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mercoledì 31 agosto 2016

31 Agosto

Tutti coloro che credono… sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
Romani 3:22-24

… per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.
Efesini 2:7

Tutto gratuitamente

La grazia di Dio si rivela assolutamente e totalmente gratuita. Non dovremo mai rimborsarla. Come potremmo? Eppure fatichiamo molto a liberarci dell’idea che non si ha niente con niente. Questa nozione, confortata dal nostro egoismo naturale, è umana, mentre la grazia è divina, venuta per mezzo di Gesù Cristo incontro ai nostri bisogni, che non si aspetta contropartita da parte nostra. Se non fosse così, la salvezza non sarebbe per nessuno.
Inoltre, questa pretesa non sarebbe altro che un oltraggio a Dio. Immaginiamo di essere ospiti di amici che ci hanno invitati a pranzo. Quando questo è terminato, prolunghiamo la conversazione davanti a una tazza di caffè, poi ci alziamo e, al momento di accomiatarci, mettiamo la mano in tasca, chiedendo: “Allora, quanto vi devo?” Che offesa sarebbe! Perché dunque il nostro mondo è pieno di persone convinte di dover pagare Dio in cambio di tutti i suoi doni?

Non è così della grazia. Cristo è venuto sulla terra per soddisfare le esigenze di Dio quanto al peccato. Non abbiamo altro da fare che ricevere questa grazia, accettare il dono gratuito della vita eterna, ringraziare Colui che ce la offre con tanta bontà, dimostrandogli con il nostro modo di vivere che, a nostra volta, lo amiamo.

martedì 30 agosto 2016

30 Agosto

Ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo.
Filippesi 3:8

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
Efesini 1:3

Il mio giardino è molto alto

Un commerciante cinese, un tempo ricco e facoltoso, quando si convertì alla fede cristiana, constatò che tutti quelli del suo clan gli voltavano le spalle. Ebbe sempre meno clienti e dovette, a poco a poco, vendere tutti i suoi beni. Un giorno un amico andò a trovarlo; quando vide la modesta capanna ed il piccolo terreno di cui ormai il commerciante doveva accontentarsi, si mise a compatirlo. Allora il cristiano gli rispose. “Sì, il mio orto è piccolo, non molto lungo, né largo”. Poi, indicando il cielo con la mano, aggiunse con un sorriso: “Ma è molto alto!” Sulla terra, aveva quasi perso tutto, ma le sue ricchezze dal lato del cielo erano senza limiti!
Come l’apostolo Paolo, che ha scritto i versetti sopra citati, quell’uomo è un modello per tutti coloro che hanno Gesù Cristo come Salvatore. Amici cristiani, molti di noi godono di un livello di vita confortevole. Come reagiremmo se dovessimo esserne privati? Sapremmo rallegrarci di aver accesso in permanenza “all’immensa ricchezzadella grazia di Dio (Efesini 2:7)?

Ricordiamo quello che Gesù diceva ai suoi discepoli: “Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché, dove è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6:19-21).

lunedì 29 agosto 2016

29 Agosto

Giuseppe rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: “Come potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?”
Genesi 39:8-9

Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo.
1 Giovanni 2:15

Saper dire di no (II)

Ieri siamo stati colpiti dalla testimonianza di fedeltà e di fede di Daniele al suo Dio. Oggi, l’esempio di Giuseppe, venduto dai suoi fratelli a degli Egiziani e poi schiavo alla corte del Faraone, ci fa riflettere sulla purezza nelle nostre relazioni. Egli rifiuta fermamente le proposte della moglie del suo padrone; conosceva la volontà di Dio a questo riguardo, e gli ubbidisce. In seguito, Dio lo fa liberare, lo benedice, gli dà una moglie e una famiglia (Genesi 39 a 41).
Un altro uomo di Dio seppe, anche lui, dire “no” al mondo. È Mosè. “Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del Faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato” (Ebrei 11:24-25). Eccolo davanti a una scelta. Da un lato gli onori, la potenza, le ricchezze e le delizie del peccato; dall’altra l’afflizione, l’ira del re, ma l’approvazione di Dio. Se avesse ragionato con la sua testa, la scelta sarebbe stata facile: mantenendo la sua posizione quasi regale non avrebbe forse potuto servire nel modo migliore il popolo di Dio? No. Qualunque ne fosse il prezzo, disse no al mondo. Più tardi, “l’Eterno parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con il proprio amico” (Esodo 33:11).

Che sappiamo imitare, nella nostra vita cristiana, la fede di questi uomini che hanno accettato dei sacrifici, e che Dio si è compiaciuto di benedire. Pensiamo alla gioia del Signore Gesù quando rifiutiamo di rinnegare il suo nome.

domenica 28 agosto 2016

28 Agosto

Il popolo disse a Giosuè: “Noi serviremo l’Eterno”.
Giosuè 24:21

Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
1 Giovanni 5:4

Saper dire di no (I)

L’Antico Testamento, prima parte della Bibbia, è molto ricco di esempi di credenti che hanno onorato il loro Dio con la propria fede. Parecchi sono citati nel Nuovo Testamento (Ebrei 11).
Daniele, giovane ebreo, deportato a Babilonia, lontano dal suo paese, schiavo del re Nabucodonosor, era invitato a nutrirsi di carni raffinate, servite alla tavola del monarca, e del vino che questi beveva. Non aveva forse il dovere di ubbidire al re e di onorarlo, condividendo il banchetto che questi gli offriva? Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con i cibi raffinati del re, un re che onorava i falsi dei (Daniele 1:8). Non ignorava che una disubbidienza al re l’avrebbe esposto alla morte. Che cosa bisognava dunque fare? Rifiutare il nutrimento proposto, oppure semplicemente accettare quel regime di favore? Non sembra che Daniele abbia avuto la minima esitazione: “prese in cuor suo la decisionedi non contaminarsi; una decisione drastica, perché amava il suo Dio e voleva essergli fedele

La sua scelta non dipendeva da interessi personali. Non era neppure la scelta più facile. I suoi affetti erano tutti per il suo Dio, ed egli prese la ferma decisione di ubbidirgli. Non si occupò delle conseguenze del suo rifiuto; erano nelle mani di Dio. Allora Dio lo benedisse e gli diede una sapienza e un’intelligenza dieci volte superiori a quelle che possedevano i saggi della Caldea.

sabato 27 agosto 2016

27 Agosto

Questo è giorno di buone notizie.
2 Re 7:9

Ravvedetevi e credete al Vangelo.
Marco 1:15

Buona notizia!

Percorrendo la storia dell’umanità, ci sentiamo afflitti per i comportamenti distruttivi, tenuti da tutte le generazioni, e preoccupati dell’avvenire che l’uomo di oggi prepara per i nostri figli. Certe persone riconoscono che la natura umana racchiude in sé qualche inclinazione malvagia, ma persistono nel sostenere che tuttavia questa natura può essere migliorata. È il falso intento di molte religioni e ideologie. Ma gli sforzi degli umanisti hanno dimostrato l’impotenza dell’uomo di uscire da solo dal male.
Ma la buona notizia annunciata da Gesù Cristo è sempre attuale. Lui in persona, Dio e uomo nello stesso tempo, è venuto incontro all’uomo, impegolato nella sua situazione senza uscita! La buona notizia è che Dio non chiede agli uomini di fare degli sforzi, ma che lui è venuto per salvare e liberare tutti quelli che confidano in lui. La buona notizia è che la mano di Dio afferra quella dell’uomo pentito per strapparlo alla sua condizione disperata, dandogli una nuova vita e una nuova natura di origine divina. Dio, in Gesù Cristo, fa conoscere questa buona notizia; Egli si rivela a coloro che hanno riconosciuto i loro limiti e che sanno e credono che c’è speranza solo in Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

La riceverete questa buona notizia?

venerdì 26 agosto 2016

26 Agosto

Io ti conosco personalmente
Esodo 33:12

Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato.
Atti 16:31

Quando Dio mi dà del tu

Un editorialista cristiano scrive: “L’Evangelo non si legge alla terza persona plurale, ma alla seconda singolare”. Che cosa intendeva dire con questo?
L’Evangelo non è né un racconto storico, né una dottrina religiosa. È una notizia prodigiosa, annunciata da Dio ad ogni essere umano. Dio “dà del tu” all’uomo parlandogli. Si rivolge a lui in modo diretto e personale. Che attenzione presto io a questo messaggio divino? Quando Dio mi parla del suo amore, mi sento coinvolto? Posso affermare come l’apostolo Paolo: il Figlio di Dio (una persona tanto grande) ha amato me (persona così insignificante) e ha dato se stesso per me (Galati 2:20)? Per me, come se fossi il solo tra miliardi di miei contemporanei! Per me, di cui Egli conosce tutta la storia, una storia che è tutt’altro che brillante… Per me, che forse mi sono turato le orecchie tante volte udendo la sua voce.

Apriamo le orecchie e soprattutto il cuore. Sentiamoci interpellati. Leggiamo i versetti più sorprendenti della Scrittura, ad esempio il versetto di Giovanni 3:16, mettendo il nostro nome al posto dei puntini: Dio ha tanto amato… che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché…, che crede in lui, non perisca, ma abbia vita eterna. Lasciamo agire la Parola di Dio, facendo l’esperienza che essa è vivente ed efficace come una spada (Ebrei 4:12-13). Lasciamo che questa Parola raggiunga e colpisca la nostra coscienza. 

giovedì 25 agosto 2016

25 Agosto

Verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero, secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità.

2 Timoteo 4:3-4


A chi credere?


I tempi sono seri. L’orizzonte diventa sempre più scuro; né i filosofi né i politici potranno convincerci del contrario. Si attacca il cristianesimo, si nega l’ispirazione divina delle Sacre Scritture; la superstizione, una falsa pietà, una religione compiacente e mondana, tutte queste tendenze preparano la strada all’infedeltà e all’ateismo.
Che cosa ci occorre per resistere a queste tendenze? Un rispetto profondo della Parola di Dio, una sottomissione totale alla sua autorità. Poniamoci sempre questa domanda: “Che dice la Scrittura?” (Romani 4:3). È necessario porre la Parola di Dio al di sopra di tutto e considerare ogni ragionamento che venisse a scuoterne l’autorità come proveniente direttamente dal padre della menzogna, il diavolo. Chiunque aggiungesse o togliesse qualcosa al libro di Dio, anche se si vantasse di un titolo religioso, sarebbe un agente di Satana.
Gesù Cristo ha detto: “Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno” (Giovanni 12:48).

“Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato (il Padre), ha vita eterna e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).

mercoledì 24 agosto 2016

24 Agosto

Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori… radicati e fondati nell’amore.

Efesini 3:17, 18

 

Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio.

2 Corinzi 5:20

 

 

Attaccamento al Signore

 

Barnaba esortava i cristiani di Antiochia ad “attenersi al Signore con cuore risoluto” (Atti 11:23). Un cuore distratto è il veleno della vita cristiana. Quando un cuore è pieno di Cristo, le vanità di questo mondo non hanno più attrazione per lui. Se Cristo abita nei vostri cuori per la fede, non direte: “Che male c’è a fare questo o quello?”, ma piuttosto: “Faccio questo per Cristo? Cristo può accompagnarmi in quel luogo?” Se siete in comunione con lui, capirete subito quello che non viene da lui.

Non permettete al mondo di entrare nella vostra vita e di distrarre i vostri pensieri! Parliamo particolarmente a voi, giovani; i più anziani hanno già fatto l’esperienza di ciò che è questo mondo e sanno quello che vale! Il mondo cerca di sedurvi, ma i suoi sorrisi sono ingannevoli; non potrebbe mantenere nulla di ciò che promette, ma continua a promettere. I vostri cuori sono troppo grandi perché il mondo possa riempirli, ma non sono troppo piccoli per Cristo che riempie il cielo! Egli vuole riempirli fino a farli traboccare.


Non ritenetevi soddisfatti finché non sarete in grado di camminare e di parlare con Cristo come con un caro amico. Solo una comunione intima con Colui che vi ha amati di un amore infinito può colmarvi il cuore.

martedì 23 agosto 2016

23 Agosto

Beati voi che seminate in riva a tutte le acque.
Isaia 32:20

Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi.
1 Pietro 3:15

Il facchino n°42

In una grande stazione di New York, una giovane donna che spinge una sedia a rotelle chiede a un facchino:
– Per favore, potrebbe accompagnare mia madre al treno per Filadelfia? Ho ancora una commissione da fare.
Il facchino acconsente e, mentre si sta aprendo un varco tra la folla, si accorge che l’anziana signora si asciuga le lacrime.
– È sua figlia la signora che si sta allontanando? le chiede.
– Sì… io sono malata, molto malata, e il medico mi ha fatto capire che avrò ancora molto da soffrire prima che la morte mi liberi. Nessuno mi può aiutare.
– Sì, signora, Dio può aiutarla.
– Come potrei credere in un Dio che mi fa passare per tante sofferenze?
– Signora, Dio la ama. Ha mandato sulla terra il suo Figlio Gesù Cristo che è morto per espiare i nostri peccati. Io accetto tutto come dalla mano di Dio. È Dio che guida la mia vita e vuole guidare anche la sua… Ma ecco, sua figlia sta ritornando.
– Come si chiama lei? chiede ancora la signora salendo in treno.
– Ralston Young, facchino n° 42.

Un anno dopo, il n° 42 riceve questa lettera: “Mia madre è deceduta ieri. Mi ha incaricata di dirle che se n’è andata in pace, confidandosi in Dio. La famiglia le esprime la sua riconoscenza”.

lunedì 22 agosto 2016

22 Agosto

Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato.
Luca 15:32

Il Signore… è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
2 Pietro 3:9

Ai genitori di un figlio sbandato
(Leggere Luca 15:20 a 32)

Quanti genitori cristiani pregano per il ritorno di un figlio che si è allontanato dalla fede e dalla benedizione! Che sofferenza quando non si ha la certezza della salvezza dei propri cari, e ancor di più quando il loro comportamento dimostra chiaramente che sono ancora nei loro peccati! Ma Dio vuole consolarci e darci speranza; la parabola del “figlio prodigo” c’incoraggia ad avere la stessa pazienza del nostro Padre celeste. Egli conosce tutto in anticipo e sa fino a quali estremi dovrà giungere un peccatore perché si produca in lui il pentimento necessario; diamogli il tempo di fare il suo lavoro nei cuori. Al minimo segno di ritorno, Dio è pronto a concedere il suo perdono. “Mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò” (Luca 15:20).

Dobbiamo contare di più sulla grazia di Dio. Noi amiamo i nostri figli, ma lui li ama molto più di noi e li vuole per sé. Quindi, non perdiamo “la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chiesto” (1 Giovanni 5:14-15).

domenica 21 agosto 2016

21 Agosto

Di lui (Gesù Cristo) attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati, mediante il suo nome.

Atti 10:43


In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.

Colossesi 1:14

 

Il perdono dei peccati


Dio non passa alla leggera sul peccato e non considera innocente il colpevole (Numeri 14:18). Santo e giusto, può perdonare i peccati soltanto se ha una “prova” che attesti il “pagamento del debito” (Matteo 18:25). Qual è dunque il prezzo preteso da Dio per il perdono dei peccati? “Senza spargimento di sangue, non c’è perdono” (Ebrei 9:22). Ma occorreva il sangue di una vittima perfetta che, essendo senza peccato, potesse espiare, con il suo sacrificio, i peccati degli altri. Soltanto “il sangue di Gesù… ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7). Per mezzo di una sola offerta, quella di se stesso, Cristo ci ha resi perfetti per sempre (Ebrei 10:14). Tutto ciò che Dio chiede al peccatore pentito è di credere al valore del sacrificio di Cristo. Dio stesso ha dimostrato di essere soddisfatto per la perfezione di quel sacrificio: ha risuscitato Gesù e l’ha fatto sedere alla sua destra. Da quando crede al valore del sacrificio di Cristo, il peccatore perdonato non teme né gli attacchi perfidi di Satana né la giusta ira di Dio contro il peccato.
Lettori, se però non volete credere a ciò che Dio vi dice, dove andrete con il vostro peccato? Esso “vi ritroverà” (Numeri 32:23); e il Signore Gesù, la cui offerta di grazia avrete rifiutato, pronuncerà su di voi una giusta e inappellabile condanna (Apocalisse 20:11).

“Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” (Ebrei 2:3).

sabato 20 agosto 2016

20 Agosto

(Profezia riguardo a Cristo:) Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.

Isaia 53:5


Egli guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe.

Salmo 147:3


La vetrata rotta


Durante la violenta guerra civile che infuriò in Inghilterra nel 17° secolo, le truppe nemiche penetrarono nella cattedrale di Winchester e distrussero di proposito tutte le vetrate. Alcuni abitanti riuscirono tuttavia a ricuperare tra le macerie parecchi frammenti di quelle vetrate. Così più tardi, al momento del restauro della cattedrale, un artigiano poté creare con quei frammenti una magnifica vetrata. Attraverso quel mosaico dai vari colori, sole o nubi riflettevano una nuova luminosità.

Lettori, forse anche nella vostra vita si è infranto qualcosa. La perdita di un essere amato, la malattia, la disoccupazione, il divorzio, un handicap… Uno di questi avvenimenti potrebbe avervi colpito di petto, facendo della vostra vita un incubo, senza prospettive per l’avvenire. Ma c’è una buona notizia che illumina questo quadro oscuro: anche se vi sentite come distrutti, non siete soli! Qualcuno è attento alla vostra sofferenza. È Gesù, il Figlio di Dio, Colui che è stato “trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità”. Lui è l’unico che può ricostruire la vostra vita, se gliene portate i frammenti, riconoscendo il bisogno di perdono per le vostre colpe. Chi di noi non ha peccato? Quelle colpe, Cristo le ha fatte sue alla croce del Calvario. Allora riceverete il suo perdono e potrete affidare la vostra vita al divino Artigiano, iniziando così una nuova esistenza. Certo, le difficoltà non mancheranno; con il sole, ci saranno anche le nubi, ma la luce divina filtrerà sempre e darà alla vostra vita una luminosità senza pari.

venerdì 19 agosto 2016

19 Agosto

La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali.
Colossesi 3:16

Più presso a te, Signor…

Un fratello in fede, francese, reduce dell’ultima guerra mondiale, ci ha raccontato alcune esperienze che l’avevano impressionato ed incoraggiato, nonostante la crudeltà di quei tempi.
Un giorno la sua compagnia si trovava al fronte, in prima linea, e aveva ricevuto la visita del cappellano. L’ufficiale di comando aveva autorizzato gli uomini che lo desideravano a radunarsi, una decina, in un boschetto vicino, da dove potevano essere richiamati in qualsiasi momento. Il cappellano parlò loro del Signore Gesù e della sua promessa di essere costantemente vicino ai suoi, in qualunque luogo. Dopo una lettura della Bibbia ed una preghiera, propose di cantare un cantico. Di comune accordo, fu scelto un inno che tutti conoscevano, e di cui esiste anche la versione in italiano:
Più presso a te, Signor, - venir desìo;
è il grido del mio cuor, - lo ascolta, o Dio.
Nei foschi dì del duolo, - allor ch’io soffro, solo,
mi guidi ognor la fé, - più presso a te.
Il canto s’innalzò, dapprima timido, appena percettibile; poi prese forza e, alla fine, i soldati cantavano a voce spiegata.

Poi raggiunsero la loro postazione. Ma, improvvisamente, s’innalzò dalle file dei nemici lo stesso inno, cantato in altra lingua! Era il canto della fede, quello che non ha frontiere, che unisce tutti i credenti in una medesima comunione, sotto la protezione di uno stesso Padre, il Dio e Padre del nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo.

giovedì 18 agosto 2016

18 Agosto

Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta.
Matteo 5:14

Quelli che erano dispersi se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della Parola.
Atti 8:4

Ogni cristiano è un testimone per Dio

Celso, nemico della fede cristiana nel 2° secolo, denuncia la religione “predicata da operai e ignoranti”, ironizzando a proposito di “quella gente stupida che divulga il Vangelo al lavatoio”. Invece di negare questi fatti, un autore cristiano dello stesso secolo ne trae un motivo di orgoglio e di fierezza: “Da noi, potreste trovare degli ignoranti, lavoratori manuali e vecchie donne che, con le parole, pur essendo incapaci di esporre la profondità della loro dottrina, la dimostrano con le proprie azioni. Non conoscono discorsi a memoria, ma con semplicità espongono buone opere”.
Così la fede cristiana si è sparsa con l’esempio giornaliero dei credenti più semplici. Certo, c’erano uomini pii che annunciavano il Vangelo a tempo pieno, ma il servizio e la vita quotidiana di questi credenti erano complementari. Il Vangelo non era riservato agli intellettuali o a quelli che avevano mezzi finanziari; era per tutti, ricchi o poveri, uomini o donne, schiavi o liberi. E ognuno contribuiva a diffonderlo.

Ciò che era vero nel 2° secolo, lo è ancora nel 21°. Il Vangelo fa progressi, innanzi tutto grazie a persone che, pur lavorando per guadagnarsi da vivere, parlano della loro fede a coloro con cui sono a contatto ogni giorno. La fede si diffonde per mezzo di credenti che amano realmente quelli che hanno attorno e acquistano la loro fiducia con il proprio comportamento. Il loro modo di vivere onora l’insegnamento del Dio Salvatore e dimostra il prezzo che ha per loro il Signore, tesoro della loro vita.

mercoledì 17 agosto 2016

17 Agosto

Se uno dice: “Io amo Dio”, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché, chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello.

1 Giovanni 4:20-21



L’amore cristiano


Qual è la perfezione dell’amore? È amare anche i nostri nemici, e amarli con lo scopo di farli diventare nostri fratelli.
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All’amore piace servire; all’orgoglio e all’egoismo piace essere serviti.
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L’amore dà prova della sua autenticità nella fedeltà, ma raggiunge la sua pienezza nel perdono.
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È praticando l’amore che perdona che convinceremo dell’amore di Dio coloro che ci circondano.
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Cristiani, non possiamo amare veramente Dio senza amarci gli uni gli altri. Non nego che questo sia difficile; ma, se non lo facciamo, è come se dicessimo a Dio: “Non ti amo abbastanza da poter amare mio fratello”.
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Più i raggi di una ruota si avvicinano al centro, più si accostano gli uni agli altri. Amici cristiani, più ci avviciniamo a Dio, più saremo vicini gli uni agli altri. Viceversa, se io non ho comunione reale e vivente con i miei fratelli, è la prova che non ne ho neppure con Dio. Tutto quello che, per colpa mia, costituisce una barriera tra me e un mio fratello, ne innalza contemporaneamente una tra Dio e me.

martedì 16 agosto 2016

16 Agosto

Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo.

Filippesi 2:14-15


Soddisfatti della nostra sorte


Intorno a noi vediamo molte persone che non sono mai contente della propria sorte, del loro lavoro e dell’ambiente in cui vivono. Non dovrebbe mai essere così per i credenti.
Pensiamo all’apostolo Paolo che, dalla sua prigione a Roma, esprimeva la propria gioia ed esortava i Filippesi a rallegrarsi con lui di appartenere al Signore! Sì, manifestiamo con il nostro comportamento e la nostra gioia di appartenere a questa famiglia il cui Padre, onnipotente, agisce sempre con saggezza perfetta per il vero bene dei suoi figli.
Senza mormorii e senza dispute, perché è Dio che ha posto davanti a me il compito che mi aspetta. Esso mi pare poco gratificante e monotono? È possibile, ma ha la sua utilità, forse semplicemente per insegnarmi la pazienza, la sottomissione, la fiducia. Non mi devo lamentare se il mio stipendio non è all’altezza dei miei meriti o delle necessità della mia famiglia. Faccio affidamento su Dio che nutre i passeri e sa quello che mi è necessario. Non permettiamo che i nostri pensieri si concentrino su noi stessi e sui nostri problemi, mettendo in dubbio il modo di agire di Dio nel suo piano a nostro riguardo.

Cristiani, ricordiamoci che l’animo contento e la riconoscenza sono, per quelli che ci osservano, potenti testimonianze all’amore di Dio che ha cura di noi.

lunedì 15 agosto 2016

15 Agosto

A voi che dite: “Oggi o domani andremo nella tale città, vi staremo un anno, trafficheremo e guadagneremo”; mentre non sapete quello che succederà domani! Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce. Dovreste dire invece: “Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest’altro.
Giacomo 4:13-15

Si può credere ad ogni età


Nel mio paese abitava un anziano di 90 anni che era la memoria storica di quei luoghi. Da giovane aveva esercitato parecchi mestieri che oggi non si praticano più. Benché avesse solo la licenza elementare, era stato anche segretario in comune. Inoltre era il miglior cacciatore della regione, benché cacciasse senza cane, usando solo la sua conoscenza dei luoghi e della selvaggina.
Naturalmente, mi piaceva incontrarlo; non mi sarei mai stancato di fargli delle domande.
Ma un giorno ho avuto uno scrupolo. Ho detto tra me: tu approfitti molto della conoscenza e dell’esperienza di questo anziano, ma di quello che sai tu, del tesoro che possiedi, non gliene parli mai. Cosciente di questa ingratitudine, gli regalai un Nuovo Testamento, e quell’anziano lo divorò, letteralmente. Fece presto a leggerlo e ricevette con gioia il Signore Gesù come suo Salvatore. Aveva dovuto aspettare 90 anni, perché l’amore di Dio penetrasse nel suo cuore. Fu un salvato dell’ultima ora, perché la sua vita terrena si concluse poco dopo quella lettura.

A 90 anni, non era troppo tardi per afferrare la salvezza di Dio. Ma non aspettiamo di avere quest’età per volgerci a Gesù Cristo. Non abbiamo un giorno da perdere; il domani non ci appartiene.

domenica 14 agosto 2016

14 Agosto

L’ultimo nemico che sarà distrutto, sarà la morte.

1 Corinzi 15:26


O morte, dov’è la tua vittoria?
1 Corinzi 15:55



L’ultimo nemico


Gli antichi dicevano che l’uomo ha sette compagni: la fame, la sete, il caldo, il freddo, la fatica, la malattia e la morte. Nei nostri paesi occidentali, in linea di massima, abbiamo allontanato i primi quattro di questi cattivi compagni. Ma il quinto e il sesto sono sempre ben presenti, nonostante i progressi della medicina. L’ultimo rimane, immutato, assoluto, universale. L’apostolo Paolo lo chiamava “l’ultimo nemico”, e Giobbe “il re degli spaventi”.
Davanti alla prospettiva della morte, notiamo generalmente due atteggiamenti diversi. Il primo, come diceva il poeta greco Menandro, è: “Mangiamo e beviamo, perché domani morremo” (1 Corinzi 15:32); in fondo, è una fuga, perché i fatti sono lì, la morte c’è, e bisogna prepararvisi.
Il secondo atteggiamento accetta questo fatto ineluttabile e s’interroga sul senso, sul significato della vita e su quello che succede dopo la morte. Ma come avere delle risposte? Soltanto leggendo la Bibbia: essa afferma che, dopo la morte, viene il giudizio (Ebrei 9:27), ma dice anche che chi crede nel Signore Gesù non viene in giudizio (Giovanni 5:24).

Per chi ha confidato nel Signore Gesù, la morte è una porta che lo fa entrare in un universo spirituale di luce piena, alla presenza stessa di Dio. È la luce della vita. Gesù è la sorgente e il centro di questo universo di vita.

sabato 13 agosto 2016

13 Agosto

Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza?

Salmo 139:7


Omissione di soccorso

Un automobilista ha travolto un pedone, poi è fuggito senza preoccuparsi dello stato della vittima. Fuggendo spera di sottrarsi alle conseguenze della sua colpa.
L’omissione di soccorso fuggendo dopo l’incidente costituisce una circostanza aggravante, severamente condannata dalla legge. Sfuggire alle proprie responsabilità e volersi sottrarre alle conseguenze delle nostre azioni è un atteggiamento frequente anche nei confronti di Dio. Ognuno deve rendergli conto, ma molti rifuggono questo confronto. Rifiutando di guardare la realtà in faccia, aggiungono alle loro colpe (e chi pretenderebbe di essere innocente?) quella di “fuggire” davanti a Dio che pure li cerca. Sentendosi a disagio, evitano di parlarne e persino di pensarci. Tentano di persuadersi che Dio non esiste, oppure nutrono la vaga speranza che Dio non giudicherà il loro comportamento.
Vi sono dei reati che rimangono impuniti dai tribunali degli uomini, ma nessuno sfuggirà al giudizio di Dio. Presto o tardi, ognuno avrà da rendere conto della sua vita davanti a lui. Ma a quelli che si riconoscono colpevoli, Dio presenta oggi Gesù Cristo come Salvatore, morto sulla croce per cancellare le colpe e i peccati di quelli che si pentono.

Invece di fuggire, cerchiamo il contatto con Dio per mezzo della preghiera e della fede. Egli vuole perdonarci, liberarci la coscienza, riempirci il cuore e la vita del suo amore e della sua pace. Afferriamo oggi la sua grazia.

venerdì 12 agosto 2016

12 Agosto

Se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, Dio ci esaudisce. Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chieste.

1 Giovanni 5:14-15



Dio risponde sempre

Esiste un’autorità che il credente è felice di riconoscere, quella di Dio, che per lui è anche un Padre, non solo giusto e saggio, ma sovranamente buono, pieno d’amore per i suoi figli. Quando questi lo pregano, possono essere certi che ogni richiesta, fatta secondo la volontà del loro Padre, sarà esaudita.
Ma i credenti non devono dimenticare che rimangono sempre limitati nei loro pensieri. L’apostolo Paolo ricorda: “Non sappiamo pregare come si conviene” (Romani 8:26). Questo deve impedirci di pregare? Certamente no. Noi esponiamo i nostri bisogni come li sentiamo, e Dio risponde secondo la sua conoscenza perfetta, la sua sapienza e il suo amore. Dobbiamo avere fiducia in lui che approverà quello che è secondo il suo pensiero, ma non ci darà mai ciò che non sarebbe per il nostro bene. Questa, amici credenti, per noi è una sicurezza.

A volte ci sembra che le nostre preghiere non siano ascoltate, perché non otteniamo le cose così come le abbiamo chieste. Dio non è sordo; certamente risponderà, ma non è detto che ci dia esattamente le cose che gli abbiamo chiesto. Lui sa cosa è veramente bene per noi. Può avere delle cose migliori in serbo per noi. E, comunque, non dimentichiamoci di rimetterci sempre alla sua santa e perfetta volontà.

giovedì 11 agosto 2016

11 Agosto

Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.

Romani 7:18



Potenza morale


I primi sforzi per evangelizzare la Scandinavia sono dovuti ad Anschaire (801-864), un missionario eccezionale. A qualcuno che gli chiedeva se avesse compiuto dei miracoli, quell’uomo di Dio rispose: “Se ne fossi degno, chiederei a Dio di concedermi un miracolo, quello di fare di me, per sua grazia, un uomo buono”. Quest’umile risposta dimostra che Anschaire conosceva bene se stesso. Sapeva che in lui “non abita alcun bene”.
Anche quando diventiamo credenti, la nostra natura malvagia rimane. Ma Dio ci dà una nuova natura, quella di Gesù Cristo risuscitato. È una vita che si schiude solo per mezzo della potenza dello Spirito Santo.
Qual è per noi il miracolo più grande? Che la vita di Gesù si manifesti pienamente in noi. Ecco la potenza che veramente ha valore. Quando Gesù aveva fame nel deserto, avrebbe potuto trasformare le pietre in pane (Matteo 4:3-4); ma la vera forza consisteva in quel momento nell’ubbidire al suo Dio. Più tardi, quella forza non l’ha spinto a distruggere i suoi oppositori, ma a morire per loro.

Vi sono credenti che hanno dato la vita per soccorrere i loro simili, altri hanno avuto la forza di separarsi dalle potenze dell’occultismo: in questo consiste la potenza morale, che ci fa rigettare il male, per quanto ci costi, e vivere per il bene. Questa potenza ci fa manifestare la verità e l’amore di Dio, come Gesù ha fatto in modo perfetto.