Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

venerdì 30 novembre 2018

30 novembre


Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Romani 12:3

Che opinione abbiamo di noi stessi?

Nelle scuole e nelle università gli studenti vengono aiutati ad analizzare le loro competenze e a conoscere i loro punti di forza, per poi farli valere nei futuri colloqui di lavoro. Questa pratica è sicuramente utile nel contesto attuale dove è difficile trovare un impiego.
Per quanto riguarda l’ambito spirituale, invece, il credente deve stare attento all’insegnamento che la Parola di Dio gli dà riguardo a se stesso. L’apostolo Paolo, che ci esorta ad avere un concetto sobrio di noi stessi, ci ha lasciato il suo esempio: “Io sono il minimo degli apostoli – dice – e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio. Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me” (1 Corinzi 15:9-10). Paolo non si sottovalutava, ma era cosciente che, se era quello che era, lo doveva unicamente alla grazia di Dio. Diceva ancora: “Di me stesso non mi vanterò se non delle mie debolezze…, affinché la potenza di Cristo riposi su di me” (leggere 2 Corinzi 12:5-9). Nella misura in cui ci dimentichiamo di noi stessi per lasciare il primo posto al Signore possiamo essere utili nel compiere del lavoro per lui. Non perdiamo il nostro tempo a valorizzare noi stessi e impegniamoci piuttosto a servirlo con umiltà.

giovedì 29 novembre 2018

29 novembre

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno.
Salmo 14:3

A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio.
Giovanni 1:12

Fraternità umana

Le strofe de “l’Inno alla gioia” del poeta tedesco Schiller, alle quali Beethoven ha adattato un brano di una delle sue più belle sinfonie, celebrano la fraternità fra tutti gli uomini nella gioia universale.
Non si può negare la nobiltà di quegli appelli volti a porre rimedio al male che imperversa nel mondo; non c’è più bel sogno di quello di vedere concretizzarsi un giorno, per effetto della buona volontà di ognuno, una società in cui tutti si sentono fratelli e si trattano come tali.
Un bel sogno, appunto, ma la realtà ci riserva un brusco risveglio! Il mondo in cui viviamo si dibatte nella confusione e nelle guerre incessanti che portano miseria e sofferenza. La fratellanza tra gli uomini appare come un’utopia, e il vecchio detto latino “l’uomo è un lupo per l’uomo” rimane più che mai attuale.
In questo caos morale, solo la Bibbia ci può servire da guida. Non si può cambiare la società se non si cambia l’uomo. E l’uomo lo può cambiare soltanto Dio, se c’è ubbidienza alla sua Parola, rispetto per la sua Persona e soprattutto fede nel sacrificio espiatorio di Gesù Cristo. Egli, prendendo su di sé i peccati di coloro che glieli confessano e che accettano di credere in lui, ha fatto in modo che Dio possa perdonarli e salvarli. I credenti sono degli esseri nuovi, con la mente rinnovata (Romani 12:2), e l’amore di Dio è versato nei loro cuori mediante lo Spirito Santo (Romani 5:5). I credenti sono tutti fratelli perché tutti “figli di Dio” (Giovanni 1:12).
Ecco la vera e indissolubile fraternità, che il mondo senza Dio cerca di raggiungere ma non arriverà mai ad ottenere.

mercoledì 28 novembre 2018

28 novembre


Sia benedetto il Signore!… Il Dio della nostra salvezza.
Salmo 68:19

Sia benedetto eternamente il nome di Dio.
Daniele 2:20

Benedici, anima mia, l’Eterno; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome.

Salmo 103:1


“Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo”

Tre volte nella Sacra Scrittura troviamo questa esclamazione che sale come un ringraziamento e una lode a Dio.
1. In Efesini 1:3: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo” Perché siamo benedetti? Perché siamo uniti a Cristo che è nel cielo; per questo lodiamo il nostro Dio.
2. In 1 Pietro 1:3 : “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva”. Qui il credente è visto sulla terra come pellegrino e uno straniero; tutte le promesse di Dio per lui sono future. Come non ringraziarlo? Dio è fedele e per chi crede è pronta la sua casa nel cielo dove il Signore Gesù ha preparato un posto per ognuno dei suoi.
3° In 2 Corinzi 1:3-4: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola… affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione”.
Se sopraggiunge la prova posso lo stesso ingraziare Dio perché Egli mi riempie della sua pace in mezzo a tutto ciò che mi affligge e mi rende capace di consolare altre persone che sono nella medesima sofferenza.

martedì 27 novembre 2018

27 novembre


 (Dio) ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti.
Atti 17:31

… affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio.
Filippesi 2:10

Un mondo unito o il nulla

Sapete che Gesù Cristo è destinato a regnare sul mondo intero? Il suo nome non compare nella lista delle celebrità dei nostri giorni, eppure è lui che domina la storia dell’umanità.
A meno di improbabili cambiamenti radicali nei comportamenti, nella politica, nella morale, l’umanità corre fatalmente verso delle calamità che intaccheranno gli equilibri naturali e la stessa sopravvivenza. Einstein, dopo il lancio della bomba atomica, disse: “O un mondo unito, oppure il nulla”. Le profezie della Bibbia ci dicono che in un prossimo futuro sorgerà nei paesi occidentali un terribile dittatore che sarà acclamato dal mondo intero, ma che ben presto getterà la maschera delle buone intenzioni e rivelerà le origini sataniche delle sue idee e dei suoi metodi. Questo dittatore vorrà dominare sui corpi e sulle anime degli uomini, aiutato da un capo religioso, “l’Anticristo”, che con l’aiuto di Satana compirà grandi miracoli per sedurre gli abitanti della terra.
La Bibbia dice che «quando diranno: “Pace e sicurezza”, allora una rovina improvvisa verrà 
loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno» (1 Tessalonicesi 5:3).
Ma ecco che dopo quei giudizi inizierà il meraviglioso regno di giustizia che Gesù Cristo stabilirà sulla terra per mille anni. Sarà un’epoca di grandi benedizioni per l’umanità e per tutta la creazione. Oggi noi credenti siamo gli ambasciatori di quel Re, e invitiamo i nostri contemporanei a confidare in Lui prima che vengano quei tempi difficili, e ad accettare la salvezza che, nella sua grazia, Dio offre ancora a tutti gli uomini.

lunedì 26 novembre 2018

26 novembre


(Dio) dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini… affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo.
Atti 17:25-28

L’aria che salva

Qual è la causa più frequente dei gravi incidenti nelle industrie chimiche? Subito si pensa alle esplosioni, agl’incendi o alle fughe di gas tossici, ma gl’incidenti mortali sono molto spesso causati dall’azoto. Eppure questo gas, totalmente inodore, incolore ed inerte, costituisce per circa l’80% l’aria che respiriamo, ma nell’aria è totalmente inoffensivo. Le industrie chimiche si proteggono contro gli incendi usando l’azoto come gas inerte. L’azoto viene anche utilizzato per produrre delle temperature molto basse. Ma quando la quantità di azoto in un ambiente chiuso supera una certa soglia si verificano gravi incidenti.
Come per il buon funzionamento del nostro organismo abbiamo bisogno di aria non inquinata, così per lo sviluppo del nostro spirito e della nostra anima abbiamo bisogno di vivere una relazione permanente con Dio. La peggiore delle condizioni è quella in cui non ci si rende conto di questa necessità finendo per morire asfissiati in un’esistenza senza Dio. La Bibbia ci dice che “il salario del peccato è la morte”, la quale è fondamentalmente la mancanza di relazione con Dio, ma poi aggiunge: “Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).
Ricevere la vita eterna è molto semplice, è come respirare dell’aria pura; basta un atto di umiltà e di fede sincera; per il resto ci ha pensato Dio!

domenica 25 novembre 2018

25 novembre

Dio parla una volta, e anche due, ma l'uomo non ci bada.
Giobbe 33:14

Tu sei per loro come la canzone d'amore di uno che ha una bella voce e sa suonare bene; essi ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica.
Ezechiele 33:32

Rumore nefasto

Al tempo dell’intolleranza religiosa, dove i roghi bruciavano in diversi paesi d’Europa, a volte si utilizzava il rullare dei tamburi per coprire la voce dei martiri che venivano arsi vivi per la loro fede in Gesù Cristo. Si temeva che la loro ultima testimonianza fosse udita da quelli che assistevano al loro supplizio.
Molte persone soffocano volontariamente la voce della loro coscienza con i rumori e l’agitazione del mondo. Nel turbinio degli impegni e delle distrazioni, molti restano sordi agli appelli della grazia di Dio. Ciononostante, il Signore li ama e li vuole strappare alla perdizione eterna, li vuole distogliere dal loro degrado morale o dalla loro indifferenza. Vuole consigliarli, vuole far loro gustare una vita sana, retta, pura e gioiosa. Ed è lì, a portata di mano! Ma troppi altri rumori ci avvolgono, e molti sono talmente distratti che non possono udire la voce del Signore. È forse per questo che qualche volta Dio è obbligato a parlare in maniera molto forte, per mezzo di eventi spaventosi.
Non cerchiamo di coprire la voce di Colui che, per pura grazia, ci offre il perdono e la pace del cuore e della coscienza. Crediamo a Gesù Cristo. Usciamo dal caos quotidiano delle nostre vite e ascoltiamo questo appello così importante: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 3:15).

sabato 24 novembre 2018

24 novembre

Venite, perché tutto è già pronto.

Luca 14:17


La parola della predicazione di Dio, voi l’accettaste non come parola d’uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio.
1 Tessalonicesi 2:13

Come convalidare l’assegno?

Ho appena ricevuto un assegno e tranquillamente vado a versarlo in banca perché l’importo sia accreditato sul mio conto. L’impiegato allo sportello esamina l’assegno: è compilato correttamente e regolarmente firmato, eppure con un rapido gesto lo volta e me lo porge, dicendo: “Deve girarlo”. Infatti, bisogna che sia firmato sul retro perché possa essere versato.
Questo mi ha fatto pensare a ciò che il mio Salvatore ha fatto per me. Per la mia salvezza è stato compiuto tutto; Gesù non è sceso dalla croce prima di aver pronunciato le parole: “È compiuto” (Giovanni 19:30), e Dio stesso ha dimostrato la propria completa soddisfazione risuscitandolo dai morti.
Ciò vuole forse dire che tutti gli uomini saranno salvati? Purtroppo no. Tutti sono invitati, ma molti rifiutano l’invito. L’assegno è compilato correttamente: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16), ma bisogna che ognuno vi apponga la propria firma, vale a dire che creda in colui che l’ha compilato e nella cifra che è scritta. Bisogna che con la tua “firma”, con la tua personale accettazione, tu riconosca umilmente che sei uno di quei “chiunque” che credono nel sacrificio di Cristo e che, di conseguenza, possiedono la vita eterna.
Caro lettore, ancora oggi l’offerta della vita eterna ti viene proposta; non lasciarla scadere.  Firma l’assegno, versalo sul tuo conto. Le benedizioni di Dio saranno tue per sempre.

venerdì 23 novembre 2018

23 novembre


Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.
Giovanni 11:25

Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore.
Apocalisse 14:13

Prima risusciteranno i morti in Cristo… (per essere) sempre con il Signore.
1 Tessalonicesi 4:16-17

Vivere o morire?

Davanti al tetro e inevitabile epilogo di questa vita terrena, la maggior parte dei cuori increduli si ribella. L’uomo sente di non essere stato creato per morire e che la morte è un controsenso. La sua intelligenza e il suo cuore aspirano non solo alla sopravvivenza, ma ad una vita migliore di quella terrena. Ma dove trovare la certezza che questa vita esiste? E quali sono le condizioni per poter vivere una vita che trionfi per sempre sulla sofferenza e sulla morte?
Nessun filosofo, né dell’antichità né dei tempi moderni, nessun moralista e nessun fondatore di religione ha mai potuto dare una risposta. Così molti si rassegnano a questa tenebrosa prospettiva: “dopo la morte è tutto finito”. No. Dopo la morte c’è un’altra vita! Se il nostro corpo deve finire il suo percorso nella polvere della terra, la nostra anima, che porta per sempre in sé l’impronta della sua origine divina, ha sete di vita eterna, e solo Cristo soddisfa questa sete. È lui che ci rivela la via che porta alla vita eterna.
La mattina di Pasqua, la tomba dove era stato posto il suo corpo tolto dalla croce, era vuota! Confucio è morto, Budda è morto, Maometto è morto… Cristo è il solo che ha vinto la morte. La sua risurrezione è garanzia di vita eterna per tutti quelli che credono in lui, coloro che su questa terra avranno accettato di essere purificati dai loro peccati per mezzo del Suo sangue. Per gli altri non resta che il giudizio. Quanto è importante accogliere, senza tardare, il Signore Gesù Cristo come salvatore, per condividere un giorno l’immenso privilegio della sua gloriosa risurrezione!

giovedì 22 novembre 2018

22 novembre


Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Ebrei 1:1-2

Ascoltate e voi vivrete.
Isaia 55:3

C’è un messaggio per te

Di solito prestiamo tutti molta attenzione ai messaggi che riceviamo attraverso i diversi mezzi di comunicazione (SMS, telefono, internet) se non altro per conoscere chi è che ci ha chiamati. Possiamo allora rifiutarci di ascoltare ciò che Dio vuole dirci? Forse ti chiederai: Come fa Dio a parlarci? E cosa bisogna fare per ascoltare un Dio che non vediamo? Ebbene, la Bibbia risponde in maniera esauriente a queste domande, perché è la “Parola di Dio”. Essa ci insegna che Dio, il nostro Creatore che è Spirito (Giovanni 4:24), ha parlato all’uomo (Deuteronomio 5:24) direttamente o attraverso i suoi portavoce come i profeti. Egli ha fatto sapere che riguardo a noi esseri umani ha dei “pensieri di pace e non di male” (Geremia 29:11); ma quanto poche sono le persone che hanno ascoltato e ricevuto il suo messaggio!
Per ultimo ha mandato il messaggero di pace, il suo Figlio Gesù Cristo. Circa duemila anni fa Egli è venuto sulla terra e ha donato la propria vita sulla croce per salvare coloro che lo accettano come personale Salvatore.
Ancora oggi il messaggio che Dio indirizza a chiunque lo voglia udire è questo: “Ravvedetevi e credete al vangelo” (Marco 1:15). È un messaggio di vita, di verità, di perdono e di amore divino.

mercoledì 21 novembre 2018

21 novembre


Lo spirito di lei ritornò ed ella si alzò subito; Gesù comandò che le fosse dato da mangiare.
Luca 8:55

Il morto uscì… Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”.
Giovanni 11:44

Il morto si mise a sedere, e cominciò a parlare.
Luca 7:15

Le tre risurrezioni compiute da Gesù

Gesù risuscita la figlia dodicenne di Jairo, e ordina ai suoi genitori che le diano da mangiare. Come la vita fisica, anche la vita spirituale ha bisogno di nutrimento per svilupparsi, in particolare in coloro che sono giovani nella fede. Gesù ha detto: “Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). L’apostolo Pietro scriveva: “Come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale” (1 Pietro 2:2). È la Parola di Dio quel pane della vita che viene dal cielo e che ci è indispensabile: “Chi mangia di questo pane vivrà in eterno” (Giovanni 6:58).
Gesù risuscita Lazzaro e ordina che lo sciolgano dalle bende che l’avvolgono e lo lascino andare (Giovanni 11:44). Il credente, diventato figlio di Dio, deve camminare “in novità di vita” (Romani 6:4). Dev’essere libero da ogni impedimento umano per farsi guidare dallo Spirito Santo. “In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce (poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità)” (Efesini 5:8-9).
Quando risuscita il figlio della vedova di Nain, il ragazzo si siede e si mette a parlare. Il vero credente “nato di nuovo” è testimone di Colui che lo ha chiamato alla vita, e può raccontare a quelli che gli stanno attorno le grandi opere che Dio ha fatto per lui (Marco 16:15; Luca 8:39).

martedì 20 novembre 2018

20 novembre


Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio.
2 Corinzi 4:3-4

Il marinaio giapponese

Per Kouri, un marinaio giapponese, contava solo una cosa: divertirsi. Non voleva sentir parlare di Gesù Cristo, che per lui altro non era che il Dio degli stranieri. Una sera, in un quartiere malfamato di Tokyo, sente una mano che gli tocca un braccio. Qualcuno gli tende un foglietto: “Che cos’è? Ancora uno di quegli opuscoli evangelistici!” Subito lo accartoccia e lo getta via.
Quindici giorni dopo, Kouri passa per la stessa strada. Un gruppo di credenti sta cantando e Kouri si avvicina per ascoltare. Al termine del canto, un giapponese sale su uno sgabello e legge: “La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio” (1 Corinzi 1:18). Kouri ascolta e interiormente approva la prima parte del testo: “La predicazione della croce è pazzia”. Ma ecco che il giovane predicatore sottolinea ad alta voce: “Sì, pazzia, ma per quelli che periscono! Se qualcuno qui è convinto che l’Evangelo sia follia, è certamente segno che sta correndo verso la perdizione”. Quelle parole colpiscono Kouri come un dardo infuocato. Farebbe dunque parte di “quelli che periscono”? Alla fine della serata, con la forza che Dio dà nei momenti decisivi, si avvicina a quel giovane testimone dell’Evangelo per conoscere meglio quella “predicazione della croce”, potenza di Dio che porta la salvezza.
Se sei convinto di far parte di coloro che periscono perché i tuoi peccati non sono stati perdonati, credi al sacrificio di Gesù Cristo alla croce; là Egli ha pagato per te. A chi crede in Lui, Dio perdona i peccati e dà la vita eterna (leggere Giovanni 3:16).

lunedì 19 novembre 2018

19 novembre


Dacci aiuto per superare le difficoltà, poiché vano è il soccorso dell'uomo.
Salmo 60:11

Non c'è rocca pari al nostro Dio.
1 Samuele 2:2

La rocca dell’Orso

Nelle Alpi della Savoia, in mezzo ad una vasta zona di ghiaioni, si erge un grosso masso che ha la forma di un orso seduto, con la testa rivolta verso il Monte Bianco. Avvicinandosi si scopre una grotta naturale scavata sotto il ventre dell’orso. Al riparo dalle burrasche provenienti da nord e dalla caduta di massi che è all’ordine del giorno, questo rifugio, costruito dalla natura, è stato utilizzato dai pastori della zona e sembra essere rimasto intatto nel corso dei secoli.
Questo ci ricorda la storia di Davide che, ingiustamente perseguitato dal re Saul e costantemente in pericolo di vita, trovava rifugio e protezione nelle caverne e nei luoghi scoscesi dei monti della Giudea. Molti Salmi riportano i timori di Davide, ma confermano anche la sua fiducia incrollabile in Dio.
Forse anche noi stiamo attraversando delle difficoltà e abbiamo paura del domani, delle sofferenze, della morte. Come possiamo essere capaci di pronunciare queste parole di pace: “L’Eterno è la mia forza e il mio scudo; in lui s'è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e io lo celebrerò con il mio canto” (Salmo 28:7)? È Gesù Cristo il Salvatore che ci dà la pace, avendoci messi in relazione con il Dio della pace. Questa relazione stabile e sicura, che dona la serenità al credente, è fondata sulla sua opera espiatoria compiuta alla croce, grazie alla quale ha cancellato tutto ciò che ci separava da Dio. Chi ha fatto propria questa relazione con Dio, trova la pace in ogni circostanza della vita, perché è al riparo della grande Roccia.

domenica 18 novembre 2018

18 novembre


Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chieste.
1 Giovanni 5:14-15

Pregate senza stancarvi

Dio vuole che noi presentiamo ogni richiesta a lui per mezzo della preghiera. In questo troviamo un prezioso esempio in Gesù, che passava in preghiera intere notti.
In certi momenti particolarmente importanti, sentiamo il bisogno del soccorso del Signore; ma nei dettagli della nostra quotidianità a volte ci illudiamo di poterne fare a meno. Fin dal mattino, e durante tutta la giornata, facciamo di ogni cosa un soggetto di preghiera, perché non c’è nulla di troppo piccolo che non possa essere richiesto a Dio. Preghiamo anche per le cose più semplici della nostra vita e il Signore ci aiuterà. Vi posso dire che al mattino io prego per ogni minimo dettaglio e spesso, prima di uscire dalla mia camera, ho già ricevuto qualche risposta! 
Giovani credenti, fin dall’inizio della vostra vita di fede imparate ad affidarvi a Dio. Imparate a conoscere il Signore Gesù come un amico intimo, che può e vuole aiutarvi in ogni vostro problema, piccolo o grande. Quale privilegio farsi portare tra le sue braccia durante tutta la giornata!
La vita del credente è fatta di tante piccole cose, e ogni giorno porta con sé delle difficoltà; se cerchiamo di affrontarle con le nostre forze e la nostra intelligenza, saremo presto sconfitti; ma se ci rimettiamo a Dio, verremo aiutati e il nostro cammino sarà illuminato. Solo così avremo una vita felice che onora il Signore.
Georges Muller

sabato 17 novembre 2018

17 novembre

Ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre. Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi.
Giacomo 1:21-22

Leggi la Bibbia!

È fondamentale leggere la Bibbia regolarmente e dall’inizio alla fine. Non leggerla solo un po’ qua e un po’ là, ma leggila interamente, perché Dio vuole che la si conosca nel suo insieme e che ogni sua parte desti il tuo interesse.
Leggi la Bibbia con preghiera. Chiedi al Signore che ti guidi, ed Egli lo farà. Leggila prima di tutto per te stesso, ponendoti queste domande: “Cosa mi riguarda in quello che ho letto? Quale esempio o avvertimento posso ritenere?” La Parola di Dio non contiene solo storie interessanti, alla quale puoi decidere di credere o di non credere; non fa delle esortazioni che puoi anche rifiutare; essa è la rivelazione della sovrana volontà di Dio. Se è ricevuta con fede, ti nutrirà e ti darà la forza necessaria per compiere il bene.
Dio, per mezzo della lettura della sua Parola, ci incoraggia e si aspetta che noi la mettiamo in pratica; se così non è, la sua lettura rimane sterile. Gesù ha detto: “Se sapete queste cose, siete beati se le fate” (Giovanni 13:17). Sforzati di raggiungere questo obiettivo! Attieniti alla Parola di Dio facendo ciò che ti chiede. Essa contiene tutto ciò che abbiamo bisogno di sapere su Dio, sul Signore Gesù, su noi stessi e sul cammino che dobbiamo seguire nella vita di tutti i giorni. Ci parla del presente e ci rivela il futuro. Studia questa santa Parola, meditala con preghiera, con umiltà e con fiducia.

venerdì 16 novembre 2018

16 novembre


Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Matteo 5:16

Luce del mondo

Benjamin Franklin diventò celebre per i suoi esperimenti sull’elettricità. Ancora giovane, volendo sensibilizzare gli abitanti di Filadelfia sull’importanza dell’illuminazione delle strade, appese ad un palo davanti alla sua abitazione una lanterna e ogni sera, dopo aver pulito con cura i vetri della lampada, accendeva lo stoppino. Quella luce si vedeva da lontano e presto il suo esempio fu seguito da molti suoi vicini, finalmente convinti dell’importanza di illuminare le buie strade della città.
Nella Bibbia, Gesù Cristo utilizza spesso la figura della luce e delle tenebre. Ha detto di sé: “Io sono la luce del mondo” (Giovanni 8:12). È lui la sorgente della luce. Quando dice ai suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo” (Matteo 5:14), è perché essi avevano ricevuto una vita nuova che permetteva loro di riflettere la Sua luce. Nella Bibbia, il credente è paragonato ad una lampada che porta la luce della Parola di Dio nelle tenebre morali di un mondo senza speranza. Come la luce illumina la via e mostra gli ostacoli, così il credente può aiutare il suo prossimo a trovare la via per andare a Cristo, che è “la vera luce che illumina ogni uomo” (Giovanni 1:9).
Per illuminare correttamente, una lampada dev’essere visibile; allo stesso modo, la vita di ogni credente deve riflettere chiaramente i caratteri del suo Signore: bontà, giustizia, verità. Inoltre, come lo stoppino della lanterna dev’essere a contatto col combustibile per poter bruciare, così il credente deve rimanere a contatto con Gesù, la sorgente della luce. Allora si potrà capire che il vero cristianesimo non è una forma senza senso ma una realtà tangibile.

giovedì 15 novembre 2018

15 novembre


Fermati, e ti farò udire la parola di Dio.
1 Samuele 9:27

Preparati… a incontrare il tuo Dio.
Amos 4:12

Fermiamoci!

Nella piazza del mercato, un venditore faceva una dimostrazione di piccoli utensili da cucina, sperando di attirare molta clientela. La maggior parte dei passanti dava uno sguardo fugace al suo banco e poi proseguiva. Allo stesso modo, durante la nostra vita, molte cose catturano per un attimo la nostra attenzione, ma presto vengono dimenticate. A volte però siamo costretti a fermarci per riflettere su una scelta da fare o su una decisione da prendere. È esattamente a questo che ci invita il versetto di oggi. Prepararsi ad incontrare Dio significa prima di tutto credere a ciò che la Bibbia dice: Dio “ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia” (Atti 17:31); poi bisogna accettare il mezzo di salvezza che ci offre gratuitamente per metterci al riparo da quel giudizio: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9). Lo fa in virtù del sacrificio di Cristo perché solo “il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7).
Se non l’hai ancora fatto, fermati oggi stesso e prenditi il tempo per fare il punto della situazione della tua vita. Dio salva ancora oggi tutte le persone che gli confessano i loro peccati. Ma attenzione, domani potrebbe essere troppo tardi e “come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” (Ebrei 2:3). Nel leggere il versetto del giorno stai ascoltando la voce di Dio che ti chiama; non indurire il tuo cuore.

mercoledì 14 novembre 2018

14 novembre


Il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre”, è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.
2 Corinzi 4:6

Tenebre e luce

Il profeta Isaia aveva parlato di un “popolo che camminava nelle tenebre” e abitava “il paese dell’ombra della morte” (Isaia 9:1-2). Settecento anni dopo, mentre quello stesso popolo giaceva ancora “nelle tenebre… nell'ombra della morte” (Matteo 4:16), “una luce si è levata”: è la venuta di Gesù Cristo, luce del mondo che illumina ogni uomo (Giovanni 1:9; Giovanni 8:12). Ma “gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie” (Giovanni 3:19).
È questa la condizione di chi non conosce Dio; giace nelle tenebre morali e l’ombra della morte pesa su di lui, in attesa di essere gettato nel luogo che la Bibbia chiama “le tenebre di fuori” (Matteo 25:30).
Ma Dio ha avuto compassione della sua creatura e ha voluto salvarla. Ha mandato il suo Figlio nel mondo perché saldasse lui il nostro debito, il grande debito dei nostri peccati, perché ogni peccato è un torto fatto a Dio.
Cristo è morto per noi e, durante le ore buie della croce, ha subìto, lui luce del mondo, il castigo di Dio che i nostri peccati meritavano.
La gloria lasci, oh, gran mistero!
e in questo mondo vuoi venire,
o Agnel di Dio, sol per morire
e all’empio dare eterna vita.

martedì 13 novembre 2018

13 novembre


(Gesù disse:) “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto”.
Giovanni 15:5

Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti.
Salmo 92:14

Dove affondiamo le nostre radici?

“In Oriente si piantano degli alberi nei cortili delle case. Ben protetti, producono dei frutti squisiti, anche nelle stagioni più torride. Ciò che la grazia di Dio produce, se si è in comunione col Signore, assomiglia a degli alberi piantati nella casa di Dio. È l’unione con la vite che dà fertilità al tralcio; allo stesso modo, se uno dimora in Cristo porta molto frutto. Colui che professa di avere la fede, ma ha le sue radici nel mondo, non può portare frutto per il Signore. Se immerge le sue radici nella palude dei piaceri frivoli, sarà debole e spiritualmente malato. L’uomo che vive in comunione con Dio, invece, è un credente maturo e solido, pieno di grazia e di Spirito. Molto dipende dal terreno nel quale l’albero viene piantato. Così tutto dipende dalla nostra unione col Signore e da ciò che riceviamo da lui. Nel giardino della grazia le piante, deboli in se stesse, si rinforzano nel Signore e così abbondano di frutti graditi a Dio. Non c’è nessuna paura per il futuro e nessuna disperazione per chi ha fede in Lui; nei giorni difficili, anche quando l’uomo forte vacilla, il credente può appropriarsi delle promesse divine.
Dio è una roccia, un riparo, una difesa. Fino ad oggi è stato tutto ciò che ha detto di essere e noi dobbiamo credere che sarà lo stesso fino alla fine.”
Charles Spurgeon

lunedì 12 novembre 2018

12 novembre


Fissando lo sguardo su Gesù… Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
Ebrei 12:2

Guardami bene

Avevo sei anni, e mi ero fatto una grave ustione a una gamba; dovevo subire un trapianto di pelle in anestesia locale e, prima di operarmi, il chirurgo mi disse: “Fino ad ora non hai smesso di guardare la tua bruciatura, ma adesso devi guardare me finché l’operazione non sarà terminata”.
Certe persone non sanno che occuparsi di se stesse e a volte si colpevolizzano a tal punto da ammalarsi. Seguiamo il consiglio di quel chirurgo: identifichiamo bene il nostro stato morale, le nostre ferite, ma poi fissiamo i nostri sguardi su Gesù, il grande Medico, e non distogliamoli più da lui. È meglio guardare il rimedio piuttosto che la piaga!
Riconosciamoci peccatori davanti a Dio, ma poi rivolgiamo il nostro sguardo verso la croce del Calvario, dove Gesù ha sofferto al nostro posto.
Durante la traversata del deserto, gli Ebrei si ribellarono e Dio mandò loro dei serpenti dal morso mortale. Mosè, obbedendo all’ordine di Dio, fabbricò un serpente di rame e lo mise in cima ad un palo in mezzo all’accampamento; per non morire, chi era morso doveva solo volgere il suo sguardo verso quel serpente di rame. Era una questione di fiducia nella parola di Dio. Riferendosi a quel fatto, il Signore Gesù ha detto: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna” (Giovanni 3:14-15).
Credi anche tu in Lui, per essere salvato e per avere la certezza di passare l’eternità nella gloria del cielo.

domenica 11 novembre 2018

11 novembre


Il diavolo va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
1 Pietro 5:8

Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.
1 Giovanni 3:8

Satana: vinto ma pericoloso

Questa mattina, mentre sto scrivendo, i media hanno annunciato una notizia terrificante: tre ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, si sono suicidati lanciandosi da un alto ponte. Sulle loro lettere di addio appaiono dei simboli satanici. Il giorno precedente, la stampa riportava l’orribile assassinio commesso da una coppia, qualificatasi come “satanica”, ai danni di un loro congiunto. Sono solo due casi, presi fra tantissimi altri, nei quali i delitti e le atrocità sono chiaramente associati alla presenza e all’influenza di Satana nella vita degli assassini.
Anche se questi fatti vengono portati all’attenzione del grande pubblico, sono poche le persone disposte a credere all’esistenza del diavolo, il quale ha proprio come obiettivo primario quello di persuadere gli uomini che lui non esiste. Purtroppo, il satanismo, specialmente tra i giovani, è in costante aumento. Per questo sentiamo la necessità di metterli in guardia verso tutto ciò che ruota attorno alle potenze occulte, perché Satana utilizza dei mezzi molto subdoli per sedurre, arrivando anche a travestirsi, se è necessario, da “angelo di luce” (2 Corinzi 11:14). Noi conosciamo ciò che la Bibbia dice sull’esistenza e sull’attività di questo nemico, chiamato “padre della menzogna” (Giovanni 8:44). Ma anche se il Diavolo cerca in ogni modo di ottenebrare i pensieri, “la luce del vangelo della gloria di Cristo” risplende ancora (2 Corinzi 4:4, 6). L’Evangelo ci presenta Gesù Cristo, il Salvatore, colui che con il suo sacrificio sulla croce, ha vinto Satana.

sabato 10 novembre 2018

10 novembre


La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.
Giovanni 1:9

(Gesù disse ai suoi discepoli:) “Voi siete la luce del mondo”.
Matteo 5:14

Il grande termine di paragone

Come in fondo a una vallata prima dell’alba, l’umanità è sprofondata nell’oscurità della violenza e della corruzione. Quando Cristo è venuto sulla terra, ha messo in evidenza con la sua luce perfetta lo stato reale dell’umanità. La sua umiltà, la dolcezza, la dedizione, la pazienza, la sincerità, il suo dimenticare se stesso per venire in aiuto agli altri, sono stati come dei raggi di luce divina, proiettati sul nostro mondo e su ciascuno di noi, ed hanno messo in evidenza il nostro orgoglio, l’egoismo, la durezza di cuore, l’ipocrisia.
Siamo tutti capaci di distinguere cose contrastanti tra loro, ma per farlo abbiamo bisogno di un elemento di paragone. Il male lo si distingue confrontandolo col bene, la menzogna con la verità, l’odio con l’amore. Cristo è venuto per essere il punto di riferimento con cui confrontarsi. Egli ha messo in luce, condannandola, la nostra tendenza a fare il male; ma nello stesso tempo, quella stessa luce indica la via della salvezza a chi si riconosce peccatore e colpevole. Chi crede in Lui è chiamato ad imitarlo, diventando, a sua volta, una luce in questo mondo nel buio.
Un credente onesto, in mezzo a gente disonesta, soddisfatto in mezzo a gente scontenta, serio in mezzo a persone immorali, è come un proiettore che illumina il lato più oscuro della natura umana. È un ruolo scomodo, che attira il disprezzo di coloro che si sentono giudicati. È per questo che la luce dei credenti, che è come una luce riflessa dal cielo, dev’essere accompagnata dall’amore, proprio come è stato nel Signore, nel quale hanno brillato l’amore e la luce, la grazia e la verità.