Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

mercoledì 28 febbraio 2018

28 febbraio


Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
Genesi 1:1

Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla Parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.
Ebrei 11:3

Un grande Ingegnere?

Fin dalla prima pagina, la Bibbia afferma che Dio ha creato i cieli, la terra e tutto ciò che essa contiene. La scienza non ha mai potuto contraddire quest'affermazione. "Sull'origine della vita dobbiamo riconoscere che non sappiamo niente"; questa dichiarazione del noto biologo Jean Rostand è ancora valida. Ogni scoperta pone più problemi di quanti ne risolva. Le ipotesi degli scienziati ci lasciano nel vago. La Bibbia invece ci dice chiaramente che noi non siamo il frutto del caso, ma di una volontà divina e saggia.
La scienza arriva a conclusioni incerte e mutevoli. Un altro biologo, Rémi Chauvin, spiega che la teoria dell'evoluzione ideata da Darwin è durata a lungo perché era l'unica soluzione “di ricambio” all'idea di Dio, imbarazzante per la coscienza di molti. Come tanti altri scienziati, fisici, biologi, astronomi, Chauvin arriva a chiedersi: "Non ci sarà forse un grande Ingegnere?"
Con un linguaggio semplice, che può essere compreso dagli uomini di tutti i tempi, la Bibbia ha rivelato l'origine dell'uomo e dell'universo. Non ci ha ingannati. La scienza invece evolve continuamente, e le teorie di ieri che sembravano delle certezze poco per volta vengono superate. Riprendiamo dunque il Libro di Dio per scoprirvi non soltanto la nostra origine, ma le promesse del Dio Creatore che vuol essere anche il nostro Salvatore.

martedì 27 febbraio 2018

27 febbraio

L’Eterno è buono; è un rifugio nel giorno dell’angoscia e conosce quelli che confidano in lui.
Naum 1:7

Confidate per sempre nell’Eterno, perché… è la roccia dei secoli.
Isaia 26:4

Dio è degno della vostra fiducia

L’Eterno è buono: quale dichiarazione meravigliosa, che sfida tutte le accuse malvagie che talvolta gli sono lanciate! Dio è buono!
Per quanto possa essere penosa la nostra esistenza o angosciosa la nostra situazione, ricordiamoci che Dio è buono e conosce quelli che mettono la loro fiducia in lui. Non mettiamo la nostra speranza nel soccorso degli uomini, che spesso è deludente. Un vero e durevole soccorso non può mai venire dal basso. Teniamo gli occhi fissi sulla bontà dell’Eterno. Ricordiamoci delle belle promesse citate nei versetti di oggi; mettiamo veramente la nostra fede in pratica! Vedremo così la grazia di Dio che, compiendo in noi i suoi piani d’amore, si spande abbondantemente come una rugiada benefica.
L’Eterno è buono! Non ci condanna, non ci respinge, non ci prova al di là dei nostri limiti, non ci vuole alcun male. Dio non ci respinge; e le apparenze, se alle volte ci fanno pensare che ci dimentichi, sono ingannevoli, perché Dio non viene mai meno. Se certe difficoltà ci mettono alla prova, è perché Dio vuol parlarci. Egli crea in noi il bisogno di lui, ed è ancora Lui che lavora il nostro cuore e che lo modella per renderlo più conforme al suo pensiero.

Dio sempre, Dio ancora. Egli è presente dappertutto e fa sempre del bene a quelli che mettono la loro fiducia in lui. 

lunedì 26 febbraio 2018

26 febbraio

Ma io (Gesù) vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello.
Matteo 5:39-40.

Uscire dai conflitti

Come sono sorprendenti queste parole di Gesù, citate nel versetto di oggi! Il Signore chiede ai discepoli di amare i loro nemici, di pregare per quelli che fanno loro dei torti, di porgere l’altra guancia a che li percuote… Queste parole di Gesù sono segno di debolezza? No! Resistere alla voglia di vendetta, ecco il vero coraggio. Sono forse un invito alla passività? No, anzi, porgere l’altra guancia significa fare appello alla coscienza dell’aggressore, indicargli la strada perché riconosca la propria ingiustizia e rinunci al male.

Amici credenti, siete in conflitto con qualcuno? Fate il primo passo, pregando il Signore che ve ne dia la forza. Sovente è il primo passo che ci costa. Ma ricordiamoci che chi ha fatto del torto è a sua volta prigioniero di sentimenti distruttivi. Porgergli l’altra guancia è indirizzare la sua attenzione verso un’altra strada, quella tracciata da Cristo. Non possiamo rispondere all’appello del Signore contando sulle nostre forze, ma possiamo farlo col suo aiuto, con l’aiuto del suo Spirito. Non diciamo che è un ideale impossibile da raggiungere. Molti veri cristiani ne hanno mostrato la realtà. Ma prima avevano gustato l’amore di Dio e il suo perdono. Sia questa anche la nostra esperienza!

domenica 25 febbraio 2018

25 febbraio

Egli (Dio) non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità. Com’è lontano l’oriente dall’occidente, così egli ha allontanato da noi le nostre colpe.
Salmo 103:10,3,12

Il paradiso era anche per lui

Marcel, un vecchio sottufficiale della Legione Straniera che andava fiero della sua vita avventurosa, stava finendo i suoi giorni in una casa di riposo della periferia parigina. Aveva decorato la sua cameretta con qualche cimelio della passata grandezza. Feroce nemico di ogni religione, accettava però la visita di un monaco, più che altro per passare il tempo. Il religioso qualche volta gli parlava dell’amore di Dio che ha dato il suo Figlio per la salvezza degli uomini.
Un giorno Marcel interruppe il visitatore: “Senta! Quello che lei mi dice è magnifico, lo riconosco, però non è per me. C’è una cosa che lei non sa: io ho del sangue sulle mani”. Il monaco rimase in silenzio un attimo; poi aprì la Bibbia e lesse: “Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» Ma l’altro lo rimproverava dicendo: «Non hai tu nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto… ma questi non ha fatto nulla di male…» Gesù gli disse: «…Oggi tu sarai con me in paradiso»” (Luca 23:39-43).
Il vecchio legionario si alzò con sforzo reggendosi sui braccioli della poltrona ed esclamò: “Ma è mai possibile? Allora il paradiso è anche per me!”

Il monaco giunse le mani e ringraziò Dio. Marcel disse un fervido amen. Gesù Cristo stava per entrare nella sua vita, e un giorno lo avrebbe preso con sé.

sabato 24 febbraio 2018

24 febbraio

Con la bontà e la fedeltà l’iniquità si espia e con il timore del Signore si evita il male.
Proverbi 16:6

La vera espiazione

Molto probabilmente Salomone, autore del Proverbio citato, non comprendeva bene la verità che scrisse in questo versetto. In quel tempo non si sapeva che c’era una vera espiazione per il peccato. Molti sacrifici erano offerti, ma nessuno di essi poteva effettivamente togliere i peccati. Nella nostra bontà e nella nostra fedeltà non vi è espiazione di peccato, ma è la bontà Dio che ci è stata fatta splendidamente conoscere per mezzo del sacrificio del suo diletto Figlio.
Il grande amore di Dio è testimoniato dal dono del Suo Figlio per togliere l’immenso peso del peccato dell’uomo. Quando il Signore Gesù fu crocifisso al Calvario, gridò nelle tenebre: “Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato?” Egli portò la pena ed il peso del peccato con infinito dolore.
Oggi quindi noi conosciamo il meraviglioso intermediario per mezzo del quale l’espiazione è stata fatta per noi, e adoriamo Colui che ha compiuto questo lavoro per noi.
Nell’Antico Testamento questo meraviglioso lavoro dell’espiazione del peccato non era ancora conosciuto. Ma Dio non ha lasciato i credenti di quei tempi nell’ignoranza; ha parlato loro con bontà e fedeltà assicurando che l’iniquità sarebbe stata tolta. Essi erano chiamati quindi a credere che Dio avrebbe compiuto l’espiazione del peccato, anche se non conoscevano il mezzo che avrebbe usato.

L. M. Grant

venerdì 23 febbraio 2018

23 febbraio

Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.
Apocalisse 2:10-11

Fedeli fino alla morte

Ai giorni nostri e nei nostri paesi i cristiani non sono più perseguitati apertamente come un tempo; non vengono più gettati in prigione o uccisi a causa della loro fede. Tuttavia le parole: «Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati» (2 Timoteo 3:12) hanno sempre il loro valore. Il mondo tollera una certa forma di pietà e in certi casi la loda anche. Noi possiamo frequentare i luoghi di culto o forse anche dire di essere convertiti; sovente il mondo sopporta tutto ciò.
Quando però vogliamo vivere piamente, cioè quando manifestiamo i caratteri di Cristo nella vita di ogni giorno, e cerchiamo di uniformare il nostro cammino agli insegnamenti della Parola di Dio, ecco apparire immediatamente, da una parte o dall’altra, resistenza e persecuzione.

Un credente che non ha da soffrire per questo, forse non vive piamente o non è tanto fedele; non guarda soltanto al Signore, ma a molte altre cose. Un tale cristiano fa una grave perdita. Non impara a conoscere il Signore nelle sue compassioni e nelle sue consolazioni; non porterà molto frutto e non riceverà la corona della vita, pur possedendo la nuova vita ed essendo salvato per mezzo dell’opera di Cristo. 

giovedì 22 febbraio 2018

22 febbraio

Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada.
Giobbe 33:14

Disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?
Romani 2:4

Dio parla, bisogna rispondergli

Il poeta francese Alfred de Musset scriveva in un sonetto: “Ho perso la mia forza e la mia vita”; poi, negli ultimi versi, dichiara: “Dio parla, bisogna rispondergli”.
Era forse una presa di coscienza della sua colpevole negligenza, e il rimorso di non aver risposto agli appelli del Dio di grazia? Non lo sappiamo. Non possiamo conoscere le ragioni della riflessione del poeta, ma essa ci offre lo spunto per considerare l’importanza e la serietà di ascoltare Dio quando parla, e la necessità di rispondergli.
Dio parla agli uomini anzitutto con la voce della creazione che afferma la sua potenza e la sua sapienza (Salmo 19:1-4), e poi mediante la Scrittura ispirata: “Dio, dopo aver parlato anticamente… ai padri per mezzo del profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Ebrei 1:1-2). La Bibbia ci avverte anche del pericolo che corriamo “se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo” (Ebrei 12:25).
Rispondere a Dio significa accettare la sua offerta di grazia; Egli invita ognuno di noi a lasciar entrare Gesù Cristo nella nostra vita come Salvatore. Non rispondere al suo appello equivale a trascurare il dono che ha fatto dando il suo Figlio a morire per salvare dei peccatori quali noi tutti eravamo. Oggi ancora Egli ci parla: ascoltate la sua voce. Leggete l’Evangelo; vedrete che Dio vi ama e vuole salvarvi.

Lettore, il tuo “sì” all’appello del suo amore è la risposta che si aspetta.

mercoledì 21 febbraio 2018

21 febbraio

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?
Romani 8:32

Con Dio non si mercanteggia

Un malato chiede una buona salute: “Se Dio me la restituisce, crederò in lui”.
Uno studente è preoccupato per un esame: “Se Dio me lo fa superare, gli darò fiducia”.
Un commerciante pensa: “Se Dio mi farà andare bene gli affari, saprò che esiste”.
Persino un giocatore d’azzardo oserebbe dire: “Se c’è un Dio, mi faccia vincere…”.
Non si va a Dio facendo calcoli e intavolando trattative. Non si stipula un contratto con lui. Lui non ha affatto bisogno di tutto ciò che possiamo promettergli. Egli è Dio e possiede ogni cosa: “Se sei integro nella tua condotta, ne trae egli un guadagno?”, leggiamo nel libro di Giobbe (22:3).
È offensivo considerare Dio come un assicuratore sul quale contiamo per garantirci la salute, far prosperare i nostri affari e risolvere i nostri problemi, verso il quale ci sdebiteremmo con qualche concessione da parte nostra.
Dio potrebbe facilmente rispondere a tutti i nostri desideri, ma non ubbidisce alla nostra volontà. Ci offre infinitamente di più: ci ha dato il suo Figlio. È il dono iniziale, straordinario, che ci assicura, se lo accettiamo, la vita eterna. Allora avremo la pace con Dio e il diritto di essere chiamati suoi figli, suoi cari figli, che hanno la gioia di dargli fiducia e ubbidirgli. Fra breve Egli ci darà la gloria con Gesù. 

martedì 20 febbraio 2018

20 febbraio

Nell’angoscia, gridarono all’Eterno ed egli li liberò dalle loro tribolazioni.
Salmo 107:19

Egli (il re Uzzia) fu meravigliosamente soccorso, finché divenne potente. Ma quando fu divenuto potente, il suo cuore, insuperbitosi, si pervertì.
2 Cronache 26:15-16

Attenti al cane!

Alla sera, quando andiamo a fare quattro passi nel parco pubblico, il mio bambino più piccolo non mi dà la mano volentieri; afferma la sua indipendenza camminando un po’ lontano, più avanti di noi. Però qualche volta me lo vedo arrivare di corsa e mi prende la mano. So che quando viene a rifugiarsi da me è perché ha visto un cane. Ha una gran paura dei cani, e così quando ne vede uno cerca aiuto e protezione da me.
Questo comportamento mi fa pensare alla tendenza generale a trascurare il rapporto con Dio quando tutto va bene, salvo poi ricercare il suo aiuto quando si presentano i problemi. Si è osservato che durante i periodi di prosperità materiale le chiese si svuotano, e nei periodi di crisi si riempiono.

Ma non succede forse anche a noi credenti di avere lo stesso atteggiamento nei confronti del Signore? Quando va tutto bene, tendiamo a trascurare la preghiera e la lettura della Parola di Dio, mentre le difficoltà e le prove ci spingono a cercare aiuto e protezione presso il nostro Dio. Sarebbe preferibile cercare una relazione più costante e regolare col Signore! Egli desidera condividere le nostre gioie e le nostre pene. Perciò, cerchiamo di attraversare le circostanze della nostra vita, favorevoli o sfavorevoli, in stretta vicinanza con Lui che ci ama. Sia sul piano individuale sia su quello collettivo.

lunedì 19 febbraio 2018

19 febbraio

Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché possa… discernere il bene e il male.
1 Re 3:9

Il sangue di Cristo… purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!
Ebrei 9:14

A cosa serve la coscienza?

Come potrebbe l’uomo distinguere il bene dal male se non avesse, come uno strumento di misura, la voce interiore della sua coscienza? Ma perché uno strumento sia affidabile deve essere tarato. La coscienza può essere sensibile, debole, indurita… Ha anche bisogno di essere “tarata” alla luce di Dio per mezzo della Bibbia. Solo così potrà essere una guida sicura perché basata su un fondamento solido.
Quale sarà la norma certa che regola la condotta dell’uomo sulla terra? La Bibbia ci rivela il pensiero di Dio riguardo al bene e al male. Ci fa conoscere l’origine del male, cioè il peccato, introdotto dalla disubbidienza di Adamo all’Eden e trasmesso di generazione in generazione. La conoscenza del male è stata acquisita per questo primo peccato, che ha allontanato l’uomo da Dio: Adamo si è nascosto davanti a Dio per l’azione della sua coscienza.
Allora Dio ha mandato la sua Legge per dare un riferimento sicuro alla coscienza: “Non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; perché non avrei avuto coscienza della concupiscenza se la legge non avesse detto: Non concupire” (Romani 7:7). Non c’è che la fede nel sangue di Cristo che possa liberare una coscienza carica.

Poi la coscienza ha bisogno di essere illuminata dallo Spirito di Dio per essere sensibile alla luce di Dio. Come un vetro pulito che lascia passare la luce del sole! 

domenica 18 febbraio 2018

18 febbraio

Chi mai dice una cosa che si avveri, se il Signore non l’ha comandato?
Lamentazioni 3:37

Ogni cosa è al suo servizio (di Dio).
Salmo 119:91

Maria “la Sanguinaria”

Maria Tudor (1516-1558), regina d’Inghilterra soprannominata “la Sanguinaria”, perseguitava i credenti che aderivano alla religione riformata. Dopo un processo molto sommario e affrettato, li mandava sistematicamente al rogo. Uno di loro, Bernard Gilpin, fu fra i primi costretti a comparire davanti a un tribunale implacabile.
Ma accadde che per strada, mentre si stava recando sotto scorta alla sede del processo, cadde e si fratturò una gamba. Fu perciò costretto all’immobilità per un certo tempo. L’ufficiale che lo accompagnava gli ricordò con ironia una frase che Gilpin ripeteva sovente: Non capita nulla se il Signore non l’ha comandato, e “tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Romani 8:28). Gli chiese se continuava a pensarla allo stesso modo. Gilpin rispose con dolcezza che non ne dubitava affatto.
In effetti, aveva ragione. Prima che potesse rimettersi in piedi, la regina Maria la Sanguinaria morì. Bernard Gilpin, insieme ad altri in attesa di giudizio, uscì dalla prigione e ritornò a casa, acclamato da una folla che ringraziava Dio per la loro liberazione.

“Io invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che agisce in mio favore” (Salmo 57:2). 

sabato 17 febbraio 2018

17 febbraio

Dio ha ascoltato; è stato attento alla voce della mia preghiera.
Salmo 66:19


Dio ascolta le nostre preghiere

Il versetto citato ci parla della riconoscenza verso Dio da parte di qualcuno che è passato per una prova molto dolorosa. Non sappiamo in quali situazioni si sia trovato, né di chi si trattasse. È un caso molto frequente, potrebbe anche essere il tuo, lettore. Forse sei in una situazione molto grave. Sembra che tutto sia contro di te e non sai come uscirne. Però c’è una grande risorsa: la preghiera. Allora l’autore del salmo può scrivere: “Dio ha ascoltato; è stato attento alla voce della mia preghiera”.
È straordinario: il Dio creatore, onnipotente, giusto e santo, ha ascoltato e ha risposto. È un’esperienza che abbiamo fatto personalmente molto spesso. Egli è “attento alla voce”; non occorre “dargli le nostre generalità” e descrivergli la nostra situazione. Ci vede e ci conosce.

Se l’autore del Salmo 66 avesse pensato al male che c’era nel suo cuore (v. 18) non avrebbe osato chiedere a Dio di essere soccorso; però dobbiamo avere fiducia nel nostro Padre. Noi tutti siamo peccatori, ma Egli ci ama, e ha dato il suo Figlio affinché i nostri peccati fossero cancellati. Dobbiamo credergli. E non dimentichiamo di essere riconoscenti e di dire come l’afflitto di cui parla il salmo: “Benedetto sia Dio, che non ha respinto la mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia” (v. 20). 

venerdì 16 febbraio 2018

16 febbraio

L’Eterno… ha preparato il suo trono per il giudizio.
Salmo 9:7

Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
Romani 8:1

Bilancia ingannatrice

Nella tomba di un faraone, in Egitto, si può vedere un affresco che rappresenta l’arrivo di un defunto davanti a Osiride, giudice dei morti. Il dio tiene in mano una bilancia; uno dei due piatti contiene i meriti del defunto, l’altro i suoi peccati. La sua sorte sarà decisa a seconda del lato da cui penderà la bilancia: o in un bel giardino pieno di fiori e di uccelli, o in una fossa immonda in compagnia di serpenti e coccodrilli.
Questo dipinto, vecchio di 3000 anni, illustra chiaramente l’idea che gli Egizi si facevano del giudizio che segue la morte. Ma la Bibbia, rivelazione del solo vero Dio, non presenta così le cose: il Giudice supremo non avrà in mano una bilancia che cerca invano il suo equilibrio. Per l’incredulo che sarà giudicato “secondo le sue opere” (Apocalisse 20:12,13), il piatto dei meriti sarà trovato leggero perché non c’è nulla nella vita degli esseri umani che possa fare da contrappeso ai peccati e soddisfare le esigenze del Dio santo; qualunque cosa un uomo faccia valere, il piatto della bilancia penderà inevitabilmente a suo sfavore.
Per il credente tutto questo non avverrà, perché il Signore Gesù ha detto: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).

Amico lettore, non aspettare di essere davanti al Giudice, in quel momento la tua posizione sarebbe immutabile. Ancora oggi Egli vuol essere il tuo Salvatore. 

giovedì 15 febbraio 2018

15 febbraio

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede… Non è in virtù di opere… essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone.
Efesini 2: 8-10.

La fede e le opere

Certamente le opere buone non procurano la salvezza. Cercare di meritare la salvezza attraverso buone opere è come mettere il proverbiale “carro davanti ai buoi”, poiché esse non sono la sorgente della salvezza ma il frutto della salvezza.
Colui che ha felicemente sperimentato nella salvezza la grazia di Dio certamente avrà il desiderio di compiere delle buone opere, e a questo s’impegnerà. Esse sono la conseguenza di una vera fede. Se uno dice di aver fede ma è privo di opere buone non ha una fede vivente ma una fede morta: “la fede senza opere è morta” (Giacomo 2: 20-21).
Chi ha una fede viva sarà “zelante nelle buone opere” (Tito 2:14), perché è scritto: “Quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone” (Tito 3:8). Questo sottintende che vi possono essere degli impedimenti, ma il credente che ha la nuova vita e desidera onorare il suo Salvatore deve far uso delle risorse che Dio gli ha dato per perseverare nel bene.
Una giusta e costante applicazione della Sacra Scrittura alla nostra vita farà si che “l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:17).
D. J. Oberg

mercoledì 14 febbraio 2018

14 febbraio

In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
1 Tessalonicesi 5:18

Sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio.
Romani 8:28

Un altro modo di vedere le cose

Il noto predicatore inglese del 17° secolo Matthew Henry fu attaccato da dei malfattori che gli rubarono la borsa. Nel suo diario raccontò l’incidente e aggiunse: “Sono riconoscente a Dio per diversi motivi: perché non sono stato derubato prima, perché mi hanno preso la borsa ma non la vita, perché quello che mi hanno preso, anche se era tutto ciò che possedevo, non era granché, e soprattutto di essere il derubato ma non il rapinatore”. Strana dichiarazione, direte!
Ecco un uomo che aveva uno spirito positivo e che sapeva relativizzare le cose! Ma in lui vediamo soprattutto l’atteggiamento di un credente che viveva ciò che predicava agli altri e che metteva in pratica questo insegnamento biblico: essere riconoscente in ogni circostanza, favorevole o contraria. Notiamo che egli non ha ringraziato Dio per il fatto di essere stato vittima di una rapina, ma in quell’episodio ha trovato comunque dei motivi per essere riconoscente. Questo non è né stoicismo né masochismo; si tratta di riconoscere le manifestazioni di tenerezza del nostro Dio. Egli sa che ci sono delle contrarietà nella nostra vita, ma ci promette il suo aiuto e le sue consolazioni.

“La fede vede un guadagno in ogni perdita, una gioia in ogni dolore”, ha scritto Charles Spurgeon. Credenti, se nelle prove abbiamo questa visione delle cose, allora la pace prenderà il posto dell’amarezza, e saremo capaci di lodare Dio in tutte le circostanze. 

martedì 13 febbraio 2018

13 febbraio

L’anima mia, come arida terra, è assetata di te.
Salmo 143:6

Beato l’uomo… la cui fiducia è l’Eterno! Egli è come un albero piantato vicino all’acqua.
Salmo 1:3

Sorgente di vita

Dopo un periodo di canicola, senza pioggia, alcune piante del mio giardino hanno un aspetto pietoso. Ma qualche metro più in là, ad un livello inferiore, un vigoroso salice ben verde non sembra aver sofferto la siccità. Qual è il segreto? È cresciuto a fianco di una vena acquifera sotterranea da cui le radici attingono. Così l’albero trabocca di vita.
Sappiamo tutti che l’acqua è indispensabile alla vita, ma forse ignoriamo che anche la nostra anima ha bisogno di essere abbeverata. Esiste in ciascuno di noi una sete dell’anima, cioè un’aspirazione profonda a conoscere la pace e la vera felicità. Nel nostro mondo moralmente arido, molti provano questa sete intensa. Se sentiamo questa insoddisfazione permanente del cuore, che niente su questa terra può placare durevolmente, ascoltiamo allora l’invito pressante di Gesù Cristo: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” (Giovanni 7:37). Sì, la Bibbia ci indica il mezzo sicuro per ottenere quest’acqua indispensabile alla nostra felicità. Cristo ha dato la sua vita sulla croce perché noi potessimo attingere in lui l’acqua della vita eterna: “Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete” (Giovanni 4:14).
Abbeveriamoci a questa sorgente spirituale così vicina a noi, gratuita e inesauribile.

Se non conoscete l’Evangelo, scriveteci, riceverete gratuitamente il Vangelo secondo Giovanni, da dove sono tratte le due citazioni che avete appena letto. 

lunedì 12 febbraio 2018

12 febbraio

Come sono grandi le tue opere, o Eterno! Come sono profondi i tuoi pensieri!
Salmo 92:5

Dio è amore.
1 Giovanni 4:8

Dio di potenza e di grazia

Per Spinoza, celebre filosofo, “Dio si rivela nell’armonia di tutto ciò che esiste, ma senza preoccuparsi della sorte degli esseri umani”.
Non è forse un oltraggio a Dio limitare così il suo campo d’azione? Come si può mettere in dubbio che Dio si preoccupi della sua creatura, quando vediamo che Egli mantiene sul nostro pianeta un meraviglioso equilibrio, che permette all’uomo di vivere, malgrado le sue violenze, anche contro la natura? Ma il suo interesse per gli uomini non si limita a questo.
Dio ama l’uomo. Ha voluto fargli conoscere la sua grazia, il suo amore, e dargli la vita eterna. Per questo ha mandato sulla terra il suo unico Figlio, Gesù Cristo. “Nessuno ha mai visto Dio; il Figlio unico… è quello che lo ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18).
Se si dubita di questo, come possiamo spiegare gli atti di Gesù sulla terra? Le sofferenze che ha sopportato dimostrano che era uomo; le opere che ha compiuto dimostrano che era Dio.

Se non fosse stato Dio, come avrebbe potuto comandare alla natura e far cessare il vento e calmare le onde (Marco 4:39), cambiare l’acqua in vino (Giovanni 2:9), nutrire una folla moltiplicando cinque pani e due pesci (Luca 9:10-17)? Peraltro, non è con la sua potenza divina di creatore che Cristo poteva salvare l’uomo, ma soltanto con la sua morte. La grazia di Dio, meravigliosa ma incomprensibile all’intelligenza umana, può essere ricevuta soltanto mediante la fede. 

domenica 11 febbraio 2018

11 febbraio

Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore… Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi.
Giovanni 14:2-3

Non solo delle consolazioni, ma un Consolatore

Il capitolo 14 del Vangelo di Giovanni è quello delle consolazioni. Prima di lasciare i suoi discepoli, Gesù ha voluto dare, non solo a loro ma anche a noi, una sorgente inesauribile di risorse valide fino al momento del suo ritorno.
In primo luogo Egli ci mostra che il nostro futuro è la gloria, la Casa del Padre. Il Signore ritornerà a prenderci per averci presso di sé; il suo amore per quelli che ha salvato lo esige.
Poi ricorda la nostra relazione col Padre: siamo figli di Dio, cosa che ci permette di rivolgerci a lui liberamente mediante la preghiera, presentandogli le nostre richieste nel nome del suo Figlio Gesù (v. 13-14).
Un’altra promessa del Signore ai suoi è la presenza di una persona divina che, durante il tempo della sua assenza, prenderà in mano i loro interessi: lo Spirito Santo, che sarà non soltanto con loro, ma in loro. È definito il Consolatore; avere lui è più che avere le consolazioni; è la certezza che queste non mancheranno mai.
Noi abbiamo anche la Parola del nostro Dio, la Bibbia. Lo Spirito Santo ci condurrà nella lettura di essa e ce ne darà il senso profondo, rivelandoci le diverse glorie della persona di Cristo.

Infine, il Signore ci comunica la sua pace (v. 27). “Fatevi coraggio”, dirà loro al termine del discorso (Giov. 16:33). Il mondo nel quale stava per lasciarli era un mondo ostile, ma Lui aveva vinto.

sabato 10 febbraio 2018

10 febbraio

A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Apocalisse 1:6

"A Lui che ci ama..."

Questo canto di riconoscenza e di adorazione si eleva dal cuore e dalla bocca di tutti coloro che hanno sperimentato la salvezza per mezzo della fede nel sacrificio del Signore Gesù.
Notiamo che non è detto: «A lui che mi ama» bensì «che ci ama». Ciò è vero per ogni credente. E quanto è importante che non sia detto: «A lui che ci ha amati e ci ha liberati col suo sangue» ma «che ci ama e ci ha liberati col suo sangue»! L’amore col quale siamo stati amati rimane lo stesso per l’eternità. Come ci ha amati quando è stato messo in croce e ha portato il giudizio al nostro posto, così ci amerà sempre (Giovanni 13:1).

Ma la liberazione per mezzo del sangue di Gesù è avvenuta soltanto per tutti coloro che di cuore credono in Lui, e ciò avviene una volta per sempre (Romani 5:9; Ebrei 10:14). Esiste, è vero, per il credente una giornaliera purificazione; questa avviene per mezzo della Parola di Dio che, applicata alle nostre coscienze, agisce con la sua azione purificatrice (Giovanni 13:5-10; 17:17; Efesini 5:26). Dio riconosce questa purificazione, sulla base del sangue di Cristo versato una volta per sempre.

venerdì 9 febbraio 2018

9 febbraio

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.
1 Giovanni 1:8

Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
2 Corinzi 5:21

Bisogna parlare del peccato?

La Bibbia presenta il peccato come una tendenza al male che si trova nel fondo dell’essere umano. Ma, per molti, il peccato è una nozione superata; sarebbe stata usata per colpevolizzare gli uomini, accusarli di essere malvagi e di avere un cuore pervertito. Respingendo tutto questo, molti preferiscono ascoltare le voci che affermano che l’uomo è buono e che bisogna cercare in se stessi il bene e la serenità. Sono concetti che piacciono alla gente e, in fondo, la lusingano; ma non per questo diventano veri!
Per avere la prova che la nostra natura è colpevole non occorre cercare lontano. È sufficiente guardare o ascoltare i mezzi di comunicazione: quanti conflitti, guerre, fatti tragici! Né l’istruzione né la tecnica impediscono al nostro mondo di essere uno scenario di violenza e di immoralità. Questo la dice lunga sulla natura umana. E io stesso non costituisco un’eccezione. Il peccato è veramente reale e tenace in me. La Bibbia mi dice addirittura che ne sono schiavo. Ma riconoscere questo davanti a Dio mi porta già verso la liberazione.

Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, l’unico senza peccato, è stato identificato col peccato e ne ha portato la condanna sulla croce, affinché noi, credendo in lui, fossimo perdonati totalmente dalla giustizia divina. Nessuno di quelli che avranno creduto sarà dunque condannato a causa della presenza del peccato in sé. Anzi, se riconosciamo questa nostra tendenza al male, siamo pronti a ricevere la grazia di Dio. 

giovedì 8 febbraio 2018

8 febbraio

Quanto a me, … contemplerò il tuo volto; mi sazierò, al mio risveglio, della tua presenza.
Salmo 17:15

Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti.
Salmo 92:14


Testimonianza d’un credente di 109 anni



“Mi avvicino al momento in cui entrerò nel palazzo del Re dei re, che ho l’onore di conoscere da 93 anni come mio Salvatore, mio Signore e mio Dio.
Sarà meraviglioso incontrare, dopo la risurrezione, degli illustri uomini di fede come Noè, Abramo, Giuseppe, Mosè e tanti altri, nei loro corpi glorificati. Sentirò dalla loro bocca come hanno gustato la grazia di Dio di cui io stesso, da così tempo, ho fatto l’esperienza.
Sì, avrò un posto con loro; ma colui che io contemplerò in quel luogo di gloria sarà il Re stesso, nella sua splendente bellezza.
Benché peccatore per i miei atti e per la mia natura, posso rallegrarmi al pensiero del momento, certamente straordinario, in cui sarò introdotto alla sua santa presenza. Sarò a disagio? No, perché le mie colpe sono state completamente cancellate proprio da Colui che siede sul trono. Ne avrò la prova guardando nelle sue mani, nei suoi piedi e nel suo costato i segni delle sofferenze che ha sopportato per amor mio”. 

James A. Harrow 


mercoledì 7 febbraio 2018

7 febbraio

Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge. Gioisco della tua legge, come chi trova un grande bottino.
Salmo 119:18, 162

"Avevano luce nelle loro abitazioni"
(Esodo 10:23)

In quella frazione di un comune di montagna, finalmente, era arrivata l'energia elettrica. A lavori conclusi, un tecnico fece il giro delle case per controllare che tutto fosse in ordine.
– Allora, signora, è soddisfatta?
– Sì, certo. Adesso, alla sera, ci vedo meglio per accendere la mia lampada a petrolio.
Questa risposta ci fa sorridere, ma offre lo spunto per alcune riflessioni. Quante persone camminano a tastoni nell'oscurità morale pur avendo una Bibbia in casa, che però non aprono mai. Eppure questo libro rivela Colui che è "la luce del mondo", venuto in questo mondo per rischiarare ogni uomo (Giovanni 8:12; 1:9). Forse queste persone leggono di tanto in tanto qualche pagina di argomento religioso sui vari giornali, ma questo non basta! Sarebbe come servirsi della lampada a petrolio e privarsi d'una fonte di luce ben più efficace.
Nel corso della storia, ci furono lunghi periodi in cui era vietato possedere una Bibbia; dei credenti, in certi casi, facevano a piedi molti chilometri, anche con rischio della vita, per essere nelle condizioni di udire leggere qualcosa da uno dei rari esemplari disponibili. La Parola di Dio non era soltanto una lampada al loro piede e una luce sul loro sentiero (Salmo 119:105), ma anche una sorgente di conforto che produce "gioia e delizia del cuore" (Geremia 15:16).

Non lasciamo la Bibbia su uno scaffale, come una lampada spenta nella notte! 

martedì 6 febbraio 2018

6 febbraio

Gesù disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".
Giovanni 14:6

La strada della vita

Cinque fatti, stabiliti dalla Parola di Dio, che si afferrano mediante la fede, contraddistinguono la strada della vita.
1. La colpevolezza dell'uomo:
"Non c'è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10).
"Non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:22-23).
2. La perfezione del sacrificio di Cristo:
"Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi" (Romani 5:6).
"Noi siamo stati santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre" (Ebrei 10:10).
3. L'amore di Dio e la fede che gli dà fiducia:
"Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).
4. La certezza di avere la vita eterna:
"Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio" (1 Giovanni 5:13).
5. Nell’eternità, la gloria con Cristo:
"Saremo sempre con il Signore" (1 Tessalonicesi 4:17).

lunedì 5 febbraio 2018

5 febbraio

Non c’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto.
Ebrei 4:13

Eterno, tu mi hai esaminato e mi conosci.
Salmo 139:1

Travestimento

È nel periodo di Carnevale che la gente si mette delle maschere e si traveste. Ma mostrare un’apparenza diversa da ciò che si è veramente è una tendenza largamente diffusa. Parecchi cercano di ingannare il prossimo. Ansiosi di dare una buona immagine di sé, curano in modo maniacale il loro look, non dicono quello che realmente pensano, non pensano sempre quello che dicono, assumono atteggiamenti studiati e innaturali.
Però nessun essere umano potrà imbrogliare Dio. Egli ci conosce fino al fondo del nostro essere, anche nei pensieri più segreti. No, non si lascerà trarre in inganno quando ciascuno di noi comparirà davanti a lui per rispondere della propria vita.
Benché ci conosca perfettamente, Dio ci ama. I nostri pensieri meno confessabili e le nostre azioni più vergognose non lo hanno mai indotto a respingerci. Egli non passa alla leggera su nessuna nostra colpa, ma il suo amore infinito resta intatto. Così invita ciascuno di noi a rivolgersi a lui. Andiamo a lui senza maschera e senza percorsi tortuosi. Mettiamo la nostra vita alla sua luce, riconoscendo onestamente i nostri peccati e le nostre vie traverse. Egli è pronto a perdonare e a condurci in un sentiero di giustizia, di pace e di speranza.

Perché Dio ci mostra una tale grazia? È in virtù dell’opera del suo Figlio. “Se camminiamo nella luce… il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7).