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sabato 31 agosto 2019

31 agosto


Essi… hanno mutato la verità di Dio in menzogna e adorato e servito la creatura invece del Creatore.
Romani 1:25

Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo.
Salmo 139:14

Il grande Dio creatore

Dio ha parlato e parla ancora agli uomini. Attraverso le età e sotto tutte le latitudini, il creato testimonia della potenza e della sapienza di Dio. “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani” (Salmo 19:1). “Egli parlò e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve” (Salmo 33:9). “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e… sussistono in lui” (Colossesi 1:16,17). L’universo, così meraviglioso sia nell’infinitamente grande che nell’infinitamente piccolo, parla della grandezza del suo Creatore. Una tale potenza suscita l’ammirazione dell’uomo, ma spesso questi non ne trae le dovute conseguenze: la sua coscienza non è toccata, non vuole ascoltare… Eppure, la testimonianza del creato ci rende tutti responsabili. “Le sue (di Dio) qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili” (Romani 1:20).
Non tocca a noi misurare il grado di responsabilità di chi non riconosce questa testimonianza. Ma ascoltiamo ancora una parola della Bibbia: “Lo stolto ha detto in cuor suo: Non c’è Dio” (Salmo 53:1). Possiamo dire una simile cosa, noi che siamo le sue creature?

venerdì 30 agosto 2019

30 agosto


Non c’è uomo…  che abbia potere sul giorno della morte.
Ecclesiaste 8:8

Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!
2 Corinzi 6:2

Il piede sull’acceleratore

Commentando l’incidente mortale di un pilota, in una delle prove della 24 ore di Le Mans, un campione di automobilismo diceva: “Alcuni ci considerano pazzi, incoscienti, ma non è così. Noi siamo pienamente consapevoli del pericolo che corriamo, ma pensiamo: Non sarà per me”.
Un celebre scrittore rispose un giorno a un giornalista: “Molti scherzano sulla morte… È sempre quella degli altri, la sepoltura degli altri; i rintocchi funebri non suonano mai per loro”. C’è un malato senza speranza di guarigione o un giovane morto in un incidente? Ognuno di noi vede gli altri andarsene e si comporta come se egli stesso dovesse vivere per sempre. I cimiteri si riempiono sotto i nostri occhi e non vogliamo vedere che già un angolo di terra è riservato a noi…
Pensare alla morte ci fa paura anche perché ci obbliga a metterci in discussione. Molti hanno paura di Dio e poiché fuggono lontano da Lui pensano di averlo sempre dietro. Allora, chiudono gli occhi e… premono sull’acceleratore! È questa la soluzione giusta? No, Dio è davanti, e chi non crede gli sta andando inconsapevolmente incontro, perché “è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27). Che terribile prospettiva comparire davanti al Dio santo, con il carico dei propri peccati! Ma questo Dio santo è anche il Dio d’amore, è il “nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4).

giovedì 29 agosto 2019

29 agosto


Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso. “Sì. Io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà”.
Geremia 31:3

Voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.
Efesini 2:13

Attrazione divina

Nel 1666, per sfuggire a un’epidemia che infuriava a Cambridge, Newton, il grande matematico, si rifugiò in campagna. Là, casualmente, durante una passeggiata, intravide la legge della gravitazione universale. E si chiese: “Quest’attrazione della terra è limitata alla superficie del globo? Qual è la forza potente che trattiene la luna nella sua orbita intorno alla terra?” Egli intraprese così dei complessi calcoli il cui risultato venne reso noto qualche anno più tardi. L’ipotesi formulata diventò il “principio della gravitazione universale”.
Newton era un credente. Egli scoprì la forza d’attrazione della terra ma, ancora di più, comprese l’amore di Dio che attira l’uomo peccatore per fargli grazia ed innalzarlo fino a Lui. Era assolutamente convinto che l’uomo, da solo, non può scoprire Dio; bisogna che sia Dio a rivelarsi all’uomo. La Bibbia, sempre aperta sul suo tavolo, è il libro che quello scienziato leggeva di più. Egli dedicava a quella lettura coscienziosa, fatta con preghiera, la stessa attenzione che dedicava allo studio della natura, senza idee preconcette, cercando di ricevere le Verità dalle Sacre Scritture e viverle.
Ancora oggi, Dio può rivelarsi a ciascuno tramite la sua Parola. In quel Libro ci parla del suo amore. Egli attira gli uomini a Gesù Cristo, il Salvatore, per far loro conoscere il suo perdono e comunicare loro la vita eterna. Non resistete a questo amore!

mercoledì 28 agosto 2019

28 agosto


(Gesù gli disse:) “Vuoi guarire?”
Giovanni 5:6

“Tu sei guarito; non peccare più”.
Giovanni 5:14

Sì alla liberazione
Gesù ci parla: leggere Giovanni 5:1-9

A Gerusalemme c’è una folla di malati intorno alla vasca di Betesda. Gesù si avvicina a uno di questi, infermo da 38 anni, e gli chiede: “Vuoi guarire?” Di solito erano i malati che invocavano Gesù, ma qui è Lui che propone la guarigione. Perché Gesù si è occupato soltanto di quel paralitico? Aveva forse capito, quell’uomo, di non poter essere salvato senza l’intervento del Signore?
“Non ho nessuno!” risponde il malato. Per tutta la vita non aveva avuto altro che delusione su delusione. Forse un tempo aveva fatto affidamento su parenti o amici per essere soccorso, ma in quel momento non aveva davvero nessuno. Ma Gesù è lì per guarirlo.
La domanda è anche rivolta a noi: “Vuoi essere liberato da quello che ti paralizza e ti impedisce di migliorare la tua vita?” Che siamo cristiani o no, forse tolleriamo delle cattive abitudini, pur sapendo che ci fanno del male. Ma il Signore desidera far penetrare in noi la sua luce. Ci chiede se vogliamo essere guariti. Lasciamo che metta a nudo i nostri pensieri segreti, che sia Lui a liberarci dalle nostre catene.
Il Signore ti vuole salvare, ma non lo fa contro la tua volontà. Gesù viene da te e ti offre la liberazione; l’accetterai? Sei pronto a lasciarlo agire liberamente nel tuo cuore, a permettergli di illuminare la tua coscienza? Gesù vuole salvarti, purificarti, liberarti, perché ti ama. Per questo amore è morto per te!

martedì 27 agosto 2019

27 agosto

Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati.
Isaia 31:6

Tornate al SIGNORE! Ditegli: “Perdona tutta l’iniquità… noi ti offriremo… l’offerta di lode delle nostre labbra”.
Osea 14:2

Ritornare a Dio

Il Dio d’amore ha parlato, e ancora oggi il suo amore mi sollecita. La mia coscienza mi accusa: come valutare il mio passato? Perché tante volte ho ceduto al male quando avrei voluto fare il bene? Dio m’invita a rivolgermi a Lui. Quale sarà la mia risposta? Io so che devo scegliere, cambiare direzione, ossia pentirmi, convertirmi…
La conversione impegna tutto il mio essere: volontà, ragionamento e sentimento. Implica anche un modo di vivere che da quel momento dovrà essere diverso. Nonostante i richiami divini e i miei bisogni di cui sono ben consapevole, io sovente resisto a Dio, perché la mia volontà è opposta alla sua.
C’è una verità molto importante che devo accettare, che devo capire: noi, uomini e donne, siamo per natura nemici di Dio. Non vogliamo saperne di Lui nella nostra vita, non ci interessa conoscere la sua volontà. Occorre allora tutta la misericordia di Dio per fermarci, ed Egli lo fa a volte attraverso situazioni difficili e dolorose. Ci vuole tutta l’energia dello Spirito Santo, tutta la potenza della Parola di Dio per essere spinti ad abdicare a noi stessi e ad arrenderci a Lui.
È questo “convertirsi”. Colpito dall’amore di Dio, percepisco alla sua luce lo stato reale del mio cuore, e in me avviene un cambiamento radicale. Il mio pensiero si adegua al suo e vedo le cose come Lui le vede. Mi butto nelle sue braccia come un figlio nelle braccia del padre che lo sta aspettando e lì, sul suo cuore, conosco l’amore del suo Figlio Gesù che, perché Dio potesse perdonarmi, ha dato la sua vita!

lunedì 26 agosto 2019

26 agosto


Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annunzia la pace, che è araldo di notizie liete, che annunzia la salvezza!
Isaia 52:7

In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.
1 Giovanni 4:10

La bellezza che salva

In un suo romanzo, lo scrittore russo Dostoievski fa pronunziare a un suo personaggio questa frase, diventata celebre: “La bellezza salverà il mondo”. Ma qual è la bellezza che ci può salvare? È forse quella dell’arte o della moda? Anzi, sono spesso queste cose che ci distraggono dalla bellezza essenziale della vita.
C’è poi la bellezza della natura: la luminosità di un paesaggio sotto la neve, i fiori e la loro tavolozza di colori, la melodia dei canti degli uccelli nel bosco, i visi di bimbi felici… Queste  manifestazioni di bellezza innalzano i nostri pensieri verso il Creatore che ne è la sorgente e ci stimolano a tentare di conoscerlo.
Ma la bellezza incomparabile è quella che ci salva, la bellezza dell’amore di Dio, manifestata alla croce di Cristo. Là riconosciamo e adoriamo Colui che è “bello, più bello di tutti i figli degli uomini” (Salmo 45:2), Gesù, che muore per i nostri peccati. Ma Gesù è risuscitato e, per fede, già lo vediamo quando verrà nel suo regno; di questo parla il profeta Isaia quando dice: “Gli occhi tuoi ammireranno il re nella sua bellezza… Là il Signore sta per noi in tutta la sua maestà” (Isaia 33:17, 21).
“Una cosa ho chiesto al SIGNORE e quella ricerco: abitare nella casa del SIGNORE tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del SIGNORE e meditare…” (Salmo 27:4).

domenica 25 agosto 2019

25 agosto


Noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti… sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria.
1 Tessalonicesi 4:17

Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà.
Apocalisse 1: 7

La seconda venuta del Signore

La Parola di Dio ci parla di due fasi distinte della seconda venuta del Signore; due tappe, per così dire, di uno stesso viaggio.
1. Prima, Egli scenderà dal cielo, ma non verrà sulla terra; si fermerà nell’aria, “sulle nuvole”, e i credenti viventi sulla terra saranno “rapiti”, tolti dalla terra, e gli andranno incontro per entrare con Lui nel cielo.
2. Poi, dopo un periodo di circa sette anni, Cristo ritornerà per regnare, e questa volta scenderà sulla terra accompagnato dai suoi santi “glorificati” i quali parteciperanno alla gloria del Suo regno. I credenti, rapiti dallo Sposo, ritorneranno dunque col Re. “Il SIGNORE, il mio Dio, verrà e tutti i suoi santi con lui” (Zaccaria 14:5). La visione di Cristo che viene per regnare coi credenti è descritta da Giovanni con queste parole: “Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi ed erano vestiti di lino fino bianco e puro” (Apocalisse 19:13-14).
La Scrittura non dice nulla che faccia supporre che i non convertiti vedranno partire i credenti. Sarà la scoperta dell’assenza di ognuno di loro che proclamerà ciò che è accaduto, come avvenne di Enoc che “non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via” (Ebrei 11:5). Ma i credenti, segretamente assunti nella gloria, appariranno agli occhi di tutti gli abitanti del mondo quando torneranno con Cristo, in gloria, quando verrà a regnare. Allora, com’è scritto, “ogni occhio lo vedrà” (Apocalisse 1:7).

sabato 24 agosto 2019

24 agosto


(Gesù disse:) “Io sono la luce del mondo”.
Giovanni 8:12

Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può essere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi, la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini.
Matteo 5:14-16

Risplendere là dove Dio ci ha posti

Dio pone i suoi figli, testimoni di quello ch’Egli è, qua e là nel mondo, come un bravo urbanista disporrebbe dei lampioni nelle vie di una città. Più il luogo è scuro, più sono utili. Ma, come le lampade elettriche per dare luce sono collegate a una rete, così noi dobbiamo essere in contatto con una sorgente di energia. Il Signore ha avvertito i suoi: “Senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5). Non sono le lampade che hanno scelto il luogo dove sono state poste; l’importante è che diano luce là dove sono.
È sul piano morale, in un mondo che preferisce l’oscurità, che il cristiano porta la luce; e questa luce è la conoscenza di Dio e lo splendore della vita di Gesù. Ognuno di noi si trova in un certo contesto, in un determinato luogo di lavoro, in condizioni che vorrebbe forse cambiare ma che non sono fortuite. Se Dio m’ha messo dove mi trovo, Lui sa perché, e si aspetta da me che io riproduca proprio lì, intorno a me, le perfezioni morali di Gesù, la bontà, l’umiltà, la dolcezza, la pazienza, la dedizione. Quelli che abitualmente non leggono la Parola di Dio devono, in qualche modo, poterla leggere nella mia vita. Ma cosa occorre per fare luce? Che passi la corrente, vale a dire rimanere in contatto con la sorgente divina e mantenere una vera comunione con Dio. Fare luce è il motivo di esistere dei cristiani sulla terra. Non veniamo dunque meno alla nostra vocazione!

venerdì 23 agosto 2019

23 agosto


La sera ci accompagna il pianto; ma la mattina viene la gioia.
Salmo 30:5

La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Romani 13:12

Sera e mattina

Fin dal primo capitolo della Bibbia, Dio annuncia il trionfo della luce sull’oscurità. Dopo ogni fase della creazione, ritornano queste parole: “Fu sera, poi fu mattina” (Genesi 1:5, 8, 13, 19, 23, 31). Forse noi avremmo invertito i due termini, ma quest’ordine non è fortuito in quanto implica il fatto che nei piani di Dio trionferà la luce.
Tutta la storia dell’umanità è un susseguirsi di periodi più o meno oscuri, durante i quali l’uomo si è sempre più allontanato dal suo Creatore. La sera più tenebrosa è quella scesa sulla terra quando è stato crocifisso Gesù, il Figlio di Dio. Lui che era andato di luogo in luogo facendo il bene ha avuto come ricompensa una croce, sulla quale ha accettato di morire. Che momento quando il buio ha invaso la terra per nascondere la scena della crocifissione del Salvatore del mondo! (Matteo 27:45). Ma le tenebre hanno lasciato il posto al mattino della risurrezione. Dio è stato soddisfatto del sacrificio di Gesù Cristo e l’ha fatto uscire dalla tomba. Quel nuovo giorno apre la via a tutti quelli che pongono la loro fiducia in Lui per ricevere il perdono dei loro peccati.
Ora, i credenti, riscattati da Cristo, aspettano un altro mattino, un “mattino senza nuvole”, quello della venuta di Gesù per prendere i suoi ed introdurli nella casa di suo Padre, dove non ci sarà più notte (Apocalisse 21:25).
“E così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (1 Tessalonicesi 4:17, 18).

giovedì 22 agosto 2019

22 agosto


Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20

Avere pienamente fiducia in  Gesù

Hudson Taylor, uno dei primi missionari cristiani penetrati in Cina nel 1854, aveva un’eccezionale vita di fede. Ha fatto l’esperienza che Dio, nel suo amore, nella sua potenza e fedeltà, è capace di liberarci nelle situazioni più difficili. Che riposo per lo spirito quando si lascia a Gesù Cristo la guida della propria vita! La biografia di Hudson Taylor comprende un importante scambio di corrispondenza. Eccone alcuni brani:
“Ora credo che le lotte, gli sforzi, le aspirazioni, l’attesa di giorni migliori, non siano il vero mezzo per raggiungere la felicità, la santità, una vita utile.
Il più santo è colui che possiede Cristo dentro di sé e che si rallegra nel modo più completo dell’opera da Lui compiuta.
Riposarsi, non fare sforzi e non dibattersi, ma guardare a Gesù e confidare in lui per vincere le battaglie… Riposarsi sull’amore del Salvatore onnipotente, con la gioia per la salvezza completa che ci ha donata, la liberazione da ogni peccato.
Non si tratta di lottare per avere la fede, ma di guardare a Colui che è il solo fedele e avere intera fiducia in lui. Non ha forse promesso di rimanere con me, di non abbandonarmi mai?
Non crediamo che quest’esperienze, queste verità, siano riservate a una minoranza. Sono per ogni figlio di Dio.
L’unica potenza sia per la liberazione dal peccato sia per il vero servizio è Gesù Cristo.”

mercoledì 21 agosto 2019

21 agosto

Io so, SIGNORE, che i tuoi giudizi sono giusti e che mi hai afflitto nella tua fedeltà. La tua bontà sia il mio conforto, secondo la parola data al tuo servo.
Salmo 119:75, 76

(Gesù disse loro:) “Venitevene ora in disparte…, e riposatevi un poco”.
Marco 6:31

I silenzi nella nostra vita

Qualcuno ha scritto: “In un brano di musica, vi sono pause e sospensioni, ma fanno parte della melodia. Nel giusto posto, sono tanto importanti quanto le note che devono essere suonate. Ometterle perturberebbe e modificherebbe la melodia stessa.
Così è per la vita del credente. Dio ha in vista un “brano” preciso quando compone la melodia della nostra vita. Non dobbiamo sorprenderci delle pause; esse fanno parte del piano di Dio per noi. Abbiamo troppo spesso la tendenza a credere che la vita sia fatta esclusivamente di varie attività. Ma il nostro Signore ci chiede anche di fermarci e di riposarci, nella sua presenza, per ritrovare risorse, ascoltandolo. Abbiamo realmente bisogno di questi tempi di riposo, perché la nostra vita sia armoniosa, piena e produttiva. Allora potremo essere una benedizione per quelli che ci circondano.
A volte, troviamo una pausa inaspettata sullo spartito musicale della nostra vita. Apparentemente Dio ci pone “fuori servizio” per qualche tempo. Siamo costretti all’inattività per un incidente, una malattia, la fatica, l’età avanzata… Non scoraggiamoci come se questi periodi fossero del tempo perso. Essi sono invece essenziali. Ci permetteranno forse di dedicarci maggiormente alla lode e alla preghiera. Dio vuole renderci più pazienti, tranquilli, fiduciosi. Vuole farci assomigliare maggiormente a Gesù. Chiediamogli di insegnarci ad utilizzare per Lui tali momenti. Anche questo è servire Dio.

martedì 20 agosto 2019

20 agosto


La speranza che vi è riservata nei cieli.
Colossesi 1:5


La fede è certezza di cose che si sperano.
Ebrei 11:1

Terra promessa

Si racconta che un generale romano stava rientrando in Italia dalla Gallia portando con sé quello che rimaneva del suo esercito vittorioso. Quando affrontarono le cime delle Alpi, gli uomini camminavano ormai faticosamente. Alcuni erano perfino pronti a rinunciare a valicare i colli e le creste rocciose. Mentre si arrampicavano sempre più in alto, la neve li frustava ed anche i più intrepidi si stavano scoraggiando. Allora il generale si appostò su una roccia. Con mano energica indicò la linea delle cime ed esclamò: “Soldati! Al di là di questa linea c’è l’Italia!” L’Italia! I campi fertili, i magnifici frutteti, le sorgenti zampillanti, la famiglia, un padre, una madre, una fidanzata, una moglie, dei figli… E i cuori vacillanti ripresero coraggio. I muscoli ritrovarono un nuovo vigore e la legione superò l’ultimo ostacolo.
Al di là di questa terra, dopo molte prove, abbiamo la sicura speranza di entrare nel cielo. Che cosa significa il cielo per il cristiano? Significa essere per sempre con Gesù, in una perfetta felicità. Non sono le difficoltà attraversate con coraggio che ci danno il diritto di entrarvi, ma è il dono gratuito di Colui che ha detto: “Io vado a prepararvi un luogo… affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:2, 3). E là il Signore darà anche le ricompense promesse a quelli che, per pura grazia, gli saranno stati fedeli, servendolo.
Coraggio, credente, ancora qualche passo e sarai a casa tua, nella casa del Padre, col tuo Salvatore.

lunedì 19 agosto 2019

19 agosto


I cieli gli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dai cieli che disse: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto”.
Matteo 3:16, 17

I cieli aperti

“Gesù si recò… al Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato. Ma questi vi si opponeva dicendo: Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?” (Matteo 3:13, 14). Il Figlio di Dio si pone tra i peccatori penitenti. È venuto per loro. Giovanni vede qualcosa di straordinario: “Ed ecco i cieli gli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio… venire su di lui. Ed ecco una voce dai cieli che disse: Questo è il mio diletto Figlio” (v. 16, 17). Che scena grandiosa! Si apre il cielo, lo Spirito scende su Gesù e il Padre proclama la grandezza di colui che non doveva essere confuso con quelli che lo circondavano!
Stefano compare in un tribunale ostile, ma lui, “fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio»” (Atti 7:55, 56). Per questo martire che qualche momento dopo sarà lapidato, che meraviglioso conforto vedere Gesù in piedi nel cielo, pronto a riceverlo!
In entrambe queste scene, i cieli si aprono per mettere in evidenza la gloria di Gesù Cristo.
Anche noi siamo invitati a vedere, per fede, la gloria del nostro Signore Gesù nel cielo. Questa contemplazione produrrà effetti benefici nella nostra vita e nella nostra testimonianza: “Noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito” (2 Corinzi 3:18).

domenica 18 agosto 2019

18 agosto


Smettete di confidarvi nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio; infatti quale importanza gli si potrebbe attribuire?
Isaia 2:22

Volgetevi a me e siate salvati… Poiché io sono Dio e non ce n’è alcun altro.
Isaia 45:22

Un messaggio venuto dal cielo

L’universo è un libro smisurato, continuamente aperto davanti a me. Mi fa intravedere la potenza eterna e la divinità del suo Autore (Romani 1:20), ma non mi dice quello che io sono per Lui. Come fare a saperlo? Potrei ripiegarmi su me stesso, fare un’introspezione, esaminare i miei pensieri, analizzare i miei sentimenti, giudicare le mie azioni e vedere ciò che io sono ai miei occhi, ma non saprei mai quello che Dio pensa di me. Lui solo può rivelarmi quello che Lui è e quello che sono io; e lo fa in un libro: la Bibbia.
La Bibbia dichiara: “Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti” (Salmo 14:3). Devo riconoscere questo umilmente, senza nasconderlo.
La Bibbia dichiara che Dio è santo, è perfetto, puro, felice in se stesso. In sua presenza il male non può sussistere; se c’è, non può non giudicarlo. Quindi, così come sono, mi è impossibile entrare in una felice relazione con Dio.
Ma la Bibbia non si ferma a questa constatazione di fallimento. Presenta anche un messaggio di grazia. Se afferma che sono perduto a causa del peccato, mi dice pure che posso essere salvato da Gesù Cristo. Mi fa vedere la mia miseria morale, ma nello stesso tempo la grazia di Dio, più grande della mia miseria. Mi condanna, ma se riconosco il mio stato e se credo in Gesù Cristo mi assicura che sono lavato dal suo sangue, giustificato da Dio e adottato da lui come suo figlio. Dio mette il dito sulla piaga del mio peccato, ma poi la guarisce perfettamente e per sempre.

17 agosto


Nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza.
Isaia 30:15

Solo in Dio trova riposo l’anima mia: da lui proviene la mia salvezza.
Salmo 62:1

Perché?

Amico cristiano, oppresso dal dolore, bloccato dalla malattia o scoraggiato per un fallimento, certamente ti stai chiedendo, col capo chino: “Perché?” Ti hanno circondato buoni amici, hanno tentato di consolarti, ma le loro risposte non attenuano la tua pena. Quando ti lasciano, ti ritrovi solo con la tua sofferenza. Vorresti cercare nella Bibbia la soluzione alle domande che ti rodono, ma sarà quella che desideri? Non è detto. Forse Dio ti darà una risposta diversa da quanto ti aspetti, ma sarà la sua risposta, la buona risposta. Se anche la tua pena fosse la conseguenza di un errore, Egli si avvicinerà a te, come ha fatto per Giacobbe (Genesi 28:13-15). Confessargli una colpa, è già trovare la pace. Sovente Dio permette la prova, non come conseguenza di una mancanza, ma per la nostra formazione spirituale. Pertanto, pur essendo attento a quello che Dio permette nella tua vita, appoggiati tranquillamente su di Lui. Egli ti ama di un amore immutabile.
Quante volte sospiriamo, cercando il perché delle nostre difficoltà, il motivo del nostro dolore! Badiamo di non fare come il patriarca Giacobbe che, dopo una serie di prove ha esclamato “Tutte queste cose pesano su di me!” (Genesi 42:36) proprio quando stava per ritrovare quello che credeva perduto! Dio che ci ama sempre con lo stesso amore vuole prepararci per il cielo. Dobbiamo avere  fiducia in Lui che fa cooperare tutte le cose al bene di quelli che lo amano (Romani 8:28). Di questo dobbiamo essere certi.

venerdì 16 agosto 2019

16 agosto


Chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al SIGNORE: “Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui confido”.
Salmo 91:1, 2

Ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio.
Atti 17:23

L’ombra, presenza e mistero

Tra le figure usate nella Bibbia, l’ombra è spesso una protezione benvenuta. Dio è per il povero e il miserabile “un’ombra contro l’arsura” (Isaia 25:4). Davide si sente al sicuro, presso il suo Dio: “All’ombra delle tue ali io mi rifugio” (Salmo 57:1). “Io esulto all’ombra delle tue ali” (63:7).
Ma l’ombra, opposta alla luce, ispira spesso la paura della notte, delle tenebre, della morte. Giobbe temeva di andarsene senza ritorno “nella terra delle tenebre e dell’ombra della morte” (Giobbe 10:21, 22).
Sovente, l’ombra suggerisce il mistero; vedo un’ombra spostarsi sulla strada, ma la persona, vista di dietro, mi è sconosciuta. Quando poi vogliamo conoscere Dio, ci sentiamo ancora più incapaci.
Nella Bibbia, l’ombra suggerisce a volte qualcosa i cui contorni non sono chiari: delle realtà spirituali non ancora interamente rivelate, delle figure, delle allegorie, dei simboli. Venuto Cristo, si è passati dalle ombre alla realtà, poiché Egli è splendore della gloria di Dio e impronta della sua essenza (Ebrei 1:3). Per fede possiamo contemplare Dio nella persona di Cristo, che ci dice Egli stesso: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Giovanni 14:9). Gesù ci rivela chi è Dio: un Dio di perdono che salva l’uomo perduto, ne ha cura e lo guida, finché giungerà alla Sua presenza.

giovedì 15 agosto 2019

15 agosto


Quelli che sono lungo la strada, sono coloro nei quali è seminata la parola; … subito viene Satana e porta via la parola.
In luoghi rocciosi… non hanno in sé radice e sono di corta durata.
Fra le spine… le preoccupazioni mondane, l’inganno delle ricchezze… soffocano la parola.
Marco 4:15-18

Il buon seme portato via, improduttivo o soffocato

La Parola di Dio che è annunciata è paragonata a un  seme che viene sparso in vari luoghi.
Sulla strada, gli uccelli hanno fatto presto a portar via la Parola; nel terreno roccioso, le poche radici e gli steli troppo esili sono diventati secchi in breve tempo quando il sole s’è alzato; ma le spine agiscono lentamente! Non è in un giorno che scompare la piccola pianta. Comincia una lunga lotta, lenta, inesorabile; se nulla interviene per togliere la cattiva erba, la giovane spiga indebolita, deperita, senza aria e senza luce, muore soffocata.
Come primo significato, coloro che hanno ricevuto il seme tra le spine rappresentano delle persone che non hanno veramente la vita di Dio, sebbene avessero manifestato un certo interesse per l’Evangelo. Ma praticamente le “spine” ci minacciano tutti! Certo, se siamo veri credenti – cioè se abbiamo accolto il seme nella buona terra –, esse non possono farci perdere la salvezza ottenuta per mezzo della fede nel Signore Gesù, ma possono farci addormentare e impedirci di portare del frutto. Non sono forse gli impegni mondani o i piaceri o le concupiscenze che lentamente e progressivamente, infiltrandosi nel cuore, ci tolgono il piacere della Parola e degli incontri coi fratelli e le sorelle, e poco a poco allontanano da lui?
Che fare allora? La Parola è come “un martello che spezza il sasso” e, nel caso del terreno pietroso, potrà dissodare il suolo, riducendo a pezzi il nostro “io”. Essa è anche “un fuoco” (Geremia 23:29) che può bruciare, cioè indurre a giudicare secondo Dio tutto ciò che soffoca il buon seme. “Non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri” (Romani 13:14), così questo seme potrà svilupparsi.

mercoledì 14 agosto 2019

14 agosto


(Gesù gli disse:) “Zaccheo, scendi presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua”.
Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia.
Luca 19:5, 6

Oggi… a casa tua
Gesù ci parla: leggere Luca 19:1-10

Mentre Gesù attraversa la città di Gerico, Zaccheo, un ricco capo dei pubblicani, tenta di vederlo ma a causa della sua bassa statura non ce la fa. Allora corre avanti e sale su un albero. Giunto in quel luogo, Gesù alza gli occhi e gli dice: “Zaccheo, scendi presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua”.
Se Zaccheo fosse stato generoso e sempre pronto a riparare i suoi torti di fronte agli altri, non per questo si sarebbe guadagnato la salvezza. Poiché aveva dei bisogni spirituali, ha fatto tutto quello che poteva per incontrare Gesù, senza preoccuparsi del “che dirà la gente?” Quando si sente chiamare per nome, scende presto dall’albero e riceve il Signore in casa sua, con gioia.
Oggi, per mezzo di questo foglietto, Gesù passa vicino a voi. Non lasciatevi fermare da qualche difficoltà o dal timore di ciò che pensano gli altri; fate tutto il possibile per avvicinarvi a Lui. Gesù vi chiama e vi dice: “Oggi devo fermarmi in casa tua”. Lo lascerete passare senza desiderare di conoscerlo e senza accoglierlo nel vostro cuore?
Zaccheo non immaginava che Gesù lo conoscesse e discernesse il suo desiderio di vederlo e i suoi bisogni. Pensate forse che Lui non si renda conto della vostra sete spirituale? Il Signore vi conosce per nome e conosce le vostre più profonde aspirazioni. È venuto in questo mondo per rispondere ad esse. Desidera che lo accogliate, e che il vostro cuore sia pieno di gioia. Permettetegli di entrare!

martedì 13 agosto 2019

13 agosto

La prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.
Giacomo 1:3, 4

L’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza.

Romani 5:3, 4


La pazienza

Generalmente si usa la parola “pazienza” per indicare la capacità di qualcuno di aspettare: per esempio, in una fila di auto su una strada intasata, alla cassa del supermercato o allo sportello di un ufficio pubblico.
Nei versetti di oggi, la pazienza indica la capacità spirituale che il cristiano può acquisire per superare i momenti difficili senza scoraggiarsi. Quando è praticata così, perché piace al Signore che ne ha dato l’esempio, la pazienza diventa una virtù che non ha niente a che vedere col fatalismo o la rassegnazione di fronte a certi avvenimenti che non possono essere modificati.
Il credente sa che la prova non sopraggiunge per caso: “Chi prova i cuori è il SIGNORE” (Proverbi 17:3). Spesso è permessa da Dio con uno scopo ben preciso: “Qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa” (Ebrei 12:11). E la prova è misurata: non supererà quello che possiamo sopportare (1 Corinzi 10:13).
Il cristiano può essere paziente, perché confida in Dio. È amato dal Padre onnipotente e perfettamente saggio. Così accetta senza lamentarsi le difficoltà che gli si presentano. Vivendole con il Signore, nella sottomissione e nella fiducia, può attraversarle con serenità.
La prova è un mezzo di formazione tra le mani di Dio per fare progredire i suoi figli nella conoscenza di ciò che Egli è: amore, saggezza, potenza e fedeltà.

lunedì 12 agosto 2019

12 agosto


Tacete davanti al Signore, Dio!
Sofonia 1:7

Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
Matteo 6:6

Il valore del silenzio

La nostra è l’epoca del rumore, almeno nei nostri paesi. Auto e altri mezzi di trasporto, macchinari di ogni tipo, radio, televisioni, il vociare di tanta gente… La nostra tranquillità è aggredita da mille rumori. Così, per molti, il silenzio è diventato sinonimo di vuoto, di nulla, e si tende a evitarlo.
Il rumore, notiamolo, non è sempre fisico. C’è anche quel turbine incessante di pensieri nel quale il mondo ci trascina. Tutto questo invade la nostra mente.
Dobbiamo riscoprire il valore del silenzio. Non un silenzio sterile per rassicurare i nostri pensieri, o piangere sui nostri sogni delusi. Ma un silenzio per ascoltare Dio, pregarlo e adorarlo. Abbiamo bisogno di questo silenzio per la nostra anima come dell’aria per i nostri polmoni.
Più di una semplice assenza di rumore, il silenzio è un atteggiamento di ascolto e di apertura. Ci permette il raccoglimento necessario per stare davanti a Dio per mezzo della fede. “Fermatevi… e riconoscete che io sono Dio” (Salmo 46:10). Se prendiamo questi momenti di silenzio per ricaricarci presso Dio, per ascoltare la sua voce “come un mormorio di vento leggero” (1 Re 19:12), lontano dai rumori e dalle preoccupazioni, le nostre vite soffriranno meno di quella dispersione che le inaridisce. Saranno arricchite dalla presenza del Signore e da una lode preparata nel cuore per l’ora dell’adorazione. Questi momenti ci aiuteranno anche a pensare agli altri, per essere più attenti alle loro gioie e alle loro pene. Diventeremo messaggeri di pace, della pace che Dio offre a tutti quelli che confidano in lui.

domenica 11 agosto 2019

11 agosto


Temo, quando verrò, di non trovarvi quali vorrei... temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze.
2 Corinzi 12:20.

I danni della maldicenza nella chiesa

La maldicenza è una delle principali cause di amarezza, di liti, di disunione nella famiglia di Dio. La maldicenza ha anche rovinato la reputazione di tanti fedeli servitori del Signore. L’apostolo Paolo, come si sa, l’ha subita pure lui; e quando fu costretto a difendersi disse: “Or alcuni si sono gonfiati d’orgoglio come se io non dovessi più venire da voi; ma, se il Signore vorrà, mi recherò presto da voi, e conoscerò non il parlare ma la potenza di coloro che si sono gonfiati; perché il regno di Dio non consiste in parole ma in potenza” (1 Corinzi 4:18-20). E anche: “Ma quello che faccio lo farò ancora per togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un’occasione” (2 Corinzi 11:12).
La vita comunitaria è molto difficile se c’è la brutta abitudine di fare maldicenza. La comunione degli uni con gli altri è interrotta e i rapporti di amicizia si inaridiscono, per la diffidenza e il timore delle critiche, fino a scomparire del tutto. Persino il ministero nella chiesa ne risente, perché quelli che hanno la responsabilità di insegnare non si sentono liberi e non godono di quella serenità che consente loro di svolgere un servizio “con gioia e non sospirando” (Ebrei 13:17). Potrebbero anche esserci dei giovani credenti dotati dal Signore e in grado di edificare la chiesa; ma come avrebbero il coraggio di parlare in un ambiente dove si critica troppo? Chissà quanti non hanno mai aperto bocca per questo motivo!
“Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29).
(da “La nostra lingua… un fuoco!”)

sabato 10 agosto 2019

10 agosto

La memoria del giusto è in benedizione.
Proverbi 10:7


Anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme. Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno.
1 Pietro 2:21, 22

Una traccia nel cielo

Lassù nel cielo, a diecimila metri d’altitudine, l’aereo, per quanto grande sia, è pressoché invisibile. Invece, quello che tutti vedono, è la lunga scia bianca che l’aereo lascia nel cielo, a volte visibile per molto tempo dopo il suo passaggio.
Che traccia abbiamo lasciato noi nel ricordo di quelli che abbiamo incontrato? Che impronta lasciamo nel cuore di coloro che frequentiamo, marito, moglie, figli, parenti, amici? Desidereremmo tanto aver lasciato una scia di purezza, di amore, d’incoraggiamento, di pace! Ma forse questo non è avvenuto, e abbiamo sulla coscienza il peso e la sofferenza di aver dato più volte un cattivo esempio. Coraggio! Non è mai troppo tardi per riconoscere i propri torti e cambiare vita. Incominciamo con l’andare a Gesù. Lui solo può prendere le nostre vite così come sono, rovinate dal peccato, e purificarle e trasformarle. Se lo facciamo, l’amarezza può cedere il posto alla dolcezza, il rancore al perdono, l’egoismo alla compassione, l’orgoglio all’umiltà.
Vi sono persone che si ricordano di una buona parola che ha impedito loro di inoltrarsi in un vicolo cieco, o di una lettera, una visita, un esempio di umiltà e di altruismo che hanno lasciato in loro un ricordo luminoso.
Tuttavia, il primo desiderio del credente non dev’essere quello di lasciare un buon ricordo di sé, bensì di fare in modo che Cristo sia visto in lui, nel suo comportamento e nelle sue parole. Pensiamo all’umiltà di Giovanni Battista che diceva, parlando di Gesù: “Bisogna che Egli cresca, e che io diminuisca” (Giovanni 3:30).