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martedì 30 aprile 2019

30 aprile


I giusti gridano e il SIGNORE li ascolta; li libera da tutte le loro disgrazie.
Salmo 34:17

Quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l’un l’altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato.
Malachia 3:16

Dio ode, Dio risponde

Ci può fare impressione sapere che nessuna parola che pronunciamo sfugge a Dio! Egli ode tutto. Menzogne, ingiurie, volgarità, sono percepite da Lui come oltraggi alla sua dignità da parte della sua creatura. Gesù dice che “di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio” (Matteo 12:36).
Beati noi che, avendo messo la nostra fiducia nel Salvatore, abbiamo la certezza che i nostri peccati sono cancellati dal suo sangue! Noi non verremo in giudizio, non saremo giudicati. Però, anche le nostre parole sono udite da Dio! Che nessuna parola sconveniente esca dalla nostra bocca e vada a rattristare il nostro Signore che ci ha riscattati al prezzo della propria vita (Efesini 4:29; 5:3, 4)! Facciamo piuttosto salire a Lui i nostri ringraziamenti per tutti i suoi benefici, ed esponiamogli liberamente i nostri bisogni con preghiere fiduciose. Egli ci ascolta, sta attento e risponde (Salmo 65:2).
Egli è anche attento a tutte le riflessioni che i suoi figli fanno tra loro. Trova piacere a sentirli parlare l’un l’altro del loro comune Salvatore, della sua bontà, delle risposte alle loro preghiere, della loro speranza di essere presto con Lui. Per questo bisogna che i loro cuori e i loro pensieri siano occupati di Lui perché “dall’abbondanza del cuore la bocca parla” (Matteo 12:34). Se lo amiamo veramente, sarà Lui il soggetto delle nostre conversazioni, e il nostro Padre ne gioirà. 

lunedì 29 aprile 2019

29 aprile


In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo.
Noi lo amiamo perché egli ci ha amati per primo.
1 Giovanni 4:9, 19

La prova dell’amore di Dio

Il re Davide testimoniava così dell’amore di Dio: “Non ho mai visto il giusto abbandonato” (Salmo 37:25). Tuttavia, l’unico Giusto che sia mai vissuto sulla terra, il Signore Gesù, ha dovuto essere abbandonato, quando, sulla croce, espiava i nostri peccati! Egli ha gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Salmo 22:1; Matteo 27:46). “Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio” (1 Pietro 3:18).
Come può il nostro cuore restare insensibile di fronte a quest’infinito amore di Dio? Ancora oggi Egli ci dice che ha tanto amato il mondo fino a dare il suo unico Figlio, affinché chi crede in lui abbia la vita eterna (Giovanni 3:16). Soltanto la croce di Cristo risponde ai bisogni della nostra anima, poiché sulla croce Egli ha subìto il castigo che noi meritavamo. Confessargli i nostri peccati e credere in Lui è per noi la vita, la vita eterna.
Lettori credenti, se siamo coscienti dell’immensità dell’amore di Cristo, non ci sentiamo forse spinti a seguire un cammino di santità, ricordando quanto Egli ha sofferto per i nostri peccati quando è stato abbandonato da Dio durante quelle tre ore di tenebre? Viviamo per Lui! Aspettiamo il suo ritorno con una vita di fedeltà, unendo la nostra voce a quella dello Spirito per dirgli: “Vieni, Signore Gesù!” (Apocalisse 22:20).

domenica 28 aprile 2019

28 aprile


Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Gesù Cristo.
2 Corinzi 5:17-18

Ero un “hooligan”

Olivier S. era un hooligan, un teppista. Dopo ogni partita di calcio partecipava ai tafferugli contro i tifosi avversari e la polizia. La violenza, l’alcol e l’odio sono stati i suoi compagni di gioventù. A diciassette anni, Olivier si ritrova per la prima volta in prigione. Scontata la pena, ritorna alla violenza.
Col passare dei mesi, Olivier si sente sempre peggio e gli sembra di essere entrato in un vicolo cieco. Deve trascorrere un certo tempo in clinica per disintossicarsi. Durante una passeggiata, rivolge a Gesù una preghiera: “Se esisti veramente, fatti conoscere, adesso”. Salendo sulla collina, si indirizza di nuovo al Signore, ma non accade nulla. Arrivato in cima, proprio lì davanti a lui, vede un cartello: Centro Cristiano.
Olivier è tremante ed esita a riconoscere che si tratta di una risposta divina. Entra e si sofferma a leggere un prospetto trovato all’accettazione. All’improvviso si sente toccare la spalla; uno gli domanda: “Cerchi qualcuno?” Olivier non risponde. “Se avessi detto a quella persona che cercavo Gesù, sarei sembrato ridicolo!” Tuttavia lo sconosciuto lo fissa e gli dice: “Credo che tu sia alla ricerca di Dio”. Così è troppo! Olivier fugge e scende dalla collina. “All’improvviso, nella mia mente, ho rivisto la mia vita, come un film: il tifoso sanguinante che ho picchiato, le risse, le violenze, tutto. Non facevo che piangere. In quel momento per me si è aperto il cielo; volevo cominciare una nuova vita”. E la sua vita ha avuto effettivamente un nuovo inizio, verso il bene, con l’aiuto della potente grazia di Dio.

sabato 27 aprile 2019

27 aprile


La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. E non v’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto.
Ebrei 4:12-13

Raggi X

Nel 1895, il fisico tedesco Wilhelm Roentgen scopre un nuovo tipo di raggi, i raggi X. Questi raggi attraversano tutto il corpo e permettono di vedere quel che c’è all’interno. Da allora, i progressi della tecnica hanno perfezionato i mezzi di esplorazione del corpo umano: la TAC e la risonanza magnetica vengono oggi usate correntemente. Questa “trasparenza del corpo” permette di localizzare le cause di certe malattie e di curarle con successo.
Ma resta impossibile per la scienza discernere i pensieri, le motivazioni, i desideri. Quanta ipocrisia, quanta finzione e pensieri malvagi si trovano in noi senza che nessuno se ne accorga! Nessuno… a parte Dio! Egli conosce di noi anche le cose di cui noi stessi non abbiamo consapevolezza; e vedendo tante cattive tendenze, i rancori, le falsità, l’odio, cosa farà? Ci respingerà? No, Dio vuole guarirci. Egli è il Medico dell’anima.
Quando leggiamo la Bibbia con onestà, siamo penetrati dalla luce divina, come accade al nostro corpo in occasione di una radiografia. Essa ci rivela cose che cerchiamo di nascondere agli altri e forse anche a noi stessi. E ci porta al pentimento, ci fa sentire il bisogno di cambiare vita per essere d’accordo con ciò che Dio dice. Contrariamente ai raggi X che, a dosi elevate, distruggono le nostre cellule, la luce della Parola di Dio produce guarigione e vita, e ci fa conoscere Gesù, “la vera luce che illumina ogni uomo” (Giovanni 1:9).

venerdì 26 aprile 2019

26 aprile


Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.
Romani 3:23

Dio non ha riguardi personali; ma… in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.
Atti 10:34-35

Tutti in accappatoio!

Nello stabilimento di cure termali in cui mi trovo per motivi di salute, mi sembra che tutte le persone si rassomiglino. Non so dire se il mio vicino si veste abitualmente con eleganza o con abito sportivo; non so nemmeno se è arrivato a piedi, in taxi, o in Rolls Royce. Le differenze sociali e i simboli esteriori della ricchezza sono aboliti. Siamo tutti allo stesso livello, siamo tutti in accappatoio… e tutti curati con la medesima terapia.
Questo mi ricorda che Dio non fa differenza fra le persone. Il colore della pelle, l’estrazione sociale o il livello culturale non hanno importanza per Lui. Il suo verdetto è uguale per tutti: “Non c’è distinzione: tutti hanno peccato”. Ognuno di noi dovrebbe preoccuparsi di questa valutazione divina, molto più che dell’opinione dei nostri simili, poiché è al Dio giusto e santo che ognuno dovrà un giorno rendere conto.
Ma se Dio ha “rinchiuso tutti nella disubbidienza”, è “per far misericordia a tutti” (Romani 11:32). Il Dio santo è anche il Dio d’amore che promette la liberazione e il perdono a chiunque accetta Gesù come proprio Salvatore. Anche tu che leggi questo foglietto sei chiamato in causa. Dio ti ama così come sei, con le tue qualità e le tue mancanze, la tua ricchezza o la tua povertà, la tua energia o la tua debolezza. Anche per te ha dato il suo unico Figlio, affinché tu non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16). 

giovedì 25 aprile 2019

25 aprile

Chi confida nelle sue ricchezze cadrà.
Proverbi 11:28

L’inganno delle ricchezze, l’avidità delle altre cose… soffocano la parola.
Marco 4:19

La ricerca accanita delle ricchezze
(leggere 1 Timoteo 6:7-10, 17-19)

Nel passo di 1 Timoteo 6:7-10 Paolo si rivolge a “quelli che vogliono arricchire”. Egli mostra in quale laccio si cade se ci si dà alla ricerca accanita delle ricchezze. L’ansia di arricchire occupa i pensieri, distoglie dai problemi più importanti della vita e può spingere ad accettare dei compromessi con la propria coscienza. Notiamo che Paolo s’indirizza a dei credenti, e li preavvisa che una tale ricerca oltre ad essere inutile, può trascinare con sé ogni sorta di male e guastare la testimonianza che va resa al Signore.
Il secondo passo si indirizza a chi già è ricco “in questo mondo”, senza precisare l’origine né la misura di questa ricchezza. Poco importa che sia molta o poca; il pericolo è lo stesso. La prima esortazione è di non essere “di animo orgoglioso”, perché facilmente il fatto di essere più ricchi spinge a credersi anche più importanti e a trattare gli altri con superiorità. Paolo esorta poi a non riporre la speranza nell’incertezza delle ricchezze, a non fidarsi del livello di benessere che si è raggiunto, ma a riporre la fiducia in Dio solo.
Seguono poi quattro esortazioni positive e molto chiare: fare del bene, arricchirsi di opere buone, essere generosi nel donare, pronti a dare, “così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire, per ottenere la vera vita”. La liberalità e la fedeltà nell’amministrazione dei beni materiali che ci sono affidati aiuta ad afferrare le ricchezze spirituali, le sole vere.

mercoledì 24 aprile 2019

24 aprile


Diceva: “Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva”.
(Gesù le disse:) “Figliuola, la tua fede ti ha salvata; va’ in pace e sii guarita dal tuo male”.
Marco 5:28, 34

Credere e dichiarare la propria fede
Gesù ci parla: leggere Marco 5:24-34

Una folla circonda Gesù. Una donna malata da dodici anni gli si avvicina e tocca la sua veste. Subito sente di essere guarita. Nessuno ha visto nulla, ma Gesù dice: “Chi mi ha toccato le vesti?” Molte persone gli si accalcano intorno e toccano inevitabilmente i suoi vestiti, ma Lui sa che quella donna lo ha toccato e lo ha fatto con fede. Ora è guarita e il Signore lo sa, ma non vuole che finisca così: bisogna che ella gli dichiari apertamente la sua condizione vecchia e nuova. Allora la donna, tremante, si fa avanti e racconta della sua malattia e di come è stata guarita.
Perché ha agito di nascosto? Temeva forse un rimprovero? Invece di una riprensione, sente Gesù che le dice: “Figliuola, la tua fede ti ha salvata; va’ in pace e sii guarita dal tuo male”. Non solo ella sente di essere guarita, ma lo viene a sapere dalla bocca stessa di Gesù. A salvarla e a guarirla è stata la fede nella potenza del Signore.
Sono passati venti secoli e Gesù è ancora presente per soccorrere chi crede. Egli solo può portare il vero rimedio al nostro stato morale. Ma bisogna cercarlo, avvicinarsi a Lui, afferrare per mezzo della fede il significato e il valore del suo sacrificio alla croce, e renderne testimonianza.
Possiamo credere in segreto, ma il Signore desidera che quelli che ci stanno attorno sappiano l’opera che ha fatto in noi. Credere segretamente priva il Signore dell’onore che gli è dovuto e non è di alcun aiuto a chi ancora non lo conosce.

martedì 23 aprile 2019

23 aprile


La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.
1 Timoteo 6:6

Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia… ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole.
Ecclesiaste 2:10, 11

“Lasciatevi tentare”!
Leggere Ecclesiaste 2:1-11

Senz’altro avete già letto una frase del genere su qualche messaggio pubblicitario! Volendo credere agli inserzionisti, basta lasciarsi tentare da una bella automobile, da un gioiello lussuoso o un viaggio all’altro capo del mondo per essere felici.
Ma cosa dice la Parola di Dio? Negli scritti di Salomone, il re più ricco della storia, troviamo un chiaro avvertimento: egli dice che “tutto è vanità e un correre dietro al vento” e che “non se ne trae alcun profitto sotto il sole” (Ecclesiaste 2:11). Satana, il grande seduttore, fa luccicare davanti a noi una gran quantità di offerte attraenti. Non sono altro che manovre di distrazione per ingannarci e impedirci di trovare il desiderio e il tempo di cercare Dio e di essere in relazione con Lui. Non prestiamo orecchio alla sua voce, non permettiamogli di impadronirsi dei nostri pensieri con le cose apparenti, che sono solo temporanee e ci distolgono da ciò che è eterno (2 Corinzi 4:18).
Nei nostri paesi ricchi, i cristiani corrono il grave pericolo di lasciarsi contagiare dalla tendenza della società consumistica. Impegniamoci ad essere sobri nell’utilizzo del nostro tempo e del nostro denaro. Stiamo attenti a non sciupare ciò che Dio ci dona nella soddisfazione di piaceri passeggeri. Quanto all’utilizzo di ciò che possediamo, l’apostolo Paolo ci dice di “fare del bene, d’arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire, per ottenere la vera vita” (1 Timoteo 6:18, 19). 

lunedì 22 aprile 2019

22 aprile


Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: ‘Maledetto chiunque è appeso al legno’), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso.
Galati 3:13-14

Cristo ci ha riscattati

Come sfuggire alla “maledizione” della legge di Dio, che ci condanna tutti, indistintamente? Forse cercando di rimediare ai nostri peccati, agli errori, alle trasgressioni con delle opere meritorie? Questo è l’insegnamento di molte false religioni, che purtroppo ha trovato e trova una favorevole accoglienza in gran parte dei cristiani. Nessuno di noi può rimediare ai propri peccati; lo precisa l’apostolo Paolo in Romani 2 e 3, quando scrive che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (3:23). Ma, meraviglia della grazia di Dio, è anche scritto che “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi” (Galati 3:13). “Colui che non ha conosciuto peccato, Egli (Dio) lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Corinzi 5:21).
Il castigo che ci dà la pace è stato sul Signore: Dio “ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti” (Isaia 53:5-6). Egli ha portato i nostri peccati, ne ha subito il castigo, e la giustizia di Dio è stata pienamente manifestata. Dio ora è giusto verso il suo Figlio quando perdona e salva “colui che ha fede in Gesù” (Romani 3:26).
Grazie al suo sacrificio, la benedizione di Dio viene su tutti quelli che credono, i quali ricevono “per mezzo della fede, lo Spirito promesso” (Galati 3:12). Quanti motivi abbiamo per adorare e  onorare il Signore, e celebrare la grazia e la potenza di Dio!

domenica 21 aprile 2019

21 aprile


Gettando su di lui (Dio) ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.
1 Pietro 5:7

O SIGNORE, al mattino tu ascolti la mia voce; al mattino ti offro la mia preghiera e attendo un tuo cenno.
Salmo 5:3

Scoraggiato?
1 Samuele 30:1-6

Inseguito dal re Saul che cerca la sua vita, scoraggiato da mesi di fuga, Davide fa amicizia col re dei Filistei, nemici di Israele, e un giorno è costretto a partire in guerra contro il suo stesso popolo! Ma grazie a Dio, i capi dei Filistei, temendo un voltafaccia di Davide durante il combattimento, lo rimandano indietro con tutti i suoi soldati.
Tornando nella città dove abitava, Davide trova una situazione disperata: la città è stata incendiata; le donne e i bambini rapiti, tutti i beni depredati. I suoi uomini, guerrieri valorosi, costernati e in lacrime, lo ritengono responsabile di quella catastrofe e parlano di lapidarlo. Quale sarà la reazione di Davide che si sente solo e sa di essere colpevole? Come reagirà quest’uomo di fede perseguitato da Saul, respinto dai Filistei, minacciato dai suoi stessi soldati, privato della sua famiglia e dei suoi beni? È scritto che “Davide si fortificò nel SIGNORE, nel suo Dio” (v. 6). Poi, umilmente, consulta Dio chiedendogli come dovrà comportarsi, e Dio glielo indica e gli accorda una liberazione meravigliosa.
Che esempio per noi! Se lo scoraggiamento ci assale, se la consapevolezza delle nostre colpe ci opprime, se la solitudine ci fa soffrire, la grazia di Dio è sempre a portata di mano. Andiamo a Lui! Egli ci ascolta, ci aiuta, fortifica la nostra anima, riaccende la speranza. Non c’è peccato troppo grande che non possa essere confessato o che ci impedisca di pregare. Non c’è situazione troppo pesante alla quale Egli non possa far fronte. Diamogli fiducia!

sabato 20 aprile 2019

20 aprile


Voi siete la luce del mondo… Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Matteo 5:14-16

Dove brilla la nostra luce?

Quando crediamo al Signore Gesù, Dio accende in noi una luce e ci chiede di farla risplendere attorno a noi. Dove brilla la nostra luce? Nella parabola di Matteo 5:15 la lampada splende per “tutti quelli che sono in casa”. Infatti, la prima testimonianza del credente è nella propria famiglia. Quando una persona ha dato il cuore al Signore, è là che deve dimostrare, prima che altrove, il cambiamento avvenuto nella sua vita.
Ma Luca 8:16 dice che la lampada splende affinché “chi entra veda la luce”. Se entrano in casa nostra degli ospiti o degli estranei, si rendono conto che la nostra è una famiglia di credenti?  Quando gli inviati di Babilonia andarono a far visita al re Ezechia, il profeta Isaia gli domandò: “Che cosa hanno visto nella tua casa?”; e il re raccontò di aver mostrato loro tutte le sue ricchezze, il suo arsenale, i suoi tesori…; ma quegli stranieri non avevano visto nella sua casa il riflesso della luce divina (Isaia 39).
Le persone che entrano nelle nostre chiese, vedono sempre brillare la luce della Verità?
Infine, Matteo 5:16 dice che la nostra luce deve risplendere “davanti agli uomini”; testimonianza data non solo a parole, ma anche col comportamento e le “opere buone” (1 Pietro 2:12).
Da ogni casa, e nell’interno di ogni famiglia cristiana e di ogni chiesa, deve brillare la luce, perché “una città posta sopra un monte non può essere nascosta” (Matteo 5:14).

venerdì 19 aprile 2019

19 aprile


O Dio, com’è preziosa la tua benevolenza!… Poiché in te è la fonte della vita e per la tua luce noi vediamo la luce.
Salmo 36:7, 9

In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce… esaminando che cosa sia gradito al Signore.
Efesini 5:8, 10

Uscire dalla notte

Una fila di abeti piantati davanti a casa nostra, sul terreno di un vicino, aveva raggiunto una tale altezza che eravamo privati della luce per gran parte della giornata. Un giorno, il nostro vicino decise di tagliare quegli alberi. Che piacere rivedere la luce del sole in tutte le stanze dell’appartamento!
Forse sei vissuto fino ad oggi nell’oscurità morale del mondo. Quando il Figlio di Dio, il Creatore, è venuto in questo mondo per essere il Salvatore, si è dovuto constatare che “la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie” (Giovanni 3:19). Hai permesso a questa luce di penetrare in te per illuminare tutti gli angoli della tua vita?
Colui che ha creato la luce fisica desidera anche far brillare nel nostro cuore la luce spirituale. La vera luce che Gesù porta è il Vangelo, la buona notizia del perdono e della grazia di Dio. Per mezzo della confessione dei nostri peccati a Dio, ci apriamo alla luce della vita. Tutti coloro che accettano per fede il valore del suo sacrificio, il Salvatore li chiama “dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9).
“Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre” (1 Giovanni 1:5). Se, per grazia, siamo diventati figli di luce, cerchiamo di mantenere sempre con Dio una relazione “senza ombre”. Poniamoci sotto la luce divina della sua Parola e permettiamole di penetrare nel nostro cuore.

giovedì 18 aprile 2019

18 aprile


Abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.
2 Corinzi 4:18

Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù.
Ebrei 12:1-2

Dove rivolgere lo sguardo?

Se guardo indietro, è per ammirare la pazienza e l’amore del mio Dio verso di me, malgrado tutti i miei errori e le mie disubbidienze.
“Fin qui il SIGNORE ci ha soccorsi” (1 Samuele 7:12).
Se guardo avanti, so che Dio conosce il mio avvenire, che sarà con me nella gioia e nel dolore, che mi guiderà e mi condurrà nella sua casa, in cielo.
“Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò gli occhi su di te” (Salmo 32:8).
Se guardo intorno a me, so che in mezzo a tutta l’agitazione del mondo, Dio mi conserverà una pace perfetta, e mi aiuterà a mostrare ad altri questo cammino di pace.
“(Cristo) sgridò il vento e disse al mare: ‘Taci, càlmati’. Il vento cessò e si fece gran bonaccia” (Marco 4:39).
Ma non devo guardare in me per trovare delle risorse, poiché non ne ho.
“Noi siamo senza forza… e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!” (2 Cronache 20:12).
Invece, se guardo in alto, verso Gesù, i miei timori si placano e trovo la sorgente dell’amore e della gioia, come pure la forza di camminare nel sentiero che mi porterà fino a Lui.

mercoledì 17 aprile 2019

17 aprile


Quando diranno: “Pace e sicurezza”, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso.
1 Tessalonicesi 5:3

Il Figlio di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20

Pace e sicurezza

I paesi occidentali hanno vissuto un’epoca di agiatezza e di abbondanza materiale mai raggiunta prima; e si intravedono ulteriori miglioramenti legati a nuovi progressi della tecnica. Tuttavia, la pace e la sicurezza sono sempre precarie; l’economia mondiale è fragile, le crisi nel campo finanziario si susseguono; non c’è nulla di stabile.
Non possiamo certo ignorare che il nostro mondo moderno, così sofisticato, corre verso la sua rovina. In questi ultimi anni si sono accentuati i segni di decadenza sociale e sono aumentati incredibilmente i comportamenti perversi e immorali. Malgrado ciò, qualcuno tenta ancora di convincersi che ci stiamo dirigendo verso un mondo migliore!
Bisogna arrendersi di fronte all’evidenza: se abbiamo conseguito progressi stupefacenti nella tecnica, non abbiamo fatto alcun progresso nel campo morale, nella conoscenza del bene e del male. Le stesse passioni vergognose e i sentimenti più meschini agitano gli uomini di oggi come quelli dei tempi passati. L’egoismo, l’orgoglio, l’odio e la violenza sono in aumento… Come mai? All’origine di questo problema, umanamente insolubile, c’è una sola causa: l’allontanamento da Dio; e c’è una sola soluzione: il ritorno “individuale” a Dio, alla conoscenza delle sue leggi e del suo amore, alla sottomissione a Lui.
Per mezzo di Gesù Cristo, Dio è accessibile a tutti coloro che lo cercano in verità. Lui solo può portare la pace e la sicurezza. Egli ci dice anche oggi: “Vi lascio pace, vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).

martedì 16 aprile 2019

16 aprile


Vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore.
Efesini 4:1-2

Sei un tipo suscettibile?

La suscettibilità è presente nell’intimo di ognuno di noi, ed è fonte di sofferenza.
Se mi lascio andare a questa cattiva tendenza, vedo tutto sotto una falsa luce. Un nonnulla mi ferirà, una parola di troppo mi sembrerà una mancanza di rispetto nei miei confronti, uno scherno o una cattiveria. Sarò sempre pronto ad imputare ai miei parenti, amici e colleghi, delle intenzioni cattive. Tutto ruoterà intorno al mio “io”. Di conseguenza, non riconoscerò mai i meriti di coloro che mi circondano, non darò loro la posizione che meritano e sarò ingrato verso di loro. Che brutta cosa!
Questa deplorevole tendenza è un serio ostacolo alle relazioni cristiane che, al posto di essere armoniose e gioiose, diventano fredde e tese, senza spontaneità e senza amore. Chi è suscettibile deve imparare che cosa sono la pazienza e il perdono e, soprattutto, a stimare gli altri più di se stesso. “Perdonatevi a vicenda – scrive Paolo –  se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi” (Colossesi 3:13).
C’e solo un mezzo per guarire da questa tendenza: vivere pienamente il Vangelo. Non solo credere che Cristo è morto per noi, ma anche accettare che noi siamo morti con Lui, con tutto il nostro orgoglio e il nostro egoismo. Alla suscettibilità non resta che un posto: la morte alla croce di Cristo!
Guardiamo a Lui, perfetto modello di umiltà e di rinuncia; Lui che ci dice: “Imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore” (Matteo 11:29).

lunedì 15 aprile 2019

15 aprile


O voi che temete il SIGNORE, lodatelo!
Entrate nelle sue porte con ringraziamento, nei suoi cortili con lode; celebratelo, benedite il suo nome.
Salmo 22:23; 100:4

Lode e gloria a te, Signore!

Lode e gloria a te, Signore,
che ci hai dato un nuovo cuore.
Ogni cosa a te dobbiamo,
la salvezza è in te!

Il tuo Nome dà certezza,
pace, piena sicurezza.
Chi in te crede e in te confida
smosso mai sarà!

Dal tuo affetto generoso,
dal tuo amor meraviglioso
nulla al mondo, lo sappiamo,
ci separerà!

Stretti a te tienci, o Signore,
sempre fermi nel tuo amore,
fino al giorno che nel cielo
presso a te sarem.
(da Cantici Spirituali)

domenica 14 aprile 2019

14 aprile


Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere, e le tue vedove confidino in me!
Geremia 49:11

Dio è padre degli orfani e difensore delle vedove nella sua santa dimora.
Il SIGNORE… sostenta l’orfano e la vedova.
Salmo 68:5; 146:9

Betsy Moody

Vedova a 36 anni, già madre di sette figli, dà alla luce due gemelli poco dopo la morte del marito che la lascia piena di debiti. I creditori non le danno tregua. Le fanno sequestrare perfino la legna da ardere messa da parte con fatica per riscaldarsi nel rigido inverno del nord degli Stati Uniti. Betsy è oppressa dalla tristezza e disorientata: rifiuta di affidare i figli ad altre famiglie, come alcuni le consigliano di fare, ma come farà a  nutrirli e a vestirli? Lei crede in Dio e gli espone la sua pena.
Un giorno, aprendo la Bibbia di famiglia, le cade lo sguardo su questo versetto: “Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere” (Geremia 49:11). Per lei è una risposta personale di Dio, una promessa d’aiuto. Ed è proprio ciò che è avvenuto grazie alla generosità di amici e conoscenti. Alla fine della sua vita scrisse: “Penso spesso alla bontà che il Signore mi ha testimoniato durante tutta la mia vita”. Suo figlio Dwight, autorevole predicatore del 19° secolo, pronunciò sulla sua tomba queste parole: “Nel primo anno dopo la morte di mio padre, mia madre si addormentava piangendo. Ma davanti a noi si mostrava sempre serena. Questa è la sua Bibbia, consumata perché la leggeva di continuo. Tutto ciò che aveva di buono le proveniva da questo libro, e da esso ha imparato tutte le buone cose che ci ha insegnato. Se mia madre è stata una benedizione per coloro che la circondavano, è perché beveva a questa sorgente. La luce della vedova Moody ha brillato in questa casa per cinquant’anni. Quanto ti amiamo! Arrivederci, mamma”.

sabato 13 aprile 2019

13 aprile


Ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione… Molti li seguiranno nella loro dissolutezza.
2 Pietro 2:1-2

Gesù disse: “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Giovanni 14:6

Come riconoscere una setta?

Le sette sono un argomento di scottante attualità. Il desiderio di cambiamento, il senso di vuoto interiore, lo smarrimento dell’uomo moderno in cerca di cose autentiche, spingono molte persone ad aderire alle più disparate sette religiose. Già duemila anni fa la Bibbia aveva previsto il fiorire di sette, in concomitanza con l’abbandono delle Verità della Parola di Dio.
Vorremmo ricordare qui qualche caratteristica comune alle sette, per essere messi in guardia.
– Una setta è un’organizzazione che riunisce gli adepti in un gruppo ben distinto intorno a un’idea, un principio, una dottrina e al seguito di un capo, un guru, uno che si definisce profeta.
– Spesso possiedono la Bibbia, ma non la riconoscono come la sola autorità spirituale. Ad essa vengono aggiunte delle presunte rivelazioni, delle visioni di un “maestro di pensiero”, depositario, a suo dire, della “verità” e che impone a tutti il suo modo di pensare.
– Raramente si parla della salvezza dell’anima e, se ne è parlato, essa non è fondata sulla fede nell’opera perfetta di Gesù Cristo, morto sulla croce e risuscitato, ma sull’appartenenza alla setta e sull’osservanza di certi obblighi talvolta avvilenti. L’accento è messo quindi sui meriti degli adepti.
– La persona di Cristo, se non è proprio esclusa, è deformata e falsata. Non è il Cristo dei Vangeli.
– Lo sfruttamento finanziario degli adepti, e comportamenti e relazioni immorali, sono frequenti.
Per riconoscerle, il mezzo migliore è fare riferimento alla Bibbia, l’unico “filo a piombo” che ci rivelerà gli errori e le deviazioni. La conoscenza della Parola di Dio, inoltre, ci aiuterà a non incorrere nell’errore di classificare fra le sette dei gruppi di cristiani fedeli al Vangelo e al vero Dio.

venerdì 12 aprile 2019

12 aprile


Beato l’uomo… il cui diletto è nella legge del SIGNORE e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce.
Salmo 1:1-3

Quelli che si allontanano da te… hanno abbandonato il SIGNORE, la sorgente delle acque vive.
Geremia 17:13

L’albero del Ténéré

Soprannominato “il deserto nel deserto”, il Ténéré è una delle zone più ingrate della terra. Si tratta di un territorio di 400.000 km quadrati situato nel deserto del Sahara, che ha una superficie di 8 milioni di km quadrati. Circa quarant’anni fa, nel deserto del Ténéré c’era una sola pianta: un albero di acacia. Purtroppo, nel 1973, un camionista maldestro ha cozzato contro di essa abbattendola.
Recuperato con cura, l’albero è stato collocato nel Museo Nazionale di Niamey, in Niger. Per capire come sia stato possibile che quell’acacia fosse cresciuta in un territorio così arido, si è scavato fin dove arrivava la sua radice più profonda. L’ispezione si è fermata a 33 metri di profondità, nel letto di un antico fiume che attraversava un tempo il Ténéré. Era quello il segreto della presenza di quell’albero nel deserto.
Più d’una volta, nella Bibbia, l’uomo fedele a Dio è paragonato ad un albero che affonda le sue radici nei rivi d’acqua, e può così crescere e portare frutto. Le nostre radici affondano nel fiume abbondante della grazia di Dio, in quella sorgente di vita comunicata da Gesù? Noi viviamo nel deserto del mondo per essere come dei segnali, come degli “alberi indicatori” che mostrano agli altri la via della salvezza. Beviamo a lunghi sorsi l’acqua pura della Parola di Dio e cerchiamo la comunione col Signore per mezzo della preghiera. La nostra vita sarà allora felice e porterà gloria a Dio e soccorso ai miseri della terra.

giovedì 11 aprile 2019

11 aprile


Chi mi ascolta starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male.
Proverbi 1:33

Queste cose… sono state scritte (nella Bibbia) per ammonire noi.
1 Corinzi 10:11


La vita, una navigazione rischiosa

Prima che i grandi navigatori del 16° secolo realizzassero le carte marittime, la navigazione era molto pericolosa. Migliorate in modo considerevole nel corso degli anni, queste carte hanno permesso alle imbarcazioni di navigare senza pericoli. A rendere più sicura la navigazione sono poi stati i fari, le boe, le bussole, i segnali marittimi, fino ad arrivare ai radar e ad altri sofisticati strumenti. L’osservanza di tutte le indicazioni è garanzia di sicurezza per il navigatore.
La nostra vita è paragonabile a un viaggio in mare; ma navigare nell’oceano della vita è un’operazione a rischio. Dove sono i “ripari” per scampare, in mezzo a tanti pericoli? Un cristiano ha scritto: “La Bibbia è una carta di navigazione scritta da Dio stesso. Da una parte all’altra, essa contiene delle indicazioni per evitare gli scogli, i fondali bassi, quelle sabbie sulle quali hanno fatto naufragio migliaia di uomini nel mare della loro vita”.
Il libro dei Proverbi, scritto da Salomone, contiene avvertimenti e consigli di grande utilità. Usando frasi brevi, spesso figurate, oppone la saggezza alla follia, la felicità alla tristezza, la vita alla morte… Sono tanti gli argomenti trattati: lavoro, pigrizia, denaro, sessualità, acquisizione delle ricchezze, rapporti con gli altri, modo di esprimersi, ecc. Se nella Bibbia sono raccontate storie di uomini e donne senza che siano nascosti i loro errori e i loro peccati, è perché noi potessimo trarne  delle lezioni per orientarci nella nostra esistenza terrena.

mercoledì 10 aprile 2019

10 aprile


Gesù le rispose: “Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi”. E da quel momento sua figlia fu guarita.
Matteo 15:28

Affinché la vostra fede, che viene messa alla prova… sia motivo di lode, di gloria e di onore.
1 Pietro 1:7

Una fede provata e onorata
Gesù ci parla: leggere Matteo 15:21-28

Facendo una deviazione nella zona di Tiro e Sidone, Gesù incontra una donna straniera che lo supplica di guarire la figlia malata. Si rivolge a lui chiamandolo “Figlio di Davide”, il re d’Israele, ma lei non apparteneva a quel popolo. Gesù non le risponde, e poiché la donna insiste i discepoli vogliono respingerla. Allora il Signore spiega loro il motivo del suo silenzio: “Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele”.
Ma la donna non demorde; lo supplica ancora, dicendo semplicemente: “Signore, aiutami!”. Con una durezza che è solo apparente, Gesù le fa presente che non era bene dare ai pagani quello che era destinato al popolo di Dio. Che prova! Se ne andrà scoraggiata? No; anzi, risponde umilmente prendendo spunto dalle parole stesse di Gesù. Riconosce di essere una straniera, e chiede di poter mangiare, come fa un cagnolino, le briciole che cadono dalla tavola dei padroni. Era sicura che il cuore del Dio d’Israele era più grande di quello degli uomini! Allora Gesù le dice: “Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi”. E da quel momento la figlia fu guarita.
Forse, nelle nostre famiglie, c’è qualche figlio malato e ci pare che il Signore non risponda alle nostre preghiere. La nostra fede è messa alla prova. Ma possiamo prendere esempio da quella donna: insistere con umiltà, ma soprattutto con la consapevolezza che Egli ci ama e che in qualche modo risponderà, dandoci la sua pace. 

martedì 9 aprile 2019

09 aprile


L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù”.
Luca 1:30, 31

Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna.
Galati 4:4

Maria, madre di Gesù

Maria ha avuto il grande onore di essere scelta da Dio per mettere al mondo il Salvatore. La Bibbia mostra chiaramente che era una donna pia, che aveva fede in Dio e tanta umiltà. Le fu dato di essere la madre di Gesù uomo, del Figlio di Dio che ha velato la sua gloria divina per venire a nascere come uomo in mezzo agli uomini per poterli salvare.
All’angelo Gabriele che le annunciava che avrebbe concepito, per opera dello Spirito Santo, un Figlio di nome Gesù, Maria rispose: “Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola” (Luca 1:38). Quando l’angelo annunciò ai pastori la nascita del Salvatore, non parlò di Maria, ma soltanto del Cristo, il Signore (Luca 2:11).
In occasione del primo miracolo di Gesù, alla festa di nozze a Cana, venne a mancare il vino. Maria lo fece presente a Gesù come per invitarlo a fare qualcosa, ma Lui le rispose: “Che c’è fra me e te, o donna?” (Giovanni 2:4). Maria doveva restare al suo posto, in quanto creatura, e non poteva immischiarsi nell’azione del Creatore, quale Gesù era. Così dirà ai servi: “Fate tutto quel che vi dirà” (v. 5). Aveva capito che ciò che contava era ascoltare Gesù e ubbidire.
Al momento della crocifissione, ben conoscendo il dolore di sua madre, Gesù la affida a Giovanni che se ne prenderà cura (Giovanni 19:26, 27). Come per ricordare la semplice umanità di Maria, Gesù le dice “donna” quando si rivolge a lei. Umile serva di Dio, Maria è associata al profondo mistero della nascita del Cristo, nato da una donna, ma concepito dallo Spirito Santo (Matteo 1:20), ma come ogni altro essere umano ha dovuto credere al sacrificio del Figlio di Dio per avere la salvezza.

lunedì 8 aprile 2019

08 aprile


La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole.
Marco 16:2

“Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato”.
Luca 24:5-6

Una mattina speciale

Nel ritmo della nostra vita, ogni mattina ci appare come una promessa di rinnovamento, di un inizio nuovo, della possibilità di vivere qualcosa di diverso.
Ma ci fu una mattina diversa dalle altre. Sembrava la più triste, ma si rivelò la più grandiosa. Per le donne venute al sepolcro di Gesù, quella era una mattina di lutto, di tristezza, di delusione profonda. Gesù era stato crocifisso, e le speranze che avevano riposto in lui si erano infrante…
Invece, quel giorno stava per rivelarsi un giorno di stupore e di gioia. Stupore nel vedere che la pesante pietra che impediva l’accesso al sepolcro era stata rotolata, ed emozione constatando che il sepolcro era vuoto! Ma dov’era Gesù? Dove avevano messo il suo corpo? Le donne furono confortate prima dalle parole degli angeli: “Perché cercate il vivente tra i morti?”, e poi dall’incontro con Gesù in persona, risorto dai morti.
La mattina della risurrezione di Gesù è unica. La vita ha trionfato sulla morte, Gesù è vivente nei secoli dei secoli!
Noi che lo amiamo e confidiamo in Lui sappiamo che trionferemo con Lui. Anche se dovremo passare per la morte, ne usciremo gloriosi. Poiché siamo uniti al Signore risuscitato, anche noi parteciperemo alla gioia del mattino della risurrezione. Che tutta la nostra vita sia illuminata dalla luce del Cristo vivente, e che la sua gioia risplenda sul nostro volto!

domenica 7 aprile 2019

07 aprile


Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza… era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
Isaia 53:3

Un unto sarà soppresso, nessuno sarà per lui.
Daniele 9:26

Dalla mangiatoia alla croce

Per Giuseppe e Maria non c’era stato posto nell’albergo di Betlemme. Durante gli anni del suo ministero sulla terra, Gesù non aveva “dove posare il capo” (Matteo 8:20). Ha insegnato la Parola di Dio con devozione, ma è stato incompreso e ha incontrato ostilità e disprezzo. Come ben dice un Salmo: “Se ne va piangendo colui che porta il seme da spargere” (Salmo 126:6).
Volgendo lo sguardo verso Gerusalemme, la città che avrebbe dovuto accoglierlo con gioia, Gesù piange (Luca 19:41, 42) e dice: “Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” (Matteo 23:37). Poco dopo uscirà da quella città portando la sua croce, circondato da una folla ostile, e si lascerà inchiodare su quel legno. “Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca” (Isaia 53:7). Con la condanna a morte di Gesù e la crocifissione, l’odio degli uomini ha raggiunto il suo apice.
Come risponderà Dio a tanta crudeltà? Distruggerà e giudicherà i nemici del suo amato Figlio? Per ora no; dal costato di Cristo, trafitto dalla lancia di un soldato romano, è scaturito il sangue che purifica da ogni peccato tutti coloro che credono, compresi i suoi nemici, se si ravvedono. Si capisce, allora, perché è scritto che l’ira di Dio rimane su chi rifiuta di credere (Giovanni 3:36).
Vorremmo che anche tu potessi dire con riconoscenza: il “Figlio di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20).

sabato 6 aprile 2019

06 aprile

Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli (Gesù) ha dato la sua vita per noi.
Dio… ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.
1 Giovanni 3:16; 4:10

Le sette frasi pronunciate da Gesù sulla croce

Sulla croce, Gesù ha pronunciato sette frasi che potrebbero essere il riassunto della sua missione sulla terra.
“Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34). Anzitutto, Gesù invoca il perdono di Dio sui suoi nemici, perché era venuto per salvare, non per giudicare (Giovanni 3:17).
“Donna, ecco tuo figlio… ecco tua madre” (Giovanni 19:26, 27). Amorevole nella sua relazione con Maria, sua madre, le affida come figlio il discepolo Giovanni che tanto amava, e affida lei alle cure del discepolo.
“Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43). È la promessa fatta al ladrone pentito, crocifisso accanto a Lui. La salvezza è immediata per tutti quelli che si riconoscono perduti e si affidano alla misericordia di Dio.
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27:46; Marco 15:34). Possiamo dare noi la risposta a quell’angosciosa domanda: è stato abbandonato da Dio perché si era caricato dei nostri peccati!
“Ho sete!” (Giovanni 19:28). Nella sua perfetta umanità, Gesù esprime la sua intensa sofferenza e adempie anche una profezia: “Mi hanno dato da bere aceto per dissetarmi” (Salmo 69:21).
“È compiuto” (Giovanni 19:30). L’opera è conclusa. Il debito dei nostri peccati è interamente pagato. In quelle ore terribili, Gesù Cristo ha portato l’eternità del nostro castigo!
“Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio” (Luca 23:46). In perfetta comunione con suo Padre, Gesù gli rimette la sua vita. Egli entra vincitore nella morte, per uscirne poi trionfante mediante la risurrezione.

venerdì 5 aprile 2019

05 aprile


Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n’è alcun altro.
Isaia 45:22

Noi… sappiamo che questi (Gesù) è veramente il Cristo, il Salvatore del mondo.
Giovanni 4:42

Colui che giustifica l’empio
Romani 4:5

Nel libro del profeta Isaia, Dio dichiara con solennità che al di fuori di lui “non c’è altro Dio, Dio giusto, e non c’è Salvatore” (Isaia 45:21). La giustizia richiede il castigo del colpevole, e noi siamo colpevoli e quindi perduti. Ma Dio è un Dio salvatore, e ha potuto conciliare queste due cose: la sua giustizia che esige il giudizio del peccatore, e il suo amore che lo vuole salvare. Ma come è stato possibile?
Troviamo la risposta nella prima lettera dell’apostolo Paolo a Timoteo. Egli scrive che “c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti” (2:5-6). In questo modo Egli ha riconciliato l’uomo con il Dio santo e giusto. Ma se ha potuto fare questo è perché era Dio fatto uomo; nessuna creatura avrebbe potuto ottenere un tale risultato, nemmeno un angelo. Gesù non ha commesso nessun peccato né poteva commetterne, essendo perfetto, e solo per questa sua perfezione ha potuto prendere su di sé i nostri peccati. Col sacrificio della sua vita ha soddisfatto completamente la santità e la giustizia di Dio, e ha mostrato il suo amore per noi. Il fatto poi che Dio l’abbia risuscitato ed elevato in gloria è una prova che la sua opera è stata perfetta.
Non tutti, però, saranno salvati! Infatti è scritto: “È piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti” (1 Corinzi 1:21). Tu sei un credente?