Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

lunedì 31 dicembre 2018

31 dicembre


Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua.
Geremia 2:13

Cosa rimane?

Eccoci arrivati al 31 dicembre. L’anno è alla fine e già fervono i preparativi per il veglione, la festa più attesa, la notte degli eccessi, in cui bisogna divertirsi ad ogni costo. Il pensiero dominante, nella nostra società, è che la fine dell’anno sia un momento che interrompe un ciclo e dà inizio ad un altro: l’anno passato è da cancellare, da dimenticare; è come un vecchio arrivato alla fine della sua vita. E un nuovo anno inizia, ricco di fortuna e di rosee aspettative… ma anche questo invecchierà e così sarà sempre.
Ma anche la vita è quella di sempre, con le sue gioie e le sue tragedie, le sue miserie e i suoi dolori, in un mondo ancora pieno di odio e di guerre. Dove trovare allora un punto di partenza per iniziare veramente un nuovo anno della nostra esistenza che non duri dodici mesi ma tutti i giorni della nostra vita terrena?
La risposta la troviamo nella parole che Gesù rivolge alla Samaritana: “Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna” (Giovanni 4:14).
Non costruiamoci le nostre cisterne che immancabilmente si prosciugano, ma andiamo a Gesù per ricevere l’acqua della vita eterna.
E il capodanno? Viviamolo sobriamente, come un momento per ricordare con riconoscenza le cure che il Signore ha avuto per noi nell’anno appena finito, e la richiesta del suo aiuto per quello che viene.

domenica 30 dicembre 2018

30 dicembre

Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Romani 5:8

Un Dio d’amore

La Bibbia ci rivela che “Dio è amore” (1 Giovanni 4:8). L’uomo si chiede spesso dov’è la manifestazione di quest’amore, quando constata quanto male e quanta sofferenza ci sono nel mondo. La Parola di Dio ha una risposta anche a questo, e dice: “In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo” (1 Giovanni 4:9).
Dio, essendo giusto e santo, non può tollerare che il male non venga punito. E allora, perché aspetta? Perché rimanda ancora il suo giusto castigo su questo mondo che lo sfida e lo insulta con ogni sorta di peccati e di perversioni? Dio è paziente e aspetta che noi colpevoli ci pentiamo e cambiamo il nostro comportamento. Ma come fare? Con un po’ di forza di volontà, con un serio impegno, qualche miglioramento possiamo apportarlo alla nostra vita, ma niente di più. Per essere graditi a Dio bisogna che Lui ci veda senza colpa, e che possa non tener più conto delle debolezze della nostra natura umana. Solo Lui può fare quest’opera. Quando, per la fede, il sangue di Gesù Cristo ci lava dai nostri peccati, Dio ci considera puri, senza colpa, degni di stare alla sua presenza. È vero che il credente, finché è sulla terra, può ancora cadere in qualche peccato, nonostante il suo impegno ad onorare il Signore e ad ubbidirgli. Il suo Figlio ha pagato anche per quei peccati.  Il credente è al sicuro. Non sarà giudicato e può guardare al cielo come a un luogo che gli spetta di diritto perché a tutti quelli che hanno ricevuto il Signore, Dio ha dato il diritto di diventare suoi figli! (Giovanni 1:12).

sabato 29 dicembre 2018

29 dicembre


 (Gesù disse:) “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”.
Giovanni 5:24

In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.
Efesini 5:8

Messaggero della buona notizia
Testimonianza di una credente in Cile

“Avevo bruciato la mia vita, ed ero decisa di farla finita. Il giorno fatidico era arrivato; il cocktail di farmaci che dovevano farmi passare nell’eternità era pronto e mentre stavo per passare all’azione, mi sembrò di sentire qualcuno che bussava timidamente alla porta. Sorpresa, mi fermai per un istante, e quei colpi si ripeterono. Con apprensione socchiusi la porta e due bambini, ancora piccoli, mi porsero qualcosa dicendomi: ‘È per lei’; poi se ne andarono. Era un calendario con un versetto della Bibbia per ogni giorno, accompagnato da un breve commento. Nella mia disperazione e nella mia sete spirituale, mi misi a leggere con avidità quei foglietti, così imparai che Gesù Cristo era morto su una croce per me, per salvarmi e donarmi la vita eterna. Quella notte stessa passai dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce!
Ma perché quel calendario era arrivato a casa mia in quel preciso istante? La mattina seguente, seppi che era stata fatta una distribuzione di calendari ai politici del luogo, e uno di loro, non sapendo cosa farne, lo aveva dato al suo giardiniere. Questi, ritornando a casa completamente ubriaco, si era adirato scoprendo che si trattava di un calendario cristiano, e aveva ordinato ai suoi due nipotini di darlo alla prima persona che avessero incontrato. È così che sono venuti a bussare alla mia porta.”

venerdì 28 dicembre 2018

28 dicembre


Ecco, tu hai ridotto la mia esistenza alla lunghezza di qualche palmo, la mia durata è come nulla davanti a te.
Salmo 39:5

Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce.
Giacomo 4:14

Che scopo ha questa nostra breve vita?

Ricordiamo tutti la terribile onda anomala che si è abbattuta sulle coste dell’Oceano Indiano il 26 dicembre del 2004 provocando oltre 200.000 morti. A questo proposito un uomo politico dichiarava: “Credo che questo dramma lascerà un segno indelebile e che le persone abbiano preso coscienza della fragilità umana”. Speriamo che sia davvero avvenuto così!
È vero, l’essere umano è fragile. Nonostante i progressi della tecnologia e della medicina, nessuno può avere la certezza di essere vivo domani; eppure, nella nostra società occidentale, dove quasi ogni evenienza è coperta da un’assicurazione, abbiamo purtroppo la tendenza a dimenticarlo. Questa fragilità e questa incertezza sulla durata della nostra vita, dovrebbero spingerci a metterci in regola con Dio.
In una parabola, Gesù ci parla di un uomo ricco che aveva dei grandi progetti. Voleva ingrandire i suoi granai e aveva in programma di godersi le sue ricchezze. “Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12:20). È Dio che determina la durata della nostra vita sulla terra e ci concede questi giorni non perché ammassiamo ricchezze, ma per conoscere Lui e accettare la vita eterna che solo Lui ci può dare. Questa vita ha come fondamento la morte e la risurrezione di Cristo, il Figlio di Dio.

giovedì 27 dicembre 2018

27 dicembre


Gesù gli rispose: “Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo”.
Giovanni 13:7

Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.
1 Corinzi 13:12

Una lezione da mio nipote

Ho imparato una cosa da mio nipote Alessandro quando aveva solo otto anni. Un giorno eravamo a tavola con alcuni studenti e la nostra conversazione verteva su problemi di matematica. Ma cosa poteva comprendere il mio piccolo Alessandro? Per attirare la sua attenzione e ricordare ai commensali che c’era anche lui a tavola, gli domandai: “Alessandro, capisci ciò di cui stiamo parlando? Sai cosa sono i logaritmi?” Lui rispose: “Sì, lo so”. Allora gli dissi: “Che cosa sono?”. Con naturalezza Alessandro mi rispose: “I logaritmi sono quelle cose che imparerò quando andrò al liceo”.
Quante cose ci sfuggono, e quante superano le nostre capacità intellettive! Come credente, io so che un giorno conoscerò ogni cosa a fondo, così come Dio ha conosciuto me, perché è Lui che lo ha detto.
Quanti interrogativi ci poniamo! Perché le disgrazie? Perché la sofferenza? Perché tanta violenza e tanto egoismo? Una cosa so: che molte sofferenze sono il risultato del fatto che gli uomini non rispettano le leggi divine, ma mi rendo conto che il problema è ancor più complesso e che vi sono altri fattori che mi sfuggono. Allora, la risposta che mi sembra più onesta è “Non lo so”, o meglio “non lo so ancora”.
Questa risposta non è una sconfitta, ma un atto di fiducia in Dio e una presa di coscienza del mio limite. Chiediamo a Dio il soccorso per attraversare i momenti difficili della nostra vita, in modo da poter aiutare e consolare quelli che sono nel dolore, e accettiamo umilmente di non poter conoscere tutto e di non essere in grado di spiegare tutto. Accettiamo le cose che Dio ci rivela nella Bibbia e crediamole. È il livello più alto al quale possiamo arrivare!

mercoledì 26 dicembre 2018

26 dicembre


La luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie.

Giovanni 3:19

 

Manda la tua luce e la tua verità, perché mi guidino.

Salmo 43:3

 

La luce della vita


Dopo quattrocento anni di schiavitù in Egitto, Dio decise di liberare il suo popolo per mezzo di Mosè. Faraone si ribellò a quest’ordine e Dio colpì l’Egitto con dieci terribili piaghe. Una di quelle fu l’oscurità: “Non ci si vedeva più l’un l’altro e per tre giorni nessuno si mosse da dove stava; ma tutti i figli d’Israele avevano luce nelle loro abitazioni” (Esodo 10:23). Così, per gli Egiziani l’oscurità era tale che nessuno osava muoversi, ma per tutti i figli d’Israele, che pure abitavano nello stesso paese, c’era luce nelle loro case.
Sappiamo che l’Egitto rappresenta il mondo e i figli d’Israele il popolo di Dio. Si può quindi dire che le tenebre in senso morale sono una punizione di Dio verso questo mondo che non vuole saperne di Lui. La sapienza di questo mondo è pazzia per Dio. L’uomo, con la propria sapienza non ha conosciuto Dio (1 Corinzi 1:20-21). I sapienti di questa terra possono avere delle menti eccelse e arrivare a scoprire cose straordinarie, però, se non accettano la rivelazione di Dio, mancano di chiare direttive morali e brancolano nel buio. Solo la conoscenza di Dio rende l’uomo savio, e tanto più la conoscenza di Cristo e la fede in Lui. Egli ha detto: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8:12). Oggi più che mai gli uomini vagano nelle tenebre nonostante le loro capacità intellettuali e le conoscenze scientifiche. Hanno delle scale di valori alterate, hanno difficoltà a distinguere il bene dal male. In contrasto, benché vivano nello stesso mondo, i credenti hanno la luce nei loro pensieri e nella loro vita, come un tempo gl’Israeliti l’avevano nelle loro case. Una luce che proviene dalla conoscenza di Dio e dalla comunione con Lui.

martedì 25 dicembre 2018

25 dicembre


Sì, Dio è grande e noi non possiamo conoscerlo.
Giobbe 36:26

Egli sarà grande fino all'estremità della terra.
Michea 5:3

“Egli sarà grande”
Evangelo secondo Luca 1:32


È con questa frase che l’arcangelo Gabriele inizia a descrivere Gesù, il Figlio di Dio, dopo aver annunciato a Maria la sua nascita miracolosa. Egli “sarà grande”. Come descrivere la grandezza di Cristo, Lui che era presso al Padre da ogni eternità, che era la sua delizia, “sempre esuberante di gioia… in sua presenza” (Proverbi 8:30) e per il quale ogni cosa è stata creata? (Colossesi 1:16).
Fin da quell’annuncio fatto a Maria, lo Spirito di Dio voleva affermare la grandezza e la deità del fanciullo che sarebbe nato. Perseguitato fin da piccolo dal malvagio Erode, rifiutato più tardi dai suoi concittadini, uomo di dolori al quale è stato inflitto il supplizio della croce (Isaia 53:3), Gesù era grande anche nel suo volontario abbassamento, e grande rimane per sempre. 
È stato grande perché percorrendo un mondo corrotto non ha fatto valere i propri diritti e nella sua bocca non è stata trovata frode (Isaia 53:9). È stato grande perché si è abbassato, lui il Principe della vita, fino alla morte infamante della croce (Filippesi 2:8). È stato grande perché ha portato su di sé la condanna che meritavano i peccati di tutti quelli che avrebbero creduto in lui (Isaia 53:12).
Questa sua grandezza è stata riconosciuta da Dio, il quale ha innalzato il suo Figlio nella gloria e lo ha fatto sedere alla sua destra, al posto d’onore e di autorità che solo lui poteva occupare: “Tu lo hai coronato di gloria e d'onore” (Ebrei 2:7). Grazie all’opera che Gesù ha compiuto sulla croce, un giorno il cielo sarà riempito da tutti coloro che sulla terra avranno creduto in lui e lo avranno onorato.

lunedì 24 dicembre 2018

24 dicembre


Maria… diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
“C'è ancora posto… Costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena”.
Luca 2:5, 7; 14:22-23

Non c’era posto… C’è ancora posto

Non c’era posto. 2000 anni fa non c’era posto nell’albergo per accogliere Maria che era sul punto di partorire Gesù.
Quell’albergo è l’immagine dell’umanità di quel tempo che non aveva posto per accogliere il Salvatore del mondo. Ma da allora è forse cambiato qualcosa? No, perfino tra coloro che si definiscono cristiani, la maggioranza non l’ha ricevuto nel suo cuore. Se gli uomini non hanno dato a Gesù altro posto che su una croce infamante, il Dio di grazia continua instancabilmente ad annunciare il suo messaggio di salvezza e ad aprire il suo cielo a tutti quelli che lo accettano.
È la fede nel Signore che assicura un posto in cielo, nella casa del Padre. Come nella parabola di Luca 14, il desiderio di Dio è che la sua “casa sia piena” di uomini e di donne, riscattati dal sangue che Cristo ha versato alla croce. Gesù ha pagato il prezzo di quel posto, affinché fosse gratuito per tutti quelli che mettono la loro fiducia in lui.
Oseremmo noi non prendere in seria considerazione un amore così grande e una 
così grande salvezza? Stiamo attenti, perché un giorno la pazienza di Dio finirà, e la porta del cielo verrà chiusa; e allora sarà troppo tardi! Non aspettate ancora, ma accogliete con gioia e riconoscenza il dono che Dio vi fa della salvezza e della vita eterna.

domenica 23 dicembre 2018

23 dicembre


Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.
Apocalisse 3:20

La maniglia è all’interno

Nel collegio di Oxford si trova esposto un quadro di rara bellezza. Quando si è visto una volta, non lo si può più dimenticare. Il pittore, un celebre artista, ha messo tutto il suo talento e tutta la sua fede nel dipingere quel quadro. Egli ha rappresentato Gesù in piedi, con una lampada nella mano sinistra e intento a bussare, con la destra, ad una porta circondata di edera.
Si racconta che un amico del pittore, mentre osservava quel capolavoro gli fece notare che nella sua opera mancava qualcosa:
– Hai dimenticato la maniglia della porta. Come puoi pensare che Gesù possa entrare?
– Non l’ho dimenticata, rispose il pittore. Dovresti sapere che la maniglia è all’interno! Il Salvatore può entrare soltanto quando chi è dentro gli apre la porta!
Caro lettore, ricordati che Gesù sta alla porta del tuo cuore. Probabilmente ha già bussato varie volte facendoti udire la sua voce, ma sta a te aprirgli; solo tu puoi prendere questa decisione. Lui, il Maestro, si avvicina, bussa al cuore degli uomini e li chiama; ma sta ad ognuno, individualmente, di aprire e farlo entrare. Gesù Cristo porta il perdono dei peccati, la luce di Dio, la vera gioia per i nostri cuori. E può farlo perché, morendo sulla croce, si è caricato delle nostre colpe e il suo sangue le ha cancellate.
Ma bisogna credere e accoglierlo come Salvatore!

sabato 22 dicembre 2018

22 dicembre


Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
 Filippesi 4:6-7

La pace di Dio

Il credente deve ricordare che per lui c'è qualcosa di più della pace con Dio che si ottiene per la fede in Cristo. Egli può contare anche sulla “pace di Dio”. L'apostolo Paolo ci dice che se presentiamo a Dio in preghiera e con ringraziamenti tutto ciò che ci turba, la pace di Dio guarderà  i nostri cuori e i nostri pensieri per mezzo di Cristo Gesù (Filippesi 4:6-7). Questo significa che la pace di Dio stesso, quella che fa parte dei suoi peculiari caratteri, proteggerà i nostri cuori e le nostre menti attraverso le circostanze difficili che dobbiamo attraversare: colmerà i nostri cuori e farà in modo che non ci abbandoniamo allo scoraggiamento, e influirà sui nostri pensieri, mantenendoli in sintonia con i suoi ed evitandoci di lasciarci andare a ragionamenti sbagliati.
Vogliamo che il Dio della pace sia con noi? Facciamo in modo che i nostri pensieri siano occupati delle cose vere, onorevoli, giuste, pure, di buona fama, quelle in cui vi è qualche virtù e qualche lode, e pratichiamole. In questo modo, scrive l’apostolo Paolo, “il Dio della pace sarà con voi” (Filippesi 4:8-9).
Inoltre ci è detto di ricercare le cose che contribuiscono alla pace (Romani 14:19) e di fare il possibile per vivere in pace con tutti gli uomini  (Romani 12:18).
Vediamo così che la pace, caratteristica divina, è un grande privilegio del credente, e che è anche sua responsabilità ricercarla e conservarla nella sua vita personale e nei suoi rapporti con gli altri.

venerdì 21 dicembre 2018

21 dicembre


Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio.
Filippesi 1:23

Desideriamo… essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita.
2 Corinzi 5:4

Reincarnazione o risurrezione?

Sotto l’influenza delle religioni orientali, molte persone anche nei nostri paesi credono alla reincarnazione. Indubbiamente il loro obiettivo è di togliere importanza alla morte, cullandosi nell’idea che nulla è definitivo, nemmeno la fine della vita terrena. Molti cercano persino di dimostrare che questa teoria non è contraria all’Evangelo, ma che sia compatibile con l’insegnamento biblico sulla risurrezione dei morti. Tutto questo altro non è che menzogna, una delle tante menzogne con cui Satana cerca di allontanare l’uomo da Dio. Dio dichiara che “è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27), e che “ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti” (Atti 24:15).
Se abbiamo fede e siamo in pace con Dio, non dobbiamo più temere né la morte né il giudizio, perché il Signore Gesù ha espiato, morendo sulla croce, tutti i peccati coi quali abbiamo offeso Dio e che pesano sulla nostra coscienza. Per i credenti la fine della vita terrena è l’entrata nel riposo, alla presenza del Signore, in attesa della risurrezione.
Chi non crede, invece, morirà nei suoi peccati (Giovanni 8:24) e “l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Risusciterà anche lui, ma non per entrare nel cielo bensì per essere gettato nello stagno di fuoco (Apocalisse 20:12-15)!
Non lasciarti lusingare dal miraggio di altre vite terrene. “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:31).

giovedì 20 dicembre 2018

20 dicembre

Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio… i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.
1 Corinzi 15:51-52

Mistero (2)

La Bibbia ci rivela un secondo mistero: i credenti saranno resi simili al loro Salvatore che, dopo il suo sacrificio in croce, è stato elevato in gloria. È scritto che “quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è” (1 Giovanni 3:2). E ancora: “Gesù Cristo, il Signore,… trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:21). Quando avverrà questa trasformazione? Quando Gesù ritornerà a prendere i suoi riscattati. In quel giorno, che è molto vicino, quelli che sono morti nella fede saranno risuscitati e rivestiti di un corpo glorioso: il loro corpo “mortale” risusciterà in un “corpo spirituale”, vale a dire liberato dalle leggi della natura e simile a quello di Cristo dopo la sua risurrezione. Immediatamente dopo, i credenti ancora in vita saranno “trasformati” e rivestiti anch’essi di un corpo glorioso; e tutti insieme saranno rapiti per incontrare il loro Signore nell’aria, per essere introdotti nella casa del Padre e restare con lui per sempre. “Come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste” (1 Corinzi 15:49).

Fra breve il suono udremo – dell’ultima sua tromba,
e dalla muta tomba - i santi sorgeran.
Insieme a loro andremo - ad incontrar lo Sposo,
e un corpo glorioso - tutti i redenti avran.

mercoledì 19 dicembre 2018

19 dicembre


Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.
1 Timoteo 3:16

Mistero (1)

Il mistero dell’incarnazione di Cristo è insondabile. Lui, che è spirito, si è fatto uomo, è stato “Dio manifestato in carne”, “simile agli uomini” come è scritto in Filippesi 2:7. L’inizio del Vangelo di Giovanni ci ricorda che il Signore Gesù ha lasciato la gloria eterna per farsi uomo: “La Parola (il Figlio di Dio) è diventata carne… e noi abbiamo contemplato la sua gloria” (Giovanni 1:14). “Cristo, entrando nel mondo, disse: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo… Ecco, vengo… per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebrei 10:5-7).
La volontà di Dio era di fare in modo che gli uomini, perdonati dai loro peccati, potessero essere un giorno introdotti alla sua presenza. Ma la sua santità e la sua giustizia esigevano un sacrificio che potesse cancellare i loro peccati, perché “senza spargimento di sangue, non c'è perdono” (Ebrei 9:22). E non poteva essere un sacrificio qualunque, ma il sacrificio di una vittima perfetta, assolutamente senza peccato. Solo il suo Figlio poteva rispondere a una tale esigenza. Lo Spirito Santo, sceso sulla terra il giorno della Pentecoste, ha permesso ai credenti di comprendere l’immensità dell’opera di Gesù Cristo.
Il cielo visitò la terra:
Emmanuele venne quaggiù,
Dio fatto uomo, il Salvatore,
con il gran nome di Gesù.

martedì 18 dicembre 2018

18 dicembre


Nell'angoscia, gridarono all’Eterno egli li liberò dalle loro tribolazioni.
Salmo 107:19

Isacco implorò l’Eterno… L’Eterno l'esaudì.
Genesi 25:21

L’arma più efficace: la preghiera

Il re Erode aveva fatto uccidere l’apostolo Giacomo, e vedendo che il popolo aveva gradito quel gesto crudele continuò nella sua opera malvagia facendo arrestare anche l’apostolo Pietro, che mise in prigione controllato a vista da almeno sedici soldati (Atti 12:1-4).
Alcuni credenti, appresa la notizia si mobilitarono, non per preparare un piano di evasione o una richiesta di scarcerazione da presentare al tribunale, ma per pregare con fervore Dio.
Si poteva pensare che quelle preghiere fossero inutili dal momento che il re aveva deciso di procedere con l’esecuzione pubblica di Pietro il giorno seguente, in occasione di una festa. Invece, quella stessa notte, un angelo mandato da Dio liberò Pietro dalle catene, lo fece passare in mezzo alle guardie ed aprì davanti a lui le porte della prigione. Pietro raggiunse subito quel gruppo di credenti riunito in preghiera; ma loro furono presi da così grande stupore che faticavano a credere ad una così straordinaria risposta di Dio.
Può darsi che Dio risponda solo all’ultimo momento alle preghiere dei suoi figli, perché vuole mettere alla prova la loro fede, stimolare la pazienza, e rafforzare la loro fiducia in lui.
La preghiera in famiglia e la preghiera collettiva della chiesa possono contare su una promessa specifica del Signore: “Se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio” (Matteo 18:19).

lunedì 17 dicembre 2018

17 dicembre


Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
1 Timoteo 2:3-4

Torna a me, perché io ti ho riscattato.
Isaia 44:22

Dio ci chiama

Forse direte: “Non ho mai sentito la voce di Dio che mi chiama!”. Eppure Dio parla e lo fa in molti modi. Quando vi interrogate sul senso della vostra vita, quando nei momenti salienti della vostra esistenza rimanete sbalorditi di fronte al miracolo di una nuova vita che nasce o sconvolti per la morte di una persona cara, non è forse Dio che vi rivolge i suoi appelli? Anche nella solitudine Dio parla, o nella malattia quando ci si rende conto di quanto siamo piccoli e deboli, e che la morte può essere vicina.
Ma cosa ci vuol dire Dio? Prima di tutto che siamo peccatori perduti e che dobbiamo pentirci, e poi che Lui ha trovato la soluzione per non condannarci e darci la salvezza. E questa soluzione ha un nome: Gesù Cristo. Egli non percorre più i sentieri della Giudea e della Galilea, ma è vivente e presente nei nostri pensieri quando, con fede, leggiamo l’Evangelo.
Mentre era sulla terra, quelli che lo hanno incontrato hanno potuto udire le sue parole di grazia e constatare il suo amore per i poveri, i sofferenti, i piccoli fanciulli; hanno visto i suoi miracoli e ne hanno beneficiato, ma non l’hanno difeso quando è stato condannato a morte. Un giorno, l’apostolo Pietro, in uno slancio di fede, ha detto a Gesù: “Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna” (Giovanni 6:68). Quest’esperienza di Pietro puoi farla anche tu. Fa’ una preghiera al Signore e digli: “Signore Gesù, entra nel mio cuore”. Lui lo farà certamente e il tuo cuore diventerà nuovo e la tua vita felice.

domenica 16 dicembre 2018

16 dicembre


Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!
Apocalisse 1:3

Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi, perché la tua legge non è osservata.
Salmo 119:136

Leggete la Parola di Dio!

Il profeta Geremia svolse il suo servizio durante il regno degli ultimi re di Giuda, che fecero tutti “ciò che è male agli occhi del Signore” (2 Re 23:32, 37; 24:9, 19). Il profeta esortava il popolo d’Israele a tornare a Dio, ma non fu ascoltato e venne messo in prigione. In quel luogo, Dio gli ordinò di scrivere su un rotolo ciò che avrebbe dovuto dire al popolo. Così, dalla prigione, Geremia dettò a Baruc, suo segretario, il messaggio di Dio e gli ordinò di leggerlo al popolo, ai principi e al re (Geremia 36). Appena il re udì quelle parole, strappò quel rotolo e lo bruciò, ordinando che gli fossero portati Geremia e Baruc; “ma il Signore li nascose” (v. 26). Baruc allora scrisse un secondo rotolo che preannunciava gli stessi castighi, i quali poco tempo dopo caddero sul popolo e sui re infedeli.
Parecchi secoli dopo, incatenato in una prigione a Roma, l’apostolo Paolo non può più annunciare pubblicamente l’Evangelo, ma può dire: “La parola di Dio non è incatenata” (2 Timoteo 2:9). Durante la sua prigionia ha scritto delle lettere che hanno attraversato i secoli giungendo fino a noi.
Gli uomini possono bruciare le Bibbie, ma non possono impedire a Dio di parlare ai cuori e alle coscienze e di portare a compimento i suoi disegni. “Chi disprezza la Parola si costituisce, di fronte a essa, debitore” (Proverbi 13:13). Gesù ha detto: “Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la Parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno” (Giovanni 12:48).
Il divino messaggio della Bibbia può trasformare la vostra vita!

sabato 15 dicembre 2018

15 dicembre


Solo in Dio trova riposo l'anima mia; da lui proviene la mia salvezza. Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza, il mio alto rifugio; io non potrò vacillare.
Confida in lui in ogni tempo.
Salmo 62:1-2, 8

Ogni rischio è coperto!

La più sorprendente e probabilmente la più antica compagnia di assicurazioni del mondo è i Lloyd’s di Londra. Non esiste praticamente nulla in questo mondo che questa società non possa assicurare. Gli uomini d’affari si assicurano contro le perdite, gli industriali contro i rischi di scioperi o di guerre, gli armatori contro i naufragi, i contadini contro le inondazioni, la siccità, la grandine… I cantanti celebri assicurano la propria voce, gli attori l’integrità del loro aspetto fisico. Uno degli slogan pubblicitari dei Lloyd’s è: “Assicurati e rassicurati!” Gli assicurati sono tranquilli perché il rischio che temono è stato preso in carico dalla compagnia assicuratrice, e versano volentieri premi a volte elevatissimi. 
Questo trasferimento di responsabilità, però, non può far altro che ottenere un risarcimento in denaro, utile certamente nel caso di un crack finanziario, ma che non potrà mai restituire la salute persa e tanto meno una vita persa.Colui che crede in Gesù Cristo, ha un’assicurazione di tutt’altro genere: essa non garantisce dei beni materiali, neppure la salute, ma va molto più lontano. 
Il credente sa che ha già ricevuto la vita eterna e può dire come l’apostolo Paolo: “Infatti sono persuaso che né morte, né vita… né cose presenti, né cose future… né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:38-39). 
Ti sei già affidato a lui? Egli ha detto: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24:35).

venerdì 14 dicembre 2018

14 dicembre


Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.
Matteo 20:28

Ecco, vi sono degli ultimi che saranno primi, e dei primi che saranno ultimi.

Luca 13:30


Qual è il vostro Dio?

Il Dio che ha creato i cieli e la terra, la cui potenza ed esistenza eterna superano la nostra umana comprensione, si è fatto uomo ed è venuto nel mondo non per essere servito ma per servire. È venuto in Gesù Cristo che, nei versetti di oggi, sta ammaestrando i suoi discepoli.
Sapere che noi siamo il frutto delle mani di Dio, così intelligenti e creativi, fatti a Sua immagine, potrebbe gonfiarci d’orgoglio; il Figlio di Dio, invece, è venuto come un uomo umile e buono, che si abbassa per servire la sua creatura!
Servire e dare la propria vita. Ha lasciato il cielo per una terra dove sapeva che sarebbe stato rifiutato, maltrattato e crocifisso. Con la sua dedizione è andato fino in fondo a quest’opera d’amore, perché ci amava e voleva riconciliarci con Dio. Così ha accettato di prendere l’ultimo posto, di mettersi al livello degli umili della terra, degli emarginati, dei sofferenti.
Che cattivo esempio dà un credente che vuole innalzarsi sugli altri, che ambisce ai primi posti, che vuol essere il primo, il più grande di tutti! Proprio il contrario del Signore che ha detto: “Imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore” (Matteo 11:29). “Chiunque s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato” (Luca 18:14).
“Rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli vi innalzi a suo tempo” (1 Pietro 5:5-6).

giovedì 13 dicembre 2018

13 dicembre


Infatti così parla il Signore degli eserciti: “Davanti a me stanno continuamente sofferenze e piaghe”.
Geremia 6:6-7

Il Signore consola il suo popolo e ha pietà dei suoi afflitti
Isaia 49:13

Condannati a soffrire?

Nel nostro mondo le cause di sofferenza non mancano e non risparmiano nessuno. Le nostre grida e la nostra ribellione non possono cambiare la situazione, e i progressi scientifici e sociali, fintanto che esisterà il mondo attuale, potranno solo attenuarne gli effetti. Ma Dio vede questa situazione? Se ne occupa? Se ne addolora? Pensate che la sofferenza è così legata a questa terra che non ha risparmiato neppure Gesù Cristo, il suo diletto Figlio, che non aveva alcuna colpa e non aveva commesso nessun peccato.
Dio sa che in questo mondo, a causa del peccato dell’uomo, a causa del fatto che l’umanità lo ha abbandonato, ci sono molte sofferenze; e non vorrebbe che fosse così. Quando ha creato l’uomo lo ha posto in un ambiente delizioso perché fosse sereno e felice; e questo stato durerebbe ancora oggi se non fosse intervenuta la disubbidienza e l’allontanamento da Lui. Nonostante tutto, però, Dio ci ama e vuole alleviare i nostri dolori. Se la situazione del mondo non può cambiare, possiamo però cambiare noi, nel nostro animo, nel nostro modo di affrontare i problemi, con la possibilità che Lui solo ci può dare, se abbiamo fede, di distogliere gli sguardi dalle sofferenze di oggi per orientarli sulle future benedizioni promesse.  “Il Signore è vicino a tutti quelli che lo invocano… Egli adempie il desiderio di quelli che lo temono, ode il loro grido e li salva” (Salmo 145:18-19). “Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Romani 12:12). “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame… ? Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati” (Romani 8:35, 37).

mercoledì 12 dicembre 2018

12 dicembre


Con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati.
Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio.
Ebrei 10:14, 12

“È compiuto”

Pronunciando queste parole sulla croce, Gesù dichiara compiuta un’opera annunciata fin dalla comparsa del male nel mondo. Il peccato chiuse agli uomini l’accesso al cielo, ma Dio, nei suoi piani eterni, desiderava una famiglia da introdurre nella sua casa. Ma con quale mezzo degli esseri vili e peccatori come noi avrebbero potuto diventare degni di stare alla presenza di Dio, del quale gli angeli, incessantemente, proclamano la santità? (Isaia 6). Quale opera potrebbe produrre un tale risultato?
Per moti secoli quest’interrogativo rimase senza una risposta: “Come potrebbe il mortale essere giusto davanti a Dio?” (Giobbe 9:2). Un numero incalcolabile di animali è stato offerto in sacrificio a Dio, ma nessuno ha potuto cancellare il peccato; le esigenze divine non erano mai soddisfatte.
Infine, circa 2000 anni fa, sulla croce, nei pressi di Gerusalemme, Gesù, l’Agnello di Dio, ha potuto dire: “È compiuto” (Giovanni 19:30). È l’alba di un nuovo giorno! Il cielo si apre per tutti quelli che credono in Lui.
Qualcuno potrebbe dire: Siete sicuri che Dio attribuisca un così grande valore a quel sacrificio? Sì, e ce lo ha dimostrato risuscitando Gesù dai morti ed elevandolo in gloria; poiché si è abbassato fino alla morte, “Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome” (Filippesi 2:9).

martedì 11 dicembre 2018

11 dicembre


Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!
Ebrei 4:7

Dio ha parlato una volta, due volte ho udito questo: che il potere appartiene a Dio.
Salmo 62:11

Il caso

Spesso attribuiamo al caso gli avvenimenti inaspettati che irrompono nella nostra vita, favorevoli o no che siano.
Un giorno, Renato era uscito da casa per fare un giro in bicicletta. All’andata, su un tratto di strada rettilineo e in discesa, riesce a raggiungere la velocità di 70 km/h! Al ritorno affronta la salita e la velocità è molto più bassa, anche se lo sforzo è altrettanto stimolante. All’improvviso, finisce in un buco nell’asfalto: la forcella si spezza e Renato viene sbalzato a terra riportando qualche contusione. Subito fa una riflessione: “E se la forcella si fosse rotta durante la discesa? Quali sarebbero state le conseguenze della caduta?” Com’è terribile il pensiero della morte per un ragazzo di 16 anni!
Quante persone, in situazioni simili, saranno giunte alla conclusione che hanno avuto “fortuna”! No, per Renato non era stata la fortuna, ma era Dio che lo aveva risparmiato, e aveva fatto in modo che si ponesse questa seria domanda: se la mia vita si fosse fermata in quel momento, dove avrei passato l’eternità?
Anche se sei ancora molto giovane, l’istante che segue non ti appartiene. “Dio parla una volta, e anche due…” (Giobbe 33:14). Stai attento alla sua chiamata. Rispondi alla voce di Dio che non ti lascia in balìa del caso, ma ti invita a riconoscerlo nella tua vita, ad affidarti a Lui interamente, a credere che tutto quello che ha fatto scrivere nella Bibbia è la verità. Tramite Gesù puoi arrivare a conoscere il suo amore infinito.