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giovedì 30 aprile 2020

30 aprile


Crescendo nella conoscenza di Dio… ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
Colossesi 1:10, 12

Luce splendente
Leggere Esodo 10:21-23

Circa 3500 anni fa accadde in Egitto una cosa sorprendente. Poiché il Faraone non lasciava andare libero il popolo d’Israele, Dio colpì tutto il paese con delle piaghe, fra cui quella delle tenebre: per tre giorni una fitta oscurità invase il paese! Ma le tenebre non furono totali, perché “tutti i figli d’Israele avevano luce nelle loro abitazioni” (Esodo 10:23). Come mai? Perché quelli costituivano il popolo di Dio.
La storia si ripete. Oggi nei nostri paesi possiamo dire che una misteriosa oscurità morale invade e riempie le case di coloro che non conoscono Dio e non ubbidiscono al Vangelo di Cristo. È l’oscurità che riempie le famiglie dove mancano la fedeltà e l’amore, e che dà origine a una generazione di figli insicuri e porta alla disperazione tante persone. È l’oscurità che invade certi luoghi corrotti e rende schiavi di atti immorali i loro frequentatori. È l’oscurità di un certo umanesimo che in nome della sapienza umana rifiuta la sapienza di Dio. Scostandosi dai principi divini, si ciba di polvere di morte un’umanità che necessita del pane della vita!
Ma per chi crede a Dio e alla parola della sua grazia c’è “luce”! Ed è una luce divina perché portata da una Bibbia aperta e letta in famiglia; una luce che splende nella comprensione e nel perdono; la luce della gioia che brilla in persone che hanno scelto di crescere nella conoscenza di Dio.
Possano le nostre case brillare di questa luce ed essere una testimonianza e un punto di riferimento in questo mondo avvolto dalle tenebre.

mercoledì 29 aprile 2020

29 aprile


(Gesù disse:) “Non volete venire a me per aver la vita!… Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo?”
Giovanni 5:40, 44

“Signore, io credo”
Giovanni 9:38

Durante una conversazione con un collega ci mettiamo a parlare di Blaise Pascal (1623-1662). Gli faccio notare che quell’uomo sapiente, fuori dal comune, credeva in Gesù Cristo. “Sì, mi dice lui, conosco questa fede intellettuale, ma essa non trova molta eco nell’uomo della strada”.
– Eppure vi sono molti credenti anche fra le persone umili.
– Sì, ma è perché le persone poco istruite si attaccano più facilmente alla fede”.
La conversazione si è interrotta lì. Avrei potuto ricordargli che vi sono credenti in tutte le classi sociali, sia fra i poveri che fra i ricchi, sia fra gli studiosi che fra gl’ignoranti. Ma probabilmente avrebbe trovato altre ragioni per spiegare il perché della fede degli uni e degli altri, sempre ritenendo, comunque, che quelle ragioni non erano valide per lui.
Gesù ha mostrato che le persone che trovano sempre delle spiegazioni per giustificare la loro mancanza di fede assomigliano a dei bambini scontrosi che non si trovino mai bene insieme agli altri, né per ridere né per piangere, come diceva il Signore in Matteo 11:16-19.
E tu, assomigli a loro oppure sei convinto che i ragionamenti umani sono limitati, e sei disposto ad inchinarti davanti a ciò che Dio ha detto?
Gli ostacoli alla fede sorgono quando, posti davanti alla Parola di Dio, non ci troviamo in una buona disposizione di spirito. Bisogna ascoltare senza preconcetti il messaggio del Vangelo, e non rifiutarlo ancor prima di averlo letto o ascoltato. Se finora hai fatto così, metti fine ai tuoi ragionamenti e accogli Gesù Cristo nel tuo cuore, per la tua salvezza eterna.

martedì 28 aprile 2020

28 aprile


La saggezza vale più della forza; ma la saggezza del povero è disprezzata e le sue parole non sono ascoltate.
Ecclesiaste 9:16

Cristo Gesù… umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
Filippesi 2:5, 8

La ragione del più forte

“La ragione del più forte è sempre la migliore”, scriveva La Fontaine riguardo alla favola di Esopo “Il lupo e l’agnello”. Purtroppo noi tutti constatiamo che è ciò che accade molto spesso, e il 21° secolo non sfugge a questa regola. Il nostro mondo è governato dalla forza e spesso dalla violenza, come nel caso del terrorismo che vuol far trionfare le proprie idee proprio con tali metodi. I più forti, o i più numerosi impongono le loro leggi. Nella società moderna, deboli e poveri sono troppo spesso oppressi.
Che contrasto con Gesù! Quand’era sulla terra, non ha dimostrato che dolcezza e umiltà, e non ha mai voluto imporre il suo insegnamento. Aveva a sua disposizione una potenza infinita, tuttavia se ne è servito soltanto per alleviare e guarire quelli che andavano a lui. Anche quando vennero ad arrestarlo armati di bastoni e spade, Egli non oppose resistenza. Accettò di essere crocifisso per salvare noi che eravamo perduti. Ma “Dio… lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria” (1 Pietro 1:21). Alla ragione apparente del più forte, Egli ha risposto con la ragione dell’amore. Anche oggi, Dio non impone nulla all’uomo. Nella sua bontà lo spinge a pentirsi e a ricevere il perdono dei suoi peccati perché Gesù Cristo è morto per espiarli. Davanti a Dio non c’è peccato più grave che disprezzare l’amore del suo Figlio.

lunedì 27 aprile 2020

27 aprile

Tu hai un braccio potente; la tua mano è forte, alta è la tua destra.
Salmo 89:13

La salvezza viene dal SIGNORE.
Giona 2:10

“La mano di Dio ha guidato l’aereo”

27 Aprile 1988. Un aereo, carico di passeggeri, è a soli trenta minuti dalla destinazione, l’isola hawaiana di Maui. All’improvviso, un rumore assordante: la parte superiore della cabina si squarcia, a più di 6000 metri di altitudine. Di fronte a una morte imminente, numerosi passeggeri gridano di paura. Altri gridano a Dio… un Dio al quale molti dicono tuttavia di non credere.
Trenta minuti più tardi il miracolo. Il pilota R. Schornstheimer riesce a far atterrare l’aereo senza che nessuno resti ferito. I passeggeri sollevati si abbracciano. Alcuni piangono di gioia, altri lanciano grida di giubilo. “Siamo stati fortunati!” esclamano in molti. Strano! Chi pensa a Dio adesso? Solo il pilota. Alla conferenza stampa che è seguita ha detto convinto: “La mano di Dio ha guidato l’aereo”.
Al momento di una catastrofe, quando il pericolo è imminente, molti gridano a Dio…. Se l’esito è favorevole, parlano di fortuna o di combinazione. Dio è dimenticato. Ma se accade un disastro, Dio è immediatamente accusato: “Come può Dio permettere ciò? E voi dite che è un Dio d’amore!”
“La mano di Dio ha guidato l’aereo”: l’ha detto il pilota. Egli non ha attribuito a se stesso il merito di essere riuscito nell’atterraggio. Si è reso conto che Dio lo ha aiutato a compiere quell’impresa.
Sai che questo grande Dio ti conosce personalmente? Egli ti ama, ha dato il suo Figlio Gesù Cristo per salvarti. Vuoi venire a lui e dirgli: “Grazie di avermi voluto salvare”?

domenica 26 aprile 2020

26 aprile


La grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti.
Romani 5:15

Un passo e le sue conseguenze

Molti di noi ricorderanno la frase pronunciata dall’astronauta americano Neil Armstrong quando posò il piede sulla luna: “Un piccolo passo per l’uomo, un passo gigantesco per l’umanità”. Questo piccolo passo che ebbe notevoli ripercussioni ci fa pensare a un altro uomo di nome Adamo che all’inizio della storia dell’umanità fece quello che poteva sembrare un piccolo passo: disubbidì a Dio. Questo atto di disubbidienza, gravissimo ma apparentemente piccolo, produsse per l’umanità una gigantesca valanga di effetti catastrofici. L’apostolo Paolo li descrive in questi termini: “Per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato… per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori” (Romani 5:12, 19). Tutti apparteniamo a quest’umanità decaduta, meritevole del giudizio di Dio. Ma grazie Gli siano rese perché un altro Uomo ha compiuto un altro passo dalle incredibili conseguenze! Nella Bibbia Egli è chiamato “il secondo Uomo” e “l’ultimo Adamo”. È il Figlio di Dio, il Creatore dell’universo che, per liberarci dal giudizio che meritavamo, abbassò se stesso divenendo simile agli uomini e si umiliò, “facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:8).
Morire in croce non fu un piccolo passo per Lui, benché molti lo considerino di poco valore. E tu, ora, devi fare il passo della fede, devi credere in quest’opera d’amore, e questo produrrà per te delle conseguenze straordinarie: il perdono dei tuoi peccati, la pace con Dio, la vita eterna.

sabato 25 aprile 2020

25 aprile

Il SIGNORE mi ha unto per recare una buona notizia agli umili…, per proclamare l’anno di grazia del SIGNORE, il giorno di vendetta del nostro Dio.
Isaia 61:1-2

Un anno, un giorno

Durante il suo ministero su questa terra, il Signore Gesù, un giorno si recò a Nazaret, luogo in cui era cresciuto, ed entrò nella sinagoga. Gli venne dato il libro del profeta Isaia; dopo averlo aperto trovò il passo citato in testa al foglietto e si mise a leggerlo: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha inviato per guarire quelli che hanno il cuore spezzato, per annunziare la liberazione ai prigionieri, e il recupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l’anno accettevole del Signore” (Luca 4:16-19). Giunto a questo punto, volutamente il Signore si interruppe e non lesse il proseguimento del passo che parlava di giudizio; chiuse il libro e lo rese all’inserviente. La profezia annunciata da Isaia si era avverata in quel momento! La grazia in persona, Gesù stesso, era lì davanti a loro!
Nel suo amore, Dio ci parla ancora oggi di grazia; per così dire, “l’anno di grazia del Signore” è ancora oggi proclamato. Un anno di grazia! 365 giorni di grazia, 365 messaggi che, tramite questo calendario, parlano della grazia di Dio e che ogni anno raggiungono i nostri cari lettori. Contrapposto a questi 365 giorni di grazia, c’è un giorno di giudizio: il tempo della grazia è sempre smisurato rispetto al giudizio, perché il giudizio è un’opera che Dio non vorrebbe compiere, perché lui non si compiace della morte dell’empio. Dio desidera fare grazia; vuole benedire, vuole consolare, vuole rialzare il nostro spirito, vuole dare gioia.
Accetta la grazia che Egli ti offre in Cristo! La tua vita cambierà e sarai per sempre al riparo da quel giorno di giudizio che cadrà inevitabilmente su coloro che hanno disprezzato la sua grazia.

venerdì 24 aprile 2020

24 aprile


Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi a Dio.
1 Pietro 3:18

Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.
Marco 10:45

Un uomo crocifisso diverso dagli altri

“Perché dare così tanta importanza alla crocifissione di Gesù? - mi diceva un collega. - I Romani, e non solo loro, hanno crocifisso migliaia di persone il più delle volte innocenti”.
Senza dubbio, un tale supplizio è stato inflitto a molte persone, e ci rende edotti sulla malvagità dell’uomo. Tuttavia, fra le migliaia di persone crocifisse, la morte di Gesù resta unica. Gesù era il Figlio di Dio. Egli si è sottomesso volontariamente a quel terribile supplizio. Ha accettato di soffrire e di dare la sua vita. Non soltanto era innocente, ma era andato “dappertutto facendo il bene” (Atti 10:38), guarendo i malati, risuscitando i morti, liberando gli indemoniati dalla schiavitù di Satana.
La condanna di Cristo è il risultato della valutazione che gli uomini hanno fatto della vita perfetta di Gesù. Crocifiggendolo, hanno dimostrato che odiavano Dio e il bene.
L’innocenza di Cristo anche la gente ha dovuto riconoscerla, ma l’importante è che Egli era il solo uomo perfetto e giusto agli occhi di Dio. Morendo sulla croce, Egli ha portato il giudizio di Dio sul nostro peccato di cui si era fatto carico, e ha acquisito così una salvezza eterna per tutti coloro che mettono la loro fiducia in lui riconoscendolo come il loro personale Salvatore.
Dio ha dimostrato che Gesù è il solo Salvatore facendolo trionfare sulla morte. Gesù Cristo è risuscitato ed è ora nel cielo, alla destra di Dio. Egli è e resta l’Unico. Lui solo può dire: “Io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli” (Apocalisse 1:18).

giovedì 23 aprile 2020

23 aprile

Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce.
Giacomo 4:14

(Gesù disse:) “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Matteo 24:35

Precarietà o certezza?

La crisi, il licenziamento, la disoccupazione, e l’impoverimento che queste cose comportano, preoccupano giustamente le persone di oggi, le quali, più che mai, hanno sete di stabilità e di certezze. Ma la precarietà più grave non è forse la fragilità della nostra stessa esistenza e l’incognita di quel grande sconosciuto che è l’avvenire? Cosa c’è di veramente stabile? Di che cosa siamo veramente sicuri? Il malessere collettivo della nostra società trae la sua origine dal malessere personale di ciascuno.
La sola certezza del nostro avvenire, affermava un ragazzo, è che tutti moriremo. Ma si sbagliava. Grazie a Dio, di certezze ne abbiamo altre: in mezzo all’instabilità e alla precarietà delle cose del mondo, la Bibbia, la parola di Dio, è e rimane in ogni tempo una roccia incrollabile. Essa ci offre delle certezze di cui ognuno di noi è invitato ad appropriarsi. Essa dichiara che ogni essere umano è come una pecora smarrita e che, per natura, tende ad allontanarsi da Dio. La morte è la conseguenza inevitabile del nostro stato di perdizione. Ma la Bibbia dice anche: “Certa è quest’affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori” (1 Timoteo 1:15).
Sì, Dio, ancora oggi, desidera dare delle certezze a quelli che credono alla sua Parola. Nessuna delle certezze che essa presenta alla fede ci deluderà mai!

mercoledì 22 aprile 2020

22 aprile

Mentre Paolo li aspettava ad Atene, lo spirito gli s’inacerbiva dentro nel vedere la città piena di idoli…
Paolo, stando in piedi in mezzo all’Areopago, disse:… “Ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio”.
  Atti 17:16, 22-23

Un Dio unico

I Greci di duemila anni fa adoravano un gran numero di idoli e avevano anche costruito un altare intestato a un “dio sconosciuto”. Oggi è molto diverso? Quando una persona, o un gruppo di persone, non vogliono riconoscere il solo vero Dio, si creano degli dèi secondo il loro punto di vista. E il vero Dio, il Dio della Bibbia, immutabile ed eterno, rimane un Dio “sconosciuto”.
Se consideriamo con obiettività la nostra vita, dobbiamo ammettere che essa è invasa da una gran moltitudine di idoli, persone o cose o azioni che vengono poste al di sopra di ogni altra cosa. Sono questi “idoli” che, occupando i nostri pensieri, possono arrivare ad influenzare i nostri progetti e ad  orientare le nostre scelte fondamentali, diventando lo scopo delle nostre azioni e finendo per sottomettere la nostra volontà fino a fare di noi degli schiavi.
Quali sono i tuoi idoli? I grandi personaggi dello sport, dello spettacolo, della politica? Oppure il denaro, il sesso, il potere, la celebrità, il lavoro, la carriera, il tempo libero, la televisione, internet, il gioco, il tuo fisico? Sono questi gli dèi che dominano la tua vita?
La Bibbia parla di un grande nemico, il diavolo. Egli si presenta sotto diverse forme per ingannarci e allontanarci dal solo vero Dio, creatore del cielo e della terra. Egli vuole anche distoglierci dal solo mediatore che può condurci a Dio: Gesù Cristo, che ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).
Sganciati dalla dipendenza da Satana e aggrappati al Signore; con Lui non sarai mai più schiavo, ma eternamente libero!

21 aprile

Dio è Spirito.
Giovanni 4:24

Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.
Giovanni 1:18

Domande di bambini

“Com’è Dio?” ha chiesto una bambina a sua madre. Questa domanda apparentemente ingenua rivela un problema molto comune. Dove trovare la risposta se non nella Bibbia, Parola di Dio? Sarebbe assennato affidarsi alle riflessioni dello spirito umano piuttosto che ascoltare ciò che Dio vuole rivelarci di se stesso?
“Dio è il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto, né può vedere” (1 Timoteo 6:16). Dio è spirito (Giovanni 4:24) e la nostra mente non può raffigurarselo. Ma in un preciso momento della storia, il grande Dio creatore e invisibile ha deciso di rivelarsi agli uomini tramite il suo Figlio. Venti secoli fa Egli ha detto: “Chi ha visto me, ha visto il Padre… Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me” (Giovanni 14:9, 11).
Gesù è Dio che ha preso un corpo umano, ma senza peccato. La sua vita perfetta, senza alcun compromesso con il male, ci ha mostrato che Dio è santo. La sua dedizione e la sua compassione verso tutti coloro che lo attorniavano ci ha mostrato che Dio è amore. Per mezzo della morte espiatoria di Gesù alla croce, seguita dalla sua risurrezione, Dio si manifesta a noi come un Dio di grazia.
Se hai creduto al Suo amore e hai accettato la Sua grazia, ringrazialo e adoralo!

lunedì 20 aprile 2020

20 aprile


Stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano.
Matteo 7:14

Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?
Luca 18:8

Il numero dei cristiani

Un albergatore, al quale proponevo di mettere nelle camere del suo albergo dei Nuovi Testamenti, mi ha risposto: “Oh, il cristianesimo sta perdendo velocità!”
In un certo senso aveva ragione. Nel nostro paese sono sempre meno quelli che professano di essere cristiani e ancor meno quelli che vivono da cristiani. C’è forse da stupirsi? Già all’inizio del suo ministero, il Signore Gesù aveva avvertito i suoi discepoli che solo pochi avrebbero trovato la via della vita.
Prima di salire al cielo, il Signore Gesù ha ancora avvertito i suoi discepoli e ha detto: “Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?” (Luca 18:8). L’ha detto alla fine di una parabola che serviva “per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi” (v. 1).
Oggi siamo ancora nel periodo della pazienza di Dio, ma questa terminerà. Fra poco il Signore Gesù verrà a prendere i suoi, e li incoraggia ad affidarsi a lui, malgrado le difficoltà, l’opposizione e la persecuzione. “Il Signore conosce quelli che sono suoi” (2 Timoteo 2:19).
Se ti domandassero se appartieni a Gesù, risponderesti con convinzione: “Sì, Gesù è il mio Salvatore e il mio Signore”?
Se sei credente, non scoraggiarti se nei paesi europei i cristiani sono sempre meno numerosi; in altri continenti il loro numero è in aumento. Ma ciò che conta è che tu rimanga fedele a Dio, ubbidendo alla sua Parola, pregando senza stancarti, e presentando il Vangelo a quanti non l’hanno ancora accettato, affinché ci possa essere, anche nel nostro paese, un risveglio spirituale che porti a un numero maggiore di salvati, per la gloria di Dio.

domenica 19 aprile 2020

19 aprile

Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il tuo cuore durante i giorni della tua giovinezza: cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e seguendo gli sguardi dei tuoi occhi; ma sappi che, per tutte queste cose, Dio ti chiamerà in giudizio… Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza.
Ecclesiaste 12:1, 3

Consigli di un padre

“Proverbi di Salomone… per dare accorgimento ai semplici e conoscenza e riflessione al giovane. Il saggio ascolterà…
Il timore del Signore è il principio della scienza.
Ascolta, figlio mio l’istruzione di tuo padre e non rifiutare l’insegnamento di tua madre; poiché saranno un fregio di grazia sul tuo capo e monili sul tuo collo.
Figlio mio, se i peccatori ti vogliono sviare, non dar loro retta.
Non t’incamminare con loro; trattieni il tuo piede lontano dal loro sentiero.
Figlio mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i  miei comandamenti… comprenderai il timore del Signore… il Signore infatti dà la saggezza.
Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento, e il tuo cuore custodisca i miei comandamenti, perché ti procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità.
Bontà e verità non ti abbandonino; legatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore; troverai così grazia e buon senso agli occhi di Dio e degli uomini.
Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento.
Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.
Il Signore sarà la tua sicurezza.”
La Bibbia. Brani tratti dal libro dei Proverbi capitoli 1, 2, 3

sabato 18 aprile 2020

18 aprile


Dio… per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo.
Efesini 2:4-5

Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.
1 Giovanni 5:11-12

La nuova vita del cristiano

Nei paesi in cui, da secoli, il cristianesimo è, almeno ufficialmente, la religione della maggioranza, basta nascere in una famiglia cattolica o protestante ed essere stati battezzati per portare il nome di “cristiano”. Così per molti questo nome rischia di perdere il suo reale significato. Non era così all’inizio dell’era cristiana. “Cristiani non si nasce, lo si diventa” affermava Tertulliano nel secondo secolo. Solo coloro che si erano convertiti alla dottrina di Cristo dopo aver udito e creduto al Vangelo, facevano parte della Chiesa (Atti 2:41). Cristiano, infatti, è ogni vero discepolo di Cristo.
Questi cristiani, usciti dal giudaismo, dal paganesimo o dall’ateismo, tramite una vera conversione, mostravano agli occhi dei loro contemporanei un totale cambiamento di vita. Il cristianesimo, in origine, non era una semplice etichetta esteriore, il distintivo di una cultura particolare o l’osservanza di nuovi riti; non era una religione, ma una nuova vita.
Oggi, a causa del progressivo allontanamento dalle verità del Vangelo, ci si può attribuire il nome di “cristiano” senza possedere la vita di Dio che è nel suo Figlio Gesù Cristo (1 Giovanni 5:11). Le parole che Gesù rivolse a Nicodemo sono chiare: “Bisogna che nasciate di nuovo” (Giovanni 3:7). Essere nati di nuovo, avere la vita divina, vuol dire essersi riconosciuti peccatori davanti a Dio e sapere di essere riscattati dall’opera di Gesù Cristo alla croce. È una trasformazione totale dei pensieri e del cuore, un nuovo rapporto con Dio che da giusto Giudice diventa un Padre pieno di amore.

venerdì 17 aprile 2020

17 aprile


Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, tutte le cose sono diventate nuove.
2 Corinzi 5:17

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti.
Efesini 2:8-9

Cesare Malan: una nuova creatura (3)

Quando Malan si convertì, realizzò la salvezza che Dio gli donava come se fosse stata compiuta proprio per lui, personalmente. Prima della conversione, faceva affidamento sulle proprie virtù senza conoscere veramente la grazia di Dio; ma Dio si rivelò a lui come il “Dio di grazia”. Grazie alla fede egli ebbe una nuova nascita, e divenne, nel vero senso della parola, una nuova creatura, completamente e assolutamente nuova. Non si trattò del coronamento delle opere religiose di un uomo che si è dato da fare per meritare il favore divino, ma l’amore di Dio in azione, che viene a noi e ci salva. 
“Ciò non viene da voi; è il dono di Dio”: queste parole della Scrittura, che confermano la grazia di Dio, hanno fatto di Cesare Malan un campione della libertà che si ha in Cristo.
In seguito alla sua conversione, incontrò molta opposizione e ostilità, in particolare da parte del mondo religioso. Ma lui restò fedele alla sua chiamata, quella di “proclamare la libera e gratuita grazia di Dio”. Scrisse decine e decine di cantici che esaltano l’amore e la misericordia del nostro Salvatore. Queste parole sono la traduzione di parte di un suo cantico.

Grande Dio, noi t’adoriamo! O Tu la cui clemenza
in seno alla nostra notte ha fatto brillare il giorno.
Nel nostro cuore, il tuo amore ha posto per sempre
la tua pace ineffabile, dono della tua immensa grazia.

giovedì 16 aprile 2020

16 aprile

Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
Romani 5:10

Cesare Malan: la sua conversione (2)

«Una sera, leggevo con un amico il capitolo 5 della Lettera di Paolo ai Romani. Questa lettura produsse in me una viva impressione, particolarmente il versetto 10 (citato in testa al foglietto). In un’altra occasione, in classe, mentre gli alunni svolgevano un compito, lessi il capitolo 2 della lettera agli Efesini, e giunsi a questo versetto: “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio”. Queste parole mi sembrarono chiare, inconfutabili e ne restai così colpito che dovetti uscire nel cortile della scuola, esclamando con gioia: “Sono salvato! Sono salvato!”
Paragonerei volentieri la mia conversione all’immagine di un bambino risvegliato dal bacio di sua madre. Non posso ripensare a quel periodo senza esaltare la tenera compassione del Signore che mi ha risparmiato i timori, i turbamenti e i penosi dubbi che tanti cristiani attraversano prima di giungere alla pace che dona la vera fede.» (Cesare Malan)
Quella di Cesare Malan fu, a quanto pare, una conversione pacata, tuttavia essa segnò il radicale inizio di una nuova vita. Prima della sua conversione, Malan era certamente un giovane religioso, di una sana moralità, dal comportamento leale e volto al bene. Ma egli cercava di stabilire la propria giustizia sulle sue buone opere senza capire che è Dio che rende giusto chiunque crede nel Signore Gesù. Allora, egli ha potuto servire Dio predicando il vero Vangelo; e si è comportato sempre con rettitudine, non per diventare giusto, ma per riconoscenza verso di Lui che lo aveva reso giusto! 

mercoledì 15 aprile 2020

15 aprile

Indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio… mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono.
Romani 3:21-22

Cesare Malan. 
L’avventura della fede di un giovane predicatore (1)

«Quando fui consacrato predicatore nella Chiesa di Ginevra, ero nella più completa ignoranza della verità dell’Evangelo. Mi ricordo, ad esempio, di aver terminato così una delle mie predicazioni: ‘Considerare le virtù che avrete acquisito vi aprirà senza difficoltà la strada per acquisirne delle nuove; la sensazione dei vostri progressi riempirà il vostro cuore di una dolce speranza. Sarà così che, accrescendo ogni giorno il vostro prezioso tesoro, con il quale si acquista l’immortalità, vedrete giungere, pieni di ineffabile emozione, l’ora felice in cui rimetterete nelle mani del Creatore la vostra anima ornata di virtù’.
Un giorno andai a predicare in Svizzera nella chiesa di un villaggio del cantone di Vaud. All’uscita, il pastore mi si avvicinò con un aspetto triste e serio, e mi disse: ‘Il suo messaggio non è cristiano, e spero che i suoi ascoltatori non lo abbiano capito!’ Queste severe parole mi fecero riflettere su ciò che significa essere un vero cristiano. Ma solo due o tre anni più tardi cominciai a capire la giustificazione per fede, senza le opere. Fino ad allora non avevo neppure idea di questa giustizia di Dio della quale possono beneficiare solamente quelli che credono in Gesù. Io ero allora nell’ignoranza più totale, eppure predicavo e non provavo il minimo disagio. Dicevo quello che sentivo con tutto l’impeto e l’esuberanza della giovinezza, ma parlavo di un Dio e di un Salvatore che ancora non conoscevo! Non predicavo altro che la morale della ragione.»
Cesare Malan (1787-1864)

martedì 14 aprile 2020

14 aprile

Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti.
2 Timoteo 2:8

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.
Atti 4:12

Scialuppa di salvataggio

Durante il naufragio del transatlantico “Titanic”, nel 1912, i passeggeri della prima classe sono stati notevolmente avvantaggiati quanto all’accesso alle scialuppe di salvataggio e ai servizi dell’equipaggio. I più ricchi avevano pagato per il viaggio cento volte di più dei passeggeri di terza classe.
Dio agisce in modo totalmente opposto. Egli non fa differenze fra le persone. Ricco o povero, giovane o vecchio, di qualsiasi colore abbia la pelle, o di qualunque estrazione sociale sia, ogni essere umano è stato creato da Lui, e Lui lo vuole salvare dalla perdizione eterna. Per questo  motivo ha mandato suo Figlio, Gesù Cristo, a morire sulla croce.
Ancora oggi, Dio offre la sua meravigliosa grazia. Sali anche tu nella “scialuppa di salvataggio” di Dio! Credi al Signore Gesù e confessagli i tuoi peccati. Questo mezzo unico di salvezza è a disposizione di tutti. Dio offre un posto a chiunque lo desideri. Ma è necessaria la tua volontà personale di andare a Lui, riconoscendo il tuo bisogno di essere perdonato dai tuoi peccati e salvato.
La Bibbia dichiara che chi crede in Gesù Cristo “è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24). Per lui comincia la vita eterna con Dio. “Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). Lui solo è per tutti gli uomini “autore di una salvezza eterna” (Ebrei 5:9). Dopo la morte non è più possibile nessuna decisione.
Afferra oggi questa salvezza gratuita che il Dio d’amore ti offre!

lunedì 13 aprile 2020

13 aprile

Volgetevi a me e siate salvati.
Isaia 45:22

Cristo… morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
2 Corinzi 5:15

Convertirsi

Ci risulta difficile riconoscere e confessare i torti che facciamo agli altri quando siamo coinvolti in liti e conflitti. Eppure è un atto necessario se vogliamo ristabilire delle buone relazioni. Così è pure per quanto riguarda la nostra relazione con Dio. È indispensabile riconoscere le nostre colpe, la nostra inclinazione al male, i nostri cattivi pensieri, le nostre cattive azioni.
La Bibbia, Parola di Dio, pronuncia a questo riguardo una dichiarazione indiscutibile: “Il cuore è ingannevole… e insanabilmente maligno” (Geremia 17:9). Sono i miei peccati che mi impediscono di essere in accordo con il Dio santo, e di avvicinarmi a lui. Se ne prendo coscienza, sentirò il bisogno di essere purificato da tutto ciò che mi corrompe interiormente. A questo punto potrò comprendere tutto il valore del sacrifico di Cristo alla croce. Gesù ha compiuto l’opera che permette a ciascuno di noi di essere riconciliato con Dio per mezzo della fede in Lui.
Spesso si sente parlare di “conversione” a una qualche religione. Ma cosa vuol dire convertirsi al cristianesimo? Significa forse aderire a una tradizione, a una cultura, a un insieme di dogmi? No, la vera conversione è accettare Gesù Cristo come Salvatore, poiché senza di lui saremmo tutti perduti, lontani da Dio per sempre. Colui che ci ha “chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9) diventa allora il nostro Signore, colui che dirige la nostra vita, della quale Egli è, allo stesso tempo, la sorgente e lo scopo.

domenica 12 aprile 2020

12 aprile

Gesù gli rispose: “Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.
Luca 9:58

Gesù… disse: “È compiuto!” E, chinato il capo, rese lo spirito.
Giovanni 19:30

Dove posare il capo?

Se consideriamo l’attività del Signore Gesù durante la sua vita su questa terra, possiamo ben comprendere il significato dell’espressione “il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Basta scorrere i Vangeli per contemplarlo mentre insegna nel tempio, caccia spiriti immondi, guarisce malati, trascorre ore in preghiera col Padre e poi attraversa villaggi per compiere altre opere. Non aveva dove posare il capo, cioè non aveva un luogo dove riposarsi, ma nonostante ciò continuò il suo ministero con fedeltà, sottomissione e ubbidienza al Padre.
In cambio del bene che aveva fatto in ogni luogo (Atti 10:38) l’uomo gli ha riservato flagelli, scherni, una corona di spine e infine una croce. Ed è sulla croce che ha chinato il capo ed ha reso lo spirito. Nei testi originali, sia in Luca 9:58 che in Giovanni 19:30 (i due versetti citati in testa) è utilizzato lo stesso termine greco – che si traduce in italiano con l’espressione “chinare il capo”. Questo fatto ci porta a considerare che il Signore Gesù, il Figlio dell’uomo, che non aveva trovato, durante la sua vita, un posto dove “chinare il capo”, lo trovò sulla croce. Come dire che solo dopo aver portato a termine l’opera di salvezza per gli uomini ha potuto “riposarsi”: “E, chinato il capo, rese lo spirito”. Gesù fu posto in un sepolcro, ma Dio, a dimostrazione della sua completa soddisfazione di questo sacrificio, lo ha risuscitato dai morti e lo ha accolto nel cielo, glorificato. Ora, chiunque accetta per fede quest’opera ottiene la salvezza e la vita eterna. È commovente pensare che il Signore Gesù concluse la sua vita con il capo chinato su una croce e lo è ancora di più pensare che lo ha fatto per amor mio, tuo e di tutti quelli che accettano il suo sacrificio.

sabato 11 aprile 2020

11 aprile


Fuori di me non c’è altro Dio, Dio giusto, e non c’è Salvatore fuori di me.
Isaia 45:21

Chi non avrà creduto sarà condannato.
Marco 16:16

Pianti nella notte
Esodo 12:29-30

Notte solenne nell’antico Egitto. Dai palazzi sontuosi e dalle più misere capanne salgono grida di disperazione, rotte dai singhiozzi. In tutte le case del grande impero, il giudizio annunciato da Dio è stato eseguito: tutti i primogeniti delle famiglie egiziane sono morti. Perché? Perché il faraone e il suo popolo hanno rifiutato di ubbidire a Dio. Quando Dio parla e ci avvisa, bisogna ascoltarlo e crederlo. Queste famiglie non hanno creduto e non sono sfuggite al Suo giudizio.
Allo stesso modo anche oggi Dio avvisa gli uomini che “chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Giovanni 3:18).
Ma vogliamo ricordare un’altra notte, la più buia della storia. In un giardino vicino a Gerusalemme, Gesù prega. La sua supplica sale a Dio suo Padre “con alte grida e con lacrime” (Ebrei 5:7). Per tre volte, l’Uomo perfetto, il santo Figlio di Dio, domanda a suo Padre che le sofferenze espiatorie della croce gli siano risparmiate. Però dice anche: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Luca 22:42). Dio non poteva condannare il peccato e risparmiare Colui che aveva “fatto diventare peccato per noi” (2 Corinzi 5:21). Se Gesù non avesse conosciuto in tutto il suo rigore il giudizio di Dio, saremmo stati noi a subirlo, a causa dei nostri peccati. Ma Lui è morto per noi, e Dio, perfettamente soddisfatto dall’opera compiuta dal suo diletto Figlio, lo ha risuscitato ed elevato in gloria. Ora Egli assicura il suo perdono a tutti coloro che lo ricevono come loro personale Salvatore.

venerdì 10 aprile 2020

10 aprile


Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù.
Atti 4:33

Gesù è risuscitato

Nel libro degli Atti, l’apostolo Pietro e l’apostolo Paolo insistono nelle loro predicazioni sulla risurrezione di Gesù Cristo. Gli uomini avrebbero potuto considerare la morte del Signore Gesù come quella di un martire, simile alla morte di molti altri, ma la sua risurrezione gli conferisce un carattere unico. Essa dimostra la vittoria di Cristo su Satana, sulla morte, sul mondo. La morte e la risurrezione di Cristo formano un tutt’uno. Gesù è sceso nella morte, ma ne è uscito vincitore.
La sua risurrezione è la prova:
– che Egli è il Figlio di Dio. Gesù è stato “dichiarato Figlio di Dio con potenza… mediante la risurrezione dai morti” (Romani 1:4);
– che Dio ha perfettamente accettato il suo sacrificio alla croce e i nostri peccati sono così cancellati. Gesù Cristo “è stato dato a causa delle nostre offese ed  è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:25).
La sua risurrezione, per il credente è anche:
– la sicurezza della sua salvezza: “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9),
– il movente della sua vita: “Conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione” (Filippesi 3:10).
La sua risurrezione è ancora:
– la sicura garanzia della risurrezione dei credenti: “Colui che risuscitò il Signore Gesù, risusciterà anche noi” (2 Corinzi 4:14);
– la certezza della loro felicità eterna: “Dio… ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (1 Pietro 1:3).

giovedì 9 aprile 2020

09 aprile

Gesù Nazareno… era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo… i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso.
Luca 24:19-20

Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti.
Luca 24:46-47

Gesù, il profeta

Coloro che sono stati testimoni della vita di Gesù, hanno riconosciuto che non si trattava di un uomo come tutti gli altri. D’altronde, se è stato messo a morte, è perché il suo insegnamento, la sua autorità, i suoi miracoli costringevano gli altri a mettersi in questione. Molti hanno riconosciuto in lui il Messia annunciato dai profeti del Vecchio Testamento, o almeno un profeta.
Forse anche per te è un profeta. Ma non è necessario essere cristiani per affermare che Gesù era un profeta: lo dice anche il Corano. Ma forse tu dirai: “Cosa potrebbe darmi oggi un morto, anche se si trattasse di un profeta da tutti riconosciuto?”
Hai ragione; infatti Gesù non era un profeta come gli altri, Gesù è Dio. Molti testimoni lo hanno visto risuscitato, e ancora oggi milioni di uomini e donne sanno che vive nella loro vita! Un giorno è morto, “lui, giusto, per gli ingiusti, per condurci a Dio”. E Dio, che lo aveva mandato sulla terra proprio per questo scopo, ha confermato la validità del suo sacrificio come mezzo per riconciliarci con lui, e ne ha dato prova riconducendolo alla vita! Ti è dunque possibile incontrare Gesù e, per mezzo di lui, conoscere Dio come un Padre che ti ama. Non è molto più straordinario di tutto quanto possano proporti le varie religioni del mondo?
Ora la domanda si pone a te: Che ne dici di Gesù? Chi è per te? Lo hai accettato come il Salvatore di cui hai bisogno? Noi vogliamo sperare di sì.

mercoledì 8 aprile 2020

08 aprile


Spartiscono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica.
Salmo 22:18

I soldati… presero le sue vesti… ed anche la tunica (di Gesù). La tunica era senza cuciture, tessuta per intero… Dissero dunque tra di loro: “Non stracciamola, ma tiriamola a sorte a chi tocchi”.
Giovanni 19:23-24

La tunica senza cuciture
Racconto biblico: Genesi 37:3 e Giovanni 19:23

Giacobbe, il patriarca, aveva fatto per Giuseppe, suo figlio prediletto, una tunica particolarmente bella. Ma i suoi fratelli, gelosi, non potevano sopportare questa predilezione e odiavano il loro giovane fratello. Un giorno lo spogliano della sua tunica e lo vendono a dei mercanti di passaggio. Poi uccidono un becco, intingono la tunica nel sangue e la mandano al padre con questo messaggio: “Abbiamo trovato questa veste; vedi tu se è quella di tuo figlio o no” (Genesi 37:32-34). Un odio così accanito, espresso con una tale crudeltà anche nei confronti del padre, ci stupisce. La sofferenza di Giuseppe, divenuto schiavo, e il dolore del padre che tiene in mano la tunica insanguinata del figlio, ci commuovono. È possibile che il cuore umano possa essere così malvagio? Sì, purtroppo, e anche peggio.
Molti secoli più tardi, il Figlio unico e diletto di Dio è venuto sulla terra. Il suo corpo, poiché è divenuto “simile agli uomini” (Filippesi 2:7), era rivestito di una tunica “senza cuciture, tessuta per intero” (Giovanni 19:23), proprio come era la sua dirittura morale. Tale perfezione metteva in evidenza il peccato e la colpevolezza degli uomini, e questi non potevano accettarla. Così, hanno spogliato il Signore della sua tunica e, con una malvagità ancora più grande di quella dei loro antenati, lo hanno crocifisso.
Ma il sangue, versato da questa Vittima pura e innocente, purifica da ogni peccato chiunque si riconosce peccatore. La risposta all’odio più atroce è stata l’amore più perfetto.

martedì 7 aprile 2020

07 aprile

La mia coppa trabocca. Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita.
Salmo 23:5-6

(Gesù disse:) “Io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore”.
Giovanni 10:10-11

La vita in abbondanza

Mentre innaffio il mio giardino, osservo un calabrone in un bel fiore di ibisco. È un grande fiore bianco; alla sua base ci sono delle tinte rosse, e in mezzo c’è un grosso pistillo, ricoperto di polline di uno splendente candore. Il calabrone avanza verso il centro del fiore per succhiarne il nettare. Il suo colore scuro contrasta col bianco del fiore. Poco a poco si ricopre di polline: prima le zampe, poi le ali, la testa, e infine tutto il corpo. Dopo aver fatto due volte il giro del pistillo, prende pesantemente il volo, completamente bianco di polline. Guardandolo mentre vola via, penso meravigliato: Che ricchezza nella natura! Piante e animali, tutto trabocca di varietà e di vitalità.
Dovrebbe essere la stessa cosa nella vita spirituale dei cristiani. Essa può essere ricca, varia, senza monotonia. Quando si trovava in prigione, l’apostolo Paolo poteva dire: “Ho ricevuto ogni cosa e sono nell’abbondanza. Sono ricolmo di beni” (Filippesi 4:18). Da dove proveniva questo senso di appagamento? Sebbene in prigione, aveva la certezza di essere amato dal Signore. Egli gustava la sua preziosa presenza. Con Lui, Paolo sentiva la sua anima ricca, e poteva scrivere ai credenti: “Tutto è vostro! E voi siete di Cristo” (1 Corinzi 3:22-23).
Il Signore desidera che la nostra vita spirituale sia ricca, felice, rivolta a Lui e agli altri. Egli ha dato la sua vita per arricchirci di Se stesso. Ha mandato lo Spirito Santo perché sia con noi e in noi. Egli desidera che anche noi possiamo dire con convinzione: “La mia coppa trabocca”.

lunedì 6 aprile 2020

06 aprile


Gesù disse loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete… Colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.
Giovanni 6:35, 37

Di cosa abbiamo bisogno?

Ciascuno risponde a modo suo: avere una buona salute, un lavoro stabile, un alloggio più confortevole, l’affetto di un famigliare, la buona riuscita dei figli a scuola, una vecchiaia tranquilla, maggiore disponibilità finanziaria, ecc. Le risposte sono più che mai varie a seconda dei problemi e delle preoccupazioni.
Queste aspirazioni sono più che normali, ma spesso non sappiamo come soddisfarle. Alcuni saranno appagati, altri non lo saranno mai.
Ma al di sopra di tutti questi problemi, c’è un bisogno di cui forse non hai sentito, fino ad ora, l’imperiosa necessità. Un bisogno che, una volta soddisfatto, porterebbe la pace e la tranquillità nel tuo spirito e la gioia nel tuo cuore. È il bisogno di perdono, punto di partenza delle relazioni con un Dio che ci ama e vuole fare di noi dei suoi figli.
Ebbene, questo è l’unico bisogno che può essere soddisfatto completamente e gratuitamente! Non vuoi volgere uno sguardo di fede verso Gesù per conoscere una vera liberazione? Se fai così sei sulla buona strada, quella del pentimento, quel cambiamento che rivoluzionerà i tuoi pensieri e che non rimpiangerai mai. Questo non significa la soluzione di tutti i tuoi problemi, ma a partire da quel momento essi saranno messi nelle mani di Dio, ed Egli saprà rispondervi secondo il suo pensiero e al momento opportuno, per la tua felicità.
Se rimettiamo a Lui con fiducia le nostre preoccupazioni, Egli riverserà su di noi le sue grandi benedizioni (Malachia 3:10).

domenica 5 aprile 2020

05 aprile

I riscattati dal SIGNORE … otterranno gioia e letizia; il dolore e il gemito scompariranno.
Isaia 35:10

Parole obsolete

Obsoleto: “Non più in uso, passato di moda”. Ecco la definizione che troviamo nel dizionario per questo termine. Le parole obsolete sono quelle che si usavano un tempo, ma che ora sono superate e non più attuali. Esse si possono ancora trovare nei dizionari perché sono state usate nella letteratura classica dei tempi passati. Sono incluse affinché il loro significato possa essere compreso da coloro che leggono libri degli anni passati.
Obsoleto! Quanti termini di uso corrente saranno superati durante quel glorioso ed eterno giorno che ben presto sorgerà per i credenti. La felicità di quel giorno è descritta con la dichiarazione che certe parole, che comprendiamo bene mentre attraversiamo periodi di prova, saranno allora obsolete! “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima son passate” (Apocalisse 21:4).
“Lacrime” – obsoleto!  “Morte” – obsoleto!  “Cordoglio” – obsoleto!  “Grido” – obsoleto!  “Dolore” – obsoleto!
Tutte queste parole non saranno più in uso quando saremo nel riposo della casa del Padre. “Gioia e letizia” saranno la nostra parte, e “il dolore e il gemito scompariranno”. Con le sue cure amorevoli Dio allontanerà per sempre ogni  nostro dolore. Coraggio, cari credenti; tutte le prove che possiamo incontrare in questo mondo saranno “passate”; “la sera ci accompagna il pianto; ma la mattina viene la gioia” (Salmo 30:5). E quella sarà una mattina “senza nuvole”. 

sabato 4 aprile 2020

04 aprile


L’esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa.
1 Timoteo 4:8

Corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.
Filippesi 3:14

Lo sport

Il lunedì mattina viaggio spesso sull’Eurostar per Milano. La maggior parte dei viaggiatori sono persone che si spostano per motivi professionali. Alcuni dormicchiano, altri discutono, ma la maggioranza legge. E cosa leggono? Qualcuno riviste scientifiche, altri un quotidiano, molti un giornale sportivo. Niente di male; però, quanto tempo viene speso per cose che dopo poco non avranno più alcuna importanza!
E che dire della vita degli atleti di un certo livello? Essi passano gran parte della loro gioventù ad allenarsi, spesso lontani dalla famiglia, con il continuo obiettivo di raggiungere il più alto livello, di diventare i migliori del mondo. Ma la selezione è severa, e pochi riescono. Essi sacrificano i loro anni migliori e usurano prematuramente il loro corpo. Un eccessivo entusiasmo per lo sport può diventare un’idolatria. I campioni non vengono forse definiti “idoli”? E loro non sono liberi, ma schiavi dei media e di coloro che li guardano.
Lo sport praticato in modo sano è una bella attività, molto utile tenuto conto della nostra vita troppo spesso sedentaria. Ma bisogna essere consapevoli dei rischi e quindi praticare attività sportive nella giusta misura. Appassionarsi allo sport divora il tempo e il cuore, e può anche giungere ad allontanare i credenti da Dio, perché tutto ciò che toglie il primo posto a Dio diventa un idolo. Nell’Antico Testamento, gli idoli, che allora erano di legno, di pietra o di altri materiali, sono a volte definiti “vanità”.
Cristiani, non perdiamo tempo in ciò che è vano! Riserviamo il nostro cuore per il Signore! Non dimentichiamo che servire Lui è la nostra vocazione!

venerdì 3 aprile 2020

03 aprile

Cristo…, benché fosse Figlio (di Dio), imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì.
Ebrei 5:5, 8

Umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio.
 Filippesi 2:8-10

L’autorità di Gesù

In tutti i tempi, avere delle autorità superiori non è mai stato sopportato volentieri, e oggi meno che mai. Tuttavia la Bibbia ordina di essere sottomessi alle “autorità superiori” (Romani 13:1). Purtroppo, però, coloro che detengono l’autorità spesso ne abusano o non ne sono degni.
Quale contrasto con l’autorità di Gesù! Egli l’ha sempre esercitata per il bene, e non ha mai cercato di prevalere per imporre agli uomini la sua potenza. Mentre i potenti di questo mondo cercano di dominare, Gesù è vissuto in mezzo ai suoi “come colui che serve” (Luca 22:27). Egli è Maestro e Signore (Giovanni 13:13), ma è venuto “per servire, e per dare la sua vita” (Marco 10:45).
Che incontestabile autorità quella di Gesù quando era in questo mondo! Ascoltandolo, i suoi uditori ne erano colpiti (Matteo 7:29). Aveva il potere di perdonare i peccati (Matteo 9:6) ed esercitava la sua potenza sulla malattia (Matteo 8:7, 13), sul vento e sul mare (Marco 4:41), sui demoni (Matteo 12:28), sulla morte (Giovanni 11:43). La sua autorità prendeva origine dal fatto di essere Dio (Giovanni 17:1-2). Il potere gli era dato da Dio suo Padre, e Lui è stato ubbidiente fino alla morte. Egli ha accettato di dare la propria vita perché quello era il piano di Dio. Mai avrebbe potuto disubbidire. Lui, adorato dagli angeli, Dio eterno, si è fatto uomo per rivelare così l’amore divino.
Noi che crediamo in lui chiediamoci se ha davvero, e sempre, autorità su ogni dettaglio della nostra vita!