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domenica 31 marzo 2019

31 marzo


Fin dal mattino, semina la tua semenza e la sera non dar posa alle tue mani; poiché tu non sai quale dei due lavori riuscirà meglio: se questo o quello, o se ambedue saranno ugualmente buoni.
Ecclesiaste 11:6

L’uomo di George Street

Tutto è cominciato alcuni anni fa in una chiesa del sud di Londra. Alla fine del servizio domenicale, un credente si alza e chiede se può raccontare la sua conversione a Dio. Glielo concedono, e allora racconta:
“Abitavo a Sidney, in Australia. Qualche mese fa, andando a far visita a dei parenti, camminavo in Gorge street, quando un piccolo uomo coi capelli bianchi è uscito da un negozio e mi ha offerto un opuscolo dicendo: «Mi scusi, signore, lei è salvato? Se morisse questa sera, andrebbe in cielo?». Questa domanda mi ha travagliato e, anche grazie all’aiuto di un amico credente, ho accettato Gesù come mio Salvatore”.
Qualche mese dopo, un pastore di quella chiesa fece un viaggio; andò a Perth, ad Adelaide, ad Atlanta, poi proseguì per i Carabi, e infine si recò in India. Ebbe così l’occasione di ascoltare delle testimonianze di persone convertite e, con sua grande sorpresa, venne a sapere che molte di loro erano state portate alla conoscenza di Cristo nella città di Sydney, grazie all’incontro con un vecchietto che aveva rivolto loro questa domanda: “Scusi, lei è salvato? Se morisse questa sera, andrebbe in cielo?”. Per alcuni, quest’incontro era avvenuto da poco tempo, per altri alcuni anni prima.
Sei mesi dopo, lo stesso pastore si trovava a Sydney e chiese a un credente della chiesa locale se conosceva un piccolo uomo dai capelli bianchi che distribuiva opuscoli in George street. Quello rispose: “Sì, lo conosco, si chiama Mr Jenner; ma è molto vecchio e ora non può più fare questo lavoro”.
(segue e si conclude  domani)

sabato 30 marzo 2019

30 marzo

Gesù disse: “Lasciate stare i bambini e non impeditegli di venire da me, perché il regno dei cieli è di chi è come loro”.
Matteo 19:14

Portiamo i nostri bambini al Signore

I discepoli del Signore furono eccessivamente severi quando sgridarono le madri che portavano i loro bambini al Signore perché “imponesse loro le mani e pregasse”. Temevano che il Signore si affaticasse troppo o che venisse troppo disturbato (Matteo 19:13-15). O forse non stimavano così importante per quei bambini la preghiera e la benedizione del Signore.
Sappiate che il Signore non si stanca di ascoltare le vostre preghiere; portategli i problemi dei vostri bambini, dei vostri nipoti, se ne avete, e delle persone che vi stanno a cuore. Portategli le vostre angosce e i pesi che avete sul cuore o sulla coscienza. E fatelo con l’umiltà e la fiducia di un bambino perché “il regno dei cieli è di chi è come loro”. Il Signore è sempre disponibile, come lo era stato in piena notte per Nicodemo o in pieno mezzogiorno per la donna samaritana. “Come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano” (Isaia 40:11).
Come per tutto ciò che ci angoscia, ascoltiamo l’esortazione del salmista Davide: “Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà” (Salmo 55:22).

venerdì 29 marzo 2019

29 marzo


Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Giovanni 3:36

Una classificazione troppo semplicistica?

“Non accetto la vostra classificazione”, diceva una signora. “Salvato o perduto, credente o incredulo… è troppo semplicistico”.
Eppure è così che parla la Bibbia. Essa distingue quelli che hanno accettato il Vangelo da quelli che, dopo averlo ascoltato, lo hanno rifiutato e non hanno creduto al suo messaggio. Per questi ultimi, “la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede” (Ebrei 4:2). È scivolata come l’acqua sulla roccia, senza lasciar traccia. Forse hanno apprezzato il lato poetico di alcune pagine della Scrittura, l’insegnamento morale di altre, ma non hanno creduto al messaggio centrale del Vangelo: ogni uomo è peccatore, e Gesù è l’unico Salvatore. Si comportano come dei malati gravi che rifiutano di ammettere di essere malati, e quindi rifiutano le cure adatte a curare il loro male. Così finiscono per morire, ma la colpa è loro.
La Parola di Dio, quando è accolta con umiltà, produce, mediante la potenza dello Spirito Santo, un’opera di salvezza definitiva. Non che i credenti siano migliori o più meritevoli degli altri, ma sono perdonati e salvati dal giudizio di Dio perché hanno confessato di essere peccatori, e hanno creduto al sacrificio di Gesù Cristo. Di loro la Bibbia dice: “La parola della predicazione di Dio, voi l’accettaste non come parola di uomini, ma… come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete” (1 Tessalonicesi 2:13).
Poniti questa domanda, caro lettore: faccio parte dei salvati, di quelli che credono in Gesù Cristo, morto e risorto, o sono ancora di quelli che saranno perduti per sempre?

giovedì 28 marzo 2019

28 marzo


Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.
Siate saggi nel bene e incontaminati dal male.
Romani 12:21; 16:19

Ingegnosi nel male!

Quelli che non conoscono Dio impegnano la propria intelligenza nel fare il male e spendono su quel versante molte delle loro energie e delle loro capacità. “Ingegnosi nel male”, li definisce Paolo (Romani 1:30). Ingegno e astuzia sono messi in atto per soddisfare le passioni più impure così come per fabbricare armi distruttrici.
C’è anche molta inventiva nell’usare le “arti seduttrici dell’errore” (Efesini 4:14). “Il mio popolo è stolto – scrive il profeta Geremia – non mi conosce; sono figli insensati, non hanno intelligenza; sono saggi per fare il male, ma il bene non lo sanno fare” (4:22). L’uomo usa molta astuzia nel fare il male, ma è scritto che Dio “prende i sapienti nella loro astuzia”, perché la sapienza di questo mondo è “pazzia” davanti a Lui (1 Corinzi 3:19).
Il credente ha da parte del Signore l’energia e le risorse necessarie per impegnare le proprie capacità in tutt’altra direzione. Non indaga sul male, non si contamina con esso, non perde del tempo ad approfondirlo, non ne è né incuriosito né attratto. Cercherà sempre le cose che Dio approva e “il bene gli uni degli altri, e quello di tutti” (1 Tessalonicesi 5:15); perché, sa che “chiunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17).

mercoledì 27 marzo 2019

27 marzo


Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”
Matteo 14:31

La mano di Gesù, quando la nostra fede s’indebolisce
leggere Matteo 14:22-23

Gesù aveva ordinato ai discepoli di precederlo sull’altra riva del lago di Gennesaret, il Mare di Galilea. Così loro si trovarono soli sulla barca. La notte era tempestosa, le onde sbattevano la barca ed essi remavano affannosamente. Riusciranno a raggiungere l’altra riva? Ma ecco che Gesù viene loro incontro camminando sul mare. Subito non lo riconoscono e spaventati gridano. Ma la voce famigliare del Maestro li rassicura: “Coraggio, sono io; non abbiate paura!”
Pieno di fiducia, Pietro vuole andare incontro al Maestro. Gesù gli dice: “Vieni!”. Allora Pietro scende dalla barca e cammina sul mare. Ma dopo poco affonda, la sua fede viene meno… Cos’è successo? Invece di guardare verso il Maestro, Pietro ha guardato le onde e il vento. Allora grida al Signore che è pronto a soccorrerlo. Gesù tende la mano, lo afferra e gli chiede: “Perché hai dubitato?”
Questo racconto parla anche a noi. Il Signore non è più sulla terra; è nel cielo, e là prega e intercede per noi. Noi tutti dobbiamo attraversare il mare agitato di questo mondo, e i momenti di prova, di persecuzione, di dolore possono essere paragonati a delle tempeste.
Com’è bello sperimentare quella mano tesa del Signore quando la nostra fede vacilla! Possiamo sentire la presa di quella mano in occasione della visita d’un amico che ci incoraggia, o grazie alla lettura d’un passo della Parola, o in altre circostanze nelle quali percepiamo la Sua presenza. Egli è al di sopra della tempesta, ha l’autorità suprema sugli uomini e sulle cose. È Lui che ci dice: “Coraggio, sono io!” Non dubitiamo. Presto il tempo delle tribolazioni finirà e quelli che hanno creduto, raggiungeranno la riva eterna.

martedì 26 marzo 2019

26 marzo


Colui che fornisce al seminatore la semenza e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia.
2 Corinzi 9:10

Darsi al Signore

Il Signore non vuole che mettiamo a Sua disposizione soltanto il nostro denaro o il nostro lavoro, ma anche tutto ciò che è alla base della nostra vita terrena affinché sia vissuta per Lui: moventi e disegni del cuore, scelte e progetti.
Come Paolo scriverà ai Corinzi parlando dei credenti di Macedonia, essi non solo avevano dato denaro in favore dei poveri della Giudea, ma prima si erano dati loro stessi al Signore (2 Corinzi 8:5). È questo il suo desiderio: che ci diamo a Lui come “morti fatti viventi” (Romani 6:13), e i nostri corpi come un sacrificio vivente, santo, gradito a Dio (Romani 12:1). Non dimentichiamo mai che siamo stati “comprati a prezzo” e non apparteniamo più a noi stessi (1 Corinzi 6:20). Cristo è morto “affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per Colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Corinzi 5:15).
Il Signore non resta debitore di nessuno; promette “cento volte tanto” a chi, per Lui, avrà lasciato qualcosa. Se gli diamo il primo posto nel nostro cuore e nella nostra vita, ne saremo abbondantemente ricompensati. Dare a Gesù il posto a cui ha diritto anche nella nostra famiglia porta la gioia e la felicità ai genitori e ai figli.

lunedì 25 marzo 2019

25 marzo


Il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo.
1 Tessalonicesi 4:16

Il ritorno del Signore per i suoi

Il Signore Gesù scenderà personalmente dal cielo; ma non verrà sulla terra; si fermerà “nell’aria” e i credenti gli andranno incontro. Alla sua prima venuta era sceso nelle parti più basse della terra (vale a dire nella morte) e poi è salito “al di sopra di tutti i cieli” (Efesini 4:9-10). Che gioia per Lui venire a prendere quelli che gli appartengono, e che momento glorioso quando tutti i credenti, di prima e dopo Cristo, incontreranno il loro Signore!
I credenti già deceduti verranno risuscitati e quelli ancora in vita saranno trasformati; i loro corpi dovranno essere resi adatti al cielo nel quale entreranno. La potente voce servirà a “risvegliare” i morti, che la Bibbia definisce “coloro che si sono addormentati”. La voce d’arcangelo è per i viventi, una voce dolce, piena d’amore e di grazia rivolta alla sua Chiesa, che il Signore presenterà a se stesso “senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Efesini 5:27).
Infine, tutti insieme saranno convocati dal suono della tromba “a incontrare il Signore nell’aria”.
A questa chiamata irresistibile non tutti i morti risusciteranno, ma solo “i morti in Cristo”, quelli che sono vissuti “per fede” (Ebrei 10:37-38). Gli increduli verranno risuscitati più tardi, ma per comparire in giudizio davanti a Dio e udire la sua inesorabile condanna!

domenica 24 marzo 2019

24 marzo


Fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace.
2 Pietro 3:14

Irreprensibili

Troviamo spesse volte l'espressione “irreprensibile” nella Parola. Una di queste è in Efesini 1:4: “In Lui ci ha eletti perché fossimo santi e irreprensibili davanti a Lui”. Così è ogni credente in Cristo; Irreprensibili in Cristo, perché Dio vede i suoi figli attraverso le Sue perfezioni, ma responsabili di mettere la nostra vita di ogni giorno in armonia con questa meravigliosa posizione. Ecco perché Paolo dice: “Adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore” (Filippesi 2:12).
L'esortazione ad essere irreprensibili nella pratica la troviamo in 1 Tessalonicesi 3:13 e 5:23, come pure in 1 Corinzi 1:8 e Colossesi 1:22. Giuda termina la sua lettera con una lode a Dio, “Colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria”.
In un cammino indipendente da Dio, dove si fa la propria volontà, non vi può essere né rettitudine né pace.
Come sono preziose anche per noi le parole che il Signore Gesù diceva ammaestrando i suoi discepoli: “Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matteo 5:9).
“Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace” (Giacomo 3:18).

sabato 23 marzo 2019

23 marzo


“Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti…”
Atti 1:24

Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: “Perché pensate cose malvagie nei vostri cuori?”
Matteo 9:4

Menzogne

Un umorista ha detto che la parola è stata data agli uomini perché potessero nascondere il loro pensiero. In effetti la dissimulazione è diffusamente praticata; visto che l’uomo è quello che è, senza dissimulazione la vita della nostra società sarebbe quasi inconcepibile.
C’è la menzogna del criminale che si ostina a negare persino di fronte a prove schiaccianti; c’è l’arte della diplomazia che fa apparire onorevoli i peggiori tradimenti; c’è la furberia dell’affarista dalla coscienza elastica; c’è l’inganno dell’avvocato che fa passare per innocente il suo cliente colpevole; ma c’è anche quella che si chiama bugia pietosa, che nasconde al malato la sua condizione…
Ma che dire della facilità con la quale ci sforziamo di nascondere a noi stessi la nostra condizione morale, o tendiamo a scusare le nostre mancanze e a sfuggire alle nostre responsabilità? Come dice la Scrittura, “il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa…; chi potrà conoscerlo?” (Geremia 17:9).
Dio legge i nostri pensieri come su un libro aperto. Non possiamo nascondergli ciò che nascondiamo agli altri e a volte persino a noi stessi. Invece, quello che Dio ci chiede è di lasciarci penetrare dalla sua luce, di metterci a nudo davanti a Lui, perché arriviamo a confessare umilmente: Sono peccatore, ma la mia sola risorsa è la Tua grazia!

venerdì 22 marzo 2019

22 marzo

Vogliamo forse provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di Lui?
1 Corinzi 10:22

La gelosia di Dio

La gelosia fa parte dei sentimenti dell’animo umano. C’è una gelosia assimilabile all’invidia che provoca tormento, fa vivere male, ed è spesso causa di conflitti e incomprensioni. È un grave peccato. Ma c’è anche la gelosia di chi ama, il timore che l’amore della persona amata sia sottratto da un rivale. Se il timore è fondato, anche questa provoca tormento.
Non stupiamoci se la Bibbia dice che Dio è geloso. Geloso perché ci ama di un amore grandissimo, tanto da dare per noi il proprio Figlio Gesù. Dio vuole che noi amiamo soltanto Lui! Se lo abbandoniamo e ci attacchiamo alle cose di questo mondo, se ci facciamo degli idoli ai quali dedichiamo tempo ed energie, trascurando Lui e i Suoi diritti, Dio è tradito nel Suo amore e noi siamo colpevoli.
Quando il popolo d’Israele si era mosso per andare alla conquista del paese di Canaan, Dio aveva dato quest’ordine: “Demolirete i loro altari… abbatterete i loro idoli; tu non adorerai altro dio… perché il SIGNORE è un Dio geloso” (Esodo 34:13-14). Quando poi il popolo cadde nell’idolatria, Dio li punì molto severamente (Salmo 78:58); e la stessa cosa farà con quelli che si dicono cristiani ma che vivono per il denaro, l’ambizione, il sesso, senza tenere in minimo conto l’amore e i diritti di Dio.
Prestiamo attenzione alle parole dell’apostolo Giacomo: “Non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio?... Pensate voi che la Scrittura dichiari invano che lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia?” (Giacomo 4:4-5).
(Da “La nostra lingua un fuoco”)

giovedì 21 marzo 2019

21 marzo

Rallegratevi nel SIGNORE ed esultate, o giusti! Gioite, voi tutti che siete retti di cuore!
Ti celebrerò con cuore retto.
Salmo 32:11; 119:7

Chi può avere un “cuore retto”?

Dio non accetta che qualcuno voglia comprare ciò che Egli offre gratuitamente. È un affronto al suo amore. All’inizio del cristianesimo, un uomo chiamato Simone volle fare così, ma ricevette dall’apostolo Pietro una risposta molto severa: “Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare con denaro il dono di Dio”; e aggiunse: “Il tuo cuore non è retto davanti a Dio” (Atti 8:20-21).
È impossibile ottenere la salvezza per mezzo di nostri meriti, anche se cerchiamo di piacere a Dio. Volerlo fare sarebbe respingere il Vangelo. Invece, veniamo a Dio perché i nostri peccati siano cancellati dal sangue di Cristo, e noi siamo resi giusti, senza contropartita da parte nostra.
Voler comprare il favore di Dio con denaro, nutrire la speranza di vederci attribuire da Lui dei meriti mediante i nostri sforzi, è un calcolo sbagliato. La Parola di Dio ci dice che siamo salvati unicamente per grazia. Se dimentichiamo questo, se rifiutiamo di riconoscere ciò che siamo e non ci avviciniamo a Dio con umiltà e fiducia, non abbiamo un “cuore retto”. La nostra relazione col Signore, se non è fondata sulla grazia, è falsata e diventa ragionamento, calcolo.
Ma sapere che tutto è grazia da parte di Dio non ci esime dal far fronte ai nostri doveri, anzi! Noi li dobbiamo compiere con una nuova libertà, con uno spirito di riconoscenza verso Dio a cui dobbiamo tutto, con ogni purezza e rettitudine di cuore.

mercoledì 20 marzo 2019

20 marzo


(Dio dice:) “Così è della mia parola uscita dalla mia bocca: essa non tornerà a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata”.
Isaia 55:11

“Il vento soffia dove vuole”

In una cittadina di una regione centrale della Francia, un venditore itinerante di Bibbie ne aveva vendute un certo numero, ma alcuni fecero un gran fuoco sulla piazza e vi gettarono le Bibbie che avevano acquistato. Le avevano comprate proprio per compiere quel gesto!
Quella sera il vento era forte, e fece volare verso i tetti un foglio mezzo bruciato che entrò da una finestra e cadde ai piedi di una giovane donna. Florence, questo il suo nome, lesse: “Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Giovanni 3:17). E poi: “Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (v. 18).
Florence mise da parte il foglietto per farlo vedere a Pierre suo marito, il quale si mostrò molto interessato. Se solo avessero potuto procurarsi il libro da cui la pagina era stata strappata!
Un anno dopo, lo stesso venditore li incontrò e offrì loro la Bibbia. Essi risposero di no perché non credevano che fosse il libro di cui avevano quella pagina mezza bruciata. Ma che gioia provarono quando quel credente aprì la Bibbia al capitolo 3 del Vangelo secondo Giovanni! Meravigliati, l’acquistarono subito, la lessero e vennero alla conoscenza del Signore Gesù Cristo. Perché “la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17).

martedì 19 marzo 2019

19 marzo


Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. Perciò non temiamo se la terra è sconvolta.
Salmo 46:1-2

Sicurezza nell’insicurezza

La paura di epidemie, di guerre, di carestie ha sempre causato ansia e preoccupazione. Oggi ci sono nuovi problemi che assillano: l’inquinamento crescente, le crisi finanziarie, le nuove malattie, il terrorismo ecc. Con l’illusione di sfuggire a tutte queste paure, c’è chi ricorre ai farmaci, all’alcol, alla droga… Molti si danno a un attivismo frenetico o a divertimenti sfrenati.
Ma siamo proprio condannati a convivere con le nostre paure? No; la Bibbia ci parla di una sicurezza possibile, e persino certa, per chi mette la sua fiducia in Dio. Essa la descrive con diverse figure: una forte torre, un rifugio, un riparo, una roccia. In molte di queste per entrare c’è da varcare una soglia. E questa porta, ci dice il Vangelo, è Gesù Cristo (Giovanni 10:7). È Lui che ci fa godere di quella pace alla quale aspiriamo. Egli è morto e risorto perché noi avessimo la pace della coscienza, essendo i nostri peccati perdonati, e la pace del cuore, anche nelle situazioni più angosciose, perché “Dio è per noi” (Romani 8:31) ed è al di sopra di tutto.
Credere in Gesù Cristo non è detto che trasformi sempre le circostanze della nostra vita. Il cambiamento avviene anzitutto dentro noi stessi. È mediante la fede che possiamo imparare a vivere tranquilli e fiduciosi, anche nei periodi di turbamento e d’incertezza.
Il Signore ci dice: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà” (Giovanni 14:27). Diamogli fiducia.

lunedì 18 marzo 2019

18 marzo


La grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio che è nel seno del Padre è quello che l’ha fatto conoscere.
Giovanni 1:17, 18

Dio si è fatto conoscere in Cristo

Dio non solo dimostra la sua esistenza con le meraviglie del creato, ma è venuto Egli stesso quaggiù nella persona di Cristo. Colui che ha fatto i mondi si è manifestato agli uomini come uomo, in modo concreto, visibile. Dio è davvero venuto in questo mondo nella persona del suo Figlio. L’esistenza di Gesù Cristo è un fatto certo quanto lo è l’esistenza degli uomini che governavano il mondo al suo tempo. L’autenticità dei racconti che ci narrano la sua storia non può essere messa in dubbio, e la presenza della Chiesa cristiana, che si è formata dopo che Gesù Cristo è tornato in cielo, è anche una prova che Gesù non è un mito.
I Vangeli riportano le sue parole e raccontano le opere potenti che ha compiuto, e che solo un Essere dotato di un potere soprannaturale poteva compiere; opere di grazia e di amore, accompagnate da una vita pura e santa, degna di Dio. I suoi insegnamenti risplendono di una luce divina, e sono pieni di amore, di pace, di misericordia, di giustizia. I Vangeli ci fanno vedere Gesù Cristo come Colui che accoglie tutti gli uomini che hanno il cuore contrito e afflitto, i peccatori pentiti ai quali, essendo Dio, può perdonare i peccati. E lo può fare perché Cristo sulla croce ha portato le loro colpe, ha subito Lui il castigo di Dio che noi tutti, uomini e donne peccatori, avremmo meritato.
Gesù annuncia un Dio santo e giusto, ma anche un Dio d’amore che dà la pace e che promette dopo questa vita una felicità perfetta, nel cielo, presso di Lui. A Lui salga la nostra adorazione!

domenica 17 marzo 2019

17 marzo


Nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché sospinti dallo Spirito Santo.
2 Pietro 1:21

Le sole profezie vere

Le profezie contenute nella Bibbia sono sicure; e il solo modo che abbiamo per conoscere la verità sull'avvenire, è conoscere la Bibbia. Come abbiamo letto nel versetto di oggi, “nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché sospinti dallo Spirito Santo”.
Dio si è servito di uomini diversi e in circostanze, tempi e ambienti molto differenti; ma tutti sono chiamati santi uomini di Dio, uomini separati dal male, come indica l'attributo di santi, che sovente imperversava nel tempo in cui vissero. Fu a motivo della loro separazione dal male che poterono essere adoperati dallo Spirito Santo. Egli dettò loro il pensiero di Dio che si riferiva alle circostanze nelle quali il suo popolo si trovava allora e che, nello stesso tempo, preannunciava ciò che sarebbe avvenuto alla fine, fino all'avvento del regno di Cristo. Se quegli uomini avessero scritto cose inventate da loro, come potrebbero i loro testi far parte di un tutto unico, con una costante linea di pensiero e, nonostante le circostanze e i tempi così diversi, e le distanze che li separavano, in piena armonia gli uni con gli altri?
Dobbiamo attenerci esclusivamente alla Bibbia per avere conoscenza degli avvenimenti futuri, almeno di quelli che Dio ha ritenuto bene di rivelarci. Specialmente ai nostri giorni, è importante ricordare l’esortazione che l’apostolo Giovanni faceva ai primi cristiani: “Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo” (1 Giovanni 4:1).

sabato 16 marzo 2019

16 marzo


Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
1 Corinzi 12:26

Onorate tutti. Amate i fratelli.
1 Pietro 2:17

L’onore e il rispetto

L’onore e il rispetto vanno resi a tutti, uomini, donne, anziani, giovani. “Gli anziani che tengono bene la presidenza siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento” (1 Timoteo 5:17). Ma anche i giovani devono essere rispettati, specialmente se amano il Signore e desiderano servirlo. Paolo dice al giovane Timoteo: “Nessuno disprezzi la tua giovane età” (1 Timoteo 4:12); e, raccomandandolo ai fratelli di Corinto, scrive loro: “Guardate che stia fra voi senza timore, perché lavora nell’opera del Signore come faccio anch’io. Nessuno dunque lo disprezzi” (1 Corinzi 16:10-11).
Esortare o riprendere un fratello che abbia commesso un peccato non significa disprezzarlo. Quand’anche fosse ostinato e si fosse obbligati a rimetterlo al castigo e alla scuola del Signore, il rispetto gli va pur sempre reso, perché è un riscattato del Signore.
I medesimi insegnamenti li troviamo anche nell’Antico Testamento. Eliu, uno degli amici di Giobbe, dice: “Dio è potente, ma non disdegna (lett. non disprezza) alcuno” (Giobbe 36:5). Se non lo fa Lui, possiamo forse farlo noi, povere creature mortali?
“Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto… il timore a chi il timore; l’onore a chi l’onore. Non abbiate altro debito con nessuno se noi di amarvi gli uni gli altri” (Romani 13:7-8).

venerdì 15 marzo 2019

15 marzo


Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi a Dio.
1 Pietro 3:18

Cristo ci ha riscattati.
Galati 3:13

Il Redentore

La Bibbia ci parla di un uomo che è passato attraverso delle sofferenze grandissime: Giobbe. Fu privato dei beni e dei figli, e fu colpito da una grave malattia che lo faceva terribilmente soffrire. Era un uomo dalla vita esemplare, un giusto, ma si lasciò sfuggire dei lamenti contro Dio (Giobbe 27:2) perché non capiva la ragione delle sue disgrazie.
Giobbe riconosceva che Dio vede tutto e valuta ogni cosa (31:4). In quei tempi remoti, senza disporre della Bibbia, Dio gli aveva fatto capire che c’è un “aldilà”, tanto che Giobbe affermò che quando il suo corpo si sarebbe disfatto, avrebbe visto Dio (19:26). Non era spaventato pensando alla morte, perché poteva affermare: “Io so che il mio Redentore vive” (v. 25). Un redentore è colui che riscatta il prigioniero, lo schiavo, e che porta la liberazione.
Per molti di noi, la vita è costellata di episodi dolorosi che ci sembrano incomprensibili. Ma leggiamo nella Lettera ai Romani che “tutte le cose cooperano  al bene di quelli che amano Dio” (Romani 8:28). Giobbe, attraverso le prove, conobbe Dio più da vicino, tanto che alla fine esclamò: “Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio ti ha visto”.
Quel redentore di cui Giobbe parla è venuto sulla terra nella persona di Gesù Cristo, per liberarci dalla schiavitù del peccato. A quelli che riconoscono di aver bisogno di essere liberati e accettano il Suo sacrificio perfetto, Dio fa grazia e dà il perdono e la vita eterna.
Gesù è anche il tuo Redentore?

giovedì 14 marzo 2019

14 marzo


Bartimeo, cieco mendicante… si mise a gridare e a dire: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”
Gesù, fermatosi, disse: “Chiamatelo!”. E chiamarono il cieco, dicendogli: “Coraggio, alzati! Egli ti chiama”.
Marco 10:46-50
Grida di fede, di gioia

Quante grida si odono! Grida di paura, di collera, di sofferenza, talvolta anche grida di gioia. Ma conosciamo noi il “grido della fede” rivolto a Dio che può e vuole salvare?
Forse, come Bartimeo il cieco che gridava chiedendo a Gesù di avere pietà di lui (Marco cap. 10), molti cercheranno di farci tacere. Anzi, noi stessi possiamo cercare di soffocare questo grido, per orgoglio, per amor proprio o perché altri non vedano la nostra angoscia.
Ma se sono veramente cosciente di essere “perduto”, di trovarmi in pericolo e senza risorse, io grido: “O Dio, salvami!”. E questo grido non cade nel vuoto! Dio ci ama e ascolta la nostra preghiera. Dio risponde sempre al grido della fede. In ogni momento possiamo rivolgerci a Lui. Egli stesso ci invita a farlo: “Invocami, e io ti risponderò, ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci” (Geremia 33:3).
Gesù non ha deluso Bartimeo. Si è fermato per parlargli e guarirlo. Questo è l’unico passo del vangelo di Marco in cui leggiamo che Gesù si è fermato. E Bartimeo, guarito dalla sua cecità, ha poi seguito Gesù. I suoi occhi ormai potevano vederlo, e il suo cuore si era attaccato a Lui.
“Beato il popolo che conosce il grido di gioia; esso cammina, o SIGNORE, alla luce del tuo volto; esulta tutto il giorno nel tuo nome” (Salmo 89:15-16).

mercoledì 13 marzo 2019

13 marzo


(Gesù disse:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me… e voi troverete riposo alle anime vostre”.
Matteo 11:28-29

Dove trovare riposo?
Gesù ci parla: leggere Matteo 11:25-30

Le città in cui Gesù faceva i miracoli più grandi non accoglievano il suo messaggio. Come ha reagito il Signore? Anzitutto dando lode a Dio, suo Padre, per la sua saggezza e la sua grazia insondabili (v. 25). Poi rivolgendo un appello meraviglioso a quelli che gli stavano intorno: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.
Ancora oggi Gesù offre il riposo a tutti quelli che si sentono affaticati e oppressi nella loro coscienza, e li invita a prendere su di loro il suo “giogo”. Questo giogo è il simbolo dell’ubbidienza, della sottomissione, della disponibilità a camminare con Lui; ma, contrariamente al giogo usato per attaccare i buoi, il Suo è dolce e leggero. Così possiamo sostituire l’assoggettamento al peccato con la gioiosa devozione al nostro Signore che ci ama. Possiamo, chinando il capo, percorrere con Lui il sentiero della vita, mostrando qualcosa della bellezza e delle virtù della sua persona.
Amici colpiti dalla malattia, addolorati per un lutto e per le prove della vita, o abbattuti dalle conseguenze di un peccato commesso, questa frase di Gesù è per voi: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.
Andate a Lui, così come siete! E poi prendete il suo giogo, seguite il Signore in ogni situazione, accettate che sia Lui a dirigere la vostra vita. Imparate da Lui, ricevendo il suo insegnamento con l’umiltà di un bambino. Con Lui supererete le difficoltà e troverete forza, pace e coraggio.

martedì 12 marzo 2019

12 marzo


Per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno. Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
2 Pietro 3: 8, 9

Paziente attesa

Il Signore incoraggia quelli che desiderano ardentemente la sua venuta, col pensiero che, per Lui, un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno. Non c'è nessun ritardo nell’adempimento della sua promessa, anche se alcuni potrebbero pensarlo. Pur senza incredulità o scetticismo, qualcuno potrebbe essere stanco dell'attesa specialmente se sta soffrendo; ma questo apparente ritardo è soltanto da attribuirsi alla bontà di Dio che vuole ancora salvare gli uomini. Egli è paziente, dice Pietro, altrimenti nessuno sarebbe salvato; paziente verso tutti, poiché Dio non vuole la perdizione dell’essere umano, ma la sua felicità eterna.
Ci vuole dunque la pazienza nell’attesa che tutti i credenti siano manifestati con Cristo. In fondo, noi stessi abbiamo beneficiato di questa pazienza! “Avete bisogno di costanza (o pazienza), affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché: «Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà»” (Ebrei 10:36).
“Voi dunque, carissimi, sapendo già queste cose, state in guardia… crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen” (2 Pietro 3:17-18).

lunedì 11 marzo 2019

11 marzo


Salmeggiate al SIGNORE, perché ha fatto cose grandiose; siano esse note a tutta la terra!
Isaia 12:5

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio!
1 Giovanni 3:1

Ciò che Dio fa per me

Nella Bibbia, scopro che Dio si occupa di me personalmente.
– Egli mi conosceva ancora prima del concepimento (Geremia 1:5) e mi ha creato a sua immagine (Genesi 1:27).
– Ha voluto darmi “un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11), e mi ha amato fino al punto di dare il suo unico Figlio affinché io avessi la vita eterna (Giovanni 3:16).
– Mi chiama suo “figlio” (1 Giovanni 3:1) e Lui, come Padre mi aiuta, mi consola (2 Corinzi 1:3, 4), si prende cura di me (Isaia 40:11).
– Conosce tutto di me e sa cosa c’è nel profondo del mio cuore. Conosce le mie parole prima che io le pronunci (Salmo 139:1-4). Conta persino i capelli del mio capo (Matteo 10:30).
– Mi offre molto più di ciò che un padre potrebbe dare a suo figlio (Matteo 7:11) e provvede a tutti i miei bisogni (Matteo 6: 31-33).
– Si aspetta che io gli confidi tutto ciò che ho sul cuore e gli esponga le mie richieste (Filippesi 4:6). Se gli chiedo qualcosa secondo la sua volontà, mi ascolta e mi esaudisce (1 Giovanni 5:14-15).
– Mi riserva un posto nella sua casa celeste e sarà Gesù stesso che mi introdurrà là (Giovanni 14:2). E se dovessi morire prima che Gesù ritorni, mi accompagnerà in quel difficile momento (Salmo 23:4) e poi mi risusciterà con un corpo glorioso (1 Tessalonicesi 4:16). Con tutti i credenti, passerò l’eternità con Lui, senza più lutti, né lamenti, né pene (Apocalisse 21:4)!

domenica 10 marzo 2019

10 marzo


Li esortò tutti ad attenersi al Signore con cuore risoluto.
Atti 11:23

O Signore,… unisci il mio cuore al timor del tuo nome.
Salmo 86:11

Chi vorrà disporre il cuore per il Signore?

In senso figurato, nella Bibbia il termine “cuore” indica la sede dei nostri affetti, dei nostri pensieri, dei nostri intenti. Ecco alcuni passi della Parola di Dio dove è citato il cuore:
– Un cuore malvagio che dev’essere purificato. Riguardo agli uomini, Dio ha dovuto constatare “che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo” (Genesi 6:5). Ma, mediante la fede in Cristo, il cuore è purificato (Atti 15:9).
– Un cuore nuovo che ci è dato da Dio quando accettiamo per fede la salvezza gratuita ch’Egli ci offre, quando diventiamo delle “nuove  creature” (2 Corinzi 5:17).
– Un cuore consacrato se decidiamo di seguire il Signore, di ubbidirgli, di servirlo. È un cuore dato interamente a Lui, secondo la sua richiesta: “Figlio mio, dammi il tuo cuore” (Proverbi 23:26).
– Un cuore custodito. “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita”, ha scritto Salomone (Proverbi 4:23). Custodito per Dio, conservato per Lui, per la sua gloria.
– Un cuore messo alla prova. Ecco una bella preghiera di Davide: “Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova, e conosci i miei pensieri” (Salmo 139:23). Rivolgiamola anche noi al Signore!
– Un cuore fiducioso in Dio. “Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi 3:5-6).
Dio chiede ad ognuno di noi: “Chi disporrebbe il suo cuore ad avvicinarsi a me?” (Geremia 30:21). Mettiamoci a sua disposizione!

sabato 9 marzo 2019

09 marzo


Pregate… con ogni preghiera e supplica… affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo.
Efesini 6:18-19

Trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte.
1 Tessalonicesi 2:2

Diffondere il Vangelo ovunque

Non stanchiamoci di pregare per la diffusione del Vangelo in tutto il mondo. Nei paesi dove non c’è libertà religiosa, i mezzi di comunicazione che più difficilmente possono venire ostacolati sono certamente la radio, la televisione e internet.
Ecco una testimonianza proveniente da un paese ostile alla fede cristiana: “Sono un intellettuale, ma questo non mi ha mai procurato dei vantaggi. Ho sciupato la mia giovinezza; non avevo fede in Dio, non avevo speranza, non avevo una famiglia… Quando ho trovato il canale in TV, ho guardato il vostro programma ed è stato come se una piccola luce fosse apparsa all’orizzonte. Avevo bisogno di speranza e mi sono convinto che Dio non mi avrebbe abbandonato. Più tardi ho avuto la certezza che la salvezza che Dio offre è per grazia, mediante Gesù Cristo, e l’ho accettata”.
Chi potrà contare il numero di uditori raggiunti coi vari mezzi utilizzati per diffondere il Vangelo? Il messaggio li raggiunge là dove si trovano, per strada, sul lavoro, in automobile, a casa, sulla spiaggia, in un letto di ospedale, persino in prigione. Ogni giorno sono migliaia le persone che ascoltano gli appelli di Dio. Vi sono anche molti credenti completamente isolati, che possono sentirsi soli all’inizio del loro cammino spirituale e che, per vari motivi, non ultimo i rischi che corrono, evitano di cercare un contatto diretto. Non dimentichiamoli nelle nostre preghiere!

venerdì 8 marzo 2019

08 marzo


Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco.
Giacomo 3:5-6

Dio non parla sempre bene della nostra lingua

Forse siamo stupiti quando leggiamo nella Scrittura dei giudizi tanto negativi sulla nostra lingua. È paragonata a un fuoco che divora, a una spada acuta che ferisce, a un dardo mortale, al veleno di una serpe. Com’è possibile che sia così, dal momento che è Dio che l’ha fatta? La risposta è semplice. “Dall’abbondanza del cuore parla la bocca” (Luca 6:45). E poiché il cuore dell’uomo è malvagio e pieno di cattivi pensieri che portano, dice il Signore, a “fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza” (Marco 7:20-23), non c'è da stupirsi che dalla bocca escano cose brutte, parole, frasi o discorsi che fanno del male.
La preghiera di Davide nel Salmo 19: “Siano gradite le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore in tua presenza, o SIGNORE” (v. 14), dovremmo farla anche noi, ogni giorno! Ma perché Dio possa darci una risposta, bisogna che il nostro cuore sia stato completamente rinnovato, che sia un cuore nuovo, purificato dalla fede (“... purificando i loro cuori mediante la fede”, Atti 15:9), e nel quale, per mezzo della fede, Cristo abita  (“... e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori”, Efesini 3:17).
È rinnovato il nostro cuore? Se sì, il dono che Dio ci ha fatto della lingua possiamo utilizzarlo sia alla Sua gloria sia per il bene di chi ci ascolta: “Con essa benediciamo Dio e Padre” (Giacomo 3:9); “nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29).
(Da “La nostra lingua un fuoco”)

giovedì 7 marzo 2019

07 marzo


Ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza. 
2 Pietro 1: 4
La vera conversione

Se abbiamo creduto al Signore, vale a dire se ci siamo “convertiti”, siamo sfuggiti alla corruzione che regna nel mondo; da quel momento diventiamo partecipi dei caratteri morali di Dio, e i nostri pensieri sono rinnovati (Romani 12:2, Efesini 4:23) perché vengono a trovarsi in una sfera assolutamente nuova. Chi non è passato attraverso la conversione non può realizzare questo cambiamento.
Quelli che avevano fatto professione di cristianesimo senza aver parte alla natura divina, ai quali accenna l’apostolo Pietro, erano “fuggiti” dalla corruzione del mondo grazie alla conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, ma erano stati nuovamente attratti da questa e vinti. La semplice conoscenza della morale cristiana produce una certa separazione dalle contaminazioni del mondo che però non può essere mantenuta a lungo perché non è il frutto di un reale rinnovamento interiore; così il cuore ritorna, presto o tardi, alle cose che erano state abbandonate.
Il vero credente è invece “sfuggito” alla corruzione una volta per sempre al momento della conversione, quando è nato di nuovo. Ma da quel momento dovrà esserci un progresso, uno sviluppo, cioè la realizzazione pratica di questa realtà; infatti nella sua 2ª Lettera Pietro scrive ancora: “Aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l’autocontrollo; all’autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l’affetto fraterno; e all’affetto fraterno l’amore” (1:5-7).
Chiediamo al Signore l’aiuto per crescere e progredire spiritualmente!