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giovedì 31 dicembre 2015

31 Dicembre

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio.
Romani 8:28

Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è.
1 Giovanni 3:2

Certezze

Non posso darvi prova dell’esistenza di Dio, né dirvi come si è rivelato a me, ma “una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo” (Giovanni 9:25).
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Mi succede di vedere il futuro oscuro, ed è sempre più difficile vivere da credenti in questo mondo dove Dio è disonorato; ma “so che il bene è per quelli che temono Dio, che provano timore in sua presenza” (Ecclesiaste 8:12).
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O Signore, io vedo intorno a me delle situazioni intricate, senza soluzioni umane, ma “riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno” (Giobbe 42:2).
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Sono preoccupato perché alcuni dei miei cari hanno intrapreso un cammino sbagliato, ma prego per loro e per tutti quelli che amo, perché “so in chi ho creduto” (2 Timoteo 1:12).
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A poco a poco vedo andarsene tutti i miei amici, e il pensiero solenne della morte qualche volta mi rattrista, ma come diceva il patriarca Giobbe, “io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere. E quando… sarà distrutto il mio corpo, senza la mia carne vedrò Dio. Lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d'un altro” (Giobbe 19:25, 27). 

La Sua pace - Giovanni 14:25:31


Il Signore poteva dire ai suoi discepoli: “vi lascio pace; vi do la mia pace il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (27).
Un po’ più tardi compirà la Sua promessa allorché apparirà dopo la risurrezione dicendo: “pace a voi”.

F  La Sua pace
È quella che Lo aveva caratterizzato nella sua vita terrena.
Aveva mai agito dominato dal timore dell’uomo? Quando si era sottratto alle ricerche di coloro che volevano prenderlo era soltanto “perché l’ora sua non era ancora venuta” (Gv 7:30). Né le folle, né l’animosità dei capi del popolo, né le tentazioni del grande Nemico, hanno potuto scuotere questa Sua pace: “egli non griderà, non alzerà la voce … non si abbatterà” (Is 42:2; 4).
Una pace che Lo vede dormire tranquillo su una barca sballottata dagli elementi scatenati. Una pace piena di dignità, allorché la “gran folla con spade e bastoni” (Mt26:47) è nel Getsemani per prenderLo e Lui risponde con un semplice: “Io sono” che fa indietreggiare e cadere a terra chi gli va incontro (Gv 18:5/6).

In molte persone la serenità è il risultato dell’indifferenza su molti aspetti della vita. Con l’età il cuore indurito dall’esperienze porta l’uomo a considerare gli avvenimenti con una certa filosofia, ma non fu così per il Signore che non vuole sia così per i Suoi.

F  La pace di Cristo
Che la pace di Cristo … regni nei vostri cuori” (Cl 3:15). È questo che Paolo diceva ai credenti di Colosse. Voglia il Signore, che ci ha fatto questo dono inestimabile dopo averci dato l’esempio, aiutarci ad appropriarci di questa pace in modo che i nostri cuori, spesso così agitati e timorosi, siano, da ora in poi e continuamente governati dalla Sua pace.

D.C.

mercoledì 30 dicembre 2015

30 Dicembre

Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti.
Romani 4:7

Il Figlio dell'uomo (Gesù Cristo) ha sulla terra autorità di perdonare i peccati.
Marco 2:10

Bisogno di essere perdonato!

In occasione della pubblicazione del suo libro “Che cosa strana è il mondo”, un giornalista chiedeva a Jean d’Ormesson, scrittore di fama internazionale: “Che cosa vorreste che vi dicesse Dio quando comparirete davanti a Lui?” Lo scrittore rispose: “Che mi dica: Ti perdono. Cosa sperare di meglio?” La sua risposta era l’ammissione implicita che aveva delle cose da farsi perdonare, e che la sua vita non rispettava le esigenze divine.
Anche noi sentiamo che i nostri pensieri e le nostre azioni sono macchiate da errori. Tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio. La Sua Parola ci dice chiaramente che, dopo la morte, non potremo più ottenere il perdono dei nostri peccati, ma dovremo rendergliene conto quando compariremo davanti a Lui. È sulla terra che ogni essere umano decide la sua sorte eterna.
Noi siamo creature intelligenti e responsabili; è nostro dovere riconoscere il nostro Creatore e conoscere quello che Lui ci dice. Se io rifiuto di credere che sono un peccatore colpevole e che ho bisogno della Sua grazia, come Dio dichiara, lo faccio bugiardo. Com’è scritto in Romani 2:4, la bontà di Dio mi deve spingere al pentimento, senza farmi l’illusione che, alla fine, tutti saranno perdonati e andranno in cielo.

“In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi e ha mandato suo Figlio per essere la propiziazione per i nostri peccati” (1 Giovanni 4:9-10).

Amati da Lui - Giovanni 14:15:24


Al capitolo 15 i discepoli non sono più servi ma amici, al capitolo 16 sono dei testimoni in un mondo ostile ma vinto; ma nel nostro brano il Figlio è nel Padre, loro sono nel Figlio ed il Figlio in loro (20).

F  “Avendo amato i suoi … li amò sino alla fine” (13:1).
È questo il sentimento del Signore che sta per lasciare i Suoi. Sono privati di Lui ma non orfani (18), perché un altro Consolatore sarà mandato: lo Spirito Santo per essere in loro e con loro per sempre.
Anche il Padre ed il Figlio sono pronti a venire a “dimorare” nel credente così come una “dimora” è preparata per lui nella casa del Padre (14:2).
Ogni credente non è solo una pecora nutrita e protetta, ma ognuno è invitato ad essere la “dimora” di questi ospiti divini.

F  “Dimoreremo presso di lui” (23)
 Non è l’apparizione di un momento e neppure qualcosa di passeggero ma qualcosa di stabile e duraturo. Una tale comunione è qualcosa di inesprimibile ma la può gustare solo colui che ha afferrato l’amore di cui è stato oggetto e risponde osservando “la sua parola” (23). Tuttavia questa relazione è proposta a tutti. Nessuno dica: “queste cose sono troppo elevate per me”. L’anima umile si lasci colmare senza opporsi e gioisca della realtà di questa relazione che non può essere distrutta, ma di cui spesso perdiamo coscienza per nostro difetto.
Mio figlio non cessa di essere tale, ma spetta a lui non essere indifferente al mio amore.

Che i nostri cuori rispondano all’amore di cui siamo l’oggetto affinché, le promesse fatte in questi versetti, non restino in noi allo stato di una concezione vaga e lontana, ma siano una realtà presente e benedetta.


D.C.

martedì 29 dicembre 2015

29 Dicembre

Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
Giovanni 3:17-18

La nostra unica possibilità

Diverse religioni affermano che c’è un luogo, tra la terra e il cielo, dove vengono accolti coloro che non hanno soddisfatto completamente le condizioni di Dio per ottenere la salvezza. Lì verrebbero purgate le pene, per un periodo che solo Dio può stabilire, prima di poter entrare in paradiso.
Ma chi beneficerebbe di questa seconda possibilità? I non credenti o anche i credenti? Quali sarebbero le colpe accettabili e quali quelle imperdonabili? Se si potesse contare su una seconda possibilità ci si potrebbe permettere ogni peccato. Ma allora, per chi è necessario il sacrificio di Cristo? Per quali peccati è sufficiente?
La Parola di Dio, la Bibbia, ci insegna che vi sono solo due alternative: o si crede al Signore Gesù e al valore del Suo sacrificio, e allora si va in paradiso, o non si crede e allora si va all’inferno. Non c’è nessun luogo intermedio, nessuno seconda possibilità di ravvedersi dopo la morte né di cancellare delle colpe.
Leggendo la Parola di Dio con attenzione scoprirete che la grazia di Dio è offerta a tutti noi, mentre siamo in vita. La salvezza che Dio offre, grazie al Sacrificio del Suo Figlio, è garantita e pienamente efficace; non tiene conto della nostra buona volontà o della nostra religiosità, ma solo della nostra fede. L’unica condizione per beneficiarne è che riconosciate adesso Gesù Cristo come vostro personale Salvatore. Allora si potrà dire anche di voi: “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

lunedì 28 dicembre 2015

28 Dicembre

Il Figlio di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20

“Questi è veramente il Salvatore del mondo”.
Giovanni 4:42

Gesù, il Figlio di Dio

Leggendo l’Evangelo di Giovanni vediamo che il Signore Gesù ci viene presentato come Figlio di Dio. Nei primi versetti lo ammiriamo nella Sua gloria di Creatore di ogni cosa, la “Parola” in cui era la vita (1:1-2). Nell’ultimo capitolo lo vediamo nella gloria di Uomo risuscitato.
Egli poteva dire ai discepoli: “Io depongo la mia vita… nessuno me la toglie,… ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla” (Giovanni 10:17-18). Gesù da un lato è stato preso da coloro che sono andati ad arrestarlo, ma dall’altro si è dato volontariamente. Vedendoli arrivare ha detto loro: “Chi cercate? Gli risposero: Gesù il Nazareno!” (Giovanni 18:4-5). “Presero dunque Gesù; ed egli, portando la sua croce, giunse al luogo detto del Teschio” (Giovanni 19:17). Nessuno avrebbe potuto, con la forza e con la violenza, condurlo al luogo del supplizio, se Lui non avesse accettato di esservi condotto come Vittima volontaria.
Avendo compiuta l’opera che glorificava Dio e salvava i peccatori, ha potuto dire: “È compiuto! E, chinato il capo, rese lo spirito” (Giovanni 19:30). Anche questo era un atto della Sua divinità.
Di porpora un manto beffardo, di spine una vile corona,
e dentro ai tuoi occhi lo sguardo che soffre, sopporta e perdona.
La croce, Signore, ti han dato al posto di un trono di gloria,
ignari che il loro peccato segnava per Te la vittoria.
Ti amo, Signore, ti adoro perché hai tanto sofferto per me,
ti lodo, Signore, con tutto il mio cuor per l’incomprensibile amor!


(dal CD “Al di là delle nuvole”)

domenica 27 dicembre 2015

27 Dicembre

Il SIGNORE guarda dal cielo; egli vede tutti i figli degli uomini… Ecco, l’occhio del SIGNORE è su quelli che lo temono, su quelli che sperano nella sua benevolenza.
Salmo 33:13, 18

Lo sguardo sulla nostra vita

I bambini giocano in terrazzo; i genitori discutono tra loro animatamente e non si accorgono del leggero ronzio della telecamera dello zio che li sta filmando già da un po’. È la sua specialità. A Natale poi, durante la festa di famiglia, il video sarà proiettato. Allora, ognuno si vedrà e si ascolterà, e forse non tutti faranno una bella figura!
Sapere di poter essere filmati 24 ore su 24 senza che ce ne accorgiamo, in vista di una proiezione pubblica, per la maggioranza di noi sarebbe una cosa poco simpatica. Ora, vogliamo dirvi che la nostra vita sulla terra è tutta registrata dal cielo, in ogni suo minimo particolare. Già Bossuet, scrittore e teologo francese (1627-1704), diceva: “Una mano invisibile trascrive la nostra storia. Sforziamoci di farla bella”. Aveva ragione, ma c’è un dettaglio da considerare: la nostra vita non può essere bella se non ne lasciamo la direzione al Signore. Di vita da vivere ne abbiamo solo una, e quando la nostra storia terrestre sarà finita, non avremo più la possibilità di ricominciarla. È questo che dà una così grande importanza al nostro comportamento attuale.

“Per questo ci sforziamo di essergli graditi… Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male” (2 Corinzi 5:9-10).

sabato 26 dicembre 2015

26 Dicembre

Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe.
2 Corinzi 5:19

Il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo,… scenderà dal cielo.
1 Tessalonicesi 4:16

L’era cristiana

Durante la visita ad un museo, un documento antico ha attirato la mia attenzione. La data era scritta così: “L’anno 1782 dell’era cristiana…”. Forse non ci pensiamo, ma ogni volta che scriviamo una data su un documento facciamo riferimento a Gesù Cristo. La Sua nascita è, infatti, il punto di partenza della numerazione degli anni utilizzata nel calendario gregoriano, in vigore nella maggior parte del mondo.
L’era cristiana è iniziata quando Gesù Cristo, il Figlio di Dio, si è fatto uomo ed è morto sulla croce. Lì ha subito il giudizio che tutti noi meritavamo a causa dei nostri peccati, “è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:25).
Da più di 2000 anni, Dio continua a far proclamare la Sua offerta di perdono e di grazia. Perché non accettarla? Perché non credere al valore del sacrificio del Figlio di Dio? “Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati)” (Efesini 2:5).
Questa “era cristiana” terminerà quando Gesù Cristo verrà a prendere tutti quelli che hanno creduto; risusciterà i credenti morti, trasformerà quelli viventi, e li porterà tutti con Sé nel cielo.

Tu sarai preso? Se perdi questo appuntamento dovrai incontrarlo come Giudice e non più come Salvatore!

venerdì 25 dicembre 2015

25 Dicembre

Gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo.
Luca 1:31-32

In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.
Colossesi 2:9

Nascita divina
Testo tratto dall’Evangelo di Luca (2:5-19)

“Maria… diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
C'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia».

E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!» Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere». Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.”

Conoscere Lui - Giovanni 14:8/14


Sono passati più di tre anni da quando il Signore, all’inizio del Suo ministerio, aveva “trovato” Filippo che Lo aveva riconosciuto come Colui del quale: “hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe” (1:45). Da quel giorno Lo aveva seguito come Lui gli aveva ordinato, ma senza fare un passo avanti nella conoscenza della Sua persona. Aveva certamente udito la confessione di Pietro: “Tu sei il Figlio dell’Iddio vivente” (Mt 16:16), aveva visto le opere potenti compiute dal Signore, ma i suoi occhi erano rimasti chiusi.

Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?” (8) è la domanda che il Signore gli fa e che dobbiamo rivolgere a noi stessi. Quali progressi abbiamo fatto nella conoscenza della persona del Signore dal momento della nostra conversione? Qualcuno ha detto che una giornata durante la quale non abbiamo appreso niente del Signore è una giornata persa. Di che cosa sono stato occupato nella giornata di ieri? Cos’è che mi terrà occupato nella giornata di oggi? Negli ultimi anni quante occasioni ho perso per conoscerLo meglio?

Forse siamo stati occupati di cose anche lecite, come il lavoro o la famiglia, ma esse sono diventate cose inutili se hanno preso, nel nostro cuore, il posto che il Signore deve occupare e ci hanno impedito di crescere nella Sua conoscenza.

Conoscere Cristo è la sola conoscenza che non gonfia, perché è la conoscenza di Colui che si è abbassato. Conoscenza eccellente della quale Paolo poteva dire che tutto il resto era spazzatura (Fl 3:8), una conoscenza che fa sì che noi ci trasformiamo alla Sua stessa immagine di gloria in gloria (2 Co 3:18).

E tu non mi hai conosciuto …” che queste parole, di una tristezza infinita, non siano mai indirizzate a nessuno di noi.


D.C.

giovedì 24 dicembre 2015

24 Dicembre

Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.
1 Giovanni 5:20

Chi è Gesù Cristo?

Nel libro più importante mai apparso nel mondo – la Bibbia – è parlato di Gesù Cristo in modo molto dettagliato. Gli Evangeli, in particolare, ci rivelano chi era, ciò che ha detto e ciò che ha fatto.
Egli è il Dio di ogni eternità. Ma è anche diventato uomo per rivelare Dio. Nella Sua vita, ha mostrato che Dio è amore, che è santo e che ama la Sua creatura.
Come abbiamo già detto ieri, con la Sua nascita Gesù ha preso un vero corpo umano, però senza peccato. La Sua vita perfetta ha mostrato ciò che Dio si aspettava da noi, sue creature, che abbiamo fallito su tutto. Ma la Sua vita santa non sarebbe bastata a cambiare il nostro stato, e neanche a liberarci dai nostri peccati.
Perché Gesù è stato odiato e respinto nonostante facesse del bene a tutti? Perché gli uomini non sopportavano la luce divina che metteva in evidenza la cattiveria dei loro cuori (Giovanni 3:19). Hanno organizzato un complotto contro di Lui, l’hanno condannato a morte e l’hanno inchiodato ad una croce. È lì che Gesù, bersaglio dell’odio degli uomini, ha sopportato il giudizio di Dio per espiare i peccati di tutti quelli che credono in Lui. Ma ora Gesù è vivente! È morto ma poi è risuscitato per dare la vita eterna a noi esseri umani che eravamo condannati a restare lontani da Dio per l’eternità.

Come fare per beneficiare dei risultati di quest’opera meravigliosa? Bisogna riconoscere le proprie colpe e accettare che soltanto Lui, grazie al Suo sacrificio, ha permesso a Dio, perfettamente giusto, di perdonare i peccatori e dare loro la vita eterna.

mercoledì 23 dicembre 2015

23 Dicembre

La Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
Giovanni 1:14

Dio è diventato uomo

Il versetto citato sta al centro della fede cristiana perché contiene una verità sorprendente e meravigliosa. La “Parola” è il Signore Gesù, il Cristo. Perché è chiamato “la Parola”, “il Verbo”? Perché è l’espressione dei pensieri di Dio, “l’immagine del Dio invisibile” (Colossesi 1:15). Egli “era Dio... era nel principio con Dio”. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di Lui… In Lui era la vita (Giovanni 1:2-4).
“La Parola è diventata carne” (v. 14). È un miracolo che esula dalla nostra ragione. Nessun altro è mai esistito prima di essere stato concepito, ma Cristo, che esiste da ogni eternità, ha preso il corpo che Dio gli ha preparato tramite Maria. “Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui (Gesù Cristo) che è stato manifestato in carne… è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria” (1 Timoteo 3:16).
Gesù era veramente un uomo? Sì, tant’è vero che “ha abitato fra noi”. I discepoli hanno avuto il privilegio di contemplare la Sua gloria. Nascosta dal velo dell’umanità, la Sua gloria risplendeva in modo così eclatante, nelle parole e nelle opere potenti, che ha portato i discepoli alla convinzione che Egli era molto più di un semplice uomo, molto più di un benefattore dell’umanità o di un grande profeta: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” ha confessato Pietro (Matteo 16:16).

“Egli, che è lo splendore della gloria di Dio e l’impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi” (Ebrei 1:3). 

Per sempre con Lui – Giovanni 14:1/7

Una tempesta, ben peggiore di quella sul lago di Galilea, sta per abbattersi sui discepoli. Il Signore annuncia, ancora una volta, che sta per lasciarli. Il loro cuore è turbato. Pietro ha posto la domanda: “Signore, dove vai?” (13:36); le loro speranze sono svanite come lo diranno anche i discepoli sulla via di Emmaus che speravano; “che fosse Lui che avrebbe liberato Israele”, ma, per prima cosa, il Signore rivela loro che Lui se ne va e che tornerà per prenderli con sé (3).
Che conforto e che prospettiva quella di essere “presso di Lui”! Al brigante sulla croce dirà, di lì a poco: “oggi tu sarai con me in paradiso” (Lc 23:43).
Paolo dirà che: “essere con Cristo … è molto meglio” (Fl 1:23) e noi possiamo consolarci l’un l’altro con questa certezza: “saremo sempre col Signore” (1 Te 4:17).

Il Signore dà loro una nuova rivelazione di Se stesso e come nel mezzo della tempesta aveva rincuorato i discepoli sulla barca dicendo: “sono io”, in quegli ultimi istanti che trascorre coi suoi discepoli può dire: “io sono la via, la verità e la vita” (6).

Rivelazione di ciò che Egli è per i suoi e una provvista per la fede di ogni credente nell’attesa del momento che ci prenderà con Se per essere per sempre con Lui.

Che i nostri cuori siano sempre più desiderosi di vedere Colui che dice: “sì, vengo presto” (Ap 22:20).


D.C.

martedì 22 dicembre 2015

22 Dicembre

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio… a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe… L”angelo le disse: “… Tu concepirai e partorirai un figlio… Lo Spirito Santo verrà su di te… perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio”.

Luca 1:26, 27, 30, 35

Il bambino santo

Quando Maria riceve la meravigliosa notizia che sarà la madre del Salvatore, non dubita, ma pone una domanda pratica: “Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?” (Luca 1:34). Luca precisa infatti che l’angelo era stato inviato ad una vergine fidanzata. Giuseppe e Maria, ubbidienti a Dio, non avevano avuto relazioni sessuali prima del matrimonio.
Anche Matteo testimonia della verginità della madre di Gesù Cristo: “Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo” (1:18).
Giuseppe pensò di essere stato tradito. Da uomo retto qual era, pensava di rompere il fidanzamento; ma amava Maria e, per non “esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente”. “Mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe… non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo»” (Matteo 1:19-20).

Il Vangelo precisa che anche in questa nuova situazione Giuseppe rispettò Maria e quell’essere santo che lei portava in seno; così “prese con sé sua moglie; e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio” (Matteo 1:24-25). Il Signore Gesù non è solo stato concepito in una vergine, ma è nato da una vergine. “La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele, che tradotto vuol dire: Dio con noi” (Matteo 1:23). Perché tutto questo? Perché Gesù era il Figlio di Dio, santo, puro, senza alcuna traccia di peccato nella Sua natura umana; è per questo che poteva salvare gli uomini peccatori.

lunedì 21 dicembre 2015

21 Dicembre

Io so che il mio Redentore vive.
Giobbe 19:25

So in chi ho creduto.
2 Timoteo 1:12

Il fondamento della pace e della gioia

Il fondamento della pace e della gioia per il credente è Gesù. Egli rimane fedele anche quando noi distogliamo momentaneamente gli occhi da Lui e non godiamo più di questa pace e di questa gioia. Egli è sempre pronto ad accoglierci; sta a noi ritornare a Lui e mettere in Lui la nostra fiducia . Non consultate i vostri sentimenti per sapere se siete salvati, ma guardate a Cristo, confidate in Lui. La fede non è il frutto di un’elaborazione mentale, o uno slancio del cuore prodotto dall’emozione. No, la fede è vana se non è in Gesù Cristo.
Un Padre abbiam pietoso, il cielo è Sua dimora;
prima del tempo nel Cristo ci amò!
Egli è l’Iddio di grazia che il cuore nostro adora,
che sulla terra il Figlio rivelò.
Quell’infinito amore che nel Tuo seno ardeva
Schiavi ci vide di duro oppressor;
 Gesù che in croce vinse, salvezza ci porgeva.
Tuoi figli or siam, diletti del Tuo cuor!
D’amor fedele, o Padre, di grazia e di potenza
i figli Tuoi Tu circondi quaggiù.
A gloria Tua chiamati, li porti con pazienza
e notte e dì li guarda Tua virtù.
(da Cantici Spirituali n. 108)

Lo “stolto” - Salmo 14

Ogni uomo è “stolto” e può spiegare la sua condotta solo negando l’esistenza di Dio. Probabilmente  non lo  ha  sempre pensato,  ma  ha  agito sempre  come  se lo  pensasse.  Negare l’esistenza di Dio gli permette di mettere a  tacere la sua coscienza e fare la propria volontà.  Si è corrotto, si è reso abominevole agli occhi di quel Dio di cui nega l’esistenza  e non ha mai fatto il bene (1).

Fare il bene” (1) è il carattere della nuova vita che possiede il credente. Giovanni, scrivendo a Gaio, affermerà: “Chi fa il bene è da Dio” (3 Gv 11). Il Signore, parlando della risurrezione dirà che quelli che hanno operato bene” risorgeranno in risurrezione di vita mentre chi ha operato male risorgerà per il giudizio (Gv 5:28/29). Aver praticato il bene sarà la prova dell’esistenza della vita nuova ricevuta per fede nel Figlio di Dio e nella Sua opera perfetta.

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti” (3). Dio ha dato all’uomo l’intelligenza necessaria per conoscere le cose dell’uomo (1 Co 2:11) e che permette di discernere, attraverso la creazione, l’esistenza di un Dio creatore (Ro 1:19/20) perciò lo stolto che ha detto in cuor suo: “Dio non c’è” è inscusabile.

Non invocano il SIGNORE” (4). Il discepolo Anania, parlando di Paolo al Signore, diceva che aveva il potere di incarcerare tutti “coloro che invocano il tuo nome” (At 9:14), ma anni dopo la sua conversione sarà Paolo stesso a rivolgersi ai credenti di Corinto, e non solo, come a coloro che “invocano il nome del Signor nostro Gesù Cristo” (1 Co 1:2).

Fare il male, sviarsi dalla verità, corrompersi, non invocare il nome di Dio, sono tutti caratteri che tipificano gli increduli in contrapposizione ai caratteri che distinguono un vero credente. Su questi “stolti” il giudizio di Dio sarà inevitabile. Il loro spavento sarà “grande” (5), perché “è terribile cadere nelle mani del Dio vivente” (Eb 10:31).


D.C.

domenica 20 dicembre 2015

20 Dicembre

Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.
Proverbi 4:23

Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.
Giacomo 4:7

Resistere al diavolo

Nella corrispondenza di un credente furono rinvenuti degli scritti, indirizzati a lui quand’era giovane e convertito da poco, che lo esortavano a seguire il retto sentiero e ad evitare pensieri e comportamenti che lo avrebbero portato alla rovina, quella “strada larga e spaziosa” che a prima vista potrebbe sembrare interessante e facile da percorrere. Citando un ricordo della sua gioventù, e la vittoria riportata su un’abitudine che avrebbe potuto trascinarlo nel peccato, l’anziano credente autore di quegli scritti invitava il suo giovane amico a difendersi dalle seduzioni e dalle varie forme che il peccato riveste per attirarci e farci cadere.
È un fatto innegabile: una piccola deviazione dal sentiero della rettitudine, o una leggera trasgressione, possono condurre alla rovina della propria esistenza che avrebbe potuto essere felice. Ciò che a prima vista può sembrare solo un gioco, può rivelarsi uno strumento di Satana per il nostro male.
Il bambino che ruba una piccola cosa che gli è stata negata compie lo stesso gesto che, in proporzioni diverse, porterebbe un adulto in carcere, perché l’impulso a peccare è radicato nella natura umana. Chi si indebita per cose futili, o impiega il proprio denaro al gioco d’azzardo, o commette atti immorali, finirà i suoi giorni nella miseria e nel disonore. Nessuno può sentirsi sicuro di saper resistere al male dopo avergli dato spazio nel proprio cuore; poiché il diavolo, quando ha iniziato la sua opera, non dà tregua.
Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Giacomo 4:7). 

Domandate… dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete riposo alle anime vostre!” (Geremia 6:16).

sabato 19 dicembre 2015

19 Dicembre

Una donna della città di Tiatiri, commerciante di porpora, di nome Lidia, che temeva Dio, ci stava ad ascoltare. Il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo.
Atti 16:14

Un cuore aperto

Commerciante di tessuti preziosi, certamente ricca, Lidia era stata attirata dalla religione giudaica; “temeva Dio”, che riconosceva come il solo vero Dio, e si sforzava di obbedire alla legge di Mosè. Così, nel giorno di sabato, si univa ad altri per la preghiera in riva al fiume vicino alla città di Filippi dove abitava. È in quel luogo che udì l’apostolo Paolo parlare di Gesù, il Messia promesso dai profeti, il Figlio di Dio, venuto quaggiù come Salvatore, morto per i peccatori, risuscitato e glorificato.
Milioni e milioni di orecchie hanno udito lo stesso messaggio che ha udito Lidia e che è annunciato ancora oggi; ma quanti vi prestano attenzione? All’udirlo, alcuni rimangono impressionati, ma solo per un attimo, e subito cambiano discorso. Altri sono convinti che il modo in cui “servono Dio”, cercando di fare del loro meglio, sia il solo efficace, e respingono la salvezza gratuita, “per grazia”, come l’apostolo Paolo l’annunciava.
Lidia “stava ad ascoltare”. Quel nuovo messaggio rispondeva ai bisogni profondi della sua anima, e ci è detto che “il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo”. Voleva saperne di più, e il Signore fece penetrare nel suo cuore quelle parole di perdono e di grazia.

Occorre l’opera di Dio perché la Parola divina produca del frutto, come il chicco di frumento in terra fertile. Ma badate bene che Dio, se non costringe nessuno, tuttavia “comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia” (Atti 17:30-31). Dio ha aperto il cuore di Lidia, e quel cuore non si è indurito. S’indurirà il tuo cuore?

18 Dicembre

Il SIGNORE fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra.
Salmo 135:6

Sono Dio, e nessuno è simile a me. Io annuncio la fine sin dal principio… Io dico: Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà.
Isaia 46:9-10

Dio ha un piano

Se è vero che Dio controlla la storia dell’uomo, perché non impedisce il diffondersi del male? Perché non fa trionfare la Sua giustizia? A queste domande la Bibbia dà una risposta. Essa prima di tutto ci dice che l’uomo, creato libero, è responsabile delle proprie azioni. Dio ha fatto delle promesse, ha rivelato i Suoi pensieri, ma non ci costringe a credere in Lui; un giorno, però, ci chiederà conto della nostra incredulità. Per il momento, aspetta pazientemente che l’uomo prenda coscienza del suo allontanamento da Dio e che ritorni a Lui con un atto di pentimento e di fede.
La Bibbia ci dice che la storia segue i progetti di Dio. In un giorno futuro, ma non lontano, Egli metterà fine alla gestione disastrosa della terra da parte dell’uomo, e manderà di nuovo il suo Figlio Gesù Cristo, non più a soffrire e a morire, ma a stabilire il Suo regno per il bene dell’umanità dopo aver giudicato tutti quelli che hanno rifiutato di riceverlo come l’inviato di Dio.
La Bibbia descrive anche gli avvenimenti futuri, in particolare quelli che segneranno la fine della storia dell’uomo sulla terra. “Io vi ho predetto ogni cosa” ha detto Gesù ai suoi discepoli (Marco 13:23).

Essendo così bene informati, non possiamo non sentire la responsabilità di mettere la nostra vita in regola con Dio, riconoscendo in Gesù il solo che può riconciliarci con Lui e darci la pace e la beata e sicura prospettiva di essere ben presto alla Sua presenza.

giovedì 17 dicembre 2015

17 Dicembre

I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani.
Salmo 19:1

(Dio) ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Ebrei 1:2

Degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.
2 Pietro 1:21

Dio comunica

Il termine comunicazione è molto di moda. Il linguaggio visivo si sviluppa: dei pittogrammi identici in tutti i paesi del mondo permettono di farsi capire senza parole. Questo linguaggio “non verbale” è universale e supera le differenze di origine o di cultura. Ciononostante, il miglior modo di comunicare rimane ancora lo scambio verbale diretto.

Anche Dio si rivolge agli uomini in diversi modi. Da sempre ha utilizzato un linguaggio “non verbale”: l’universo che ci circonda, ad esempio, ci parla della grandezza del Creatore. Dal più piccolo dettaglio di un fiore o di un insetto, all’ammirevole disposizione dei pianeti e delle galassie, tutto proclama la saggezza e la gloria dell’Architetto che ha concepito e realizzato tutto ciò che esiste. Ma ancor di più, Dio ci ha parlato direttamente per mezzo del Suo Figlio: “La Parola (Gesù Cristo) è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi… La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (Giovanni 1:14, 17). Ciò che Dio aveva da dirci di Se stesso lo ha detto senza altri intermediari se non Gesù, il Figlio Suo. Egli è venuto a condividere la condizione umana per fare conoscere ciò che Dio è: amore e luce. Attraverso le Sue parole, così come attraverso le Sue azioni, Gesù ha rivelato sia la santità di Dio che lo obbliga a condannare il peccato, sia il Suo amore che ha trovato un mezzo per salvare il peccatore. Inoltre, Dio ci ha lasciato per iscritto tutto il Suo messaggio. La Bibbia, libro scritto da autori ispirati dallo Spirito Santo, è a nostra disposizione. Leggiamola e ascoltiamo ciò che Dio vuole comunicarci.

mercoledì 16 dicembre 2015

16 Dicembre

Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
Romani 5:10

Una mano tesa

Spesso dobbiamo affrontare dei conflitti sia in famiglia sia al di fuori. Le cause sono molteplici: può essere la nostra superficialità o un nostro atteggiamento aggressivo, oppure siamo noi vittime di violenze o di calunnie. In questi casi il perdono sembra impossibile; il risentimento produce rabbia e ci logora. Come continuare a vivere una relazione sapendo che nulla sarà più come prima, che qualcosa di fondamentale è stato rovinato? Come rimettere in piedi un rapporto distrutto?
Se siete tormentati da questi problemi, noi vorremmo parlarvi del messaggio di riconciliazione proposto dall’Evangelo. Esso permette un nuovo inizio, una nuova prospettiva di vita.
La venuta di Gesù sulla terra è stata la mano che Dio ha teso verso gli uomini, una mano che ci risolleva e ci riconcilia con Lui. Dio non è nostro nemico, siamo noi suoi nemici a causa dei nostri peccati e dei pensieri malvagi a Suo riguardo. Alla base di questa riconciliazione c’è la morte di Gesù. Egli ha portato il nostro peccato e, da quando abbiamo creduto in Lui, il nostro atteggiamento verso Dio non è più quello di prima. Avendo capito quanto Dio ci ha amati (“Egli ci ha amati per primo” – 1 Giovanni 4:19), anche il nostro atteggiamento verso gli altri deve necessariamente cambiare. Ora possiamo perdonare perché siamo stati perdonati, e possiamo tendere la mano della riconciliazione verso il nostro prossimo perché Dio ci ha riconciliati con Sé. Noi amiamo perché sappiamo di essere amati da Dio, il nostro Padre.
Questo cammino del perdono e della riconciliazione, come anche quello della richiesta di essere perdonati, è tutt’altro che facile ma, se lo vogliamo, Dio può darci la forza necessaria.

Nubi - Giobbe 38:22/38

Puoi alzare la voce fino alle nubi e far in modo che piogge abbondanti ti ricoprano?” (34).
Non è nel potere dell’uomo, per ricco e potente che sia, di regolare il corso delle nuvole ed è consolante che sia così. È Dio che le bilancia (37:16) e che le conta (37). Forse questo equilibrio può aver luogo per l’intensa preghiera del giusto, fatta secondo la volontà di Dio (Gc 5:17/18), ma mai su ordine diretto.
Neppure Satana può fare niente senza il permesso divino e può agire solo nei limiti assegnati (Gb 1:12 – 2:6). Se anche può agire nei confronti di un credente è solo come strumento nelle mani di Dio per compiere i disegni di grazia nei suoi confronti (2:3).

Chi conta con saggezza le nubi?” (37).
Ecco un’altra domanda fatta a Giobbe che è, allo stesso tempo, un incoraggiamento per chi è nella prova: queste nuvole sono tutte contate! Forse noi riteniamo che non dovrebbero esserci, che forse il cielo è troppo nero, ma furono troppe queste sette prove nella vita di Giobbe? Dio, nella sua saggezza, le conta una per una, né una di meno, né una più del necessario!
È Dio che le conta così come conta il numero delle stelle (Sl 147:4), dei nostri passi (14:16 – 31:4), i capelli del nostro capo (Lu 12:7). Che grazia infinita sapere che siamo in mani così sicure!

Nella vita di ogni credente queste certezze non dovrebbero mai essere perse di vista. Sapere che ogni cosa è diretta e controllata da Dio darà serenità al nostro cuore e permetterà di sentirci tranquilli nelle Sue mani.


D.C.

martedì 15 dicembre 2015

15 Dicembre

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
Romani 3:23-24

Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Giovanni 14:6

Mettersi al sicuro

Una vallata è minacciata da una devastante inondazione. Si può stare al sicuro solo in cima ad una immensa roccia che si trova al centro di essa. Così ognuno prende la propria scala e prova ad arrampicarsi sulla roccia. Ma anche la scala più lunga è troppo corta per permettere di sfuggire al pericolo!
Per arrivare in cima e mettersi al sicuro, bisogna scendere dalla propria scala, corta o lunga che sia, e seguire l’unico sentiero pedonale che conduce fino alla vetta.

L’illustrazione della roccia, che può sembrare banale, ci aiuta a capire i versetti di oggi. Gli uomini sembrano molto diversi gli uni dagli altri. Alcuni sono crudeli e grandi criminali, altri hanno un carattere nobile, sono onesti, cortesi e molto apprezzati nel loro ambiente. Altri ancora sono molto religiosi e fanno molte opere buone. Ma Dio che è giusto vede tutto questo, ha emesso nonostante tutto la Sua sentenza: “Non c’è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Nessuno può ottenere la salvezza eterna con i propri sforzi. Nessuno può arrivare alla roccia. Per “venire al Padre” bisogna mettere da parte i propri presunti meriti, riconoscere davanti a Dio le proprie colpe e i propri peccati, e avere fede in  Gesù Cristo che è morto sulla croce per farci arrivare al cielo. “Io sono la via… nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, ha detto Gesù. Chiunque crede in Lui è al sicuro e si trova sul sentiero che conduce al cielo.

Un disegno divino – Giobbe 38:1/21

Giobbe aveva desiderato parlare direttamente con Dio (23:5 – 30:20 – 31:35) ed ecco, che ora, al momento opportuno, è esaudito. Dio non è indifferente alla sofferenza di Giobbe, ma la divina pazienza ha saputo attendere che Giobbe esprimesse tutto ciò che era nel suo cuore.

Dio parla “dal seno della tempesta” (1). È un’espressione che evoca non solo la prova, ma la presenza divina stessa. È una voce che rivela l’esistenza di “un disegno” secondo il quale Dio agisce anche se l’uomo non lo discerne. Una voce che rimprovera Giobbe, non di aver fatto le sue rimostranze, ma di aver parlato di cose che non conosce (2). Giobbe lo riconoscerà (42:3), ma qual è la via per portarlo alla comprensione di tutto questo?

Giobbe ha criticato la condotta di Dio verso gli uomini ma ha ammirato le opere divine e Dio parte proprio da questo per attirare l’attenzione di Giobbe, per portarlo a considerare in modo divino le vie di Dio verso l’uomo.

Quando nella nostra mente affiorano tante domande abbiamo bisogno che la nostra anima sia calma e tranquilla (Sl 131:2) lasciando che sia Dio a parlarci della Sua grandezza come Creatore. Se oggi il funzionamento di certi fenomeni naturali sono spiegati dalla scienza la loro vera origine rimane inaccessibile e il grande enigma sollevato in questi versetti rimane: perché il mondo è come è? Solo una rivelazione di Dio può tranquillizzare le nostre menti su questo soggetto.

Dobbiamo essere coscienti che per ognuno di noi esiste un “disegno” divino (1) che spesso ostacoliamo con il nostro comportamento. Mettiamoci in preghiera chiedendo al Signore di rivelarcelo!


D.C.

lunedì 14 dicembre 2015

14 Dicembre

Una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra, ed ecco una voce dalla nuvola che diceva: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo”.
Matteo 17:5

Gesù, il Figlio diletto

Durante la vita del Signore Gesù sulla terra, in due momenti diversi Dio fa udire la Sua voce per dichiarare: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Matteo 3:17; 17:5). La prima volta fu sulla riva del Giordano appena dopo il battesimo di Gesù, e la seconda sul monte dove Gesù fu “trasfigurato” e i discepoli videro la Sua gloria.
Dio osserva tutto ciò che avviene sulla terra. E per quanto riguarda l’umanità e la sua storia, tutto ciò che si svolge davanti ai Suoi occhi porta le tracce del peccato. Il Signore Gesù, unico uomo perfetto, si è sottomesso alla volontà di Dio fino a dare la propria vita. Lui solo ha ricevuto il sigillo dell’approvazione di Dio: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo”.
Solo riguardo a Lui Dio ha potuto proclamarsi perfettamente soddisfatto di un “uomo”, l’uomo senza peccato, l’unico. Colui la cui perfezione si manifestava nella Sua vita sulla terra era il Figlio diletto di Dio che, nonostante il Suo potere divino, “spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini” (Filippesi 2:7). Gesù era veramente uomo e allo stesso tempo era Dio.

Inchiniamoci in adorazione davanti all’amore meraviglioso di Dio che si è rivelato in questa Persona unica. Ascoltiamolo e mettiamo nelle sue mani tutta la nostra vita.

Le vie di Dio - Giobbe 37:1/24

Attraverso un sorprendente linguaggio figurativo in cui si esalta la grandezza del Creatore, Eliù introduce l’intervento diretto di Dio nella vita di Giobbe. Il tema principale del suo messaggio è che noi spesso non riusciamo a comprendere Dio (36:26), ciò che fa (12)  e come lo fa (13).
Mette davanti a noi il lato misterioso della sofferenza, ma noi sappiamo comprenderlo quando siamo in mezzo alla tempesta?

Da un certo punto di vista questo linguaggio può sembrare togliere ogni speranza ma i risultati prodotti dall’intervento divino ci mostrano come sia volto allo scopo di produrre in noi dei frutti alla Sua gloria.

Questi versetti ci portano a comprendere meglio le vie di Dio a nostro riguardo e ci portano a fare alcune considerazioni:
-       una stessa circostanza può essere impiegata da Dio sia in giudizio che in benedizione (12/13);
-       chi vuole può udire la Sua voce spesso tuonante e incomprensibile (5);
-       neve e ghiaccio possono interrompere le nostre attività (6/10) ma è proprio la nostra debolezza che dovrebbe farci guardare verso il Creatore (6);
-       le nuvole si dispongono obbedendo alla Sua volontà (11/13) tanto più dovremmo sottometterci anche noi;
-       la perfezione di Dio è dimostrata dalle cose che accadono e che sottolineano i nostri limiti (14/18);
-       noi non sappiamo sempre come rivolgerci a Dio in modo appropriato (18/19) ma la prova ci porta a guardare verso orizzonti più lontani (21:22);
-       Dio è giusto e il nostro atteggiamento deve essere un rispettoso timore (23:24).

Eliù nei suoi discorsi ha aperto nuovi orizzonti a Giobbe: ha disapprovato i sentimenti di rivolta che spesso scaturiscono dal cuore nella prova, ma non ha dimenticato di parlargli di grazia e delle cure dell’amore di Dio.

Se comprendiamo queste grandi lezioni sulla prova allora sapremo vedere al di là della circostanza e comprenderemo meglio quello che Dio vuole insegnarci!  


D.C.