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sabato 30 novembre 2019

30 novembre


(Gesù disse:) “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”.
Giovanni 5:24

Trasformazione

Harris è un giovane che sente un gran vuoto dentro di sé e non è felice. Nel 2002 lascia tutto: famiglia, amici, lavoro e dalla Grecia si trasferisce in Scozia per “rifarsi” una vita, nella speranza di trovare la felicità. Trova facilmente un alloggio e un impiego, e pensa: “Ecco, ora tutto andrà meglio!”
È molto occupato e soddisfatto del nuovo lavoro, però continua a provare dentro di sé un’indefinibile sensazione di vuoto. A quel punto inizia a porsi delle domande riguardo Dio. Da bambino era stato battezzato in una chiesa greco-ortodossa, ma le persone che la frequentavano non gli erano sembrate felici. Non leggevano la Bibbia, perché si pensava che solo il prete fosse competente per leggerla e interpretarla. Allora si interessò di buddismo ma, dopo qualche mese, la sua sete di conoscere Dio era ancora più forte.
Un giorno, su un sito internet greco, lesse un brano della Bibbia. Poi, sullo stesso sito, lesse le testimonianze di persone di ogni genere, tossicodipendenti, ladri, pervertiti, che erano diventate cristiane. Rimase colpito dal modo in cui quelle persone raccontavano del cambiamento che si era prodotto nella loro vita; parlavano della conversione come di una trasformazione radicale, e si capiva chiaramente che erano felici. Questo è il cambiamento che anche lui cercava!
Oggi Harris è convertito, non ad una religione ma a Gesù Cristo, e testimonia a tutti della sua trasformazione. Da quando sa che Dio ha perdonato i suoi peccati, una pace profonda ha riempito il suo cuore e gusta la gioia di vivere per il Salvatore della sua anima e Signore della sua vita.

venerdì 29 novembre 2019

29 novembre

Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso.
Levitico 19:18

“Quale… ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?” Quegli rispose: “Colui che gli usò misericordia”. Gesù gli disse: “Va', e fa' anche tu la stessa cosa”.
Luca 10:36-37

Come amare veramente il prossimo?

“Amare il prossimo come sé stessi”. È questo che Dio chiede ad ognuno di noi. “Ma è impossibile!”, ci viene da dire. Sì, è impossibile all’uomo senza Dio che è sempre occupato solo di se stesso, della sua personalità e dei suoi vantaggi. Gesù si è avvicinato a noi per essere il nostro prossimo e per amarci più di se stesso; Egli ha dato la sua vita per guarirci dalla terribile malattia del peccato e darci una nuova natura in grado di amare come Lui.
Diventato il nostro Salvatore e il nostro Signore, Egli ci ha messo nel cuore un amore sincero per coloro che ci stanno accanto, il desiderio di condividere le loro gioie e le loro difficoltà, e di dire loro quello che Lui è per noi. Egli fa fiorire il deserto dei nostri affetti e dei nostri pensieri, terra arida invasa da spine e rovi. Là dove la discordia e l’egoismo regnano, la pace e l’amore vero possono cambiare tutto.
Come amare veramente il prossimo? Mettiamoci a disposizione di quelli che ci circondano, e il Signore ci farà trovare sempre nuove occasioni per avvicinarci agli altri e condividere con loro quello che abbiamo di migliore. Diamo il nostro amore e conquisteremo i loro cuori. Essere il prossimo di un altro significa realizzare che “prima viene lui, poi vengo io”.
L’amore di Gesù ci sprona a questo! Facciamo in modo di sperimentare ogni giorno questo nobile sentimento che ci spinge verso gli altri con un cuore sincero.

giovedì 28 novembre 2019

28 novembre


SIGNORE, libera l'anima mia dalle labbra bugiarde, dalla lingua ingannatrice.
Salmo 120:2

Il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no.
Giacomo 5:12

Impegno morale

Un giovane calciatore di talento, ambìto dalle principali squadre, era al centro del dibattito in una trasmissione sportiva. Il giornalista precisava che quel giocatore era legato al suo club ancora per due anni, ma l’interlocutore replicò: “Tutti sanno bene che quel tipo di contratto morale non impegna nessuno!” Purtroppo è proprio così nella nostra società, e in questioni ben più importanti dello sport.
Quando invece è Dio che dice qualcosa, quella cosa farà, e quando prende un impegno mantiene sempre la sua promessa. Questo è valido sia quando annuncia il giudizio per tutti quelli che “non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati” (2 Tessalonicesi 2:10-12), sia quando dona la vita eterna a tutti quelli che hanno fede in Lui. Se siete stanchi di questo mondo ingannatore, nel quale la parola data non ha praticamente più nessun valore, vi invitiamo ad indirizzarvi a Dio che non può mentire; Egli non vi deluderà mai.
Anche noi credenti, nelle nostre relazioni sociali o professionali, dobbiamo impegnarci ad essere come il nostro Maestro, non dimenticando che noi siamo “una lettera di Cristo… conosciuta e letta da tutti gli uomini” (2 Corinzi 3:3-4). Quelli che ci attorniano dovrebbero poter vedere in noi i caratteri di Cristo. Facciamo in modo di essere delle persone sulle quali si può contare, manteniamo la parola data, e stiamo attenti a non prendere degli impegni che rischiamo di non poter rispettare.

mercoledì 27 novembre 2019

27 novembre


Mentre egli (Gesù) era in Gerusalemme,… molti credettero nel suo nome, vedendo i segni miracolosi che egli faceva.
Giovanni 2:23

La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.
Romani 10:17

Miracoli e fede

Da sempre gli uomini sono attratti dalle manifestazioni spettacolari. Quando il Signore Gesù era sulla terra, le folle avevano visto molti dei suoi miracoli: moltiplicazione dei pani, guarigione dei malati, risurrezione dei morti, ma continuavano a chiederne altri. “Quale segno miracoloso fai, dunque, perché lo vediamo e ti crediamo? Che operi?” (Giovanni 6:30).
Ancora oggi Dio, che è un Dio di compassione e di misericordia, può intervenire miracolosamente, se lo ritiene utile, per guarire o per liberare da una situazione senza uscita. Ma attenzione: essere testimoni di un miracolo non è fede.
La fede che salva il peccatore, non è l’ammirazione o l’entusiasmo che può produrre in noi una manifestazione spettacolare, perché la vera fede è credere a ciò che Dio dice di noi, accettare senza limitazioni le dichiarazioni che la Bibbia fa riguardo al nostro stato di peccato, e successivamente ricevere personalmente Gesù Cristo come Salvatore. La vera fede fa nascere nell’uomo una nuova vita. Per fede si comprende che, per mezzo della Sua opera sulla croce, il Signore ha completamente e definitivamente pagato il debito delle nostre colpe davanti a Dio, per darci il perdono e la salvezza (Atti 16:31). Ecco il miracolo più grande: qualcuno che passa dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, e che diventa figlio di Dio (Giovanni 1:12)!
Dopo il miracolo iniziale della conversione, Dio può farne molti altri nella nostra vita. Diamogli fiducia, e rimarremo meravigliati di ciò che Dio compie “in favore di chi spera in lui” (Isaia 64:4).

martedì 26 novembre 2019

26 novembre


A colui che può fortificarvi… a Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei secoli dei secoli.
Romani 16:25, 27

Credere e ubbidire

La potenza di Dio e la sua autorità sono assolute e ogni cosa è al suo servizio (Salmo 119:91). “Chi mai dice una cosa che si avveri, se il Signore non l'ha comandato?” (Lamentazioni di Geremia 3:37).
A Dio dobbiamo obbedire, a Lui che, con una saggezza inarrivabile per la scienza degli uomini, ha creato l’universo: “Egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve” (Salmo 33:9).
Ai tempi del re Acab, una gravissima carestia si abbatté sul paese. Anche il profeta Elia soffriva la fame, ma Dio gli disse: “Va’… nasconditi presso il torrente Cherit… io ho comandato ai corvi che là ti diano da mangiare” (1 Re 17:3-4). Che strana promessa quella di essere nutriti da degli uccelli voraci ed affamati… Ma l’uomo di fede non discute e obbedisce; così, mattina e sera, i corvi lo sfamarono.
Molto tempo dopo, Gesù si trova con Simon Pietro e i suoi compagni sulla riva del lago di Gennesaret, e gli dice: “Prendi il largo, e gettate le reti per pescare. Simone gli rispose: Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti. E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano… Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore” (Luca 5:4-6, 8).
Quando, tramite la sua Parola, vi rendete conto che Dio vi sta ponendo delle domande, siete di fronte alla sua immensa potenza, ma anche al suo amore. Non ditegli: “Allontanati da me”, ma ascoltate le sue promesse e accogliete la sua grazia!

lunedì 25 novembre 2019

25 novembre


Qual è l'opera che Dio compie?
Numeri 23:23

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Giovanni 3:16

“Che hai fatto?”

Primo crimine della storia dell’uomo: “Caino si avventò contro Abele, suo fratello, e l'uccise” (Genesi 4:8). Nessun testimone, quindi l’omicida non rischia nulla… Invece no! Dio lo incontra e gli rivolge una domanda precisa: “Dov'è Abele, tuo fratello?” Caino risponde: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?” Il SIGNORE gli dice: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra” (Genesi 4:9-10).
È normale che Dio faccia questa domanda all’uomo colpevole, ma come potrebbe un uomo farla a Dio? Eppure è ciò che ha fatto Pilato, molti secoli più tardi della vicenda di Caino; egli ha chiesto a Gesù: “Che cosa hai fatto?” (Giovanni 18:35). Gesù avrebbe potuto rispondere: Come, non lo sai? “I ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e il vangelo è annunciato ai poveri” (Matteo 11:5).
È ancora la stessa domanda che gli uomini di oggi si pongono riguardo al Signore. La Bibbia risponde che Gesù Cristo ha “fatto la pace mediante il sangue della sua croce” (Colossesi 1:20); e che “con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati” (Ebrei 10:14). Il sangue colato dalle Sue ferite, dalle mani, dai piedi, dal costato purifica da ogni peccato chiunque crede. Il sangue di Abele reclamava giustizia, il sangue di Gesù porta il perdono! Alla cattiveria degli uomini Dio ha risposto con un amore infinito.
“A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue…, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli” (Apocalisse 1:5-6).

domenica 24 novembre 2019

24 novembre


Quando le fondamenta sono rovinate, che cosa può fare il giusto? Il SIGNORE è nel suo tempio santo; Il SIGNORE ha il suo trono nei cieli; i suoi occhi vedono… i figli degli uomini.
Salmo 11:3-4

Se le fondamenta sono rovinate…
Leggere il Salmo 11

Noi desideriamo essere felici, sentirci protetti e al sicuro. È forse possibile? Viviamo in un mondo molto simile a quello descritto dall’autore del Salmo 11: un mondo frustrato perché nella sua continua ricerca di sicurezza trova solo rifugi provvisori dalle fondamenta traballanti.
Dove sono posate le basi della nostra società che si definisce cristiana? Tutto è instabile e rovinato: la famiglia, la morale, la pace… ogni principio è messo in discussione! Alcuni sono scoraggiati e vorrebbero fuggire da questo scenario. Altri, senza porsi domande, si danno alla ricerca di ricchezza, piacere e potere.
Cosa deve fare il giusto in una simile situazione? Ma chi è il giusto? Secondo la Bibbia, il giusto è colui che Dio ha reso giusto grazie alla sua fede nel sacrificio di Cristo; egli ha lo sguardo fisso su Colui che non cambia, su Dio; il giusto confida in Lui e non in se stesso; non si basa su ciò che è ammesso nel mondo, ma guarda oltre.
Il giusto dev’essere un testimone dell’amore, della misericordia e della santità di Dio, in un mondo che lo ha dimenticato; dev’essere un testimone con il suo modo d’agire oltre che con le sue parole, un testimone pieno di certezze.
Senza lasciarsi scoraggiare dallo stato in cui versa il mondo, il giusto dirà, come la sentinella di cui parla Isaia: “Viene la mattina, e viene anche la notte” (Isaia 21:12): il mattino di un giorno che non avrà più fine per quelli che avranno creduto in Gesù, la notte eterna per quelli che lo avranno rifiutato!

sabato 23 novembre 2019

23 novembre


Anche ridendo, il cuore può essere triste; e la gioia può finire in dolore.
Proverbi 14:13

Rendimi la gioia della tua salvezza, e uno spirito volenteroso mi sostenga.
Salmo 51:12

Perché non siamo sempre gioiosi?

A togliere la gioia, nel credente, sono spesso la mondanità, i peccati non confessati, i rancori, la scarsa comunione col Signore, la mancanza di impegno nella testimonianza. Il credente mondano è demotivato, vuoto e deluso; la sua vita è un fallimento. Nel mondo non troverà soddisfazione, nella chiesa si sentirà fuori posto, e fra i fratelli più fedeli di lui proverà disagio.
Se tu sei un credente, sappi che non puoi fuggire da Colui che è dentro di te per vivere a modo tuo. E non accontentarti di amici che non hanno gli stessi tuoi valori e la tua stessa fede. I veri amici sono amici per sempre se il loro Signore è il tuo Signore. Con le compagnie del mondo non troverai nessuna vera gioia. La tua vita spirituale ne risentirà, e sarai presto deluso e amareggiato. Il mondo è territorio nemico. Nel mondo ogni verità è relativa: è giusto ciò che piace, che diverte, che in quel momento soddisfa... Ma la Verità di Dio non è relativa a niente. Per questo noi che abbiamo conosciuto il Signore dobbiamo ubbidire alla Parola e farci condurre dallo Spirito Santo. Solo se saprò dare a Lui il controllo totale della mia vita sarò veramente felice.
In ogni caso, Dio non abbandona i suoi figli. Se dopo aver fatto molti passi lontani da Lui confessiamo l’errore commesso e torniamo indietro, basta che facciamo un solo passo ed ecco che ritroviamo il nostro Padre pronto a perdonarci e prenderci per mano!
(tratto da “1200 giorni con Gesù”)

venerdì 22 novembre 2019

22 novembre


Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte.
Apocalisse 1:3

Le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore.
Geremia 15:16

Leggeva con la lingua

Un credente raccontava la visita fatta ad un anziano non vedente e senza l’uso delle mani perché tetraplegico:
Ovunque intorno a lui c’erano fogli di cartoncino pieni di piccoli fori: era la sua Bibbia in Braille. L’anziano mi raccontò dell’incidente che lo aveva ridotto in quello stato; poi proseguì dicendo:
– Il futuro mi sembrava senza alcuna speranza, ma un giorno ho conosciuto Gesù Cristo e mi sono buttato nelle sue braccia. È diventato il mio Salvatore e mi ha donato la serenità; e da allora si è svegliato in me il desiderio di leggere la Parola di Dio per conoscerlo meglio.
– Come fa a leggere la scrittura Braille?
– Pensavo che non mi sarebbe stata di alcuna utilità visto che non posso usare le dita, ma un giorno mi è sembrato di sentire la voce del Signore che mi diceva: “Impara a leggere con la lingua”. Ho pregato per ricevere questa Bibbia in Braille, e quando mi è stata regalata, ho iniziato ad imparare a leggere il Libro di Dio. Mi ci è voluta molta pazienza, ma ci sono riuscito.
– Avrei piacere che mi leggesse un versetto.
Un foglio della Bibbia era davanti a lui. Con la lingua, toccò delicatamente i segni e tradusse: “Rallegratevi sempre nel Signore” (Filippesi 4:4).
Quante persone hanno delle mani, degli occhi e una Bibbia, ma non hanno nessuna fame della Parola di Dio! Noi abbiamo la vista e sappiamo leggere, possediamo una Bibbia, ma se non la leggiamo non ci servirà a nulla… Dio ce ne chiederà conto.
“Io gioisco della tua parola, come chi trova un grande bottino” (Salmo 119:162).

giovedì 21 novembre 2019

21 novembre


Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.
1 Corinzi 6:11

Un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona.
2 Timoteo 2:21

Cinque caratteristiche del credente

Nel capitolo 14 dell’Evangelo secondo Giovanni, il Signore Gesù annuncia ai suoi discepoli che sta per lasciarli, per tornare al Padre suo, avendo compiuta l’opera che gli aveva affidato (Giovanni 17:4). I discepoli stavano per essere lasciati soli in mezzo ad un mondo del quale ormai non fanno più parte.
Il Signore usa diverse immagini per descrivere la loro relazione con Lui, immagini che sono applicabili anche a noi, credenti del tempo attuale:
1. I tralci della vite (Giovanni 15:5). Non abbiamo valore in noi stessi (Ezechiele 15:1-5), ma attaccati al ceppo, che è Cristo, riceviamo la “linfa” della vita divina e possiamo portare del frutto per Dio.
2. Suoi amici (Giovanni 15:14), come tali siamo messi al corrente dei pensieri segreti del Signore, come fu per Abraamo, definito “amico di Dio”, o per Maria di Betania che ai piedi di Gesù riceveva i suoi insegnamenti (Giovanni 12:25).
3. Suoi discepoli, “scelti in mezzo al mondo” dal Signore stesso (Giovanni 15:19) per farne testimoni e predicatori, ubbidienti e dipendenti da Lui, separati dal male che c’è nel mondo.
4. Suoi servi (Giovanni 15:20), ubbidienti non per costrizione o per obbligo, ma per amore, spinti dal desiderio di fare sempre ciò che piace a Lui, che è “il Signore”. L’apostolo Paolo amava definirsi: “servo di Gesù Cristo” (Romani 1:1).
5. Suoi testimoni (Giovanni 15:27) che proclamano la buona notizia della salvezza e riflettono nella loro vita di ogni giorno le glorie morali di Cristo.
Questi sono i nostri privilegi, dai quali derivano anche le nostre responsabilità.

mercoledì 20 novembre 2019

20 novembre

Parla, SIGNORE, poiché il tuo servo ascolta.
1 Samuele 3:9

Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr'egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?
Luca 24:32

Ascolta, il Signore ti chiama

Teneramente ti chiama il Signor
in questo dì, in questo dì.
Oh! Non fuggire la voce d’amor,
non star lontano così!

Stanco, al riposo ti chiama il Signor
in questo dì, in questo dì;
d’ogni peccato, con grande dolor
Egli il castigo subì.

Oggi rispondi! Ti chiama Gesù
in questo dì, in questo dì;
gioia, perdono e un posto lassù
t’offre. Rispondigli: “Sì”.

Gesù t’invita: “Oh! Vieni a me!”
in questo dì, in questo dì;
la vita eterna può dare anche a te
perché al tuo posto morì.

In questo dì, in questo dì,
Gesù ti chiama, ti chiama in questo dì.

(da “Cantici Spirituali” n. 234)

martedì 19 novembre 2019

19 novembre


(Gesù gli disse:) “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”... E (Pietro) gli rispose: “Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene”.
Giovanni 21:17

Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo.
1 Giovanni 4:19

Il Signore conosce il nostro cuore
Gesù ci parla: leggere Giovanni 21:15-23

Una mattina, sulla riva del mar di Galilea, Gesù risuscitato chiede a Pietro, davanti ad altri discepoli: “Mi ami più di questi?”. Qualche giorno prima, infatti, Pietro aveva dichiarato di essere più fedele degli altri, ma poi il suo ardore lo aveva portato a rinnegare il Signore. Pietro però lo amava, così risponde: “Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene”. Allora il Signore gli affida una prima missione: “Pasci i miei agnelli”.
Una seconda volta Gesù gli chiede: “Mi ami?”. Non fa più riferimento agli altri discepoli, ma parla ancora di quell’amore così forte che avrebbe potuto spingere Pietro a dare la propria vita per Lui. Pietro, come la prima volta, risponde esprimendo tutto il suo affetto e il Signore gli affida un nuovo servizio: “Pastura le mie pecore”.
La terza volta il Signore gli fa la domanda usando gli stessi termini di Pietro e gli chiede: “Mi vuoi bene?”. Pietro si rattrista ma, conoscendo il suo Maestro, si rimette alla sua perfetta conoscenza: “Signore, tu sai ogni cosa”. Allora Gesù gli affida un ultimo servizio: “Pasci le mie pecore”, e gli annuncia che, un giorno, dovrà dare la sua vita per Lui.
“Mi ami?” Questa domanda il Signore la rivolge anche a noi. Cosa rispondiamo? Se già lo amiamo, rimettiamoci al Signore che ci conosce a fondo, con la convinzione interiore che Egli è al di sopra delle nostre debolezze e che, se gli vogliamo davvero bene, il suo amore per noi copre tutte le nostre mancanze.

lunedì 18 novembre 2019

18 novembre


“Chi sei, Signore?... Signore, che devo fare?”
Atti 22:8, 10

(Gesù disse:) “Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna”.
Giovanni 6:40

“Signore, chi sei? Che devo fare?”

L’apostolo Paolo, al momento della sua conversione, ha posto al Signore che gli parlava dal cielo queste due domande essenziali. Anch’io devo chiedermi chi è Gesù per me. Non posso negare che sia esistito, perché molti autori, ebrei, pagani, cristiani, hanno testimoniato, duemila anni fa, della sua esistenza. All’apparenza, Cristo era un uomo simile ai suoi contemporanei, ma in realtà era molto più di questo. Qui sta la vera questione. Qual è il mio atteggiamento di fronte a ciò che dice la Bibbia, vale a dire che Gesù Cristo è Dio fatto uomo, che è venuto dal cielo e che, dopo la sua morte, è risuscitato ed è vivente in eterno?
Tu, hai letto gli Evangeli? In essi trovi le affermazioni di Gesù, sorprendenti e a volte anche ardite; tra le sue parole e i suoi atti vi era sempre assoluta coerenza. I suoi miracoli ci mostrano la potenza soprannaturale che c’era in Lui e mettono in risalto la sua missione: salvare l’umanità. La sua straordinaria personalità, la sua forza, la sua dolcezza e la sua perfezione morale, dimostrano che Egli era unico. Anche la sua risurrezione, dettagliatamente descritta nei Vangeli, è stata confermata in modo convincente da un gran numero di testimoni di diversa estrazione sociale.
Se riconosco che Gesù è davvero il Figlio di Dio, nel mio cuore deve sorgere spontanea un’altra domanda: “Signore, che devo fare?” Ed Egli mi risponderà invitandomi ad andare a Lui così come sono e a ubbidirgli. La buona notizia dell’Evangelo mi dice che Gesù Cristo è morto per pagare per i miei peccati affinché Dio mi possa perdonare e io viva felice, consacrato a Lui, manifestando il suo amore a tutti gli uomini. Egli mi invita a lasciargli la guida della mia vita perché solo così avrà un senso e Dio potrà riempirla delle sue benedizioni.

domenica 17 novembre 2019

17 novembre


È meglio rifugiarsi nel SIGNORE che confidare nell'uomo.
Salmo 118:8

Fedele è colui che vi chiama.
1 Tessalonicesi 5:24

Visita ad una casa di riposo

“Non riesco più a credere a niente. Ho vissuto troppe esperienze terribili! Mi si può raccontare tutto ciò che si vuole, ma io non posso credere”. È con queste parole categoriche e piene di amarezza che un’ospite della casa per anziani rifiuta una copia dell’Evangelo che desideravo offrirgli.
– Signora, non posso immaginare che in lei non vi sia più alcun sentimento di fiducia: se acquista dei medicinali, si affida alle loro virtù terapeutiche; quando arriva la fine del mese non dubita che riceverà puntualmente la pensione. Le esperienze terribili che ha vissuto hanno, di fatto, rovinato qualcosa in lei, e lei non vuole più credere nell’uomo, perché non sopporta più il rischio di rimanere delusa. Allora creda in Dio; è l’unico che non la tradirà mai.
– Come pretende che io creda in Dio, quando vedo in che condizioni sono e quello che fanno i cristiani?
– Non si tratta di credere in una religione, purtroppo spesso tradita nei suoi princìpi da quelli che vi aderiscono, ma di incontrare Dio personalmente. È sufficiente accettare Gesù Cristo, colui che è stato mandato per la nostra salvezza e la nostra felicità eterna, e mettere la nostra fiducia nel suo amore e nelle sue promesse. Le assicuro che non sarà delusa.
Le lasciai una copia del Vangelo che mi promise di leggere. Ho pregato molto per lei.

sabato 16 novembre 2019

16 novembre


Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Matteo 7:21

Che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità.
2 Timoteo 2:25

I due figli
Matteo 21:28-32

Rileggiamo nel Vangelo la parabola dei due figli: “Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: Figliolo, va' a lavorare nella vigna oggi. Ed egli rispose: Vado, signore; ma non vi andò. Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, vi andò. Quale dei due fece la volontà del padre? Essi gli dissero: L'ultimo. E Gesù a loro: Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio”.
Come lascia intendere Gesù alla fine di questa parabola, i responsabili religiosi della sua epoca pronunciavano delle belle parole, ma i loro cuori non erano retti davanti a Dio e non gli obbedivano. Al contrario, molte persone che vivevano una vita immorale, avevano dei rimorsi, si pentivano dei loro peccati e andavano a Gesù per essere perdonate.
Come allora, questo brano è più che mai attuale. Dio non si aspetta da noi delle belle parole o dei buoni propositi, ma vuole che facciamo un’onesta analisi della nostra vita, dei nostri errori e della nostra indipendenza da Dio. Il giudizio che grava sul nostro stato di peccatori deve indurci a confessare le nostre colpe e a cambiare direzione, rivolgendoci verso Dio, per accettare la salvezza che Egli offre per la fede in Gesù Cristo. Questa è la vera conversione.
Ogni credente deve ricavare da questo testo un richiamo ad essere fedele al suo Signore e a non esitare a correggere i propri comportamenti, se non sono coerenti con l’insegnamento del suo Maestro.

venerdì 15 novembre 2019

15 novembre


Dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divèrtiti. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?”
Luca 12:19-20

Saggia pianificazione del “dopo la morte”

Queste parole vengono utilizzate dalle compagnie di assicurazione per pubblicizzare i prodotti che offrono. Diciamo spesso che bisogna fare le mosse giuste in anticipo per proiettarsi nel futuro senza essere colti alla sprovvista. Queste considerazioni, così normali nel mondo degli affari e indiscutibilmente ragionevoli, si limitano però alle prospettive terrene.
Nella Bibbia, Gesù parla di un uomo i cui affari erano prosperati enormemente, e un giorno si era messo a fare ambiziosi progetti per il futuro, ma non aveva calcolato una cosa: la possibilità di una morte improvvisa. Infatti, quella stessa notte morì. Questo tragico racconto si conclude con questa domanda: “Quello che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12:20).
Ebbene, nulla è più importante del preoccuparsi di quel che ci avverrà dopo la morte. Nessuna compagnia assicurativa può proporci delle garanzie a questo riguardo. È vero che una di queste usa lo slogan: “Pianificare con saggezza il post-morte è una grande prova d’amore”, ma la sua proposta è di preparare delle buone condizioni di vita per i cari che rimangono, non per chi muore. Per l’assicurato nulla è previsto se non il seppellimento del suo corpo senza vita. Gesù invece è passato per la morte, ma ne è uscito vincitore risuscitando dai morti. Solo Lui ha il potere di dare la vita eterna. Egli ha detto che a quanti rifiutano la salvezza che Dio offre ancora oggi, spetta un’eternità di tormenti lontano da Lui (Luca 16:19-31); ma a quelli che avranno creduto in Lui e gli avranno affidato la loro vita sarà riservata una felicità eterna.
Tu sei pronto? L’hai accolto nel tuo cuore come tuo personale Salvatore?

giovedì 14 novembre 2019

14 novembre

Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.
1 Pietro 3:15

Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.
Giacomo 1:5

Rispondere con saggezza

Non è sempre facile rispondere a chi ci chiede spiegazioni della speranza che è in noi (1 Pietro 3:15), tanto più se l’interlocutore è animato da cattivi sentimenti. Le obiezioni razionali o filosofiche possono apparire come bastioni irremovibili, come fortezze difficili da espugnare. Ma non perdiamoci d’animo. Noi credenti abbiamo solo da annunciare “Cristo e lui crocifisso”, non da controbattere gli oppositori e gl’increduli coi metodi della dialettica umana. Il semplice annuncio del Vangelo, accompagnato dalla potenza dello Spirito Santo, ha il potere di distruggere le fortezze, di demolire i ragionamenti “e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio” (2 Corinzi 10:4-5)!
Se contiamo sulle nostre forze è normale essere colti da insicurezze e da paura; ma il Signore ci dà preziosi incoraggiamenti e ci fa delle promesse precise riguardo alla nostra testimonianza. “Non preoccupatevi del come o di che rispondere a vostra difesa, o di quel che direte; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento stesso quello che dovrete dire”. E ancora: “Mettetevi dunque in cuore di non premeditare come rispondere a vostra difesa, perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire” (Luca 12:11, 21:14-15).
(tratto da “1200 giorni con Gesù”)

mercoledì 13 novembre 2019

13 novembre

Quand'io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell'uomo perché te ne prenda cura?
Salmo 8:3-4

Che cos’è l’uomo?
Leggere il Salmo 8

Non sei mai rimasto stupito nell’ammirare lo splendore delle innumerevoli stelle del cielo? Non ti sei mai sentito piccolo e impotente di fronte all’immensità del firmamento? Che cosa siamo noi paragonati all’universo, alla potenza inimmaginabile di quel Dio che ha riempito lo spazio di miliardi di astri?
Questa contemplazione c’inquieta e nello stesso tempo ci rasserena spingendoci istintivamente a volgere lo sguardo verso Dio. La nostra mente, allora, si pone una serie di domande: Chi è quel Dio che ha creato le stelle? Può egli interessarsi della terra e dell’uomo, che sono così piccoli e dispersi nell’universo? S’interesserà anche di me personalmente, uno fra i miliardi di esseri umani che popolano il pianeta?
Le nostre domande si accordano con quelle poste dal salmista: “Che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?” L’uomo ha una qualche importanza di fronte all’immensità dell’universo? Ha del valore?
Ebbene sì! Dio s’interessa di ognuno di noi, si ricorda di noi, perché ognuno di noi ha un valore immenso ai suoi occhi. Noi non siamo soli, dispersi in un universo ostile, ma beneficiamo costantemente delle cure del nostro grande Dio Creatore.
Ancor più rimaniamo meravigliati di fronte al mistero dell’Evangelo: Dio che viene incontro a noi nel suo Figlio Gesù come “uomo di dolore”, benché fosse l’unico Uomo al quale sono dovuti gloria ed onore. Gesù ora è in cielo, “coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto” (Ebrei 2:6-9), e nello stesso tempo è con ognuno dei suoi riscattati.

martedì 12 novembre 2019

12 novembre

Ecco, temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza!
Giobbe 28:28

Il principio della saggezza è il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo è l’intelligenza.
Proverbi 9:10

Perché a volte non capiamo?

Anche da parte di chi legge o viene istruito nella Parola vi sono delle condizioni perché questa sia compresa, goduta, messa in pratica. Se nel mio cuore si annidano pensieri cattivi, invidie, gelosie, rancori, fantasie impure, la Parola non trova spazio. La stessa cosa se ho una vita mondana o mantengo sulla mia coscienza dei peccati non confessati. Pietro insegna che per “appetire il puro latte spirituale” che fa “crescere per la salvezza” bisogna sbarazzarsi di “ogni cattiveria, di ogni frode, delle invidie e di ogni maldicenza” (1 Pietro 2:1-2).
Anche l’orgoglio e la presunzione sono un ostacolo alla comprensione delle cose di Dio. Il Signore dice espressamente che il Padre nasconde i suoi pensieri ai sapienti e agli intelligenti di questo mondo e li rivela ai piccoli (Matteo 11:25). Quando doveva distruggere Sodoma, Dio rivelò ad Abraamo quello che stava per fare. Abraamo era “amico di Dio”, destinato a diventare una nazione grande e potente e ad essere in benedizione a tutte le nazioni della terra. La sua fede era così grande da ricevere l’appellativo simbolico di “padre” di tutti i credenti. Per questo Dio dice: “Dovrei forse nascondere ad Abraamo quanto sto per fare?” (Genesi 18:17-18). Davide conferma questo nel Salmo 25:14: “Il segreto del SIGNORE è rivelato a quelli che lo temono”.
La Parola di Dio è dunque come un seme che deve svilupparsi e portare del frutto; e lo porterà certamente se il cuore che l’accoglie è sensibile e assetato di verità.
(tratto da “1200 giorni con Gesù”)

lunedì 11 novembre 2019

11 novembre

(Gesù disse a Tommaso): “Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”
Giovanni 20:29

La gioia di credere senza vedere
Gesù ci parla: leggere Giovanni 20:24-29

La domenica della sua risurrezione, alla sera, Gesù si presentò ai suoi discepoli, ma Tommaso non era con loro; quando gli dissero “Abbiamo visto il Signore”, Tommaso restò indifferente e scettico, e pretese delle prove concrete. Prima di credere voleva vedere.
La domenica successiva, Tommaso era insieme ai discepoli. Il Signore si presentò nuovamente in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi si rivolse a Tommaso e gli mostrò le sue ferite. Quando Tommaso vide i segni dei chiodi, testimonianza delle sofferenze che Gesù aveva sopportato, si rese conto che il Signore conosceva i suoi pensieri più intimi, così come i suoi dubbi e la sua diffidenza nei confronti dei condiscepoli. Gesù, dolcemente, gli rimproverò la sua incredulità e Tommaso, convinto e pentito, esclamò: “Signor mio e Dio mio!”
Allora Gesù gli disse: “Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” Il Signore stava per salire in cielo. Nessuno avrebbe più potuto vederlo per credere, ma si doveva credere basandosi sulle testimonianze della Bibbia e dando fiducia a quelli che già avevano sperimentato la potenza della fede. Si doveva amare il Signore senza averlo visto e questo avrebbe ricolmato il cuore di gioia (1 Pietro 1:8).
Qualche settimana prima, Tommaso, affezionato al suo Maestro, avrebbe voluto accompagnarlo per morire con Lui (Giovanni 11:16), poi però ha dubitato. Comunque, il fatto che si sia ritrovato coi discepoli la domenica successiva, dimostra che aveva a cuore la verità.
Cerchiamo il Signore e la sua presenza, e amiamo i momenti nei quali i credenti si ritrovano insieme per adorarlo e parlare di Lui.

domenica 10 novembre 2019

10 novembre

Come potrà il giovane render pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola.
Salmo 119:9

La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.
Salmo 119:105

I giovani e i loro problemi

Le trasformazioni del mondo in cui viviamo sono rapide e radicali. I giovani si meravigliano delle abitudini e dei modi di pensare dei loro genitori, e li definiscono “di un’altra epoca”. Le persone di una certa età si preoccupano nel vedere come si sviluppano la violenza, l’immoralità, lo spirito di indipendenza. Eppure, nonostante la loro aria spesso spavalda, i giovani desidererebbero che, almeno ogni tanto, gli adulti li ascoltassero e cercassero di capire i loro problemi e le loro aspirazioni.
Non è sempre facile affrontare e risolvere i malintesi e le incomprensioni tra generazioni. Però c’è sempre e per tutti un termine di paragone infallibile, una guida sicura: è la rivelazione di Dio, la Bibbia, della quale il credente può dire: “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero”. Nel corso della nostra vita si alternano momenti buoni e cattivi, ma la luce della Parola di Dio è sempre la stessa. Essa è capace di guidare chiunque ripone in Dio la propria fiducia e vuole “render pura la sua via”, rifiutando tutto ciò che è disonesto e ambiguo in modo che il Signore sia onorato. Solo il messaggio spirituale e morale della Bibbia è vero, immutabile, attuale.
Cari giovani, noi adulti possiamo sbagliare nel darvi dei consigli sul vostro orientamento professionale, sulle vostre compagnie o sul vostro matrimonio, ma non vi intralceremo mai quando vi incoraggiamo a fare le vostre scelte in accordo con la Parola di Dio. Non lasciate passare neppure un giorno senza leggerla e senza pregare, neppure un momento senza averla presente nella vostra mente e nel vostro cuore.

sabato 9 novembre 2019

09 novembre


Fu il loro salvatore in tutte le loro angosce. Non fu un inviato, né un angelo ma lui stesso a salvarli… se li prese sulle spalle e li portò.
Isaia 63:8-9

Io sono il SIGNORE, il tuo Dio… Non temere, perché io sono con te.
Isaia 43:3, 5

Mai soli

In preda allo scoraggiamento, Alice scrisse una lunga lettera alla sua migliore amica, per raccontarle tutta la sua tristezza; ma, invece di spedirla, la mise in un cassetto. Dopo qualche settimana la rilesse e il suo dolore si rinnovò. Così, la strappò in mille pezzi e la gettò in un vaso pieno d’acqua che era sul tavolo. Tutte le parole che esprimevano la sua disperazione vennero cancellate dall’acqua; tutte salvo una. Su un pezzetto di carta rimasto a galla, appariva una scritta. Con cura lo tolse dall’acqua e lo lesse; c’era solo una parola: Dio. Si mise a piangere. Ebbe la sensazione che Dio fosse lì, presente. Dio non l’aveva abbandonata! La ragazza, sentendo la Sua presenza in quel momento così particolare della sua vita, si fece coraggio e cercò in Dio l’aiuto e la consolazione.
Dio non abbandona mai i suoi. In Daniele 3:25 leggiamo che quando i tre giovani Ebrei, deportati a Babilonia, furono gettati nella fornace perché non avevano voluto rinnegare il loro Dio adorando l’idolo, un quarto personaggio, “simile ad un figlio di Dio”, fu visto accanto a loro.
Anche quando Daniele venne gettato nella fossa dei leoni, Dio mandò un angelo per chiudere le fauci di quelle belve (Daniele 6:22).
In una cella di una prigione romana, poco prima della sua esecuzione, l’apostolo Paolo scriveva a Timoteo: “Tutti mi hanno abbandonato… Il Signore però mi ha assistito” (2 Timoteo 4:16-17).
Il nostro Dio è meraviglioso! In ogni circostanza della vita, se confidiamo in Lui, ci promette: “Ti prenderò per la mano; ti custodirò” (Isaia 42:6).

venerdì 8 novembre 2019

08 novembre


(L’apostolo Paolo scriveva:) Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema.
Galati 1:8

Verità o menzogna?

Recentemente, un gruppo di sociologi ha rilevato, nei paesi definiti “cristiani”, una rinnovata infatuazione per le così dette “credenze spirituali”. Dal sondaggio, effettuato da un istituto di ricerca, è emerso che il 20% di coloro che si dicono cristiani crede alla reincarnazione e il 26% all’astrologia; inoltre, circa il 50% ritiene che, se una persona è buona, ha diritto ad un posto in paradiso. Un’altra parte delle persone intervistate è convinta invece che tutte le religioni sono “buone e vere”.
Un vero cristiano non si lascia influenzare da tali idee, ma si basa sull’insegnamento della Bibbia, la Parola di Dio, che è l’unica Verità (Giovanni 17:17). Il credente riconosce che Dio è il Creatore dell’universo e che, di fronte a Lui, l’uomo non è altro che polvere; e ha ricevuto per fede la salvezza e la vita eterna che Dio gli ha offerto, gratuitamente, per mezzo di Gesù Cristo, il Salvatore.
Nella Bibbia, Dio rivela i suoi pensieri riguardo al peccato dell’uomo, così come alla Sua grazia, al Suo amore, alla salvezza per fede; in modo particolare, si fa conoscere in Gesù Cristo come il Dio che vuole perdonare il colpevole e dargli un posto nel cielo. Solo queste verità, ricevute nel cuore e messe in pratica nella vita quotidiana, permettono di resistere agli attacchi menzogneri di Satana. Un vero cristiano non può scendere a compromessi con le credenze descritte all’inizio, perché non fanno altro che allontanarlo dalla Verità.

giovedì 7 novembre 2019

07 novembre


Non angustiatevi di nulla.
Filippesi 4:6

Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni maniera. Il Signore sia con tutti voi.
2 Tessalonicesi 3:16

Sopra le nuvole

Sull’aeroporto il cielo è grigio e sta piovendo, ma meno di cinque minuti dopo il decollo i passeggeri possono ammirare il sole che brilla su uno sfondo azzurro intenso, sopra un mare di nuvole bianche.
Quel cielo grigio ci fa pensare alle innumerevoli difficoltà e alle preoccupazioni che oscurano l’orizzonte delle persone della nostra generazione. L’insicurezza, il marasma economico, la disoccupazione, la decadenza del genere umano… sono alcune delle oscure realtà che ci preoccupano e che rattristano particolarmente tutti quelli che non hanno altra prospettiva se non questa terra.
Credenti, noi che abbiamo una speranza viva, a volte, anche senza rendercene conto, subiamo la pressione dell’inquietudine che ci circonda. Il nostro atteggiamento dimostra che spesso non siamo capaci di guardare oltre le nuvole. Eppure, il nostro cielo diventa azzurro solo quando la nostra fede si appoggia su Dio, quando sentiamo la voce divina che ci dice: “Non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio” (Isaia 41:10). Ciò che dissipa le nostre paure, non è la forza che è in noi, perché di forza ne abbiamo poca, ma è quella che ci viene dal Signore. Ciò non significa che dobbiamo sottovalutare le difficoltà e non avere compassione verso i nostri simili che soffrono; è avere la convinzione che Dio nostro Padre, l’Onnipotente è più grande di qualsiasi difficoltà, ed è con noi. Questo ci basta per colmarci di fiducia e di pace.
Perché, anima mia, ti abbatti nel dolore?
Non è forse il Signore l’Amico veritier?
Eleva a lui lo sguardo, Ei vuole liberarti;
potrebbe mai lasciarti? Oh, no, tu non temer!

mercoledì 6 novembre 2019

06 novembre


Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, tutte le cose in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri.
Filippesi 4:8

I nostri pensieri

Potremmo accontentarci di non pensare a nulla di male?
Anzitutto, notiamo che difficilmente si rimane in questa condizione. E poi, teniamo presente che la Scrittura ci propone invece un bel ventaglio di cose a cui pensare. Oltre alle cose che riguardano i nostri doveri in famiglia e sul lavoro, possiamo pensare alla testimonianza che dobbiamo rendere, al progresso dell’Evangelo, alla nostra vita cristiana, al modo in cui piacere al Signore, al bene dei nostri fratelli e sorelle in fede e di chi ancora non conosce il Signore.
Abbiamo letto nel versetto di oggi: “siano oggetto”. È una ricerca, un impegno a padroneggiare i nostri pensieri, senza lasciarli vagare qua e là.
Notiamo che non ci è detto di pensare alle cose tristi, a ciò che ci preoccupa; quelle cose ci saranno sempre, ma non dovrebbero intasarci la mente perché finirebbero con l’inaridire la nostra vita (Matteo 6:25-34). Questo non significa essere superficiali e leggeri, e quando ci sono dei motivi di tristezza e preoccupazione li porteremo al Signore, e il Signore ci aiuterà ad uscirne (Salmo 73:21-24). Mai come in questi momenti ci è preziosa l’esortazione dell’autore della Lettera agli Ebrei a “correre con perseveranza la gara che ci è proposta fissando lo sguardo su Gesù” (12:2).
All’inizio della giornata, una preghiera, breve ma sentita, può esserci d’aiuto: “Signore, orienta i miei pensieri verso il bene!”