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giovedì 30 novembre 2023

Buona compagnia

Esamineremo alcuni versetti nei quali alcuni personaggi ebbero una buona compagnia.

Dobbiamo trarre delle considerazioni per ciascuno di noi dai più vecchi ai più giovani.

Ve ne sono di coloro che pur allevati in una famiglia cristiana sembrano non dare alcuna importanza alla compagnia con la quale camminano tanto da sceglierne una che non conosce Dio e trova il suo piacere nel camminare nella “via larga”.

Quale compagnia cerchiamo noi?

“Enoc, dopo aver generato Metusela, camminò con Dio trecento anni...poi scomparve, perché Dio lo prese” Genesi 5:22,24.

La Scrittura ci parla di Enoc che camminò con Dio. Egli scelse la migliore compagnia possibile e quante benedizioni trovò nell'essere con Dio.

“Questa è la posterità di Noè. Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio” Genesi 6:9.

Leggiamo che anche Noè camminò con Dio e quanta protezione e cure ebbero lui e la sua famiglia.

Il Signore Gesù scelse dodici discepoli per tenerli in sua compagnia in modo da essere bene equipaggiati per il servizio durante la sua assenza. Non sempre Pietro si tenne in buona compagnia. Ci fu un momento nel quale iniziò a seguire il Signore da lontano e  non passo molto tempo che egli parlò come i suoi “compagni” rinnegando con giuramenti di  conoscerlo.

“Allora Boaz disse a Rut: Ascolta, figlia mia; non andare a spigolare in un altro campo; e non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve; guarda qual è il campo che si miete, e va' dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete, andrai a bere dai vasi l'acqua che i servi avranno attinta” Rut 2:8-9.

Rut è una giovane che fa la sua scelta. Lei e Orpa escono da Moab ma durante il viaggio  quest'ultima decide di ritornare indietro mentre Rut fa una scelta diversa: “Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio” Rut 1:16.

Il primo pensiero di Rut è quello di muoversi con il popolo di Dio.

Le campagne di Moab (o i campi), veniva da lì e sono distinti dall'unico campo in cui Boaz è il signore, perché Boaz è una figura di Cristo. In questo mondo c'è un campo per ogni desiderio naturale, uno per ogni aspirazione dell'uomo. Vi è il campo dello sport, quello della letteratura, quello dello svago, quello del vizio e così via; ma c'è un solo campo nel quale Cristo è il Signore.

L'invito di Boaz è quello di non allontanarsi da quel campo e da coloro che vi lavorano. Solo lì troverà nutrimento e le sarà data quell'acqua di cui ha bisogno. Tutto le sarà provveduto.

Molti si lamentano per mancanza di progressi e di gioia, a loro rivolgo questa domanda: in compagnia di chi state camminando?

“Non andate a spigolare in un altro campo” al di fuori del campo di Boaz c'è carestia, c'è mancanza di frumento e acqua. Non c'è Cristo. Non c'è vita.

30 novembre - Dolore meritorio?

Siete stati riscattati… con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia.

Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio.

1 Pietro 1:18-19; 3:18

 

Dolore meritorio?

 

Uno studio sulle terapie che hanno lo scopo di togliere il dolore ha rilevato che una delle reticenze dei malati ad accettare quelle terapie è l’idea che sopportare il dolore procuri dei meriti nei confronti di Dio. Alcuni pensano che sia l’insegnamento cristiano il responsabile di questa visione delle cose.

Ma non è così. Le nostre sofferenze non hanno nulla di “meritorio”. Per quanto intense esse siano, e anche se sopportate con pazienza e sottomissione, esse non possono espiare alcuno dei nostri peccati. Soltanto le sofferenze che Gesù ha sopportato sulla croce fino alla morte possono cancellare i peccati. È in quel momento che Egli ha pagato il prezzo del nostro riscatto. È in quel momento che ha subito il castigo e l’abbandono da parte di Dio, che noi avremmo dovuto subire per l’eternità.

Durante tutta la Sua vita sulla terra, Gesù ha sofferto ed è stato trattato ingiustamente. Il modo in cui ha affrontato tutto questo ha messo in evidenza la Sua perfezione morale. Nell’ora del sacrificio, Gesù ha dato prova di essere veramente l’Agnello senza difetto né macchia il cui sangue riscatta tutti coloro che confidano in Lui (1 Pietro 1:18-19).

Le nostre sofferenze, i nostri dolori e la nostra devozione, non hanno nulla a che fare con le sofferenze espiatorie di Cristo subite da parte di Dio per cancellare i nostri peccati. Solo il Suo sacrificio espia le colpe di quelli che hanno messo la loro fiducia in Lui.

In ogni caso, affidarsi a Dio nella sofferenza ha una grande ricompensa perché si sperimenta la gioia del Suo soccorso, la pace della Sua presenza e il conforto del Suo amore.

mercoledì 29 novembre 2023

La chiesa

La chiesa non ha un palco. Sul palco vi è uno spettacolo.

La chiesa non offre spettacoli, offre culti.

Nello spettacolo vi è esibizione, nel culto vi è il nostro cuore dinanzi a Dio.

La chiesa non ha stelle, ha servi.

Le stelle brillano e si mettono in luce. I servi obbediscono e scompaiono.

La chiesa non ha fans ma discepoli.

I fans si emozionano e gridano, i discepoli imparano e seguono.

La chiesa non ha artisti, ha ministri.

Gli artisti seguono i loro progetti, i ministri servono colui che rappresentano.

La chiesa non ha pubblico, ha adoratori.

Il pubblico assiste e applaude, gli adoratori si prostrano e pregano.

Noi siamo la chiesa. Non assistiamo a un culto, offriamo un culto a Dio.

29 novembre - Ciò che dovrà succedere

Il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando diranno: “Pace e sicurezza”, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.

1 Tessalonicesi 5:2-3

 

Ciò che dovrà succedere

 

Dove va il nostro mondo? I progressi tecnologici sono innegabili, come è innegabile, purtroppo, la perdita progressiva di ogni punto di riferimento morale che sta deteriorando le relazioni umane e, in particolare, la vita famigliare. Si può allora parlare di “progresso”? Alcuni si aspettano che tutto crolli da un momento all’altro, mentre altri sperano che un cambiamento politico migliori la situazione… Durante questo tempo di difficoltà, in maniera celata Gesù Cristo forma la Sua Chiesa, composta da coloro che credono in Lui e che un giorno saranno tolti dalla terra, perché Egli stesso verrà a prenderli come ha promesso (Giovanni 14:1-7).

Dopo questo avvenimento, si presenterà un uomo crudele, un dittatore con delle soluzioni radicali. È la Bibbia che nelle sue profezie preannuncia la venuta di un tale uomo. Egli sedurrà le folle con le sue parole e la sua potenza, e sembrerà portare la soluzione ai problemi mondiali. Ma sarà un inganno, perché lui è uno strumento di Satana. Per un breve periodo si griderà: “Pace e sicurezza!”, ma sarà solo il preambolo di una “rovina improvvisa” che “verrà loro addosso” (1 Tessalonicesi 5:3; Apocalisse 8 e 9), perché Dio manderà sulla terra dei terribili giudizi.

Dopo questo, Gesù Cristo tornerà sulla terra per stabilire il Suo regno che durerà mille anni. Egli regnerà con giustizia (Isaia 32:1), sarà acclamato “Re dei re e Signore dei signori” (Apocalisse 19:16), e ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui (Filippesi 2:10). Allora ci sarà una pace vera, e la giustizia sarà esercitata in modo perfetto.

Ma oggi, questo è il messaggio che Dio vuole annunciare al mondo: soltanto chi crede scamperà ai giudizi di Dio che stanno per cadere sull’umanità; soltanto chi crede sarà portato in cielo dal Signore prima che i Suoi giudizi cadano sul mondo.

martedì 28 novembre 2023

Ma che tempi sono questi?

 “Andate per le vie di Gerusalemme; guardate, informatevi; cercate per le sue piazze se vi trovate un uomo, se ve n'è uno solo che pratichi la giustizia, che cerchi la fedeltà; e io le perdonerò” Geremia 5:1.


Geremia nel tentativo di trovarne almeno uno, non lo cercò fra il popolo corrotto, ma andò a cercarlo fra i “grandi”.

“io andrò dai grandi e parlerò loro, perché essi conoscono la via del SIGNORE, il giudizio del loro Dio; ma anch'essi tutti quanti hanno spezzato il giogo, hanno rotto i legami.” ver.5.

La fase peggiore quanto all'iniquità del popolo si manifestò quando non soltanto una certa parte dei esso fu trovata colpevole, ma, nelle parole del profeta “Cose spaventevoli e orribili si fanno nel paese: i profeti profetano bugiardamente; i sacerdoti governano agli ordini dei profeti; e il mio popolo ha piacere che sia così. Che cosa farete voi quando verrà la fine?” ver. 30-31. Pertanto tutte le fonti delle rettitudine morale risultarono contaminate e fu chiaro a tutti che dal Signore non avrebbero potuto aspettarsi altro che il giudizio.

“Io ti avevo messo fra il mio popolo come un saggiatore di metalli, perché tu conoscessi e saggiassi la loro via. Essi sono tutti ribelli incalliti, seminano calunnie; sono bronzo e ferro, tutti corrotti. Il mantice soffia con forza, il piombo è consumato dal fuoco; invano si cerca di raffinare, perché le scorie non si staccano” cap. 6:27-30. 

Il Signore nomina Geremia come saggiatore di metalli. Come bronzo e ferro il popolo di Giuda è duro, come il piombo da cui le scorie non si staccano, come l'argento di rifiuto.

Forse un giorno vedremo chiaramente quanto poco attraenti, detestabili e inutili siano gli uomini religiosi e peccatori davanti agli occhi di un Dio Santo. Quanto abbiamo bisogno di guardare oggettivamente dentro noi stessi per vedere il deprecabile vuoto che è sempre così chiaramente visibile a Dio. Non c'è ragione di utilizzare il piombo da cui le scorie non si staccano ne di custodire l'argento di scarto. Non hanno alcun valore ne sono di alcuna utilità.

Paragoniamo adesso ciò che era stato scritto ai tempi di Geremia a ciò che viene detto riguardo agli ultimi giorni della chiesa.

“Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio” 2 Tim. 3:1-4.

L'apostolo ora descrive a Timoteo le condizioni in cui verserà il mondo prima del ritorno del Signore. Si è spesso rilevato che la successione dei peccati menzionati qui è molto simile alla descrizione dei peccati che , in Romani 1, erano attribuiti ai pagani. L'elemento più impressionante è che le medesime caratteristiche dei pagani, barbari e selvaggi, negli ultimi giorni, saranno attribuite ai cristiani professanti. Tutto ciò è gravissimo!

28 novembre - Svegliamoci!

Risvegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce.

Efesini 5:14

 

Quel che dico a voi, lo dico a tutti: “Vegliate”.

Marco 13:37

 

Svegliamoci!

 

In certi casi svegliare una persona addormentata può esserle di grande utilità, può addirittura salvarle la vita. Chi dorme, infatti, non è cosciente di ciò che accade attorno a lui. Un ladro potrebbe introdursi nel suo appartamento; un incendio potrebbe divampare nel palazzo dove abita, bloccando tutte le vie d’uscita senza che lui nemmeno se ne accorga. Quanti incidenti stradali sono provocati da un colpo di sonno!

La Parola di Dio utilizza il sonno come figura dell’incoscienza dell’uomo riguardo al suo stato spirituale. Un malato, sotto l’effetto di un potente sedativo, può perdere ogni tipo di sensazione, non avverte più il dolore e smette di agitarsi. Allo stesso modo, potremmo abituarci a vivere in una sorta di torpore di fronte ai problemi del presente, cullarci su illusioni riguardo al futuro, e nascondere a noi stessi i grandi problemi dell’esistenza: il peccato, la morte, l’aldilà, l’incontro con Dio…

Quante persone noncuranti di Dio attraversano la vita come dei sonnambuli che camminano sul cornicione di un tetto! Il nostro dovere è dire loro: “Svegliatevi, siete in pericolo di morte! La realtà è ben diversa da quello che state sognando! Se non aprite gli occhi adesso, da un momento all’altro piomberete nell’eternità e allora vi sveglierete, ma sarà troppo tardi!”

Chi non crede deve pentirsi e accettare il Signore Gesù come Salvatore; chi è già credente deve vegliare per non rischiare di addormentarsi. È mentre siamo in vita che possiamo onorare e servire il nostro Signore. “Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti” (Luca 12:37).


lunedì 27 novembre 2023

Come riconoscere la volontà di Dio (2/2)

La volontà di Dio nella nostra vita personale

Le nostra vita comporta tuttavia numerose circostanze per le quali Dio non ha fatto conoscere esplicitamente la sua volontà nelle Scritture, e che spesso sono per noi motivo di preoccupazione. Si tratta di situazioni della vita corrente nelle quali non c’è da scegliere fra il bene o il male, ma che implicano decisioni da parte nostra. Bisogna acquistare o affittare un appartamento? Bisogna traslocare e dove? Che auto comprare? Bisogna dare del denaro a quella persona o è meglio di no? Alcuni credenti si rivelano sempre molto sicuri ed affermano senza esitazione di essere certi che la volontà di Dio sia di fare questo o quello. Ma in qualche caso si tratta di presunzione e di eccessiva fiducia nelle proprie capacità di discernimento.

Ecco un versetto molto utile per insegnarci ad avere una giusta percezione della volontà di Dio: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2). Quello che importa, non è solo conoscere in linea generale e nella teoria la volontà di Dio, ma capire che applicazioni essa ha nelle situazioni pratiche della nostra vita. Com’è possibile? E’ possibile se non ci conformiamo a questo mondo e se siamo trasformati mediante il rinnovamento della nostra mente. I principi della gente del mondo per prendere una saggia decisione sono la convenienza, il beneficio, la comodità. Se si presentasse un lavoro attraente e ben rimunerato, in una località dove non vi è una comunità di credenti, un cristiano che segue i principi del mondo non si farà problemi e afferrerà subito l’occasione. Ma un credente fedele, abituato a dare la priorità agli interessi del Signore, con la sua mente rinnovata valuterà la situazione dal punto di vista divino e con molta preghiera. Così farà l’esperienza che la volontà di Dio è buona, gradevole e perfetta.

Più la Parola di Dio ci è famigliare, più ci aiuterà nelle decisioni da prendere. Imparando a conoscere la volontà di Dio nelle cose grandi, acquisteremo discernimento anche nelle piccole. Molto sovente, mentre stiamo leggendo le Scritture, Dio ci fa scoprire insegnamenti che si applicano proprio alle circostanze per le quali i nostri cuori sono esercitati davanti a lui.

Quando si presenta davanti a noi un problema che richiede una risposta immediata, sì o no, lasciamo che la luce divina ci investighi profondamente per sapere se siamo veramente disposti ad accettare quello che il Signore ci farà vedere, sia il sì che il no. Così possiamo porre la cosa davanti a lui con la certezza che manterrà in pace il nostro cuore riguardo alla decisione che pensiamo di prendere, o che farà in modo che non ci sentiamo tranquilli riguardo alla via nella quale stiamo per incamminarci se questa non è secondo la sua volontà. Se non sempre possiamo affermare di conoscere la sua volontà su una particolare decisione da prendere, avremo però fiducia che Lui vede che abbiamo a cuore di ubbidire, e che con fedeltà e amore ci indicherà la via giusta.

Se la nostra incertezza dura qualche tempo, può darsi che il Signore lo permetta per produrre in noi una dipendenza più reale da lui. Questo ci porterà a pregare in modo più insistente e a leggere con più interesse la Parola per trovarvi il suo pensiero. In molti casi, Dio si serve di questa per indicarci la via: essa s'imporrà ai nostri cuori e ci darà la sicurezza della sua volontà. Rimaniamo dunque tranquilli, nella calma fiducia che il Signore ci guiderà. Quello che si addice al servitore di Dio è una fede da fanciullo.

Possiamo essere certi di poter contare completamente sul Signore per essere guidati nella buona strada. Questo è l’opposto della fiducia nelle proprie capacità e anche dell’impazienza e dal panico. Nell’esecuzione dei suoi piani, Dio agisce con determinazione e con calma. La fiducia in lui ci darà anche calma e sicurezza.

Concludendo, il nostro desiderio di conoscere la volontà del Signore dev’essere motivato dal desiderio di metterla in pratica. Solo allora sperimenteremo quanto sia buona, gradevole e perfetta!

27 novembre - Gesù e la Sua opera

“Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai data da fare”.

“È compiuto!”

Giovanni 17:4; 19:30

 

Ogni cosa è compiuta.

Apocalisse 21:6

 

Gesù e la Sua opera

 

Il grande scopo della venuta di Gesù sulla terra fu anzitutto di compiere l’opera redentrice, e per questo, per mezzo del sacrificio di Se stesso alla croce, ha espiato il peccato subendo il giudizio di Dio per i peccati di tutti coloro che lo ricevono come Salvatore. Inoltre, per mezzo del Suo sacrificio, ha reso impotente colui che aveva il potere della morte, cioè il diavolo, perché le anime di quelli che credono sono strappate al suo tenebroso potere.

Tutti quelli che credono in Lui e che “dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita” (Ebrei 2:14-15), sono liberati per sempre! Dio non chiederà mai più conto delle loro colpe perché Gesù Cristo le ha pagate. Egli è venuto anche per la salvezza e la liberazione futura del Suo popolo Israele che attualmente, purtroppo, è un popolo incredulo e sotto il giudizio di Dio perché persiste nel rifiuto del suo Messia, il Signore Gesù.

Con la venuta di Cristo, grazie alla Sua morte e alla Sua risurrezione, ha avuto inizio la Chiesa, un popolo di credenti tratto dal mondo, di cui Egli è il “Capo supremo” (Efesini 1:22), oggi glorificato in cielo alla destra di Dio. Man mano che si aggiungono nuovi credenti, la Chiesa cresce per essere “una casa spirituale” (1 Pietro 2:5) il cui fondamento è Cristo (1 Corinzi 3:11).

Tutto ciò è basato, lo ripetiamo, unicamente sull’opera che Lui ha compiuto e che solo Lui poteva compiere, alla gloria di Dio e per la nostra salvezza. Pur essendo Dio, è come uomo che ha sofferto e ha subito la morte vergognosa sulla croce. Su di Lui, perfettamente giusto, ha pesato il giudizio di Dio. In tutto questo si è manifestata la Sua grandezza divina e la Sua perfezione umana.

domenica 26 novembre 2023

E' compiuto

Non fu un banale fallimento, ma un meraviglioso piano di Dio per salvarci. 

Non fu una sconfitta riprovevole, ma un glorioso trionfo. 

Il Signore Gesù è venuto fino a noi come Salvatore per liberarci dalla terribile sorte alla quale ogni uomo va incontro.

Perciò, Egli ha espiato con la sua morte sulla croce, il nostro peccato e le nostre colpe, affinché non fossimo più giudicati da Dio. Quando il Signore Gesù prese su di se i nostri peccati, l'ira di Dio cadde su di lui. Tutti noi avevamo trasgredito i comandamenti di Dio.

Tutti senza eccezione!

Ma il sacrificio sostitutivo di Gesù sulla croce ci dona la pace con Dio, il suo sangue versato purifica tutti coloro che credono in Lui e nel valore della sua opera.

E' compiuto è una straordinaria proclamazione di vittoria sul peccato è la dichiarazione del Figlio di Dio, l'uomo perfetto, che l'opera di salvezza che il Padre gli aveva affidato era stata portata a termine.

26 novembre - Gesù e le nostre preoccupazioni

(Gesù disse:) “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.

Giovanni 6:37

 

Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.

1 Pietro 5:7

 

Gesù e le nostre preoccupazioni

 

“Che vita!” sentiamo dire spesso. Quante sofferenze, ingiustizie, immoralità, difficoltà di ogni genere, per arrivare poi, inevitabilmente, alla morte! Coloro che parlano così, evidentemente, hanno solo incertezze riguardo al presente e nessuna speranza riguardo all’aldilà. E tu, che leggi questo foglietto, sei tra quelli che trovano la vita un peso troppo faticoso da portare? Ebbene, sappi che c’è qualcuno che può capirti davvero, perché è stato sulla terra un uomo in mezzo agli uomini. È il Signore Gesù. Egli è vivente nel cielo, e s’interessa di te personalmente perché ti ama.

Lui, che ha versato delle lacrime, può consolarti.

Lui che è stato odiato dal mondo, vuole farti comprendere che ti apprezza.

Lui che è stato abbandonato da tutti, non ti lascerà mai.

Lui, il giusto che è stato condannato, ti porta il perdono di Dio.

Lui che è stato rifiutato, non ti respingerà.

Lui che è stato messo a morte sulla croce, vuole darti la vita eterna.

Che cosa bisogna fare per avere un tale Amico? Portagli in preghiera le tue preoccupazioni, i tuoi dolori, tutto il fardello che pesa sulle tue spalle. Quel peso forse è sconosciuto da quelli che ti stanno vicino, ma il Signore lo conosce. Egli è sempre pronto ad ascoltare e nessuno dei nostri problemi è troppo complesso per Lui.


sabato 25 novembre 2023

Dal di dentro

“Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l'uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l'uomo...” Matteo 15:18-20. 

“L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene, e l'uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore tira fuori il male; perché dall'abbondanza del cuore parla la sua bocca” Luca 6:45. 

Questi versetti ribadiscono la medesima verità: il cuore è il centro della vita spirituale.

Se una fabbrica producesse solo materiale inquinante non dovremmo occuparci di arginare i danni provocati da quei prodotti ma dovremmo mettere mano alla fabbrica.

Nell'azienda nella quale lavoro, prima delle ferie estive, l'addetta alle pulizie aveva inavvertitamente staccato la spina del congelatore che avevamo in mensa.

Generalmente in estate la temperatura raggiunge i 40° e  al mio rientro, dopo dieci giorni circa, passando vicino alla mensa avvertii subito un odore nauseante.

Aprire lo sportello del congelatore era un puro suicidio.

Ora se io mi fossi limitato a pulire l'esterno, magari lucidando il tutto ben bene, il tanfo sarebbe sparito?

Avrei potuto abbellirlo applicandovi sopra uno stemma della Ferrari e magari cospargerlo di acqua di colonia ma il risultato non sarebbe cambiato. All'interno tutto sarebbe rimasto marcio, puzzolente e rivoltante più che mai.

Chi mai si concentrerebbe sull'esterno quando il problema è all'interno?

Chi, parlando degli increduli, ha sentito dare consigli a dir poco insensati?

Una casalinga è alla prese con la depressione. Il consiglio dell'amica? Comprati un vestito nuovo, vai dall'estetista ed esci la sera.

Un giovane professionista è afflitto dalla solitudine. Il suo superiore gli suggerisce il rimedio: cambia taglio di capelli e fatti qualche amica mostrando un po' di soldi.

Continuiamo pure a lucidare l'involucro ignorando ciò che c'è dentro e mentre l'esterno luccica l'interno si corrode.

“Guai a voi ... ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia.” Matteo 23:27.

25 novembre - Altra fonte d’informazioni

Il SIGNORE... viene a governare la terra; egli governerà il mondo con giustizia, e i popoli con rettitudine.

Salmo 98:8-9

 

“Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro”.

Isaia 45:22

 

Altra fonte d’informazioni

 

I mezzi d’informazione ci aggiornano costantemente sulle crisi in corso: crisi politiche, economiche, finanziarie. E riportano anche le notizie di spaventose catastrofi naturali, di epidemie, carestie, terremoti… Ma oltre a tutte queste cose che destabilizzano l’umanità, ce n’è una della quale si parla poco e che percepiamo meno facilmente. È la crisi morale dovuta al fatto che gli uomini rifiutano di ascoltare Dio e di ubbidirgli. Questa crisi ha delle implicazioni di tutt’altra natura rispetto alla caduta della Borsa, perché il rifiuto di Dio porta inevitabilmente alla condanna eterna tutti quelli che non vogliono sottomettersi a Lui.

Questa rivelazione la attingiamo dalla Bibbia. Essa ci avvisa che un giorno, alla fine di tutte le crisi umane, sarà istituito un tribunale, unico e solenne, nel quale Dio giudicherà gli uomini per mezzo di Gesù Cristo (Romani 2:16). Ma ci comunica anche il Suo messaggio di grazia. Prima di quei terribili giudizi, Dio invita tutti a essere riconciliati con Lui, e questo può avvenire soltanto se ognuno accetta il Signore Gesù come proprio Salvatore. Dio è un Dio di giustizia, ma anche d’amore (1 Giovanni 4:16); Egli “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4).

La Bibbia, scritta e conservata nel corso dei secoli a favore dell’intera umanità, oggi è reperibile praticamente in ogni angolo del mondo. Essa contiene un messaggio sicuro; ci spiega con semplicità come scampare al giudizio di Dio e come ottenere il Suo favore per sempre.

venerdì 24 novembre 2023

24 novembre - Betty

Tu cercheresti grandi cose per te?

Geremia 45:5

 

Che altro richiede da te il SIGNORE, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?

Michea 6:8

 

Figlio mio, dammi il tuo cuore.

Proverbi 23:26

 

Betty

 

Un’anziana credente, che aveva servito fedelmente il Signore, era costretta a letto afflitta da una tosse persistente. A un visitatore, spiegò con tranquillità: “Vede, quand’ero giovane il Signore mi diceva: «Betty, fa’ questo; Betty, fa’ quello››, ed io facevo del mio meglio. Oggi il Signore mi dice: ‹‹Betty, rimani a letto con la tua tosse…››”

L’importante, per quella donna, non era fare le cose che le sarebbero piaciute, ma semplicemente sottomettersi a ciò che il suo Signore le chiedeva.

La sua disposizione di cuore ci ricorda quella dell’apostolo Paolo che, dal fondo di una prigione, scriveva: “Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza. Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Filippesi 4:11-13).

Nelle circostanze attraverso le quali il Signore ritiene bene di farci passare, un’attitudine calma e una sottomissione fiduciosa hanno altrettanto valore per Lui quanto un servizio attivo. Ciò che Egli desidera, prima di tutto, è avere il primo posto nel nostro cuore. Il Signore, che prova simpatia per tutte le nostre pene, desidera che impariamo a conoscerlo come l’amico che “ama in ogni tempo” (Proverbi 17:17).


giovedì 23 novembre 2023

23 novembre - Alcune donne dei Vangeli

Gesù… disse loro: “Perché date noia a questa donna? Ha fatto una buona azione verso di me. Perché i poveri li avete sempre con voi, ma me non mi avete sempre”.

Matteo 26:10-11

 

Alcune donne dei Vangeli

 

In numerose parabole, Gesù fa riferimento alla vita quotidiana delle donne. Attraverso la diversità dei loro comportamenti, esse illustrano vari aspetti della vita del discepolo di Cristo. C’è la vedova che ottiene giustizia presso un giudice ingiusto grazie all’insistenza della preghiera; quella che cerca la moneta che aveva smarrito, grazie alla sua perseveranza; ci sono le fanciulle vergini che preparano l’olio delle loro lampade in attesa dello sposo, come oggi il credente aspetta il ritorno del Signore. A suo modo, ognuno di questi casi dimostra quanto Gesù apprezzasse i sentimenti e il servizio delle donne che incontrava.

Quando Marta rimprovera a Gesù di non intervenire presso la sorella Maria perché la aiutasse, Gesù le risponde in modo sorprendente: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta (Luca 10:41-42). Questa risposta invita a scegliere “la parte buona”, vale a dire l’ascolto della parola del Signore.

Sono anche numerose le donne che Gesù cita come esempi: una vedova che dona i suoi ultimi spiccioli per il servizio del tempio (Marco 12:41-44); Maria che dà prova di grande generosità e di attaccamento a Lui (Giovanni 12:1-8); quella straniera che gli chiede di salvare sua figlia e alla quale il Signore risponde: “Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi” (Matteo 15:28). Nel lodare la fede di quella straniera, Gesù voleva insegnare che Dio non si rivelava soltanto ai Giudei, ma a tutti quelli che, uomini e donne, vanno a Lui con fede.


mercoledì 22 novembre 2023

22 novembre - La vita del bambino (2)

Essi lo trattennero, dicendo: “Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire”. Ed egli (Gesù) entrò per rimanere con loro.

Luca 24:29

 

La vita del bambino (2)

 

Il modo in cui agisce Eliseo per risuscitare il bambino di quella famiglia merita la nostra attenzione. Il piccolo giace esanime, coricato sul letto dell’uomo di Dio. Eliseo arriva, entra nella stanza e chiude la porta per rimanere solo con lui. Ma il suo lavoro richiede del tempo, ed Eliseo è paziente. Diverse volte esce, va e viene per la casa, poi rientra. Infine il piccolo starnutisce sette volte. È tornato in vita! Eliseo chiama la madre e glielo mette fra le braccia.

Durante quegli interminabili momenti, qual è stato l’atteggiamento della madre? Aveva fatto venire Eliseo, e aspettava con pazienza. L’uomo di Dio era in casa e si stava occupando di suo figlio; questo le bastava. Lei non interviene, non sta davanti all’uscio della camera per avere notizie… No, li lascia soli, alla presenza uno dell’altro.

Che insegnamento possiamo trarre da questo racconto? Intanto, che dobbiamo dare al Signore il posto che gli spetta nelle nostre case e fare in modo che siano un luogo dove la Sua presenza è riconosciuta, rispettata e apprezzata. Se così è, diamogli fiducia, parliamogli dei nostri bambini in preghiera e poi lasciamolo agire. Favoriamo un contatto personale tra Lui e ognuno dei nostri figli abituandoli a leggere la Parola di Dio e a pregare.

Lasciamo lavorare il Signore “nell’intimità della cameretta”. Il lavoro del Signore è paziente, personale, e non si fa in un giorno. Non cerchiamo di imporci per accelerare o completare il Suo lavoro. Dio risponderà alle nostre preghiere, e noi avremo la gioia di vedere i nostri figli “nascere di nuovo”, “nascere spiritualmente”, per la fede, in vista della vita eterna.


martedì 21 novembre 2023

21 novembre - La vita del bambino (1)

Gesù…, alzati gli occhi, gli disse: “Oggi debbo fermarmi a casa tua”.

Luca 19:5

 

(Gesù) entrò là dove era la bambina. E, presala per mano, le disse:… “Ragazza, ti dico: alzati”. Subito la ragazza si alzò e camminava… E furono subito presi da grande stupore.

Marco 5:40-42

 

La vita del bambino (1)

 

Al tempo del profeta Eliseo (2 Re 4), viveva una donna ricca che aveva riconosciuto nel profeta un “uomo di Dio” e gli aveva offerto ospitalità. Aveva persino convinto suo marito a costruire e ad arredare una stanza apposta per lui. Quella donna non poteva avere dei figli, ma un giorno, conoscendo la sua sofferenza, Eliseo le promise che Dio le avrebbe dato un figlio.

E così avvenne. Ma un mattino il bambino lamentò un forte mal di testa e a mezzogiorno morì, sulle ginocchia della madre. Che cosa farà la donna? Piangerà disperata e seppellirà il fanciullo? No! Essa corica il piccolo sul letto del profeta; poi, animata da una grande fede, va di corsa a cercare l’unica persona che poteva aiutarla, Eliseo, l’uomo di Dio. Gli racconta l’accaduto e sembra dirgli: “Se sei tu che ci hai dato questo bambino, adesso non puoi lasciarlo morire. Devi assolutamente fare qualcosa”. Eliseo mandò prima il suo servo, ma questi non riuscì a far rivivere il bambino. Allora andò egli stesso e trovò il bambino morto, disteso sul suo letto. Allora supplicò il SIGNORE e il piccolo risuscitò e fu restituito vivo alla madre.

Care mamme, il Signore vi ha dato dei figli. Il Suo desiderio è che abbiano la vita eterna e non che siano perduti. Allevateli nella fede e nella conoscenza del Vangelo. Accogliete il Signore Gesù – raffigurato in questo racconto dal profeta Eliseo – nella vostra casa, e fate in modo che si senta come “a casa propria”!

(segue domani)


lunedì 20 novembre 2023

20 novembre - I dieci comandamenti (conclusione)

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.

Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.

Romani 6:23; 8:1

 

I dieci comandamenti (conclusione)

 

I “dieci comandamenti” hanno qualcosa d’impressionante, di misterioso. Ma quale applicazione possiamo farne nella nostra vita personale? Ognuno di essi ci riguarda, tocca la nostra coscienza, sonda il nostro cuore. “I giudizi del SIGNORE sono verità, tutti quanti sono giusti” (Salmo 19:9), e ci mostrano ciò che siamo nel più profondo di noi stessi. Dio esamina il nostro stato interiore perché “tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto” (Ebrei 4:13).

Di fronte a questa constatazione, non abbiamo scuse. Dio afferma che non “terrà il colpevole per innocente” (Esodo 34:7) e che “il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23). Il giudizio dovrà essere eseguito. Che fare, allora? Lasciati a noi stessi, vagheremo senza soluzione alla ricerca di una via di uscita?

Ma ecco il messaggio dell’Evangelo. Dio non ci abbandona a noi stessi, ma è intervenuto con infinito amore per compiere ciò che noi non eravamo capaci di fare. I comandamenti della Legge ci giudicano e ci dichiarano trasgressori, ma Dio ha mandato il Figlio Suo Gesù Cristo che ha risposto perfettamente alle esigenze della Legge. Quale unico sostituto, Egli è stato giudicato al nostro posto portando la pena che noi meritavamo. Chi crede in Lui non è più sotto la condanna di Dio, ma è rivestito della giustizia divina! Dio non ci chiede di guadagnarci la salvezza per mezzo delle nostre opere perché sa che sarebbe impossibile. È sul fondamento dell’opera perfetta compiuta da Cristo alla croce che noi riceviamo in dono la vita eterna, e siamo anche resi capaci di amare Dio e di amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi: “L’amore è l'adempimento della legge” (Romani 13:8-10; Giovanni 13:34).


domenica 19 novembre 2023

19 novembre - La preghiera di Isacco

Questa è la fiducia che abbiamo in lui (Gesù Cristo): che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.

1 Giovanni 5:14-15

 

La preghiera di Isacco

 

All’inizio della Bibbia troviamo la storia di Isacco, unico figlio di Abraamo e di sua moglie Sara. Attraverso Isacco, Dio ha promesso ad Abraamo una discendenza numerosa (Genesi 21:12). Ma la moglie di Isacco, Rebecca, era sterile, e per vent’anni non hanno avuto figli. Il racconto che troviamo in Genesi dice così: “Isacco implorò il SIGNORE per sua moglie Rebecca, perché ella era sterile. Il SIGNORE l’esaudì e Rebecca, sua moglie, concepì” (Genesi 25:21). Darà alla luce due gemelli, Giacobbe ed Esaù.

La descrizione della preghiera di Isacco e della risposta divina è molto significativa. Dio ci mostra che, anche nei Suoi più grandi progetti, ama coinvolgere la fede dei Suoi e vuole le loro preghiere.

Da quella coppia senza figli stava per sorgere un intero popolo, nel quale sarebbe nato Cristo Gesù, il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo. Dio aveva concepito questo piano prima della creazione dell’universo; e di questo piano faceva parte anche la fede di una coppia sterile!

Soltanto quando ci sentiamo deboli e incapaci, Dio manifesta la Sua potenza. Nel caso di Isacco, Dio ha risposto alla fede, alla preghiera di un uomo, per compiere i Suoi progetti.

Questo non è forse un incoraggiamento a pregare con perseveranza? Dio desidera le nostre preghiere, le aspetta, per benedirci e per compiere i Suoi piani preparati molto tempo prima.

Chiediamogli l’intelligenza per pregare secondo la Sua volontà, e l’insistenza della fede che Egli desidera vedere in noi sarà ricompensata!


sabato 18 novembre 2023

Come riconoscere la volontà di Dio (1)

Il Signore Gesù è il nostro modello perfetto. Se vogliamo conoscere la volontà di Dio, consideriamo lui e impareremo le lezioni migliori. Sono sue queste parole: “Dio mio, desidero fare la tua volontà” (Salmo 40 :8), “Ecco, vengo per fare la tua volontà” (Ebrei 10:9).

Ma è possibile che sia adempiuta la volontà di Dio sulla terra, dove la volontà dell’uomo si oppone con orgoglio a quella di Dio e dove ribellione, confusione e corruzione progrediscono ovunque? L’unica risposta positiva si trova in Colui che è stato quaggiù l’umile uomo di dolore. Egli è stato fedele, ubbidiente e devoto alla volontà di Dio in ogni dettaglio della sua vita di fede. Il punto culminante di tale ubbidienza è stato la croce; lì ha accettato di sacrificare se stesso, perché Dio potesse essere glorificato nella salvezza di innumerevoli peccatori.


LA VOLONTÀ DI DIO NEI SUOI PIANI DI GRAZIA

Possiamo conoscere la volontà di Dio? In molti casi certamente sì. Ma la possiamo conoscere in modo assoluto solo quando è rivelata nelle Scritture. Così, è “secondo il disegno benevolo della sua volontà” che siamo stati predestinati all’immensa benedizione di essere adottati da Dio come suoi figli (Efesini 1:5). Così pure, per quanto riguarda la sua Chiesa, “Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto” (1 Corinzi 12:18). La Parola ci rivela molte grandi benedizioni divine che sono state date ai credenti e ci dice che la sua volontà le ha decretate per noi. Abbiamo proprio motivo di rallegrarci nelle ricchezze della sua gloria e della sua grazia, e nell’ineffabile bellezza della volontà di un Dio salvatore.


LA VOLONTÀ DI DIO QUANTO AI PRINCIPI CHE REGOLANO IL NOSTRO COMPORTAMENTO

Nella sua Parola, Dio ci fa conoscere anche la sua volontà su molti punti che riguardano la nostra vita quotidiana. Su questo ci dà una certezza assoluta. Ma da parte nostra dobbiamo domandarci: Troviamo sempre il nostro piacere in questa volontà di Dio per regolare il nostro modo di agire? E’ scritto, ad esempio: “Questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione” (1 Tessalonicesi 4:3). E qui le cose sono chiare. Ma anche in altri campi sono numerosi i passi che ci indicano con chiarezza quale tipo di comportamento sia giusto. Leggiamoli sovente e meditiamoli, in modo che ci diventino famigliari. Su tanti soggetti, dunque, possiamo conoscere quale sia la volontà di Dio, poiché Egli lo dichiara espressamente. Ma non è sempre così.

Il Signore Gesù conosceva la volontà di Dio e, ancora di più, la compiva. Egli diceva: "Se uno vuol fare la volontà di lui (quella di Dio) conoscerà se questa dottrina è da Dio” (Giovanni 7:17). Se desideriamo sapere qual è la volontà di Dio, chiediamoci innanzi tutto seriamente per quale motivo vogliamo conoscerla. E’ per saper se ci piace o se corrisponde alle nostre aspettative? Oppure è perché desideriamo realmente farla, qualunque essa sia? Dio conosce a fondo le nostre motivazioni.

Quando gli scampati d’Israele, appena dopo la deportazione a Babilonia, s’avvicinarono a Geremia per chiedergli di informarsi su quale fosse la volontà di Dio, dichiararono arditamente che avrebbero ubbidito alla Parola dell’Eterno (Geremia 42:5, 6). Ma in realtà erano disposti ad ubbidire soltanto se la volontà di Dio corrispondeva al loro pensiero (v. 20)!

Se non abbiamo l’onesta intenzione e il reale desiderio di compiere la volontà di Dio, non abbiamo nemmeno una ferma convinzione sulla validità di ciò che la Parola di Dio insegna. Invece, se vogliamo fare la sua volontà, come dice il Signore, saremo illuminati riguardo alla dottrina biblica e da essa potremo farci guidare.

18 novembre - Come pregare?

Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie.

Colossesi 4:2

 

Quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo.

Matteo 6:6

 

Come pregare?

 

Per pregare è preferibile un luogo tranquillo, ma possiamo pregare in qualsiasi momento e in ogni luogo. Quando preghiamo, è a Dio che parliamo ed Egli è vicino a noi come un Padre, e ci ascolta. Possiamo parlargli a voce alta o interiormente, col pensiero, ma dobbiamo farlo con parole nostre e con semplicità. La preghiera deve venire dal cuore, deve salire dal più profondo di noi stessi, con sincerità.

La preghiera non consiste solo nel fare l’elenco dei nostri bisogni spirituali o materiali, ma è piuttosto un dialogo, una relazione di fiducia con Dio, il nostro Padre celeste. La preghiera può avere diversi aspetti secondo le cose che vogliamo dire a Dio. Possiamo:

 –“adorare”: riconoscere la grandezza del Dio Creatore, le Sue perfezioni e la Sua potenza, ma più ancora il Suo amore manifestato nel dono del Suo Figlio, il Signore Gesù Cristo;

– “confessare”: riconoscere davanti a Lui i nostri peccati e i nostri errori senza nascondergli nulla;

– “ringraziare”: dirgli la nostra riconoscenza per tutti i doni che ci fa, anche per quelli che non vediamo;

– “chiedere”: esprimere con semplicità i nostri bisogni, dirgli le nostre preoccupazioni;

– “intercedere”: chiedere qualcosa per gli altri.

Ma poi dobbiamo ascoltare Dio perché la preghiera non è un monologo, ma un dialogo. 

È bene restare in silenzio ad ascoltare le Sue risposte. Non che ci parli in modo udibile, con una voce, ma lo Spirito Santo, nella calma di quei momenti, “parla” al nostro spirito; e soprattutto Dio ci parla per mezzo della Bibbia, attraverso i versetti che leggiamo e quelli che ci vengono in mente. Approfondiamo la conoscenza della Bibbia. È la Parola di Dio!


venerdì 17 novembre 2023

Il giudizio di se stesso

 Abbiamo potuto constatare nel corso di molte conversazioni, che molti sono perplessi di fronte a questa asserzione della Parola di Dio. Che cosa significa: «Esaminare sé stesso» (*), e: «Così mangi del pane»? Non si tratta di esaminarsi per vedere se si è degni di partecipare alla cena del Signore. Se così fosse, chi potrebbe rispondere: Io sono degno?

Come per ogni altro insegnamento della Parola, è importante considerare l’insieme dei passi che trattano un dato soggetto piuttosto che fermarsi a uno solo.

1. IL LAVORO DELLA COSCIENZA, ILLUMINATA DALLA PAROLA DI DIO

Il credente, nel suo cammino pratico, è chiamato ad essere cosciente dei propri errori. Non è forse in questo che noi manchiamo? Non esaminando le cose alla luce della Parola di Dio — vero specchio che ci dice ciò che siamo (Giacomo 1:23-24) — noi abbiamo la tendenza di passar sopra a molte manchevolezze senza renderci conto che davanti a Dio esse sono veramente dei peccati. Il salmista sentiva il bisogno di pregare: «Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua» (Salmo 139:23-24). Paolo poteva dire «Non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato: colui che mi giudica è il Signore» (1 Corinzi 4:4). Dobbiamo esaminare noi stessi e la nostra maniera di comportarci ogni giorno; ogni giorno dedicare un momento per considerare alla luce della Parola di Dio a che punto stanno le cose; questo ci aiuta a discernere quello che nel nostro cammino non è alla sua gloria e non riflette dell’amore per il Signore o dell’amore per i nostri fratelli o il nostro prossimo.

«Se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto» (1 Giovanni 2:1). L’intercessione del Signore Gesù in nostro favore è sempre attiva per renderci coscienti dei nostri falli; per mezzo della sua presenza presso al Padre, sulla base della propiziazione compiuta alla croce, Egli permette a Dio di essere giusto e di giustificare «colui che ha fede in Gesù» (Romani 3:26). «Io ho pregato per te», diceva a Pietro, prima ancora che lo avesse rinnegato; commesso l’atto, Gesù lo guarda; dopo la risurrezione, lo incontra a tu per tu. Così Pietro è reso cosciente della sua caduta, ma anche della grazia che provvede a tutto ciò che esige una completa riabilitazione.

Posti di fronte a un peccato, è importante avere un’opinione esatta a suo riguardo. Forse sino allora si era pensato che non fosse tanto grave; si poteva perfino arrivare a giustificarlo (avevo avuto proprio ragione di offendermi, oppure di andare in quel dato luogo…); il «pentimento», nel significato originale del termine, è un cambiamento completo di valutazione riguardo all’atto commesso. È quindi riconoscere alla luce divina che l’atto stimato scusabile, forse anche buono, era invece male e peccato davanti a Dio.

17 novembre - Quel libro non mi lasciava tranquilla

Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il SIGNORE mi accoglierà.

Salmo 27:10

 

Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l’uomo?

Ebrei 13:6

 

Quel libro non mi lasciava tranquilla

 

“Fin dall’infanzia ho vissuto una vita di delusioni. Poco amata dai miei genitori, speravo di trovare l’amore nel mondo e ho cercato la felicità nella musica e nelle droghe. Ero impiegata in un’amministrazione comunale e da fuori sembrava fosse tutto in ordine. Eppure dentro di me vivevo l’inferno della dipendenza da eroina. Un giorno fui arrestata e rinchiusa nel carcere di Monaco di Baviera. I medici pensavano che non sarei sopravvissuta; ero devastata dalla droga e affetta da una grave epatite. Ma Dio mi salvò dalla morte. Sopportai il periodo terribile della disintossicazione; però poi, lasciato il carcere, ripresi la mia vita di prima. Un giorno trovai una Bibbia. Fermamente decisa a non leggerla, la misi in fondo a un cassetto dell’armadio.

Ma quel libro nell’armadio, stranamente, non mi lasciava tranquilla. Allora mi decisi, lo tirai fuori, lo aprii e ciò che lessi mi sconvolse. È scritto che Dio è il Signore, il Re, un Signore, forte e potente, potente nel combattimento. È scritto che quel Signore è il mio aiuto e che con Lui non avrò paura (Salmi 25 e 118).

Quando lessi quelle parole, scoppiai a piangere perché in tutta la mia vita avevo lottato per cercare delle attenzioni e dell’amore e non l’avevo mai trovato. Allora pregai: “Dio, se vuoi veramente combattere per me, allora io voglio venire da te”. Era l’Agosto del 1986. Da allora ho imparato a conoscere meglio Dio e Lui mi ha liberato. Gliene sono riconoscente dal profondo del cuore”.

Sylvia


giovedì 16 novembre 2023

Due libri così diversi, due modi di vivere così diversi

Nella Bibbia esistono due libri scritti dallo stesso autore ma completamente diversi. Sono stati scritti in periodi diversi della sua vita ed esprimono sentimenti e condizioni opposte.

Questi libri sono L'Ecclesiaste e il Cantico dei Cantici.

L'Ecclesiaste presenta l''attività e il pensiero dell'uomo e il lavoro sulla terra ha un posto predominante in questo libro; e così è anche nel nostro mondo contemporaneo. Lo sforzo per il progresso, tecnologico nel nostro caso, è evidente, ma lo era anche allora: “Io intrapresi grandi lavori” 2:4. In tutto il paragrafo fino al ver.11 non c'è altro che un elenco di cose che lui ha fatto. Nel libro del Cantico dei Cantici invece l'attenzione e concentrato non su ciò che io ho fatto ma su una singola persona, oggetto di tutto il mio affetto.

Il libro dell'Ecclesiaste è costellato da dichiarazioni negative:

“Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia...Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole” 2:10-11.

“la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa”  2:23.

“Chi ama l'argento non è saziato con l'argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta” 5:10.

"la sazietà del ricco non lo lascia dormire." 5:12.

“Anche se questi vivesse due volte mille anni, se non gode benessere, a che scopo?” 6:6.

“Tutta la fatica dell'uomo è per la sua bocca, però l'appetito suo non è mai sazio” 6:7.

Il libro del Cantico dei cantici è invece un libro di canto, di appagamento.

“Qual è un melo tra gli alberi del bosco, tal è l'amico mio fra i giovani. Io desidero sedermi alla sua ombra, il suo frutto è dolce al mio palato” C.c. 2:3.

Certo, in mezzo alle agitazioni della vita, alla frenesia del mondo, esiste un luogo di riposo, di tranquillità e di pace che non è di questo mondo. Noi tutti ben sappiamo che il riposo più dolce è quello di trovarsi presso il Signore, di sedersi alla sua ombra. Si può cercare invano “sotto il sole” lavorando penosamente notte e giorno, inseguendo le ricchezze ma anche se le raggiungessimo, esse, non farebbero altro che renderci più schiavi. Siamo  continuamente angosciati sotto il peso delle preoccupazioni giornaliere e non riusciamo a trovare riposo perché questo mondo non lo offre. Non esiste un luogo simile quaggiù.

Chi riesce a trovarlo e perché non ha cercato un luogo ma una persona. Cristo stesso è “il melo”. Ai suoi piedi vi è riposo e felicità.

La sua ombra non è come l'ombra delle colline o come quella di una radura nascosta ne cuore della foresta. Soltanto “l'ombra del melo” può soddisfare e ristorare i nostri cuori.

Dobbiamo imparare a cercare Colui che i nostri cuori hanno imparato ad amare. Nessun altro e nient'altro può sostituirlo.

L'ombra, adoperata in senso figurato, si trova parecchie volte nella Bibbia e generalmente essa rappresenta il soccorso, la protezione.

“tu sei stato una fortezza per il povero, una fortezza per l'indifeso nella sua angoscia, un rifugio contro la tempesta, un'ombra contro l'arsura” Isaia 25:4. 

Molti credenti si stancano nel cammino e provano la fatica perché sono schiacciati dalle sollecitudini della vita. In casa, in ufficio, in fabbrica, ai campi, nella vita privata o pubblica, le energie vitali della nostra mente e del nostro corpo sono costantemente messi alla prova. Tutti i nostri nervi esigono riposo. Le condizioni della vita moderna sono una continua minaccia alla salute delle nostre anime. E i figli di Dio sono talvolta così spossati da avere difficoltà a trovare un momento di tranquillità per la preghiere, la lode e la lettura della Bibbia. Più la tensione aumenta più questo luogo di ombra sembra remoto e distante, ma non è così. Il Signore è sempre vicino ai suoi, dobbiamo solo cercarlo, non è distante.

Come è triste che un credente possa perdere il contatto personale con il suo Maestro. Come è triste vederlo far fronte alle responsabilità della vita con la sola sua forza, affaticato, nervoso, trascinato dalle correnti di questo mondo.

Sembra aver dimenticato che: “Chi abita al riparo dell'Altissimo riposa all'ombra dell'Onnipotente” Salmo 91:1.

16 novembre - La Bibbia: qualche allegoria

“O Signore, DIO, tu sei Dio, le tue parole sono verità”.

2 Samuele 7:28

 

La parola del Signore rimane in eterno.

1 Pietro 1:25

 

La Bibbia: qualche allegoria

 

Nella Bibbia troviamo diverse allegorie che ci aiutano a comprendere i pensieri di Dio:

“La mia parola non è forse come un fuoco, dice il SIGNORE, e come un martello che spezza il sasso?” (Geremia 23:29). La Parola di Dio è simile a un fuoco che fa svanire in fumo i ragionamenti umani. Le nostre argomentazioni non possono reggere di fronte alla Parola divina. Le dichiarazioni bibliche agiscono come delle martellate sulle nostre coscienze, strappandoci dal nostro sonno spirituale e facendo breccia nel nostro cuore e nella nostra coscienza, con lo scopo di spingerci al pentimento e alla conversione.

“Perché, se uno è ascoltatore della Parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era” (Giacomo 1:23-24). Come uno specchio, la Bibbia mostra ciò che siamo, cioè pieni d’imperfezioni. Essa indica chiaramente la necessità di essere salvati dal giudizio di Dio. Quando ne prendiamo coscienza, non dobbiamo voltare le spalle col pretesto che quel verdetto non ci riguarda, ma dobbiamo rispondere all’appello del Signore Gesù: “Ravvedetevi e credete al Vangelo” (Marco 1:15).

– Come un seme la Parola di Dio possiede in sé la forza per generare una nuova vita, creando in ogni uomo che crede in Gesù Cristo una vita nuova ed eterna. “Siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio” (1 Pietro 1:23).

mercoledì 15 novembre 2023

Liberazione

L'insegnamento sulla liberazione (o affrancamento) ha un'importanza rilevante nella Parola di Dio. Ne abbiamo una figura nella storia d'Israele. In Esodo 12 c'è la liberazione dal giudizio di Dio, in Esodo 14 la liberazione dalla potenza del nemico. In Esodo 15, possiamo vedere come un popolo liberato può cantare un canto di trionfo.

Quando Dio ci libera, ce lo dice perché noi possiamo rallegrarcene.

Capire che siamo “affrancati” è una condizione essenziale perché la nostra vita sia alla gloria di Dio. Ora, siamo stati liberati per vivere per Dio, non per noi stessi.

I versetti di Romani 8 ci insegnano da cosa siamo stati liberati.

Liberati dalla legge del peccato.

“Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte” Romani 8:1-2.

Noi credenti siamo stati liberati da questa “legge” che ci teneva schiavi. Prima della conversione non potevamo fare altro che peccare. Eravamo soggetti a questa “legge”, schiavi della “legge del peccato e della morte”. Ma adesso siamo stati liberati e non siamo più “costretti” a ubbidirli e ora dobbiamo vivere realizzando questa liberazione e vittoria che abbiamo avuto tramite l'opera di Cristo.

15 novembre - Le scelte della fede

Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto.

Ebrei 11:24-26

 

Le scelte della fede

 

Quando Mosè era ancora coi suoi genitori, Ebrei schiavi in Egitto, è stato educato conformemente alla loro fede. Poi, molto giovane, è stato sottratto alla sua famiglia per vivere alla corte del Faraone (Esodo 2:10). Avrà forse dimenticato le convinzioni e l’insegnamento trasmessogli dai suoi genitori?

La fede non è ereditaria. Un giovane, anche se ha dei genitori credenti, deve pentirsi personalmente, accettare il Signore nel suo cuore e fare le scelte della fede. Dovrà prendere delle decisioni che lo impegneranno tutta la vita, e le prenderà per fede, vale a dire col profondo desiderio di comprendere e seguire il sentiero che Dio traccia per lui.

Diventato adulto, Mosè ha assunto una posizione chiara e senza compromessi in favore del popolo di Dio. Era consapevole di tutto ciò a cui stava rinunciando: una vita nel lusso, delle ricchezze immense e il potere alla corte del faraone. Al posto di questi immensi vantaggi ha scelto di “essere maltrattato con il popolo di Dio” e di subire gli oltraggi, come Cristo li avrebbe subiti un giorno venendo in questo mondo. È solo per fede che ha potuto stimare il vero valore della sua scelta perché, a giudizio umano, rinunciare a una carriera alla corte del Faraone era, oltre che un grande sacrificio, una vera follia.

Ma la sua fede gli ha fatto comprendere che “i piaceri del peccato”, che avrebbe potuto gustare alla corte del re, sarebbero durati “per breve tempo”. Non si è dunque lasciato abbagliare dai “tesori d’Egitto”! Una vita di comunione con Dio e col Suo popolo aveva molto più valore; era per lui “una ricchezza maggiore”.

Quali sono le motivazioni delle scelte che facciamo e che valore ha per noi l’approvazione di Dio?


martedì 14 novembre 2023

Liberato

“Giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Geraseni. Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena. Poiché spesso era stato legato con ceppi e con catene, ma le catene erano state da lui rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la forza di domarlo. Di continuo, notte e giorno, andava tra i sepolcri e su per i monti, urlando e percuotendosi con delle pietre” Marco 5:1-5.

 

Il Signore incontrò un uomo posseduto che abitava nei sepolcri, luogo di morte, che rompeva le catene con le quali tentavano di legarlo e andava intorno facendosi del male. Solo Dio può darci un simile quadro dello stato dell'uomo soggiogato da Satana. Eppure Dio aveva destinato l'uomo a godere liberamente di tutto ciò che Egli aveva posto intorno a lui nella bella e ricca creazione per la sua felicità, là dove non c'era che esuberanza di vita, senza peccato né dolore. Quale differenza e quale condizione ha adesso l'uomo dopo aver prestato ascolto alla voce del seduttore. Che decadimento, che oppressione, che rovina e sofferenza. La vita non fu che pena e dolore e questa terra dalla quale doveva scaturire l'abbondanza divenne un immenso cimitero.

L'uomo in mezzo ad un tale stato cerca di porre dei rimedi, cerca di lottare per limitare gli eccessi di ogni genere ma i successi non sono che apparenti; le catene si spezzano e la violenza, la malvagità domina gli uomini. Ecco l'ambiente dove il Figliolo dell'uomo venne in aiuto dell'umanità ridotta in schiavitù. Venne per liberare e trasformare coloro che si trovavano e si trovano in un simile stato.

“Vennero da Gesù e videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente” ver. 15. Che liberazione e che trasformazione porta il Signore nella vita di ognuno dei suoi!