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sabato 31 ottobre 2020

31 ottobre - Un semplice passaggio

Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio.

Filippesi 1:23

 

Siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore.

2 Corinzi 5:8

 

Un semplice passaggio

 

“Passare da questo mondo al Padre”, ecco come Gesù vedeva la sua partenza da questa terra (Giovanni 13:1). Che affascinante definizione della morte per il credente! Un passaggio (lo dice la parola stessa) non è una strada chiusa, ma prevede un’uscita: quale? Per chi crede, è l’arrivo nella casa del Padre.

Per molti, la morte è un evento che fa paura e che bisogna fare in modo che arrivi il più tardi possibile; e quando proietta la sua ombra inquietante sul nostro cammino la scacciamo dai nostri pensieri.

Per il discepolo di Gesù Cristo, la morte non è più motivo di paura, perché lui possiede le certezze che gli dà la Parola di Dio. La morte non lo potrà trattenere, ma lo introdurrà presso Colui che lo ama. Il credente è pronto a rispondere alla chiamata del suo Maestro e sa che, come lui, quando il tempo sarà giunto, passerà da questo mondo al Padre.

Una credente fedele, riunendo figli e nipoti al suo capezzale, disse loro: “Di fronte alla morte, posso confermarvelo: la fede è una realtà”.

Spurgeon (1834-1892), il famoso predicatore, poco prima di morire dichiarava: “Ho costruito tutta la mia teologia su queste quattro parole: Gesù morì per me”.

All’avvicinarsi della morte, domandarono ad un malato se non avesse paura di morire pensando ai suoi peccati. “No, grazie a Dio, il conto è stato pagato! Gesù l’ha pagato con il suo sangue”. L’apostolo Paolo poteva esclamare: “Sono persuaso che né morte, né vita… potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:38-39).

venerdì 30 ottobre 2020

30 ottobre - L’abbassamento volontario del Signore Gesù

Cristo Gesù… spogliò se stesso, prendendo forma di servo… umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

Filippesi 2:5, 7-8

 

L’abbassamento volontario del Signore Gesù

 

Che argomento di profonda adorazione e di ammirazione è l’abbassamento volontario del nostro Signore! Egli non si è comportato con distacco, come un re con i suoi sudditi, né ci ha amati solo dall’alto della gloria celeste. No, si è avvicinato all’uomo peccatore per invitarlo a partecipare alla sua gloria nel suo Paradiso. Egli ha dato prova del suo amore prima ancora di chiederci di avere fiducia in Lui. Dio solo poteva abbassarsi al nostro livello, rivestire un corpo umano senza alterare la sua santità esente dal peccato. Solo una persona divina poteva prendere la “forma di servo”, e Cristo lo ha fatto per amore verso di noi.

Fino all’età di trent’anni Gesù, come un figlio ubbidiente, ha lavorato con suo padre Giuseppe; che bell’esempio! Seguiamolo dal Giordano dove ha iniziato il suo ministero, fino al Golgota dove è stato crocifisso, e vedremo che tutti gli episodi della sua vita glorificano Dio e sono di benedizione agli uomini. “Egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti” (Atti 10:38). Tutto in lui era amore, saggezza, potenza; le sue parole erano spirito e vita. I suoi atti erano approvati da Dio, poiché Gesù faceva sempre la volontà del Padre, in perfetta ubbidienza.

Dal ciel venisti, e ognor la tua delizia

fu nel tuo Dio appien glorificar.

La santità, l’amore, la giustizia,

tutto alla croce hai voluto esaltar.

giovedì 29 ottobre 2020

Ciò che vogliamo

Per approfondire la questione del «desiderio», dobbiamo porci la seguente domanda: cosa vogliamo veramente raggiungere nella nostra vita? Qual è la nostra aspirazione più profonda? Una bella casa? Una buona relazione coniugale? Persone che ci vogliono bene? Il successo e il riconoscimento? La famiglia? Questi sono desideri che probabilmente tanti nutrono.

E’ però interessante chiedersi per quale motivo abbiamo questi obiettivi. Alcuni esempi di vita ci possono mostrare che spesso il reale desiderio non viene saziato pienamente. Le persone rimangono insoddisfatte nonostante il successo al lavoro, una famiglia felice, il riconoscimento per quello che fanno. Rimane sempre un vuoto che non riusciamo a spiegare.

Per quale motivo?

Come mai desideriamo dei beni o dei valori se alla lunga non sono in grado di colmare realmente questo vuoto?

È possibile che la fame che c’è dietro non rappresenti proprio la fame per la “vita” stessa?

“Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita” Giovanni 14:6.

La nostra esistenza è di per se destinata al declino, non possiamo rendere duraturo nulla: né la bellezza, né la salute, né la ricchezza. Proprio in tale contesto di declino il desiderio della vita rimane forte, punta di fatto all’eternità e a ciò che non potrà perire, si indirizza verso il principio, verso Dio. L’essere umano possiede in fondo al cuore un’idea del Creatore, dal quale si è allontanato. Questa separazione ha creato un vuoto che non potrà mai essere colmato tramite beni materiali, avventure o persone care.

Dio è quel valore supremo in base al quale noi siamo stati progettati; tutto il resto non potrà mai saziarci del tutto.

Non troviamo soddisfazione assoluta nei beni materiali in quanto non siamo stati creati in relazione ad essi, ma in relazione al Creatore di ogni cosa che è la chiave della vera contentezza, la chiave per la vita eterna. La nostra voglia di dare alla vita un vero valore e un senso viene soddisfatta in Lui.

Nella Bibbia l’uomo è presentato come una creatura unica di Dio. Dio ci ha voluti e costituiti in relazione a Lui e ci ha forniti di capacità intellettuali, estetiche, creative e morali.

Agli occhi di Dio ogni persona, che trae origine dal Creatore stesso, ha un valore immenso, come un bimbo ha valore per il cuore del padre. Egli ama il suo bambino indipendentemente dai giudizi altrui.

“Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.

A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” Apocalisse 1:5-6.

29 ottobre - “Quello che ho, te lo do”

“Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!”

Atti 3:6

 

“Quello che ho, te lo do”

 

Quando qualcuno mi racconta la sua sofferenza, ciò che ho di meglio da dargli, come credente, è che Gesù è morto ed è risuscitato per lui. Se voglio portare qualcosa a chi soffre, gli porto Gesù. Se sono vivo è grazie a Lui, e se oggi sono felice è perché Lui è la mia gioia. Cosa possiamo annunciare d’altro se non la vittoria di Gesù sul male, sulla sofferenza e sulla morte?

Facciamo attenzione che nel modulare la forma del messaggio dell’Evangelo non perdiamo di vista il suo contenuto. C’è o non c’è la “buona notizia”? Può darsi che non siamo più convinti che sia poi così buona. Per noi è ancora una novità la morte e la risurrezione del Signore Gesù? Oppure ne siamo assuefatti all’idea e ci siamo addormentati? Il messaggio che diamo può fare ancora oggi del bene, guarire le anime e dare la vita eterna?  Oppure siamo caduti nel formalismo religioso, dove compiamo solo dei riti che non hanno più nulla a che vedere con la fede e non hanno alcuna potenza?

Forse non riusciremo a dire, come l’apostolo Pietro al paralitico: “Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!”. Ma possiamo certamente dire: Vieni a scoprire che sei da Lui amato fino nel profondo della tua sofferenza.

Il mondo in cui viviamo muore di sete e cerca ristoro nell’acqua di cisterne crepate che non può dissetare e in più rischia di essere avvelenata. Se noi credenti non annunciamo più la speranza in Cristo, chi lo farà?

mercoledì 28 ottobre 2020

28 ottobre - Che cos’è che ti spinge a credere?

(Dio dice:) “Io sono l'alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita”.

Apocalisse 21:6

 

Che cos’è che ti spinge a credere?

 

“Che cos’è che ti spinge a credere?” mi chiese un’amica. Vi confesso che non mi ero mai posta questa domanda. Per me la fede non è un’opzione, o una scelta da fare in mezzo a tante, ma è una relazione con Colui che è il fondamento della mia vita. Io credo perché Dio esiste e si è rivelato.

La fede è legata alla libertà, alla responsabilità e alla dignità dell’uomo. Nessuno è obbligato a credere. Credere o non credere in Dio è un fatto personale, ma che condiziona il nostro futuro eterno.

Che cosa mi spinge a credere? Senza Dio la mia vita sarebbe assurda. Nonostante la soddisfazione passeggera che può derivare dalle mie azioni, sono obbligata a riconoscere che subito dopo sarei di nuovo invasa da un senso di inutilità, se non avessi la fede e la speranza in “un’ancora dell’anima, sicura e ferma” (Ebrei 6:19).

Poiché credo in Dio, riconosco che il senso della vita si trova solo in Lui; né io, né gli altri, né la società sono sufficienti a questo scopo. “Se possiamo udirle, tutte le cose dicono: Non siamo noi che ci siamo creati, ma colui che dimora in eterno” (Sant’Agostino).

Poiché ho creduto in Gesù, “so in chi ho creduto”, come diceva l’apostolo Paolo (2 Timoteo 1:12), e so che sono “passata dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24). Dio non ci obbliga, ma ci invita a farlo, perché rifiutare di credergli significa disubbidirgli ed esporsi inevitabilmente al suo giudizio.

martedì 27 ottobre 2020

27 ottobre - Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi. 1 Giovanni 3:16 La miniera allagata Renato si distingueva dai suoi compagni minatori per il suo comportamento e per il suo modo di parlare. Ma loro lo consideravano un debole e lo schernivano. “Lascia perdere la tua religione, è roba da femminucce”, gli ripetevano continuamente. Il giorno dell’incidente Renato stava lavorando in fondo al pozzo dell’ascensore, quando un rumore di acqua, sempre più forte, gli fece capire la gravità della situazione: la miniera si stava riempiendo d’acqua. Egli poteva ritornare in superficie ma avrebbe lasciato morire i suoi compagni che non erano pronti ad incontrare Dio! Lì vicino c’era un giovane minatore; Renato lo spinse nell’ascensore dicendogli: “Va’ presto a dire che andiamo a rifugiarci in fondo alla galleria di destra”. Poi corse a raggiungere gli altri compagni di lavoro e li avvertì del pericolo imminente invitandoli a seguirlo con i loro picconi. Tutti insieme scavarono una stanza sopraelevata dove si rifugiarono in attesa dei soccorsi. Soltanto cinque giorni più tardi vennero raggiunti dai soccorritori e portati in salvo. Molti di loro furono toccati dall’atteggiamento del giovane credente, dalla sua totale fiducia in Gesù Cristo, dal suo altruismo mostrato in quei giorni di attesa angosciante, e si rivolsero al Salvatore. “Credevo che la religione fosse adatta solo per i deboli – disse uno di loro – ma se la Bibbia può spingere un timido a rischiare la propria vita per parlarci del Salvatore, significa che essa è veramente il libro di Dio”.

Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi.

1 Giovanni 3:16

 

La miniera allagata

 

Renato si distingueva dai suoi compagni minatori per il suo comportamento e per il suo modo di parlare. Ma loro lo consideravano un debole e lo schernivano. “Lascia perdere la tua religione, è roba da femminucce”, gli ripetevano continuamente.

Il giorno dell’incidente Renato stava lavorando in fondo al pozzo dell’ascensore, quando un rumore di acqua, sempre più forte, gli fece capire la gravità della situazione: la miniera si stava riempiendo d’acqua. Egli poteva ritornare in superficie ma avrebbe lasciato morire i suoi compagni che non erano pronti ad incontrare Dio! Lì vicino c’era un giovane minatore; Renato lo spinse nell’ascensore dicendogli: “Va’ presto a dire che andiamo a rifugiarci in fondo alla galleria di destra”. Poi corse a raggiungere gli altri compagni di lavoro e li avvertì del pericolo imminente invitandoli a seguirlo con i loro picconi. Tutti insieme scavarono una stanza sopraelevata dove si rifugiarono in attesa dei soccorsi.

Soltanto cinque giorni più tardi vennero raggiunti dai soccorritori e portati in salvo. Molti di loro furono toccati dall’atteggiamento del giovane credente, dalla sua totale fiducia in Gesù Cristo, dal suo altruismo mostrato in quei giorni di attesa angosciante, e si rivolsero al Salvatore. “Credevo che la religione fosse adatta solo per i deboli – disse uno di loro – ma se la Bibbia può spingere un timido a rischiare la propria vita per parlarci del Salvatore, significa che essa è veramente il libro di Dio”.

27 ottobre - La miniera allagata

Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi.

1 Giovanni 3:16

 

La miniera allagata

 

Renato si distingueva dai suoi compagni minatori per il suo comportamento e per il suo modo di parlare. Ma loro lo consideravano un debole e lo schernivano. “Lascia perdere la tua religione, è roba da femminucce”, gli ripetevano continuamente.

Il giorno dell’incidente Renato stava lavorando in fondo al pozzo dell’ascensore, quando un rumore di acqua, sempre più forte, gli fece capire la gravità della situazione: la miniera si stava riempiendo d’acqua. Egli poteva ritornare in superficie ma avrebbe lasciato morire i suoi compagni che non erano pronti ad incontrare Dio! Lì vicino c’era un giovane minatore; Renato lo spinse nell’ascensore dicendogli: “Va’ presto a dire che andiamo a rifugiarci in fondo alla galleria di destra”. Poi corse a raggiungere gli altri compagni di lavoro e li avvertì del pericolo imminente invitandoli a seguirlo con i loro picconi. Tutti insieme scavarono una stanza sopraelevata dove si rifugiarono in attesa dei soccorsi.

Soltanto cinque giorni più tardi vennero raggiunti dai soccorritori e portati in salvo. Molti di loro furono toccati dall’atteggiamento del giovane credente, dalla sua totale fiducia in Gesù Cristo, dal suo altruismo mostrato in quei giorni di attesa angosciante, e si rivolsero al Salvatore. “Credevo che la religione fosse adatta solo per i deboli – disse uno di loro – ma se la Bibbia può spingere un timido a rischiare la propria vita per parlarci del Salvatore, significa che essa è veramente il libro di Dio”.

lunedì 26 ottobre 2020

26 ottobre - Distinguere il bene dal male

 “Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente… per discernere il bene dal male”.

1 Re 3:9

 

Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre.

Isaia 5:20

 

Distinguere il bene dal male

 

Come possiamo distinguere ciò che è bene da ciò che è male? A quale criterio e a quale autorità possiamo fare riferimento?

Non molto tempo fa certi comportamenti erano considerati riprovevoli, mentre oggi sono scusati, ammessi e perfino riconosciuti dalla società moderna che non vuole più chiamarsi cristiana; spesso vengono accettati e spiegati come cause biologiche…

Qual è il risultato? I criteri morali, stabiliti dal nostro Dio Creatore per assicurare la felicità della sua creatura, vengono abbandonati, le coscienze si induriscono e gli ideali svaniscono. La generazione che cresce in questo ambiente non appare certo più contenta di quella precedente; anzi, spesso abbandonata a se stessa non può far altro che corrompersi in una società in decadenza, che non sa più distinguere il bene dal male. Senza punti di riferimento, senza pace, c’è chi cerca disperatamente una ragione di vita nelle filosofie orientali, nelle sette o nell’occultismo, imboccando strade che portano sempre più lontano.

I ragionamenti degli uomini senza Dio sviano e portano alla morte. Solo la Parola del nostro Creatore mantiene la sua autorità e mostra la via del bene in mezzo al male che ci circonda. La Bibbia è il riferimento assoluto, universale e immutabile. Il bene è ciò che è conforme ai pensieri di Dio, è ciò che lo onora, mentre è male tutto ciò che si oppone a Dio e alla sua Parola.

Leggi la Bibbia, essa ti rivelerà il Dio santo che è anche amore. Egli ha donato suo Figlio, Gesù Cristo, per liberarti dal male, e darti pace e sicurezza.

domenica 25 ottobre 2020

25 ottobre - Siamo pronti?

In un momento, in un batter d'occhio… i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.

1 Corinzi 15:52

 

Quand’egli (Cristo) sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è.

1 Giovanni 3:2

 

Siamo pronti?

 

Prima di essere crocifisso, Gesù disse: “Ora lascio il mondo, e vado al Padre” (Giovanni 16:28). Quando ha lasciato i suoi discepoli, quaranta giorni dopo la sua risurrezione, “essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava”, e due angeli hanno detto loro: “Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo” (Atti 1:10-11). Con la sua morte sulla croce, il Signore ha compiuto l’opera di salvezza per tutti coloro che credono in lui e ha preparato per loro un posto nel cielo. È di lì che ritornerà, per chiamare ad incontrarlo tutti i credenti, risuscitando i morti e trasformando i viventi. Rivestiti di un corpo glorioso, essi se ne andranno con Cristo, trasportati in un istante nella “casa del Padre”, per rimanere “sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:17).

Quel giorno trionfale, sempre più vicino, sarà anche il punto di partenza del tempo dei giudizi sul mondo. In molti campi ne abbiamo già il sentore, come quando un temporale sta per scoppiare; un timore diffuso tiene in allerta il mondo. Qualcosa di grave si sta preparando e molti ne hanno il presentimento. La domanda che ci si deve porre, e alla quale è urgente che ognuno risponda, è: “Sono pronto per quel momento?” I credenti saranno presi mentre gli increduli saranno lasciati per il giudizio che si abbatterà sull’umanità.

Fermati e poniti questa domanda: Se il Signore Gesù venisse adesso, mentre sto leggendo queste poche righe, sarò preso o lasciato?

sabato 24 ottobre 2020

24 ottobre - Diritto alla felicità

 Dio è amore.

1 Giovanni 4:8

 

Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua.

Marco 12:30

 

Diritto alla felicità

 

Conoscete qualcuno che non desideri essere felice? La felicità è un’aspirazione universale, per ogni età e in ogni luogo della terra. Sentiamo anche parlare del “diritto alla felicità”. Nelle conversazioni, nei romanzi, nelle opere d’arte, la felicità è legata al fatto di amare e di essere amati. Un noto romanziere fa dire ad un suo personaggio: “Le belle storie e i begli articoli sono quelli da cui traspare un po’ d’amore. È questo che fa funzionare gli uomini e il mondo.”

Perché c’è tanto bisogno di sentirsi amati? È per la nostalgia di un mondo meraviglioso? È per la speranza di un futuro felice? La Bibbia mette da parte tutte le ipotesi; essa rivela che “Dio è amore”, e che l’uomo è stato creato a “immagine di Dio” (Genesi 1:27). Infatti, all’origine di ogni cosa, c’è l’amore di Dio; e adesso, benché si sia allontanato da Dio, l’uomo mantiene in sé un profondo bisogno d’amore.

Dio desidera la felicità delle sue creature, perché le ama. Perché allora il suo amore è rifiutato? Forse perché l’amore di Dio mostra agli uomini il loro stato di peccatori? “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati” (1 Giovanni 4:10). Non ci può essere vera felicità se i nostri peccati non vengono perdonati. A chi li riconosce davanti a lui, Dio dichiara: “Beato l’uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto!” (Salmo 32:1).


venerdì 23 ottobre 2020

23 ottobre - L’acqua e la vita

(Gesù disse:) “Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete”.

Giovanni 4:14

 

Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita.

Apocalisse 22:17

 

L’acqua e la vita

 

Secondo l’indagine di una rivista specializzata, nel mondo ogni minuto muoiono quindici persone solo perché non hanno accesso all’acqua potabile. L’acqua, indispensabile alla vita, per essere potabile deve essere ripulita da batteri o da sostanze tossiche. Acqua e cibo sani sono i bisogni vitali dell’uomo, ma vi sono anche dei bisogni spirituali ancora più importanti: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). E ancora: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” (Giovanni 7:37). “L’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (Giovanni 4:14).

Oggi ci vengono proposte molte “correnti” spirituali, ma portano forse a Dio? A Colui che dà un senso alla vita, un senso alla morte, Colui che dà delle certezze per il presente e per l’aldilà? Se non portano al vero Dio sono come acqua contaminata; può darsi che lì per lì disseti, ma porta inevitabilmente alla morte.

Dio dichiara che, all’infuori di Lui, non c’è alcuno che possa salvare l’uomo (Isaia 43:11). Gesù stesso afferma: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Il Figlio di Dio è venuto sulla terra per ristabilire, con la sua morte e la sua risurrezione, la relazione tra il Dio creatore e l’uomo, sua creatura.

Gesù Cristo si rivela come la sorgente d’acqua viva, che porta la vita eterna a tutti quelli che accettano di mettere la loro fiducia in lui (leggere Giovanni 4:1-30).

Se hai sete di certezze, per il presente e per l’avvenire, vai a Gesù!

giovedì 22 ottobre 2020

Non sanno

I dialoghi intorno alla croce avevano un sapore amaro: “Se sei il Figlio di Dio scendi giù di croce”.  “Ha salvato altri e non può salvare se stesso”.  “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi”.

Intorno a lui non vi erano altro che persone odiose.

“Gesù diceva: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” Luca 23:34.

Mai ho assistito ad un simile amore, supera le mie capacità di comprensione. Era venuto in casa sua e non era stato ricevuto.

Avevano riconosciuto in lui l'erede è avevano gridato uccidiamolo.

Se mai un uomo avesse avuto il diritto di chiedere vendetta quello era il Signore. Ma lui non lo ha voluto.

Perché? La risposta sta nella seconda parte di questo versetto. Perché non sanno quello che fanno. Guardate attentamente.

Tutto sta nel come il Signore ha considerato quella folla assetata di morte, non come tanti assassini ma come delle vittime. Sta nel fatto che egli non vide sui loro volti l'odio ma la confusione. Egli guardò loro non come dei folli insensati ma come delle pecore senza pastore.

Se l'abbiamo compreso, allora potremmo iniziare a guardare gli altri in modo diverso.

22 ottobre - Cosa dice la Bibbia di sé?

“La mia parola non è forse come un fuoco”, dice il SIGNORE, “e come un martello che spezza il sasso?”

Geremia 23:29

 

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Matteo 24:35

 

Cosa dice la Bibbia di sé?

 

“La parola vivente e permanente di Dio è un seme incorruttibile” (1 Pietro 1:23). Il seme però può cadere su diversi tipi di terreno: in un cuore duro, come una strada calpestata da tutti, o in un cuore oppresso dalle difficoltà o distratto dalle ricchezze e dai piaceri, dove viene soffocata. Oppure cade in un terreno fertile: un cuore sensibile, che trattiene il seme e gli fa portare dei frutti. Così è della Parola di Dio

“È più affilata di qualunque spada a doppio taglio” (Ebrei 4:12); è “la spada dello Spirito” (Efesini 6:17), l’arma offensiva del credente per lottare contro gli attacchi del diavolo.

“È una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105), e mi permette di evitare gli ostacoli e le trappole tese dal nemico nel mondo tenebroso che attraverso.

Un fuoco e un martello” (Geremia 23:29). Un  fuoco che giudica e purifica i miei pensieri e le mie azioni, un martello che deve spesso spezzare la mia ostinazione.

Uno specchio” (Giacomo 1:23-24) che riflette la mia immagine e mi mostra ciò che sono agli occhi di Dio.

L’acqua” che lava le nostre coscienze (Efesini 5:26) attraverso il giudizio di me stesso ogni volta che un peccato interrompe la mia comunione con Dio.

Il puro latte spirituale” (1 Pietro 2:2), un alimento completo che assicura la sopravvivenza e la crescita spirituale dei figli di Dio.

Che valore ha per te la Parola di Dio?

mercoledì 21 ottobre 2020

21 ottobre - Non c’è bisogno di Dio?

“Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE”.

Geremia 9:23-24

 

Non c’è bisogno di Dio?

 

«In certi momenti potremmo pensare che non abbiamo bisogno di Dio, ma quando la tempesta imperversa, quando soffia il vento del disastro, e quando le onde della tristezza si abbattono sulla nostra vita, se non abbiamo una fede profonda la nostra vita va in pezzi.

Se c’è tanta delusione in questo mondo è perché ci appoggiamo su falsi dei, piuttosto che su Dio.

Ci siamo inginocchiati davanti al “dio della scienza”, e abbiamo scoperto che ci aveva dato la bomba atomica con il suo contorno di paure e di ansie che la scienza non può calmare.

Abbiamo adorato il “dio piacere” e abbiamo capito che le sensazioni e le emozioni durano solo un istante.

Ci siamo inchinati davanti al “dio denaro” e abbiamo imparato che ci sono delle cose come l’amore e l’amicizia, che non si possono acquistare e che, in un mondo dove i mercati crollano e i gli investimenti si azzerano, il denaro è una divinità incerta e traditrice.

Tutti questi “idoli” non sono in grado di salvare e neppure di rendere felice il cuore umano.

Dio solo è potente; è la fede in lui che dobbiamo riscoprire, perché solo con questa fede possiamo trasformare le valli fredde e desolate in sentieri illuminati di gioia, e portare una gioia nuova nelle buie caverne del pessimismo.»

Martin Luter King (1929-1968)

martedì 20 ottobre 2020

20 ottobre - La nostra vita è appesa a un filo

Voi… non sapete quel che succederà domani! Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce.

Giacomo 4:14

 

Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori.

Ebrei 3:15

 

La nostra vita è appesa a un filo

 

Alcuni anni fa un aereo precipitò in Egitto causando la morte di 150 persone. In pochi istanti, intere famiglie furono distrutte e le aspettative di tutti quei viaggiatori furono annientate. Ognuno di loro pensava di tornare a casa, invece quella tragedia li travolse e non poterono fare nulla per evitarla, perché nessuno può controllare il proprio futuro.

Drammi come questo sono purtroppo frequenti e ci fanno prendere atto della realtà che la nostra vita è appesa a un filo, qualunque sia la nostra età.

La Bibbia ci parla della fragilità umana in modo molto chiaro. “L’uomo non conosce la sua ora; come i pesci che sono presi nella rete fatale e come gli uccelli che sono colti nel laccio, così i figli degli uomini sono presi nel laccio al tempo dell’avversità, quando essa piomba su di loro improvvisa” (Ecclesiaste 9:12). Dio, per mezzo della sua Parola, continua ad avvertire gli uomini su ciò che viene dopo la morte, e dice: “Preparati… a incontrare il tuo Dio” (Amos 4:12). Quest’espressione così forte non ha l’obiettivo di terrorizzarci, ma di farci riflettere sulla solennità della vita e della morte.

Caro lettore, non vivere nella spensieratezza, ma pensa alla tua esistenza futura, a ciò che sarà di te dopo la morte. Dove trascorrerai l’eternità? Lontano da Dio a causa dei tuoi peccati, oppure alla presenza del Signore Gesù Cristo che ti offre il perdono e la vita eterna? Egli ti invita a conoscerlo adesso, perché ti ama di un amore infinito e vuole la tua felicità eterna. Accetta il Suo dono.

lunedì 19 ottobre 2020

19 ottobre - Le risposte di Dio

 Con la mia voce io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde dal suo monte santo.

Salmo 3:4

 

Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.

1 Pietro 5:7

 

Le risposte di Dio

 

Una famiglia di credenti un giorno sperimentò una risposta straordinaria alla preghiera. Era durante la seconda guerra mondiale, quando le condizioni di vita di molti erano estremamente precarie. Una sera, quella famiglia composta da numerosi bambini si trovò completamente senza cibo da mettere in tavola per la cena. I genitori, preoccupati, fecero salire a Dio ferventi preghiere e fu così che quella sera stessa, una mano sconosciuta bussò alla porta e lasciò cadere, sulla soglia, un pacchetto. Conteneva una somma in denaro che permise a quella famiglia di far fronte alle necessità impellenti.

I beneficiari non seppero mai da dove provenisse quella spedizione miracolosamente adatta alla situazione, ma ne conoscevano l’origine: il cuore del loro Padre celeste! Dio aveva risposto alle grida della loro fede.

Molti credenti hanno, in vari modi, sperimentato questa divina provvidenza, che interviene meravigliosamente proprio quando tutte le risorse umane sono esaurite e la fede in Lui è totale e sincera.

Confidare in Dio, vuol dire contare su di lui ed aspettarsi che Egli agisca nella nostra vita, quando tutto va bene come quando tutto va male. La fede in Dio non cerca degli appoggi umani. Dio vuole che impariamo a rimettere a lui, in preghiera, tutti i nostri bisogni personali, la nostra famiglia e il nostro futuro. Questa piena fiducia in Lui porta la pace nel cuore, la serenità attraverso le difficoltà, e fa sperimentare le meravigliose risposte di Dio.


domenica 18 ottobre 2020

Il suo grido di trionfo

“Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: È compiuto!” Giovanni 19:30.

Nelle prime tre parole pronunciate dalla croce possiamo vedere il Signore come un esempio per noi, nella quarta e nella quinta lo vediamo come portatore dei nostri peccati. Ora, nelle ultime due grida (Giov.19:30 e Luca 23:46) appare come conquistatore, perché esse esprimono la vittoria che Lui ha riportato per noi.

Si potrebbe obiettare che le parole del sesto grido (E' compiuto!) siano le più importanti mai pronunciate. Già prima, il Signore, aveva dichiarato di aver finito l'opera che era venuto a compiere sulla terra (17:4); qui egli rende testimonianza pubblica. Il suo grido non è lo straziante lamento di uno che muore nella disperazione e nella sconfitta: secondo Matteo e Marco, è un grido lanciato “con gran voce” (Mat. 27:50), per proclamare una risonante vittoria.

Il verbo greco al passato prossimo indica un adempimento duraturo; potrebbe essere reso così: “E' stato compiuto e rimarrà per sempre compiuto”. Il Signore ha fatto quello che la lettera agli Ebrei chiamerà “un unico sacrificio per i peccati” Ebrei 10:12.

E per dimostrare la completezza di ciò che il Signore aveva compiuto la cortina del tempio si squarciò in due “da cima a fondo” Matteo 27:51. Quella cortina che la mano di Dio aveva squarciato era stata appesa per secoli come emblema dell'inaccessibilità dei peccatori alla presenza di Dio. Ma ora era stata strappata in due e tolta di mezzo perché non ce n'era più bisogno. Il Signore aveva riportato questa straordinaria vittoria e lo aveva fatto per noi.

18 ottobre - Vivere bene

(Gesù Cristo) morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.

2 Corinzi 5:15

 

Noi crediamo che siamo salvati mediante la grazia del Signore Gesù.

Atti 15:11

Vivere bene

 

Per alcuni, vivere bene è poter fare ciò che piace; così non fanno altro che ricercare la propria soddisfazione. Vivono per se stessi e il proprio essere è messo al centro di ogni cosa. Ma “che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?” dice Gesù (Matteo 16:26). Vivere per se stessi è una prigionia.

Per altri, vivere bene, significa vivere una vita moralmente retta, cercando di rispettare le regole ed i doveri stabiliti dall’etica. Questo è ciò che spesso propongono le religioni; o meglio, questa è la percezione che danno.

Ma queste due vie non potranno far altro che deluderci, perché ci tengono concentrati su noi stessi: sia che diventiamo indifferenti in rapporto al male, quindi soddisfatti di noi stessi, sia che ci affliggiamo quando prendiamo atto che tutti i nostri sforzi sono insufficienti per fare il bene. L’apostolo Paolo diceva: “In me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no” (Romani 7:18).

La Bibbia ci offre un’altra strada: Gesù Cristo. Vivere bene si può soltanto se, per mezzo della fede, riceviamo la nuova vita, offerta dall’amore e dalla misericordia di Dio che perdona chiunque si avvicina a lui per mezzo della fede. Solo così potremo gustare, durante la nostra esistenza terrena, la vera gioia di essere amati da Dio, di conoscerlo come il nostro Padre, di vivere in comunione con Lui e di essere dei testimoni per il Signore Gesù nell’attesa di essere con lui nella casa del Padre, nella gioia eterna.

sabato 17 ottobre 2020

17 ottobre - Scegliere di vivere

(Dio disse:) “Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva”.

Deuteronomio 30:19

 

Scegliere di vivere

 

Diversi messaggi affissi lungo le nostre strade ci incitano ad essere prudenti, a moderare la velocità, per non rischiare di perdere la vita. Questo consiglio mi ricorda l’importanza di fare la giusta scelta proposta dal versetto di oggi: la “scelta di vivere”.

“Scegliere la vita”, significa accettare il dono gratuito di Dio: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna” (Giovanni 3:36); significa riconoscere che Gesù è morto sulla croce per portare i miei peccati. La Bibbia mi invita a “ottenere la vera vita” (1 Timoteo 6:19). Ricevendo la salvezza per mezzo di Gesù Cristo, ottengo la vita divina che è fondata sulla sua morte e sulla sua risurrezione. Lui stesso dichiara: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24). Possedendo questa vita, potrò vivere per Gesù Cristo, al quale appartengo e del quale desidero fare la volontà (2 Corinzi 5:15).

Vogliamo solo vivere su questa terra senza avere la certezza di vivere per l’eternità, di possedere la vita eterna? I nostri interessi e i nostri obiettivi si limitano solo alla vita in questo mondo, oppure desideriamo vivere il resto del nostro tempo non più spinti dalle concupiscenze, ma per fare la volontà di Dio (1 Pietro 4:2), per piacergli, per rallegrare il suo cuore?

Non chiudere il tuo cuore all’amore del Salvatore costringendolo a dire: “Eppure non volete venire a me per aver la vita!” (Giovanni 5:40). Oggi la grazia di Dio ti viene offerta ancora una volta; non rifiutarla! 

venerdì 16 ottobre 2020

16 ottobre - La predicazione della croce

Non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.

Romani 1:16

 

La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio.

1 Corinzi 1:18

 

La predicazione della croce

 

Dio ha creato i mondi dal nulla con la parola della sua potenza. “Egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve” (Salmo 33:9). Ma, per distruggere le opere del diavolo, per abolire il peccato, annullare la morte, sua giusta conseguenza, e per preservarci dal giudizio inevitabile, che potenza straordinaria ha dovuto impiegare! Quando Cristo è stato inchiodato alla croce, Dio ha esercitato tutto il rigore del suo giudizio su di lui a causa dei nostri peccati. Gesù ha dato la sua vita per abolire il peccato. Sulla croce ha trionfato “per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo” (Ebrei 2:14), e la sua risurrezione è la prova del suo trionfo perfetto.

Gesù Cristo, crocifisso e risuscitato, è Egli stesso la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, e la predicazione della croce fa conoscere l’opera che ha compiuto. Ricevuta nel cuore, per mezzo della fede, essa ci fa passare dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla potenza di Satana a Dio.

Che opera stupefacente! Tanto i cieli sono al di sopra della terra, tanto le anime dei salvati, creature nuove e spirituali, sono al di sopra della creazione materiale. Ecco perché la predicazione della croce è definita “potenza di Dio”. “Noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio” (1 Corinzi 1:23-24).

giovedì 15 ottobre 2020

Dichiarazione diritti

Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo. Eccone un estratto: “Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità”.

Immagino che tutti gli uomini si siano rallegrati nel lontano 1948 leggendo tali parole ma, purtroppo c'è un errore di fondo: tutto si concentra sull'uomo, sulla sua buona volontà, su i suoi buoni propositi. Come cristiani abbiamo imparato ha non avere fiducia in noi stessi e a non fare affidamento sul nostro cuore e sui suoi buoni propositi. 

L'uomo, per prima cosa, dimentica i diritti di Dio. L'ignoranza e il disprezzo per essi e proprio la prima causa delle disgrazie dell'uomo. 

Sì Dio ha dei diritti e ha stabilito delle leggi morali proprio per le sue creature ma il disconoscimento di Dio e dei suoi ordinamenti a portato l'uomo ad allontanarsi da Lui per seguire le sue proprie vie “voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli” Efesini 2:1-2. 

Perché c’è tanta violenza in questo mondo? Questa domanda viene fatta spesso e, senza dubbio, dalla notte dei tempi. “Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza. … Allora Dio disse a Noè: “Nei miei decreti, la fine di ogni essere vivente è giunta poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza” (Genesi 6:11, 13). Il versetto qui sopra la lega, chiaramente, allo stato del cuore dell’uomo dinanzi a Dio.

La radice della parola violenza è la stessa di quella di: violazione o trasgressione; l’atto di violare, di infrangere. Queste parole significano: non mostrare un rispetto appropriato di Dio e delle sue leggi ed hanno anche il senso del disprezzo. 

Non si vuole ascoltare Dio. “Io ti ho parlato al tempo della tua prosperità, ma tu dicevi: "Io non ascolterò". Questo è stato il tuo modo di fare sin dalla tua adolescenza; tu non hai mai dato ascolto alla mia voce” Geremia 22:21.

Se un giorno uno di voi dovesse udire simili parole da parte del Giudice Supremo, quanto sarebbe angosciato.

“Dio parla una volta, e anche due, ma l'uomo non ci bada” Giobbe 33:14.  Eppure Dio vuole: “distogliere l'uomo dal suo modo d'agire e...per salvargli l'anima dalla fossa” Giobbe 33:17-18.

15 ottobre - Può venire stasera!

Il Signore stesso, con un ordine… scenderà dal cielo.

1 Tessalonicesi 4:16

 

(Gesù disse:) “Sì, vengo presto!”

Apocalisse 22:20

 

Può venire stasera!

 

Benché molto provato da una lunga e dura malattia, un anziano credente era rimasto sereno e fiducioso in Dio suo salvatore. Quando era ricoverato per subire l’amputazione di un piede, testimoniava della sua fede e attendeva ogni giorno il suo Signore. “Può venire stasera!” diceva spesso.

Come può un credente avere la certezza del prossimo ritorno di Cristo? Leggendo nella Bibbia ciò che Gesù stesso ha promesso ai suoi: “Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3). Il suo ritorno avverrà “in un batter d’occhio” (1 Corinzi 15:52). Nessuna data è stata prevista, ma il credente attende costantemente Colui che ripete nel libro dell’Apocalisse: “Io vengo presto” (3:11; 22:7, 12, 20).

Il ritorno del Signore Gesù, per prendere coloro che credono in lui, metterà fine al periodo attuale della grazia che dura da più di 2000 anni. Durante questo periodo si sarà completata la Chiesa del Signore, formata da tutti i veri cristiani, “nati di nuovo” per mezzo della fede in Gesù Cristo (Giovanni 3:3-5). Tutti parteciperanno, con un corpo glorioso, a quella grande partenza verso il cielo. Ci saranno i morti in Cristo che verranno risuscitati per primi, ed anche i credenti che saranno ancora in vita sulla terra in quel momento; tutti saranno trasformati per incontrare il Signore (1 Tessalonicesi 4:16-17).

Se il Signore tornasse a prendere i suoi in questo istante, farai parte anche tu di coloro che andranno ad incontrarlo?

mercoledì 14 ottobre 2020

14 ottobre - Occasione persa

Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!

2 Corinzi 6:2

 

Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi.

Giacomo 4:8

 

Occasione persa

(leggere Atti 24)

 

L’apostolo Paolo, prigioniero, compare davanti al governatore Felice. A causa del suo zelo nell’annunciare l’Evangelo, è accusato dai capi religiosi di turbare l’ordine pubblico, oltre che di attentare alle tradizioni dei Giudei. Dopo aver ascoltato la testimonianza di Paolo, Felice aggiorna l’udienza. Qualche giorno dopo lo interroga in privato per saperne di più sulla fede in Cristo, ma quando il prigioniero gli parla della giustizia di Dio e del giudizio a venire, quell’uomo, che pensava di dover rendere conto soltanto a se stesso, è impaurito, perché la sua coscienza lo condanna. Allora si defila rinviando ad un altro momento il serio esame dei bisogni della sua anima… Che occasione persa!

Come reagisci tu quando ti viene annunciata la Parola di Dio? Può darsi che tu abbia un certo interesse sui temi religiosi, ma forse rifiuti tutto ciò che potrebbe toccare la tua coscienza mettendoti a disagio. Preferisci rimandare a più tardi la riflessione sulla tua condizione di peccatore?

Fai attenzione, perché “il tempo favorevole” per mettersi in regola con Dio potrebbe non ripresentarsi mai più! È adesso che bisogna rivolgersi a Dio per confessare i propri peccati e credere che Gesù Cristo, sulla croce, ha subìto il giudizio al nostro posto. “Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23). “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 3:15).

martedì 13 ottobre 2020

13 ottobre - Troppo leggero

Gli uomini... messi sulla bilancia vanno su, tutti insieme sono più leggeri della vanità.

Salmo 62:9

 

“Tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante”.

Daniele 5:27

 

Troppo leggero

 

Il versetto di oggi, tratto dal libro del profeta Daniele, ci riporta alla notte memorabile in cui Babilonia la Grande viene conquistata dalla Persia. Mentre l’esercito nemico si preparava ad attaccare la città, il re Baldassar sta banchettando con i suoi grandi e le sue donne. Ma all’improvviso è terrorizzato da una mano che appare sulla parete e scrive quattro parole, e poi scompare. Quattro parole che interpretate dal saggio Daniele furono sufficienti per far conoscere i decreti di Dio riguardo la sorte di Babilonia e del suo re: “Contato, contato, pesato e diviso!” I giorni del potente monarca erano finiti. Pesato alla bilancia di Dio, era mancante e il suo impero stava per essere diviso. La sentenza divina ebbe il suo compimento quella notte stessa.

Pesato e trovato mancante! Dio ha una bilancia per pesare le nostre azioni, le nostre parole e i nostri pensieri, ma non illudiamoci di poter accumulare del peso davanti a Dio con la nostra buona volontà, i nostri buoni rapporti sociali e le nostre opere in generale! Gli uomini, “messi sulla bilancia vanno su, tutti insieme sono più leggeri della vanità” (Salmo 62:9). Non c’è nulla in noi e nei nostri simili che possa soddisfare le esigenze della giustizia divina.

Ma allora, non c’è alcun rimedio? La condanna è inevitabile? Chi potrà controbilanciare il peso dei nostri peccati? Dio, nella sua grazia infinita, ha mandato Gesù Cristo sulla terra per espiare le nostre colpe alla croce. Solo per merito del Redentore e appropriandoci per fede del valore dell’opera che ha compiuto, possiamo essere resi giusti e graditi a Dio.


lunedì 12 ottobre 2020

12 ottobre - Rettitudine o doppiezza

Il SIGNORE ama la giustizia.

Salmo 37:28

 

L’amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene.

Romani 12:9

 

Il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no.

Giacomo 5:12

 

Rettitudine o doppiezza

 

L’ipocrisia è manifestare dei sentimenti o intenzioni diverse da quelle reali, in certi casi per trarne un profitto a discapito degli altri. Questo comportamento, contrario alla rettitudine e all’onestà, è severamente condannato dalla Bibbia (Salmo 12:2). Possiamo ingannare coloro che ci stanno intorno, possiamo anche ingannare noi stessi, ma non possiamo ingannare Dio che sa e vede tutto. “Non v’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto” (Ebrei 4:13). Benché nella società attuale, la differenza tra ciò che è vero e ciò che è falso sia sempre più banalizzata, il credente, più di chiunque altro, è invitato ad evitare categoricamente ogni ipocrisia o finzioni.

I nostri comportamenti non dovrebbero essere ambigui e lontani dalla rettitudine di cuore che dovrebbe caratterizzarci. Se i nostri discorsi sono in contrasto con gli insegnamenti che ci ha dato il Signore Gesù, noi manchiamo di rettitudine; lo stesso vale se le nostre azioni non sono coerenti con ciò che diciamo. Tutti si aspettano che un figlio di Dio sia sempre coerente con ciò che professa, quindi dobbiamo, con sincerità, chiederci che idea si fanno le persone che ci stanno intorno, vedendo il nostro modo di vivere. Se amiamo il Signore, avremo il desiderio di essergli fedeli, e questo sarà visibile. L’Evangelo percepito attraverso la vita dei credenti è spesso una testimonianza più convincente di tanti bei discorsi.

domenica 11 ottobre 2020

11 ottobre - Per fede

Senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.

Ebrei 11:6

 

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Romani 5:1

 

Per fede

 

La fede di Abraamo ha fatto di lui “il padre di tutti quelli che credono” (Romani 4:11). Unicamente sulla base della promessa divina, Abraamo lasciò il suo paese, il suo popolo e la sua posizione sociale per andare in un paese straniero. Con assoluta fiducia obbedì e partì, non per abitare in una città confortevole, ma per essere un pastore nomade. Là dove Dio lo mandò, piantò le sue tende e vi abitò per un secolo. All’età di 75 anni ricevette da Dio la promessa di un figlio. Egli attese ben 25 anni prima che tale promessa si realizzasse, e in più in condizioni umanamente impossibili; infatti sua moglie Sara aveva già 90 anni! Nonostante tutto, però, il figlio promesso, Isacco, nacque.

Quando Isacco diventò grande, Dio chiese ad Abraamo di offrirgli in sacrificio proprio quel figlio tanto atteso e tanto amato. Convinto che Dio poteva risuscitarglielo, e sostenuto da una fede incondizionata, Abraamo si recò con Isacco sul monte che Dio gli aveva indicato, ubbidendo così al comandamento che aveva ricevuto; ma Dio, all’ultimo istante, risparmiò la vita del ragazzo.

La volontà di Dio a volte può sembrarci misteriosa, difficile da accettare e incomprensibile, ma Abraamo si è fidato delle promesse di Dio ed è stato ricompensato. Solo la fede permette di comprendere i pensieri di Dio!

In cosa Abraamo è un esempio per noi? Nella fede. La Parola di Dio, riguardo ai nostri conduttori dice: “Imitate la loro fede” (Ebrei 13:7). Noi non dobbiamo imitare ciò che Abraamo ha fatto, ma la sua fede e la sua fiducia incrollabile in Dio, la sua ubbidienza in ogni circostanza, nell’attesa gioiosa del risultato finale.

sabato 10 ottobre 2020

10 ottobre - Scegli la vita!

Non si trovi in mezzo a te… chi esercita la divinazione…, né chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose.

Deuteronomio 18:10-12

 

Scegli la vita!

 

Ai nostri giorni, in molti paesi, c’è una tale angoscia esistenziale tra i giovani che molti sono spinti ad invocare degli spiriti pur sapendo che sono malvagi. Anche le autorità sono preoccupate nel vedere la crescita esponenziale del numero di adepti alle sette sataniche. È una specie di suicidio. Chi entra in quel giro non ha più nulla da perdere, non ha più aspettative dalla vita, non ha valori. I giovani sono capaci di compiere grandi gesti eroici ma anche atti orrendi.

Se abbiamo la possibilità di mostrar loro che con Gesù siamo felici, saranno incuriositi, perché anche loro cercano la felicità; devono sapere che Dio li ama. Non dobbiamo avere paura di testimoniare umilmente della nostra fede, anche a costo di essere ridicolizzati, perché Gesù non trionfa attraverso i bei discorsi, ma per mezzo della potenza dello Spirito che tocca i cuori.

Credenti, noi siamo degli inviati del Signore per mostrare a questo mondo la nostra felicità di averlo conosciuto come nostro Salvatore, perchè Gesù ci ha liberati dalle catene di Satana e del peccato e dalla morte eterna.

Il diavolo non potrà più renderci schiavi al punto da non poter più essere liberati, perché Dio, con la sua onnipotenza, è sempre più forte del nemico. Gesù Cristo è Dio, mentre il diavolo non è che una creatura ribelle e destinata all’inferno.

venerdì 9 ottobre 2020

09 ottobre - Il Dio invisibile si manifesta

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.

Giovanni 4:24

 

(Cristo) è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili…; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Colossesi 1:15-16

 

Il Dio invisibile si manifesta

 

L’astronomo inglese Isaac Newton (1642-1727) diceva: “Ho visto passare Dio davanti al mio telescopio”. Linneo (1707-1778), naturalista svedese, dichiarò: “Quando ho ammirato le sue opere, ho visto Dio davanti a me”. Anche Henri Fabre (1823-1915), entomologo francese, si pose sulla stessa linea di pensiero quando scrisse: “Non posso dire di credere in Dio: io lo vedo”.

Può darsi che per voi l’esistenza di Dio non sia evidente; Dio è spirito, invisibile agli occhi della sua creatura, ma “le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue” (Romani 1:20). Questo hanno compreso, consapevoli o no, anche tanti altri scienziati oltre a quelli citati.

Quando entrate in una casa, solo vedendo com’è disposta e com’è arredata vi fate un’idea su quelli che la abitano. Osservando la bellezza della natura, lo splendore del cielo stellato, la potenza delle onde del mare o la complessità del corpo umano, conoscerete qualche cosa su Dio.

Ma non dobbiamo fermarci a questo, perché il Dio invisibile, che da sempre si è manifestato attraverso la natura, si è rivelato pienamente con la venuta sulla terra di suo Figlio Gesù Cristo. Dio ha anche scritto per tutti gli uomini la sua Parola, la Bibbia; leggetela per conoscere il suo messaggio e conoscere veramente chi è Dio, la sua compassione e il suo amore, oltre che la sua potenza.

giovedì 8 ottobre 2020

08 ottobre - Il Dio che non ha limiti

Fin qui tu verrai, e non oltre; qui si fermerà l’orgoglio dei tuoi flutti.

Giobbe 38:11

 

Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!

Romani 11:33

 

Il Dio che non ha limiti

 

La potenza del diavolo nella Bibbia è paragonata a quella del leone (1 Pietro 5:8), e la sua astuzia simile a quella del serpente (2 Corinzi 11:3). Queste sue caratteristiche sono reali, ma limitate, e sempre sotto il controllo di Dio.

Infatti, nel misterioso dialogo tra Dio e Satana che troviamo nel libro di Giobbe, è Dio ad avere l’iniziativa. Dio, nel lasciare che Satana colpisca Giobbe, gli dice: “Tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona” (Giobbe 1:12). Tutti i figli di Giobbe morirono, i suoi armenti vennero distrutti, ma Satana persistette nella sua cattiveria. Allora Dio gli disse: “Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita” (Giobbe 2:6). Anche in questo caso Satana non poté superare il limite stabilito da Dio.

Dio mette un limite anche alle ambizioni dell’uomo rivolgendogli le stesse parole del versetto di oggi: “Fin qui tu verrai, e non oltre”. L’uomo ha messo il piede sulla luna, ma non raggiungerà mai la dimora di Dio. Può alleviare le sofferenze, ma non può fermare il deperimento del corpo, e quando arriva la morte, deve deporre le armi e constatare di non essere in grado di fare nulla per ridare la vita.

Dio non ha limiti nell’esprimere la sua potenza e il suo amore; lo ha dimostrato dando il suo unico e tanto amato Figlio, per salvare l’uomo perduto

mercoledì 7 ottobre 2020

07 ottobre - “Io mi fermo lì”

Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose?

Isaia 40:26

 

Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo.

Ecclesiaste 3:11

 

“Io mi fermo lì”

 

Quando invitai la nostra vicina di casa, Laura, a partecipare ad una conferenza sulla Bibbia, lei precisò subito che non credeva in niente. Guardando le foto dei suoi figli appese alla parete le dissi: “Quando lei pensa all’affetto dei suoi figli, non trova che sia una cosa stupenda?

– Sì, ci sono delle cose belle intorno a me, ma io mi fermo lì e non voglio andare oltre.

– Io invece, quando vedo il sorriso di un fanciullo, penso che le cose non sono nate dal nulla e penso a Dio.

– Voi pensate a Dio perché siete stati allevati nella fede; io non ci penso perché sono stata allevata senza religione; per me le cose esistono, punto e basta!

– Veramente, quando lei guarda la bellezza della natura, come quell’albero in autunno, si ferma lì?

– Sì, quando guardo quell’albero, non penso a nulla, se non che qualcuno lo ha piantato.”

Anche la nostra conversazione si fermò lì, ma sono fiduciosa che non sia stata inutile. Un giorno, vedendo un albero con le sue foglie purpuree, Laura forse non penserà soltanto all’albero, o a chi lo ha piantato, ma avrà uno sguardo diverso sulla natura, sulla vita, sull’universo, e riconoscerà che Dio è all’origine di ogni cosa. Non potrà fare a meno di riflettere, di essere logica, di pensare a Dio e di comprendere quanto le sia vicino.

In tutto ciò che ci sta intorno è contenuto un messaggio indirizzato a noi: Chi ha fatto tutta questa bellezza? Se ciò che vediamo è rovinato e degradato, chi ne è la causa? È forse colpa del Creatore?