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lunedì 31 agosto 2015

31 Agosto

Il giorno seguente (Giovanni) vide Gesù che veniva verso di lui e disse: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!”
Giovanni 1:29

(Gesù disse a quelli che mandava:) “Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”.
Luca 10:3

Dei lupi, un Agnello

Per quanto indietro si possa risalire nella storia, tanti uomini si sono fatti la guerra a causa delle loro ricchezze, delle loro idee, della loro religione o del colore della pelle! La nostra epoca non fa eccezione alla regola e conferma la triste constatazione del commediografo latino Plauto, ripresa dal filosofo inglese Tommaso Hobbes (1588–1679): “L’uomo è un lupo per l’uomo”. Così è dell’uomo nel suo stato naturale. Certo, non tutti sono omicidi, ma la radice del male esiste in ciascuno di noi.
Però c’è stata un’eccezione! Duemila anni fa, è vissuto tra gli uomini un uomo completamente diverso, Gesù Cristo. Era il Figlio di Dio sceso sulla terra. Ha sempre cercato il bene degli altri, ha portato nutrimento agli affamati, guarigione ai malati, ed ha persino risuscitato dei morti. Non ha mai fatto violenza a nessuno ed è stato designato pubblicamente come “l’Agnello di Dio” (Giovanni 1:29). Il Suo amore per gli uomini l’ha portato fino al punto di accettare di subire al loro posto il giudizio di Dio contro il peccato. “Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui… Il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti… Come l’agnello condotto al mattatoio… non aprì la bocca” (Isaia 53:5-7).

Chi ripone la fiducia in questo Agnello di Dio, e fa propria l’efficacia del Suo sacrificio, riceve il perdono dei peccati. Il suo cuore malvagio cambia, perché gli è data una nuova natura capace di fare il bene

domenica 30 agosto 2015

30 Agosto

“Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” Egli domandò: “Chi sei Signore?” E il Signore: “Io sono Gesù, che tu perseguiti”.
Atti 9:4, 5

Abbiamo creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge.
Galati 2:16

Religione o fede in Cristo

Saulo da Tarso è vissuto nel primo secolo. Quest’uomo erudito apparteneva alla setta dei farisei, la più scrupolosa del giudaismo. La fede in Gesù Cristo si stava diffondendo tra i Giudei a Gerusalemme, e chi si convertiva veniva perseguitato. La fede in Cristo metteva da parte il sistema della legge di Mosè e annunciava una salvezza gratuita per ogni essere umano, giudeo o non giudeo. Saulo da Tarso, zelante per la sua religione, era uno dei più ardenti persecutori dei “discepoli” di Cristo. Ma mentre si recava a Damasco, con la missione di imprigionare tutti i cristiani che avrebbe trovato in quella città, improvvisamente è accecato da una luce abbagliante; cade a terra e ode una voce dal cielo: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Così viene a sapere che, perseguitando i credenti, perseguitava in realtà Gesù Cristo stesso, il Messia respinto dal Suo popolo.

Saulo è trasformato; lascia la sua religione per seguire un Salvatore vivente, il Figlio di Dio. Quando riassume quest’episodio usa parole molto forti: “Sono stato afferrato da Cristo Gesù” (Filippesi 3:12). Da quel momento non si attaccherà più alla pratica di una religione; servirà il suo Signore, mettendo a repentaglio la propria vita. Invece di sperare di essere approvato da Dio osservando dei riti religiosi, si rallegra per la grazia di Dio e per la giustizia di cui Egli stesso lo riveste per mezzo della fede in Cristo. Saulo da Tarso è diventato l’apostolo Paolo!

sabato 29 agosto 2015

29 Agosto

Gesù, vedutolo che giaceva,… gli disse: “Vuoi guarire?”… In quell’istante l’uomo fu guarito.
Giovanni 5:6, 9

Egli (il Signore) perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità.
Salmo 103:3

Una completa guarigione

Un mio amico è stato recentemente colpito da una strana malattia. Era senza forze e tossiva in continuazione. Provò parecchie cure, ma risultarono tutte inefficaci, finché un medico diagnosticò una malattia infantile: la pertosse, e gli diede la cura adeguata. Era una malattia benigna, eppure che sollievo quando guarì!
Spesso c’è un malessere nella nostra vita. Non si tratta di una malattia grave, ma di un malessere interiore che opprime e che non riusciamo a vincere. Né gli sforzi per condurre una vita onesta, né la buona educazione, né il denaro lo possono curare… Nulla riesce a guarire questo male profondo che aumenta ogni giorno di più. Siamo davvero condannati a vivere così, senza forza morale e senza speranza di guarigione?

No, perché c’è un Medico, Gesù Cristo, che ha dato un nome al male che mi fa soffrire; lo chiama peccato, e mi propone una cura efficace e definitiva: la fede in Lui e nel Suo sacrificio. Se gli confesso i miei peccati, mi purificherà (1 Giovanni 1:9) e sarò guarito. “Mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi… Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi… Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati mediante la morte del Figlio suo” (Romani 5:6-10).

venerdì 28 agosto 2015

28 Agosto

Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera… perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio.
Ebrei 11:8-10

La chiamata di Abraamo

Abraamo è considerato nella Bibbia  “padre dei credenti”. Dio lo chiamò e gli ordinò di lasciare il suo paese, e lui credette a Dio e ubbidì. Le nostre vite sono molto diverse da quella di Abraamo, ma l’essenza della fede rimane la stessa: percepire la chiamata di Dio e rispondervi con fiducia.
Per Abraamo la chiamata era categorica: “Va’ via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va’ nel paese che io ti mostrerò” (Genesi 12:1). Doveva partire, doveva abbandonare la sicurezza del mondo che gli era familiare. Ma questa richiesta era associata a una promessa di benedizione. Dio lo chiamava ad uscire dalle comodità del suo paese, per andare incontro all’ignoto. Abraamo ascoltò Dio, ubbidì alla chiamata e si mise in cammino.
Anche per noi c’è una chiamata di Dio, anzi, un ordine: “Dio ora comanda a tutti gli uomini che si ravvedano” (Atti 17:30). Cosa significa “ravvedersi”? Significa riconoscere e confessare a Dio le proprie colpe, chiedergli perdono, e credere in Gesù Cristo il Salvatore. Credere presuppone di aver fiducia in Dio e di essere pronti a ubbidirgli.

È falso pensare che l’ubbidienza a Dio ci renda in qualche modo prigionieri e non ci lasci sufficiente spazio vitale. Anzi, quando crediamo a Dio non siamo né schiacciati né soffocati, poiché Dio ci ama. Ci libera dalle cose che ci bloccano, come le paure, i sensi di colpa, l’orgoglio e l’egoismo. Ci pone nella libertà di fare il bene

giovedì 27 agosto 2015

27 Agosto

La terra barcollerà come un ubriaco, vacillerà come una capanna. Il suo peccato grava su di lei; essa cade e non si rialzerà mai più.
Isaia 24:20

 (Gesù ha detto:) “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Marco 13:31

La terraferma

Un amico mi confidava: “Non mi piace viaggiare in aereo, preferisco rimanere sulla terraferma”. La nostra terra è veramente tanto ferma? Molti fenomeni naturali, mareggiate, eruzioni vulcaniche, terremoti, frane, possono mettere in dubbio quest’affermazione. Ancora di più, la Bibbia ci dice che la terra è destinata ad essere distrutta. “I cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi” (2 Pietro 3:7). Dunque è la situazione morale degli uomini davanti a Dio che determinerà la fine del nostro pianeta.
Ma che ne è delle basi morali della nostra società occidentale? Possiamo appoggiarci con fiducia su quanto oggi ci è proposto come vero? Tutte le verità conosciute dagli uomini sono verità “relative”: molte sono legate a una certa epoca o ad una determinata civiltà, o possono essere vere in un paese e false altrove, o verificarsi oggi ed essere contraddette domani…
Invece, quando Gesù dice: “Io sono la verità” (Giovanni 14:6), si tratta della verità “assoluta”. Lui è la verità ovunque e in ogni epoca. Per questo possiamo avere completa fiducia in quello che dice, sapendo che nessuna delle Sue parole sarà mai trovata in difetto.

 “Il vostro cuore non sia turbato – ha detto il Signore – abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Giovanni 14:1). Rileggiamo l’affermazione del Signore: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Marco 13:31).

mercoledì 26 agosto 2015

26 Agosto

Il nostro Dio è santo.
Salmo 99:9

(Gesù disse:) “Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento”.
Luca 5:32

Il peccato, che brutta parola!

“Il peccato? Non parlatemene; è un concetto superato!” Ecco quanto diceva una madre all’insegnante di un club cristiano: “Non voglio che mio figlio senta questa parola!” Questo tipo di reazione non è raro; molti non vogliono più sentire parlare del peccato. Questa parola fa paura; si preferisce il termine errore o sbaglio (e tutti possono sbagliare!), o ancora se ne attenua il significato. Si parla di “debolezza”, per indicare un errore di poca importanza o una cattiva abitudine. Un peccato “veniale” non sarebbe altro che un difetto non grave...
Ma la Bibbia non passa leggermente sul peccato. Ecco quello che dichiara al riguardo:
– Il peccato è entrato nel mondo per opera della prima coppia di esseri umani (Romani 5:12).
– Non c’è distinzione: tutti hanno peccato (Romani 3:23), tranne il Cristo (1 Pietro 2:22).
– Il peccato ha come conseguenza la morte spirituale (la separazione da un Dio santo) e la morte fisica (Romani 6:23; Genesi 2:17).
– Il peccato rimane un male incurabile, al di fuori del rimedio offerto dalla morte espiatoria di Gesù Cristo (Atti 4: 12).
Dio è santo e non può sopportare il male. Ma Suo Figlio Gesù Cristo ha accettato di subire il giudizio per quelli che credono in Lui. Non c’è dunque più condanna per loro (Romani 8:1).

Non minimizziamo i nostri peccati, non mascheriamoli. Confessiamoli a Dio e accettiamo il Suo perdono.

martedì 25 agosto 2015

25 Agosto

O SIGNORE… tu hai visto… A te si abbandona il misero; tu sei il sostegno dell’orfano.
Salmo 10:12, 14

Dio nostro Padre… ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna.
2 Tessalonicesi 2:16

Il mistero della sofferenza

Un giorno o l’altro, un colpo arriva per tutti; è la sofferenza, è quando ci sentiamo oppressi dal dolore, dalla malattia, dalla delusione. Allora sorgono le domande “perché?”, “perché io?” “cos’ho fatto di male?” E subentra lo scoraggiamento, a volte anche la ribellione contro Dio: “Se Dio esistesse, questo non dovrebbe accadere…”
Di fronte alla sofferenza sentiamo di essere in presenza di un mistero, il mistero della vita, il mistero di ogni essere umano. Anche se avessimo qualche contrasto con uno che soffre, questo improvvisamente scomparirebbe e ci sentiremmo più vicini a lui.
La domanda del perché della sofferenza rimane inspiegabile. È a Dio che dobbiamo affidarla ed aspettare da Lui il soccorso. Così hanno pregato uomini di fede come Giobbe, Davide, i profeti. Hanno pianto, e hanno detto a Dio cose che non potevano dire a nessun altro. Le loro domande erano l’espressione della loro fede di fronte a una situazione estrema. Dio non ha dato loro spiegazioni sul perché della sofferenza, ma ha fortificato la loro fede e ha dato loro la serenità: “Io so che il mio Redentore vive”, disse Giobbe (Giobbe 19:25); e Davide: “Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce” (Salmo 18:6).

Il Figlio di Dio è venuto nel nostro mondo e si è avvicinato a noi. Ha pianto di compassione, ha sofferto, inchiodato su una croce. Là ha vinto il Maligno; ha tolto i peccati di chi crede, prendendoli su di Sé, per aprire loro la porta della vita eterna, ma anche per dare ad ognuno di loro il soccorso nelle sofferenze della vita terrena.

lunedì 24 agosto 2015

24 Agosto

Rallegratevi sempre nel Signore.
Filippesi 4:4

La gioia nel Signore

Nel mondo ci sono degli ottimisti che consigliano agli altri di prendere ogni cosa con il sorriso.  Cuori leggeri, a volte teste leggere, si sforzano di “tirare su il morale” della gente, e moltiplicano parole buone e pacche affettuose. L’effetto è di solito scadente, perché il più delle volte questa giovialità è forzata e chi la ostenta non ha conosciuto i motivi di turbamento, né i drammi dolorosi di quelli che vorrebbero aiutare e per i quali non provano una vera simpatia.

Non si può accettare da chiunque il consiglio “rallegratevi sempre”, ma le cose cambiano quando a darlo è l’apostolo Paolo. Lui aveva sofferto molto nel suo lavoro missionario e per amore della fratellanza. Basta leggere 2 Corinzi 11:23-28 per averne un’idea. Quando scriveva ai Filippesi “rallegratevi sempre” si trovava in prigione da molto tempo; eppure, la sua Lettera è piena di raggiante felicità e la parola “gioia” ritorna frequentemente. Ma Paolo non esortava solo a rallegrarsi, esortava a “rallegrarsi nel Signore”. È nel Signore, nella comunione con Lui, nella preghiera, nella riflessione sul Suo amore e sulla Sua gloria, che il credente trova i motivi di gioia, anche se le circostanze che attraversa sono difficili. Questo era il segreto di Paolo. Egli vuol dirci con queste parole: C’è per voi, come per me, un motivo di gioia, uno solo: è il Signore. Niente e nessuno possono togliere la serenità profonda di chi vive vicino a Lui.

domenica 23 agosto 2015

23 Agosto

Uno soltanto è legislatore e giudice, colui che può salvare e perdere; ma tu chi sei che giudichi il tuo prossimo?
Giacomo 4:12

Non giudicate, affinché non siate giudicati.
Matteo 7:1

Chi scaglierà la pietra?
(Giovanni 8:11)

Alcuni capi religiosi conducono dal Signore una donna colta in adulterio. In realtà si preoccupano poco della colpa di quella donna; il loro scopo è di tendere un’insidia a Gesù.
La donna è colpevole, e la legge dell’Antico Testamento è formale: dev’essere lapidata. Ma da chi?
Gesù legge nei cuori di quelli che la accusano. Si china, lasciando loro un tempo di riflessione, poi si rialza e annuncia il Suo giudizio: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. La freccia li raggiunge con più sicurezza di quelle pietre che avrebbero colpito colei che si preparavano a lapidare. E se ne vanno, uno dopo l’altro.
La donna rimane sola con Gesù. È Lui che avrebbe il diritto di scagliare la prima pietra e che potrebbe condannarla, poiché è senza peccato. Lo farà? No. Ben presto sarà Lui stesso giudicato e condannato da uomini iniqui. Andrà alla croce ad espiare i peccati di quelli che credono in Lui e anche di quella donna, se si sarà pentita. “Va’ – le dice – e non peccare più”.

Gesù non è passato con leggerezza sul male commesso; lo ha preso su di sé e ne ha subìto il castigo da parte di Dio, durante le tre ore impenetrabili della crocifissione. Ascoltiamo il Suo grido di dolore: “I miei peccati mi pesano…” (Salmo 40:12). Queste iniquità che confessava come Sue, erano le mie e le vostre.

sabato 22 agosto 2015

22 Agosto

Il giusto per fede vivrà.
Romani 1:17

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti.
Efesini 2:8, 9

“Il giusto per la sua fede vivrà”

Questo versetto dell’Antico Testamento (Abacuc 2:4) è citato tre volte nel Nuovo Testamento (Romani 1:17; Galati 3:11; Ebrei 10:38). È stato il punto di partenza della Riforma in Germania, nel XVI secolo. Il monaco Martin Lutero (1483-1545), tormentato dal sentimento dei propri peccati, si era recato a Roma a piedi per tentare di mettere in pace la sua coscienza. Mentre stava salendo in ginocchio la Scala Santa, gli venne in mente questo versetto e ne fu colpito; e capì di sbagliare strada cercando una salvezza che era stata garantita, già molti secoli prima, dal sacrificio di Gesù alla croce. Egli realizzò che era inutile sforzarsi di meritarla, quando Gesù l’aveva acquistata al suo posto e gliela offriva gratuitamente. Provò allora un’immensa gioia e una pace profonda. Da allora la sua vita fu trasformata. Non gridò più, come faceva un tempo a Erfurt: “I miei peccati, i miei peccati! Chi mi libererà dai miei peccati?”

Se, come Lutero, ti senti schiacciato sotto il peso delle tue colpe, basta che tu ti rivolga a Gesù Cristo e accetti con fede quello che dice la Sua Parola: “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” (1 Pietro 2:24). Dio perdona chi crede. “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).

venerdì 21 agosto 2015

21 Agosto

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.
Romani 12:1

Il popolo che ama il corpo

“Il popolo che ama il corpo”. È così che nel secondo secolo, il filosofo Celso chiamava i cristiani. Lo faceva per derisione poiché, per i filosofi della sua scuola, il corpo umano non era altro che la prigione dell’anima. I primi cristiani affermavano la loro fede nell’incarnazione di Gesù Cristo, ossia nel fatto che il Figlio stesso di Dio avesse preso un corpo, come dice il Vangelo: “La Parola è diventata carne” (Giovanni 1:14). Il Figlio di Dio non ha preso solo l’apparenza di un uomo, ma è diventato un uomo, “simile ai suoi fratelli” (Ebrei 2:17).
Prendendo la nostra condizione umana, il Figlio di Dio ha partecipato alla nostra debolezza, ha conosciuto la fame, la sete, la fatica. Il disprezzo del corpo non è dunque di origine cristiana, ma proviene da certe filosofie o correnti di pensiero che si sono infiltrate nei paesi cristianizzati.

L’apostolo Paolo esorta i cristiani di Roma a presentare il loro corpo a Dio in sacrificio vivente (Romani 12:1). Il cristiano non idolatra il proprio corpo (come avviene oggi nella nostra società del piacere e dell’apparenza!), ma neppure lo disprezza; egli sa che è il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:19). Da quando ci siamo convertiti a Cristo, tutto il nostro essere appartiene al Signore, anche il nostro corpo. Per questo dev’essere nutrito, curato, mantenuto puro e disponibile per servire il Signore.

giovedì 20 agosto 2015

20 Agosto

Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
Isaia 53:5

Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?
Ebrei 2:3

Vuoi essere guarito?
Leggere: Vangelo di Giovanni cap. 5

Può sembrare strana questa domanda che Gesù ha rivolto all’uomo paralizzato che si trovava alla vasca di Betesda. Quale malato non desidererebbe essere guarito? Ma la guarigione proposta da Gesù non riguardava solo il corpo, bensì anche l’anima. Purtroppo, molti l’hanno rifiutata e continuano a rifiutarla. Gesù aveva il potere di guarire i malati per la vita terrena, ma anche di perdonare i peccati e dare la vita eterna. Però ha dovuto fare questa amara constatazione: “Non volete venire a me per avere la vita!” (v. 40).
L’uomo paralizzato aveva esperienza dell’egoismo del cuore umano, e conosceva la propria incapacità di giungere alla guarigione, per cui risponde: “Signore, io non ho nessuno…” (v. 7). Nessuno che lo aiutasse, che gli desse una mano o una parola di conforto. Ci si può aspettare ben poco dagli uomini, ma Gesù non è un uomo come gli altri, è il Dio Salvatore che può e vuole rispondere a tutti i bisogni delle Sue creature. Così, Gesù dà a quel paralitico un ordine apparentemente impossibile da eseguire: “Alzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina” (v. 8). Il malato crede ed è subito guarito!

Noi accetteremmo volentieri di essere guariti dalle nostre malattie; ebbene, Gesù ci offre molto di più: ci vuole liberare dal peccato, che è la causa di tutta la sofferenza che c’è nel mondo e, di conseguenza, dalla morte eterna, dalla perdizione! Dipende solo da noi accettare la salvezza per mezzo della fede in Lui.

mercoledì 19 agosto 2015

19 Agosto

(Gesù disse:) “Io sono il buon pastore e conosco le mie (pecore) e le mie (pecore) conoscono me, come il Padre mi conosce ed io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”.
Giovanni 10:14, 15

“Io andrò in cerca delle mie pecore”.
Ezechiele 34:12

Centro di sostegno psicologico

Dopo una catastrofe, spesso vengono aperti dei centri di sostegno psicologico per i sopravvissuti. Infatti, il nostro equilibrio fisico e psichico è molto fragile, e in certi momenti abbiamo bisogno di essere aiutati. Quando le cose vanno bene ci crediamo forti, ma appena arrivano le difficoltà corriamo il rischio di essere presi dallo smarrimento, dall’angoscia o anche dalla rabbia… La Bibbia ci ricorda: “Se ti scoraggi nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca” (Proverbi 24:10). Dobbiamo riconoscere che sovente la nostra forza è davvero poca.

Ma il cristiano sa di poter fare affidamento su Dio; Egli conosce perfettamente la complessità della nostra natura, poiché è Lui che ci ha creati: “Egli conosce la nostra natura; si ricorda che siamo polvere” (Salmo 103:14). Per questo circonda delle Sue tenere cure quelli che lo riconoscono: “Il SIGNORE è pietoso verso quelli che lo temono” (Salmo 103:13). La Sua conoscenza dei nostri bisogni è totale, poiché Gesù Cristo ha preso la forma di uomo e ha condiviso la nostra condizione. Ha visto le sofferenze fisiche e morali che l’uomo sopportava come conseguenza del peccato, e le ha sperimentate, pur essendo senza peccato. Ha sopportato il dolore causato dalla malvagità dell’uomo e morendo sulla croce è diventato il Salvatore di coloro che credono in Lui. Ora, risuscitato, veglia dal cielo su quelli che ha salvati, dando loro sostegno e conforto nelle difficoltà della vita.

martedì 18 agosto 2015

18 Agosto

Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.
Giovanni 3:14, 15

Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani 6:23

Il serpente di Mosè


Molti secoli fa, il popolo d’Israele, uscito dall’Egitto, attraversava a piedi il vasto deserto situato tra l’Egitto, il Sinai e la Palestina. Dovevano raggiungere il territorio di Canaan che Dio aveva loro promesso, ma, spesso scoraggiati, gli Israeliti si lamentano, contestano, Lo accusano. Non riconoscono la bontà del loro Dio che li aveva miracolosamente liberati dalla schiavitù dell’Egitto, e li aveva protetti e nutriti ogni giorno. All’ennesima contestazione Dio permette che dei serpenti dal morso mortale invadano il loro accampamento. Molti Israeliti muoiono. Il loro capo, Mosè, prega per il popolo e Dio gli risponde ordinandogli di mettere su un’asta, in modo ben visibile, un serpente fatto di rame, e dice: “Chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita” (Numeri 21: 8). E così avveniva: chi lo guardava viveva.
Il morso di quel serpente è una figura del peccato che ha marchiato tutti gli esseri umani. La morte ne è la tragica e ineluttabile conseguenza. Ma come al tempo di Mosè bastava uno sguardo di fede rivolto al serpente per salvare dalla morte, oggi chi crede a Gesù inchiodato sulla croce riceve il perdono dei suoi peccati e la vita eterna.
Gesù Cristo, condannato per me, ha portato sulla croce il castigo che io meritavo per i miei peccati. Il mio sguardo di fede mi dà la vita eterna perché il mio Salvatore non è rimasto sulla croce né nel sepolcro, è risuscitato ed è tornato in cielo.

Quel Dio che mi ama, e che avevo offeso, chiede in cambio soltanto la mia totale fiducia.

lunedì 17 agosto 2015

17 Agosto

Il Signore dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l’intelligenza. Egli tiene in serbo per gli uomini retti un aiuto potente.
Proverbi 2:6-7

Proteggiamo i nostri figli!

Molti genitori sono particolarmente esercitati circa i loro doveri nei confronti dei figli. Il desiderio dei padri e delle madri credenti è di riuscire a rispondere con maggiore fedeltà a ciò che Dio si aspetta.
Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà”, scrive Salomone (Proverbi 22:6). Quest’esortazione dev’essere presa in seria considerazione dai genitori e da tutti coloro che hanno delle responsabilità verso i giovani. Dio dice in Deuteronomio 6:6-7: “Questi comandamenti, che oggi ti do,… li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua”. Si tratta qui della formazione della loro intelligenza spirituale, dell’educazione secondo Dio della loro mente e dei loro giovani cuori. È la salutare istruzione che Timoteo aveva ricevuto fin dall'infanzia da sua madre e da sua nonna, due donne pie e timorate di Dio (2 Timoteo 1:5).

Far conoscere ai figli le cose di Dio e insegnare loro ad apprezzarle e a goderne è un dovere che spesso, purtroppo, viene sottovalutato e trascurato. Eppure, non è forse questo il più urgente e il più dolce dei doveri dei padri e delle madri? Se i ragazzi conoscono la Bibbia e imparano ad avere il timore di Dio, troveranno la forza e la capacità di resistere al peccato e saranno preservati dal cadere nei tranelli di Satana e dal diventare schiavi di vizi e di peccati.

domenica 16 agosto 2015

16 Agosto

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.
2 Corinzi 5:17

Noi lo amiamo perché egli (Dio) ci ha amati per primo.
1 Giovanni 4:19

Che cos’è la fede?

La fede è un principio di vita che coinvolge quello che c’è di più profondo nella nostra esistenza, nei nostri obiettivi, nelle nostre aspettative.
La fede è credere in Dio. La fede nasce quando mi metto in ascolto della Parola di Dio e sono attento a quello che Egli mi dice. Per credere bisogna accogliere con umiltà e fiducia il messaggio di Dio, essere pronti a rimettersi in discussione, ad abbandonare il proprio modo personale di vedere le cose o i nostri abituali comportamenti. Chi crede si appoggia sulle certezze del Vangelo e lascia da parte i suoi precedenti punti di riferimento; vive una trasformazione, una conversione.
La fede è l’opposto della diffidenza, è fiducia in Dio, nella Sua bontà, nella Sua grazia. Questa fiducia iniziale cresce poi con gli anni, quando faccio l’esperienza che Dio mantiene le Sue promesse,  risponde alle mie preghiere, mi libera dal male e mi guida nella Sua via.
La fede è ubbidienza. Non un’ubbidienza formale, esteriore, ma un’ubbidienza di cuore (Romani 6:17); la vera fede è “la fede che opera per mezzo dell’amore” (Galati 5:6). Io cerco di onorare e di amare il mio Signore, il che implica anche l’amore per il mio prossimo.

Una fede vivente e reale è una fede “pratica” che ci porta a ricevere la Parola di Dio, a confidare nella Sua bontà e a sottometterci alla Sua volontà. Forse può avere degli alti e bassi, dei momenti oscuri e altri più luminosi, ma non può mai spegnersi, perché è fondata su Dio che è immutabile (1 Giovanni 5:13).

sabato 15 agosto 2015

15 Agosto

Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano.
Matteo 7:13-14

Un ingresso sbarrato 

Davanti all’ingresso di un castello medioevale c’è una folla di visitatori. Indubbiamente è l’entrata ufficiale del castello. Mi accodo anch’io, ma poi noto, un po’ più in là, una porticina dove potrebbero passare non più di due persone per volta. Altri si avvicinano con me e, non appena spingiamo, la porticina si apre. Allora, do di nuovo un’occhiata al portone principale e noto un cartello: “Ingresso sbarrato”. Perché tante persone aspettano ancora lì? Non hanno letto il cartello? No; ognuno ha seguito la folla senza riflettere.
Nella vita di ogni giorno, il comportamento degli altri può indurci in errore. Per il nostro avvenire eterno c’è il grande rischio di essere ingannati dalle idee della massa. Molta gente vive come se Dio non esistesse; ma che ne sarà di loro quando lo incontreranno? Alcuni credono che le opere buone siano il mezzo per essere ammessi in cielo; è quello che insegnano parecchie religioni, ma non è così. Un tempo Dio aveva dato la Sua Legge al popolo d’Israele, dicendo: “Fa’ questo, e vivrai” (Luca 10:28). Ma nessuno ha mai potuto osservarla interamente. Allora Dio ha chiuso una volta per sempre questa “porta” della salvezza mediante le opere. Ormai bisogna passare da un’altra porta, quella della salvezza per grazia! E’ una porta disprezzata da molti, eppure si apre istantaneamente a chi bussa.

Gesù stesso è la vera porta: “Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato” (Giovanni 10:9).

venerdì 14 agosto 2015

14 Agosto

Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo.
Romani 15:13

Fiducia

Pace, gioia, speranza. Queste parole non vi fanno sognare? Non evocano ciò a cui tutti aspirano? La pace in un mondo turbato, la gioia nonostante le circostanze avverse e le cattive notizie, la speranza nonostante la prospettiva certa della morte…
Gesù, prima di morire, ha detto ai suoi discepoli: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).
Avete dei dubbi? Non dovete esitare a pregare Dio, nel nome di Gesù. Abbiate fiducia in Lui! La vostra stessa esistenza, come quella dell’universo in cui vi trovate, attesta che c’è un Essere superiore, Creatore onnipotente e saggio; è il Dio della Bibbia, il Dio che ha dato il proprio Figlio per noi, a dimostrazione del Suo amore infinito. Egli è dunque degno della vostra fiducia, completa, assoluta, definitiva.

Non è appunto questo che vi manca? Uno di cui potervi fidare completamente, uno che non vi deluda mai. “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” (Romani 8:32). Dandogli fiducia scoprirete in Lui un Padre che vi ama teneramente, sinceramente e sempre.

giovedì 13 agosto 2015

13 Agosto

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio!
1 Giovanni 3:1

La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.
Salmo 119:105

Una salvezza completa e gratuita (2)

Con quel gruppo di persone riunite per ascoltare la Bibbia, abbiamo ricordato che Gesù aveva detto, prima di rimettere il Suo spirito nelle mani del Padre: “È compiuto” (Giovanni 19:30). (La parola greca così tradotta era usata per attestare che una fattura era saldata). Il nostro debito verso Dio era dunque pagato. La vita eterna era ormai acquistata per tutti quelli che accettavano il Salvatore. La salvezza che ci viene offerta è dunque gratuita.
I punti di riferimento, il fondamento della nostra fede e dei nostri scambi di pensieri erano fondati esclusivamente sulla Parola di Dio. Le persone riunite ascoltavano in silenzio. Alla fine della nostra conversazione, la religiosa mi disse:
“Signore, siamo fratelli nella fede in Gesù Cristo!
– Sì, certamente.
– Lei non pensa che potremmo pregare insieme?”

Abbiamo pregato; avevamo lo stesso Padre celeste, lo stesso Salvatore, lo stesso Signore. Facevamo parte della stessa famiglia spirituale, quella della Chiesa di Gesù Cristo. Non saprei dire chi dei due fosse più felice di quell’incontro che senza dubbio era stato preparato dal nostro Dio. Una volta di più stavo realizzando in che modo Dio istruisce e fortifica la fede di ogni suo figlio che si impegna a meditare la Sua Parola. Incoraggiamoci l’un l’altro a farlo, ogni giorno e con perseveranza!

mercoledì 12 agosto 2015

12 Agosto

Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: “È compiuto!” E, chinato il capo, rese lo spirito
Giovanni 19: 30

Noi… crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.
Romani 4:24, 25

Una salvezza completa e gratuita (1)

Parecchi anni fa trascorsi alcuni giorni di vacanza in un piccolo paese di alta montagna. Un giorno, con un abitante del luogo, commentando un film proiettato il giorno prima da un prete su un suo recente viaggio in Israele, ne approfittai per parlargli dell’amore di Gesù. Gli dissi: “Quando ci rendiamo conto che il Figlio di Dio ha acconsentito a venire in questo mondo e che ha voluto soffrire e morire per salvarci dal giudizio eterno, abbiamo grandissimi motivi per essergli riconoscenti”. Commosso fino alle lacrime, l’uomo mi disse: “Venga con me; l’accompagnerò da qualcuno che la capirà”.
Attraversammo il paese; poi lui bussò a una porta ed eccoci alla presenza di parecchie persone riunite intorno a una religiosa alla quale disse: “Ecco qui uno che potrà capirla!” Io mi presentai come un cristiano che legge la Bibbia e feci la bella scoperta che quella persona la conosceva benissimo e che la sua missione era di incoraggiare i parrocchiani a leggerla.
Mentre parlavamo dell’opera compiuta da Gesù alla croce, io le chiesi: “Sorella, lei pensa che abbiamo bisogno di aggiungervi qualcosa?” Spontaneamente e con convinzione rispose: “Ma, signore, che cosa vorrebbe aggiungervi? La Sua opera è di certo sufficiente!”
(segue)

martedì 11 agosto 2015

11 Agosto

Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché, come il peccato regnò mediante la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
Romani 5:20, 21

La croce, una duplice prova

La croce dove Gesù Cristo è stato inchiodato rivela nello stesso tempo l’odio dell’uomo e l’amore di Dio.
Infatti, quand’era sulla terra, Gesù è andato di luogo in luogo facendo del bene; ma i suoi concittadini, invece di riconoscere la Sua devozione al servizio degli altri, l’hanno odiato e hanno cercato di sbarazzarsi di Lui. È stato condannato a morte e inchiodato su una croce tra due malfattori; non si è alzata nessuna voce in sua difesa per denunciare quel crimine! Cristo crocifisso è la tragica dimostrazione di ciò che gli uomini sono capaci di fare. Di fronte ad un simile atto, anche Dio è rimasto in silenzio e non ha giudicato subito quelli che se n’erano resi colpevoli. Inchiodato sulla croce, Gesù Cristo ha chiesto a Dio di perdonare coloro che lo crocifiggevano; ha detto: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34).
Mentre si scatenava l’odio degli uomini, Gesù dava la propria vita per amore. Ha dato prova che nulla poteva alterare il Suo amore per le Sue creature; ha accettato che Dio facesse cadere su di Lui il castigo meritato dai nostri peccati. Sulla croce ha detto: “È compiuto” (Giovanni 19:30) e “Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio” (Luca 23:46).
Col passare dei secoli, il cuore umano non è per nulla migliorato, ma l’amore di Gesù rimane lo stesso. Egli è come una roccia immutabile sulla quale possiamo fondare senza timore la nostra esistenza.

lunedì 10 agosto 2015

10 Agosto

Padre nostro che sei nei cieli,… sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo.
Matteo 6:9-10

… affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, perfetta e gradita volontà.
Romani 12:2

Che cosa vuole Dio?

“Dio, nostro Salvatore vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:3-4). Ha fatto tutto per questo; è andato fino al punto di dare il Suo unico Figlio per poter offrire gratuitamente la vita eterna a chiunque crede. Rifiutare quest’offerta sarebbe l’errore peggiore che si possa commettere, e una terribile offesa nei Suoi confronti.
A quelli che credono, Dio fa conoscere la Sua volontà, chiaramente espressa nella Sua Parola: “Questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate” (1 Tessalonicesi 4:3). Dio ci ha liberati dalla colpa dei nostri peccati e ci chiama ora ad abbandonare il male: “Come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta” (1 Pietro 1:15).
Ma la vita del credente non si limita ad astenersi dai peccati. Ci sono anche tante cose da fare: “Perché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti” (1 Pietro 2:15). Questa ricerca permanente del bene è essenziale per il cristiano: “Siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tessalonicesi 5:16-18).
Prendiamo Gesù come esempio; Egli ha sempre fatto la volontà del Padre tanto che ha potuto dire: “Faccio sempre le cose che gli piacciono” (Giovanni 8:29).

domenica 9 agosto 2015

9 Agosto

Nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto. Il riscatto dell’anima sua è troppo alto e il denaro sarà sempre insufficiente, perché essa viva in eterno.
Ma Dio riscatterà l’anima mia.
Salmo 49:7-9, 15

Come riscattarsi?


Un giovane era ossessionato dal suo passato. Droga e violenza avevano caratterizzato la sua vita fino a quel momento, ed ora usciva di prigione col rimorso nel cuore. Mi diceva: “Sono pentito del male che ho fatto; mi piacerebbe poter morire al posto di un altro, per potermi riscattare”.
No, amico mio. La tua morte non servirebbe a nulla. Immagina di essere in tribunale, condannato a pagare una somma troppo elevata per te, e che tu proponga al giudice di pagare per te e anche per un altro condannato! Sarebbe assurdo. Ma se una persona ricca paga per te e per l’altro, potrete uscire liberi tutti e due. Questa situazione è esattamente la nostra davanti a Dio:
– Siamo giustamente  condannati da Dio per le colpe che abbiamo commesso.
– Ci piacerebbe fare qualcosa per rimediare ed eventualmente risarcire chi abbiamo offeso o danneggiato... Impossibile!
– Gesù solo può perdonare i peccati. Sulle sue mani, sui piedi e sul costato Egli porta i segni del prezzo che ha pagato per te e per me, sulla croce.

È normale che tu ti vergogni dei peccati commessi; la tua coscienza ti spinge a metterti in regola con Dio. Nessuna delle tue buone opere potrà cancellare le offese contro Dio e il male che hai fatto agli altri e a te stesso. Solo il sangue di Gesù può farlo. Riconoscendo questo, i tuoi peccati sono cancellati e Dio non ti accusa più. Se credi, la vergogna lascerà il posto alla gioia, la gioia di essere reso giusto da Dio stesso (Romani 5:1)! Allora dovrai solo dirgli grazie, e in cambio dedicare la tua vita all’amore per Lui e per il tuo prossimo!