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venerdì 29 aprile 2022

Un grande fatto

Un piccolo seme posto sulla terra sembra scomparirvi, appare come dimenticato, tuttavia un giorno si manifesterà sotto la forma inaspettata di una pianta o di un albero. Un grosso bruco si trascina penosamente su una foglia. Alcuni giorni più tardi, apparentemente senza vita, dorme nella sua crisalide. Tutto è finito dunque? Al contrario! Un giorno la crisalide si aprirà e da essa ne uscirà una magnifica farfalla dotata di un corpo nuovo che non ha assolutamente nulla di compatibile con quello del bruco.

Questi semplici fatti, facili da osservarsi già in natura, ci parlano di questo grande mistero: la risurrezione. “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” Filippesi 3:20-21. 

Che giorno di trionfo quando questo corpo corruttibile rivestirà l'incorruttibilità. La morte sarà sommersa nella vittoria (1 Cor. 15:54). I morti si alzeranno, i corpi di coloro che riposavano nella polvere, ne usciranno. Tutto questo grazie alla potenza di Dio.

Il grande fatto della risurrezione è mostrato ai nostri occhi nella natura ed è annunciato nella Parola di Dio.

“Ma qualcuno dirà: Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano? Insensato, quello che tu semini non è vivificato se prima non muore; e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve nascere” 1 Cor. 15:35-37.

“Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità. Quando poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata sommersa nella vittoria” ver. 53-54.

29 aprile - Si può dimenticare Dio?

Essi non tengono Dio presente davanti a loro.

Salmo 54:3

 

“Sì io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà”.

Geremia 31:3

 

Si può dimenticare Dio?

 

Nel Salmo 54, il re Davide, parlando degli uomini che volevano attentare alla sua vita scrisse: “Essi non tengono Dio presente davanti a loro”.

Ancora oggi, molti uomini e donne rifiutano la nozione stessa di Dio, allontanandolo dai loro pensieri e dai loro progetti. Non vogliono ammettere che Dio li vede e li ascolta, e che prende nota di tutto quello che fanno.

Dio dice nella Bibbia: “Io, il SIGNORE, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni” (Geremia 17:10). E aggiunge che verrà un momento in cui tutti gli uomini che lo hanno escluso dai loro pensieri e dalla loro vita dovranno comparire davanti al Giudice supremo (Apocalisse 20:11-15). Si può anche dimenticare Dio nella propria vita, ma, nessuno potrà evitare di incontrarlo un giorno!

Nell’attesa, Dio non dimentica nessuno; Egli “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4). Nessuno al mondo, nemmeno la persona più detestabile, è escluso dalla sfera del Suo amore.

Qualcuno dei nostri lettori ha cercato fino ad oggi di dimenticare Dio? Non è troppo tardi per riparare a questa colpa. Dio ha detto, e questo è valido per tutti: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Prendiamo in parola questa promessa, e incontriamo il Dio che ci ama: non fuggiremo mai più dalla Sua presenza.

giovedì 28 aprile 2022

Decidersi

“Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva” Deut:30:19.

All’uomo d’oggi, sembra che costi sempre di più il dover prendere delle decisioni; tale, per lo meno, è la mia impressione; e più gente conosco, più si rafforza in me quest’opinione.

Probabilmente, saranno diverse le ragioni che hanno prodotto quest’attitudine. Del resto, la situazione e le circostanze in cui viviamo in questo periodo, ci abituano alla passività. Si tende a riflettere sempre di meno e a molti si è proprio bloccata la mente. Una rassegnazione paralizzante si è ormai generalizzata e sembra che la gente non creda più possibile che, la sua vita possa cambiare radicalmente.

Normalmente, ai giovani è più facile prendere decisioni e uscire in cerca di nuovi orizzonti; però, una volta trascorsa la prima metà della vita, la gente si accomoda e si fa trasportare. Cambiare opinioni, tornare a rivedere le nostre convinzioni, la cosa sembra troppo scomoda e rischiosa.

A un fumatore incallito, si può anche illustrare e dimostrare che la nicotina sta rovinando la sua salute, che può provocare il cancro al polmone e accorciare di parecchio le sue prospettive di vita. Quel fumatore vi ascolterà tranquillamente, forse annuirà con la testa in segno di approvazione, ma subito dopo, accenderà ancora un’altra sigaretta.

Pochissime persone sono disposte a trarre le logiche conseguenze delle proprie esperienze e, si preferisce nascondere la testa nella sabbia piuttosto che cambiar vita.

Poco tempo fa, un medico che lavorava in un reparto per malati di cancro mi raccontò che, la maggior parte dei pazienti, poco tempo dopo essere stata informata della gravità delle proprie condizioni, in maniera conscia o inconscia, rimuoveva quest’informazione, come se non avesse mai sentito che i medici ormai disperano di salvarli.

Cambiare opinione non è facile e, fare inversione a «U» lo è ancor meno eppure è proprio quello che la Scrittura ci invita a fare.

La Bibbia non è stata data per la nostra informazione, ma per la nostra trasformazione.

28 aprile - Che cosa può fare Dio per noi

Il Dio del nostro Signore Gesù Cristo… illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate… qual è verso di noi che crediamo, l’immensità della sua potenza.

Efesini 1:17-19

 

Che cosa può fare Dio per noi

 

Abbiamo notato, leggendo la Lettera agli Efesini (3:20), che cosa può fare per noi il nostro Dio e Padre?

Può fare… non solo “quel che domandiamo o pensiamo”.

Può fare… non solo “di più di quel che domandiamo o pensiamo”.

Può fare… “infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo”.

Quando rivolgiamo a Dio in preghiera qualche richiesta, ci aspettiamo che Egli risponda dandoci quello che abbiamo chiesto. Ma poiché abbiamo a che fare con un Dio e Padre che ci ama e che è onnipotente, Egli ci dà “infinitamente di più” di quello che ci aspettiamo. Dio dimostra così “l’immensità della Sua potenza” e della Sua infinita grazia verso delle creature limitate. Abbiamo a che fare con un Dio che si compiace di “abbondare” e di rispondere in un modo così meraviglioso che noi non avremmo mai immaginato.

Spesso, però, non afferriamo con totale fiducia le promesse di questo versetto perché dimentichiamo che il nostro Dio è un Dio fedele che “non può rinnegare se stesso” (2 Timoteo 2:13); Egli “non può mentire” (Tito 1:2), quindi mantiene sempre le Sue promesse!

Poniamoci questa domanda: usiamo giornalmente le risorse che abbiamo in Lui? Esse sono infinite e illimitate, e sono a disposizione di ogni credente in qualsiasi momento. Facciamo attenzione a non sciuparle, utilizziamole! Le nostre giornate saranno più serene, ci sarà più frutto per il Signore e più gioia per noi. Potremo sperimentare che Egli ci può fortificare (Romani 16:25), e potremo dire anche noi, come un tempo l’apostolo Paolo: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica” (Filippesi 4:13).

mercoledì 27 aprile 2022

Cuori insensibili

“Non commettere adulterio” Esodo 20:14.

Nel nostro mondo decaduto vivere una vita con una morale cristiana può essere difficile e richiede scelte continue. Sembra che tutti gli spettacoli e ogni pubblicità diano insegnamenti di parere opposto a quello che la Scrittura insegna, perché ci dicono di godere ora, di afferrare quello tutto quello che questa vita può offrire senza preoccuparci della vita futura. Siamo tutti a conoscenza del motto che va per la maggiore e che è tutto un programma: “Si vive una volta sola” o “Ogni occasione lasciata è persa”.

Personalmente sono sempre più preoccupato. La vertiginosa corsa ai divorzi è quasi la stessa sia fra i credenti che fra coloro che non lo sono. Non passa giorno che io non senta o legga qualche mezza notizia di un fratello o di una sorella, il cui matrimonio è in pericolo.

“Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: È lecito mandare via la propria moglie per un motivo qualsiasi?” Matteo 19:3.

I farisei certamente si aspettavano che il Signore si pronunciasse contro tale pratica che ben sapevano essere contro i principi divini, ma essendo contemporanei del tetrarca Erode Antipa, il cui recente divorzio aveva fatto esplodere la disapprovazione di Giovanni Battista e la sua conseguente prigionia e decapitazione, speravano di trovare nelle Sue affermazioni dei motivi per accusarlo.

”Ed egli rispose loro: Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne?” V.4-5.

Nel rispondere alla pratica maschilista dei farisei il Signore affermò che le intenzioni di Dio per il matrimonio fin dal “principio” non erano così e il termine “una sola carne” esprime una visione del matrimonio come qualcosa di più profondo di una convenienza umana o di una consuetudine sociale e questa ferma dichiarazione acquista ancora più maggior forza con la dichiarazione del ver.8 “quello dunque che Dio ha unito l'uomo non separi”

Perché dunque ciò avviene? “Gesù disse loro: Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così” v.8.

La causa è da ricercare nel nostro cuore. Un cuore che non è solo insensibile verso la propria compagna ma anche contro la volontà di Dio che era fin dal principio.

“Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti...Mariti, amate le vostre mogli” Efesini 5:22-25.


Quanto è detestato il termine sottomissione. Sostenere che la moglie deve essere sottomessa al marito è sempre argomento di accesi dibattiti e questo perché spesso l'argomento sui ruoli matrimoniali viene gestito male. Molti predicano sulla sottomissione della donna, che, ovviamente, deve essere presente ed è richiesta da Dio, ma senza dedicare lo stesso spazio alle corrispondenti responsabilità dell'uomo. Ciò è causa di continua frustrazione per le donne, le quali sentono sempre dire che devono essere sottomesse, ma troppo poco viene sottolineata la responsabilità dei mariti di amare le proprie mogli.

27 aprile - Contraffazioni

O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo.

Salmo 51:10

 

Contraffazioni

 

Un giorno fu chiesto a Picasso (1881-1973) chi fosse, secondo lui, il pittore più famoso. Picasso rispose ridendo: “Rubens, perché nel corso della sua vita ha dipinto circa 600 quadri, di cui ce ne sono stati conservati 2700!”

La contraffazione è un flagello dell’economia moderna che costa molto caro alle imprese e allo Stato. Nel 2010, all’esterno delle frontiere dell’Unione Europea, sono stati sequestrati un po’ più di 103 milioni di prodotti contraffatti, per un valore totale di un miliardo di euro.

Ma la contraffazione in campo religioso è ben più pericolosa. La Bibbia ci parla con severità di quelle persone che si dicono cristiane, che hanno “l’apparenza della pietà”, ma ne hanno “rinnegato la potenza” (2 Timoteo 3:5). Persone che frequentano regolarmente le funzioni religiose, ma il loro cuore è lontano da Dio. Hanno spesso sulla bocca il Suo nome, forse citano anche dei testi biblici, ma non si sottomettono alla Sua Parola.

Ricordiamoci degli avvertimenti che Gesù dava alle folle che lo seguivano: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! Entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio” (Matteo 7:21). Non si può ingannare Dio con l’apparenza perché “tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto” (Ebrei 4:13).

Non tentiamo di sembrare ciò che in realtà non siamo. Potremmo ingannare i nostri simili, forse anche noi stessi, ma non potremmo mai ingannare Dio! 


martedì 26 aprile 2022

26 aprile - Ravvedetevi!

“Quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo”.

Luca 13:4, 5

 

“Ravvedetevi e credete al vangelo”.

Marco 1:15

 

Ravvedetevi!

 

Di fronte ai terremoti, alle inondazioni, agli uragani che si succedono qua e là nel mondo distruggendo beni materiali e vite umane e causando disperazione e miseria, a qualcuno potrebbe sorgere questa domanda: “Perché proprio in quel luogo e non altrove?” Il versetto del giorno ci fa capire che non dobbiamo cercare di paragonare le responsabilità degli uni e degli altri, ma che ciascuno di noi deve piuttosto esaminare se stesso.

La morte non può forse colpire all’improvviso chiunque e in qualsiasi punto del globo? Bisogna dunque essere pronti a incontrare Dio. Gesù rivelò ai Suoi ascoltatori come è possibile prepararsi a questo incontro, e gli apostoli, dopo di Lui, lo hanno ripetuto: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati” (Atti 3:19). Ravvedersi significa essere d’accordo con Dio sul fatto che siamo dei peccatori. Convertirsi vuol dire fare un’inversione di direzione, volgersi verso Dio; accettare la grazia che perdona e dà la vita eterna.

I castighi di Dio stanno per cadere su questo mondo che lo rifiuta e che è sprofondato in un gravissimo disordine morale. Le calamità che oggi Dio permette sono come degli avvertimenti, dei segni precursori di ciò che colpirà ben presto coloro che non si sono rivolti a Lui per tempo. “Pensi tu, o uomo… di scampare al giudizio di Dio? Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?” (Romani 2:3, 4).


lunedì 25 aprile 2022

Festa della Liberazione

«Arrendersi o perire!» fu la parola d'ordine intimata dai partigiani quel 25 aprile 1945, un anno dopo, a guerra finita, fu quella la data indicata come la festa per celebrare la Liberazione d'Italia. Sono tanti i luoghi simbolo della Resistenza italiana da visitare con i bambini al seguito, raccontando loro cosa accadeva in Italia qualche decennio fa. “C'è bisogno di una memoria condivisa da tramandare ai più giovani” si scriveva di recente su alcuni quotidiani.

I “luoghi di memoria” servono a mantenere nel tempo il ricordo di personaggi celebri o di avvenimenti, spesso tragici, della nostra storia. In Italia ve ne sono molti: Il Sacrario delle Fosse Ardeatine a Roma, Ossario ai partigiani caduti a Bologna, Piazza Quattro Giornate a Napoli, ecc.  

Per i credenti, esiste un memoriale ancora più importante perché evoca un unico straordinario sacrificio: “l’offerta del corpo di Gesù Cristo”

“Poi (Gesù) prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me” Luca 22:19.

Questo memoriale delle sue sofferenze e della sua morte, l’ha istituito Gesù in persona. E' costituito dal pane e dal vino, simboli che ricordano ai credenti ciò che il Signore ha compiuto per amor loro. Il pane è il ricordo del corpo che il Signore ha “dato” per ognuno di noi ed è anche il simbolo dell’unità dei veri credenti che costituiscono la sua Chiesa (1 Corinzi 10:16, 17; 11:24). Il vino parla del suo sangue versato (Matteo 26:27, 28), il sangue della Vittima perfetta che “purifica da ogni peccato”.

“Fate questo in memoria di me”, ha detto Gesù. Questo è stato il giorno più grande in quanto alla liberazione. Dovremmo ricordarcelo. Egli ci ha liberati dai nostri peccati.

“...e da Gesù Cristo, il fedel testimone, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati col suo sangue...sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli.” Apocalisse 1:5,6.

25 aprile - La grazia è offerta a tutti

“Una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo”.

Giovanni 9:25

 

Mi è stata fatta misericordia, affinché, Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna.

1 Timoteo 1:16

 

La grazia è offerta a tutti

 

Nel suo libro “Dio esiste, io l’ho incontrato”, André Frossard (1915-1995), allevato nell’ateismo “dove la questione dell’esistenza di Dio non si pone per niente”, racconta la propria conversione.

“L’8 luglio 1935 ci fu un avvenimento che produsse in me una rivoluzione tanto straordinaria da cambiare in un istante il mio modo di essere, di sentire, di vedere le cose, e trasformare radicalmente il mio carattere facendomi esprimere con un linguaggio così insolito che la mia famiglia si allarmò… Conobbi allora l’entusiasmo e la gioia di un naufrago tratto in salvo, ma con una differenza: mentre il naufrago è consapevole di trovarsi in grave pericolo, io ho preso coscienza del fango in cui mi trovavo inghiottito soltanto nel momento in cui sono stato tratto in salvo; prima non me ne rendevo conto, e adesso mi chiedo come ho potuto vivere e respirare in quello stato… Nulla mi rendeva predisposto alla religione; io non avevo religione. Ma Dio, nella Sua grazia, si è rivolto a me, si è fatto conoscere come il Dio d’amore. Ciò che mi è accaduto può accadere a chiunque, alla persona migliore o alla peggiore, a chi non sa nulla e a chi crede di sapere, perché Dio non usa parzialità.”

Questa testimonianza dimostra che la conversione non è una semplice adesione intellettuale, ma un’inversione di rotta che orienta la vita verso una nuova direzione; è anche prendere coscienza dello stato di peccato in cui ci troviamo davanti a Dio, e della necessità di credere che Gesù Cristo ha dato la Sua vita per noi.


domenica 24 aprile 2022

Se Dio è presente

“Se il SIGNORE non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il SIGNORE non protegge la città, invano vegliano le guardie. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; egli dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono” Salmo 127:1-2.  

Questi versetti si potrebbero riassumere con queste parole: Il poco è molto se Dio è presente e il molto è nulla se Dio non è presente. Se non sono ordinate e guidate da Dio le nostre attività sono uno spreco di tempo e di energia. Per illustrare meglio questo punto il salmista sceglie alcuni esempi di attività: costruire, proteggere e lavorare.

Vi sono due modi di costruire una casa (o famiglia). Uno consiste nel procedere secondo i nostri progetti, le nostre idee, la nostra intelligenza e quindi invocare le benedizioni di Dio solo dopo aver fatto tutto ciò che ci è parso bene fare. La casa l'abbiamo costruita ma il Signore non era presente nei nostri progetti. Lo abbiamo inserito solo dopo, richiedendo di  avvallare semplicemente i nostri progetti. L'altro consiste nell'attendere che il Signore dia inequivocabilmente il via e, soltanto allora procedere con la consapevolezza di dipendere esclusivamente da Lui. Nel primo caso il progetto risulterà “mancate” di quella saggezza e di quella luce che solo Dio può avere. Un risultato di carne e sangue, fatiche inutili. Nel secondo si vivrà l'esperienza di operare secondo un progetto divino. Costruire con Dio è tutt'altra cosa.

Anche per quanto riguarda il proteggere abbiamo bisogno di Dio. Le nostre precauzioni quotidiane risulteranno insufficienti. La nostra intelligenza non ci sarà di aiuto ne potranno esserlo le nostre ricchezze o la nostra esperienza. Solo Dio può intervenire con efficacia per proteggere “la città”.

Il terzo esempio riguarda il lavoro quotidiano. E' inutile lavorare da mattina a sera se non è stabilito da Dio.  Il lavoro occupa una parte importante nella nostra vita e pertanto abbiamo bisogno che sia Dio ad aprirci una strada a riguardo. 

Aggeo rende assai bene il concetto. “Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate, ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete; vi vestite, ma non c'è chi si riscaldi; chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata” Aggeo 1:6.

Anche in questo caso nei loro progetti non vi era Dio ma solo loro stessi. Infatti dirà: “A motivo della mia casa che è in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura solo per la propria casa” v.9.  I Cristiani non devono vivere per loro stessi ma per Colui che è morto e resuscitato per loro. In altre parole, il principio generale del mondo è cercare il benessere individuale a spese della collettività, mentre il credente deve agire secondo il principio opposto. Dio desidera la salvezza delle anime e l'edificazione del corpo di Cristo. In altri termini ogni membro deve lavorare con efficacia secondo la capacità che gli è stata data e Dio sarà con lui.

24 aprile - La strada giusta

Pienamente convinto che quanto egli (Dio) ha promesso, è anche in grado di compierlo.

Romani 4:21

 

“Se tu lo cerchi, egli si lascerà trovare da te”.

1 Cronache 28:9

 

La strada giusta

 

Fin dall’infanzia, il piccolo Giovanni frequentava coi genitori credenti le riunioni cristiane, ma col passare del tempo si sentiva sempre meno interessato alle cose di Dio. “Ci sono così tante religioni – pensava – che non posso essere sicuro che la religione dei miei genitori sia quella giusta. E poi, più si è fedeli a una religione, più la si pratica, più è difficile lasciarla. I conduttori religiosi sono talmente persuasi di detenere la verità che al minimo dubbio ti rimettono “sulla strada giusta” con delle spiegazioni che non soddisfano del tutto e che tu non sei in grado di contraddire perché non hai la loro conoscenza…”

Tuttavia, nonostante queste sue riflessioni, Giovanni aveva continuato a leggere la sua Bibbia. Un giorno, l’esempio della conversione dell’apostolo Paolo attirò la sua attenzione. Ebreo, seguace degli insegnamenti di insigni dottori della Legge, fedele e pronto a difendere le cose in cui credeva, Paolo poteva credere di essere sulla strada giusta. Ma mentre si recava a Damasco per imprigionare i cristiani, il Signore gli si è rivelato in modo straordinario e inequivocabile (Atti 9:1-22).

Questo episodio ha messo fine alle sue perplessità. Giovanni si è convinto che, poiché Dio è vivente, si fa trovare, come ha promesso, da quelli che lo cercano con sincerità. Egli ha capito che non si tratta di avere una religione, ma una relazione personale con Dio. “Il SIGNORE è vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità” (Salmo 145:18).


sabato 23 aprile 2022

Paludi

“Ho pazientemente aspettato il SIGNORE, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi” Salmo 40:1-2.

Questo salmo, scritto da Davide, non descrive delle circostanze che lui ha attraversato come qui ci sono presentate ma, anticipa ciò che il Signore Gesù attraverserà. Infatti, più avanti leggeremo: “Tu non gradisci né sacrificio né offerta; m'hai aperto gli orecchi. Tu non domandi né olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro. Dio mio, desidero fare la tua volontà”, come ben sappiamo, queste parole sono vere solo del Signore Gesù e a Lui riferite in Ebrei 10:5. 

Qui, nel nostro salmo, il Signore stesso ci viene presentato come colui che ha pazientemente aspettato. Neppure Lui in questa, circostanza, ha ricevuto una risposta istantanea. Egli sapeva bene che questo “ritardo” non corrispondeva ad un rifiuto, ma era necessario attendere che i piani di Dio si adempiessero. Dio risponde alle preghiere nel momento più adatto per il compimento dei suoi progetti nella nostra vita.

Il Signore paragona la sua liberazione dalla morte alla liberazione da una fossa di perdizione, da un pantano fangoso. Benché la liberazione di Cristo sia unica, in un certo modo noi tutti possiamo sperimentare la potenza del Dio che salva dalle fosse e dalle paludi disseminate, come sappiamo molto bene, lungo l'intera nostra esistenza. 

Nella fossa di perdizione si trova, in particolar modo, l'individuo non convertito. In un pantano fangoso si trova immerso il professante religioso. Poi ci sono le paludi della malattia, della sofferenza e del dolore. Ci capita di affrontare il pantano della privazione, del lutto, della solitudine o dello scoraggiamento. Si tratta di esperienze impossibili da dimenticare, periodi in cui piangiamo e ci lamentiamo ma ci sembra non accadere nulla. Dobbiamo seguire l'esempio del nostro Salvatore e imparare ad attendere pazientemente l'intervento di Dio. Egli, nei suoi tempi e nei suoi modi ci trarrà fuori ma, potremo contare fin da subito, sulla Sua compagnia accanto a noi.

23 aprile - La “saggezza verso quelli di fuori”

Comportatevi con saggezza verso quelli di fuori, ricuperando il tempo.

Colossesi 4:5

 

La “saggezza verso quelli di fuori”

 

Il “di dentro” e il “di fuori” sono due campi nettamente distinti nella Parola di Dio (vedere 1 Corinzi 5:12; 1 Tessalonicesi 4:12). Il di dentro è la cerchia di quelli che appartengono a Dio, che compongono la Sua famiglia, la Chiesa; il di fuori sono coloro che non hanno la vita di Dio, il mondo.

Il mondo, apertamente o no, è ostile alla verità e a quelli che la professano; ha gli occhi su di loro, su quelli di dentro, per coglierli in fallo, se possibile. E allora, per i credenti, si tratta di agire con saggezza, per non dare appigli al loro biasimo, anche nelle cose che sembrano di poca importanza (vedere 1 Pietro 4:14-16).

La saggezza è prudente e vigilante, discerne ciò che si addice o no, e non è precipitosa. Il credente possiede questa vera saggezza, perché ha la vita di Dio che lo guida mediante lo Spirito Santo. Essa non consiste nell’avere successo, ma nel camminare ogni momento secondo Dio e con Dio.

Questa saggezza non esclude l'amore verso quelli di fuori; anzi, evitando di dare occasione di biasimare la propria condotta, il cristiano è tanto più pronto a manifestare dell’amore verso coloro che non conoscono Dio. Se nella sua condotta c'è qualcosa da riprendere, il credente non ha più la libertà di parlare della grazia di Dio; ma se ha il cuore colmo dell’amore di Cristo per la salvezza delle anime e per la gloria di Dio, saprà cogliere ogni occasione per invitare gli altri ad andare al Signore e godere della Sua grazia.

(tratto da “La Lettera di Paolo ai Colossesi” - commentario

Edizioni “Il Messaggero Cristiano”)

venerdì 22 aprile 2022

Severità del giudizio

La distruzione di Sodoma è un episodio che ha sollevato non poche critiche nei riguardi di Dio e della severità dei suoi giudizi ma questa città, ormai, non è molto diversa da alcune delle nostre.

I suoi abitanti si comportavano come se il mondo dovesse durare in eterno, non curandosi minimamente del loro stato e dei loro peccati. Questa condizione è tipica degli empi.

“Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: «Dov'è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione»...mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi.” 2 Pietro 3:3-7.

Gli uomini pensano che il futuro appartenga a loro senza tenere conto di Dio.

Il Signore, prima di giudicare, aspetterà ché l'iniquità della terra sia giunta al culmine.

“Siccome la sentenza contro un'azione cattiva non si esegue prontamente, il cuore dei figli degli uomini è pieno della voglia di fare il male” Ecclesiaste 8:11.

I suoi sono chiamati a non conformarsi con questo mondo (Romani 12:2).

Purtroppo ci sono e ci saranno sempre dei “Lot” che scelgono di  vivere in Sodoma. 

La Scrittura ci segnala due esempi chiarissimi: Abramo uscì da una nazione pagana e fu benedetto, Lot entrò in Sodoma e fu la catastrofe per lui e per la sua famiglia. 

“Quando l'alba cominciò ad apparire, gli angeli sollecitarono Lot, dicendo: Àlzati, prendi tua moglie e le tue figlie che si trovano qui, perché tu non perisca nel castigo di questa città. Ma egli indugiava; e quegli uomini presero per la mano lui, sua moglie e le sue due figlie, perché il SIGNORE lo voleva risparmiare; lo portarono via, e lo misero fuori della città.” Genesi 19:15-27.

Il cuore di Lot si è talmente attaccato a tutto ciò che deve lasciare dietro a se che indugia a partire. Gli angeli sono costretti a prenderlo per mano, lui con sua moglie e le due figlie.

Facciamoci una domanda: Se dovessimo partire oggi per il cielo, sarebbe una gioia?

Oppure avremo noi come e Lot, e ancora di più, la moglie, del rimpianto per lasciare certe cose (non persone) a cui i nostri cuori sono attaccati e che fanno parte di un mondo che Dio sta per giudicare?

Sodoma e Gomorra sono ridotte in cenere e attraverso tutta la Scrittura esse sono un solenne esempio per coloro che vivano empiamente ( 2 Pietro 2:6 – Giuda 7). E tuttavia, nel giorno del giudizio, la loro sorte sarà “più tollerabile” di quella di città che avranno rigettato il Figliolo di Dio venuto in grazia (Matteo 11:24).

22 aprile - Che cos’è per me la Bibbia?

La parola di Dio è vivente ed efficace… essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.

Ebrei 4:12

 

Voi l’accettaste non come parola di uomini, ma quale essa è veramente, come parola di Dio.

1 Tessalonicesi 2:13

 

Che cos’è per me la Bibbia?

 

“Quando parla la Scrittura (la Bibbia), è Dio che parla”.

Sant’Agostino

 

“La Bibbia è vivente, essa mi parla; mi segue come se avesse dei piedi, mi afferra come se avesse delle mani”.

Martin Luther King

 

“Dietro ad ogni parola sta chi la pronuncia. È a motivo di ciò che Dio è che noi crediamo a ciò che Egli ha detto”.

John Stott – evangelista inglese

 

“La Bibbia è uno dei libri più stupefacenti al mondo: ogni volta che viene aperta, un passo conosciuto, già letto numerose volte, brilla improvvisamente di una luce nuova”.

T. Woodrow Wilson – 28° presidente degli Stati Uniti

 

 “La bellezza della Bibbia aumenta in proporzione alla nostra crescita nella sua comprensione”.

J. Wolfgang von Goethe – scrittore tedesco

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Anche noi siamo fermamente convinti che la Bibbia è veramente la Parola di Dio. Essa porta, in un mondo sempre più turbato, delle certezze, della luce e una speranza viva a tutti coloro che l’accettano quale essa è veramente, come Parola di Dio.

giovedì 21 aprile 2022

Il dono ineffabile

“Ringraziato sia Dio del suo dono ineffabile” 2 Cor. 9:15. 

Quale è quel dono ineffabile di cui parliamo, ma che è così al di sopra di quello che possiamo esprimere? E' il dono che il cielo ha fatto alla terra, il dono di Dio agli uomini. Perché ineffabile? Innanzi tutto perché proviene da Dio, e tutto ciò che è in rapporto con Dio porta il marchio dell'infinito.

Dio ha dato. Nessuno poteva obbligarlo a ciò. Ha creato, ha considerato ciò che l'uomo era diventato e per questo, pur giudicando il male, in Cristo ha aperto una porta di grazia.

In secondo luogo questo dono è ineffabile proprio perché è riferito alla persona di Cristo.

Infine, questo dono è ineffabile, in funzione della grandezza dei suoi risultati. Dio, in virtù del sacrificio del suo Figliolo, salva dei peccatori, dei colpevoli, dei perduti. Li salva senza chiedere loro nulla; essi devono solamente credere in Lui. Il dono è così completo, così perfetto che Dio non chiede niente in cambio.

Sì, noi che crediamo diciamo veramente come l'apostolo Paolo: “Ringraziato sia Dio del suo dono ineffabile”.

Ma questo dono è stato dato a tutti gli uomini, poiché Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati (1 Tim. 2:7). Come si può rifiutare un simile dono? Come si può rifiutare un dono il cui valore è inesprimibile? Come si può rifiutare un dono i cui risultai sono eterni?

21 aprile - Lo scudo del credente

Il SIGNORE è la mia forza e il mio scudo; in lui si è confidato il mio cuore e sono stato soccorso.

Salmo 28:7

 

Prendete la completa armatura di Dio… prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.

Efesini 6:13, 16

 

Lo scudo del credente

 

Arma difensiva molto antica, lo scudo viene ancora utilizzato dalle forze di polizia. La Bibbia parla spesso di questo strumento di difesa dei guerrieri. Ma la parola scudo è spesso usata nella Bibbia in senso figurato.

Dio stesso si presenta come uno “scudo” che assicura la protezione di chi si affida a Lui. Egli ha fortificato Abraamo con queste parole: “Non temere, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa” (Genesi 15:1). Per esprimere la sua riconoscenza a Dio, che lo aveva liberato dai nemici, il re Davide scrisse così in un cantico: “Il SIGNORE è… la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo” (2 Samuele 22:3).

Anche oggi Dio è, per tutti i credenti, uno scudo che li protegge. Essi possono dire come l’apostolo Paolo: “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” (Romani 8:31). Lo scudo fa parte “della completa armatura di Dio” che è a disposizione del credente, e di cui è parlato in Efesini 6:10-17. È definito “lo scudo della fede” perché rappresenta la fiducia in Dio che protegge contro gli attacchi del diavolo, contro i suoi “dardi infocati”. Satana cerca infatti di destabilizzare il credente per impedirgli di ubbidire al Signore e per far nascere dei dubbi nella sua mente. Questi “dardi infocati” possono essere perfide insinuazioni, scherni, calunnie, soprusi…

Amici cristiani, cerchiamo di resistere al diavolo “stando fermi nella fede” (1 Pietro 5:9).


mercoledì 20 aprile 2022

Con Lui

“Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui” Romani 6:8.

Quando Egli moriva sulla croce, io sono morto con Lui. Non soltanto Egli moriva al mio posto, ma mi ha portato con sé sulla croce affinché mentre Egli moriva, io morissi con Lui.

E se io credo alla morte del Signore Gesù posso credere alla mia morte con la stessa certezza con la quale credo alla sua.

Quando il Signore è stato crocifisso sono stati crocifissi anche due malfattori .

“Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l'altro a sinistra” Matteo 27:38. 

Essi sono stati crocifissi insieme al Signore, ma sopra croci diverse, mentre noi siamo stati crocifissi con Lui, sulla stessa croce, perché noi eravamo in Lui quando è morto.

Poi anche uno di loro si è convertito al Signore e anche se fisicamente è rimasto appeso ad un croce diversa, spiritualmente era appeso con Lui.

Non potremmo mai arrivare a realizzare la nostra crocifissione con la nostra volontà, né con i nostri sforzi, ma soltanto accettando ciò che il Signore ha compiuto sulla croce per noi.

20 aprile - Sete di pace?

“Riconciliati dunque con Dio, avrai pace”.

Giobbe 22:21

 

Cristo… è la nostra pace.

Efesini 2:14

 

Sete di pace?

 

In che modo combattere lo stress? Un articolo di una rivista consiglia di ripetere una frase, come ad esempio “Sono in pace con me stesso e con il mondo”, e ripeterla per almeno cinque minuti, concentrandosi. Dubitiamo che un tale procedimento produca un risultato duraturo. Invece, il tema proposto evidenzia un bisogno universale: bisogno di tranquillità, di pace, interiore e con gli altri, ma principalmente pace con Dio.

La Bibbia ci insegna che, per la loro disubbidienza, Adamo ed Eva hanno perduto questa pace. Dopo aver trasgredito l’ordine di Dio hanno avuto paura di Lui e si sono nascosti (Genesi 3:10). Dio non li ha odiati, ma essi si sono resi “nemici di Dio”. Da allora in poi le relazioni umane si sono deteriorate: conflitti familiari, guerre, violenza. Ecco il triste quadro della storia dell’umanità!

Tuttavia, con la nascita di Gesù Cristo si è delineata una speranza di pace. “Pace in terra…”, questo è il messaggio proclamato dagli angeli (Luca 2:14). Quando Gesù, dopo la Sua morte e la Sua risurrezione, incontra i discepoli timorosi li saluta con queste parole: “Pace a voi”. La venuta di Gesù sulla terra, la Sua morte in croce, la Sua risurrezione sono i mezzi tramite i quali ogni uomo può essere riconciliato con Dio, poiché Gesù ha “fatto la pace mediante il sangue della sua croce” (Colossesi 1:20). Chi crede in Gesù trova la “pace con Dio” (Romani 5:1). È solo se siamo in pace con Lui che potremo vivere in pace con noi stessi; a nulla servono i condizionamenti mentali o i nostri sforzi personali. È solo per mezzo di un incontro liberatorio con l’Autore della nostra pace: Gesù Cristo.

martedì 19 aprile 2022

Con Lui

“Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui” Romani 6:8.

Quando Egli moriva sulla croce, io sono morto con Lui. Non soltanto Egli moriva al mio posto, ma mi ha portato con se sulla croce affinché mentre Egli moriva, io morissi con Lui.

E se io credo alla morte del Signore Gesù posso credere alla mia morte con la stessa certezza con la quale credo alla sua.

Quando il Signore è stato crocifisso sono stati crocifissi anche due malfattori .

“Allora furono crocifissi con lui due ladroni, uno a destra e l'altro a sinistra” Matteo 27:38. 

Essi sono stati crocifissi insieme al Signore, ma sopra croci diverse, mentre noi siamo stati crocifissi con Lui, sulla stessa croce, perché noi eravamo in Lui quando è morto.

Poi anche uno di loro si è convertito al Signore e anche se fisicamente è rimasto appeso ad un croce diversa, spiritualmente era appeso con Lui.

Non potremmo mai arrivare a realizzare la nostra crocifissione con la nostra volontà, né con i nostri sforzi, ma soltanto accettando ciò che il Signore ha compiuto sulla croce per noi.

19 aprile - Contraddizioni

Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito… è stato elevato in gloria.

1 Timoteo 3:16

 

… affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

1 Corinzi 2:5

 

Contraddizioni

 

La luce bianca, che ci abbaglia sulla neve immacolata, è composta da parecchi colori. Diversi fenomeni fisici – l’arcobaleno, un raggio che attraversa un prisma di cristallo – possono renderli visibili.

Questo ci aiuta a capire per quale motivo lo Spirito di Dio, per presentarci la persona del Figlio di Dio, ha ispirato quattro diversi evangelisti. Ciascuno di loro presenta il racconto della vita del Signore sotto una luce particolare, e tutti i dettagli narrati sono in armonia con lo scopo proposto.

Se confrontiamo fra loro i quattro Vangeli troveremo delle differenze; e allora, pensiamo all’arcobaleno, che possiede in se stesso tutti i colori. La persona di Cristo è insondabile, e i Vangeli si completano meravigliosamente per presentarcela. Ogni racconto è paragonabile a un raggio di luce e ci rivela una bellezza particolare del Signore e della Sua vita.

Invece di confrontare i racconti con l’idea di scoprire delle contraddizioni, chiediamo a Dio di illuminare la nostra intelligenza per mezzo del Suo Spirito, e lasciamoci istruire come piccoli bambini.

“Nessuno conosce il Figlio, se non il Padre” (Matteo 11:27). Solo Dio, col Suo Spirito, ha potuto comunicarci una rivelazione del Signore Gesù completa e sufficiente per la fede.

lunedì 18 aprile 2022

L'iniziativa di Dio

“Nel principio Dio...” Genesi 1:1. 


Queste parole sono per noi ben che familiari. Esse sono più che una semplice introduzione alla storia del libro della Genesi e infatti ci forniscono la chiave per capire tutta la Scrittura dicendoci che il cristianesimo è quella religione dove è Dio che ha preso l'iniziativa.

Prima che l'uomo esistesse Dio agiva; prima che l'uomo si ponesse alla ricerca di Dio, Dio già cercava l'uomo. La Bibbia non ci presenta la storia dell'uomo che barcolla alla ricerca di Dio, bensì quella di Dio che cerca l'uomo. 

Molti si raffigurano Dio comodamente seduto su un trono remoto, solitario, apatico e indifferente ai bisogni degli uomini fino a che essi, con le loro noiose suppliche, non lo convincono a volte a intervenire. Questa concezione è falsa e addirittura blasfema.

Dio ha preso l'iniziativa quando ancora l'uomo era avvolto dalle tenebre e immerso nel peccato. 

Si è alzato dal suo trono, a messo da parte la sua gloria e si è abbassato a cercarlo fino a che non lo ha trovato. “Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce”. Filippesi 2:5-7.

18 aprile - Le nostre famiglie

“Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia”.

Atti 16:31

 

“Quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE”.

Giosuè 24:15

 

Le nostre famiglie

 

Molti si preoccupano, giustamente, constatando lo sgretolamento del nucleo familiare. La famiglia, infatti, è la struttura su cui si fonda la società.

La Bibbia parla molto della famiglia. Essa ci dice che Dio è all’origine di ogni famiglia (Efesini 3:15). La casa del credente, dunque, è messa in una posizione di privilegio, ma anche di grande responsabilità.

– Posizione di privilegio perché Dio desidera salvare tutta la famiglia del credente. È vero che ogni componente di questa famiglia dovrà credere personalmente in Gesù Cristo per essere salvato, ma il piano di Dio è di benedire tale casa. Fu così che, per fede, Noè costruì un’arca “per la salvezza della sua famiglia” (Ebrei 11:7) e, grazie a questo, lui e i suoi sfuggirono al diluvio.

  Posizione di responsabilità perché i genitori devono insegnare ai figli le preziose verità della fede e metterle in pratica davanti a loro. Beata quella famiglia in cui genitori e figli hanno l’abitudine di ritrovarsi un momento insieme per leggere la Bibbia, pregare e cantare dei canti al Signore! I figli cresceranno così “nella disciplina e nell’istruzione del Signore” (Efesini 6:4) come Dio richiede.

Forse questo quadro idilliaco non corrisponde a quello della tua famiglia. Ti piacerebbe che cambiassero le cose? Lascia allora che Gesù Cristo entri nella tua casa e vi prenda il posto che gli spetta. Egli ti dirà, come disse un giorno a Zaccheo: “Oggi debbo fermarmi a casa tua” (Luca 19:5), e i risultati saranno di grande benedizione.

domenica 17 aprile 2022

Notte di Pasqua

Terribile notte per il paese delle Piramidi. Il Faraone, che si fa venerare come un dio, trema sul suo trono. Dio ha comandato ed essi hanno rifiutato di ubbidire. Ha parlato e non hanno voluto ascoltare. Ora esce per giudicare: durante la notte manderà un angelo che colpirà i primogeniti.


Entriamo con il pensiero in alcune case degli egiziani. Là, sugli stipiti non c'è traccia di sangue. La vita continua con il suo ritmo. Si ragiona per persuadersi che non c'è ne Dio ne giudizio che tutto continuerà come prima, ma l'angelo passerà ugualmente perché ciò che Dio dice lo compie. L'alba li troverà nel lutto e nel dolore. Sarà troppo tardi.


Qui, invece, nelle famiglie ebraiche, lo stipite della porta è cosparso di sangue, sono tranquilli. L'agnello è stato immolato. Non c'è alcun timore, hanno creduto alla parola di Dio. Ciascuno prova, nello stesso tempo, la gioia di essere al riparo dal giudizio e la riconoscenza verso Dio che ha dato loro un mezzo di salvezza.


Siamo tutti nel paese d'Egitto, tutti colpevoli: voi, io e tutti gli uomini. Abbiamo peccato. Il giudizio attende ma giungerà. Esiste un unico mezzo di salvezza. Un agnello è  l'Agnello di Dio che si è offerto sulla croce come riscatto per noi e il suo sangue purifica da ogni peccato coloro che credono. Avete messo il sangue sulla vostra porta? In altre parole: avete creduto al sacrificio di Cristo? Oppure non c'è traccia di quel sangue sulle vostre porte? La differenza è enorme. E' la stessa che c'è fra la vita e la morte, fra la benedizione e la maledizione.


“Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva” Deut. 30:19.

17 aprile - Mano nella mano

Ma pure, io resto sempre con te; tu m’hai preso per la mano destra; mi guiderai con il tuo consiglio.

Salmo 73:23, 24

 

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! Carissimi, ora siamo figli di Dio.

1 Giovanni 3:1, 2

 

Mano nella mano

 

Dalla finestra di casa osservo una bambina sul marciapiede di fronte. Forse ha due anni. Penso: questa piccola sa appena parlare. Certamente non sa qual è il suo cognome, né dove abita né quale sia il suo numero di telefono. Sa a mala pena il suo nome. Sa forse dove sta andando? No, neanche questo. Ne è preoccupata? Per niente; eppure va avanti con un passo sicuro perché sa una cosa: la persona che cammina al suo fianco si chiama “papà”, e lei può fidarsi di lui totalmente. Il suo piccolo braccio è teso in alto per tenergli la mano. Se suo papà decidesse di lasciarla sola sul marciapiede, sarebbe un disastro; ma quest’idea non la sfiora nemmeno per un attimo. Egli la tiene stretta e questo contatto silenzioso è una sicurezza totale per lei.

Questa relazione dolce e semplice fra un padre e la sua bambina è piena di significato per il cristiano, poiché ogni cristiano è un figlio di Dio, e Dio è un Padre pieno di tenerezza.

Un padre si aspetta implicitamente una totale fiducia da parte del figlio. Anche il nostro Padre celeste trova piacere nella nostra fiducia, anzi la esige. Il cristiano, lasciato a se stesso, sarebbe senza difese e senza guida. Pur ignorando ciò che incontrerà sulla sua strada, sapendo che Dio conosce tutto in anticipo si lascerà guidare dalla Sua mano.