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venerdì 30 settembre 2022

Egli pensava

“Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: Ecco, io pensavo: egli uscirà senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome del SIGNORE, del suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso” 2 Re 5:11.


Questo passo ci presenta la storia di un uomo importante, capo dell'esercito del re di Siria. Naaman, voleva essere guarito dalla lebbra per mezzo del profeta Eliseo, ma rifiutava la parola di Dio, data dal profeta, perché lo feriva nel suo orgoglio. 

“Egli pensava”. Si aspettava un cerimoniale adatto alla sua persona, ma Dio non gli aveva riservato alcun riguardo particolare. Pretendeva di ricevere degli onori dovuti al suo rango, ma le parole che ricevette gli apparvero troppo semplici e soprattutto troppo umilianti.

L'uomo naturale ha fiducia solo nei propri pensieri: ditegli ciò che gli fa piacere, che lo tranquillizzi, ciò che è conforme al suo modo di pensare e le vostre parole saranno ascoltate con favore, perfino con entusiasmo. Ma quando Dio parla e denuncia il peccato, quando esige che l'uomo si riconosca nel suo stato di colpevolezza senza far valere alcun diritto per entrare in cielo, un orgoglio insensato impedisce all'uomo di ascoltare. E questo orgoglio lo porta ad irritarsi e rifiutare di ubbidire alla voce di Dio. Infine, quando l'Evangelo presenta una salvezza gratuita, per mezzo della fede nell'opera espiatoria di Cristo sulla croce, il peccatore obietta: “No! È troppo facile”. In realtà bisognerebbe spogliarsi di ogni pretesa. Dio non cambierà per voi il piano di redenzione. Non c'è salvezza per voi se non accettate ciò che Dio stesso vi dice.

“dicono ai veggenti: Non vedete! E a quelli che hanno visioni: Non ci annunciate visioni di cose vere! Diteci cose piacevoli, vedete cose immaginarie!” Isaia 30:10.

30 settembre - Il pane della vita

(Gesù disse:) “Il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo.

Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete”.

Giovanni 6:33-35

 

Il pane della vita

 

Il giorno prima di quello in cui il Signore ha pronunciato queste parole, diverse migliaia di persone avevano potuto saziarsi grazie al pane e ai pesci da Lui moltiplicati. Ora Gesù vuol parlare loro di un altro pane, un pane che ha il potere di nutrire l’anima. Il Suo miracolo è anche il simbolo di una realtà spirituale e invisibile. Il pane, spezzato e moltiplicato, rivela l’intento di Dio: che l’uomo viva di ciò che procede da Lui.

Anche oggi l’uomo ha fame di pace, di riconciliazione, di generosità, d’amore, di purezza. Il successo nella vita non calma questa fame, tanto più che esso stesso si costruisce sovente sulla rivalità, la speculazione, lo sfruttamento. Gesù lo sa e si presenta ad ognuno di noi come “pane della vita”. Come nutrirsene? Semplicemente credendo in Lui e cercando di conoscerlo sempre meglio, attraverso la lettura degli Evangeli, per poterlo imitare. La fede in Cristo, nel Suo amore, nella Sua morte per i nostri peccati, e nella Sua risurrezione, ci dà una nuova vita spirituale.

Noi abbiamo bisogno ogni giorno di nutrimento, ma se dobbiamo alimentarci per vivere, dobbiamo anche avere una ragione di vita. Nutrirsi di Gesù, delle Sue parole, e contemplarlo nella Sua devozione al servizio di tutti, dà un senso e un valore alla vita e le permette di radicarsi nell’“universo” di Dio.

giovedì 29 settembre 2022

Inutilizzabile

“Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati” Ebrei 10:14.


Si racconta che Michelangelo, il geniale artista del Rinascimento, abbia scolpito l'ammirabile statua del David in un blocco di marmo di scarto. Tagliato in modo così maldestro che nessun altro scultore avrebbe saputo che cosa farsene. Il blocco in questione era stato dichiarato inutilizzabile. Tuttavia, quando il giovane Michelangelo Buonarroti lo ebbe fra le sue mani, ne fece uno dei capolavori di tutti i tempi.

Tutti gli uomini sono diventati inutili per Dio, da cui si sono sviati dopo la caduta e il peccato di Adamo. Dio stesso ci dice che: “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” Romani 3:10-20,33.

Inutili, inutilizzabili, poiché peccatori, nemici di Dio, senza forza, empi, morti nei falli e nei peccati, votati alla morte. Ecco che cosa siamo, per natura, a causa dei nostri peccati. Totalmente inutilizzabili!

Se vi riconoscete in questa descrizione allora abbiamo delle buone notizie per voi! Dio nella sua grazia infinita, prende dei peccatori, schiavi di Satana, rovinati, per farne delle nuove creature, atte alla sua presenza. 

Ma come è possibile ciò? Per mezzo di Cristo e della sua opera. Miracolo infinitamente più grande che trarre un capolavoro da un pezzo di marmo inutilizzabile.

29 settembre - L’aiuto di Dio per le nostre scelte

Acquista saggezza, acquista intelligenza; non dimenticare le parole della mia bocca e non te ne sviare; non abbandonare la saggezza, ed essa ti custodirà; amala, ed essa ti proteggerà.

Proverbi 4:5-6

 

L’aiuto di Dio per le nostre scelte

 

La scelta per Cristo, vale a dire di accettarlo come personale Salvatore, è fondamentale perché c’è in gioco nientemeno che la vita eterna. Ma ci sono poi le continue scelte della vita, e in queste noi credenti siamo altamente privilegiati perché lo Spirito Santo che è in noi, “rinnovando” la mente e “trasformando” i pensieri, può indicarci i giusti orientamenti e i comportamenti più corretti (Romani 12:2). Così, le decisioni da prendere e le scelte da operare assumono un significato ben diverso rispetto a quando non conoscevamo ancora il Signore. 

Non è azzardato dire che chi conosce a fondo la Parola di Dio è sempre ben indirizzato. Non che la Bibbia ci fornisca un elenco di soluzioni per ogni tipo di problema che ci troviamo a dover risolvere – a volte ci piacerebbe che fosse così! – ma ci dà dei criteri di scelta, sia col farci conoscere il pensiero generale di Dio, sia offrendoci delle giuste scale di valori e di priorità, nel campo morale e spirituale.

La Bibbia non ci dice tutto quello che ci piacerebbe sapere, ma ci insegna quello che dobbiamo sapere, prima di tutto per metterci in regola con Dio, e poi per affrontare i problemi e le esigenze della vita e riportare la vittoria sul peccato e sulle circostanze. A volte siamo obbligati a fare delle scelte per altri, ad esempio per i nostri figli, o a dare dei consigli a chi ci chiede aiuto nelle decisioni da prendere. Ma anche in questi casi le regole sono le stesse: umiltà, dipendenza dal Signore, conoscenza della Sua Parola, preghiera, e attesa paziente delle Sue risposte.

(tratto da “1200 giorni con Gesù” Edizioni “il Messaggero Cristiano”)

mercoledì 28 settembre 2022

28 settembre - Il bene e il male

Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene.

Isaia 5:20

 

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

Romani 12:2

 

Il bene e il male

 

La nozione del bene e del male si è radicalmente modificata in pochi anni nella nostra società materialista e sempre più immorale. Per esempio, fino a pochi decenni fa, il divorzio e la convivenza erano poco praticati e considerati non come cosa normale. Oggi, chi si stupisce più? Nessuno. Addirittura, i ragazzi e le ragazze sono liberi di vivere insieme senza mai sposarsi; eppure, la Bibbia definisce questo “peccato di fornicazione” e ci invita a fuggirlo (1 Corinzi 6:18).

Noi che conosciamo il Signore, seguiremo l’andazzo di questo mondo? Ci comporteremo come gli altri senza che la nostra coscienza ci riprenda? È proprio la nostra coscienza che dovrebbe farci discernere, in ogni campo, ciò che è bene e ciò che è male, ma ha bisogno di essere illuminata dalla Parola di Dio. Non permettiamo che sia condizionata dalla mentalità odierna e dalla morale corrente! Cerchiamo di conoscere cosa sono il bene e il male secondo il pensiero di Dio.

Che la nostra vita e le nostre relazioni siano pure, siano l’espressione di un amore vero, come un eco a ciò che contraddistingueva la vita del Signore Gesù, che “è andato dappertutto facendo del bene” (Atti 10:38). E solo il bene!

martedì 27 settembre 2022

Motivo di vanto

Sulla facciata di un edificio, vanto dell'aviazione americana, è riportata questa scritta: “Il volo dell'uomo attraverso la vita è sostenuto dalla potenza delle sue conoscenze”

Questo stesso motto è stato adottato e scolpito su dei medaglioni che gli astronauti portarono con loro sulla luna.

Sono ben fragili queste ali se la loro forza si misura in base alle sue conoscenze. Una dimenticanza, un'errore e tutto crolla. Forse qualcuno crede che l'uomo si sia spinto veramente lontano mettendo il piede sulla luna. Ma il cammino che ha percorso attraverso lo spazio è nulla in confronto con quanto gli rimane ancora da percorrere per arrivare veramente alla meta. Ma l'uomo non è capace di costruire nessuna navicella o astronave che lo possa portare oltre lo spazio... al terzo cielo.

“Bisogna vantarsi? Non è una cosa buona; tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (se fu con il corpo non so, se fu senza il corpo non so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo... fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili”  1 Corinzi  12:1-2.

Non è una cosa buona, ma l'uomo avrebbe di che vantarsi. Lo potrebbe fare non perché con grande dispendio di soldi e energie ha posto piede sul satellite più vicino alla terra ma perché, gratuitamente può conosce Colui che lo ha creato e non solo quello ma anche tutto l'universo.

L'uomo è una creatura alla ricerca incessante di qualche cosa. Per costituzione la sua mente non è capace di riposo; l'ignoto lo attrae, la sua fame di sapere è insaziabile, la sua vita è un viaggio disseminato di scoperte. L'uomo indaga, ricerca. I tanti perché della sua fanciullezza continuano a martellargli le tempie anche quando sono grigie. Ma, con tutta la sua scienza, non può giungere a Dio, né è capace di gettare un ponte nell'universo. 

E' impossibile e così sarebbe sempre stato se Dio stesso non vi avesse posto rimedio.

Dio è sceso, si è fatto uomo per venire a cercare e salvare quanti erano perduti e ogni uomo lo era. Ora possediamo un gran motivo di vanto.

“Così parla l'Eterno: Il savio non si glori della sua saviezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza; ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono l'Eterno, che esercita la benignità” Geremia 9:23-24.

27 settembre - Il travaglio del Signore Gesù

Essendo in agonia, egli (Gesù) pregava ancor più intensamente; e il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra.

Luca 22:44

 

Il travaglio del Signore Gesù

 

Qualche ora prima di essere crocifisso, il Signore è nel giardino di Getsemani. Egli sa perfettamente come andranno le cose; un profondo travaglio lo opprime. Egli è là, assolutamente solo, in ginocchio, e prega il Padre Suo. A qualche metro di distanza, i discepoli dormono, estranei alla sofferenza del loro Maestro. La Sua angoscia è così profonda che il Suo sudore diventa “come grosse gocce di sangue” (Luca 22:44).

Egli aveva davanti a Sé le sofferenze che avrebbe dovuto sopportare: non solo sofferenze fisiche, ma quelle del giudizio di Dio contro il peccato. Così diceva: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Luca 22:42). Sulla croce, sarebbe stato colpito, Lui innocente e giusto, al nostro posto.

Gesù amava gli uomini e voleva fare la volontà del Padre. Chi potrà mai capire il Suo combattimento interiore? Ma che trionfo! Il Suo amore ha permesso a Dio di portare a compimento i Suoi piani di salvezza per l’umanità. Adesso, chi crede in Lui riceve il perdono dei peccati. Che motivo di riconoscenza e di adorazione!


lunedì 26 settembre 2022

26 settembre - La tolleranza secondo Dio

Chiunque osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti.

Giacomo 2:10

 

Dio è giusto e giustifica colui che ha fede in Gesù.

Romani 3:26

 

La tolleranza secondo Dio

 

La Bibbia racconta la storia di molti uomini, le tumultuose relazioni fra di loro e con Dio. Essa mostra l’incredibile barbarie umana, le interminabili guerre e l’infedeltà costante dell’uomo nei confronti di Dio. Di fronte a queste cose, Dio si presenta come un Dio giusto o come un Dio paziente che perdona. Giusto quando minaccia, corregge e condanna, paziente quando rimanda a più tardi il meritato castigo. Quando perdona e cancella il peccato o l’infedeltà, lo fa a patto che questi siano riconosciuti e confessati. L’uomo di oggi non è migliore di quello di ieri. C’è chi ruba una mela e c’è chi uccide.

Agli occhi degli uomini, tenuto conto delle conseguenze, uno è perdonabile, l’altro no. In un caso si tollera, nell’altro no. La tolleranza umana è molto elastica, ma quella di Dio non lo è. Per Lui, qualunque peccato commesso dev’essere confessato perché possa venire cancellato.

Si potrebbe credere che il perdono sia incompatibile con la Sua giustizia perfetta, ma Dio, che ha orrore del male, ama tutti gli uomini e vuole salvarli. E poiché il peccato richiede la punizione di chi lo commette, Dio ha colpito il Suo Figlio al posto nostro, per poter perdonare noi. Gesù Cristo è morto prendendo su di Sé tutta la nostra colpevolezza. E così, essendo il peccato giudicato, Dio può perdonare colui che si pente. “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9).


domenica 25 settembre 2022

25 settembre - Schiacciati dai pesi?

 (Gesù disse:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.

Matteo 11:28

 

… gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.

1 Pietro 5:7

 

Schiacciati dai pesi?

 

C’è un versetto della Bibbia che ci insegna come Dio vuole che affrontiamo le nostre, purtroppo inevitabili, preoccupazioni. È scritto: “Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà” (Salmo 55:22).

Un “affanno” è come un peso che ci opprime; è tutto ciò che ci fa soffrire nella vita nostra e in quella dei nostri famigliari e dei nostri fratelli e sorelle nella fede. Non è detto che Dio toglierà il tuo peso, ma che sosterrà te, e farà in modo che i pesi non ti schiaccino. Da questi pesi desideriamo essere liberati, ma se perdiamo la pazienza Satana può approfittarne per portarci allo scoraggiamento.

Non possiamo evitare le preoccupazioni, ma possiamo e dobbiamo affidarle al Signore che ci darà la forza per sopportarle, siano esse di carattere personale, famigliare o professionale. Parliamone a Lui in preghiera e abbiamo fiducia, perché Lui ci ama e ha cura di noi.

Non c’è nulla di troppo difficile per la Sua potenza (Geremia 32:17) né di troppo insignificante per il Suo amore (Matteo 10:29-31).


sabato 24 settembre 2022

Le catene di Satana

“Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: Donna, tu sei liberata dalla tua infermità. Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio. Or il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse fatto una guarigione di sabato, disse alla folla: Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire, e non in giorno di sabato. Ma il Signore gli rispose: Ipocriti, ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” Luca 13:11-16.


Il racconto della donna “tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi” mette in evidenza l'esistenza dei legami usati da Satana. Il concetto di liberare, sciogliere, ricorre più volte. Il Signore l'ha sciolta da quei legami; solo lui poteva farlo.

Questo tipo di malattia è la più comune fra gli uomini e, spesso, anche fra i credenti. Il legame di quella donna le impediva di raddrizzarsi. Incapace, in figura, di guardare in alto, verso Dio, aveva lo sguardo volto a terra e i pensieri assorbiti dalla sua condizione. Le cose di questa terra erano costantemente oggetto del suo sguardo.

Anche Lot ne aveva sofferto. I suoi occhi non si era alzati oltre la pianura di Sodoma. In questa condizione non vi è gioia ne gloria per Dio. Infatti leggiamo che dopo che fu sciolta da questi legami  glorificava Dio.

Il legame del formalismo.

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ed egli vi risponderà: Io non so da dove venite. Allora comincerete a dire: Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze! Ed egli dirà: Io vi dico che non so da dove venite. Allontanatevi da me, voi tutti, malfattori” 24-30.

Molti cercheranno di entrare ma non potranno. Terribile condizione quella di coloro che saranno chiamati dal Signore stesso “malfattori”, nonostante che abbiano mangiato e bevuto e assistito ai suoi insegnamenti nelle piazze. Si può vantare una comunione apparente (mangiare e bere), si può affermare di essere stati presenti  durante i suoi insegnamenti ma non aver mai avuto una relazione personale con Cristo. Non si è salvati perché frequentiamo una chiesa locale ne lo si è perché ascoltiamo con una certa regolarità i vari messaggi durante le riunioni. Si è salvati perché conosciamo Cristo personalmente e lo possediamo nei nostri cuori.

Il legame del gonfiore.

“Gesù entrò di sabato in casa di uno dei principali farisei per prendere cibo, ed essi lo stavano osservando, quando si presentò davanti a lui un idropico” 14:1. 

Questa malattia consiste nell'accumulo anormale di liquido che porta di conseguenza ad un rigonfiamento e rappresenta l'orgoglio. E' una “malattia” è distruttiva per il cristiano. Concentra l'attenzione su se stessi e impedisce di vivere una vita di comunione e sottomissione a Cristo. Gli uomini nel loro orgoglio prendono gloria gli uni dagli altri e preferiscono la gloria degli uomini a quella di Dio (1 cor. 4:18).

“E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo” 1 Pietro 5:5-6.

Tutti i credenti sono chiamati a rivestirsi di umiltà (l'abito dei servi) e il motivo è semplice:

perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Questa umiltà deve essere manifestata non solo in rapporto con gli altri, ma anche in rapporto a Dio.

24 settembre - Siate pronti!

“Anche voi siate pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate”.

Luca 12:40

 

“Prepàrati… a incontrare il tuo Dio!”

Amos 4:12

 

Siate pronti!

 

Su quell’unità navale americana tutti conoscevano Bill, un marinaio che indossava sempre il giubbotto di salvataggio. Nonostante lo prendessero in giro, quando navigavano lo indossava sempre. Un giorno del 1945, la sua unità si preparava per un combattimento nel Pacifico meridionale. All’improvviso, una squadriglia di bombardieri nemici mandò a picco la nave cisterna sulla quale si trovava Bill. I soccorritori trovarono un solo superstite: Bill, col suo giubbotto di salvataggio! Questo marinaio ebbe salva la vita grazie a quella precauzione per la quale l’avevano tanto deriso.

Oggi siamo tutti in pericolo. Chi può fare affidamento sul domani? Dopo la morte ci sarà il giudizio di Dio, è scritto nella Bibbia.

Tu, lettore, sei messo “in sicurezza”? Se credi in Gesù Cristo e lo accetti come tuo personale Salvatore, sei “rivestito” della Sua giustizia, vale a dire Dio attribuisce a te la giustizia del Suo Figlio. Solo così sei al sicuro. Il Suo sacrificio ti salva. “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi” (Romani 5:1-2). Essere pronti è avere la certezza, grazie alla fede in Gesù Cristo, di incontrare Dio non come Giudice, ma come il Padre celeste che accoglie i Suoi figli nella propria casa, per sempre. 


venerdì 23 settembre 2022

Che uomo è mai questo?

“E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: Che uomo è mai questo...” Matteo 8:27.


Ci fu un tempo nel quale visse sulla terra un Uomo particolare. Tutto in Lui era unico, diverso dagli altri uomini. Qualcuno potrebbe definirlo “un tipo fuori del comune”.

La sua nascita fu contraria alle leggi naturali della vita; la sua morte alle leggi della morte.

A differenza di ogni altro uomo, Egli aveva stabilito come e quando nascere, e come e quando morire. Non aveva ricchezze ne un esercito di seguaci; ma appena nato creò non poco turbamento ad un re e ad un'intera città.

All'età di dodici anni stupiva i maestri benché non avesse frequentato scuole speciali.

Fattosi adulto poteva controllare le forze della natura, camminare sul mare, dare ordini ai venti. Non possedeva né campi, né allevamenti, ne barche da pesca, ma ha sfamato più volte migliaia di persone.

Senza aver studiato medicina ha guarito folle di malati e non ha mai chiesto di essere pagato. Non aveva la laurea in psicologia eppure tutti quelli che si affidavano a Lui passavano dall'angoscia e la tristezza alla pace e la gioia.

Non scrisse nessun libro, ma su di Lui sono stati scritti libri in numero incalcolabile. Non ha fondato scuole, ma nessuna scuola del mondo ha tanti discepoli quanto Lui. Non comandò nessun esercito, ma i suoi soldati, tutti “volontari”, sono sparsi per tutto il mondo.

Nacque fra l'indifferenza degli uomini e morì condannato come malfattore, ma moltitudini di angeli salutarono il suo ingresso nel mondo e fitte tenebre coprirono il mondo alla sua crocifissione, come se la luce si rifiutasse di illuminare il crimine che si stava compiendo.

Gli uomini non tremarono alla sua morte, ma tremò la terra tanto che le rocce si schiantarono.

Era davvero, come alcuni lo definirono, semplicemente figlio di Giuseppe e Maria? Quello che colò dalla croce del Calvario era solo il sangue di un uomo dabbene? Quando morì e fu sepolto, la sua storia finì come quella di qualsiasi altro uomo? Il suo corpo è ancora nel sepolcro?

Questo è l'Uomo Cristo Gesù. Ogni sua parola, ogni sua azione lo distinguono dagli altri uomini. Aveva parole di verità, di affetto, di perdono. Rispondeva al male con il bene, all'odio con l'amore, alla violenza con la dolcezza perché era Dio manifestato in carne.

Conoscendolo abbiamo conosciuto Dio; considerando le sue azioni abbiamo compreso che Dio voleva salvarci. Credendo in Lui abbiamo il perdono dei nostri peccati e la vita eterna.

Questo dono è offerto anche a te. Accettalo prima che sia troppo tardi.

23 settembre - La Bibbia e il telefono cellulare

La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.

Salmo 119:105

 

La Bibbia e il telefono cellulare

 

Che cambiamento ci sarebbe nella nostra vita se utilizzassimo la Bibbia con la stessa frequenza e lo stesso interesse con cui utilizziamo il nostro cellulare! La consulteremmo ogni momento per vedere se è arrivato un messaggio e dare una risposta, se c’è stata una chiamata da parte di Dio e non abbiamo sentito la suoneria… La prenderemmo come punto di riferimento se ci trovassimo a dover risolvere un problema.

A differenza del nostro cellulare, per la Bibbia c’è sempre “campo”, e la sua carica non si esaurisce mai. I suoi messaggi sono sempre sorprendentemente attuali e si adattano perfettamente alle nostre situazioni quotidiane. Le Sue parole sono sempre parole di verità, di consolazione e di speranza.

“Non temere; soltanto continua ad avere fede!” ha detto il Signore al capo della sinagoga che aveva la figlia gravemente malata (Marco 5:36).

“La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:9).

“Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37).

Niente ci potrà separare “dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore” (Romani 8:39).

giovedì 22 settembre 2022

Desideri della carne

“Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne”  Galati 5:16.


Questo versetto non dice, se avete lo Spirito non adempirete i desideri della carne, ma se camminate nello Spirito.

Tutti i credenti sperimentano la presenza dello Spirito che dimora in loro e che gli rende capaci di vivere in modo gradito a Dio. La forma del verbo “camminare” però indica un azione continua, uno stile di vita abituale ed è solo in questo caso che ha effetto ciò che segue:  e non adempirete affatto i desideri della carne.

Non basta possedere lo Spirito o essere nati di nuovo, bisogna “camminare” cioè, avere questa azione continuata nello Spirito. Quando facciamo riferimento a qualcuno che cammina, parliamo di qualcuno che a un azione continua che non si ferma ma avanza nel cammino e questo è anche implicitamente un progredire giorno dopo giorno. E' qui che l'Apostolo usa un assoluto: non adempirete affatto, cioè in alcun modo, i desideri della carne. Non vi è altro modo per contrastare la carne se non quello di “camminare” nello Spirito.

22 settembre - Persone “brillanti”

Gesù parlò… dicendo: “Io sono la luce del mondo”.

Giovanni 8:12

 

Ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce - poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità - esaminando che cosa sia gradito al Signore.

Efesini 5:8-10

 

Persone “brillanti”

 

Nella società vi sono persone definite “brillanti”. Intelligenti, molto colte, sono in grado di affrontare con competenza ogni argomento; la loro compagnia è molto apprezzata. A volte siamo un po’ gelosi delle loro doti.

Ma quelli che conoscono il Signore non hanno nessun motivo di invidiarle, perché Dio ha dato a loro, che per fede sono diventati Suoi figli, la facoltà di “risplendere”. Tutti i figli di Dio, infatti, tutti coloro che hanno ricevuto la vita divina mediante la fede in Gesù Cristo sono “luce nel Signore”. La sorgente della loro luce non è in loro né nelle loro qualità personali; essi non fanno altro che riflettere la luce di Cristo. Lui solo è la vera luce che “illumina ogni uomo” (Giovanni 1:9). In ogni dettaglio della Sua vita, Gesù ha manifestato questa luce fatta di bontà, giustizia e verità. Ora che è salito in cielo, Egli lascia i Suoi a riflettere, come degli specchi, le Sue qualità e le Sue virtù.

mercoledì 21 settembre 2022

Solo la verità

Durante un telegiornale ho visto una scena piuttosto comune in America.

Una donna stava in piedi davanti al giudice e ai giurati e con la mano sulla Bibbia e l'altra alzata faceva un giuramento, questo: “Giuro di dire la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità”.

Era una testimone. Il suo compito non era di gonfiare o diluire la verità. Il suo compito era di dire la verità.

Anche il cristiano è un testimone e come i testimoni in tribunale è chiamato a dire la verità.

Il mondo ci osserva è la giuria e noi siamo i testimoni principali. 

A citarci come testimoni è stato il Signore stesso: “quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra” Atti 1:8.

Siamo chiamati a testimoniare a dire ciò che abbiamo visto e udito. E dobbiamo dire la verità. Non abbiamo il compito di abbellire o di stravolgere la verità. Abbiamo il compito di dire la verità.

C'è tuttavia una differenza tra il testimone in tribunale e un testimone in Cristo. Il testimone in tribunale a un certo punto scende dal banco dei testimoni, mentre il testimone in Cristo resta sempre lì. Poiché le verità del vangelo sono continuamente sotto processo, la corte è sempre riunita e noi restiamo sotto giuramento.

21 settembre - Storia che non finisce

Ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo.

Romani 8:18

 

Dio nostro Padre… ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza.

2 Tessalonicesi 2:16

 

Storia che non finisce

 

La giovane Carlotta legge una storia nella quale tutto si accanisce contro il personaggio principale, e piange. Suo fratello le passa vicino e le dice: “Stai tranquilla; quel libro è triste, ma finisce bene!” Carlotta, tranquillizzata, riprende la lettura.

Nella vita del credente vi sono dei momenti bui nei quali si versano delle lacrime. Le prove sono dure e sovente non riusciamo a vedere l’uscita dal tunnel. Facciamoci coraggio! Chi ha riposto nel Signore la propria fiducia ha una promessa: la sua vita ha lo sbocco in una felicità eterna. La sua storia finirà certamente bene perché è Dio stesso che lo promette: “Dio stesso… asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore… Queste parole sono fedeli e veritiere” (Apocalisse 21:3-5). Fin d’ora, però, il Signore è e rimane vicino ad ognuno dei Suoi, nei momenti felici come in quelli difficili.

Nel cielo vedremo come Dio ha fatto concorrere per il nostro bene anche i momenti più dolorosi della nostra vita e ne saremo meravigliati. La nostra consolazione non finirà mai.

Ma chi non crede, dopo la morte incontrerà Dio in giudizio (Ebrei 9:27). Ed è proprio attraverso le prove che Dio, a volte, spinge gli increduli ad accettare la Sua grazia e a rivolgersi con fede al Signore Gesù, unico mezzo di salvezza eterna e di pace.


martedì 20 settembre 2022

Molte vie

A molti uomini piace accomunare Cristo con Maometto, o con Confucio o con altre “guide spirituali”. Islam, induismo, buddismo e umanesimo non vanno bene ugualmente?

La salvezza si presenta in molte forme, no?

Ma il Signore nei suoi insegnamenti, non lascia aperta nessuna via per simili ipotesi. Egli dichiara: “ Io sono la via, la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” Giovanni 14:6. Pietro, dopo la morte del Signore, non sposta di un millimetro i riflettori che puntano su Cristo: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” Atti 4:12.

Molti indietreggiano di fronte a una tale perentorietà. Questi insegnamenti sembrano ormai primitivi in quest'epoca di bande larghe e menti aperte. Il mondo va restringendosi, le culture si mescolano, i confini si annullano; è l'epoca dell'inclusione.

Tutte le strade portano in cielo vero?

Ma è mai possibile?

Ogni approccio a Dio è corretto?

Secondo l'islam il Signore Gesù non fu mai crocifisso. Il cristianesimo sostiene che fu crocifisso. Non possono avere ragione entrambi.

L'ebraismo respinge il Signore Gesù come Messia. I cristiani lo accettano come Messia. Qualcuno sta commettendo un errore.

I buddisti mirano al nirvana, raggiungibile dopo non meno di 547 reincarnazioni. I cristiani credono in una vita, in una morte e in una eternità di gioia con Dio. Le due posizioni si escludono a vicenda.

Gli umanisti non riconoscono un creatore della vita. Il Signore Gesù afferma di essere la sorgente della vita. Uno dei due fa delle affermazioni sbagliate.

Gli induisti percepiscono un dio molteplice e impersonale. I seguaci di Cristo credono che ci sia un Dio solo. Le due cose non possono essere entrami vere.

E' come se qualcuno venisse a raccontarti che tutti i voli portano a Milano. Tu ti rechi in aeroporto ma ti basta dare una sola occhiata al tabellone delle partenze per accorgi che le cose non stanno così. Voli differenti hanno destinazioni differenti. Non tutti i voli portano a Milano. Come non tutte le strade portano a Dio.

20 settembre - Diventato uomo per amore nostro

Cristo Gesù…  pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini… umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

Filippesi 2:5-8

 

Diventato uomo per amore nostro

 

Il cammino che ha portato Gesù Cristo dalla gloria del cielo all’abbassamento della croce è descritto molto bene in questi passi: “Essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente”. Egli non si limitò a sopportare tutto pazientemente, ma “svuotò se stesso, prendendo forma di servo”. Lasciò, per così dire, la “forma di Dio” e fu trovato nell’esteriore come un uomo; e come uomo abbassò se stesso facendosi ubbidiente fino alla morte. Senza dubbio, anche quando venne in forma di uomo, tutta la gloria divina brillava in Lui, in parole, in opere, in Spirito e in ogni altra manifestazione. “Voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi” (2 Corinzi 8:9).

Ci sono due aspetti dell’umiliazione del Signore: il primo è che, essendo Dio, “svuotò” se stesso, si “annullò”; il secondo è che, essendo stato trovato nell’esteriore come un uomo, abbassò se stesso “facendosi ubbidiente”, non solo durante la sua vita ma fino alla morte, rinunciando totalmente a se stesso. E non solo accettò di morire, ma di morire in croce, supplizio riservato agli schiavi e ai malfattori.

“Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (v. 9-11).


lunedì 19 settembre 2022

Un vapore

“Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce” Giacomo 4:14.


Gli ottocento passeggeri, uomini, donne e bambini, che nel giugno del 2008 si trovavano a bordo del traghetto Princess of Stars al largo dell’isola di Sibuyan, nelle Filippine, non avevano alcun sospetto su quanto li attendeva solo un ora dopo la loro partenza dal porto. Senza preavviso il traghetto si trovò ad affrontare un improvvisa tempesta e in pochi secondi i felici passeggeri furono trasformati in gente disperata e terrorizzata mentre affondavano in acque gelide. I sopravvissuti a quel naufragio furono solo poche decine.

Un giornalista tempo fa, affermava, con una certa ironia, che nella vita ci sono due sole certezze: la morte e le tasse. Beh per quest'ultima è sufficiente un buon consulente o un preparato commercialista per evitare quasi completamente il pagamento di queste. Ma tutti, milionari o miserabili, debbono affrontare l'altra certezza: la morte.

E' quasi certo che nessuno dei passeggeri a bordo del traghetto ha pensato alla possibilità di morire entro una manciata di minuti dalla partenza dal porto. E questo è dovuto in gran parte al fatto che viviamo in una società che cerca di negare o minimizzare la morte.

Ho assistito pochi giorni fa ad un funerale, ascoltando i discorsi dei parenti e amici lì presenti, mi sono reso conto che in occasioni così evidenti, innegabili, si cerca di coprire il proprio imbarazzo intorno a questa realtà, parlando del defunto come della “cara scomparsa”, o “la beneamata”, privandola quasi inconsapevolmente del nome. Ho avuto l'impressione che la maggior parte di loro ritenesse che tutto ormai era finito lì e di lei non restava altro. Il fatto che il corpo venga sepolto sotto terra e che l'anima del defunto se n'è separata è più di quanto siamo disposti ad ammettere.

Ma non è così!

Molti pensano alla morte come una liberazione dal dolore, o dall'età avanzata, o dalla solitudine. 

No! 

La morte non è liberazione ma in molti casi è sconfitta, disperazione, per la realtà ignorata alla quale l'uomo si troverà di fronte.

La morte non è un amico ma un nemico dell'uomo e di Dio. “L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte” 1 Corinzi 15:26.

E' un nemico che porta via una giovane coppia prima del matrimonio, che arresta il giovane che vuol fare il pilota, che prende il padre e lascia bimbi orfani e una vedova sconsolata. Nei brevi momenti nei quali tu hai letto queste righe già quattro persone sono morte. La morte lascia frammenti di molte carriere promettenti incompiute. La chiamano “morte prematura”, quasi che sia l'uomo a stabilirne il corso ma essa agisce indipendentemente dai progetti e dalle aspirazioni degli uomini.

Negli anni ho assistito anche a molti funerali nell'ambiente evangelico. Il clima non è certo allegro, la dipartita di qualcuno che ci è caro genera comunque dolore, ma la speranza che si legge nel volto dei presenti è evidente. Essa si basa sulle promesse del Dio che non può mentire. Egli ha affermato: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” Giovanni 11:26.

Durante questi funerali è consolante scorgere non la rassegnazione ma la speranza e ascoltare le parole: “adesso è con il Signore”. Vi è della consolazione. Sono una attestazione di vittoria. Della vittoria che il Signore ha compiuto per noi sulla croce.

19 settembre - Dobbiamo temere le forze occulte?

Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.

1 Pietro 5:8

 

“Resta con me, non temere… con me sarai al sicuro”.

1 Samuele 22:23

 

Dobbiamo temere le forze occulte?

 

Da adolescente avevo letto un libro che parlava di cose misteriose, di potenze occulte terribili e, nello stesso tempo, affascinanti. Mi facevano paura e ne parlai a mio padre.

“Sì mi rispose quelle sono cose che esistono e fanno paura. Ma tu, Maria, sei credente, appartieni al Signore Gesù e non devi aver nulla a che fare con quelle cose. Ricordati che il tuo Signore è più potente di tutte le forze del male.

Immagina di far visita a un’amica; nel cortile c’è un cane che abbaia furiosamente man mano che tu ti avvicini. È chiaro che non avresti il coraggio di entrare. Ma ecco che un uomo esce dalla casa, fa tacere il cane con autorità, e ti invita ad entrare. Allora puoi farti avanti senza paura. Vicino al padrone non corri alcun rischio, anche se il cane ringhia ancora; ma, attenzione! Se lasci la presenza del padrone e vai a passeggiare vicino alla cuccia di quel cane, rischi di essere morsicata.”

Che gioia sapere che Gesù è vincitore sul diavolo e su tutto ciò che ha a che fare con lui. Il nome di Gesù mette in fuga le potenze del male; esse indietreggiano davanti a Lui, come il buio davanti alla luce. Se ci troviamo, senza volerlo, in una situazione che ci fa paura, preghiamo il Signore con convinzione e Lui ci libererà. La Sua presenza è una protezione sicura contro il male, ma se noi abbiamo contatto, volontariamente, con le forze occulte, ne subiremo una deleteria influenza, perderemo la gioia e saremo assaliti da dubbi.

Vegliamo dunque, e rimaniamo vicini al Signore che è il più forte!

domenica 18 settembre 2022

18 settembre - Una vendetta sorprendente

“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”.

Matteo 5:44

 

(Cristo) oltraggiato, non rendeva gli oltraggi.

Questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti.

1 Pietro 2:15, 23

 

Una vendetta sorprendente

 

Su un’isola dell’oceano Pacifico, un indigeno divenuto cristiano aveva preso il nome biblico di Sofonia. Un giorno, mentre parlava del suo Salvatore ad un abitante pagano del villaggio, questi, molto attaccato alle credenze ancestrali della sua tribù, andò su tutte le furie, prese un vaso di terra e colpì la testa di Sofonia con una tale violenza che il recipiente si frantumò. Senza dire una parola, Sofonia rientrò nella sua capanna. Sospesa alla parete, c’era una mazza che lui sapeva usare magistralmente. Furioso, fu preso dalla voglia di vendicarsi, ma in quel momento il suo sguardo cadde sul suo Nuovo Testamento. L’aprì e lesse le parole che il Signore Gesù aveva pronunciato sul monte: “Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli… Amate i vostri nemici” (Matteo 5:10, 44).

Sofonia volle ubbidire al Signore e lo pregò di dargli la forza necessaria. Subito, capì cosa doveva fare: portare un nuovo vaso a colui che l’aveva maltrattato. Quell’uomo rimase talmente stupefatto per questo tipo di vendetta che ricambiò col dono di un prezioso fanone di balena; e quando apprese perché Sofonia aveva reagito in quel modo, accettò volentieri che gli leggesse qualche testo di quel Libro che conteneva degli insegnamenti così straordinari.

sabato 17 settembre 2022

17 settembre - Schiavo per ignoranza

Come già prestaste le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità per commettere l’iniquità, così prestate ora le vostre membra a servizio della giustizia per la santificazione.

Romani 6:19

 

Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi.

Galati 5:1

 

Schiavo per ignoranza

 

Molto tempo dopo la proclamazione dell’abolizione ufficiale della schiavitù negli Stati Uniti (1863), c’erano dei Neri che credevano di essere ancora schiavi. I loro padroni avevano fatto in modo che non venissero a conoscere la notizia della loro liberazione per poter continuare a sfruttarli!

Ci sono anche oggi dei cristiani che non conoscono la loro libertà e restano sotto la schiavitù del peccato o di una qualche legge. Noi siamo schiavi del peccato quando ignoriamo che, grazie alla vittoria di Cristo, il peccato non ci deve più dominare. Per uscire da questa schiavitù, abbiamo bisogno di udire l’Evangelo e di crederlo: “La legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Romani 8:2). Allora, invece di contare sulle nostre forze, lasceremo che sia lo Spirito Santo a guidarci e a darci la capacità di vivere come Dio desidera.

Allo stesso modo, chi ha creduto nel sacrificio di Cristo non è più schiavo di una legge; ma anche questo sembra che a volte sia ignorato. L’uomo tende ad appoggiarsi su ogni tipo di regole che possono dare l’illusione di essere dei buoni cristiani; questo rivela una mancanza di dipendenza dal Signore e limita la capacità d’iniziativa e di devozione. Non consideriamo la fede cristiana come un insieme di costrizioni morali, ma impegniamoci a capire ciò che essa è realmente: una relazione d’amore e di ubbidienza a Gesù Cristo e alla Parola di Dio.


venerdì 16 settembre 2022

16 settembre - Una vita che vale la pena di vivere

“Dio è la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio, il mio asilo. O mio Salvatore, tu mi salvi dalla violenza!”

2 Samuele 22:3

 

Una vita che vale la pena di vivere

 

Quante espressioni sono usate nel passo citato per descrivere Dio! “La mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore… la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio, il mio asilo…”! Chi può parlare così? Lo può fare ogni credente che ha sperimentato la protezione del suo Signore. Quando confida nella potenza e nell’amore di Dio, il credente non ha più paura, nemmeno nelle situazioni più difficili.

La fede non è direttamente collegata a una pratica religiosa, o all'appartenenza a una chiesa, e nemmeno ad uno stato d'animo interiore. No, la fede è avere fiducia in Dio in tutta semplicità; è credere a quello che Egli dice nella Bibbia. Su questa fiducia possiamo fondare la nostra vita.

Dio, a volte, dice “no” alle nostre richieste; e allora, in base a quanto è forte la nostra fede, reagiamo con più o meno fiducia. Dio permette delle situazioni che ci sembrano difficili, in certi casi persino dolorose, perché possiamo crescere vicini a Lui e diventare una sorgente di benedizione per altri.

La fede mette in noi il desiderio di fare quello che Dio si aspetta, accettando anche quelle cose che a volte non capiamo. Lasciamo che lo Spirito di Dio agisca in noi! Ne risulterà una vita completamente diversa, una vita per Dio e con Dio. Gli ostacoli apparenti svaniscono man mano che progrediamo nella fede, guidati da Dio e protetti dalla Sua potenza. Il credente può dire al Signore: “Io confido in Te; dammi la forza di fare le cose che mi chiederai”.

Vivere nell’ubbidienza a Dio è una vita che vale la pena vivere.