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venerdì 31 maggio 2019

31 maggio


“Tornate figli traviati, io vi guarirò dei vostri traviamenti!”
“Eccoci, noi veniamo da te, perché tu sei il SIGNORE, il nostro Dio”.
Geremia 3:21-22

Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza.
Isaia 30:15

Felice resa

Arrendersi all’amore di Dio vuol dire rinunciare a dibattersi per salvare se stessi, riconoscere di essere senza risorse davanti alla sua santità. È un vero mistero sapere di essere amati da un Dio che dovrebbe condannarci a causa della nostra natura ribelle!
Arrendersi, vuol dire accettare che Dio ci ami così come siamo. È dargli fiducia e credere che il suo Figlio Gesù Cristo è venuto sulla terra per portare il castigo dei nostri peccati, che è stato crocifisso per noi. Non significa niente per te il fatto che Dio possa accogliere tutti coloro che credono nel suo Figlio e considerarli giusti e non più peccatori? “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:31).
Arrendersi a Dio è dunque provare la più grande felicità della propria esistenza. È avere per mezzo di Cristo la pace con Dio, la pace dopo la lotta e la paura, una pace che si traduce in gioia e lode.
Chi diventa credente dovrà affrontare situazioni nuove e difficili, perché Satana farà di tutto per distoglierlo dal Signore e riempire la sua mente di dubbi. Ma la sua anima è liberata, calma e felice: ha trovato il suo Salvatore, il suo Signore. Ogni conversione è un autentico miracolo dell’amore divino che ci libera dalle nostre vane lotte e piega il nostro orgoglio. Io mi inchino davanti a Dio poiché in Lui ho trovato il mio Signore, un “padrone” buono e pieno di grazia.
Egli sta aspettando anche te, come un padre aspetta il ritorno del figlio che aveva abbandonato la famiglia. “Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati” (Isaia 31:6).

giovedì 30 maggio 2019

30 maggio


Chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al SIGNORE: “Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!”
Salmo 91:1-2

…Sarà come un riparo dal vento, come un rifugio contro l’uragano, come dei corsi d’acqua in luogo arido, come l’ombra di una gran roccia in una terra riarsa.
Isaia 32:2

All’ombra dell’Onnipotente
Leggere il Salmo 91

Quand’ero bambino, giocavo spesso a nascondino. A volte i più piccoli si nascondevano dietro ad un muro senza immaginare che il sole potesse tradirli proiettando la loro ombra!
Se scorgiamo l’ombra di una persona, questa non è certo lontana. Il versetto di oggi ci invita a “riposare all’ombra dell’Onnipotente”, per indicare la forte vicinanza del credente col suo Dio, la protezione e l’amore di cui Dio circonda coloro che confidano in Lui. “Poich’egli ha posto in me il suo affetto, io lo salverò” (v. 14).
Tutti i credenti possono sperimentare la realtà delle parole di questo Salmo. Possono abitare, durante l’assenza del loro Signore, “al riparo dell’Altissimo”, vale a dire gustare, per fede, la sua presenza e il suo amore.
Non sempre siamo coscienti dei pericoli che ci circondano. Talvolta siamo oppressi dall’angoscia o assaliti da molteplici paure. Questo Salmo ci dice che bisogna abitare al riparo di Dio, vivere in comunione con Lui, attaccati alla sua persona. Allora staremo bene alla sua ombra e potremo dire: “Tu sei stato il mio aiuto, io esulto all’ombra delle tue ali” (Salmo 63:7).

mercoledì 29 maggio 2019

29 maggio


Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà.
Proverbi 22:6

E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’istruzione del Signore.
Efesini 6:4

Ai genitori cristiani

“I bambini che vivono ottenendo costantemente dei piaceri immediati e delle continue gratificazioni, rifiuteranno l’autorità dei genitori e diventeranno asociali e molto aggressivi”. Quest’allarmante constatazione di uno psichiatra non può certo essere generalizzata, ma mette in evidenza le caratteristiche di quelli che vengono definiti “i bambini re”. Alcuni credono che per sviluppare l’intelletto dei bambini, rispettando la loro personalità, non bisogna imporre loro dei modi di pensare, ma lasciarli liberi di scoprire da soli le cose della vita. Con questo tipo di educazione, l’autorità dei genitori si annulla e questo è un grave danno per lo sviluppo dei figli. Non bisogna permettere che questo modo di vedere entri nelle nostre famiglie perché disastrose saranno le conseguenze.
Per i genitori cristiani, rinunciare alla responsabilità che Dio ha affidato loro non è altro che disubbidire alla Parola di Dio (Efesini 6:4). Se amano davvero i loro bambini, si impegneranno a soddisfare i loro bisogni con l’amore e l’autorità che il Signore richiede, e li porranno fin dalla più tenera età sotto la benefica influenza della Bibbia. I genitori non possono convertire i loro figli. La fede è personale. Ma l’insegnamento della Bibbia, letta e rispettata in seno alla famiglia, è un tesoro immenso che porterà le loro anime ad amare il Salvatore, e a credere e ad attaccarsi a Lui.

martedì 28 maggio 2019

28 maggio

Li esortò tutti ad attenersi al Signore con cuore risoluto.
Atti 11:23

(Gesù disse:) “Senza di me non potete far nulla”.
Giovanni 15:5

Lo stretto di Gibilterra

Nell’antichità, lo stretto di Gibilterra era ritenuto invalicabile. Ma i naviganti fenici notarono che facendo correre una lunga fune dietro alla loro nave, questa, in un primo momento, seguiva la scia ma poi, a una certa profondità, cambiava direzione. Questo fenomeno era prodotto dalla presenza di due correnti marine opposte: in superficie, quella più forte che va dall’Atlantico verso il Mediterraneo, e in profondità quella che va nell’altro senso. I naviganti fenici inventarono allora una specie di paracadute, zavorrato con pietre, che veniva attaccato alla nave; fu questo che, spinto dalla corrente più profonda, permise loro di oltrepassare lo stretto e di scoprire le coste dell’oceano Atlantico.
Amici cristiani, il nostro modo di pensare e di vivere è spesso influenzato dalle correnti superficiali di questo mondo. Come non esserne trascinati? Rimanendo in contatto con Dio, andando in profondità nella conoscenza dei suoi pensieri e della sua grazia.
“Beati quelli che trovano in te la loro forza”, esclama l’autore del Salmo 84. Da soli non possiamo resistere alle forze del male che vorrebbero allontanarci da Lui. Per procedere contro corrente, dobbiamo rimanere attaccati con tutto il nostro cuore a Gesù, dedicando del tempo alla lettura della Bibbia e parlando direttamente con Lui mediante la preghiera. Riceveremo la forza necessaria per fare ciò che a Lui piace ed essere così suoi fedeli testimoni. 

lunedì 27 maggio 2019

27 maggio


(L’angelo disse a Maria:) “Tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo”.
Luca 1:31-32

Chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome.
Atti 10:43

Gesù

Gesù è il nome del Figlio di Dio quando è venuto sulla terra prendendo un corpo umano per “cercare e salvare” gli uomini perduti (Luca 19:10). Questo nome, che significa “l’Eterno salva”, non lascia nessuno indifferente, e le reazioni che suscita sono molto varie: forte opposizione in qualcuno, timore misto a superstizione in altri, amore e adorazione nei credenti.
Proclamare di appartenere a Gesù ha procurato, e procura tuttora, persecuzioni e sofferenze a centinaia di migliaia di veri cristiani. Ciononostante, i governi nemici del cristianesimo non hanno mai potuto impedire che l’Evangelo si spandesse e il nome di Gesù Cristo fosse invocato e creduto.
Per il vero cristiano, questo nome è al di sopra di tutto. Gesù ha fatto conoscere Dio come Padre e, grazie al suo sacrificio il peccatore che si pente è perdonato e giustificato agli occhi del Dio santo. È anche nel nome di Gesù che il credente si rivolge al suo Dio e Padre in tutta libertà. Quando io prego nel nome di Gesù, mi presento davanti a Dio col sentimento che la mia preghiera verrà ascoltata e accolta come se fosse quella di Gesù stesso. Conoscere il nome di Gesù e sperimentarne la potenza è un beneficio offerto a tutti ed è sorgente di una vita imperitura!

domenica 26 maggio 2019

26 maggio


Quando si insedierà sul suo trono reale (il re), scriverà per suo uso, in un libro, una copia di questa legge… Terrà il libro presso di sé e lo leggerà tutti i giorni della sua vita.
Deuteronomio 17: 18-19

Mentre si prelevava il denaro che era stato portato nella casa del SIGNORE, il sacerdote Chilchia trovò il libro della Legge del SIGNORE, data per mezzo di Mosè.
2 Cronache 34:14

Il libro ritrovato
Leggere 2 Cronache 34:14-33

Al centro del Jura svizzero, lungo una strada, si trova una colonia per vacanze gestita da cristiani. Un versetto della Bibbia, dipinto sulla facciata dell’edificio, attira l’attenzione: “Le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore” (Geremia 15:16). Questa bella frase avrà trovato eco nel cuore di tutti i giovani che vi hanno soggiornato? In ogni caso, essa testimonia l’impegno e il chiaro obiettivo dei suoi fondatori.
Durante il 7° secolo avanti Cristo, il sacerdote Chilchia ritrovò il libro della Legge di Dio. Fra tutti i re che si erano succeduti sul trono d’Israele, chi si sarà impegnato a trascriverne una copia e a leggerla ogni giorno? Non lo sappiamo, ma il fatto è che il libro era andato perso! E quando fu ritrovato, che gioia ci fu quando venne letto, e che vergogna per averlo trascurato così a lungo!
Possiamo avere più d’una Bibbia nelle nostre case, ma se lasciamo che si impolverino su uno scaffale non sono utili a nulla, esattamente come quel libro della Legge che era rimasto nascosto nel tesoro del tempio! Prendiamoci il tempo per leggerla, evidenziamo i versetti più importanti, studiamoli a memoria, e il nostro Dio farà sì che diventi una delizia per la nostra anima. Il re Davide diceva: “Non dimenticherò la tua parola… Gioisco della tua parola, come chi trova un grande bottino” (Salmo 119:16, 162).

sabato 25 maggio 2019

25 maggio


Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava.
Ebrei 11:8

E Pietro disse a loro: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo… Salvatevi da questa perversa generazione.
Atti 2:38, 40

Lasciare la sicurezza per essere salvati

“Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti” (Genesi 12:1). È in questo modo che Dio ha chiamato Abraamo quando abitava in una nazione potente e organizzata. Ma in quella nazione si adoravano gl’idoli e il vero Dio non era conosciuto.
L’invito ad uscire era accompagnato da una promessa e Abraamo aveva capito bene: “Io farò di te una grande nazione”. Così ha ubbidito. Questa è la fede: prendere Dio in parola. Abraamo è partito senza “sapere dove andava”, è partito aggrappandosi soltanto alle promesse di Dio. Dio aveva detto che gli avrebbe mostrato il cammino e lui, ad ogni passo, doveva contare su Dio. Accettare ciò che Dio ha detto – ciò che ha rivelato – poi agire di conseguenza è il modo in cui il credente deve comportarsi.
La chiamata di Dio non ha privato Abraamo della sua libertà; anzi, lo ha portato ad una libertà ancora più grande: è stato liberato da una civiltà idolatra per seguire Dio verso un glorioso futuro.
La fede accoglie la Parola di Dio. Essa ci fa conoscere ciò che è vero, giusto, ciò che piace a Lui e ci allontana dal male. Essa ci distoglie da ciò che è illusione e menzogna, per spingerci verso le realtà eterne, la presenza di Dio, la casa del Padre.
La fede abbandona la prigione della vanità per attaccarsi alle cose invisibili, che sono quelle vere, più sicure di tutto ciò che si vede.

venerdì 24 maggio 2019

24 maggio


Il Signore ha cura di me.
Salmo 40:17

Cosa ne fai del tuo tempo?
Leggere Marco 10:46-52

È facile sentire donne che si lamentano: “Mio marito non ha tempo per me”, e uomini che dicono altrettanto delle mogli. Molti genitori anziani si lamentano dei figli: “Sono così impegnati che non hanno tempo per noi!” E molti figli dicono: “I nostri genitori non sono mai disponibili!”. La mancanza di tempo è una realtà dei nostri giorni che porta con sé frustrazione e solitudine. Ma c’è qualcuno che ha tempo per noi: Gesù!
C’è una storia bellissima nel Nuovo Testamento, quella del cieco Bartimeo. È seduto a mendicare sul ciglio della strada, e ad un tratto sente passare una gran folla. Non sa di che cosa si tratta, ma quando capisce che chi passa è Gesù, si accende in lui un bagliore di speranza e si mette a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!” Alcuni si innervosiscono e gli ordinano di tacere, ma lui non si lascia intimidire dalla folla e grida ancora più forte. Gesù, da parte sua, avrebbe potuto spiegargli che era in cammino verso il Golgota, che non aveva tempo, che doveva risolvere la questione del peccato e non era il momento di importunarlo. Invece no: “Gesù fermatosi…” Ah, quando noi abbiamo un impegno importante non vogliamo essere disturbati da nessuno, a volte nemmeno da un familiare, mentre Gesù si ferma e comanda che gli sia portato il cieco. Gesù trova il tempo per un mendicante cieco, solo ed emarginato, si ferma ad ascoltarlo e lo guarisce. Ecco quanto vale un uomo per Lui.
Ognuno di noi vale tanto per il Signore. Per nessun’altra persona al mondo valiamo così tanto. Egli è sempre disponibile ad ascoltarci e a consolarci, specialmente quando siamo amareggiati e afflitti. Ma noi, troviamo del tempo per Lui, per ascoltare ciò che ci dice nella sua Parola, per parlargli in preghiera?   

giovedì 23 maggio 2019

23 maggio


Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.
Romani 12:2

Non siate disavveduti, ma intendete bene quale sia la volontà del Signore.
Efesini 5:17

Condotti dal Signore

Dio conduceva gli Israeliti nel deserto in modo prodigioso per mezzo di una nuvola che indicava loro quando dovevano mettersi in cammino e quando dovevano accamparsi (Numeri 9:17). Così Dio li conduceva con bontà attraverso un luogo ostile, mettendo alla prova la loro fede e la loro ubbidienza.
Attualmente, il Signore guida i cristiani in modo diverso. Non tanto con segni esterni, ma con delle convinzioni interiori. Egli desidera portarci ad avere comunione coi suoi pensieri. Gesù non ci chiama servi, “perché il servo non sa quello che fa il suo signore” (Giovanni 15:15), ma ci chiama amici. Un servo deve ubbidire agli ordini del suo signore, mentre un amico cerca di capire il pensiero di colui al quale si sente legato.
Bisogna dunque conoscere il pensiero del Signore. Esso ci sarà rivelato se leggiamo regolarmente la Bibbia. Allora, nella nostra vita quotidiana, molti problemi si risolveranno subito perché sapremo qual è la volontà di Dio. In altri casi dovremo riflettere a lungo prima di agire. La conoscenza della sua volontà e la forza per ubbidirgli saranno trovate attraverso una riflessione paziente e con preghiera, sotto la guida dello Spirito Santo (Daniele 2:17-23).

mercoledì 22 maggio 2019

22 maggio


Gesù gli disse: “Dici: ‘Se puoi!’ Ogni cosa è possibile per chi crede”.
Marco 9:23

Se avete fede quanto un granello di senape… niente vi sarà impossibile.
Matteo 17:20

“Vieni in aiuto alla mia incredulità”
Gesù ci parla: leggere Marco 9:14-29

Mentre l’emozione di vedere Gesù ha il sopravvento sulla folla, un uomo si fa avanti e gli presenta il proprio figlio, muto, posseduto da uno spirito satanico. “Ho detto ai tuoi discepoli che lo cacciassero, ma non hanno potuto”, dice sconsolato.
Come farà Gesù a guarire questo ragazzo? Prima di tutto domanda al padre: “Da quanto tempo gli avviene questo?” Poi lo invita a credere, perché “ogni cosa è possibile per chi crede”. Ciò che manca non è la potenza di Dio, ma la nostra capacità di dargli fiducia.
“Io credo”, risponde il padre, “vieni in aiuto alla mia incredulità”. Egli proclama la sua fede ma, nello stesso tempo, riconosce i propri dubbi e i propri limiti. Senza indugio, il Signore scaccia lo spirito maligno, prende per mano il bambino e lo solleva.
Il Signore chiede semplicemente che gli diamo fiducia, che gli parliamo con la preghiera, anche se abbiamo dei dubbi; e chiediamogli di toglierci quei dubbi, perché presentarli al Signore è già un atto di fede!
Io conosco Gesù quando comprendo che Egli è colui che mi libera dalle mie catene, che illumina le mie zone d’ombra, risolve i miei dubbi, corregge i miei errori. E lo fa non solo quando sono pieno d’entusiasmo, ma anche quando sono scoraggiato e perplesso. Egli è l’Amico che “ama in ogni tempo” (Proverbi 17:17).

martedì 21 maggio 2019

21 maggio


Giuseppe andò quindi in cerca dei suoi fratelli… Essi lo videro da lontano e, prima che egli fosse vicino a loro, complottarono per ucciderlo… Lo vendettero per venti sicli d’argento.
Genesi 37:17, 18, 28

(I fratelli dissero a Giuseppe:) “Siamo gente sincera”.
Genesi 42:11

“Siamo gente sincera”

Vent’anni prima, pieni di odio e di gelosia, i fratelli di Giuseppe avevano deciso di ucciderlo; poi si erano ricreduti e lo avevano venduto come schiavo. Ora Giuseppe è diventato il braccio destro del Faraone. I suoi fratelli gli stanno davanti per acquistare del grano a causa della carestia che imperversa nel loro paese, ma non sanno che quel grande personaggio è Giuseppe. Alle sue domande osano rispondere: “Siamo gente sincera”. Ma Giuseppe li obbligherà a fare un esame di coscienza perché confessino le loro colpe, dopo di che si farà riconoscere.
Sono molte le persone che si vantano della loro rettitudine e onestà. Alcuni pensano che quello sia il loro lasciapassare per il cielo. Ma, apriamo gli occhi; è in gioco il nostro avvenire eterno! Le persone non sono tutte disoneste o criminali, è vero; qualcuno può anche possedere delle qualità morali notevoli. Ma Dio sonda i cuori e ne conosce gli angoli più segreti. Chi può accampare diritti davanti a Lui? Chi può pensare di essere all’altezza delle esigenze di un Dio santo e giusto? “Per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Romani 5:12).
Noi facciamo parte di quest’umanità colpevole che ha messo a morte il Figlio di Dio. Allora, smettiamo di pensare che le nostre buone qualità potranno aprirci il cielo. Contiamo esclusivamente sulla grazia di Dio che “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1 Timoteo 2:4). Ringraziamolo del fatto che questa grazia è assicurata a tutti coloro che credono in Gesù Cristo.

lunedì 20 maggio 2019

20 maggio


Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti.
2 Timoteo 2:8

Ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque… ravvediti.
Apocalisse 2:4-5

“Fate questo a ricordo di me”
1 Corinzi 11:24

«Possono i cristiani dimenticare Cristo? Si direbbe di sì perché, se così non fosse, non ci sarebbe bisogno di questa tenera esortazione. Sembra quasi impossibile che coloro che sono stati riscattati dal sangue di Gesù, e che sono stati amati di un amore eterno dal Figlio eterno di Dio, possano dimenticare il loro Salvatore. Ma per quanto strano possa sembrare, questo è un caso frequente. L’esperienza purtroppo ce lo conferma. Ma come si può dimenticare chi non ci ha mai dimenticati? Dimenticare chi ci ha amati fino alla morte e ha versato il suo sangue per i nostri peccati?
Per te il Signore è un ospite fisso o è come uno di passaggio, che deve trascorrere la notte o qualche giorno a casa tua e poi andarsene? Tu, non hai mai dimenticato Gesù? Forse altre persone o altre cose si sono impadronite del tuo cuore. Gli affari terreni occupano la tua mente e così il tuo sguardo perde di vista la croce e si fissa su cose effimere che non danno né sicurezza né pace. È la continua agitazione del mondo, la costante attrazione delle cose della terra che allontanano le nostre anime da Cristo.»
C. H. Spurgeon (1834-1892)

domenica 19 maggio 2019

19 maggio


Perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi; portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
2 Corinzi 4:9, 10

Canti nella casa del persecutore

Ahmed, un musulmano, ha creduto a Gesù nel 1983. Tre anni dopo si è sposato ed è nato un figlio. Ma la sua famiglia non poteva sopportare il suo impegno cristiano.
“Io e mia moglie siamo vissuti in disparte, racconta, ma sia i miei genitori sia le autorità non hanno smesso di tempestarci di domande per spingerci a tornare indietro. Avevo dovuto scegliere fra loro e Cristo, e avevo scelto Cristo! La mia decisione ha reso furioso mio padre che un giorno ha imbracciato il fucile e ce l’ha puntato contro, deciso di uccidere noi e il nostro piccolo bambino. Ma non è riuscito a sparare, il suo braccio era come se fosse trattenuto. Sono stati i miei nonni ad accoglierci, benché la gente del vicinato avrebbe voluto scacciarci. Eravamo i primi cristiani del villaggio!
Più tardi, osservando il nostro comportamento, i miei genitori sono stati colpiti, hanno incominciato a frequentare delle riunioni cristiane e alla fine hanno dato la loro vita a Cristo. La casa dei nonni diventava troppo piccola, così mio padre ci ha proposto di tenere le riunioni a casa sua. E proprio nella stanza dove ci aveva incalzato di domande e minacciato, si odono ora preghiere e canti di lode al Dio Salvatore!”

Pellegrino sulla terra,
verso il cielo or volgo il passo,
e se il mondo mi fa guerra,
Tu mi aiuti, o Redentor;
e mi guida nel cammino
il tuo Spirito d’amor.

sabato 18 maggio 2019

18 maggio


I miei giorni se ne vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.
Giobbe 7:6

Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede.
Romani 15:13

Basta con la disperazione

“Voglio sparire da questo mondo che non capisco. Vi voglio bene”. È l’ultimo messaggio di Michele ai suoi genitori. Fatti così sono purtroppo sempre più frequenti, e rivelano il profondo malessere della nostra società occidentale! Nel nostro Paese, il suicidio è la prima causa di mortalità fra i 25 e i 34 anni, e la seconda fra gli adolescenti (dopo gli incidenti). Perché questo male di vivere in migliaia di giovani?
Alcuni dicono “La vita mi ha deluso”. Altri “Non c’è futuro, ne ho abbastanza di tutto”…
Quante persone devono sopportare tradimenti, separazioni, divorzi, disoccupazione, malattie gravi, solitudine, e non ce la fanno più! Quelli che portano sulla coscienza il peso del senso di colpa causato da un comportamento egoista e immorale, spesso provano disgusto per la vita e desiderano mettervi fine.
Amico lettore, se sei sprofondato in un tale sconforto, vorrei che tu sapessi che Dio, che ti conosce e ti ama, comprende il tuo dramma e può farti uscire da questo stato disperato. La vita ti è stata data perché tu possa conoscere Lui e ricevere, per mezzo della fede in Gesù, la vita eterna. Mentre sei in vita, e sei responsabile delle tue scelte, ti è offerta l’occasione di volgerti a Dio.
A te, come a ogni uomo, Gesù si presenta ancora oggi come il Salvatore, chiunque tu sia, qualsiasi cosa tu abbia fatto. Perché Dio desidera che tutti siano salvati e giungano alla conoscenza della verità (1 Timoteo 2:4).

venerdì 17 maggio 2019

17 maggio


Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo (il Signore Gesù) è dal cielo.
Come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati.
1 Corinzi 15:47, 22

(Gesù disse:) “Bisogna che nasciate di nuovo”.
Giovanni 3:7

Due uomini, due storie

La Bibbia, fondamentalmente, racconta la storia di due uomini e della loro stirpe.
Il primo uomo, Adamo, ha una triste storia. Quando era stato posto da Dio nelle condizioni ideali ha disubbidito ed è diventato peccatore. I suoi discendenti non hanno cessato di allontanarsi da Dio, il loro Creatore, e la loro storia è caratterizzata da violenze e immoralità. Ancora oggi, ogni individuo porta le caratteristiche del “primo uomo”, sul quale Dio ha pronunciato una sentenza di morte.
La storia del secondo uomo si trova nei Vangeli. Essa racconta la vita perfetta di Gesù, il Figlio di Dio, diventato uomo. Sulla terra, dove il primo uomo è così miseramente caduto, Cristo è venuto per compiere il piano di Dio. La sua ubbidienza perfetta lo ha portato alla croce, poiché Dio voleva fare grazia all’uomo per mezzo del sacrificio espiatorio del suo Figlio.
Con la nascita, noi tutti acquisiamo la stessa natura di Adamo, ribelle a Dio e trasgressore. Ma il Dio di grazia offre a tutti la possibilità di acquisire la natura stessa di suo Figlio. Non per mezzo di un miglioramento della nostra prima natura – che è incurabile – ma per mezzo della fede, che opera in chi crede una “nuova nascita”. Per essere uniti a Cristo e possedere la sua stessa vita, dobbiamo riconoscerci perduti e mettere la nostra fiducia nella salvezza che Cristo ha ottenuto per noi alla croce. Così si nasce di nuovo. E per mezzo di questa nuova nascita, si riceve la vita eterna, si diventa “figli di Dio” (Giovanni 1:12).

giovedì 16 maggio 2019

16 maggio


Vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto.
Ebrei 2:9

Il Re è vivente
2 Re 11

Al tempo dei re d’Israele accadde un fatto gravissimo. Il re Acazia è morto. Sua madre, Atalia, stermina tutti gli eredi al trono per occupare lei il primo posto nel regno. Che crudeltà! Assassinare i nipoti per appagare la propria ambizione!
Ma la coraggiosa Ioseba prende uno dei figli del re e lo nasconde nella casa del Signore, per proteggerlo. Atalia regna sette anni su un popolo persuaso che la stirpe reale di Davide sia stata cancellata.
Ma il sacerdote, marito di Ioseba, raduna i capitani delle guardie del corpo per rivelare il suo segreto che era quello di incoronare il ragazzo scampato e affrettare così la condanna di Atalia. Allora mostra loro “il figlio del re” (2 Re 11:4). Che emozione per quegli ufficiali vedere uscire dal suo nascondiglio un re vivente!
Circa duemila anni fa, un altro “figlio di Davide”, il Messia promesso, è morto sulla croce ed è stato sepolto. Da allora molti pensano che Gesù sia morto per sempre. Ma per la fede, la gente della “casa del Signore”, i credenti, sanno che il loro Re è vivo, che è uscito dal sepolcro ed è risalito al cielo.
La Bibbia ci presenta oggi il nostro Re vivente che si mostrerà ben presto a tutte le genti nella gloria del suo regno, e ogni ginocchio dovrà piegarsi davanti a Lui (Filippesi 2:10, 11). Che terribile giudizio colpirà coloro che, come Atalia, pensano solo a soddisfare il proprio egoismo! Ma che gioia per coloro che lo hanno amato! “Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero… Sì, amen” (Apocalisse 1:7).

mercoledì 15 maggio 2019

15 maggio


Beati voi, quando gli uomini vi odieranno, e quando vi scacceranno, vi insulteranno e metteranno al bando il vostro nome come malvagio, a motivo del Figlio dell’uomo.
Luca 6:22

Il sermone sul monte (2)
Nel sermone sul monte il Signore ammaestrava le folle, ma molte delle sue parole erano per i discepoli, riservate a loro (Matteo 5:11-13). “Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno… Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli”. Alcune volte nei discorsi del Signore a “beati voi” è contrapposto “guai a voi”, così come nell’Antico Testamento alle benedizioni erano contrapposte le maledizioni (Deuteronomio 27 e 28). Ma là tutto era legato all’ubbidienza ai dettami della Legge, qui piuttosto a un modo di essere, alla disposizione di un cuore trasformato che crede e ama.
“Voi siete il sale della terra”, “la luce del mondo”. Non “siate”, ma “siete”. La fede in Cristo fa di ogni credente luce e sale; per illuminare con la Verità questo mondo di tenebre e per fare in modo che Dio possa, per così dire, trovare ancora fra gli uomini un minimo di piacere e un motivo per pazientare e ritardare i suoi giudizi. 
Beati noi, che non abbiamo visto e abbiamo creduto (Giovanni 20:29), beati noi se facciamo le cose che sappiamo essere giuste (13:17). Ma soprattutto “beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti” (Romani 4:7)! “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Luca 10:20).
(tratto da “1200 giorni con Gesù” di A. Apicella)

martedì 14 maggio 2019

14 maggio


Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Luca 6:20-21

Il sermone sul monte (1)

Nei capitoli 5, 6, e 7 di Matteo c’è il cosiddetto “sermone sul monte”. “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli”. Così esordisce il Signore. Sono beati quelli che non insistono sui propri diritti, pronti a rinunciare ai propri privilegi nell’interesse degli altri, e ai propri progetti per conformarsi al piano di Dio.
Le “beatitudini” ci sorprendono davvero. Molti caratteri, comportamenti, situazioni che a giudizio del mondo sono assurdi, inutili, tutt’altro che desiderabili, per il Signore sono fonte di beatitudine! Chi mai desidererebbe essere afflitto o insultato o perseguitato? Che successo hanno nel mondo i mansueti e i misericordiosi? Che risultati quelli che si adoperano per la pace e i puri di cuore? Quale soddisfazione per gli assetati di giustizia?
L’insegnamento di Gesù è diametralmente opposto al concetto di beatitudine in uso nel mondo; e ci fa capire che le esperienze che cercheremmo a tutti i costi di evitare sono proprio quelle che producono le gioie più profonde e durature.
Il Signore capovolge così molte concezioni umane e scardina i contenuti dei valori e della cultura del mondo. Quelli che tutti definirebbero “sfortunati” sono i “beati” del Signore! A loro sono promessi, secondo i casi, consolazione e misericordia, il regno dei cieli e la terra.
(segue)

lunedì 13 maggio 2019

13 maggio


(Gesù disse:) “L’ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre”.
Giovanni 4:21

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità.
Giovanni 4:24

Dove adorare?

Un tempo, Dio aveva indicato al suo popolo Israele un luogo, e uno solo, dove Egli avrebbe abitato, e dove il popolo avrebbe dovuto radunarsi per celebrare le feste ordinate dalla Legge. Più tardi, ha mostrato al re Davide che aveva scelto Gerusalemme come vero luogo di riunione e di incontro, concretizzato in seguito con la costruzione del tempio effettuata dal re Salomone.
Ma 1500 anni più tardi, il Signore Gesù, al pozzo di Sicar, fa una rivelazione a una donna Samaritana, straniera per il popolo d’Israele. È inutile, le dice Gesù, cercare sulla terra un luogo per adorare il Padre. Inutile recarsi a Gerusalemme o altrove per compiervi dei riti o offrire dei sacrifici di animali. In realtà, il Padre cerca degli adoratori che trarrà da tutti i popoli della terra, delle persone rese capaci di presentare un’adorazione come Lui desidera, “in spirito e verità”.
– “In spirito”: il tempo della forma esteriore è passato. I sacrifici sono ora “spirituali”, fatti di preghiere, di canti, di lodi, di impegno per il Signore. I riti di un tempo prefiguravano il sacrificio di Gesù, ma da quando questo è avvenuto, la raffigurazione non ha più motivo di esistere.
– “In verità”: nessuna possibilità di ottenere una buona coscienza per mezzo di pratiche religiose che possono essere compiute anche senza che il cuore sia impegnato! Accostiamoci dunque a Lui in tutta semplicità, senza paramenti e senza ritualismi, ma con un cuore sincero, santificato dalla verità, fissando lo sguardo su Gesù (Ebrei 10:19, 22).

domenica 12 maggio 2019

12 maggio


Non dimenticherò la tua parola…
Ravvivami secondo la tua parola…
Grande pace hanno quelli che amano la tua legge.
Salmo 119:16, 25, 165

Le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore.
Geremia 15:16

La Bibbia, la mia compagna, la mia guida

«Posso fare a meno del telefono, della televisione o di qualsiasi altra apparecchiatura della tecnologia moderna. Ma se fossi privato di buoni libri sarebbe per me una vera sofferenza. Di tutti i libri che apprezzo, il più prezioso è di gran lunga la Bibbia. È l’opera più sacra che esista, per il semplice motivo che l’autore è Dio stesso e non un uomo.
La Bibbia è l’unico libro posato sulla mia scrivania. È il regalo d’addio che ho ricevuto da mia madre all’età di diciott’anni quando ho lasciato la famiglia per andare a studiare al di là dell’oceano. Mia madre pregava che questa parola divina diventasse la mia guida e la base della mia fede, in questo mondo nel quale regna la confusione; e le sue preghiere sono state esaudite! La Bibbia è il libro che conosco meglio. È la mia fedele compagna. Qualche anno fa, la nostra casa è stata minacciata da un incendio. Degli amici mi chiesero cosa volessi salvare dalle fiamme. Senza esitare ho risposto: “La mia Bibbia”!
Nel corso degli ultimi cento anni, la decadenza morale ha gravemente corrotto la nostra civiltà. Uomini e donne, credendosi saggi, hanno rifiutato Dio e la sua Parola. Dopo averla messa da parte e ridicolizzata, queste stesse persone si domandano ora perché stiamo crollando sotto il peso della violenza, della corruzione, del disordine.» (Philip Keller; Vivre pour l’essentiel).
Leggete anche voi questo sacro Libro che è stato il compagno fedele e indispensabile di tanti credenti nel corso dei secoli. Esso è la verità e vi metterà in relazione con il suo Autore.

sabato 11 maggio 2019

11 maggio


Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?
Qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene incontro con ventimila?
Luca 14:28, 31

Costruire una torre, combattere

Esponendo le tre condizioni richieste per essere un discepolo, Gesù tratteggia due figure davanti all’uditorio. La prima è quella di un costruttore che vorrebbe edificare una torre (v. 28-30), e poi quella di un re che deve partire in guerra contro un altro re (v. 31-32). Il costruttore e il re devono guardare agli obiettivi che si prefiggono e valutare ciò di cui hanno bisogno per raggiungerli.
Queste figure sono un invito a considerare il costo di essere discepolo di Gesù Cristo. La salvezza è un dono gratuito di Dio, ma implica la distruzione del mio orgoglio e della volontà personale. Sono disposti a pagare questo prezzo? O ricerco una maniera più agevole di vivere la fede cristiana?
Possiamo guardare a queste figure anche da un altro punto di vista. Attualmente il Signore ha un obiettivo: l’edificazione della sua chiesa, e si serve di noi, se gli apparteniamo. Ponendo le sue condizioni, il Signore sottolinea l’importanza della qualità delle pietre necessarie alla costruzione. Le tre condizioni che seguono riflettono il grado d’impegno che Gesù richiede ai suoi. Se Gesù non è colui che amo di più, al momento critico lo rinnegherò per compiacere a qualcun altro. Se Gesù non è la prima delle mie priorità, al momento critico rifiuterò di lasciarmi guidare da Lui e seguirò il mio sogno. Se Gesù non è il mio tesoro più prezioso, al momento critico respingerò la sua causa per proteggere il mio “investimento”, dove ho impegnato la mia carica energetica.
Così non sia per me e te, lettore!

venerdì 10 maggio 2019

10 maggio


Il Signore… è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
2 Pietro 3:9

Un continuo inizio

“La storia è un continuo inizio” si dice, perché le situazioni del passato hanno tendenza a ripetersi. A un periodo di crisi segue generalmente un’era di prosperità, seguita poi da un tempo di decadenza. Le stesse cause producono gli stessi effetti. La Bibbia sottolinea questo ripetersi: “Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole” (Ecclesiaste 1:9).
Ma Dio, il giudice di tutti, valuta in modo sovrano tutto ciò che viene fatto. È lui che “farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male” (Ecclesiaste 12:16). Nel libro della Genesi leggiamo che la malvagità degli uomini aveva attirato su di essi un diluvio che li aveva distrutti. Allo stesso modo la perversità degli abitanti di Sodoma li aveva portati, come conseguenza, alla distruzione totale. Ma la Bibbia non dice che i cicli si ripeteranno all’infinito. Anzi, ci preavvisa che Dio, un giorno, metterà fine alla storia dell’uomo sulla terra. Egli ha sopportato fino ad oggi tutta la malvagità accumulata dalla sua creatura, ma la sua pazienza ha un termine. Fra poco un terribile giudizio cadrà su coloro che vivono nel mondo come se Dio non esistesse. Ma come Noè, che ubbidendo a Dio si è rifugiato nell’arca, e come Lot che è stato allontanato da Sodoma prima della sua distruzione, la Bibbia ci insegna il modo per essere liberati da questo giudizio: confessare i propri peccati e affidarsi a Gesù Cristo, morto sulla croce e risuscitato per la nostra salvezza.

giovedì 9 maggio 2019

09 maggio


Non hanno intelletto quelli che portano il loro idolo di legno e pregano un dio che non può salvare.
Isaia 45:20

Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di metallo fuso… e la pone in luogo occulto!
Deuteronomio 27:15

Una medaglietta inutile

Il capitano della nostra compagnia mi aveva chiesto di scrivere alla famiglia di un soldato ucciso durante i primi combattimenti della seconda guerra mondiale per fornire qualche informazione più precisa sulla sua morte. Allo stesso tempo, dovevo inviare alla famiglia gli oggetti personali rinvenuti sul suo corpo. Così scoprii – cucita all’interno della sua giacca e nascosta con cura sotto la fodera – una medaglietta sulla quale erano scritte queste parole: “Finché mi porterai attaccata a te, non temerai alcun pericolo”.
Ecco l’astuzia del diavolo. Ingannatore e mentitore, vuole persuadere gli uomini che non devono darsi pensiero di niente, anche se la morte li colpisce. E il problema dei loro peccati? Inutile preoccuparsene. E il giudizio di Dio? Inutile impensierirsi. La medaglietta infallibile è lì per proteggerli! È così che il diavolo lavora per dare agli uomini delle false sicurezze.
Siamo angustiati pensando a coloro, e sono tanti, che credono a tali infantili superstizioni. Ma può darsi che per molti le “medagliette” portino un altro nome; possono chiamarsi moralità, buone opere, pellegrinaggi, sacrifici, pratiche religiose… Qualcuno fa affidamento su quelle cose per andare in cielo. Ma Gesù Cristo ci dice che l’unica via è Lui. Solo Lui può perdonare i nostri errori, se li riconosciamo e li confessiamo. “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9).

mercoledì 8 maggio 2019

08 maggio


Gesù… disse al capo della sinagoga: “Non temere; soltanto abbi fede”.
Marco 5:36

Io ho invocato il tuo nome, o Signore… Nel giorno che io ti ho invocato ti sei avvicinato: tu hai detto: “Non temere!”
Lamentazioni di Geremia 3:55, 57

Ricorrere al Signore e tenere fermo
Gesù ci parla: leggere Marco 5:35-43

Iairo, un capo religioso, va a supplicare Gesù di salvargli la figlia che era in punto di morte. Iairo crede nella potenza di Gesù, ma teme di non aver fatto in tempo, di essere arrivato troppo tardi. Gesù va subito con lui, ma il suo cammino è ritardato dall’incontro con una donna malata che Egli guarisce. Che prova per la fede di Iairo!
Ora dei messaggeri gli vengono incontro per annunciargli che la figlia è morta. Lo fanno senza preamboli, e anche con un rimprovero: “Perché incomodi ancora il Maestro?”
Immediatamente, Gesù incoraggia quel capo della sinagoga: “Non temere; soltanto abbi fede”. Questa risposta lo tranquillizza. Poi Gesù prende con sé alcuni testimoni, entra nella casa, prende la bambina per mano e le restituisce la vita.
Sono ricche di insegnamento per noi queste parole del Signore: “Non temere; soltanto abbi fede”. Perché il Signore può dire: “Non temere”? Perché il suo amore è più grande delle nostre più terribili prove. Perché Lui è vittorioso sul male e sulla morte. È la sua risurrezione che dà all’espressione “Non temere” tutto il suo valore.
Il Signore ci incoraggia anche aggiungendo: “Soltanto abbi fede”. Non vuole che permettiamo ai ragionamenti e ai dubbi di nasconderci il suo amore e la sua potenza.
Come accadde a Iairo, la nostra fede può essere provata da un contrattempo. Tuttavia, se abbiamo fatto ricorso al Signore, restiamo fermi, pazienti e fiduciosi; lo benediremo per il suo amore, qualunque sia la via d’uscita che vorrà aprirci.

martedì 7 maggio 2019

07 maggio


Infatti le sue qualità invisibili (di Dio), la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue.
Romani 1:20

La bellezza della grazia

Un collega col quale parlavo di Dio si dichiarava ateo. Ad un tratto, nel corso della conversazione, ha smesso di discutere, ha cambiato tono e ha detto: “È vero, quando sono in montagna e guardo l’immensità del paesaggio, a volte mi domando se davvero non c’è un Dio…”. Però non cercava d’incontrare l’Autore di tutte quelle meraviglie.
La Bibbia ci dice che “Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo” (Ecclesiaste 3:11). Se la bellezza è stata spesso svuotata del suo significato, se a volte è stata adorata, resta pur sempre un richiamo, un richiamo a volgerci verso Dio e ad esprimergli la nostra riconoscenza, la nostra adorazione. Ma esiste un’altra bellezza, ancora più sublime di quella della natura. Si tratta della bellezza morale, la bellezza della devozione, della bontà, della rettitudine… E al di sopra di tutto, la bellezza dell’amore e della grazia di Dio.
Di Cristo ci è detto: “Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini; le tue parole sono piene di grazia” (Salmo 45:2). Per il credente, questa bellezza ha brillato in modo straordinario alla croce quando è morto per salvare voi e me.
Dio desidera vedere qualcosa della bellezza della sua grazia riflessa nei suoi figli. Egli ci dà la forza di perdonare e di pregare per coloro che ci hanno fatto dei torti, e anche di amarli. Se siamo pieni della sua grazia, le nostre azioni, dalle più importanti alle più discrete, saranno una testimonianza eloquente alla gloria del Signore.