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mercoledì 31 ottobre 2018

31 ottobre


(Gesù disse:) “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.
Matteo 18:20

La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana… Gesù venne e si presentò in mezzo a loro… I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono.
Giovanni 20:19-20

La presenza di Gesù in mezzo ai suoi

Che cosa si deve pensare di una riunione religiosa senza che vi sia chi presieda? Che disordine! dicono alcuni. Sì, certo, se Gesù non è presente! Ma se invece lo è, secondo la sua promessa, quella riunione si svolgerà con un’armonia, una libertà e una letizia da cui tutti i presenti trarranno beneficio.
Un predicatore può essere eloquente e capace di scuotere il suo uditorio, ma la presenza di Gesù è molto di più di tutti i discorsi del mondo. Un cantico armonioso, una bella preghiera, un commento eloquente della Sacra Scrittura, non significano necessariamente la presenza di Gesù. Beati coloro che si radunano semplicemente attorno al Signore Gesù Cristo! Possono non avere grande cultura, ma proveranno una potenza, una pace, una gioia che nulla e nessuno può dare oltre a Gesù.
Perché ciò avvenga, il Signore Gesù pone una condizione, necessaria ma sufficiente, affinché egli si unisca ad un gruppo riunito di credenti: bisogna che il fulcro e lo scopo di questa riunione sia Gesù stesso, i suoi interessi e la sua gloria. Solo se c’è una sincera sottomissione alla sua volontà, così come ci è rivelata nella sua Parola, egli può approvare tutto ciò che viene fatto.
Voi che ogni domenica andate in un luogo di culto per adorare Dio, è Gesù che cercate? Lo trovate? Oppure qualcosa o qualcuno prende il suo posto?

martedì 30 ottobre 2018

30 ottobre


In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce… esaminando che cosa sia gradito al Signore.
Efesini 5:8-10

Halloween, che brutta festa!

Streghe, maghi, teschi, fantasmi, pipistrelli, simboli macabri di terrore e di morte. Ma quel che è peggio, simboli adottati dagli occultisti, dalle chiese sataniche, dai riti di spiritismo e di magia. La festa di Halloween, infatti, affonda le sue radici nelle religioni pagane delle antiche popolazioni del nord Europa, anche se il nome All Hallows’ Eve, cioè vigilia di Ognissanti, potrebbe farla apparire come una festività cristiana.
Gli adepti del satanismo e della magia riconoscono nel 31 ottobre il capodanno di Satana e la festa dei morti!
Probabilmente ignari del suo vero significato, molti adulti, ragazzi e bambini celebrano questa festa pensando che sia semplicemente un modo un po’ originale di divertirsi, e una furba trovata per fare soldi; e così rischiano di trovarsi coinvolti col mondo dell’occulto. L’accoglienza che questa festa ha avuto nel mondo cristiano, tanto da essere sul punto di soppiantare il Natale, è un gravissimo sintomo dell’abbandono delle verità della Bibbia e del glorioso messaggio del Vangelo. Leggi Deuteronomio 18:10-12 per capire il pensiero di Dio. Satana è il principe delle tenebre, ma il vero Dio è luce e ti invita al pentimento e alla fede. Tutti quelli che hanno creduto in Gesù Cristo possono dire con gioia: “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In Lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati” (Lettera di Paolo ai Colossesi 1:13).
Non festeggiare Halloween. Se credi, anche tu sarai di coloro che proclameranno le virtù di Colui che li ha “chiamati dalle tenebre alla Sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9)!

lunedì 29 ottobre 2018

29 ottobre


A chi mi assomigliereste?... Perché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro. Io annunzio la fine sin dal principio.
Isaia 46:5, 9, 10

Fuori di me non c'è altro Dio, Dio giusto, e non c'è Salvatore fuori di me.
Isaia 45:21

La grandezza di Dio

“Grandi sono le opere dell’Eterno.” (Salmo 111:2)
“Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose?” (Isaia 40:26)
“I cieli furono fatti dalla parola dell’Eterno… Poich'egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve.” (Salmo 33:6, 9)
“Egli conta il numero delle stelle, le chiama tutte per nome. Grande è il nostro Signore, e immenso è il suo potere; la sua intelligenza è infinita.” (Salmo 147:4-5)
“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani.” (Salmo 19:1)
“L’Eterno è grande e degno di lode eccelsa, e la sua grandezza non la si può misurare.” (Salmo 145:3)
“Poiché tu sei grande e operi meraviglie; tu solo sei Dio.” (Salmo 86:10)
“Le sue opere sono splendide e magnifiche e la sua giustizia dura in eterno.” (Salmo 111:3)
“Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).
Contempliamo la grandezza di Dio, tale da abbassarsi fino a noi nella persona di suo Figlio, Gesù Cristo il Salvatore, per farsi conoscere e per elevarci fino a lui e farci partecipi della sua gloria. Ci ha aperto il suo cielo, e la sua dimora sarà la nostra per l’eternità.

domenica 28 ottobre 2018

28 ottobre


(Gesù dice:) “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.
Apocalisse 3:20

Lui da noi, noi da lui

Gesù paragona la nostra vita a una casa della quale lui è il proprietario e noi gli inquilini. Insomma, a casa nostra siamo a casa sua. Noi abbiamo arredato l’appartamento secondo le nostre necessità e i nostri gusti, abbiamo organizzato la nostra vita, fatto i nostri progetti; ci siamo stabiliti. Lui, il Salvatore, vuole entrare, ma per molti è ancora fuori, sulla soglia della porta. Forse è lì già da molto tempo e potrebbe restarci ancora a lungo, perché è paziente.
È ancora fuori dalla nostra vita? Lo lasceremo entrare? Gli apriremo la porta? La chiave è all’interno, in nostro possesso, e lui è fuori che bussa e attende.
Di fronte a Gesù che bussa, dobbiamo prendere una decisione.
Facciamo parte di coloro che dicono: “Gli aprirò più tardi?” Oppure siamo tra quelli che decidono di aprirgli senza più esitare?
Chiediamoci dove si trova adesso Gesù: fuori o dentro la nostra vita? Abbiamo creduto al suo sacrificio alla croce?
È presente nelle nostre attività e nei nostri pensieri?
Se lo lasciate entrare, tutto cambierà nella vostra esistenza; apritegli ora, se non l’avete ancora fatto. Entrato lui, entra la vera gioia, quella gioia che forse state cercando da lungo tempo e che non è dipendente dalle circostanze della vita.

sabato 27 ottobre 2018

27 ottobre


Non siate dunque in ansia, dicendo: Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?... Cercate prima il regno e la giustizia di Dio… Basta a ciascun giorno il suo affanno.
Matteo 6:31-34

Vivere il presente

Che cos’è che alimenta i nostri pensieri? I rimpianti del passato? L’ansia per il futuro? La speranza che arrivino giorni propizi? La paura segreta di una disgrazia che potrebbe sconvolgere la nostra tranquillità e i nostri progetti? Il Signore stesso, ci chiede espressamente di vivere con lui il presente.
Il libro dell’Ecclesiaste ci ricorda che la vita è un insieme di avvenimenti che si susseguono, diversi uno dall’altro e che ogni momento porta con sé della gioia o del dolore, della fatica o del riposo. La vita è fatta così, e i nostri rimpianti o le nostre inquietudini non possono fare nulla per aiutarci.
Il credente però non si ferma di fronte a queste constatazioni, che non farebbero altro che renderlo fatalista, perché è in relazione con una Persona vivente, che lo ama, e che chiunque può conoscere ed amare.
Dio conosce gli eventi della nostra vita; la nostra vita è in continua evoluzione, ma lui non cambia mai. Va tutto bene? Apprezziamo ciò che Dio ci dà e ringraziamolo. Abbiamo delle preoccupazioni? Ricordiamoci che il Dio d’amore è sempre al nostro fianco e che domina su ogni cosa.
Noi non viviamo il passato o il futuro; la relazione col nostro Dio non è il sogno di ciò che avrebbe potuto essere o di ciò che potrebbe accadere, ma è una relazione viva, fiduciosa, gioiosa ed attuale.

venerdì 26 ottobre 2018

26 ottobre


I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita… E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.

Apocalisse 20:12, 15

Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.
Luca 10:20

Il libro della vita

Quasi tutte le persone hanno il loro nome scritto in un registro di stato civile. Alcuni nomi sono anche stati incisi su una pietra o sul marmo, ma “la figura di questo mondo passa” (1 Corinzi 7:31), e presto non resterà più nulla.
Ma c’è un libro nel cielo, fuori dalla portata degli uomini e scritto dalla mano di Dio, dove sono riportati i nomi di tutti coloro che, sulla terra, hanno riconosciuto la loro colpevolezza davanti a Dio e hanno creduto nel sacrificio espiatorio di Cristo. Questi lo loderanno, e canteranno: “A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue… a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli” (Apocalisse 1:5-6).
Il giorno in cui quel libro verrà aperto è vicino. “Se qualcuno non sarà trovato scritto nel libro della vita, sarà gettato nello stagno di fuoco”, perché in cielo non potrà entrare “nulla di impuro… ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello” (Apocalisse 21:27).
Per Dio esistono solo due categorie di persone: quelle che hanno il proprio nome scritto nel libro della vita e quelle che non ce l’hanno. Che momento terribile sarà per coloro che hanno rifiutato la salvezza che Dio aveva loro offerto mentre erano sulla terra!
Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Luca 10:20). Caro lettore, sei sicuro che il tuo nome sia scritto nel libro che dà accesso alla casa celeste?

giovedì 25 ottobre 2018

25 ottobre

L’Eterno disse a Caino: “Dov'è Abele, tuo fratello?” Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”
Genesi 4:9

Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi.
2 Timoteo 3:2

Solidarietà

Osservando l’evoluzione della nostra società, notiamo un progressivo aumento dell’individualismo. Il concetto di solidarietà e di interessi comuni vanno via via perdendosi. I grandi ideali che animavano le generazioni precedenti sono ormai scomparsi, lasciando spesso spazio all’egoismo e al motto “ognuno per sé”. Certo, c’è ancora dell’impegno nelle cause umanitarie, ma in linea generale il sentimento di responsabilità collettiva si è affievolito, mentre l’interesse individuale prende sempre più piede.
La Bibbia denuncia l’individualismo, non come un fenomeno della nostra società contemporanea, ma in quanto frutto dell’egoismo del cuore umano.
In contrasto con questa tendenza all’egoismo, Gesù Cristo ha rivestito la nostra umanità facendosi uomo come noi, eccetto il peccato. Durante tutta la sua vita ha dato esempio di totale devozione, occupandosi di tutte le angosce degli uomini, amandoli e dando sollievo ai più sventurati.
Alla fine, lui che non aveva peccato si è caricato dei peccati che avevamo commesso noi, portandone il peso ed espiandoli sulla croce. Lì è rimasto solo, sotto il giudizio divino, affinché tutti quelli che credono in lui siano perdonati e ottengano una nuova vita. Una vita che non sarà imperniata su loro stessi, ma aperta agli altri e attenta ai loro bisogni.

mercoledì 24 ottobre 2018

24 ottobre


La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana… Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: “Pace a voi!”
Giovanni 20:19

Il prezzo della nostra pace con Dio

Che giorno straordinario fu per i discepoli quel primo giorno della settimana che seguì la crocifissione! Gesù risuscitato si presentò in mezzo a loro. Rimproverò forse la loro viltà e la loro infedeltà che nel momento del pericolo li aveva indotti ad abbandonarlo e a fuggire? No, nemmeno una parola di biasimo uscì dalla sua bocca; li salutò dicendo: “Pace a voi!” Quella pace di cui, poco prima, il Signore aveva loro parlato (Giovanni 14:27), ecco che diventava pienamente e definitivamente la loro pace. Gesù risuscitato, il grande Vincitore sulla morte è lì, davanti ai loro occhi. Con il suo sacrificio aveva fatto la pace e, mostrando le sue mani con le ferite dei chiodi, fa comprendere ai suoi a quale prezzo quella pace era stata acquistata. Il peccato è tolto: da ora in poi non vi sarà più alcun ostacolo tra il credente e Dio. Senza comprendere pienamente la portata dell’opera della croce, i discepoli si rallegrarono perché il Signore, con la sua presenza e le sue parole, confermava loro che con Dio ogni cosa era stata regolata.
Era il compimento della promessa che il Signore aveva fatto ai suoi prima della croce: “Io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi toglierà la vostra gioia” (Giovanni 16:22).
Anche noi, che siamo venuti a Lui mediante il pentimento e abbiamo afferrato per fede il perdono dei nostri peccati, conosciamo questa gioia che nulla e nessuno potrà mai toglierci.

martedì 23 ottobre 2018

23 ottobre


Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra?
Giacomo 4:1

Un mondo migliore

Ecco l’aspirazione di molti: costruire un mondo migliore. Un capo di stato ne parlava come se fosse l’obiettivo di ogni sua azione.
Questo desiderio prova che il mondo attuale non ci soddisfa affatto. Durante tutta la storia dell’umanità, persone di buona volontà hanno tentato di risolvere i problemi del mondo, ma le guerre e la povertà non sono state debellate, e l’inquinamento minaccia irrimediabilmente il nostro pianeta. Le politiche sociali ed ambientali si susseguono, ma non vanno alla radice dei problemi.
Un medico non può curare una malattia senza averla identificata, cioè senza aver fatto la giusta diagnosi. La Bibbia ne parla chiaramente e non accusa la società, perché il male ha la sua origine nel cuore dell’uomo che è “ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno” (Geremia 17:9).
Allora Dio propone una soluzione: Gesù Cristo, che è venuto in terra per liberarci dal peccato che è alla radice di ogni male. Ma la storia ci insegna che sia la diagnosi di Dio sia il suo rimedio vengano quasi sempre rifiutati.
Ciononostante, il messaggio del Vangelo si rivolge a tutti, e ognuno è responsabile di ascoltarlo e di accettarlo nel proprio cuore. “Il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo” (1 Giovanni 4:14); “chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato” (Giovanni 3:18).
Cristo, “con la sua venuta ha annunziato la pace” (Efesini 2:17).

lunedì 22 ottobre 2018

22 ottobre


Tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza.
Romani 15:4

La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore.
Romani 10:8

Scritto sul muro della cella

Durante la seconda guerra mondiale, nell’aprile del ’43, Donald Caskie, un giovane pastore di origine scozzese che viveva in Francia, venne arrestato per aver aiutato dei prigionieri di guerra a fuggire dalla Francia. Scrisse più tardi in un libro: “Fu un’esperienza frustrante e umiliante, di quelle che possono facilmente spingere un uomo alla disperazione; ma la mia conoscenza della Bibbia mi ha salvato. Un giorno la mia Bibbia mi venne tolta. Ma quel libro lo avevo impresso nella mente e nel cuore, e ha sostenuto la mia fede e il mio equilibrio mentale”. Trasferito in un’altra prigione, Caskie scoprì, incisi su un muro, i nomi di molti prigionieri. Su quello stesso muro egli incise questo brano della Parola di Dio: “Così parla l’Eterno… Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà” (Isaia 43:1-2). Il giovane pastore pregò affinché lo Spirito Santo utilizzasse quelle frasi per qualche detenuto alla ricerca della pace di Dio.
Alcuni anni dopo, in un’altra prigione, un detenuto nel raccontargli la sua storia di disperazione gli disse: “Pur di scampare alla tortura, ero sul punto di farla finita; poi ho visto delle parole incise sul muro della mia cella che mi fermarono, delle parole di conforto che mi diedero forza. Non le dimenticherò mai”. E si mise a recitare il brano di Isaia che il pastore aveva inciso! La parola di Dio aveva mostrato la sua potenza e la preghiera di Caskie era stata esaudita.

domenica 21 ottobre 2018

21 ottobre


Insegnaci dunque a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio.
Salmo 90:12

È ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Romani 13:11-12

Contate i vostri minuti

Si racconta che un uomo era costretto, per tornare al suo villaggio, a percorrere un lungo tragitto e quel viaggio era ancor più lungo e monotono di notte, quando era buio pesto. Una di quelle notti, all’improvviso, inciampò contro qualcosa. Si abbassò e raccolse un sacchetto pieno di pietruzze. Per distrarsi, di tanto in tanto ne gettava una nel fiumiciattolo che costeggiava la strada; il rumore della pietra che cadeva nell’acqua gli faceva compagnia. Quando arrivò a casa, finalmente alla luce, guardò le ultime due pietruzze che gli erano rimaste, e si accorse che erano pietre di diamanti! In quell’istante realizzò di aver dissipato un’immensa fortuna.
I nostri giorni sono fatti di ore, di minuti, di secondi. In un anno ci sono 525.600 minuti, e una persona che è vissuta 30 anni è responsabile di come ha impiegato quei sedici milioni di minuti. Ogni minuto di vita, Dio ce lo concede perché lo mettiamo al suo servizio.
Forse ti rendi conto di aver sperperato tanto tempo e tante risorse. Ne sei addolorato? Non scoraggiarti, ma piuttosto fa’ al Signore la preghiera che ha fatto l’apostolo Paolo quando Gesù gli è apparso: “Signore, che devo fare?” (Atti 22:10). Egli stesso ti guiderà a compiere, con il suo aiuto, quelle “opere buone, che Dio ha precedentemente preparate” sul tuo cammino (Efesini 2:10).
Con il Signore, la nostra vita sarà piena, varia e armoniosa. Prima di tutto però bisogna averlo conosciuto e amato, e aver riposto in lui tutta la nostra fiducia.

sabato 20 ottobre 2018

20 ottobre


Anche ridendo, il cuore può essere triste; e la gioia può finire in dolore. Lo sviato di cuore avrà la ricompensa del suo modo di vivere, e l’uomo dabbene quella delle opere sue.
Proverbi 14:13-14

Rallegratevi nel Signore.
Filippesi 3:1

Divertimento o vita reale?

“Non è un’esagerazione dire che oggi tutte le persone si lasciano attrarre dal mondo del divertimento”, ha scritto Tom Peters. I videogiochi, per esempio, assorbono a milioni di giovani gran parte del loro tempo. Il gioco li spinge ad identificarsi in esseri virtuali, dotati di poteri straordinari, spesso mostruosi e terrificanti. Lo sforzo, la sofferenza e il senso di responsabilità non esistono. La “morte” è soltanto un incidente, seguito immediatamente (dopo) da una nuova “vita”…
Così i giochi diventano un modo per dimenticare un presente che soddisfa poco e un futuro che fa paura. In sostanza, spingono a sfuggire la vita reale nascondendo il suo vero scopo e la sua sola vera speranza, quella preparata da Dio.
I nostri ragazzi devono avere delle certezze, dei punti fermi, e hanno bisogno di essere aiutati ad affrontare la vita “reale” con equilibrio e saggezza. Nel mondo non ci sono superuomini o superdonne, ma solo esseri che hanno bisogno della guida di Dio per le cose della terra, e della salvezza che Egli offre per la vita eterna.
La vita terrena che ogni individuo ha ricevuto ha un inizio e una fine, ma poi prosegue nell’eternità. Dio ci vuol dare “un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11), “la speranza della vita eterna” (Tito 1:2). Il suo Figlio, Gesù Cristo, quando è venuto in terra non ha vissuto una vita virtuale! Ha mostrato la sua potenza facendo miracoli veri, e ha manifestato il suo amore soffrendo, per espiare il nostro peccato.

venerdì 19 ottobre 2018

19 ottobre


Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore… ma soffri anche tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio. Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù.
2 Timoteo 1:8-9

Norme di sicurezza

Il regolamento dell’aviazione civile impone agli equipaggi di far conoscere prima di ogni decollo le disposizioni di sicurezza. Una di queste annuncia: “In caso di depressurizzazione della cabina, le maschere saranno messe a vostra disposizione automaticamente. Applicatele su bocca e naso e respirate normalmente”. Al primo volo, si è sempre molto attenti alle informazioni date, la cui osservanza potrebbe salvare la vita. È soprattutto per queste persone che gli assistenti di volo non si stancano di ripetere sempre le medesime cose, anche se gli altri viaggiatori, specialmente quelli abituali, sono distratti.
Credenti, anche noi abbiamo ricevuto un messaggio che può salvare la vita nostra e delle persone che ci stanno attorno: la grazia di Dio che dona la vita eterna. Spesso incontriamo dell’indifferenza quando parliamo di questi argomenti, ma pensando alle persone che forse ascoltano per la prima volta, e che sono alla ricerca del grande amore di Dio, non dobbiamo perderci d’animo. Il Vangelo va annunciato, sempre e a tutti.
In certi paesi, l’annuncio dell’equipaggio di volo è completato da questa frase: “Indossate la maschera voi stessi, prima di aiutare un bambino o un altro passeggero”. Questo principio di sicurezza è fondamentale, perché l’impulso naturale di una madre sarebbe quello di mettere prima la maschera al suo bambino, dimenticando se stessa, e rischiando di morire tutti e due. Continuando il paragone con la vita eterna, che ci dona la fede in Gesù Cristo, comprendiamo che dobbiamo possederla noi stessi prima di poter aiutare altri a trovarla.

giovedì 18 ottobre 2018

18 ottobre


Gesù stando in piedi esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.
Giovanni 7:37-38

“Ma tu fermati, e ti farò udire la parola di Dio”.
1 Samuele 9:27

Comunicare l’essenziale

Una delle più grandi evoluzioni della nostra epoca è senza dubbio il “boom” delle telecomunicazioni. Se avete più di cinquant’anni, vi ricorderete sicuramente il periodo in cui, per la prima volta, avete comunicato con un telefono fisso, poi con un cellulare, poi tramite Internet.
Oggi l’uomo dispone di tanti mezzi di comunicazione come mai in passato. Attraverso i media, le notizie fanno il giro del mondo; si dice di tutto e si sa di tutto e di tutti. I contatti si moltiplicano senza più limiti di distanza, ma questa profusione di informazioni occupa talmente tanto spazio da farci dimenticare l’essenziale! Si rischia di dimenticarsi di Dio! Non è forse significativo che ai giorni nostri si parli tanto di comunicazione ma così poco di comunicazione con Dio? Eppure la relazione con Dio è essenziale, perché da essa dipende la nostra vita presente e quella futura.
Dio comunica con noi tramite il creato e la sua Parola. Cosa ne facciamo dei suoi messaggi? Egli ci parla attraverso la creazione, della quale ci ha affidato la gestione, ci parla per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo che il Vangelo rivela. Egli è venuto sulla terra e ci ha fatto comprendere la nostra condizione di peccatori davanti a Dio, quel Dio che desidera stabilire con la sua creatura una relazione personale e vivente. Questo è possibile solo attraverso il Signore Gesù, unico mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2:5), unica via per arrivare a Dio e conoscerlo come Padre. Da questa conoscenza dipende il nostro avvenire eterno.

mercoledì 17 ottobre 2018

17 ottobre


Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare. Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse.
Giovanni 17:4-5

La croce di Cristo

Avrebbe potuto Dio dimostrare la propria giustizia in modo più evidente di come ha fatto punendo il proprio Figlio mentre portava in croce i nostri peccati? Come avrebbe potuto dimostrare la sua santità più chiaramente che abbandonando lui che gridava: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27:46). L’amore di Dio avrebbe potuto manifestarsi in modo più sublime di come si è manifestato quando ha dato il suo proprio Figlio per degli esseri decaduti e in rivolta contro di Lui?
Nel momento stesso in cui l’uomo mostrava tutta la sua malvagità, sputando sul viso di Gesù, percuotendolo e inchiodandolo alla croce, il Creatore che l’uomo rifiutava dava il suo unico Figlio affinché, per mezzo di lui, l’uomo potesse essere salvato!
Nello stesso tempo, mai Dio è stato glorificato come dall’ubbidienza di Cristo alla croce. Per questo, dopo averlo risuscitato dai morti, gli ha dato la gloria suprema facendolo sedere in cielo alla sua destra.
Dal ciel venisti, e ognor la tua delizia
fu nel tuo Dio appien glorificar.
La santità, l’amore, la giustizia,
tutto alla croce hai voluto esaltar.

Signor Gesù, di gloria coronato,
seduto a lato della Maestà,
Figlio dell’uomo, oh Te risuscitato
noi contempliamo in tua regalità.

martedì 16 ottobre 2018

16 ottobre


Dio non ha riguardi personali.
Galati 2:6

Il vostro ornamento non sia quello esteriore… ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore.
1 Pietro 3:3-4

La vera bellezza

La società attuale attribuisce una grande importanza alla bellezza fisica, lasciando supporre che sia quella a dare la felicità e valore all’individuo. La Bibbia, al contrario, ci insegna che “la grazia è ingannevole e la bellezza è cosa vana” (Proverbi 31:30).
Agli occhi di Dio, la vera bellezza è quella interiore. Al profeta Samuele, impressionato dalla statura di Eliab, fratello maggiore di Davide, Dio disse: “Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l'ho scartato; infatti l’Eterno non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma l’Eterno guarda al cuore” (1 Samuele 16:7). È proprio vero che “il cuore allegro rende gioioso il volto” (Proverbi 15:13), e che la purezza dell’essere interiore illumina ed abbellisce tutta la persona.
È questo il genere di bellezza a cui Dio dà valore; ma cosa vede in noi? “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? Io, l’Eterno” (Geremia 17:9-10). Certo, la vera bellezza Dio la vede in Gesù Cristo, di cui è detto: “Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini; le tue parole sono piene di grazia” (Salmo 45:2). Ma lui ha il potere di trasformare “nella sua stessa immagine” (2 Corinzi 3:18) coloro che, avendo creduto, fissano lo sguardo sulla sua divina persona e si impegnano a rassomigliargli.
Giovani o anziani, dirigiamo il nostro sguardo verso “le cose di lassù” (Colossesi 3:1), che sono quelle che illuminano l’anima!

lunedì 15 ottobre 2018

15 ottobre


Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.
1 Corinzi 9:24-25

Giochi olimpici

Nell’antica Grecia, i giochi olimpici erano così importanti che tutti i Greci desideravano assistervi almeno una volta nella vita. Nulla superava la gloria della corona olimpica. Riportati in vigore nel 1894 da Pierre de Coubertin, i giochi olimpici sono ancora oggi una sorprendente competizione tra atleti di altissimo livello, tutti impegnati a ottenere la medaglia d’oro!
L’apostolo Paolo, contemporaneo dei giochi di Olimpia e di Corinto, prende spunto da questi per dare degli insegnamenti ai cristiani. La vita del credente assomiglia ad una corsa sportiva, il cui obiettivo da raggiungere è una piena maturità spirituale (Efesini 4:13; Ebrei 6:1). L’obiettivo supremo dei credenti sulla terra è assomigliare a Cristo.
Grazie alla loro fede, i veri cristiani attraverseranno tutti la “linea di arrivo”, raggiungeranno tutti il cielo dove saranno resi simili a Cristo. Tuttavia, Paolo ci esorta a non andare verso il traguardo svogliatamente e senza entusiasmo, ma come atleti seriamente impegnati, che si sottopongono ad allenamenti regolari ed intensi, e che rispettano uno stile di vita sano e rigoroso. Il credente includerà nel suo allenamento spirituale quotidiano la lettura della Bibbia e la preghiera. Sarà portato a rinunciare a tutte le cose che intralciano la sua vita spirituale, a respingere le tentazioni e a stabilire delle corrette priorità.
Il premio da vincere non è la gloria effimera di un trofeo sportivo, ma è la ricompensa che Gesù Cristo stesso darà, per l’eternità, a tutti i credenti fedeli.

domenica 14 ottobre 2018

14 ottobre


Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.
Giovanni 8:36

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge.
Galati 5:22-23

Liberati. Ma da cosa?

Al giorno d’oggi, molte persone si definiscono “liberate”: liberate finalmente dai vecchi tabù, dai formalismi religiosi senza senso, dalle convenzioni che impongono loro comportamenti contrari alle loro idee…
In realtà, essersi “liberati” dalle regole morali o sociali, giudicate superate, significa spesso trovarsi prigionieri delle devianze, delle aberrazioni e delle perversioni più profonde dell’essere umano, che esplodono senza freno. Si proclama la propria libertà, ma si è schiavi dell’orgoglio, dell’egoismo, delle passioni; in nome della libertà un numero sempre più elevato di persone è schiavo della droga, dell’alcol, del sesso… La liberalizzazione dei costumi è una trappola per il nostro essere interiore, perché incoraggia il male che c’è in ognuno di noi a prendere il sopravvento.
Il Signore Gesù è il grande liberatore; Egli ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e anche dalla potenza del male. Con lui possiamo vincere le nostre inclinazioni malvagie e cambiare le nostre cattive abitudini. Non solo; con lui troviamo la forza per compiere il bene, per amore verso Dio e verso il nostro prossimo.
Da oltre duemila anni, Gesù si presenta agli uomini come colui che libera. Egli non incatena ad una religione e non obbliga nessuno a seguirlo, ma fa sì che per la gioia di averlo conosciuto ci attacchiamo a lui per seguirlo e per servirlo. Solo in lui possiamo scoprire la via della vera libertà.

sabato 13 ottobre 2018

13 ottobre


(Gesù disse:) “Io son venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre. (Io sono venuto) a salvare il mondo”.
Giovanni 12:46-47

La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.
Giovanni 1:17

Dalla terra alla luna, dal cielo alla terra

Il 21 luglio 1969, un miliardo di telespettatori ha assistito ai primi passi mossi dall’uomo sulla luna. Hanno visto l’astronauta Neil Armstrong uscire dal modulo lunare e camminare con lentezza su quell’arido suolo. Le sue parole sono rimaste nella storia: “È un piccolo passo per l’uomo, ma un passo da giganti per l’umanità”.
Due anni dopo, l’astronauta James Irwin ha vissuto la stessa esperienza durante la missione dell’Apollo 15, ma più tardi dichiarò: “La cosa più grande per l’umanità non è che l’uomo ha camminato sulla luna, ma che Dio ha camminato sulla terra nella persona di Gesù Cristo”.
Infatti, più di duemila anni fa Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ha lasciato la sua dimora celeste per venire sulla terra come un uomo, e nella più umile delle condizioni, quella di un fanciullo nato in una stalla a Betlemme. La sua missione era di rivelare all’umanità l’amore di Dio, e per fare ciò, nel corso della sua vita ha aperto gli occhi ai ciechi, ha guarito gli ammalati e ha risuscitato dei morti. In cambio, è stato tradito da uno dei suoi discepoli, rinnegato da un altro, e alla fine abbandonato da tutti. Pilato, il governatore romano, lo ha condannato a morte dopo averlo proclamato innocente! Con una sola parola il Signore avrebbe potuto annientare i suoi nemici, invece si è lasciato inchiodare su una croce ed è morto per espiare il peccato del mondo (Giovanni 1:29). Tre giorni dopo, però, è uscito vincitore dal sepolcro, è risuscitato dai morti! La venuta di Gesù sulla terra ha stravolto la storia dell’umanità e la vita di milioni di persone. Ha cambiato anche la tua vita?

venerdì 12 ottobre 2018

12 ottobre


Da dove vieni e dove vai?
Genesi 16:8

So in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno.
2 Timoteo 1:12

La nostra vita che direzione segue?

Questa domanda si può comprendere in due modi, ma sia l’uno che l’altro hanno una grande importanza.
– Il primo è: Dove va la mia vita? Qual è il suo senso, il suo scopo? Verso quale approdo si dirige la mia imbarcazione? Intravedo un porto sicuro all’orizzonte, oppure ci sarà uno scoglio che mi farà naufragare? Un viaggiatore che proseguisse sulla sua rotta senza avere la minima idea di quale sia la destinazione sarebbe uno stolto. Eppure questo è il comportamento di gran parte dell’umanità. È forse anche il vostro? Convenite anche voi che non ha senso continuare la navigazione senza sapere dove si è diretti!
– Il secondo modo di intendere la domanda è: C’è qualcuno che dirige la mia vita? C’è un esperto che mi guida? Può darsi che anche noi, come il poeta inglese Byron, diciamo: “Sono padrone del mio destino, sono il capitano della mia vita”; ma a questo punto sorgono tanti dubbi: forse non sono un buon capitano, padrone delle mie azioni e delle mie reazioni, saggio nelle mie decisioni, prudente nel fare i miei progetti… E poi, non sempre rispetto le leggi divine.
Alle due precedenti domande, solo il credente può rispondere: Il Signore Gesù è il mio obiettivo, il mio maestro, colui che guida la mia vita! Il credente sa dove è diretto e a chi ha affidato la guida e lo scopo della propria esistenza. Anche oggi, a quelli che non hanno ancora fatto dietro front per prendere la giusta direzione, Dio fa udire il suo appello: “Scegli dunque la vita affinché tu viva” (Deuteronomio 30:19).

giovedì 11 ottobre 2018

11 ottobre


Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio!
1 Giovanni 3:1

Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile!
2 Corinzi 9:15

Un Dio pronto a dare

“Certo - mi diceva un collega con un certo sarcasmo - tu aiuti gli altri per compiere delle buone opere e guadagnarti il paradiso!
– Ti sbagli, io non cerco di guadagnarmi il paradiso, perché l’ho ricevuto in dono da Dio.
– Allora è facile, chiunque ci andrà!
– Se ti faccio un regalo e tu lo rifiuti, non lo avrai. Ebbene, Dio ti offre il paradiso, ma se tu lo rifiuti, non ci andrai proprio”.
Molti di coloro che rifiutano di interessarsi di Dio immaginano che il Dio da cui sfuggono sia troppo esigente, perché vedono nella fede solo una religione le cui regole intralciano la loro libertà. Il vero Dio è un Dio d’amore e di perdono, un Dio che dà. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Questo versetto è il riassunto del messaggio del Vangelo, perché ci parla dell’amore di Dio, un amore gratuito, che non esclude nessuno, ma che ognuno deve ricevere e fare proprio.
Dio non costringe nessuno ad accettare il dono della salvezza fondato sul sacrificio di Cristo; e nessuno ha mai creduto in lui contro la propria volontà. La fede è una scelta libera, è la nostra risposta all’offerta che Dio ci fa. Sta a noi di ricevere quel dono prezioso. Cosa pretende in cambio? Null’altro che la nostra fede. Negli Evangeli, non vediamo mai Gesù pretendere qualche cosa da coloro che guariva. Ancora oggi, Gesù salva chi lo riceve, perché sulla croce ha già pagato per lui.

mercoledì 10 ottobre 2018

10 ottobre


Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.
Giovanni 8:34

In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.
1 Giovanni 4:10

Un termine che non osiamo più utilizzare

La parola “peccato” è ritenuta superata, inadatta alla nostra società libera. Eppure la realtà del peccato è sempre più evidente e tristemente presente. Il peccato è all’origine della sofferenza e della morte, è la causa delle nostre angosce, delle paure, delle lacrime.
In greco il verbo “peccare” significa anche “mancare l’obiettivo o fallire lo scopo”, cioè passare accanto a ciò che Dio si aspetta da noi senza “centrare” la sua volontà e i suoi obiettivi. Il peccato fa sì che la mia vita non sia quella che dovrebbe essere. Disubbidire a Dio è fallire nella propria vita, è il contrasto doloroso tra il bene che vorrei fare e il male che non vorrei fare, ma che faccio (Romani 7:19-20).
La Bibbia ci dice chiaramente che il peccato riguarda tutti: “Non c'è distinzione: tutti hanno peccato” (Romani 3:22-23).
Riconoscere i nostri peccati non è facile, perché implica il riconoscere di aver fatto dei torti al prossimo, a se stessi e a Dio. Prendere coscienza delle proprie colpe apre sempre una ferita e ci fa dire: “Sono meno buono e meno libero di quanto pensassi”! Così a volte cerchiamo di curare la ferita minimizzando le nostre colpe, dimenticando che il peccato non è soltanto un danno fatto agli altri o a noi stessi, ma è un’offesa a Dio e al suo amore.
Amara constatazione di una situazione senza via d’uscita? No, perché Dio, che ama la sua creatura, ha mandato il suo unico Figlio per liberare dal peccato e dalle sue conseguenze eterne tutti coloro che credono in lui. Gesù Cristo “morì per i nostri peccati” (1 Corinzi 15:3) subendo il giudizio di Dio al nostro posto, per perdonare ogni peccatore pentito.

martedì 9 ottobre 2018

9 ottobre


È tempo di cercare l’Eterno, finché egli non venga.
Osea 10:12

Le ho dato tempo perché si ravvedesse, ma lei non vuol ravvedersi.
Apocalisse 2:21

Ha lasciato passare il tempo fissato.
Geremia 46:17

Fino a quando?

Dio non si stanca di lanciare appelli alle sue creature:
- “Fino ad ora tu non hai ubbidito” (Esodo 7:16).
- “Fino a quando rifiuterai di umiliarti davanti a me?” (Esodo 10:3)
E in Gesù Cristo mostra loro tutto il suo amore:
- “Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova?” (Luca 15:4).
- “Voglio fare di te (Gesù Cristo) la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra” (Isaia 49:6).
- “Grande fino al cielo è la tua bontà, e la tua fedeltà fino alle nuvole” (Salmo 57:10).
- “Mettetemi alla prova… vedrete se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla” (Malachia 3:10).
Il credente può stare tranquillo. Dio continuerà ad amarlo e a prendersi cura di lui fino alla fine dei suoi giorni:
- “Fino alla vostra vecchiaia io sono, fino alla vostra canizie io vi porterò” (Isaia 46:4).
- “Questo è Dio, il nostro Dio in eterno; egli sarà la nostra guida” (Salmo 48:14).
- “Gesù… avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Giovanni 13:1).