia ogni vangelo.
Giuseppe d’Arimatea va a chiedere
il corpo del Signore a Pilato (Matteo 27:58; Marco 15:43-45), e Pilato si
stupisce che sia “già morto” (15:44), perché il supplizio della croce porta
generalmente a una morte lenta, anche dopo due o più giorni. Notiamo che
Giuseppe chiede “il corpo” (in greco “soma”), e Pilato dà a Giuseppe “il
cadavere” (in greco “ptoma”). Che diversità di valutazione!
Due uomini, discepoli in segreto,
s’incontrano alla croce: Nicodemo, con una mistura di mirra e di aloe, e
Giuseppe col sudario. Prendono il corpo, l’avvolgono negli aromi e lo
seppelliscono. Poi viene messa una pietra contro l’apertura del sepolcro (Giovanni
19:39-42; Matteo 27:60).
c) La risurrezione
Le donne venute al sepolcro non
avevano trovato il Suo corpo (Luca 24:23). Ma la pietra che ne chiudeva
l’imboccatura era stata tolta dall’angelo sceso dal cielo, e non possono fare
altro che constatare che la tomba è vuota. Quando arrivano Giovanni e Pietro,
le fasce sono per terra, e il sudario piegato in un luogo a parte. Il corpo del
Risuscitato non c’è. Entrate nel sepolcro, vedono un giovane seduto, vestito di
una veste bianca e si spaventano. Ma egli dice loro: “Voi cercate Gesù il
Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui” (Marco 16:4-6).
È poi aggiunto in Luca 24:5: “Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è
qui, ma è risuscitato“.
Giovanni ci parla di due angeli
“seduti uno a capo e l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù”
(Giovanni 20:12). Il Signore appare prima a Maria Maddalena (Marco 16:9), e le
affida il messaggio che lei trasmetterà ai discepoli: “Io salgo al Padre mio e
Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro” (Giovanni 20:17). Quando Maria va dai
discepoli a riferire queste parole, dice prima che “ha visto il Signore“. C’è
in queste parole tutto il suo cuore; in seguito trasmette il messaggio.
Svariati fatti alla fine dei
vangeli e all’inizio degli Atti testimoniano della Sua risurrezione; per
quaranta giorni, “con molte prove“, si presentò vivente ai discepoli (Atti
1:3).
In 1 Corinzi 15 Paolo insisterà
su questa straordinaria risurrezione, aggiungendo: “Se Cristo non è
risuscitato… vana è la vostra fede… Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti (o
dormono) … In Cristo saranno tutti vivificati“. Poi l’apostolo aggiunge un
mistero: “Non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati… I morti
risusciteranno incorruttibili e noi (i viventi) saremo trasformati” (1 Corinzi
15:17-22, 51-57). Noi “crediamo in Colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro
Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese, ed risuscitato per la nostra giustificazione”
(Romani 4:24-25).
(segue)