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giovedì 31 maggio 2018

31 maggio


Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l’anima mia lo sa molto bene.
Salmo 139:14

Cantategli, salmeggiategli, meditate su tutte le sue meraviglie.
1 Cronache 16:9

La certezza di essere amato

«A causa dei miei compiti e dei miei viaggi, ho avuto l’opportunità di contemplare i paesaggi più rari e i più straordinari della terra. Spesso mi son sentito di dover rendere grazie a Dio per gli splendori della sua creazione.
Provate ad immaginare un cieco guarito dalla cecità. Per la prima volta vedrebbe nei fiori una varietà infinita di forme e di colori. Si renderebbe conto che non c’è un albero identico all’altro. Potrebbe ammirare i giochi di luce sempre mutevoli nel cielo e nella natura. Non sarebbe rapito davanti a uno spettacolo tanto incredibile? Così pure un sordo che udisse per la prima volta il canto degli uccelli, il rumore costante delle onde e del vento fra gli alberi! Sotto tutti i cieli, ho provato, in certi momenti, davanti all’indescrivibile meraviglia della natura, una felicità senza limite che mi portava come al di là di questa terra, imponendo alla mia mente il fatto che solo un Dio creatore può essere all’origine delle meraviglie che ci attorniano…
Ma conosco una felicità ancora più profonda. Il Vangelo racconta che i discepoli, dopo aver camminato sulla via di Emmaus al fianco di Cristo risuscitato, si domandarono l’uno all’altro: “Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi?” (Luca 24:32). Durante tutta la mia vita, mi è accaduto di sentir ardere il mio cuore per la certezza di essere amato dal mio Salvatore, nonostante la mia indegnità.»
Abert Ch., ambasciatore

mercoledì 30 maggio 2018

30 maggio


Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.
Proverbi 4:23

Io ti indico la via della saggezza, ti avvio per i sentieri della rettitudine.
Proverbi 4:11

Fare la scelta giusta

L’esempio è molto antico; ha circa 3600 anni ma ha conservato tutto il suo valore attraverso i secoli. In Egitto, il popolo d’Israele è tenuto in schiavitù. I bambini maschi che nascono devono essere uccisi per ordine del Faraone. Due genitori credenti abbandonano il loro figlioletto Mosè sulle acque del fiume Nilo, nel canneto, affidandolo a Dio. La figlia del Faraone passa di lì e ode il suo pianto. Impietosita, lo raccoglie, lo adotta e, grazie alla provvidenza divina, sceglie come nutrice proprio la mamma del piccolo. Egli sarà dunque allevato per un po’ di tempo nella fede dei genitori, prima di essere reso alla madre adottiva.
Eccolo dunque “figlio della figlia di Faraone”, destinato a un brillante avvenire. Ma, diventato grande, Mosè rifiuta questo titolo di gloria “preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto” (Ebrei 11:25-26).
Giovani credenti, fermatevi un momento per riflettere su questa scelta. Da un lato, ricchezze, onori, piaceri. Dall’altro, l’incomprensione della gente, ma anche l’approvazione di Dio! Che cosa scegliere? Riflettete bene ogni volta che siete chiamati a compiere una scelta, poiché Satana non è cambiato e vi proporrà sempre delle strade agevoli che vanno verso il mondo. Impegnatevi per Dio con fede e senza ambiguità. Mosè “aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa” e Dio non lo ha deluso, come non deluderà mai coloro che faranno scelte come quella di Mosè.

martedì 29 maggio 2018

29 maggio


Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.
Giacomo 1:14-15

Il giusto cade sette volte e si rialza.
Proverbi 24:16

La tentazione attraverso i pensieri

Nella Bibbia le parole hanno spesso un senso più esteso di quello che pensiamo. Ad esempio, la parola “cuore” designa molto più dei sentimenti; racchiude tutta l’interiorità del nostro essere, i nostri pensieri, i nostri impulsi, ecc… Allo stesso modo, la parola “tentazione” comprende tutto ciò che ci attira al di fuori della volontà di Dio. La tentazione può provenire dall’esterno, da ciò che vediamo o udiamo, come pure quando qualcuno ci provoca con parole cattive o adulatrici; ma anche dal nostro interno, legata alla concupiscenza, alle aspirazioni peccaminose che sono in noi.
Amici credenti, la tentazione interna nasce sempre sotto forma di pensieri o immagini. Ma siamo costretti ad accettare tutti i pensieri che ci vengono in mente? No. L’amore di Cristo e il desiderio di piacergli sono un filtro molto efficace che ci permette di rifiutare il male. Come diceva Lutero, non potete impedire che degli uccelli vi volino sulla testa, ma potete impedire che vi facciano il nido.
Se accogliamo un pensiero malvagio, rischiamo poi di lasciarci sedurre; ne diventiamo prigionieri e finiamo col metterlo in atto. Questo passaggio all’azione ci rende più vulnerabili alle tentazioni successive. Invece, se quando ci viene in mente un pensiero cattivo gridiamo al Signore e lo rifiutiamo, ne saremo liberati.
Se abbiamo ceduto alla tentazione, non soffermiamoci sulla nostra sconfitta. Ritorniamo al Signore; Egli ci aiuterà e ci darà la vittoria sul male.

lunedì 28 maggio 2018

28 maggio


Aumentaci la fede.
Luca 17:5

La vostra fede… fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
1 Corinzi 2:5

Una grande fede
Estratto da un racconto del Vangelo

Un centurione romano, un pagano, aveva uno schiavo malato, molto sofferente, colpito da paralisi. Senza dubbio aveva fatto di tutto per ottenere la sua guarigione. Invano; l’uomo stava per morire. Avendo sentito parlare di Gesù, il centurione gli mandò degli anziani dei Giudei, pregandolo di venire a salvare il suo schiavo (Luca 7:3). Non osava andarci di persona, per paura di disturbare durante il servizio una persona così importante. Il Signore apprezzò questa umiltà e disse: “Io verrò e lo guarirò” (Matteo 8:7). E si incamminò.
Come si avvicinava alla casa, il centurione mandò degli amici ad incontrarlo e a dirgli: “Signore, non darti quest’incomodo, perché io non son degno che tu entri sotto il mio tetto… ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito” (Luca 7: 6-7). Una parola era sufficiente. Egli non aveva bisogno d’altro, perché capiva che in Gesù c’erano allo stesso tempo potenza e amore. Il Signore restò meravigliato e dichiarò che neppure in Israele aveva trovato una fede così grande. E disse al centurione: “«Va’ e ti sia fatto come hai creduto». E il servitore fu guarito in quella stessa ora” (Matteo 8:13).
Gesù ammirò quell’uomo. La confessione che faceva della propria indegnità, la certezza che nel Signore c’era potenza e amore per rispondere a ciò che lo assillava, in una parola la sua fede, sono state ricompensate. Gesù gli disse: “Ti sia fatto come hai creduto”.
“La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei 11:1).

domenica 27 maggio 2018

27 maggio


Dov’è la via che guida al soggiorno della luce?
Giobbe 38:19

Gesù gli disse: “Io sono la via… nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Giovanni 14:6

Dopo la morte

Stavo osservando Paolo, un credente molto anziano che abita nel mio paese, salire a passi lenti verso la sua casetta nascosta in alto, nel bosco. Ho pensato: è una delle ultime volte che fa il suo solito percorso. Presto se ne andrà ben più lontano, salirà ben più in alto verso un’altra casa. Là, qualcuno lo aspetta.
Gli ultimi passi sono spesso difficili, ma quello che conta è giungere presso il Signore che vi ama e vi aspetta. La Bibbia ci dà pochi dettagli sul paradiso. Con la nostra intelligenza limitata non comprenderemmo che cos’è quel luogo dove, come scrisse l’apostolo Paolo, si odono “parole ineffabili che non è lecito all’uomo di pronunziare” (2 Corinzi 12:4). Ma ciò che rende felici i riscattati del Signore è pensare che essi saranno introdotti direttamente alla sua presenza: morire, per loro, è “partire dal corpo e abitare con il Signore” (2 Corinzi 5:8).
Lo stesso apostolo Paolo, riassumendo la sua vita sulla terra, dice: “Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Filippesi 1:21). Sarà in un batter d’occhio che avrà luogo la risurrezione dei corpi dei credenti deceduti (1 Corinzi 15:52), come pure la trasformazione di quelli viventi quando il Signore verrà a prenderli.
“Non siate tristi come gli altri che non hanno speranza” (1 Tessalonicesi 4:13), ma “consolatevi gli uni gli altri con queste parole” (4:18).

sabato 26 maggio 2018

26 maggio


Quando dici che non lo scorgi (Dio), la tua causa gli sta davanti; sappilo aspettare.
Giobbe 35:14
Carissimi, ora siamo figli di Dio… lo vedremo com’egli è.
1 Giovanni 3:2
Ogni occhio lo vedrà… e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui.
Apocalisse 1:7

Ogni occhio lo vedrà

Un giovane marinaio era continuamente deriso dall’equipaggio a causa della sua fede. Un giorno il capitano della nave salì sul ponte superiore e, con il binocolo, si mise a scrutare accuratamente l’orizzonte. Dopo una lunga osservazione, si volse verso i marinai incuriositi, e in tono ironico dichiarò: “Cerco Dio dappertutto e non lo trovo!” Tutti scoppiarono a ridere, salvo il giovane marinaio che, timidamente, rispose: “Non c’è da stupirsi, Signor capitano, perché Gesù ha detto: «I puri di cuore vedranno Dio»” (Matteo 5:8).
Il capitano incredulo, col suo binocolo, non ha visto Dio, il Dio Salvatore. Un giorno incontrerà il Dio giudice. Egli vedrà, seduto sul trono, Gesù, il Figlio al quale il Padre ha affidato tutto il giudizio (Giovanni 5:22). Dovrà rispondere della sua incredulità e la sua bocca sarà chiusa.
Ma noi credenti, molto tempo prima di questo momento del giudizio, saremo risuscitati o trasformati e, con dei corpi glorificati, lo vedremo com’Egli è (1 Giovanni 3:2). E saremo con lui per adorarlo in eterno.
Signor, ci porterai con te,
e finalmente ti vedremo.
Nel cielo, che felicità!
Te sempre loderemo.

venerdì 25 maggio 2018

25 maggio


Non adirarti a causa dei malvagi…
Confida nell’Eterno e fa’ il bene…
Trova la tua gioia nell’Eterno…
Riponi la tua sorte nell’Eterno…
Sta’ in silenzio davanti all’Eterno, e aspettalo.
Salmo 37: 1,3,4,5,7

Cinque consigli del Salmo 37

Non adirarti a causa dei malvagi”. Il male deve chiamarci in causa con forza, ma per essere denunciato, mai condiviso. Se ne siamo vittime, non deve creare in noi un sentimento di vendetta contro coloro che lo hanno compiuto; anzi, il Signore ci insegna a pregare per loro. Nutrire dell’amarezza chiuderebbe ogni possibilità di perdono. Confidiamo in Dio che saprà prendere in mano la nostra causa.
Confida nell’Eterno e fa’ il bene”. Questa fiducia in Dio ci impegna a praticare il bene. È tutta la vita di Cristo che si presenta a noi come modello, “egli è andato dappertutto facendo il bene” (Atti 10:38). Una fede profonda nel Signore ci porta ad imitarlo, per amore e non per interesse.
Trova la tua gioia nell’Eterno”. Impariamo a trovare la nostra gioia nel Signore Gesù. Leggiamo la sua Parola, così lo conosceremo meglio. La sua perfezione morale quando faceva il bene fra gli uomini, la sua sottomissione e la sua umiliazione alla croce ci legheranno a questa Persona, l’unica degna della nostra adorazione.
Riponi la tua sorte nell’Eterno”. Se abbiamo fiducia nel Signore, rimetteremo nelle sue mani tutta la nostra vita. Egli conosce i nostri bisogni, prega il Padre per noi e si occupa del nostro futuro.
Sta’ in silenzio davanti all’Eterno, e aspettalo”. A noi non piace aspettare. Dio non agisce né troppo presto né troppo tardi; Egli interviene sempre al momento giusto. Ascoltiamo il prezioso segreto che ci dà per poter gustare la sua pace: restare in silenzio davanti a lui, confidando nelle sue promesse.

giovedì 24 maggio 2018

24 maggio


Questo non è luogo di riposo, a causa della sua impurità (del peccato).
Michea 2:10

Cristo Gesù… con la sua venuta ha annunziato la pace a voi che eravate lontani.
Efesini 2:17

Riposo e pace

Nel mondo straziato dalla violenza e minato dalla corruzione, l’uomo non trova riposo. Tuttavia, nella sua grazia, Dio vuole dare riposo a tutti.
Il riposo della coscienza è dato a chi riconosce la propria colpevolezza davanti a Dio e accetta per fede la liberazione che Egli dona. “Noi crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore”; “giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio” (Romani 4:24; 5:1). Dopo la sua risurrezione Gesù disse ai suoi discepoli: “Pace a voi” (Giovanni 20:19). Egli ha “fatto la pace mediante il sangue della sua croce” (Colossesi 1:20).
In seguito è offerto ai credenti il riposo del cuore: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28).
Dio, non si limita a liberarci dai nostri peccati e dalla morte eterna che ne consegue, ma si occupa anche di tutta la nostra vita. Possiamo affidare a lui tutte le nostre preoccupazioni. Possiamo dire: “Solo in Dio trova riposo l’anima mia”? (Salmo 62:1).
Dopo aver creato i cieli e la terra, Dio si è riposato (Genesi 2:2) poiché tutto era molto buono. Ma l’uomo ha disubbidito e ha corrotto ogni cosa. Il riposo di Dio è stato turbato. Egli ha dovuto rimettersi a lavorare (Giovanni 5:17) per compiere un’opera dal prezzo infinito: la salvezza del peccatore. Ha dovuto dare il suo unico Figlio perché fosse il Salvatore del mondo. Il Signore Gesù ha perfettamente glorificato Dio. Egli ha fatto la purificazione dei peccati. Ma il riposo di Dio sarà perfetto solo quando tutti i riscattati del suo Figlio riempiranno la sua casa celeste.

mercoledì 23 maggio 2018

23 maggio


Tu fai ritornare i mortali in polvere, dicendo: “Ritornate, figli degli uomini”.
Salmo 90:3

Non c’è uomo che abbia potere sul vento per poterlo trattenere, o che abbia potere sul giorno della morte; non c’è congedo in tempo di guerra.
Ecclesiaste 8:8

Dà i tuoi ordini… perché stai per morire

Un grande capo di stato stava per morire. Doveva lasciare tutto: fortuna, autorità sul popolo, famiglia, amici. Era stato fatto di tutto per ritardarne la fine, e i medici più famosi non volevano riconoscersi impotenti. Non si voleva cedere. La confusione regnava: alcuni dicevano che era già morto, altri che era in coma profondo ma reversibile. Con apparecchiature molto sofisticate, si manteneva artificialmente qualche funzione vitale. Ma era sufficiente staccare il macchinario perché tutto fosse finito. Poi morì. E ora dove si trova?
Un tempo, al re Ezechia, all’apice della sua gloria, Dio disse: “Dà i tuoi ordini alla tua casa, perché sei un uomo morto” (Isaia 38:1). Senza dubbio è un privilegio essere avvertiti del giorno della morte perché si può mettere in ordine la propria vita. Ma il re Ezechia, lungi da esserne riconoscente, pregò, supplicò Dio di concedergli un rinvio. Così ottenne quindici anni aggiuntivi, che non impiegò sempre bene.
Alla morte, l’anima lascia il corpo. Come un vecchio involucro, il corpo si distrugge, ma l’anima è immortale. E dove va? Sono possibili due destinazioni: con Gesù, il Signore (Filippesi 1:23; 2 Corinzi 5:8) per chi ha messo la sua fiducia in Lui. Ma per chi l’ha rifiutato, per l’incredulo ha inizio un’eternità lontano da Dio: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36).

martedì 22 maggio 2018

22 maggio


Ma tu fermati, e ti farò udire la parola di Dio.
1 Samuele 9:27

Ascoltate e voi vivrete.
Isaia 55:3

Quindici giorni di riposo!

Questa decisione del medico può essere vissuta più o meno bene dal paziente. Per alcuni, essa significa una pausa salutare che permetterà di riprendersi e rimettersi in forza. Ma per altri, essere messi a riposo significa il vuoto. Si credevano indispensabili, ed ecco che per quindici giorni la vita professionale continuerà senza di loro!
Senza dubbio, un periodo di riposo è utile per ritrovare la salute compromessa. Ma non sarebbe opportuno approfittarne per cercare il contatto con Dio? La nostra vita talvolta può assomigliare a una fuga in avanti verso un avvenire che tuttavia temiamo. Sfuggire al vortice della vita moderna per riflettere sulla vita personale e sugli scopi perseguiti può essere molto vantaggioso.
Ancora più importante è approfittare di questo tempo per ascoltare. Non ascoltare le voci molteplici di questo mondo che spesso stordiscono e impediscono il raccoglimento, ma per ascoltare Dio che ancora oggi parla all’uomo. Quanto è necessario tenere conto di ciò che deve dirci! Nella Bibbia, Dio si rivolge personalmente a ciascuno di noi. Il suo messaggio è allo stesso tempo pieno d’amore e di verità. Se ci dichiara perduti e lontani da lui, Dio presenta Gesù Cristo come colui che guarisce e che salva completamente chi lo riceve. Con la sua morte, ha eliminato tutto ciò che ci separava da Dio. Ha “fatto la pace mediante il sangue della sua croce” (Colossesi 1:20).

lunedì 21 maggio 2018

21 maggio


Certo, l’uomo va e viene come un’ombra; certo, s’affanna per quel che è vanità.
Salmo 39:6

Andare e venire

Consideriamo l’uomo nelle sue molteplici occupazioni. Sembra di vederlo mentre si affanna ad andare e venire. E lo fa come un’ombra, fugace. La vita è breve. Essa è nulla paragonata all’eternità; abbiamo proprio poco tempo a disposizione e rischiamo di affannarci per ciò che è vanità. Ma in questo “andirivieni”, l’uomo non è solo; c’è qualcuno che lo scruta, ed è un nemico: “Il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1 Pietro 5:8). Oggi, sentendo parlare di diavolo, di peccato, molti sorridono. Eppure il male che caratterizza il mondo è la prova dell’esistenza di questo temibile nemico che si apposta cercando di afferrare l’uomo che “va e viene” con incessante frenesia.
Ma se l’uomo corre il rischio di essere “divorato” da questo avversario, c’è qualcun altro che col suo sguardo percorre la terra per fargli del bene: “L’Eterno percorre con lo sguardo tutta la terra per spiegare la sua forza in favore di quelli che hanno il cuore integro verso di lui” (2 Cronache 16:9).
Se non vogliamo finire nelle fauci di quel leone, lasciamoci trovare dal Signore, afferriamo l’occasione che Egli ci offre. Ascoltiamo il messaggio della grazia che giorno dopo giorno ci viene offerta, anche tramite le parole di questi foglietti. Non lasciamo passare il tempo, accettiamo il suo amore fin da giovani, senza aspettare di diventare vecchi perché allora forse scopriremo che non ci interessa più, e perché saremo ormai caduti nelle fauci di quel leone. Nel nostro “andirivieni” incrociamo lo sguardo amabile del Signore che ci sta cercando.

domenica 20 maggio 2018

20 maggio


Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.
1 Corinzi 9:25

Contrasti

Sul pannello dell’aereo in viaggio spicca l’immagine di un uomo nell’atto di paracadutarsi dalla cascata più alta del mondo. Non è finzione, ma realtà; un’impresa che è costata la vita a qualcuno. Abbassando lo sguardo sulla mia Bibbia aperta, leggo la storia di un altro uomo che rischia la vita. Ma non si lancia dall’alto di una cascata, di fronte a una folla di fotografi e di persone plaudenti; egli si trova in mezzo a una folla ostile e violenta che sta per lapidarlo.
Ho cercato di capire perché l’uomo ritratto nell’immagine ha rischiato la vita. Era l’ambizione di riuscire dove altri avevano fallito? Oppure la pura eccitazione di spingersi al limite estremo?
Non lo so. Ma so perché l’altro uomo, uno dei primi cristiani, di nome Stefano, era disposto ad affrontare l’ingiustizia e la morte. Non era un temerario né qualcuno a cui piaceva il brivido, ma un devoto seguace di Cristo che riteneva un privilegio morire come testimone del suo Signore e Salvatore.
Il paracadutista sopravvisse. Le macchine fotografiche fissarono il suo attimo di gloria e di trionfo. Stefano morì. Ma nel momento della morte i cieli si aprirono ed egli vide la gloria di Dio. La sua non fu l’eccitazione di un attimo, ma la gioia dell’eternità; alla fine, la gloria e l’amore di Cristo sostituivano l’odio degli uomini. La morte fisica lo fece entrare nella vita eterna, e la sconfitta fu inghiottita dalla vittoria.
Anche oggi molti cristiani affrontano circostanze rischiose pur di rimanere fedeli a Cristo. E noi, saremmo disposti ad affrontarle?

sabato 19 maggio 2018

19 maggio


Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati come una nuvola; torna a me, perché io ti ho riscattato.
Isaia 44:22

Spostando una virgola

Un prigioniero condannato a una lunga detenzione fece domanda di grazia al ministro competente, che inoltrò la richiesta al monarca regnante con la seguente nota: “Perdono impossibile, trattenere in prigione”.
Il re lesse la domanda di condono della pena con molta attenzione, poi prese la penna e, nella frase della nota, spostò la virgola indietro di una parola, in modo che si poteva leggere: “Perdono, impossibile trattenere in prigione” e aggiunse la parola “Approvato”. Il condannato fu quindi perdonato e liberato.
Probabilmente voi che leggete non vi trovate sotto un simile giudizio, ma siete tutti peccatori, come me, e di conseguenza colpevoli davanti a Dio. Non è possibile alcun appello contro il verdetto di Dio: tutti hanno peccato. Il mondo intero è colpevole davanti a Lui (cfr. Romani 3:10,19). Ma ecco una notizia meravigliosa: possiamo essere “giustificati gratuitamente, per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù… mediante la fede” (Romani 3:24-25).
Il re aveva spostato la virgola. Quell’uomo fu perdonato, ma non giustificato. Rendendoci giusti, Dio ha fatto molto di più. Concederci la grazia gli è costato un prezzo immenso: ha dato il suo Figlio che, portando la colpa dei nostri peccati, ha sofferto sotto il giudizio di Dio. La giustizia di Dio è stata soddisfatta e chi crede è salvato: “Il sangue di Gesù… ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7).

venerdì 18 maggio 2018

18 maggio


“Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo”.
Genesi 22:12

La vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.
1 Pietro 1:7

La prova della fede di Abraamo (2)

Che prova per Abraamo! Dio gli chiede di offrirgli suo figlio! Ma se Dio prova la sua fede, lo fa con lo scopo di fortificarla e anche di metterla in evidenza. Abraamo ha avuto una fede totale in Dio. Egli confidava in lui fino in fondo, e sapeva che Dio era in grado di risuscitare Isacco qualora lo avesse sacrificato (Ebrei 11:19).
Qualche anno prima, Dio gli aveva dato quel figlio quando ormai sia lui che sua moglie erano troppo anziani per avere un bambino. Isacco era un dono di Dio, ma quando Dio gli chiede di offrirglielo, Abraamo non si sofferma sul dono, per grande che sia; egli guarda al Donatore, cioè a Dio stesso. Allora, Abraamo aveva creduto alla promessa di Dio: avrebbe avuto un figlio che diventerà il capostipite di una numerosa discendenza. E quando la promessa si è compiuta, e il figlio è là, egli deve rinunciare a lui e alla sua discendenza! Abraamo non si ribella, accetta questo per fede; e, in cambio, Dio lo ricolma rendendogli il figlio diletto.
Se Abraamo ha una tale fiducia, è perché sa staccarsi da tutto ciò che non è Dio. Questo non significa che non ami Isacco, ma per lui al primo posto c’era la volontà di Dio.
La fede di Abraamo è stata dimostrata dalla sua ubbidienza (Giacomo 2:21). Anche noi, se abbiamo dichiarato di credere al Signore Gesù, dovremo dimostrare con l’ubbidienza la realtà della nostra fede. Spesso le prove dei credenti hanno in vista proprio questo risultato.

giovedì 17 maggio 2018

17 maggio


Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Giovanni 3:16

Dio… non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti.
Romani 8:32

La prova della fede di Abraamo (1)

È sempre con emozione che leggo queste parole della Bibbia: “Dio mise alla prova Abraamo e gli disse: «Abraamo!» Egli rispose: «Eccomi». E Dio disse: «Prendi ora tuo figlio, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e va’ nel paese di Moria, e offrilo là»” (Genesi 22:1-2).
Queste parole giustificano forse il sacrificio di esseri umani? Assolutamente no, poiché tutta la Bibbia lo condanna fermamente. Nel caso di Abraamo, poi, Dio gli disse al momento giusto: “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male…” (v. 12).
Allora, qual è il significato di quell’avvenimento? Fu una prova per la fede di Abraamo, e anche un’immagine sorprendente del sacrificio di Cristo. Chi è il Figlio unico, colui che il Padre ama, se non il Signore Gesù? Lui è stato il sacrificio, lui è “l’Agnello di Dio” (Giovanni 1:29).
L’ubbidienza di Isacco ricorda quella di Gesù: “Non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi” (Marco 14:36). Ma a differenza di Isacco che si è semplicemente sottomesso, Gesù si è presentato volontariamente a Dio dicendo: “Ecco, vengo per fare la tua volontà” (Ebrei 10:9).
A differenza di Isacco che non sapeva ciò che suo padre stava per fare, ci è detto del Signore: “Gesù, ben sapendo tutto quello che stava per accadergli, uscì” (Giovanni 18:4).
In contrasto con il grido dell’angelo che fermò la mano di Abraamo, nessuna voce si fece udire per interrompere il giudizio che doveva colpire il Figlio di Dio. Isacco è come se fosse risuscitato; ma Cristo è risuscitato realmente, e noi siamo al beneficio della sua risurrezione.

mercoledì 16 maggio 2018

16 maggio


Dio… per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati).
Efesini 2:4-5

… perdonandoci tutti i nostri peccati.
Colossesi 2:13

Galleria dei ritratti

Se visitate un vecchio castello, non stupitevi di vedere fin dall’ingresso dei quadri imponenti che ritraggono i proprietari, i benefattori, gli antenati o altri personaggi celebri che ne hanno fatto la gloria. Sono stati dipinti in un’epoca in cui non esistevano le fotografie. Ognuno di loro risplende nei suoi abiti di festa e in un dipinto adeguato alla sua grandezza! Dai tratti spesso severi non traspare se quei personaggi furono felici oppure no, buoni o malvagi. In ogni caso, la loro gloria fu effimera, la maggior parte di loro è dimenticata. Sono tutti morti. E dove si trovano adesso?
La Bibbia (Ebrei 11) contiene una “galleria dei ritratti” di persone che, deboli, umili, senza apparenza, si sono affidate a Dio. Il loro nome non sarà mai dimenticato. Fra di loro troviamo Abele, Noè, Abraamo e sua moglie Sara, Mosè, Raab (la prostituta), Gedeone, Samuele, Davide, e molti altri che hanno sofferto, sono stati maltrattati per la loro fede. Erano forse più santi di altri per figurare nella lista di coloro che hanno onorato Dio? No, ma ognuno di loro si è affidato a Dio in mezzo alle prove e alle difficoltà. In ogni caso non saranno dei ritratti ad ornare la casa celeste, ma degli esseri viventi, la numerosissima famiglia di Dio, tutti testimoni della Sua grazia. Riscattati, perdonati, resi giusti dal sangue di Gesù Cristo. Soltanto loro indosseranno il giusto abbigliamento: vesti di gloria, tutte differenti, ma tutte simili a quelle del loro Signore.

martedì 15 maggio 2018

15 maggio


Beato l’uomo… il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, il cui fogliame non appassisce: e tutto quello che fa prospererà.
Salmo 1:1-3

Le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore.
Geremia 15:16

Leggiamo la Bibbia

Alcune sere fa si è interrotta l’erogazione della corrente; ho dovuto servirmi di una torcia elettrica, e muovendomi ho urtato contro alcune sedie. Alla fine, con la torcia che mi faceva luce, ho potuto raggiungere l’interruttore generale.
Mi sono ricordato delle parole del Salmo: “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (119:105). La Bibbia è la guida indispensabile per la nostra vita quotidiana, per consigliarci nei dettagli delle nostre giornate come pure nelle scelte importanti. In tutte le vicende della vita, la Parola di Dio ci insegnerà e ci condurrà “per sentieri di giustizia” (Salmo 23:3).
È importante leggere la Bibbia tutti i giorni. Ma a volte ci accade di farlo senza trarne beneficio. Per quale motivo? Forse a causa del modo in cui la leggiamo. Le parole dell’angelo al profeta Daniele ci danno un esempio istruttivo: “Non temere, Daniele, poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di capire e d’umiliarti davanti al tuo Dio, le tue parole sono state udite” (Daniele 10:12). “Mettersi in cuore di capire” è ben più di una lettura rapida e superficiale. Umiliarsi, è riconoscere le proprie mancanze e i propri limiti; significa anche sentirsi piccoli davanti alla grandezza della Parola di Dio.
Daniele ha pregato. La Bibbia può essere letta solo mettendosi in preghiera, per domandare a Dio di capirla e di viverla. Impegniamoci a riservare, ogni giorno, un momento per la preghiera e per la lettura della Parola di Dio.

lunedì 14 maggio 2018

14 maggio


Siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
Efesini 2:10

“Che fai qui? Da dove vieni?”

Queste domande scuotono un uomo che sta dormendo. Si tratta del profeta Giona. Egli dorme in fondo alla nave che lo conduce a Tarsis. Forse laggiù potrà sfuggire allo sguardo di Dio. Ma come sottrarsi alla conoscenza perfetta del Dio cieli?
Giona aveva ricevuto da Dio una missione particolare: portare agli abitanti di Ninive un avvertimento solenne: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta” (Giona 3:4). Il Dio misericordioso voleva avvertire i Niniviti prima che fossero colpiti dal giudizio, perché si pentissero e potessero essere perdonati.
Giona l’aveva capito molto bene, ma per egoismo non voleva ammettere che il perdono potesse essere accordato a una nazione pagana, e scelse di fuggire. Dio lo vede in fondo alla nave, e per condurlo al pentimento si serve dei marinai pagani; si direbbe voglia far vergognare il suo profeta disubbidiente!
Nella nostra vita, non ci sono talvolta delle fughe motivate dal desiderio di sfuggire alle nostre responsabilità? Non vorremmo a volte sottrarci a certi compiti? Le buone ragioni a cui facciamo appello tradiscono la nostra cattiva coscienza. Ma la voce divina si rivolge a ciascuno personalmente: “Che fai qui? Da dove vieni?” Il Signore pone sulla nostra strada numerose occasioni per essere dei suoi testimoni. Non seguiamo l’esempio di Giona, ma diciamo piuttosto come il profeta Isaia: “Eccomi, manda me” (6:8).

domenica 13 maggio 2018

13 maggio

Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità.
Giacomo 3:5-6

La nostra lingua: un fuoco!

Lungo una meravigliosa strada boscosa in Canada, su un cartellone si possono leggere queste parole: “Le persone sbadate causano l’80% degli incendi”. Considerando l’impressionante perdita di foreste intere con la loro fauna, e anche di vite umane, che un fiammifero può causare, ci chiediamo come certe persone possano essere tanto incaute.
Così possiamo capire le implicazioni del paragone biblico fra il fuoco e la lingua. Se non è sempre facile calcolare i danni prodotti da un incendio, è ancor più difficile calcolare quelli causati da una lingua senza il dovuto controllo. Reputazione, amicizia, rispetto, testimonianze di Dio in mezzo agli uomini, vengono “carbonizzati” dall’attacco di questo piccolo membro che “è un male continuo”.
Nessun uomo può domare la lingua, ma Dio può farlo. Egli, non solo la neutralizza, ma la trasforma in uno strumento per la sua lode. Desideroso di una tale trasformazione, il compositore del Salmo 51 pregò così: “Signore, apri tu le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode” (v. 15). Inoltre Dio trasforma la lingua in uno strumento di benedizione per gli altri. Così ci istruisce nella sua Parola: “Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo… Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:25,29).
Che il modo con cui usiamo la nostra lingua possa dimostrare che apparteniamo a Cristo!  

sabato 12 maggio 2018

12 maggio


Guarisci l’anima mia, perché ho peccato contro di te.
Salmo 41:4

Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
Isaia 53:5

Non voleva essere guarito

L’uomo che vedevo sdraiato in terra, vicino a un portone del centro storico della città, chiedeva l’elemosina. Quando passava un turista, con una mano scopriva una gamba e metteva in evidenza una piaga purulenta, con l’altra chiedeva l’elemosina. Bisognava curare quella piaga! All’ospedale che si trovava proprio di fronte, avrebbe potuto ricevere tutte le cure necessarie. Un amico del luogo mi ha spiegato che quell’uomo era lì tutti i giorni e che non voleva curarsi, perché con la sua ferita si guadagnava da vivere.
Supponi che Gesù ti chieda: “La tua anima, il tuo spirito, il tuo corpo hanno bisogno di guarigione; vuoi essere guarito?”, gli risponderesti: “Non ho bisogno di te” oppure: “Guarisci la mia anima perché ho peccato contro te”?
Dopo aver udito questa diagnosi di Dio sul proprio stato, “tutto il capo è malato, tutto il cuore è languente… dalla pianta del piede fino alla testa non c’è nulla di sano” (Isaia 1:5-6), l’uomo spesso si ribella, cerca dei colpevoli al di fuori di se stesso, accusa Dio: “Perché la sofferenza? Perché la malattia? Perché la morte?” Dio non risponde a queste domande, ma ha mandato suo Figlio per guarire il malato, perdonare il colpevole: Lui ha subìto la punizione che ogni essere umano meritava, ha sopportato tutto al suo posto, l’ira divina, la condanna; ha pagato il suo riscatto per dargli la libertà, la pace del cuore e della coscienza: “mediante le sue lividure noi siamo stati guariti”.

venerdì 11 maggio 2018

11 maggio


Esaminate ogni cosa e ritenete il bene.
1 Tessalonicesi 5:21

La parola della predicazione di Dio, voi l’accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete.
1 Tessalonicesi 2:13

Campanello d’allarme

Vi sentite attratti dal sovrannaturale? I vostri bambini leggono volentieri libri di maghi? Vi interessano giochi che hanno a che fare con l’occulto, l’astrologia, i fenomeni paranormali? Attenzione! Vogliamo mettervi in guardia contro queste cose che potrebbero sembrare inoffensive, ma che non sono altro che una trappola del nemico per sedurre e trascinare lontano da Dio. Satana, il mentitore, si oppone in tutti i modi possibili alla Bibbia, la Parola di Dio. Cerca di mescolare ad essa i pensieri umani, di manipolare le menti con ragionamenti ingannevoli per indebolirne la potenza.
Tutto ciò che è spirituale o religioso non ha necessariamente la sua sorgente in Dio. I chioschi dei giornali, le librerie, internet, mettono facilmente questi argomenti sotto gli occhi dei lettori. Certe opere, che hanno una buona apparenza perché sembrano basate su testi biblici, trascinano verso l’occultismo. I giovani vi sono esposti in modo particolare. Invitiamo anche i genitori cristiani a raddoppiare l’attenzione e ad esaminare attentamente ciò che passa fra le mani dei loro figli.
La protezione migliore è senza dubbio la lettura della Bibbia, poiché essa è “la spada dello Spirito” (Efesini 6:17). Essa sola può formare i nostri pensieri, istruirci nella verità, guidarci nel retto cammino. Come fece il Signore Gesù quando era sulla terra, possiamo anche noi resistere al diavolo dicendo: “Sta scritto…”, cioè citando, meglio se ad alta voce, un versetto della Bibbia.

giovedì 10 maggio 2018

10 maggio


(Gesù disse:) “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”.
Giovanni 5:24

Dio… ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano.
Atti 17:30

Dormire tranquilli

Gli uomini credevano di essersi liberati di Gesù; lo avevano crocifisso e, dopo averlo sepolto, avevano sigillato la pietra che chiudeva il sepolcro. Di Lui non si sarebbe mai più parlato! Ma Dio ha risuscitato suo Figlio e lo ha elevato al cielo. Dopo averlo glorificato alla sua destra, lo ha anche stabilito giudice dei vivi e dei morti (Atti 10:42). A Lui ha affidato il giudizio che eseguirà su coloro che non avranno ubbidito all’ordine divino di pentirsi e di credere.
Grazie alla pazienza di Dio, questa possibilità è ancora offerta, ma non sarà così per sempre; bisogna approfittarne subito. Noi non possiamo essere salvati senza pentirci, cioè senza riconoscerci colpevoli davanti a Dio. Se siamo convinti di meritare il suo giusto giudizio, non ci resta che credere alla buona notizia (questo è il significato della parola “Evangelo”) che il Signore Gesù ha patito questo giudizio al nostro posto sulla croce del Calvario, e il suo sangue sparso ci assicura il perdono di Dio.
Cristo apparirà “sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” (Matteo 24:30). Davanti a una verità così solenne, come dormire tranquilli se non si è ancora deciso di pentirsi e di credere? Se non credete che Egli è il vostro Salvatore, un giorno sarete obbligati ad incontrarlo come Giudice. Oggi è ancora tempo di grazia, e Gesù dice: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37).

mercoledì 9 maggio 2018

9 maggio


La Parola era Dio… In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini… La luce splende nelle tenebre.
Giovanni 1:4-5

La casa in ombra

L’abitazione era confortevole, circondata da un vasto terreno, con un bel giardino curato. La vista era magnifica, sulla vallata e sul versante opposto, inondati di sole. Tuttavia la casa in questione restava in ombra, il sole vi arrivava un po’ solo durante il solstizio estivo.
Forse anche voi siete di coloro che sanno che Dio esiste, che è il creatore di questa magnifica natura, creatore dell’uomo con il suo cuore, la sua coscienza, quell’insieme di pensieri che ci aiutano a comprendere che procediamo da Dio, che siamo stati creati a sua immagine. Forse siete stati sensibili all’amore di Dio, conosciuto dal racconto dei Vangeli, e avete percepito questo amore nelle parole e nella condotta dei credenti coerenti con la loro fede.
Perché vorreste continuare a rimanere nell’ombra, cioè indifferenti, insensibili a questa irradiazione dell’amore divino? Perché temere l’impatto diretto di questa luce sulle vostre tenebre? Non restate a guardare da lontano questa luce divina. Là dove tutto è destinato a morire, essa porta la vita. Leggete la Bibbia; il suo messaggio conduce alla piena luce.
“Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Giovanni 3:16-17). Gesù disse: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8:12).

martedì 8 maggio 2018

8 maggio


Per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte… Per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori.
Romani 5: 12,19

O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo.
Salmo 51:10

Da dove viene il male?

La Bibbia ci insegna che cos’è il male. Essa ne descrive le caratteristiche, lo constata, lo denuncia in tutta la sua bruttura perché ne abbiamo orrore.
La storia che essa racconta sull’umanità è buia e triste proprio a causa del male, del peccato. Per il nostro bene, Dio ha voluto che ci rendessimo conto della miseria nella quale siamo caduti. Le narrazioni bibliche, benché scritte con sobrietà e ritegno, ci mostrano la malvagità del cuore umano.
La Bibbia ci dice che il male ha avuto origine in angelo ribelle, Satana. Poi ci dice che il male è un elemento introdotto nell’uomo dalla disubbidienza iniziale a Dio, e che si trasmette di padre in figlio perché, a partire da Adamo, fa parte della nostra condizione umana.
Questo è ciò che la Bibbia chiama “il peccato”, e le azioni che produce sono “i peccati”; ma non confonde l’istinto al male con le azioni; tiene i due concetti separati. Gesù spiega chiaramente che “dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni” (Matteo 15:19).
Ma la Bibbia non si ferma a questa constatazione. Essa ci presenta Gesù Cristo, colui che ha regolato la questione del peccato per mezzo del suo sacrificio espiatorio, e che dà a chiunque crede in Lui un cuore nuovo e puro. Lettori, lo avete ricevuto?

lunedì 7 maggio 2018

7 maggio


Non c’è nessun giusto, neppure uno… Tutti hanno peccato.
Romani 3: 10,23

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani 6:23

Beniamino non ha mai compiuto dieci anni

Beniamino aveva da poco compiuto nove anni quando morì di Aids. Era troppo giovane per morire, ed è veramente ingiusto soffrire come lui ha sofferto. Ma cosa aveva fatto per contrarre quella terribile malattia? Beniamino era emofiliaco. Il suo sangue non si coagulava normalmente e, anche per una piccola ferita, perdeva tanto sangue da avere bisogno di una trasfusione. Era vissuto in un’epoca in cui si ignorava l’esistenza di quel morbo che oggi colpisce milioni di persone, e quindi non si facevano controlli specifici.
Quel terribile flagello ci fa pensare al peccato che raggiunge l’umanità intera. Adamo ed Eva hanno peccato, nel giardino di Eden, moltissimo tempo fa. E da allora, il peccato, come una malattia ereditaria, si è trasmesso a tutti gli uomini e ha portato la morte. A causa del peccato di un solo uomo, noi moriamo. Lettore, forse tu accuserai Adamo: “Ah! se lui non avesse disubbidito a Dio!” Ma tu, non hai mai fatto delle cose che la coscienza ti rimprovera? Allora, anche tu sei colpevole!
Se oggi siamo ancora lontani da una soluzione per sconfiggere definitivamente l’Aids, Dio ha dato una soluzione per togliere il peccato, per dare la vita eterna a coloro che sono destinati alla morte, sotto la schiavitù dei loro peccati. È un dono, pagato molto caro da Gesù Cristo, che ha accettato di subire la punizione dei peccati di chi crede in lui. Così Dio è giusto quando perdona i peccati di coloro che hanno fede nell’opera del Signore Gesù.

domenica 6 maggio 2018

6 maggio


Lamec prese due mogli… Lamec disse alle sue mogli: “…Ascoltate la mia voce… porgete orecchio al mio dire! Sì, io ho ucciso un uomo perché mi ha ferito, e un giovane perché mi ha contuso”.
Genesi 4: 19,23

Lamec

Possiamo trarre qualche lezione dalla vita di quest’uomo, anche se è vissuto tanto tempo fa. Sono passati migliaia di anni, ma per le azioni che compì potrebbe collocarsi nella nostra epoca. La Bibbia è sempre attuale.
Lamec era un discendente di Caino, il primo omicida. Era totalmente indipendente e non pensava a Dio, ma seguiva le proprie regole – proprio come tante persone oggi! Fu un uomo violento, e trasgredì il principio stabilito da Dio in relazione al matrimonio: per quanto ne sappiamo, fu il primo a diventare bigamo. Dio osservò in silenzio, ma non mancò di registrare l’azione di Lamec. Il silenzio di Dio non significa approvazione!
Lamec era un uomo irascibile. Non tollerava contrarietà: quando fu ferito reagì, e il suo oppositore fu da lui ucciso. Poi addirittura se ne vantò davanti alle mogli esaltando la propria violenza. E Dio continuò a rimanere in silenzio.
Sul momento non ci fu punizione, non successe nulla di grave. Tutto continuava normalmente: la gente mangiava, beveva e si sposava, come prima. Poi, senza preavviso, venne il diluvio – e, insieme a tutta la razza umana, la famiglia di Lamec perì. Solo la famiglia di Noè, rifugiatosi sull’arca che Dio gli aveva detto di costruire, fu salvata.
Riflettiamo sulla storia di Lamec e facciamo tesoro del serio avvertimento che Dio vuole darci.