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sabato 30 giugno 2018

30 giugno


L’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
Romani 5:5

Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.
Proverbi 4:23

L’essere interiore

Nel linguaggio poetico, come pure nel linguaggio corrente, il cuore rappresenta gli affetti, le emozioni, mentre la testa richiama piuttosto l’idea dell’intelligenza, della riflessione. La Bibbia distingue, nell’essere umano, lo spirito, l’anima e il corpo (1 Tessalonicesi 5:23). Il cuore rappresenta l’essere interiore (lo spirito e l’anima), mentre l’uomo esteriore corrisponde al corpo.
L’essere interiore dell’uomo e il suo corpo non sono in opposizione, ma in costante interazione. Gli avvenimenti, i contatti con le persone, e anche le loro azioni hanno un impatto sul nostro cuore; e d’altra parte i nostri pensieri e le nostre decisioni si esprimono e si concretizzano nelle azioni.
Nel nostro cuore si elaborano i pensieri, i progetti, e si prendono le decisioni che impegnano la nostra responsabilità. Per questo il cuore è il centro della nostra persona, l’essenziale in contrasto con l’apparenza, come l’Eterno ricordava a Samuele: “L’uomo guarda all’apparenza, ma l’Eterno guarda al cuore” (1 Samuele 16:7).
Ricevendo lo Spirito Santo nel proprio cuore, il credente riceve l’amore che Dio ha per lui. Questo amore si esplica nelle sue relazioni con gli altri, che possono constatare la pace, e la potenza della vita che egli ha ricevuto da Dio.
Ma come possiamo custodire il nostro cuore, centro e sorgente della vita? Fuggendo il male e occupandoci del bene, con lo sguardo rivolto al Signore Gesù; respingendo la doppiezza, essendo veri, semplici, umili, sempre coscienti dell’amore divino.

venerdì 29 giugno 2018

29 giugno


Essi si inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti… La loro spalla rifiutava il giogo, essi irrigidivano i loro colli.
Neemia 9:29

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Ebrei 1:1, 2

Dio parla… Lo ascoltiamo?

Ingannevole e insanabilmente maligno, tale è il cuore dell’uomo (Geremia 17:9). Sia che Dio parli di giudizio sia che offra la sua grazia (Matteo 11:17), l’uomo per lo più non ascolta. Si stancherà Dio? Un giorno sì, ma oggi è ancora paziente, “non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:9). La sua santità e la sua giustizia esigono il giudizio del peccato, ma l’uomo vuole vivere la propria vita. Quando Dio esortò Caino a fare il bene e a non portare invidia al suo fratello Abele, Caino uccise suo fratello (Genesi 4). Il popolo d’Israele, nonostante le amorevoli cure di Dio, contestò e si ribellò a lui in tutto il corso della sua storia.
Gesù, l’inviato del Padre, è andato di luogo in luogo facendo del bene a tutti, ma alla fine “lo uccisero, appendendolo a un legno” (Atti 10:38-39). Qual è la risposta di Dio a tutto quest’odio? Il sangue di suo Figlio “purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7) coloro che si pentono e credono!
Solo la grazia divina ha il sopravvento sull’uomo incorreggibile nella sua natura. Disprezzarla significa disprezzare il sacrificio di Cristo, ed esporsi allora ad un terribile giudizio.
Ma oggi vale ancora per te questa parola: “Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Giovanni 3:17).

giovedì 28 giugno 2018

28 giugno

Siccome Paolo parlava di giustizia, di temperanza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e replicò: “Per ora va’; e quando ne avrò l’opportunità, ti manderò a chiamare”.
Atti 24:25

La Bibbia, il libro per i vivi

La conversazione al capezzale del malato si stava facendo frivola; perciò il visitatore chiese: “Vuoi che ti legga qualcosa dalla Bibbia?” – “No, grazie” rispose il paziente, “non sono cattivo come pensi”. E con un sorriso aggiunse: “Per oggi non ho bisogno dei sacramenti”.
Colto di sorpresa il visitatore disse: “Ti sbagli amico mio. La Bibbia non è un libro per moribondi! In essa apprendiamo che Dio ha dato Suo Figlio per farci essere felici durante la vita”.
Il malato si stupì. Aveva sempre pensato che la Parola di Dio fosse solo per i morenti, e in questo grave errore incorrono molte persone. Il Vangelo non indica soltanto la via per entrare in cielo, ma ci introduce in relazione con Cristo che ha sacrificato se stesso per salvarci. Attraverso la nuova nascita inizia per noi una nuova vita. “Bisogna che nasciate di nuovo”, disse Gesù (Giovanni 3:7). Un vero cristiano è una persona nuova. Egli serve il Dio vivente e vero e aspetta Suo Figlio dal cielo (1 Tessalonicesi 1:9, 10). Appartiene a un altro mondo, e nella Parola di Dio trova ciò che il mondo presente non può offrirgli: pace, gioia, pieno appagamento nel cuore. Il suo futuro è già preparato per lui nel Paradiso di Dio.
Tutto questo possiamo scoprirlo nella Bibbia, il libro per oggi, il libro per i vivi. In essa è contenuto il messaggio che Dio vuole trasmettere a tutti gli uomini perché vivano una vita felice.

mercoledì 27 giugno 2018

27 giugno

Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini.
Salmo 45:2

Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna.
Giovanni 6:40

Bellezza fisica e morale

“Che meraviglia!” È una frase che si pronuncia con facilità quando ammiriamo un tramonto, un panorama in montagna o una mareggiata vicino a una scogliera. Apprezziamo molto questo tipo di bellezza; nel credente produce sia un motivo di lode spontanea a Dio, nostro Creatore, per la sua potenza e la sua grandiosità, sia un sentimento di gratitudine per il suo amore. Egli ha voluto che la sua creatura, l’uomo, potesse vivere in mezzo a una natura meravigliosa.
Ma è notevole che queste stesse parole di meraviglia vengano espresse anche quando siamo testimoni di un atto particolarmente generoso, altruista o di coraggio. Perciò anche una bellezza morale riscuote la nostra ammirazione. Bontà, onestà, dedizione, gentilezza, sono tutte virtù che, come tanti colori, compongono un bellissimo quadro morale.
Una bellezza morale di questo tipo fu rivelata quando Gesù Cristo camminò su questa terra. Di lui fu detto: “Egli ha fatto ogni cosa bene” (Marco 7:37). La sua condotta fu perfettamente equilibrata e dimostrò un amore sempre all’opera. Il Signore sapeva come parlare agli umili e come rispondere alle persone importanti. Egli era garbato e risoluto allo stesso tempo.
Oggi ci è possibile contemplarlo leggendo i Vangeli, cosa da fare con assiduità e passione. Essere cristiano vuol dire ammirare Gesù, riconoscerlo come Figlio di Dio e credere in Lui. Dobbiamo avere fiducia che la sua opera alla croce è sufficiente per la nostra salvezza, credere alle sue parole che ci danno la vita, affidarci completamente a lui e camminare nelle sue vie.

martedì 26 giugno 2018

26 giugno


Come poveri, eppure arricchendo molti.
2 Corinzi 6:10

 A me… è stata data questa grazia di annunziare le insondabili ricchezze di Cristo
Efesini 3:8

Ricchezze spirituali

Quando l’apostolo Paolo parla di sé e dei suoi collaboratori dice che erano poveri, umanamente parlando. E così è stato nel corso del tempo per quasi tutti i servitori del Signore che sono andati per il mondo ad annunciare il Vangelo. “Non avevano nulla” nel mondo, ma potevano dire di possedere ogni cosa. La conoscenza della grazia di Dio, la posizione di figli, le certezze della fede, la speranza viva, le consolazioni presenti e la gloria futura, sono i tesori che ogni credente possiede. “Il mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future, tutto è vostro”, scrive Paolo ai credenti di Corinto (1 Corinzi 3:22)! Così, quei “poveri” servi del Signore Gesù erano in grado di arricchire molti!  Le “ricchezze della grazia” di Dio, le “insondabili ricchezze di Cristo”, quando sono accolte e credute rendono immensamente ricco anche il più povero di questo mondo. Che privilegio farle conoscere ad altri!
Pietro e Giovanni, mentre salivano al tempio per la preghiera, trovarono uno zoppo che veniva deposto alla porta del tempio per chiedere l’elemosina (Atti 3:1-11). Cosa potevano dargli? Quel povero certamente sperava di ricevere del denaro, ma loro non avevano né argento né oro; però “nel nome di Gesù Cristo” hanno rialzato lo zoppo! E questo si è messo subito a camminare, “saltando e lodando Dio”. Più che la guarigione, la sua vera ricchezza ora stava nella conoscenza del nome di Gesù Cristo, il solo che può guarire per sempre dal male mortale da cui noi tutti esseri umani siamo affetti: il peccato.

lunedì 25 giugno 2018

25 giugno


Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio.
2 Corinzi 4:3, 4

Un Dio che vi imbarazza

La Bibbia è piena di liete certezze per chi crede. Ma i suoi avvertimenti sono altrettanto certi quando parla di giudizio eterno per chi non crede. Oggi sembra cosa saggia rimettere in discussione tutte le certezze sostituendole con dei “forse”, e accusando di presunzione quelli che dicono di averne. Ma non è forse angosciante ripetersi: “La morte forse non è la fine di tutto; forse c’è un’altra via, forse c’è Dio, forse c’è un giudizio finale... E se Dio avesse ragione?” Le argomentazioni umane non possono opporsi alla Parola di Dio.
Noi non capiamo come si possa stare tranquilli con tutti quei “forse”, e come ci si possa addormentare pensando: “Forse mi risveglierò nell’aldilà alla presenza di un Dio giusto, di cui non ho mai tenuto conto, e che mi potrebbe condannare…”.
È per questo motivo che insistiamo: Per essere liberato dai tuoi dubbi, ti sei rivolto a Colui che può e vuole aprire i tuoi occhi? Ti sei posto onestamente davanti a lui dicendogli: “O Dio onnipotente, apri i miei occhi, rivelati a me”? Se non l’hai fatto, non puoi dire con sincerità che desideri conoscere la verità. Se la tua incertezza riguardo a Dio e all’eternità non ti turba mai, c’è qualcos’altro alla base di questa indifferenza. Vorresti forse che Dio non esistesse perché la sua presenza ti crea imbarazzo? Spesso è questa la vera ragione dell’incredulità. Caro lettore, Dio c’è, e in fondo al tuo cuore lo sai anche tu. Un primo passo verso di lui ti convincerà del suo amore; Egli ti aspetta.

domenica 24 giugno 2018

24 giugno


Gesù disse loro: “Passiamo all’altra riva”… Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. I discepoli lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che noi moriamo?”
Marco 4:35, 38

Gesù come capitano o come passeggero?

Abituati come sono a praticare la pesca di padre in figlio sul lago di Gennesaret, i discepoli di Gesù sono dei veri professionisti e conoscono tutte le insidie che può nascondere un così vasto specchio d’acqua circondato da montagne. Passare all’altra riva non costituisce per loro un problema. Il Signore può contare sulla loro capacità e riposarsi tranquillo dopo le fatiche della giornata! È quindi come passeggero che Gesù si sistema nella parte posteriore della barca, e non come capitano; ma viene il momento in cui gli elementi sono talmente scatenati che obbligano i discepoli a svegliare il Maestro.
Non accade anche a noi di contare troppo sulla nostra esperienza per affrontare certe situazioni della vita? Ma a volte il Signore permette che le cose non vadano come avevamo previsto, ed eccoci costretti a chiamarlo in nostro soccorso!
Per quanto riguarda l’educazione dei bambini, ad esempio, quando sono ancora piccoli noi genitori crediamo di essere dei buoni educatori. Ma nell’età dell’adolescenza, scoppia spesso la “tempesta”, e allora siamo costretti a chiamare in aiuto il Signore!
Così è anche nella vita professionale: dopo studi approfonditi o qualche anno di successi, pensiamo di aver acquisito un’esperienza che ci permetta di affrontare con facilità i problemi che si presentano. Allora si lascia da parte il Signore e bisogna che arrivi la “tempesta” per ricorrere a lui.
Prendiamo Gesù nella nostra barca, ma facciamolo salire come nostro capitano e non come semplice passeggero.

sabato 23 giugno 2018

23 giugno


La vostra fede… fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
1 Corinzi 2:5

So in chi ho creduto.
2 Timoteo 1:12

La strada che porta al cielo

È Dio che l’ha tracciata, e nessun’altra strada vi conduce. Una parola di Gesù lo stabilisce: “Io sono la via… nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). I nostri peccati ci impediscono l’accesso a Dio. È necessario che siano espiati, secondo le esigenze divine, per mezzo di un sacrificio perfetto. Nel corso della storia dell’umanità, Dio non aveva trovato fra gli uomini qualcuno che, senza peccato, potesse offrirsi come vittima espiatoria. “Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio” per riscattarci (Galati 4:4). In virtù del suo sacrificio, Dio salva coloro che si riconoscono colpevoli e credono in lui.
La strada è semplice, ma certi uomini hanno voluto introdurvi i loro pensieri: “È vero – dicono – Cristo è la via, ma non potete andare a lui direttamente, bisogna prima implorare i santi o un altro intermediario. E poi, tranquillizzatevi; dopo la vostra morte, per mezzo di preghiere e offerte coloro che lasciate otterranno che Dio vi apra le porte del cielo”.
No, la Parola di Dio rifiuta categoricamente questi ragionamenti: c’è un solo Dio e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti” (1 Timoteo 2:5, 6). E ancora: “Nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto” (Salmo 49:7). È per mezzo di Gesù che troverete la pace con Dio, poiché “in nessun altro è la salvezza” (Atti 4:12).

venerdì 22 giugno 2018

22 giugno


(Gesù disse:) “Senza di me non potete far nulla”.
Giovanni 15:5

Credere a Dio

Il cristiano non è chi crede semplicemente che c’è un Dio, ma chi crede ciò che Dio dichiara. Egli crede a Dio. Innanzi tutto gli crede per quanto riguarda se stesso, e ciò non è per niente facile da accettare. Devo giungere a dire: “O Dio, tu hai ragione, io ho torto. Tu sei santo, io sono un peccatore. Tu sei giusto, io ingiusto. Io ho bisogno dell’aiuto che solo tu puoi darmi”.
Il cristiano crede ciò che la Bibbia dice in relazione a Gesù Cristo. La Parola di Dio dichiara che Gesù Cristo è il solo Salvatore che Dio ci offre. Egli è colui che è morto per noi.
Dio è talmente ricco che non vende la salvezza. Noi siamo talmente poveri che non possiamo acquistarla. Egli ci salva soltanto per mezzo della fede, così come siamo, dovunque ci troviamo, chiunque noi siamo, religiosi o no. Possiamo andare a lui con completa fiducia.
Un autore cristiano ha scritto: “Il Dio onnipotente sa che non sono abbastanza competente, né abbastanza intelligente, né abbastanza forte per vivere una vita cristiana di successo. Ma per mezzo del suo Spirito, il Signore Gesù desidera entrare in ogni dettaglio della mia vita, riflettere con la mia mente, guardare coi miei occhi, ascoltare con le mie orecchie, parlare con le mie labbra, camminare con le mie gambe, lavorare con le mie mani, amare con il mio cuore. Ecco la vita cristiana. Niente di più, niente di meno”.

giovedì 21 giugno 2018

21 giugno


Uomini… la cui lingua è una spada affilata.

Salmo 57:4


Chi sparge calunnie è uno stolto.

Proverbi 10:18

Non critichiamo!

Ci sorprende che un grande servitore di Dio come l’apostolo Paolo sia stato costretto a “difendere” la sua autorità apostolica e perfino il suo diritto ad essere considerato apostolo del Signore. Eppure così è avvenuto, e questo ci conferma che un servitore del Signore, per fedele che sia, raramente è esente da critiche. I detrattori sono sempre esistiti; vuoi per gelosia e invidia, vuoi per quella costante azione del nemico volta a intralciare il lavoro del Signore e specialmente l’opera di evangelizzazione. Paolo non aveva seguito Gesù come Pietro, Giovanni e gli altri, non era stato un suo discepolo quando il Signore era in vita; ma il Signore gli era apparso dalla gloria, lo aveva chiamato e gli aveva dato l’incarico di andare fra gli stranieri a portare il Vangelo della grazia di Dio.
Paolo sapeva di essere fedele, e arriva a dire che non gli importava di essere giudicato dai credenti di Corinto e che, anzi, non si giudicava neppure da se stesso perché non aveva coscienza di alcuna colpa (1 Corinzi 4:3-4).
Le critiche fanno sempre male e, specialmente per chi fatica per il Signore, sono un peso difficile da portare. Al capitolo 9 Paolo scrive: “Non sono apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? Se per altri non sono apostolo, lo sono almeno per voi; perché il sigillo del mio apostolato siete voi, nel Signore”. Poi, nella seconda Lettera, apre il suo cuore ai cari fratelli di Corinto ed elenca una serie di eventi e di caratteristiche morali sufficienti a raccomandare lui e i suoi collaboratori “come servitori di Dio”, e tanto evidenti da non dare adito a dubbi sulla loro chiamata. Teniamo sempre presente l’esortazione di Giacomo: “Non sparlate gli uni degli altri, fratelli… Tu, chi sei che giudichi il tuo prossimo?” (Giacomo 4:12)

mercoledì 20 giugno 2018

20 giugno

Che farò dunque di Gesù detto Cristo?
Matteo 27:22

Che farò di Gesù?
Giovanni 18:33-38

Nel 1961, è stato ritrovato, nel teatro romano di Cesarea Marittima, un basamento che riportava il nome di Tiberio e Ponzio Pilato. Ora si trova a Gerusalemme e vi si può leggere:
TIBERIEUM… (Tiberio)
[PONT]IUS PILATUS… (Ponzio Pilato)
[PRAEF]ECTUS IUDA… (Governatore della Giudea).
L’esistenza di Pilato non è dunque attestata esclusivamente dalla Bibbia. D’altronde, Giuseppe Flavio e Tacito ne parlano come di una persona crudele e cinica.
Pilato è stato governatore della Giudea dall’anno 26 al 36. Fu lui a condannare a morte Gesù. Tuttavia, sapeva bene che Gesù era innocente e che gli era stato consegnato per gelosia (Marco 15:10). Ma ha avuto paura della folla, paura anche di perdere il posto. Così ha preferito mettere a tacere la sua coscienza e condannare a morte un innocente.
Noi non ci troviamo nella posizione di Pilato, ma dobbiamo tutti rispondere alla domanda che egli ha posto: “Che farò dunque di Gesù?” Non si tratta di una domanda d’importanza secondaria; è la questione essenziale per ogni uomo, per tutti voi e per me. Perché Gesù non è soltanto un saggio, ma è colui che era stato annunciato nell’Antico Testamento, e che doveva venire per salvare gli uomini. Egli è il Figlio di Dio.
“Che farò di Gesù?” In fondo non ci sono che due risposte possibili: o, come Pilato, eludere la domanda, e finire col rifiutarlo, o riceverlo e affidarsi a lui. Allora cambia il senso della vita, per il presente e per l’eternità.

martedì 19 giugno 2018

19 giugno


Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali.
Romani 8:11

Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?
Ebrei 2:3

La salvezza dell’anima e del corpo

Essere disubbidienti a Dio produce conseguenze terribili per tutti gli uomini. In mancanza di relazione con il suo Dio creatore, e abbandonato ai propri pensieri, l’uomo è perduto, morto agli occhi di Dio. Del resto, chi è scampato alla sentenza divina “certamente morirai” (Genesi 2:17)? Non dovrebbe essere necessario sottolineare la necessità di essere salvati da questa morte, e di conoscere personalmente la salvezza di Dio, la sua liberazione. Salvezza dell’anima che conosce una vita nuova ed eterna con il suo Dio; salvezza del corpo mediante la risurrezione, nell’attesa che sia reso simile a quello di Cristo. Questa salvezza completa, perfetta, Gesù l’ha ottenuta per noi per mezzo della sua morte e della sua risurrezione. Gesù Cristo salva tutti coloro che si pentono dei loro peccati.
Oggi il cristiano può conoscere la realtà di quest’espressione: “Per me il vivere è Cristo”. E domani, se non sarà più in questo mondo, per lui morire significherà “essere con Cristo” (Filippesi 1:21, 23). La sua anima salvata riposerà presso Gesù.
Quando il Signore ritornerà, il corpo dei credenti viventi sulla terra sarà mutato in un corpo glorificato, ed essi entreranno nella casa del Padre. Alla fine, Dio risusciterà anche il corpo di coloro che non hanno creduto per farli comparire davanti al trono del giudizio dove siederà Colui che voleva salvarli ma al quale non hanno voluto credere. Così saranno perduti, nel rimpianto e nel tormento, lontani da Dio per sempre.
Oggi è ancora un giorno di salvezza. Ascoltate Colui che vi invita… forse è l’ultima volta. 

lunedì 18 giugno 2018

18 giugno


La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.
Romani 10:17

La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
Ebrei 11:1

In relazione alla fede

La fede cristiana si fonda su alcuni fatti: la venuta del Figlio di Dio, Gesù; la sua morte e la sua risurrezione. Altrimenti non sarebbe altro che superstizione e presunzione.
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La fede non è soltanto un’adesione intellettuale. Essa è gettarsi nelle braccia del Salvatore sapendo di essere perduti e facendo affidamento su lui solo.
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La fede brilla del suo massimo splendore quando ci sono tenebre tutto intorno. Quando l’orizzonte è carico delle nuvole della prova, la fede porta il suo sguardo più lontano, là dove splendono senza ombra la grazia e la fedeltà.
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La fede non è un compenso, è una pienezza.
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La fede è come un uccello che sente arrivare la luce e canta quando non è ancora giorno.
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Fate il primo passo nel cammino della fede. Per fare il secondo, non sarete più soli. “L’Eterno è la tua ombra; egli sta alla tua destra” (Salmo 121:5).
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La fede onora Dio, e Dio onora la fede.

domenica 17 giugno 2018

17 giugno


(Gesù disse:) “Sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”.
Giovanni 15:16

Fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.
Efesini 6:10

In che modo il Signore mi ha chiamato al suo servizio

Ieri ho raccontato come Dio può toccare uno scettico per mezzo di un solo versetto della Bibbia. Che lezione per quel giovane realizzare a un tratto che non era puro davanti a Dio! Tuttavia, credo di essere stato io a ricevere la lezione più importante. Effettivamente, già da un po’ di tempo aiutavo, timidamente, un amico a uno stand biblico e mi chiedevo se non avrei dovuto avere anch’io il coraggio che aveva lui. La mia paura era di non sapere come rispondere a chi mi interrogava, soprattutto agli oppositori della fede. Ora Dio mi aveva appena dimostrato che non era per mezzo di uno sforzo intellettuale che avrei potuto dare una risposta ai bisogni spirituali. Bisognava soltanto che mi appoggiassi sul Signore, pregandolo di aiutarmi e avendo fiducia in lui.
Da quel giorno ho capito che il Signore mi chiamava a servirlo proprio presentando la Bibbia nei luoghi pubblici. E così faccio da più di quindici anni sostenuto da lui in questo servizio.
Forse siamo portati a pensare che siamo noi ad aiutare il Signore dando testimonianza di lui su questa terra, ma è vero il contrario. È il Signore che spande il Vangelo. Per fare questo adopera i suoi servitori, li chiama, li istruisce, li manda e li aiuta. Lui è il primo, noi lo seguiamo. Egli ci apre la strada, e noi cerchiamo di comprendere sempre la sua volontà. Il Signore è paziente con noi, e ci forma con saggezza. Non allontaniamoci mai da lui!

sabato 16 giugno 2018

16 giugno


La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio… essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.
Ebrei 4:12

Siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio.
1 Pietro 1:23

Potenza della Parola di Dio

Mentre aiuto un amico in uno stand biblico ad una fiera, una giovane coppia si avvicina. Entrambi hanno una certa conoscenza della Bibbia, ma aderiscono a un movimento religioso che nega che l’uomo sia colpevole davanti a Dio. Durante la conversazione, l’uomo pone lo sguardo su una grossa Bibbia aperta sul banco e legge un versetto ad alta voce: “Cessa, figlio mio, d’ascoltare l’istruzione, se ti vuoi allontanare dalle parole della scienza” (Proverbi 19:27). Con tono provocante, mi domanda: “Che cosa vuol dire?”
Con calma, prendo la mia Bibbia per leggergli qualche parola di Gesù e mostrargli il valore della sua morte per il perdono dei peccati. Ma egli mi ferma bruscamente: “Non cerchi versetti sulla Bibbia. Mi risponda sulla pagina che abbiamo davanti!” Allora, a mia volta, volgo lo sguardo sulla Bibbia aperta ed esso mi cade su questo versetto: “Chi può dire: ‘Ho purificato il mio cuore, sono puro dal mio peccato?’” (Proverbi 20:9). Con calma gli chiedo di leggerlo. Egli lo fa ad alta voce, poi… il silenzio. Il giovane resta immobile, senza parole, e mentre la ragazza continua a contestare, lui le fa un cenno e tutti e due se ne vanno.
La Parola di Dio aveva toccato la sua coscienza, gli aveva mostrato la sua condizione davanti a Dio. Avrà ricevuto il perdono per mezzo di Gesù Cristo? Solo così sarebbe puro da ogni peccato per l’eternità.

venerdì 15 giugno 2018

15 giugno


Altri furono torturati… altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia…
Perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio.
Ebrei 11: 35-36, 16

Il coraggio di testimoniare

Tatiana Goritschewa, filosofa russa cristiana che fu espulsa dall’Unione Sovietica, racconta in un suo libro un incontro da lei avuto con un uomo cristiano che spesso era stato imprigionato a causa della sua fede. Un giorno, un ufficiale della polizia chiese a quel coraggioso testimone: “Con quale diritto parla di Dio, visto che non ha un’autorizzazione ufficiale? Mi faccia vedere un documento giustificativo!” Il cristiano aprì allora la Bibbia e lesse nel Vangelo di Matteo: “Dall’abbondanza del cuore la bocca parla”. Poi aggiunse: “Ecco ciò che giustifica la mia testimonianza”.
Amici cristiani, noi oggi non subiamo la persecuzione fisica né l’imprigionamento se rendiamo testimonianza della nostra fede, ma possiamo incontrare lo scherno, il disprezzo e talvolta il rifiuto. Che questo non ci scoraggi, anzi ci spinga a parlare con maggiore convinzione della nostra speranza. Il Signore ci chiede di essere sempre pronti a rispondere a coloro che ci pongono domande riguardo alla nostra fede, ma di farlo “con mansuetudine e rispetto” (1 Pietro 3:16). La dolcezza che deriva dall’umiltà e il rispetto che è dovuto ai nostri simili. Il tutto legato al timore di Dio e alla riconoscenza che gli dobbiamo.
Se abbiamo il desiderio di parlare di Gesù e di ciò che ha fatto per noi, Dio ci darà delle occasioni e ci darà anche il coraggio di testimoniare. Spesso, temiamo la reazione dei nostri interlocutori, ma non dimentichiamo che loro hanno sete di Dio. Conduciamoli alla sorgente!

giovedì 14 giugno 2018

14 giugno


Non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio – ma (tutti coloro che credono) sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
L’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge.
Romani 3:22-24, 28

L’uomo perduto e il Dio salvatore
Luca 15

Una pecora si è smarrita. Il pastore la cerca, la trova, se la mette sulle spalle e, tutto allegro, la riporta all’ovile.
Una “dramma”, una piccola moneta, è stata perduta. Una donna la cerca con cura finché non la ritrova; quando l’ha ritrovata, si rallegra con le sue vicine di casa.
Un figlio dissipatore si è perso nei piaceri del mondo. Quando ritorna a casa, suo padre lo accoglie a braccia aperte, e dà una festa in suo onore.
Pecora, dramma, figlio prodigo, tutti perduti, sono simboli1 dell’uomo peccatore e lontano da Dio.
Ma il cielo si addolora per la miseria dell’uomo che lo porta alla morte e al giudizio eterno. Dio Figlio, il buon Pastore, viene per dare la sua vita per salvare la sua pecora perduta. Dio Spirito Santo, rappresentato dalla donna, illumina mediante la Parola divina gli angoli oscuri, per ritrovare la moneta perduta. Dio Padre apre il suo cuore al figlio pentito. E la gioia riempie il cielo “per un solo peccatore che si ravvede”; una gioia condivisa e comunicativa. Quanta preoccupazione da parte di Dio per la salvezza della mia anima! Mi ha cercato, mi ha trovato, mi ha salvato. E ora vuole rendermi partecipe della sua gioia.

mercoledì 13 giugno 2018

13 giugno


Gesù dunque uscì, portando la corona di spine e il manto di porpora. Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!
Giovanni 19:5

“Ecco l’uomo!”
Giovanni 19:1-5

Senza dubbio è per disprezzo che Pilato ha presentato Gesù alla folla scatenata dicendo: “Ecco l’uomo!” Che presentazione! Il Signore Gesù è appena stato frustato. Per deriderlo è stato vestito con un abito color porpora. Sul capo gli è stata messa una corona di spine… Ma la sua grandezza morale brilla attraverso tutte le umiliazioni. Pilato stesso può dire: “Ma dunque, sei tu re?” (18:37), e deve riconoscere per ben tre volte di non trovare in Gesù colpa alcuna, né alcun motivo di condanna (18:39; 19:4, 6).
Ecco l’uomo! Gesù è il solo uomo che abbia interamente risposto alle sante esigenze di Dio. È solo in Gesù che Dio ha trovato l’umiltà perfetta, l’amore che si dona completamente, l’ubbidienza senza riserve… Ciò che l’uomo non aveva potuto e non aveva voluto dare a Dio, Gesù gliel’ha dato. A causa del peccato, Dio non poteva trovare piacere né in Adamo né in alcuno dei suoi discendenti. Ma l’uomo Cristo Gesù, che ha sempre fatto ciò che era gradito a Dio, è l’uomo per eccellenza. Un giorno tutti lo vedranno, quando apparirà in gloria rivestito “di maestà e di magnificenza” (Salmo 21:5), coronato di “molti diademi” (Apocalisse 19:12).
Capo una volta pieno di piaghe e di dolor,
con spine coronato dall’empio furor,
capo che adesso cinge sublime maestà
s’è visto, nella morte, sul legno reclinar.

martedì 12 giugno 2018

12 giugno


Gesù… gli disse la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”… Pietro… gli rispose: “Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene”.
Giovanni 21:17

Il discepolo Pietro (3)
Giovanni 21:15-19

“Simone di Giovanni, mi vuoi bene?” Per tre volte, Gesù risuscitato pone questa domanda al suo discepolo Pietro, quasi a ricordare il suo triplice rinnegamento. Il Signore aveva annunciato ai discepoli che lo avrebbero abbandonato nel suo cammino verso la croce. Pietro aveva dichiarato con convinzione che avrebbe seguito il suo Maestro fino alla morte, eppure lo ha rinnegato tre volte.
Sulla croce, Gesù aveva portato il castigo che i nostri peccati avrebbero meritato, compreso il rinnegamento di Pietro. Ma ora, mentre mangia con alcuni discepoli sulle rive del Mare di Galilea, il Signore si rivolge a Pietro; sceglie questo momento alla fine del pasto che aveva preparato Egli stesso e avvia il dialogo che doveva ristabilire Pietro e approfondire la sua comunione con lui.
“Simone di Giovanni, mi ami più di questi?” Per tre volte, la domanda piena di grazia e di verità, sonda il cuore di quel caro discepolo.
“Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene”.
E il Signore mostra la sua grazia: A te che meriteresti la mia disapprovazione affido coloro che amo: “Pasci i miei agnelli… Pastura le mie pecore”. Occupati di tutti coloro a cui voglio bene, piccoli e grandi.
Se siamo coscienti di avere, in qualche modo, tradito l’amore di Cristo, Egli non vuole che gravi su noi il peso dei nostri errori. Si avvicina a noi, così come ha fatto con Pietro. Afferriamo la sua mano tesa e riceviamo il suo amore. 

lunedì 11 giugno 2018

11 giugno

“Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io (il Signore Gesù) ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno”.
Luca 22:31-32

Il discepolo Pietro (2)
Luca 22:31-34, 54-62

Pietro e Giovanni avevano seguito Gesù quando i soldati lo avevano legato e condotto in tribunale. Erano entrati tutti e due nella casa del sommo sacerdote. Noi non possiamo dubitare del loro amore profondo per il Signore. Tuttavia Pietro, preso dalla paura, ha affermato per ben tre volte di non conoscerlo. Chi di noi oserebbe biasimarlo? Noi che siamo cristiani, non abbiamo spesso rinnegato Gesù coi nostri atti, le nostre parole, o addirittura col nostro silenzio?
Il momento del processo di Gesù era unico e solenne. I suoi discepoli avevano pensato che lui avrebbe stabilito un regno di giustizia e di pace, ed ecco che invece era stato catturato come un malfattore e veniva trattato con odio e disprezzo.
Se Pietro ha rinnegato il suo Maestro, il suo Maestro non ha rinnegato il suo discepolo! Uscendo dal tribunale, legato e tenuto dalle guardie, ha guardato Pietro, e in quello sguardo Pietro ha visto tutto l’amore del Signore per lui. Così ha pianto amaramente perché ha compreso il suo errore alla luce dell’amore del suo Signore. E la mattina della risurrezione di Gesù, Pietro è corso al sepolcro.
Egli sapeva che l’amore di Gesù era grande e forte, e che avrebbe avuto l’ultima parola anche sulla morte.
(segue)

domenica 10 giugno 2018

10 giugno


Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti.
Luca 5:5

Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”.
Luca 5:8

Il discepolo Pietro (1)
Luca 5

Pietro aveva già incontrato Gesù tramite suo fratello Andrea. Tuttavia non si era legato a lui, ma aveva continuato la sua vita con un gruppo di pescatori. Spesso facciamo così anche noi cristiani: conosciamo il Signore Gesù, ma non lo seguiamo.
Una notte Pietro e suoi compagni hanno calato le reti, ma all’alba, hanno dovuto arrendersi all’evidenza: non avevano preso nulla. Allora Gesù si presenta e dice a Pietro: “Prendi il largo, e gettate le reti per pescare”. Quest’ordine di Gesù è sorprendente, e lo è altrettanto la risposta di Pietro: “Secondo la tua parola, getterò le reti”. È così che agisce la fede. E accade il miracolo: le reti sono così piene che le due barche rischiano di affondare. Credere a Gesù, avere fede, questo è impegnarsi con Dio.
Questa pescata miracolosa provoca in Pietro una reazione di paura. Si rende subito conto della potenza divina del Signore. Si sente a disagio davanti a lui poiché lui è il Santo, e Pietro un peccatore come tutti gli altri. La risposta del Signore Gesù a Pietro è del tutto inaspettata: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. A questo punto Pietro lascia tutto per seguire Gesù. Forse noi non siamo chiamati dal Signore a lasciare tutto, ma siamo tutti chiamati a seguirlo. Seguirlo vuol dire ascoltarlo, onorarlo, servirlo.
(segue)

sabato 9 giugno 2018

9 giugno

Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero… Figlioli, guardatevi dagl’idoli.
1 Giovanni 5:20, 21

Ognuno getterà via i suoi idoli.
Isaia 31:7

Gettiamo via i nostri idoli

In Islanda c’è un fiume che si getta in una voragine, formando una celebre cascata soprannominata “la caduta degli dèi”. Questo nome ricorda, si dice, l’atto di un capo vichingo di quella zona. Quando la sua tribù si era convertita al cristianesimo, egli aveva gettato nelle acque di questa cascata le immagini degli antichi dèi, dimostrando così che rinunciava ai suoi vecchi idoli. Ci auguriamo che quell’atto coraggioso abbia avuto allora dei buoni risultati per tanti altri. 
Facciamo ora il punto della nostra vita cristiana. Da quando ci siamo convertiti al Signore Gesù, siamo sempre stati pronti a gettare via, ogni volta che era necessario, gli idoli che ingombravano il nostro cuore? Gli idoli possono essere il denaro, lo sport, la cultura, gli svaghi… A prima vista alcuni di essi possono sembrarci legittimi o inoffensivi, ma se diamo loro troppo posto finiscono per soffocare la vita divina che è in noi. La società in cui viviamo ha abbastanza seduzioni da offrire per allontanarci dal Signore e farci cadere nel peccato.
Ma se il Signore Gesù riempie il nostro cuore, volteremo le spalle agli idoli vecchi e nuovi, ed essi non ci attireranno più.
Lettore, se non conosci ancora il Dio Salvatore, se sei ancora sotto l’influenza degli idoli di questo mondo che ti rendono schiavi, prenditi il tempo per conoscere il vero Dio che ama tutti gli uomini. Leggi la Bibbia. Quando crederai col cuore a quello che il Signore ha fatto per te, farai anche tu come i credenti di Tessalonica che si erano “convertiti dagli idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero” (1 Tessalonicesi 1:9).