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mercoledì 31 agosto 2022

L'inverno

Prenderemo in esame la storia di tre donne nella Scrittura. Tutte e tre hanno incontrato il Signore in un momento particolare della loro vita.


“Quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava alla sepoltura un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e molta gente della città era con lei” Luca 7:12. 

La gente in lutto non lo fermò. Nemmeno la grande folla o la bara trasportata in braccio. Fu la donna, il dolore sul suo volto, i suoi occhi arrossati. Stava portando fuori suo figlio il suo unico figlio. Se c'è qualcuno che sa quale sofferenza deriva dalla perdita del proprio unico figlio, quello è Dio.


“La donna samaritana gli disse: Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?” Giovanni 4:9.

La donna non parlò molto, la storia della sua vita era scritta fra le rughe del suo viso. Le ferite di cinque storie spezzate avevano lasciato il segno, ognuna di esse aveva procurato delle incisioni nel suo cuore. Silenziosamente il divino chirurgo tirò fuori dalla sua borsa l'ago della fede e il filo della speranza e ricucì la sua anima ferita.


“E una donna che aveva un flusso di sangue da dodici anni ed aveva spesa nei medici tutta la sua sostanza senza poter esser guarita da alcuno”  Luca 8:43.

Quando andò dal Signore non le era rimasto più niente. I dottori le avevano preso fino all'ultimo soldo. La diagnosi le aveva sottratto l'ultima speranza e l'emorragia l'aveva privata dell'ultima goccia di energia. Non aveva più soldi, non aveva più amici, non aveva più alternative. Con l'ultimo brandello della sua vita in una mano e la preghiera nel cuore si fece largo fra la folla. Quando la sua mano toccò la veste del Signore avvenne una specie di “trasfusione”, una “virtù” era uscita dal Signore (v.46) sanandola. 

Al Signore non importava che la donna si fosse rivolta a Lui come ultima risorsa, gli interessava soltanto che fosse venuta.


Tre donne. Una in lutto, una respinta e una malata. Ognuna sola. Sola nell'inverno della vita.

Anche se non sappiamo che aspetto avessero è lecito pensare che le sole teste che si sarebbero voltate quando passavano per strada erano teste scosse dalla pietà. Se il Signore le avesse ignorate, chi avrebbe prestato loro attenzione? In una società in cui le donne erano appena un gradino o due sopra agli animali domestici, nessuno avrebbe avuto da ridire se Egli fosse passato oltre il funerale, se si fosse limitato a restare in silenzio all'ombra del pozzo o avesse ignorato lo strattone alla Sua veste. 

Dopotutto erano solo tre donne. Donne sciupate, tristi, affaticate.

Secondo i parametri del mondo quelle tre donne non potevano dare nulla in cambio. Non più ora mai. Adesso era l'ora di spingerle fuori nel rigido inverno della vita. E il Signore le trovò lì, nel gelido vuoto dell'inutilità.

Ti suona familiare? Certo anche noi abbiamo la nostra gente d'inverno o magari ne conosciamo alcune. La società non sa che cosa farsene di loro.

E noi? Li abbiamo finora ignorati? Hanno storie troppo tristi o troppo complicate per attirare il nostro interesse?

Pensaci. Ognuna di esse ha bisogno di “una trasfusione”, necessita di quell'ago e di quel filo che il Signore ha usato per ricucire  o deve essere consolata, deve conoscere Colui che è la risurrezione e la vita.

Voltare la testa dall'altra parte è molto più facile ma il Signore non lo ha fatto e non lo devi fare neppure tu.

martedì 30 agosto 2022

30 agosto - Religione o fede in Cristo

“Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” Egli domandò: “Chi sei Signore?” E il Signore: “Io sono Gesù, che tu perseguiti”.

Atti 9:4, 5

 

Abbiamo creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge.

Galati 2:16

 

Religione o fede in Cristo

 

Saulo da Tarso è vissuto nel primo secolo. Quest’uomo erudito apparteneva alla setta dei farisei, la più scrupolosa del giudaismo. La fede in Gesù Cristo si stava diffondendo tra i Giudei a Gerusalemme, e chi si convertiva veniva perseguitato. La fede in Cristo metteva da parte il sistema della legge di Mosè e annunciava una salvezza gratuita per ogni essere umano, giudeo o non giudeo. Saulo da Tarso, zelante per la sua religione, era uno dei più ardenti persecutori dei “discepoli” di Cristo. Ma mentre si recava a Damasco, con la missione di imprigionare tutti i cristiani che avrebbe trovato in quella città, improvvisamente è accecato da una luce abbagliante; cade a terra e ode una voce dal cielo: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Così viene a sapere che, perseguitando i credenti, perseguitava in realtà Gesù Cristo stesso, il Messia respinto dal Suo popolo.

Saulo è trasformato; lascia la sua religione per seguire un Salvatore vivente, il Figlio di Dio. Quando riassume quest’episodio usa parole molto forti: “Sono stato afferrato da Cristo Gesù” (Filippesi 3:12). Da quel momento non si attaccherà più alla pratica di una religione; servirà il suo Signore, mettendo a repentaglio la propria vita. Invece di sperare di essere approvato da Dio osservando dei riti religiosi, si rallegra per la grazia di Dio e per la giustizia di cui Egli stesso lo riveste per mezzo della fede in Cristo. Saulo da Tarso è diventato l’apostolo Paolo!


lunedì 29 agosto 2022

Sei agitato?

“Io vi lascio pace; vi do la mia pace” Giovanni 14:27.


 A volte la nostra pace poggia su più piedistalli e questo la rende particolarmente instabile, per cui quando avvengono i fatti spiacevoli della vita, la pace viene meno e ci è impossibile goderne ancora. Perché?

Perché non la riceviamo dal Signore.

Quando il Signore Gesù parla di pace, Egli la irradia e le Sue parole sono sempre “spirito e vita”.

Stai forse soffrendo perché ti manca la serenità? Sei agitato dalle onde di qualche evento che Dio ha permesso?

In queste occasioni la tua fede si può riassumere come: i miei massimi sforzi. 

Così non potrai trovare né conforto né pace. Tutto ti sembrerà un deserto.

Non stai guardando nella giusta direzione. Puoi rivolgerti liberamente a Dio, non affliggere la tua mente con altro. Se cerchi di risolvere il tuo problema da solo continuerai ad tormentarti. Ti volgerai da tutti i lati  dimenticandoti del Signore Gesù.

“Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” Giovanni 14:27.

29 agosto - Una completa guarigione

Gesù, vedutolo che giaceva,… gli disse: “Vuoi guarire?”… In quell’istante l’uomo fu guarito.

Giovanni 5:6, 9

 

Egli (il Signore) perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità.

Salmo 103:3

 

Una completa guarigione

 

Un mio amico è stato recentemente colpito da una strana malattia. Era senza forze e tossiva in continuazione. Provò parecchie cure, ma risultarono tutte inefficaci, finché un medico diagnosticò una malattia infantile: la pertosse, e gli diede la cura adeguata. Era una malattia benigna, eppure che sollievo quando guarì!

Spesso c’è un malessere nella nostra vita. Non si tratta di una malattia grave, ma di un malessere interiore che opprime e che non riusciamo a vincere. Né gli sforzi per condurre una vita onesta, né la buona educazione, né il denaro lo possono curare… Nulla riesce a guarire questo male profondo che aumenta ogni giorno di più. Siamo davvero condannati a vivere così, senza forza morale e senza speranza di guarigione?

No, perché c’è un Medico, Gesù Cristo, che ha dato un nome al male che mi fa soffrire; lo chiama peccato, e mi propone una cura efficace e definitiva: la fede in Lui e nel Suo sacrificio. Se gli confesso i miei peccati, mi purificherà (1 Giovanni 1:9) e sarò guarito. “Mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi… Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi… Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati mediante la morte del Figlio suo” (Romani 5:6-10). 

domenica 28 agosto 2022

28 agosto - La chiamata di Abraamo

Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera… perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio.

Ebrei 11:8-10

 

La chiamata di Abraamo

 

Abraamo è considerato nella Bibbia  “padre dei credenti”. Dio lo chiamò e gli ordinò di lasciare il suo paese, e lui credette a Dio e ubbidì. Le nostre vite sono molto diverse da quella di Abraamo, ma l’essenza della fede rimane la stessa: percepire la chiamata di Dio e rispondervi con fiducia.

Per Abraamo la chiamata era categorica: “Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò” (Genesi 12:1). Doveva partire, doveva abbandonare la sicurezza del mondo che gli era familiare. Ma questa richiesta era associata a una promessa di benedizione. Dio lo chiamava ad uscire dalle comodità del suo paese, per andare incontro all’ignoto. Abraamo ascoltò Dio, ubbidì alla chiamata e si mise in cammino.

Anche per noi c’è una chiamata di Dio, anzi, un ordine: “Dio ora comanda a tutti gli uomini che si ravvedano” (Atti 17:30). Cosa significa “ravvedersi”? Significa riconoscere e confessare a Dio le proprie colpe, chiedergli perdono, e credere in Gesù Cristo il Salvatore. Credere presuppone di aver fiducia in Dio e di essere pronti a ubbidirgli.

È falso pensare che l’ubbidienza a Dio ci renda in qualche modo prigionieri e non ci lasci sufficiente spazio vitale. Anzi, quando crediamo a Dio non siamo né schiacciati né soffocati, poiché Dio ci ama. Ci libera dalle cose che ci bloccano, come le paure, i sensi di colpa, l’orgoglio e l’egoismo. Ci pone nella libertà di fare il bene.

sabato 27 agosto 2022

27 agosto - La terraferma

La terra barcollerà come un ubriaco, vacillerà come una capanna. Il suo peccato grava su di lei; essa cade e non si rialzerà mai più.

Isaia 24:20

 

 (Gesù ha detto:) “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Marco 13:31

 

La terraferma

 

Un amico mi confidava: “Non mi piace viaggiare in aereo, preferisco rimanere sulla terraferma”. La nostra terra è veramente tanto ferma? Molti fenomeni naturali, mareggiate, eruzioni vulcaniche, terremoti, frane, possono mettere in dubbio quest’affermazione. Ancora di più, la Bibbia ci dice che la terra è destinata ad essere distrutta. “I cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi” (2 Pietro 3:7). Dunque è la situazione morale degli uomini davanti a Dio che determinerà la fine del nostro pianeta.

Ma che ne è delle basi morali della nostra società occidentale? Possiamo appoggiarci con fiducia su quanto oggi ci è proposto come vero? Tutte le verità conosciute dagli uomini sono verità “relative”: molte sono legate a una certa epoca o ad una determinata civiltà, o possono essere vere in un paese e false altrove, o verificarsi oggi ed essere contraddette domani…

Invece, quando Gesù dice: “Io sono la verità” (Giovanni 14:6), si tratta della verità “assoluta”. Lui è la verità ovunque e in ogni epoca. Per questo possiamo avere completa fiducia in quello che dice, sapendo che nessuna delle Sue parole sarà mai trovata in difetto.

 “Il vostro cuore non sia turbato – ha detto il Signore – abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Giovanni 14:1). Rileggiamo l’affermazione del Signore: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Marco 13:31).


venerdì 26 agosto 2022

26 agosto - Il peccato, che brutta parola!

Il nostro Dio è santo.

Salmo 99:9

 

(Gesù disse:) “Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento”.

Luca 5:32

 

Il peccato, che brutta parola!

 

“Il peccato? Non parlatemene; è un concetto superato!” Ecco quanto diceva una madre all’insegnante di un club cristiano: “Non voglio che mio figlio senta questa parola!” Questo tipo di reazione non è raro; molti non vogliono più sentire parlare del peccato. Questa parola fa paura; si preferisce il termine errore o sbaglio (e tutti possono sbagliare!), o ancora se ne attenua il significato. Si parla di “debolezza”, per indicare un errore di poca importanza o una cattiva abitudine. Un peccato “veniale” non sarebbe altro che un difetto non grave...

Ma la Bibbia non passa leggermente sul peccato. Ecco quello che dichiara al riguardo:

– Il peccato è entrato nel mondo per opera della prima coppia di esseri umani (Romani 5:12).

– Non c’è distinzione: tutti hanno peccato (Romani 3:23), tranne il Cristo (1 Pietro 2:22).

– Il peccato ha come conseguenza la morte spirituale (la separazione da un Dio santo) e la morte fisica (Romani 6:23; Genesi 2:17).

– Il peccato rimane un male incurabile, al di fuori del rimedio offerto dalla morte espiatoria di Gesù Cristo (Atti 4: 12).

Dio è santo e non può sopportare il male. Ma Suo Figlio Gesù Cristo ha accettato di subire il giudizio per quelli che credono in Lui. Non c’è dunque più condanna per loro (Romani 8:1).

Non minimizziamo i nostri peccati, non mascheriamoli. Confessiamoli a Dio e accettiamo il Suo perdono.

giovedì 25 agosto 2022

25 agosto - Il mistero della sofferenza

O SIGNORE… tu hai visto… A te si abbandona il misero; tu sei il sostegno dell’orfano.

Salmo 10:12, 14

 

Dio nostro Padre… ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna.

2 Tessalonicesi 2:16

 

Il mistero della sofferenza

 

Un giorno o l’altro, un colpo arriva per tutti; è la sofferenza, è quando ci sentiamo oppressi dal dolore, dalla malattia, dalla delusione. Allora sorgono le domande “perché?”, “perché io?” “cos’ho fatto di male?” E subentra lo scoraggiamento, a volte anche la ribellione contro Dio: “Se Dio esistesse, questo non dovrebbe accadere…”

Di fronte alla sofferenza sentiamo di essere in presenza di un mistero, il mistero della vita, il mistero di ogni essere umano. Anche se avessimo qualche contrasto con uno che soffre, questo improvvisamente scomparirebbe e ci sentiremmo più vicini a lui.

La domanda del perché della sofferenza rimane inspiegabile. È a Dio che dobbiamo affidarla ed aspettare da Lui il soccorso. Così hanno pregato uomini di fede come Giobbe, Davide, i profeti. Hanno pianto, e hanno detto a Dio cose che non potevano dire a nessun altro. Le loro domande erano l’espressione della loro fede di fronte a una situazione estrema. Dio non ha dato loro spiegazioni sul perché della sofferenza, ma ha fortificato la loro fede e ha dato loro la serenità: “Io so che il mio Redentore vive”, disse Giobbe (Giobbe 19:25); e Davide: “Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce” (Salmo 18:6).
Il Figlio di Dio è venuto nel nostro mondo e si è avvicinato a noi. Ha pianto di compassione, ha sofferto, inchiodato su una croce. Là ha vinto il Maligno; ha tolto i peccati di chi crede, prendendoli su di Sé, per aprire loro la porta della vita eterna, ma anche per dare ad ognuno di loro il soccorso nelle sofferenze della vita terrena.

mercoledì 24 agosto 2022

24 agosto - La gioia nel Signore

Rallegratevi sempre nel Signore.

Filippesi 4:4

 

La gioia nel Signore

 

Nel mondo ci sono degli ottimisti che consigliano agli altri di prendere ogni cosa con il sorriso.  Cuori leggeri, a volte teste leggere, si sforzano di “tirare su il morale” della gente, e moltiplicano parole buone e pacche affettuose. L’effetto è di solito scadente, perché il più delle volte questa giovialità è forzata e chi la ostenta non ha conosciuto i motivi di turbamento, né i drammi dolorosi di quelli che vorrebbero aiutare e per i quali non provano una vera simpatia.

Non si può accettare da chiunque il consiglio “rallegratevi sempre”, ma le cose cambiano quando a darlo è l’apostolo Paolo. Lui aveva sofferto molto nel suo lavoro missionario e per amore della fratellanza. Basta leggere 2 Corinzi 11:23-28 per averne un’idea. Quando scriveva ai Filippesi “rallegratevi sempre” si trovava in prigione da molto tempo; eppure, la sua Lettera è piena di raggiante felicità e la parola “gioia” ritorna frequentemente. Ma Paolo non esortava solo a rallegrarsi, esortava a “rallegrarsi nel Signore”. È nel Signore, nella comunione con Lui, nella preghiera, nella riflessione sul Suo amore e sulla Sua gloria, che il credente trova i motivi di gioia, anche se le circostanze che attraversa sono difficili. Questo era il segreto di Paolo. Egli vuol dirci con queste parole: C’è per voi, come per me, un motivo di gioia, uno solo: è il Signore. Niente e nessuno possono togliere la serenità profonda di chi vive vicino a Lui.

martedì 23 agosto 2022

23 agosto - Chi scaglierà la pietra?

Uno soltanto è legislatore e giudice, colui che può salvare e perdere; ma tu chi sei che giudichi il tuo prossimo?

Giacomo 4:12

 

Non giudicate, affinché non siate giudicati.

Matteo 7:1

 

Chi scaglierà la pietra?

(Giovanni 8:11)

 

Alcuni capi religiosi conducono dal Signore una donna colta in adulterio. In realtà si preoccupano poco della colpa di quella donna; il loro scopo è di tendere un’insidia a Gesù.

La donna è colpevole, e la legge dell’Antico Testamento è formale: dev’essere lapidata. Ma da chi?

Gesù legge nei cuori di quelli che la accusano. Si china, lasciando loro un tempo di riflessione, poi si rialza e annuncia il Suo giudizio: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. La freccia li raggiunge con più sicurezza di quelle pietre che avrebbero colpito colei che si preparavano a lapidare. E se ne vanno, uno dopo l’altro.

La donna rimane sola con Gesù. È Lui che avrebbe il diritto di scagliare la prima pietra e che potrebbe condannarla, poiché è senza peccato. Lo farà? No. Ben presto sarà Lui stesso giudicato e condannato da uomini iniqui. Andrà alla croce ad espiare i peccati di quelli che credono in Lui e anche di quella donna, se si sarà pentita. “Va’ – le dice – e non peccare più”.

Gesù non è passato con leggerezza sul male commesso; lo ha preso su di sé e ne ha subìto il castigo da parte di Dio, durante le tre ore impenetrabili della crocifissione. Ascoltiamo il Suo grido di dolore: “I miei peccati mi pesano…” (Salmo 40:12). Queste iniquità che confessava come Sue, erano le mie e le vostre.


lunedì 22 agosto 2022

22 agosto - “Il giusto per la sua fede vivrà”

Il giusto per fede vivrà.

Romani 1:17

 

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti.

Efesini 2:8, 9

 

“Il giusto per la sua fede vivrà”

 

Questo versetto dell’Antico Testamento (Abacuc 2:4) è citato tre volte nel Nuovo Testamento (Romani 1:17; Galati 3:11; Ebrei 10:38). È stato il punto di partenza della Riforma in Germania, nel XVI secolo. Il monaco Martin Lutero (1483-1545), tormentato dal sentimento dei propri peccati, si era recato a Roma a piedi per tentare di mettere in pace la sua coscienza. Mentre stava salendo in ginocchio la Scala Santa, gli venne in mente questo versetto e ne fu colpito; e capì di sbagliare strada cercando una salvezza che era stata garantita, già molti secoli prima, dal sacrificio di Gesù alla croce. Egli realizzò che era inutile sforzarsi di meritarla, quando Gesù l’aveva acquistata al suo posto e gliela offriva gratuitamente. Provò allora un’immensa gioia e una pace profonda. Da allora la sua vita fu trasformata. Non gridò più, come faceva un tempo a Erfurt: “I miei peccati, i miei peccati! Chi mi libererà dai miei peccati?”

Se, come Lutero, ti senti schiacciato sotto il peso delle tue colpe, basta che tu ti rivolga a Gesù Cristo e accetti con fede quello che dice la Sua Parola: “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” (1 Pietro 2:24). Dio perdona chi crede. “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).

domenica 21 agosto 2022

Un pericolo

“Non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” Luca 20:10.


In altre parole, il Signore dice: Non ti rallegrare per il successo del lavoro che svolgi per Lui, ma rallegrati di quello che sei in Lui. L'insidia del servizio cristiano è di rallegrarsi del proprio successo e non di quello che siamo in Cristo. Ricordati che ogni cosa ci viene da Lui e ogni successo deve essere ricondotto a Lui.

Oggi si tende ad esaltare più lo strumento piuttosto che l'Artefice che lo sta usando. E' come se una folla, di gente piena di ammirazione, si riunisse intorno allo scalpello con il quale Michelangelo ha scolpito il Mosè, tessendone le lodi. Ma è proprio quello che a volte accade.

Diffida di coloro che tendono a parlare troppo di ciò che fanno e continuano a menzionare sempre se stessi. Quello che conta non è il lavoro che noi facciamo per Dio ma quello che Lui fa attraverso noi.

Dio può fare sgorgare fiumi di acqua viva dal tuo seno, ma è un Suo atto di misericordia verso gli uomini, non dimenticarlo.

Il Signore stesso è venuto per manifestare il Padre, non per esaltare se stesso e poteva dire: “Non faccio nulla da me, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato” Giovanni 8:28.

21 agosto - Il popolo che ama il corpo

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.

Romani 12:1

 

Il popolo che ama il corpo

 

“Il popolo che ama il corpo”. È così che nel secondo secolo, il filosofo Celso chiamava i cristiani. Lo faceva per derisione poiché, per i filosofi della sua scuola, il corpo umano non era altro che la prigione dell’anima. I primi cristiani affermavano la loro fede nell’incarnazione di Gesù Cristo, ossia nel fatto che il Figlio stesso di Dio avesse preso un corpo, come dice il Vangelo: “La Parola è diventata carne” (Giovanni 1:14). Il Figlio di Dio non ha preso solo l’apparenza di un uomo, ma è diventato un uomo, “simile ai suoi fratelli” (Ebrei 2:17).

Prendendo la nostra condizione umana, il Figlio di Dio ha partecipato alla nostra debolezza, ha conosciuto la fame, la sete, la fatica. Il disprezzo del corpo non è dunque di origine cristiana, ma proviene da certe filosofie o correnti di pensiero che si sono infiltrate nei paesi cristianizzati.

L’apostolo Paolo esorta i cristiani di Roma a presentare il loro corpo a Dio in sacrificio vivente (Romani 12:1). Il cristiano non idolatra il proprio corpo (come avviene oggi nella nostra società del piacere e dell’apparenza!), ma neppure lo disprezza; egli sa che è il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:19). Da quando ci siamo convertiti a Cristo, tutto il nostro essere appartiene al Signore, anche il nostro corpo. Per questo dev’essere nutrito, curato, mantenuto puro e disponibile per servire il Signore.


sabato 20 agosto 2022

20 agosto - Vuoi essere guarito?

Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.

Isaia 53:5

 

Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?

Ebrei 2:3

 

Vuoi essere guarito?

Leggere: Vangelo di Giovanni cap. 5

 

Può sembrare strana questa domanda che Gesù ha rivolto all’uomo paralizzato che si trovava alla vasca di Betesda. Quale malato non desidererebbe essere guarito? Ma la guarigione proposta da Gesù non riguardava solo il corpo, bensì anche l’anima. Purtroppo, molti l’hanno rifiutata e continuano a rifiutarla. Gesù aveva il potere di guarire i malati per la vita terrena, ma anche di perdonare i peccati e dare la vita eterna. Però ha dovuto fare questa amara constatazione: “Non volete venire a me per avere la vita!” (v. 40).
L’uomo paralizzato aveva esperienza dell’egoismo del cuore umano, e conosceva la propria incapacità di giungere alla guarigione, per cui risponde: “Signore, io non ho nessuno…” (v. 7). Nessuno che lo aiutasse, che gli desse una mano o una parola di conforto. Ci si può aspettare ben poco dagli uomini, ma Gesù non è un uomo come gli altri, è il Dio Salvatore che può e vuole rispondere a tutti i bisogni delle Sue creature. Così, Gesù dà a quel paralitico un ordine apparentemente impossibile da eseguire: “Alzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina” (v. 8). Il malato crede ed è subito guarito!
Noi accetteremmo volentieri di essere guariti dalle nostre malattie; ebbene, Gesù ci offre molto di più: ci vuole liberare dal peccato, che è la causa di tutta la sofferenza che c’è nel mondo e, di conseguenza, dalla morte eterna, dalla perdizione! Dipende solo da noi accettare la salvezza per mezzo della fede in Lui.

venerdì 19 agosto 2022

Sulle acque

“Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo” 1 Timoteo 1:15.

“Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle onde perché il vento era contrario. Ma alla quarta vigilia della notte Gesù andò verso loro, camminando sul mare...E  Pietro, smontato dalla barca, camminò sulle acque e andò verso Gesù. Ma vedendo il vento, ebbe paura; e cominciando a sommergersi, gridò: Signore, salvami!” Matteo 14:24-30.


Noi, come l'apostolo Paolo, siamo consapevoli di due fatti: Siamo grandi peccatori e abbiamo bisogno di un grande Salvatore.

Noi, come Pietro, siamo consapevoli di due cose: stiamo affondando e Gesù è l'unico che può rimanere in piedi sulle acque in tumulto.

E' sorprendente, i nostri fallimenti possono essere perdonati e i nostri passi possono essere resi stabili.

Quando qualcuno ci chiederà come facciamo a mantenere l'equilibrio in tempi così tempestosi non ci vantiamo. Indichiamo con sicurezza Colui che lo ha reso possibile e ricordiamoci, è necessario che il nostro sguardo rimanga fisso su Lui.

Certo, si può affondare, è una cosa molto logica e naturale, nessuno può rimanere in piedi da se solo attraversando un mare così agitato. Forse affondiamo trascinati giù dal vento dell'orgoglio: “Dopotutto non sono un peccatore così grande, me la cavo meglio di molti altri. Guarda quante cose so fare”. Forse affondiamo trascinati giù dalle onde del legalismo: “So che Gesù sta facendo la sua parte, ma io devo fare tutto il resto”.

O forse è il dubbio ha trascinarci giù: “Sono stato troppo cattivo. Dio non può occuparsi di me”. E così affondiamo appesantiti dal cemento dei nostri dubbi e delle nostre incertezze.

Pietro? Pietro gridò al Signore, e Lui lo salvò.

19 agosto - Centro di sostegno psicologico

(Gesù disse:) “Io sono il buon pastore e conosco le mie (pecore) e le mie (pecore) conoscono me, come il Padre mi conosce ed io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”.

Giovanni 10:14, 15

 

“Io andrò in cerca delle mie pecore”.

Ezechiele 34:12

 

Centro di sostegno psicologico

 

Dopo una catastrofe, spesso vengono aperti dei centri di sostegno psicologico per i sopravvissuti. Infatti, il nostro equilibrio fisico e psichico è molto fragile, e in certi momenti abbiamo bisogno di essere aiutati. Quando le cose vanno bene ci crediamo forti, ma appena arrivano le difficoltà corriamo il rischio di essere presi dallo smarrimento, dall’angoscia o anche dalla rabbia… La Bibbia ci ricorda: “Se ti scoraggi nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca” (Proverbi 24:10). Dobbiamo riconoscere che sovente la nostra forza è davvero poca.

Ma il cristiano sa di poter fare affidamento su Dio; Egli conosce perfettamente la complessità della nostra natura, poiché è Lui che ci ha creati: “Egli conosce la nostra natura; si ricorda che siamo polvere” (Salmo 103:14). Per questo circonda delle Sue tenere cure quelli che lo riconoscono: “Il SIGNORE è pietoso verso quelli che lo temono” (Salmo 103:13). La Sua conoscenza dei nostri bisogni è totale, poiché Gesù Cristo ha preso la forma di uomo e ha condiviso la nostra condizione. Ha visto le sofferenze fisiche e morali che l’uomo sopportava come conseguenza del peccato, e le ha sperimentate, pur essendo senza peccato. Ha sopportato il dolore causato dalla malvagità dell’uomo e morendo sulla croce è diventato il Salvatore di coloro che credono in Lui. Ora, risuscitato, veglia dal cielo su quelli che ha salvati, dando loro sostegno e conforto nelle difficoltà della vita.

giovedì 18 agosto 2022

Tristi?

Si incontrano un gran numero di cristiani attratti dal mondo, che non sono preoccupati del male che li circonda e non si preoccupano neppure di giudicarlo in loro stessi.

Sono facilmente riconoscibili. Si lamentano tutti: del lavoro, della famiglia, della chiesa. Tutto ciò è un segno di cattivo stato spirituale e una prova evidente che il mondo, con i suoi modi, le sue leggi, si stia facendo posto nel loro cuore.

E' vero che c'è tanto male, egoismo e odio intorno a noi ma il nostro sguardo deve essere rivolto su ciò “che ci appartiene”.

“Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo” Efesini 1:3.

Non si può essere più ricchi. Queste risorse sono immense e sono conservate nei cieli per noi. Non si tratta di cose momentanee o per un tempo ma, di benedizioni permanenti.

Come pensate che dovrebbe essere l'atteggiamento, il modo di parlare e il volto di chi possiede tutte queste ricchezze?

Alcuni giorni fa ero in edicola per acquistare un quotidiano quando una ragazza poco distante è esplosa in un grido di gioia facendo voltare tutti.

Il motivo?  

Aveva vinto solo qualche centinaio di euro ad un gratta e vinci. Eppure è uscita entusiasta, con il volto raggiante e subito ha iniziato a telefonare, probabilmente voleva farlo sapere ai suoi genitori o magari ai suoi amici.

E i cristiani, che sono “benedetti di ogni benedizione” allora? 

Ma la diamo a vedere la nostra gioia? Oppure siamo angosciati come o più di tutti gli altri? Tormentati dall'ansia per il domani, preoccupati di come ci vestiremo, incapaci di gustare le benedizioni della comunione con Dio e con i fratelli. Ma la nostra “vincita” è infinitamente più grande di qualunque altra. 

Se siamo così ricchi perché allora quei volti tristi e quei cuori aridi?

Siamo chiamati manifestare la gioia di Cristo nei nostri cuori e sui nostri volti spargendo il Suo buon profumo intorno a noi.

18 agosto - Il serpente di Mosè

Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. 

Giovanni 3:14, 15

 

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.

Romani 6:23

 

Il serpente di Mosè

 

Molti secoli fa, il popolo d’Israele, uscito dall’Egitto, attraversava a piedi il vasto deserto situato tra l’Egitto, il Sinai e la Palestina. Dovevano raggiungere il territorio di Canaan che Dio aveva loro promesso, ma, spesso scoraggiati, gli Israeliti si lamentano, contestano, Lo accusano. Non riconoscono la bontà del loro Dio che li aveva miracolosamente liberati dalla schiavitù dell’Egitto, e li aveva protetti e nutriti ogni giorno. All’ennesima contestazione Dio permette che dei serpenti dal morso mortale invadano il loro accampamento. Molti Israeliti muoiono. Il loro capo, Mosè, prega per il popolo e Dio gli risponde ordinandogli di mettere su un’asta, in modo ben visibile, un serpente fatto di rame, e dice: “Chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita” (Numeri 21: 8). E così avveniva: chi lo guardava viveva.

Il morso di quel serpente è una figura del peccato che ha marchiato tutti gli esseri umani. La morte ne è la tragica e ineluttabile conseguenza. Ma come al tempo di Mosè bastava uno sguardo di fede rivolto al serpente per salvare dalla morte, oggi chi crede a Gesù inchiodato sulla croce riceve il perdono dei suoi peccati e la vita eterna.

Gesù Cristo, condannato per me, ha portato sulla croce il castigo che io meritavo per i miei peccati. Il mio sguardo di fede mi dà la vita eterna perché il mio Salvatore non è rimasto sulla croce né nel sepolcro, è risuscitato ed è tornato in cielo.

Quel Dio che mi ama, e che avevo offeso, chiede in cambio soltanto la mia totale fiducia.

mercoledì 17 agosto 2022

Nuove chiese

Da un lato i luoghi di culto diminuiscono di numero o si spopolano; dall'altro si formano grandi “chiese” che avvalendosi dell'etichetta cristiana crescono. Un cristianesimo così instabile e alterato è inutile per un mondo che ha bisogno di Cristo. Sono cambiati i modi e le forme dei nuovi radunamenti definiti più “moderni”. Cresce lo spazio per i cori, la musica e le nuove forme di intrattenimento, ma diminuisce lo spazio per la Parola di Dio.

Che strano? Eppure il mandato da parte di Cristo non è cambiato: Conversione, santificazione, radunamento avendo come centro il Signore.

Se nella chiesa primordiale «tutti quelli, che credevano, erano insieme» (At 2,44) e cioè «tutti i giorni… prendevano il loro cibo insieme con letizia e semplicità di cuore» (v. 46), è evidente che mutarono le usuali convenzioni, che li vedeva frequentare le sinagoghe soltanto di sabato (At 13,14 15,21 18,4). Inoltre, essi  si incontravano anche nelle case. È evidente che essi, incontrandosi, non partecipavano solo alle riunioni, ma alla vita comune. In tale fermento nuovo, che creava forme nuove di socializzazione religiosa e umana, era tutto un aggiungere alla comunità (v. 47), non un allontanarsi da essa per motivi d’individualismo. 

Nella vita dei primi cristiani, l'aspetto di maggior rilievo era la viva sensazione di essere il popolo di Dio, chiamato e serbato da parte. La chiesa non si riteneva un'istituzione di origine umana e pertanto riunita secondo quelle regole, bensì divina e quindi mossa da leggi celesti. La loro cittadinanza non era sulla terra, ma nel cielo, e i principi e le leggi con le quali si amministravano provenivano dall'alto. Il mondo presente era considerato temporaneo: la vera vita li attendava nel futuro. Lo Spirito era presente e operante nella vita di ogni giorno e tutte le benedizioni cristiane ne erano i frutti.

“Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore, e dissero: Fratelli, che dobbiamo fare?” Atti 2:37.

Dovremo dare per scontato che ogni credente sia impegnato a favore della chiesa. Non solo siamo impegnati con Cristo, siamo anche impegnati con il corpo di Cristo e non lo siamo solo noi, anche Dio lo è. E' vero che possiamo essere insoddisfatti da certi andamenti nella chiesa come istituzione; ma siamo pur impegnati per Cristo e la sua chiesa.

“Come il padre ha mandato me io mando voi” Giov. 20:21. Entrò nel nostro mondo, prese la nostra natura, visse la nostra vita e morì della nostra morte e ora ci chiama ad entrare nel mondo di altre persone, come egli entrò nel nostro per condurle nella sua chiesa.

17 agosto - Proteggiamo i nostri figli!

Il Signore dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l’intelligenza. Egli tiene in serbo per gli uomini retti un aiuto potente.

Proverbi 2:6-7

 

Proteggiamo i nostri figli!

 

Molti genitori sono particolarmente esercitati circa i loro doveri nei confronti dei figli. Il desiderio dei padri e delle madri credenti è di riuscire a rispondere con maggiore fedeltà a ciò che Dio si aspetta.

Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà”, scrive Salomone (Proverbi 22:6). Quest’esortazione dev’essere presa in seria considerazione dai genitori e da tutti coloro che hanno delle responsabilità verso i giovani. Dio dice in Deuteronomio 6:6-7: “Questi comandamenti, che oggi ti do,… li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua”. Si tratta qui della formazione della loro intelligenza spirituale, dell’educazione secondo Dio della loro mente e dei loro giovani cuori. È la salutare istruzione che Timoteo aveva ricevuto fin dall'infanzia da sua madre e da sua nonna, due donne pie e timorate di Dio (2 Timoteo 1:5).

Far conoscere ai figli le cose di Dio e insegnare loro ad apprezzarle e a goderne è un dovere che spesso, purtroppo, viene sottovalutato e trascurato. Eppure, non è forse questo il più urgente e il più dolce dei doveri dei padri e delle madri? Se i ragazzi conoscono la Bibbia e imparano ad avere il timore di Dio, troveranno la forza e la capacità di resistere al peccato e saranno preservati dal cadere nei tranelli di Satana e dal diventare schiavi di vizi e di peccati.

martedì 16 agosto 2022

16 agosto - Che cos’è la fede?

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.

2 Corinzi 5:17

 

Noi lo amiamo perché egli (Dio) ci ha amati per primo.

1 Giovanni 4:19

 

Che cos’è la fede?

 

La fede è un principio di vita che coinvolge quello che c’è di più profondo nella nostra esistenza, nei nostri obiettivi, nelle nostre aspettative.

La fede è credere in Dio. La fede nasce quando mi metto in ascolto della Parola di Dio e sono attento a quello che Egli mi dice. Per credere bisogna accogliere con umiltà e fiducia il messaggio di Dio, essere pronti a rimettersi in discussione, ad abbandonare il proprio modo personale di vedere le cose o i nostri abituali comportamenti. Chi crede si appoggia sulle certezze del Vangelo e lascia da parte i suoi precedenti punti di riferimento; vive una trasformazione, una conversione.

La fede è l’opposto della diffidenza, è fiducia in Dio, nella Sua bontà, nella Sua grazia. Questa fiducia iniziale cresce poi con gli anni, quando faccio l’esperienza che Dio mantiene le Sue promesse,  risponde alle mie preghiere, mi libera dal male e mi guida nella Sua via.

La fede è ubbidienza. Non un’ubbidienza formale, esteriore, ma un’ubbidienza di cuore (Romani 6:17); la vera fede è “la fede che opera per mezzo dell’amore” (Galati 5:6). Io cerco di onorare e di amare il mio Signore, il che implica anche l’amore per il mio prossimo.

Una fede vivente e reale è una fede “pratica” che ci porta a ricevere la Parola di Dio, a confidare nella Sua bontà e a sottometterci alla Sua volontà. Forse può avere degli alti e bassi, dei momenti oscuri e altri più luminosi, ma non può mai spegnersi, perché è fondata su Dio che è immutabile (1 Giovanni 5:13).


lunedì 15 agosto 2022

Il coraggio di Dio

“Gesù prese con se i dodici” Luca 18:31.


Quanta pazienza ha Dio ad aver scelto noi. Qualcuno potrebbe pensare che Dio non abbia fatto un grande affare nel scegliere lui, perché è consapevole di non avere nessuna qualità. Sa di non valere niente.

Eppure è proprio per questo che ti ha scelto!

Finché pensi di avere delle qualità, Dio non può servirsi di te, perché avresti scopi tuoi propri da raggiungere, ma se gli permetti di portarti là dove ha fine la tua autosufficienza, allora può sceglierti per condurti con sé per l'adempimento dei Suoi piani, sui quali non discute con te.

Ho letto di un pittore che avendo intenzione di dipingere un quadro raffigurante la grazia si era messo alla ricerca di un modello adatto. Dopo aver percorso le strade povere di una grande città, incontrò un giovane  con gli abiti sporchi e cenciosi. I suoi capelli erano arruffati e tutto il suo aspetto testimoniava della sua miseria morale e fisica. Il pittore gli si avvicinò e gli offrì di venire nel suo studio per posare per lui in cambio di una buona paga.

All'ora stabilita, il giovane si presentò, ma con grande delusione dell'artista aveva completamente modificato il suo aspetto. Si era accuratamente lavato, si era fatto tagliare i capelli e i suoi abiti erano in ordine. Il pittore gli disse: mi dispiace ma così come sei non puoi più rappresentare la grazia. Avresti dovuto venire così come ti avevo trovato per strada.

Certi pensano che per venire a Dio, bisogna prima di tutto mettere in ordine se stessi, ma tutti i nostri sforzi non serviranno a renderci presentabili agli occhi di Dio. Ciò che ogni uomo deve fare e andare a Cristo così come è. Egli farà il resto.

Generalmente siamo portati a pensare che se un uomo ha buone qualità naturali, queste faranno di lui un buon cristiano, invece non sono le nostre doti che contano, ma la nostra consapevolezza di non avere capacità; non quello che portiamo con noi ma quello che Dio mette in noi ci cambierà completamente.

15 agosto - Un ingresso sbarrato

Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano.

Matteo 7:13-14

 

Un ingresso sbarrato 

 

Davanti all’ingresso di un castello medioevale c’è una folla di visitatori. Indubbiamente è l’entrata ufficiale del castello. Mi accodo anch’io, ma poi noto, un po’ più in là, una porticina dove potrebbero passare non più di due persone per volta. Altri si avvicinano con me e, non appena spingiamo, la porticina si apre. Allora, do di nuovo un’occhiata al portone principale e noto un cartello: “Ingresso sbarrato”. Perché tante persone aspettano ancora lì? Non hanno letto il cartello? No; ognuno ha seguito la folla senza riflettere.

Nella vita di ogni giorno, il comportamento degli altri può indurci in errore. Per il nostro avvenire eterno c’è il grande rischio di essere ingannati dalle idee della massa. Molta gente vive come se Dio non esistesse; ma che ne sarà di loro quando lo incontreranno? Alcuni credono che le opere buone siano il mezzo per essere ammessi in cielo; è quello che insegnano parecchie religioni, ma non è così. Un tempo Dio aveva dato la Sua Legge al popolo d’Israele, dicendo: “Fa’ questo, e vivrai” (Luca 10:28). Ma nessuno ha mai potuto osservarla interamente. Allora Dio ha chiuso una volta per sempre questa “porta” della salvezza mediante le opere. Ormai bisogna passare da un’altra porta, quella della salvezza per grazia! E’ una porta disprezzata da molti, eppure si apre istantaneamente a chi bussa.

Gesù stesso è la vera porta: “Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato” (Giovanni 10:9).


domenica 14 agosto 2022

14 agosto - Fiducia

Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo.

Romani 15:13

 

Fiducia

 

Pace, gioia, speranza. Queste parole non vi fanno sognare? Non evocano ciò a cui tutti aspirano? La pace in un mondo turbato, la gioia nonostante le circostanze avverse e le cattive notizie, la speranza nonostante la prospettiva certa della morte…

Gesù, prima di morire, ha detto ai suoi discepoli: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).

Avete dei dubbi? Non dovete esitare a pregare Dio, nel nome di Gesù. Abbiate fiducia in Lui! La vostra stessa esistenza, come quella dell’universo in cui vi trovate, attesta che c’è un Essere superiore, Creatore onnipotente e saggio; è il Dio della Bibbia, il Dio che ha dato il proprio Figlio per noi, a dimostrazione del Suo amore infinito. Egli è dunque degno della vostra fiducia, completa, assoluta, definitiva.

Non è appunto questo che vi manca? Uno di cui potervi fidare completamente, uno che non vi deluda mai. “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” (Romani 8:32). Dandogli fiducia scoprirete in Lui un Padre che vi ama teneramente, sinceramente e sempre.

sabato 13 agosto 2022

13 agosto -Una salvezza completa e gratuita (2)

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio!

1 Giovanni 3:1

 

La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.

Salmo 119:105

 

Una salvezza completa e gratuita (2)

 

Con quel gruppo di persone riunite per ascoltare la Bibbia, abbiamo ricordato che Gesù aveva detto, prima di rimettere il Suo spirito nelle mani del Padre: “È compiuto” (Giovanni 19:30). (La parola greca così tradotta era usata per attestare che una fattura era saldata). Il nostro debito verso Dio era dunque pagato. La vita eterna era ormai acquistata per tutti quelli che accettavano il Salvatore. La salvezza che ci viene offerta è dunque gratuita.

I punti di riferimento, il fondamento della nostra fede e dei nostri scambi di pensieri erano fondati esclusivamente sulla Parola di Dio. Le persone riunite ascoltavano in silenzio. Alla fine della nostra conversazione, la religiosa mi disse:

“Signore, siamo fratelli nella fede in Gesù Cristo!

– Sì, certamente.

– Lei non pensa che potremmo pregare insieme?”

Abbiamo pregato; avevamo lo stesso Padre celeste, lo stesso Salvatore, lo stesso Signore. Facevamo parte della stessa famiglia spirituale, quella della Chiesa di Gesù Cristo. Non saprei dire chi dei due fosse più felice di quell’incontro che senza dubbio era stato preparato dal nostro Dio. Una volta di più stavo realizzando in che modo Dio istruisce e fortifica la fede di ogni suo figlio che si impegna a meditare la Sua Parola. Incoraggiamoci l’un l’altro a farlo, ogni giorno e con perseveranza!