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giovedì 31 ottobre 2019

31 ottobre


È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio.
Ebrei 9:27

Chi crede nel Figlio (di Dio) ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Giovanni 3:36

Se un albero cade…

“Quando le nuvole sono piene di pioggia, la riversano sulla terra; e se un albero cade verso il sud o verso il nord, dove cade, là rimane” (Ecclesiaste 11:3). Nella Bibbia, la pioggia è spesso un’immagine delle benedizioni che Dio spande sull’umanità. Infatti, malgrado le minacce che l’indifferenza e la cupidigia degli uomini fanno pesare sul pianeta, Dio continua a vegliare sull’equilibrio della natura, indispensabile alla vita. “In Lui sono state create tutte le cose… Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui” (Colossesi 1:16-17).
Se fa del bene a tutti, come la pioggia che innaffia i campi, Dio ci avvisa anche che la nostra vita sulla terra un giorno finirà; è come un albero che, dove cade, lì resta. Questo paragone ci deve far riflettere. Come per tutti gli esseri viventi, ci sarà un giorno in cui la vita dell’uomo sulla terra finirà e la posizione che egli ha assunto nei confronti di Dio quand’era in vita, deciderà definitivamente il suo futuro eterno. Chi muore nei propri peccati (Giovanni 8:24), vale a dire senza aver accettato il perdono di Dio per la fede in Gesù Cristo, non avrà altra prospettiva che il giudizio e i tormenti eterni. Invece, chi muore nel Signore (Apocalisse 14:13), cioè avendo accettato la grazia divina, la sua anima andrà in paradiso. Non c’è altra via di salvezza e la Bibbia non lascia alcun dubbio sull’argomento.
Dio ti ama e desidera salvarti oggi; non aspettare il tuo ultimo respiro! “Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:2).

mercoledì 30 ottobre 2019

30 ottobre


Abbi pietà di me, o SIGNORE, perché sono sfinito; risanami, o SIGNORE, perché le mie ossa son tutte tremanti. Anche l’anima mia è tutta tremante… Salvami, per la tua misericordia… Il SIGNORE ha udito la voce del mio pianto. Il SIGNORE ha ascoltato la mia supplica, il SIGNORE accoglie la mia preghiera.
Salmo 6:2-4, 8-9

Suppliche
Leggere il Salmo 6

I Salmi contengono ogni genere di preghiere: lamenti, suppliche, confessioni, ringraziamenti, lodi e adorazioni. Il lamento esprime una profonda sofferenza. La supplica è il grido della fede del sofferente. Davide, autore di numerosi salmi, ha conosciuto la sofferenza, l’umiliazione, l’abbandono e il tradimento. Ha anche provato dolore per aver commesso dei peccati, ma la profonda consapevolezza della grazia divina gli ha permesso di attraversare quei momenti senza soccombere alla disperazione. In quella situazione, la sua preghiera era la supplica della fede, fatta con la certezza che Dio sarebbe intervenuto.
E noi credenti, gridiamo a Dio? Ci rivolgiamo a Lui in preghiera, quando tutto va bene, per accumulare delle forze spirituali in vista dei giorni difficili? E quando tutto sembra non avere una soluzione, siamo sempre consapevoli che Dio ascolta i gemiti e i sospiri di chi confida in Lui (Salmo 38:9)? Perseveriamo nella preghiera con la certezza che il Signore ci ascolta!
Potremmo anche attraversare dei momenti di vergogna e di sofferenza a causa di un nostro cattivo comportamento, e chiederci: Come posso pregare Dio ora che l’ho offeso? Davide, confidando nella Sua misericordia, ha potuto dire: “Davanti a te ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto: Confesserò le mie trasgressioni al SIGNORE, e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato. Perciò ogni uomo pio t’invochi” (Salmo 32:5-6).

martedì 29 ottobre 2019

29 ottobre


(Gesù disse:) “Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo”.
Giovanni 3:6-7

Trasformarsi?

Chi di noi, in gioventù, non ha mai sognato di cambiare il mondo per renderlo migliore, più equo e più rispettoso dell’ambiente? Spesso però, facendo conoscere le nostre nobili idee, ci siamo sentiti rispondere: Incomincia a migliorare te stesso! Ma è possibile questo? Nel corso dei millenni, la storia ha ampiamente dimostrato l’incapacità dell’uomo e della società a migliorarsi in maniera costante e definitiva. Anche se ci sforziamo ad educarlo, ad inquadrarlo con delle leggi ben strutturate e a tenerlo a freno, il nostro cuore non può cambiare. La Bibbia ci dice che “il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno” (Geremia 17:9); e, nello stesso tempo, dichiara l’incapacità dell’uomo a trasformare se stesso: “Può un Etiope cambiare la sua pelle o un leopardo le sue macchie?” (Geremia 13:23).
Ma non disperiamo! Il Dio d’amore può e vuole agire per il bene della sua creatura: “Vi darò un cuore nuovo – Egli dice – e metterò dentro di voi uno spirito nuovo” (Ezechiele 36:26). Come può avvenire? Solo attraverso la fede in Gesù Cristo: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Solo quando le mie azioni e i miei obiettivi diventano quelli di un uomo nuovo, finalmente tutto cambia, perché l’orgoglio e l’egoismo che mi governavano lasciano il posto all’umiltà e al desiderio di servire gli altri. Non è più l’amore per me stesso ad animarmi, ma è l’amore per Dio e per il prossimo. È vivere seguendo l’esempio di Cristo.

lunedì 28 ottobre 2019

28 ottobre


Quand’io considero i tuoi cieli…, che cos’è l'uomo perché tu lo ricordi?
Salmo 8:3-4

Le meraviglie della grazia

“Signore, quando io contemplo le opere delle tue mani, il cielo, volta del tuo tempio che copre tutti gli uomini, comprendo la mia insufficienza, la mia nullità e la tua grandezza, e sento tutta la mia debolezza, o Dio, potente Creatore.
Davanti a te non sono altro che un essere debole e peccatore; ma posso sperare che la tua grazia mi guardi con benevolenza.
Ah! Io so che la tua tenera bontà si è degnata di abbassarsi fino al mio livello, mi ha preso nella mia piccolezza per elevarmi fino a te.
Sì, il peccatore miserabile ha più valore, ai tuoi occhi, del corteo infinito delle stelle nel cielo, poiché, nel tuo amore supremo, hai donato come Salvatore il tuo unico Figlio, che faceva le delizie del tuo cuore!”
(versione in prosa di una poesia di un autore francese)

“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani” (Salmo 19:1).
“In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo” (1 Giovanni 4:9).
Cari fratelli e sorelle in Cristo, riconosciamo l’onnipotenza di Dio e apriamo i nostri cuori per adorarlo e ringraziarlo “per il suo dono ineffabile” (2 Corinzi 9:15): il suo Figlio Gesù Cristo che è morto e risuscitato per la nostra salvezza.

domenica 27 ottobre 2019

27 ottobre

Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Giovanni 14:6

O Dio… vedi se c'è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna.
Salmo 139:23-24

Il sentiero tra il nostro cuore e Dio

In questi giorni d’autunno, i sentieri dei nostri boschi sono coperti di foglie morte. Quei sentieri, che altri hanno tracciato, dobbiamo cercare di individuarli; sono quelli che ci danno sicurezza e seguendoli non rischiamo di perderci.
I sentieri ci fanno pensare alle relazioni tra gli esseri umani. I legami famigliari, i rapporti di lavoro o d’amicizia, uniscono le persone e danno un forte senso alle parole: Sto arrivando… Ti aspetto… Ritorna, tu sai la strada…
Anche la nostra vita morale si trasforma quando, invece di essere lasciata al caso, procede su un sentiero che le dà un senso. Sappiamo da dove veniamo e dove siamo diretti, e se rimaniamo sul giusto sentiero non perderemo la giusta direzione.
Ma qual è il giusto sentiero, quello che può dare senso e sicurezza alla nostra vita? È quello tracciato da Gesù Cristo. Anzi, Egli stesso è la via che conduce a Dio, perché il suo cammino è passato per la croce, dove ha espiato i peccati di tutti coloro che credono in Lui e che a Lui si affidano. Ascoltando i suoi insegnamenti impariamo a conoscere Dio, e a pregarlo come un Padre che ci ama e che si prende cura di noi. Gesù Cristo è il vero e giusto sentiero tra il nostro cuore e Dio.
Gesù è anche il sentiero che unisce fra loro il cuore dei credenti; il suo amore ci mette in comunione gli uni con gli altri. Se fosse accolto, Gesù farebbe cadere le barriere di odio che separano gli uomini ed aprirebbe, nella vita di tutti, dei sentieri di perdono, d’amore e di riconciliazione.

sabato 26 ottobre 2019

26 ottobre


Scegliamo quello che è giusto, riconosciamo tra noi quello che è buono.
Giobbe 34:4

Io ho scelto la via della fedeltà, ho posto i tuoi giudizi davanti ai miei occhi.
Salmo 119:30

Le nostre scelte: l’aiuto che Dio ci dà

La scelta di accettare Cristo come proprio Salvatore è fondamentale, ma ci sono poi le continue scelte della vita, e in queste il credente è altamente privilegiato perché lo Spirito Santo che è in lui “rinnova” la mente e “trasforma” i pensieri, e di conseguenza anche i comportamenti (Romani 12:2). Così, le decisioni da prendere e le scelte da operare assumono per lui un significato diverso rispetto a quando non conosceva ancora il Signore. 
Credo non sia azzardato dire che il credente è sempre ben indirizzato dalla Parola di Dio. Non che la Bibbia ci fornisca un elenco di soluzioni per ogni tipo di problema che ci troviamo a dover risolvere – a volte ci piacerebbe che fosse così! – ma ci dà dei criteri di scelta, sia col farci conoscere il pensiero generale di Dio, sia offrendoci delle corrette scale di valori e di priorità, nel campo morale e spirituale. La Bibbia non ci dice tutto quello che ci piacerebbe sapere, ma ci insegna quello che dobbiamo sapere, prima di tutto per metterci in regola con Dio, e poi per affrontare i problemi e le esigenze della vita e riportare la vittoria sul peccato e sulle circostanze.
A volte siamo obbligati a fare delle scelte per altri, ad esempio per i nostri figli, o a dare dei consigli a chi ci chiede aiuto nelle decisioni da prendere. Ma anche in questi casi le regole sono le stesse: umiltà, dipendenza dal Signore, conoscenza della sua Parola, preghiera, e attesa paziente delle sue risposte. 

venerdì 25 ottobre 2019

25 ottobre

Fuori di me non c'è altro Dio, Dio giusto, e non c’è Salvatore fuori di me.
Isaia 45:21

(Dio) ci ha eletti prima della fondazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui.
Efesini 1:4

Un Dio giusto e salvatore

Può un giudice essere allo stesso tempo giusto e buono? Se è giusto dovrà essere rigoroso nei suoi giudizi, applicando le leggi e le sanzioni previste secondo il tipo di reato; e agendo così potrà apparire duro e senza cuore. Se invece fosse solo buono e caritatevole verso i colpevoli, facendo loro evitare le sanzioni o abbreviando i tempi di detenzione meritati, non sarebbe più giusto. È quindi difficile che un giudice sia giusto e compassionevole allo stesso tempo. Dio, invece, è perfettamente giusto e buono.
Dio è giusto. Punisce il peccato ed esclude qualsiasi tipo di male dalla sua presenza; non tollera alcun compromesso. Nessuno potrà sussistere davanti a Lui accampando dei meriti e nessuno potrà accedere alla sua presenza sulla base delle proprie buone qualità o delle buone opere compiute.
Dio è salvatore. Fin dalle prime pagine della Bibbia, vediamo Dio venire incontro all’uomo caduto nel peccato per toglierlo dalla sua miseria. Egli ha sempre avuto compassione verso le sue creature. Più volte ha mandato dei profeti per parlare al suo popolo e aiutarlo a ravvedersi. Lui solo può intervenire in grazia in favore di tutti noi che siamo perduti; i nostri sforzi non possono aggiungere nulla al suo operato.
Dio è giusto e salvatore. La grazia di Dio non si basa sulla compassione, ma sulla giustizia. Quando con fede confessiamo a Dio i nostri peccati Egli ci libera dal loro peso perché, per amore nostro, Gesù Cristo li ha portati su di sé alla croce, dove ha subìto il castigo preteso dalla giustizia di Dio. È per questo motivo che Dio è, allo stesso tempo, un Giudice giusto e un Salvatore misericordioso; perché Dio è amore.

giovedì 24 ottobre 2019

24 ottobre


Il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.
1 Giovanni 2:17

(Gesù si rivolge a suo Padre dicendo:) “Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno”.
Giovanni 17:15

Un mondo avverso a Dio

Un anziano giudice americano, molto influente negli Stati Uniti, fece la seguente osservazione: la maggior parte delle persone di oggi vuole che ciò che è anormale venga considerato normale, e che ciò che è normale diventi anormale.
La Bibbia ha predetto con molto anticipo che sarebbero venuti dei giorni in cui gli uomini avrebbero chiamato “bene il male, e male il bene”. (Isaia 5:20). Oggi, la tendenza “liberale” afferma, per esempio, che il matrimonio non è altro che una tradizione soffocante e fuori moda. Eppure, l’unione di un uomo e di una donna nel matrimonio, se si rispettano i principi stabiliti da Dio e si ascoltano i suoi consigli, è l’unica condizione che appaga i bisogni d’affetto e di condivisione, e nella quale l’uomo e la donna si sentono veramente realizzati. Inoltre, nel pensiero di Dio, solo all’unione matrimoniale appartiene il dono meraviglioso della sessualità.
Dio ci ha avvertiti che la nostra società sarebbe diventata come un malato “dalla testa ai piedi” (Isaia 1:2-10). I modi di vivere attuali sono talmente orientati alla perversione sessuale, alla violenza e all’anarchia, che le relazioni normali, il rispetto delle leggi e il valore della vita umana sono calpestati ovunque.
Da quando il peccato è entrato nel mondo, l’uomo si è sempre opposto al Creatore contravvenendo alle istituzioni che Egli ha stabilito nella sua saggezza perfetta. I credenti hanno il dovere di rimanere separati da tutto ciò che rappresenta una disobbedienza alle leggi divine. La Parola di Dio mette in guardia contro le concupiscenze e i piaceri del mondo, perché distruggono l’amore, la pace, la gioia che Dio vuole per la sua creatura.

mercoledì 23 ottobre 2019

23 ottobre


Anche la cicogna conosce nel cielo le sue stagioni; la tortora, la rondine e la gru osservano il tempo quando debbono venire, ma il mio popolo non conosce quel che il SIGNORE ha ordinato.
Geremia 8:7

L’aspetto della terra e del cielo sapete riconoscerlo; come mai non sapete riconoscere questo tempo?
Luca 12:56

Le rondini

È iniziato l’autunno e come ogni anno le rondini della mia zona si radunano sui fili elettrici. Spinte dal loro istinto, presto fuggiranno dalla cattiva stagione e inizieranno un viaggio di diverse migliaia di chilometri, che le porterà in Africa, dove le temperature più miti e l’abbondanza di insetti volanti assicurerà la loro sopravvivenza. Faranno poi il viaggio inverso in primavera, e così, di anno in anno, la specie si conserva.
Nella Bibbia, Dio utilizza questi uccelli migratori come esempio. Vorrebbe che anche noi fossimo attenti, come loro, ai segni che ci manda e per i quali ci indica quanto sia urgente mettersi in regola con Lui. I mutamenti dei fenomeni naturali gravano sull’equilibrio del nostro pianeta. Sotto il profilo morale, possiamo vedere chiaramente i segni premonitori dei “tempi difficili” descritti dall’apostolo Paolo in 1 Timoteo 3:1-5. Tutto ci mostra che la pazienza di Dio sta per giungere al termine, e poi ci saranno i castighi, “l’ira di Dio” si abbatterà “sui figli ribelli” (Colossesi 3:6).
Come potrai evitare la Sua ira? Ebbene, è scritto che la bontà di Dio ci spinge al ravvedimento. Dio ti sta chiamando. Tutti quelli che avranno prestato attenzione all’appello che Dio rivolge loro con amore, e avranno accolto il suo perdono e la sua grazia, saranno al riparo dal giudizio. Sei anche tu nel numero dei credenti che aspettano il segnale del loro Salvatore che verrà a chiamarli, tutti insieme, per riunirli in paradiso?

martedì 22 ottobre 2019

22 ottobre


(L’apostolo Paolo scriveva dal carcere:) Ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad avere fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza.
Filippesi 4:11-12

Contenti di come si è e di quello che si ha

Per essere gioiosi dovremmo saper essere contenti di come siamo, di quello che facciamo e delle cose che abbiamo. Ma voi direte: Come può una persona con un grave handicap essere contenta di com’è? O essere contento chi è costretto a svolgere una professione che è il contrario delle sue aspirazioni e delle sue capacità? O essere soddisfatto chi ha poco o niente? L’obiezione è comprensibile.
Ma proviamo a guardare le cose dal punto di vista più elevato. Il credente può sempre essere contento di quello che è perché ha l’onore di essere un figlio di Dio, salvato per l’eternità, amato dal Padre e con una prospettiva gloriosa. Contento di quello che fa perché può parlare del suo Salvatore e portare qualcuno alla salvezza. Contento di ciò che ha perché riceve ogni cosa dalla mano del Padre, riconoscente anche di quel poco che il suo amore gli dispensa.
Quando scriveva ai Filippesi “rallegratevi nel Signore” (3:1), Paolo era “in catene per Cristo”. I pensieri che abbiamo letto nel versetto di oggi concludevano questa sua Lettera. La sua esperienza può essere anche la nostra: nei momenti difficili che non dipendono da noi, attaccarsi al Signore è l’unica risorsa. La fede accetta con umiltà e si sottomette, la fede sa che Dio è al corrente di tutto ciò che ci avviene, e che è un Padre non solo pieno d’amore, ma di potenza e di saggezza.
(tratto da “1200 giorni con Gesù”)

lunedì 21 ottobre 2019

21 ottobre


Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi!”
Giovanni 20:21

“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti”.
Giovanni 14:27

La pace alla presenza del Signore
Gesù ci parla: leggere Giovanni 20:19-23

La domenica è il “giorno del Signore”. La prima domenica è stata quella della sua risurrezione, quando la tomba è stata trovata vuota. La domenica è anche il giorno in cui Gesù risorto si è presentato ai suoi discepoli.
I discepoli avevano chiuso le porte perché temevano che l’arresto del loro Maestro scatenasse una persecuzione anche nei loro confronti; però, malgrado il pericolo, si erano comunque ritrovati assieme, perché erano uniti da un forte legame: l’amore per il loro Signore che non era più con loro. Ma Lui era veramente assente? No. Ecco che mentre erano riuniti, Gesù all’improvviso si presentò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.
Questo saluto, abituale tra i Giudei, assume un nuovo significato quando Gesù lo pronuncia mostrando le ferite delle sue mani e del suo costato. La pace di cui fa dono è il frutto del suo sacrificio alla croce. È una pace che non dipende da fattori esteriori; infatti, la risurrezione di Cristo non aveva modificato le circostanze e i loro nemici erano sempre lì. Anzi, Gesù aveva detto: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Giovanni 15:20); eppure, la pace del Signore scacciò le loro paure e diede loro una grande gioia.
Anche oggi, la fede nella presenza del Signore rallegra i credenti che si riuniscono per adorarlo, o per pregare, o per leggere la sua Parola. Essi pensano a Lui (Malachia 3:16), sono attratti da Lui e si radunano nel suo nome (Matteo 18:20). Allora possono, per mezzo della fede, udire la sua voce che dice: “Pace a voi!”. È il risultato della sua vittoria alla croce, la pace che deriva dalla sua risurrezione.

domenica 20 ottobre 2019

20 ottobre


Tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo… Io mi son coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il SIGNORE mi sostiene.
Salmo 3:3, 5

Un alleato nel pericolo
Leggere il Salmo 3

Il Salmo 3 è stato scritto dal re Davide in un momento drammatico della sua vita. Minacciato da uno dei suoi figli, Absalom, che stava per prendergli il potere con un colpo di stato, era dovuto fuggire da Gerusalemme con un piccolo esercito di uomini a lui fedeli (2 Samuele cap. 15 a 18). La sua vita era  in pericolo e alcuni dicevano che Dio lo aveva abbandonato.
Davide non era insensibile a quelle parole maligne; ciò nonostante non sprofondò nello scoraggiamento, ma gridò al suo Dio. “Io grido al SIGNORE, ed egli mi risponde”. Che esempio di fede! Chi si affida al Signore può vedere le sue risposte. Egli ci sostiene, è il nostro scudo, è colui che ci protegge dai colpi più pericolosi: parole cattive, dubbi, scoraggiamento, desiderio di vendetta, rancori, invidie… Dio ci protegge dai “dardi infuocati del maligno” (Efesini 6:16).
“Sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo” afferma Davide. Davide può rialzare il capo, ma non è orgoglioso, perché conosce le proprie colpe, le ha confessate ed ha ricevuto il perdono (2 Samuele 15:30); così può guardare al futuro con fiducia. Davide sa che Dio è fedele, che è pronto a soccorrerlo, che è la sua sicurezza e la sua gloria, perché la sua fede si nutre della conoscenza di Dio. “Al SIGNORE appartiene la salvezza”, egli dice. In mezzo al pericolo, in preghiera, ha potuto addormentarsi in pace, confidando nella protezione del Signore.
Chiediamo a Dio di darci una fede ferma e vittoriosa, e ricordiamoci che, se lo amiamo, da Lui riceveremo ogni soccorso.

sabato 19 ottobre 2019

19 ottobre


Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla… colui che parla dal cielo.
Ebrei 12:25

Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano!
Luca 11:28

Il fumo uccide

Non ho avuto bisogno di chinarmi per leggere la scritta a grandi caratteri “IL FUMO UCCIDE” su un pacchetto di sigarette abbandonato sul ciglio della strada. Ciò che mi sorprende è che quella scritta non ha impedito al suo proprietario di fumarle tutte, fino all’ultima. Avrà pensato che quell’avvertenza era esagerata? Oppure che era rivolta solo agli altri, a quelli che “fumano più di lui”?
Purtroppo, sono ancora più numerosi quelli che non fanno alcun caso agli avvertimenti che Dio indirizza loro attraverso la Bibbia. Eppure, Dio non lascia dubbi sul destino di tutti gli uomini: “Chi crede nel Figlio (di Dio) ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36).
Forse tu leggerai il foglietto di oggi distrattamente, pensando che queste cose non ti riguardino perché sono rivolte solo ai “grandi peccatori”. Devi allora sapere quale sia la terribile fine che ti aspetta e deciderti di accogliere la salvezza che Dio ti offre. Un altro, invece, potrebbe sentirsi talmente sprofondato nel male da non avere più alcuna forza per uscirne; allora, deve semplicemente affidarsi a Dio e credere alla sua Parola che dice: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9).
È proprio così: il peccato conduce inevitabilmente alla morte eterna, ma la fede in Gesù Cristo dà la vita eterna!

venerdì 18 ottobre 2019

18 ottobre


Il Signore… è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
2 Pietro 3:9

Gesù Cristo… ha dato se stesso per i nostri peccati.
Galati 1:4

Come sarà il domani

L’idea della fine del mondo ha sempre suscitato paura; tutti i cambiamenti epocali sono stati preceduti da un panico collettivo, ma poi la vita ha ripreso il suo corso. Le previsioni su questo argomento fanno piacere ad alcuni e fanno tremare altri. Oggi, i dati rilevati dagli esperti sullo stato del pianeta non sono rassicuranti, e l’ipotesi che una catastrofe possa annientare l’umanità incute timore e fa riflettere.
La Bibbia parla di questo terrificante momento, ma non precisa nessuna data e nulla ci autorizza a fare delle predizioni che sarebbero pura fantasia. Essa, nel descrivere le condizioni morali delle ultime generazioni, parla di “tempi difficili” e di “ultimi tempi”. Nel linguaggio figurato dell’Apocalisse vengono descritti dei periodi terribili, in cui vi saranno cataclismi spaventosi, finché l’universo a noi conosciuto scomparirà e tutti gli uomini che sono vissuti senza Dio saranno giudicati.
Ma, invece di fantasticare sulla fine del mondo, perché non riflettiamo sulla nostra fine? La vita sulla terra è breve ed effimera. Dove andremo dopo la morte? Resteremo nell’indifferenza sapendo che Dio, con amore, ci ha creati e ha donato il suo unico Figlio per salvarci? Dio non smette di attirare gli uomini verso Gesù, il Salvatore, perché vuole che sfuggano a questa terribile fine. Noi viviamo dei tempi critici e incerti, ma Dio, che conosce il futuro e ama tutti gli uomini, ci ricorda tramite la sua Parola che oggi è un giorno di grazia e di salvezza. Approfittane, caro lettore.

giovedì 17 ottobre 2019

17 ottobre


Meglio un ragazzo povero e saggio che un re vecchio e stolto che non sa più ascoltare i consigli.
Ecclesiaste 4:13

Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere; ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui.
1 Corinzi 8:2-3

Saggio ai propri occhi

“So solo una cosa: di non sapere nulla”. Socrate su questo paradosso ha basato la sua filosofia. Egli era cosciente che, nella ricerca della vera saggezza, tutto il suo sapere non era sufficiente. La sua intuizione richiama il linguaggio utilizzato nel Libro dei Proverbi di Salomone: “Hai mai visto un uomo che si crede saggio? C'è più da imparare da uno stolto che da lui” (Proverbi 26:12). Essere soddisfatti della propria saggezza è un atto di presunzione. Chi ha la vera saggezza è umile, stima il prossimo superiore a se stesso e sa ascoltarlo. Un buon manager, ad esempio, deve saper riconoscere il valore dei propri collaboratori e tener conto del loro parere. Molti conflitti non esisterebbero se sapessimo, umilmente, apprezzare e ascoltare gli altri.
Se l’umiltà e l’ascolto sono necessari nelle nostre relazioni coi nostri simili, tanto più lo sono nelle nostre relazioni con Dio! Che cosa siamo davanti a Lui per crederci tanto grandi? Dio ci dice: “Ascoltate e voi vivrete” (Isaia 55:3). Ascoltare Dio è il punto di partenza per diventare dei veri cristiani.
Ma oltre all’umiltà è indispensabile la fede, senza la quale non possiamo comprendere la Parola di Dio, né prima né dopo la nostra conversione. Col passare degli anni, corriamo il rischio di sostituire alla vita di fede un’esistenza basata sulla nostra conoscenza, la nostra presunta saggezza e la nostra esperienza, ma questo ci allontanerebbe dal Signore. Restiamo all’ascolto della sua Parola e dei suggerimenti del suo Spirito; saremo saggi ed equilibrati, e sapremo sempre capire se nella nostra vita c’è qualcosa da cambiare.

mercoledì 16 ottobre 2019

16 ottobre


Disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?
Romani 2:4

Pentimento

Andiamo indietro di ventotto secoli. Una grande e ricca città, chiamata Ninive, si estendeva lungo le rive del fiume Tigri. Ma gli abitanti erano malvagi e Dio decise di punirli. Prima però di esercitare il suo giudizio mandò Giona, uno dei suoi profeti, ad annunciare la terribile notizia: “Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta”!
Il profeta si rifiutò di andare a portare quel messaggio. Temeva forse che si pentissero e che Dio li avrebbe perdonati? E perché Dio avrebbe dovuto perdonare un popolo così corrotto? Giona fuggì verso un luogo dove nessuno sarebbe andato a cercarlo… nessuno all’infuori di Dio, che lo fece tornare indietro e gli rinnovò l’ordine di andare a predicare a Ninive. E Giona, a malincuore, obbedì (Giona 3:4).
Miracolo! Gli abitanti di Ninive si pentirono, Dio li perdonò ed annullò il preannunciato giudizio. “Com'è vero che io vivo, dice il Signore, Dio, io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva” (Ezechiele 33:11).
Per cosa ci interessa questo racconto? Per la sua attualità. Ancor più che a Ninive, tutte le nostre città, così come l’umanità intera, sono corrotte e perverse; ma Dio, come ha perdonato i Niniviti, così vuole poter perdonare anche oggi tutti quelli che si pentono prima che sia troppo tardi.
E tu, ti sei pentito sinceramente davanti a Dio? Egli non può sopportare il male, ma è anche un Dio d’amore e di bontà, che può perdonare il peccatore che si pente grazie alla morte in croce del suo Figlio Gesù Cristo. Se accetti Gesù come tuo Salvatore sarai felice e farai felice Dio, perché c’è “gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede” (Luca 15:7).

martedì 15 ottobre 2019

15 ottobre


Un Samaritano che era in viaggio giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe.
Luca 10:33-34

(Gesù disse:) “Vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io”.
Giovanni 13:15

Il buon Samaritano

La legge di Dio, data al popolo d’Israele tramite Mosè e scritta nella Bibbia, ordinava di amare il prossimo come se stesso. Rispondendo alla domanda che gli fa un dottore della legge: “Chi è il mio prossimo?”, Gesù racconta la storia di un uomo che è stato vittima di un agguato. Moribondo, accasciato a lato della strada, derubato di tutto, il malcapitato viene soccorso da un Samaritano di passaggio.
Ispirandosi a quella parabola del Signore, definire uno un “buon Samaritano” significa dire che è buono, che compie gesti caritatevoli nei confronti del prossimo. Ma con quel racconto il Signore non vuole soltanto incitarci a dare prova di bontà verso i bisognosi, ma vuole farci comprendere quale sia il nostro stato morale: esattamente quello del povero uomo assalito dai malviventi. Non è forse questo il destino di tutte le persone che vivono senza Dio? Sono alla mercé di Satana e tutte hanno di fronte la morte, senza la speranza di essere soccorse. Il buon Samaritano è una figura del Signore Gesù, che è sceso dal cielo per cercare e salvare quelli che erano perduti, e prendersi cura di loro.
“Quale ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté nei ladroni?”, chiede Gesù al termine del racconto; e il dottore della legge rispose: “Colui che gli usò misericordia” (Luca 10:36-37).
Gesù è venuto sulla terra come un uomo, è stato il “nostro prossimo” dando se stesso a morire sulla croce per salvarci. Se conosciamo il suo amore verso di noi, come possiamo non avere compassione dei bisognosi che ci stanno intorno?

lunedì 14 ottobre 2019

14 ottobre


O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite.
Isaia 55:1

Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.
Apocalisse 22:17

Gesù e la Samaritana
(Leggere Giovanni 4:5-15)

Una donna samaritana va ad attingere acqua al pozzo di Sicar. Ha sete, e la sua brocca è vuota, così come è vuoto il suo cuore assetato di perdono e di pace. Ha goduto dei piaceri carnali, ma non ha trovato la felicità. È sola; forse non vuole incontrare nessuno, perché ha vergogna della propria vita.
Ma chi vede? Un uomo stanco, che sembra aspettarla, è seduto sull’orlo del pozzo; ma quell’uomo è un Giudeo, e fra i Samaritani e i Giudei non correva buon sangue. La donna arriva fino al pozzo per prendere l’acqua ed ecco che quell’uomo le parla con dolcezza e le dice: “Dammi da bere”.
Lei replica con fermezza: “Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”
Gesù risponde: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva”.
Dell’acqua viva? L’argomento le interessa. Allora Gesù aggiunge: “Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete”.
Quella donna ha trovato in Gesù la sorgente dell’acqua viva, la sorgente della felicità. Ha trovato il Salvatore del mondo.
Se cerchi di soddisfare la tua sete di felicità e ascolti la sua voce, sappi che Gesù Cristo è sempre pronto a donare alla tua anima quell’acqua viva, cioè la vita eterna, la pace dell’anima e il riposo della coscienza.

domenica 13 ottobre 2019

13 ottobre


L’empio fa un’opera illusoria.
Proverbi 11:18

Chi scava una fossa vi cadrà, e la pietra torna addosso a chi la rotola.
Proverbi 26:27

L’ingannatore ingannato

Paolo e Sila erano in prigione coi piedi bloccati dai ceppi; e lì, benché incatenati, cantavano lodi a Dio, e gli altri prigionieri li ascoltavano (Atti 16:25). Come sarà apparso strano udire delle lodi rivolte a Dio in un luogo in cui, solitamente, si udivano ingiurie, imprecazioni e gemiti!
Ma ecco che “a un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell’istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono” (Atti 16:26). Paolo e Sila ne approfittarono per fuggire? No. Anzi, quando si accorsero che il carceriere, vedute tutte le porte del carcere spalancate, aveva sguainato la spada per suicidarsi, “pensando che i prigionieri fossero fuggiti”, Paolo gli gridò ad alta voce: “Non farti del male”. Allora il carceriere, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila, e disse: “Signori, che debbo fare per essere salvato?” La risposta fu semplice e immediata: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato”. E lui credette e “si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio” (Atti 16:27-34).
Satana pensava di ostacolare l’Evangelo facendo imprigionare Paolo e Sila, e invece ha contribuito alla sua diffusione. Aveva tentato di eliminare i due servitori di Cristo, invece ecco che delle anime si sono convertite! Non scoraggiamoci e testimoniamo della nostra fede in qualunque circostanza ci veniamo a trovare. Il Signore saprà come far progredire la sua opera in maniera straordinaria e spesso inimmaginabile.

sabato 12 ottobre 2019

12 ottobre


SIGNORE, ascolta la mia preghiera e giunga fino a te il mio grido!... Nel giorno della mia sventura porgi il tuo orecchio verso di me; quando t’invoco, affrèttati a rispondermi.
Salmo 102:1-2

Quest’afflitto ha gridato, e il SIGNORE l'ha esaudito; l’ha salvato da tutte le sue disgrazie.
Salmo 34:6

La preghiera di Anna
Leggere 1° Samuele 1

Il sacerdote Eli è seduto nel tempio di Dio a Silo, e osserva una donna che prega a bassa voce. Vede le sue labbra che si muovono, ma non ode nulla.
Chi è quella donna? Si chiama Anna ed è venuta con suo marito, come ogni anno, ad adorare Dio. Anna soffre immensamente per il fatto di essere sterile perché questo la rende oggetto di scherno soprattutto da parte dell’altra moglie che invece ha avuto dei figli. Profondamente ferita e rattristata, è venuta alla casa di Dio. Anna conosce Dio; sa che in quel luogo può incontrarlo ed è certa che Egli ascolterà la sua preghiera. La sua disperazione rimane tra lei e il suo Dio; nessun altro ode il suono della sua voce.
Eli è all’oscuro di tutto, ma quando viene a sapere la sua storia le dice: “Va’ in pace, e il Dio d’Israele esaudisca la preghiera che gli hai rivolta!”. L’anno successivo suo marito ritorna al tempio, ma Anna è rimasta a casa perché Dio le ha donato un figlio, come lei aveva desiderato e chiesto. L’ha chiamato Samuele e l’ha consacrato a Dio; più tardi diventerà un grande profeta.
Questo brano ci insegna che coloro che conoscono Dio possono confidargli i loro problemi, le loro preoccupazioni, i loro dolori. Non sanno come Dio intenderà rispondere, ma sono sicuri che ascolterà le loro preghiere e darà loro la pace del cuore.
E tu, lettore, quando attraversi delle difficoltà o quando la tua coscienza ti tormenta, fa’ una preghiera a Dio. Egli ti risponderà, siine certo. Egli ti conosce, vede le tue difficoltà e desidera che tu gli chieda aiuto. Dagli fiducia.

venerdì 11 ottobre 2019

11 ottobre


Cristo… è morto per gli empi.
Romani 5:6

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio!
1 Giovanni 3:1

Voi l’accettaste… come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete.
1 Tessalonicesi 2:13

Per noi, in noi, di noi, con noi

Queste quattro affermazioni racchiudono tutto il lavoro che Dio compie in favore dei credenti.
Per noi. Gesù Cristo è morto al nostro posto per cancellare per sempre, davanti a Dio, i peccati che ci separavano da Lui. “Cristo è morto per noi” (Romani 5:8).
In noi. Per mezzo dello Spirito Santo, Dio lavora nel cuore degli uomini per spingerli al pentimento e ad accettare personalmente la salvezza che Egli offre. Lo Spirito Santo è la potenza che opera nei credenti (Efesini 3:20). “È Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo” (Filippesi 2:13).
Di noi. Dio fa suoi figli tutti quelli che credono. Legati indissolubilmente a Gesù Cristo, i credenti formano la famiglia di Dio. A causa dei loro peccati erano lontani da Lui, ma per l’opera della croce hanno ottenuto con Dio, diventato loro Padre, una relazione di figli. “Avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: Abbà! Padre! Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio” (Romani 8:15-16).
Con noi. Come un artigiano utilizza i suoi attrezzi, Dio desidera utilizzare i credenti nel lavoro che svolge sulla terra; li ha salvati anche per questo, ed è una gioia per loro poterlo servire. Dopo essere risuscitato, il Signore Gesù ha mandato i suoi discepoli a predicare il Vangelo in tutto il mondo, dicendo loro: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20).

giovedì 10 ottobre 2019

10 ottobre


E non v’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto (Dio).
Ebrei 4:13

Se camminiamo nella luce, com’egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro.
1 Giovanni 1:7

Dio vede tutto

Supponete di avere un dipendente che considerate irreprensibile perché capace, assiduo, puntuale, si impegna con serietà e gode della stima dei suoi colleghi.
Un giorno, però, con vostra grande sorpresa, vedete questo impiegato modello uscire furtivamente dall’ufficio nascondendo nel cappotto un oggetto prodotto dalla società, dirigersi verso la sua auto e mettere l’oggetto nel bagagliaio Cosa pensereste di lui?
Immediatamente la vostra opinione su quel dipendente cambierebbe totalmente e vedreste il suo solito comportamento sotto una luce diversa; tutto ciò che svolgerà con tanta devozione vi sembrerà sospetto, perché lo sapete capace di atti disonesti.
Dio ci vede meglio di chiunque altro. Dio vede tutto, ascolta tutto e conosce anche i nostri pensieri più segreti; non ne rimane sorpreso e non è colto impreparato. Anche se abbiamo un comportamento all’apparenza irreprensibile, non saremo mai all’altezza della sua giustizia e santità; ma, nonostante questo, se conosciamo Dio sappiamo che ci ama.
A seconda di quanto lo conosciamo, il suo sguardo può imbarazzarci oppure rassicurarci. Se lo consideriamo come un giudice, avremo paura del suo sguardo che penetra ogni cosa, ma se è diventato il nostro Padre, cioè colui che ha mandato Gesù Cristo per salvarci e farci conoscere la sua grazia, il suo sguardo ci consola perché sappiamo che il suo amore è infinito. Sapere che nulla sfugge al nostro Padre celeste è confortante, rassicurante e indispensabile per una relazione di vera comunione con Lui.

mercoledì 9 ottobre 2019

09 ottobre


L’anima mia è sazia di mali… Sono come un uomo che non ha più forza... e sono smarrito.
Salmo 88:3, 4, 15

Voi siete da Dio, figlioli… Colui che è in voi (lo Spirito Santo) è più grande di colui che è nel mondo (il maligno).
1 Giovanni 4:4

Il credente e la depressione (2)

“Il credente che attraversa un momento di depressione ha la tendenza a combattere con la propria coscienza. Riguardo a questo problema ho imparato a non farmi opprimere dai sensi di colpa che mi assalivano, perché so che il diavolo è un eccellente accusatore (Apocalisse 12:10) e fa di tutto per scoraggiarci.
Ma come sapere se un sentimento di colpa è il frutto di una falsa accusa che Satana insinua in noi, oppure se viene dallo Spirito Santo che vuole riprenderci? Le accuse del diavolo colpiscono ad ampio raggio e non toccano le nostre azioni, bensì la nostra persona, convincendoci, ad esempio, di non essere degni dell’amore di Dio. Lo Spirito Santo, invece, agisce in maniera completamente diversa: è diretto e attira la nostra attenzione su un errore preciso che abbiamo commesso, mostrandoci che dobbiamo giudicarlo e abbandonarlo e assicurandoci, se facciamo così, il perdono di Dio.
Quando vi sentite colpevoli, se dopo un serio esame di coscienza non riuscite a determinarne la causa, non esitate a vedere in quello una manovra meschina del diavolo, e non tenetene conto.
Ho anche imparato a non credere a tutto ciò che viene detto. Se vi dicono: “La depressione è un peccato”, non credeteci. La depressione può anche essere la conseguenza di un peccato, ma non è un peccato, è una malattia. Nel libro dei Salmi, certe espressioni sembrano proprio quelle di una persona depressa che poi trova consolazione in Dio. Il Signore ci parla anche quando siamo nella debolezza e non ci dirà mai che ci abbandona; anzi, la sua dolce voce ci rassicura del suo amore e della sua presenza.”