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domenica 31 dicembre 2023

31 dicembre - La mia vita ha bisogno di luce

La tua parola è una lampada al mio piede.

Salmo 119:105

 

Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

Giovanni 8:12

 

La mia vita ha bisogno di luce

 

“In te è la fonte della vita e per la tua luce noi vediamo la luce. Fa giungere la tua benevolenza a quelli che ti conoscono, e la tua giustizia ai retti di cuore” (Salmo 36:9-10).

“Il Dio che disse: Splenda la luce fra le tenebre, è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2 Corinzi 4:6).

“Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno” (Proverbi 4:18).

“L’Onnipotente sarà la tua delizia, e alzerai la faccia verso Dio. Lo pregherai, egli ti esaudirà… Quello che intraprenderai, ti riuscirà; sul tuo cammino risplenderà la luce” (Giobbe 22:26-28).

“La vera luce (Gesù Cristo) che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo” (Giovanni 1:9).

“Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello rimane nella luce e non c’è nulla in lui che lo faccia inciampare” (1 Giovanni 2:9-10).

 

Lui traccia il Suo cammino - di luce al nostro piede,

lo sguardo Suo divino - fortifica la fede.

Il cuore a Lui si affida - a Lui tutto confida,

sempre vicino Egli è!

 

(Cantici Spirituali n°110 )

 

sabato 30 dicembre 2023

30 dicembre - “Sei pronto?”

Preparati… a incontrare il tuo Dio!

Amos 4:12

 

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Matteo 25:13

 

“Sei pronto?”

 

Questa domanda la sentiamo spesso. Che sia per andare al lavoro o a un appuntamento o a una riunione o a fare compere, siamo sempre impegnati a prepararci. Ci prepariamo anche per il nostro futuro, il benessere economico, la carriera, il progresso della nostra famiglia… Eppure, non siamo capaci di sapere ciò che i prossimi anni ci riservano, anzi, ignoriamo perfino ciò che ci porterà il domani.

Ma c’è un appuntamento inevitabile del quale non dovremmo avere alcun dubbio: il nostro incontro con Dio. Per questo incontro è essenziale essere pronti.

Come ci si può preparare per il momento in cui dovremo lasciare questa terra e comparire davanti a Dio? Cosa bisogna fare? Basta cercare di fare il bene per meritare il Suo perdono? No, questo non è il modo giusto di prepararsi per questo inevitabile appuntamento. La “via” per arrivare a Dio è una persona, è Colui che Dio ha inviato dal cielo, e che ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita” (Giovanni 14:6). Se andiamo a Gesù riconoscendo sinceramente le nostre colpe e la nostra condizione di peccatori perduti lontani da Lui, siamo perdonati. Egli ha accettato di subire al nostro posto la condanna di Dio per i nostri peccati, e la Sua risurrezione ci assicura che siamo resi giusti davanti a Dio.

Chi ha riposto la propria fiducia nell’opera di Gesù può dire con certezza: “Sono pronto a incontrare il mio Dio; anzi, aspetto e desidero quel momento!”

È questa anche la vostra certezza?


venerdì 29 dicembre 2023

29 dicembre - Chi avrà l’ultima parola?

È  Dio che giudica; egli abbassa l’uno e innalza l’altro.

Salmo 75:7

 

L’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole.

Daniele 4:32

 

Chi avrà l’ultima parola?

 

Uno sguardo lucido sul mondo e sulla sua storia porta a pensare che Dio abbia un ruolo fondamentale per salvaguardarlo. La violenza e l’arrivismo al servizio dell’interesse e dell’orgoglio sembrano guidare ogni attività umana. Che si tratti di individui o di popoli, la forza sopprime spesso la giustizia. Per questi motivi, da lungo tempo l’umanità avrebbe potuto piombare in un caos senza precedenti, oppure essere sottomessa a un individuo o a una razza la cui potenza avrebbe potuto distruggere o asservire tutti gli oppositori. Eppure, questo non è ancora avvenuto, o è avvenuto solo in parte e per periodi limitati, nonostante l’odio e la violenza omicida da parte di capi fanatici e di condottieri crudeli che hanno più volte tentato di stabilire un dominio universale. Poi, all’improvviso, un avvenimento imprevisto o il susseguirsi di piccole circostanze impercettibili hanno fatto crollare la potenza che sembrava riuscirci, e ne han fatto nascere un’altra non sempre migliore, ma che ha ristabilito l’equilibrio e permesso all’umanità di continuare il suo cammino sia nel bene sia nel male.

Questi misteriosi interventi, che hanno cambiato in pochi istanti il corso della storia, sono spesso attribuiti alla fatalità, al destino, alla fortuna... Ma noi cristiani sappiamo che Dio, sovrano e giusto, prosegue con l’esecuzione dei Suoi piani e avrà l’ultima parola nella storia dell’umanità, così come ha avuto la prima. Questo ci insegna la Bibbia. Al momento sembra che sia il male a dominare la scena, ma alla fine, dopo che Dio avrà punito ogni malvagità, sarà la Sua giustizia a trionfare. Possiamo dire, però, che l’amore e la giustizia di Dio hanno già trionfato, e questo è avvenuto in tutti coloro che si sono pentiti dei loro peccati e gli hanno affidato la loro vita!

giovedì 28 dicembre 2023

Dio?

Gli uomini si sono sempre interrogati sull'immagine di Dio. Società hanno speculato. Popoli hanno fantasticato. Ed abbiamo raggiunto una varietà di conclusioni. Dio è stato raffigurato come un vitello d'oro (Esodo 32:4), un vento forte impetuoso che schiantava i monti, un terremoto (1 Re 19:11), un monte avvolto dal fuoco, alla tempesta (Ebrei 12:18).

Ci siamo immaginati un Dio da evitare, capriccioso. Un Dio da temere, da placare. Ma mai nella più fervida immaginazione dell'umanità abbiamo preso in considerazione che Dio entrasse nel mondo come un uomo. 

“E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra noi...” Giovanni 1:14.

La Parola non divenne un turbine di vento che schianta i monti ne un fuoco divorante, ma come un uomo simile a noi. “...egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno” Ebrei 4:15-16.

Dal momento che sapete che Dio ci capisce, potete andare da lui con coraggio.

Grazie al miracolo di Betlemme, potete rispondere a queste domande fondamentali: A Dio importa se io sono triste? Guardate il volto del Signore Gesù rigato di lacrime quando sta vicino alla tomba di Lazzaro.

Il Signore è venuto per manifestare il Padre e ha detto: “Io e il Padre siamo uno” Giovanni 10:30.

“Chi ha visto me, ha visto il Padre” Giovanni 14:9.

Chi ha visto piangere il Signore a visto piangere il Padre. Certo le lacrime sono una caratteristica del corpo umano, ma sono anche segni manifesti di un sentimento dell'essere.

Abbiamo mai pensato a un Dio così?

Rattristato dinanzi ad una tomba. Eppure è scritto: “Cosa di gran momento è agli occhi dell'Eterno la morte de' suoi diletti” Salmo 116:15. 

Dio si accorge di quando io ho paura?

Leggete ciò che fece il Signore quando avanzò nella tempesta per salvare i suoi amici.

E' scritto: “...perché chi tocca voi, tocca la pupilla dell'occhio suo” Zaccaria 2:8.

Vi piacerebbe vedere Dio? Date uno sguardo al Signore.

Se fu disposto ad entrare nel mondo attorniato da animali, pastori e fasce, non pensate che sia disposto a entrare nel vostro?

Ha assunto un volto umano affinché l'uomo potesse avere una speranza e potesse capire di più su ciò che Dio è.

28 dicembre - Contrasto

Il Figlio dell'uomo (Gesù) non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.

Matteo 20:28

 

Dio… lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria.

1 Pietro 1:21

 

Contrasto

 

Il Figlio di Dio si è umiliato e ha preso sembianze umane per avvicinarsi agli uomini e salvarli. Tutta la Sua vita ha dimostrato ciò che Dio è: amore, luce, bontà, compassione…, caratteri che, almeno in parte, avrebbero dovuto trovarsi anche presso gli uomini; ma quale contrasto tra il modo di essere e di fare di Gesù, e il nostro!

– Noi cerchiamo le comodità. Gesù è nato in una stalla e non ha avuto una dimora fissa.

– Noi corriamo dietro alle ricchezze e agli onori. Gesù ha scelto di vivere nella povertà e nell’umiltà.

– Noi amiamo essere visti in compagnia di persone celebri. Lui si è circondato di uomini semplici e si è preso cura, prima di tutto, degli emarginati e dei feriti dalla vita.

L’apostolo Pietro ci ricorda ciò che è stata la vita di Cristo: “Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno. Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente” (1 Pietro 2:22-23). Che differenza col comportamento degli uomini! Eppure, nonostante che abbia risposto con amore alla cattiveria umana, alla fine è stato crocifisso.

Ma è proprio alla croce che il contrasto si è fatto più evidente. Nel momento in cui l’odio di tutti si scatenava contro di Lui, l’infinita profondità dell’amore di Dio si manifestava in favore di esseri odiosi, come noi. E lì, su quella croce, il Signore Gesù ha portato su di Sé il castigo dei nostri numerosi peccati e dei nostri oltraggi contro Dio.

mercoledì 27 dicembre 2023

Chi ha orecchi per dire oda

“Ascoltate: il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. Un'altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un'altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto. Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno». Poi disse: «Chi ha orecchi per udire oda». Marco 4:3-9.


Stesso seminatore, stesso seme, risultato diverso. Cosa cambia?

Cambia il modo di ascoltare.

Una delle caratteristiche delle assemblee che ho sempre frequentato è stata quella di distinguersi per un rispettoso e puntiglioso attaccamento alla Parola di Dio.

Sta forse cambiando qualcosa?

“Egli ci ha di sua volontà generati mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature. Questo lo sapete, fratelli miei diletti; ma sia ogni uomo pronto ad ascoltare, tardo al parlare, lento all'ira; perché l'ira dell'uomo non mette in opera la giustizia di Dio. Perciò, deposta ogni lordura e resto di malizia, ricevete con mansuetudine la Parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre. Ma siate facitori della Parola e non soltanto uditori, illudendo voi stessi.” Giacomo 1:18-22.

Giacomo affronta questo argomento, la vita che possediamo ci è stata trasmessa mediante l'ascolto e la lettura della Parola di Dio. Essere stati “generati mediante la parola” significa che questa parola è diventata l'ossatura della nostra vita. Essa non è semplicemente un codice da sfogliare di tanto in tanto o da tenere nello scaffale della nostra libreria, ma è stata piantata in voi.

“Attenti dunque a come ascoltate” Luca 8:18.

Queste parole, il Signore, le pronunziò parlando della lampada di fronte ad una grande folla.

Il modo in cui l'uomo risponde alla luce in questa vita è cruciale. Anche per i credenti la luce che la sua Parola emana è estremamente importante, guai a offuscarne i raggi, a non permettere che essi mettano in risalto le zone d'ombra che esistono ancora nel nostro cuore.

Non basta udire, ma è necessario afferrare per poterlo mettere in pratica. Purtroppo accade anche fra credenti vi siano molti che “udendo, non odono ne comprendono” Matteo13:13.

Sia ogni uomo pronto ad ascoltare, tardo al parlare. Qualcuno ha fatto giustamente notare che Dio ci ha creati con una bocca e due orecchie perché imparassimo bene ad ascoltare e permettessimo alle Sue parole di penetrare in profondità. Purtroppo molto spesso ci sono dei credenti che hanno due bocche e un solo orecchio.

Non illudere noi stessi (v.22). Non si può leggere la Bibbia come si legge un altro libro. Molti pensano che tutto si esaurisca nell'ascoltare un buon messaggio o che seguire uno studio biblico sia sufficiente. 

In realtà si illudono.

La Bibbia non è semplicemente un testo di lettura edificante, ma è una parola che trasforma (1 Tess. 2:13).

Udire e mettere in pratica è un abbinamento fondamentale. Paragonate questi due concetti a i due remi di un'imbarcazione, è come se volessimo progredire nel nostro percorso remando da un solo lato. Udire e basta non porterà in noi alcun progresso. Resteremo li fermi girando intorno a noi stessi.

Ma prendiamo un bell'esempio dall'Antico Testamento.

“Mangerete ogni animale che ha l'unghia spartita, il piede forcuto, e che rumina” Levitico 11:3.

Chissà come saranno rimasti sorpresi gli israeliti nell'ascoltare queste parole.

L'Antico Testamento è pieno di figure, di richiami che devono farci riflettere. Coloro che erano puri dovevano cibarsi solo di animali puri. Questo doveva essere i loro nutrimento e quali erano queste caratteristiche?

1. Unghia spartita, capace cioè di lasciare orme dietro di se. Testimonianza nel cammino.

2. Piede forcuto. Caratteristica necessaria a tutti gli animali adatti a salire sui luoghi rocciosi capaci di scalare vette, adatti ad ambienti montani. Questo ci parla di coloro che scelgono la montagna cioè la vicinanza con Dio.

3. Che rumina. Non si limita a “mangiare” ma rumina. Non si tratta solo di ingerire (udire) la Parola ma di ruminare. Questa Parola non deve scorrere su di noi come fosse acqua ma questo alimento deve portare una trasformazione nella nostra vita e nel nostro cammino..

Dopo che la Parola di Dio è stata piantata in voi, bisogna metterla in pratica, cioè permetterle di raggiungere i suoi obiettivi.

“Beato l'uomo che mi ascolta, che veglia ogni giorno alle mie porte, che vigila alla soglia della mia casa!” Proverbi 8:34.

27 dicembre - Solitudine

(Il Signore Gesù risuscitato disse:) “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”.

Matteo 28:20

 

Io non temerei alcun male, perché tu sei con me.

Salmo 23:4

 

Solitudine

 

Un’anziana donna, vedova, sta lavorando a maglia accanto alla finestra della sua cucina. Solo il vecchio orologio a pendolo, di tanto in tanto, rompe il silenzio. Spesso il suo triste sguardo si volge verso la poltrona vuota, dove fino a qualche tempo prima sedeva suo marito…

Solo alla sua scrivania, con la testa tra le mani, un artigiano sull’orlo del fallimento riguarda con ansia, una a una, le fatture ancora da pagare e cerca di rifare i suoi calcoli…

Solo nella sua stanza, la sera prima di un esame importante, uno studente ripassa per l’ultima volta le materie più importanti. Angosciato, capisce che domani sarà solo, davanti ad un foglio bianco…

Dolore, solitudine, angoscia, delusione, sono esperienze per le quali ognuno di noi purtroppo è passato. Il Signore non ha mai garantito ai Suoi che le difficoltà e le lacrime sarebbero state loro risparmiate, però ha promesso loro la Sua compagnia quando le avrebbero attraversate.

All’inizio della sua carriera cristiana, l’apostolo Paolo ha udito il Signore che gli diceva: “Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te” (Atti 18:9-10). E alla fine della sua vita, ha potuto testimoniare, in quella sorta di testamento spirituale che è la seconda Lettera a Timoteo, che la promessa era stata mantenuta: “Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco… Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte” (2 Timoteo 4:16-17).

Se la vita ci maltratta, non dimentichiamo che il Signore ci ama. Egli sa quanto abbiamo bisogno della Sua presenza e della Sua compagnia. Lui non ci lascerà mai soli, a meno che non siamo noi ad allontanarci da Lui.

martedì 26 dicembre 2023

Ieri

“Le sue compassioni infatti non sono esaurite;  si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!” Lamentazioni 3:22-23.


Forse ieri hai rovinato tutto.

Hai detto le parole sbagliate, hai imboccato la strada sbagliata.

Hai dato ascolto a cattivi consigli, hai parlato troppo precipitosamente, hai reagito nel modo sbagliato. Ti sei lasciato andare quando avresti dovuto resistere.

Hai alzato la voce quando non avresti dovuto, hai giudicato quando non era opportuno. Ti sei lasciato trascinare da compagnie sbagliate.

Forse ieri hai rovinato tutto.

Ma rovineresti ancora di più se lasciassi gli errori di ieri mettere radici sabotando  l'andamento di oggi.

Le compassioni di Dio si rinnovano ogni mattina.

Accoglile!

Impara la lezione. Tieniti stretti la sua parola e i suoi consigli.

“Chi rifiuta l'istruzione disprezza se stesso, ma chi dà retta alla riprensione acquista senno” Proverbi 15:32.

26 dicembre - Gesù di Nazaret, il disprezzato

Gesù di Nazaret… Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza;... egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

Atti 10:38

 

Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.

Luca 2:11

 

Gesù di Nazaret, il disprezzato

 

Quando Giuseppe e Maria, con il bambino Gesù, ritornano dall’Egitto dov’erano fuggiti a causa della persecuzione di Erode, vanno ad abitare a Nazaret. È lì che Gesù ha vissuto l’infanzia. Egli era sottomesso ai genitori e “cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Luca 2:51-52).

Fino all’età di trent’anni circa, Gesù esercita il mestiere di falegname. Come ogni bravo Israelita, va regolarmente nella sinagoga di Nazaret (Luca 4:16). Quella città non aveva una buona reputazione tra i Giudei, tanto che ritenevano che da Nazaret non potesse venire niente di buono (Giovanni 1:46). Il luogo dell’infanzia del Salvatore gli valeva dunque del disprezzo.

Dopo essere stato battezzato nel Giordano, in mezzo a molti altri, il Signore Gesù è presentato da Dio stesso con una voce proveniente dal cielo: “Questo è il mio diletto Figlio” (Matteo 3:17). Dopo questo avvenimento ritorna a Nazaret, dove insegna nella sinagoga, e tutti si meravigliano delle Sue parole di grazia. Ma non credono alla Sua missione e non lo ricevono come il Messia. È proprio in questo villaggio, dove lo conoscevano così bene, che il Signore Gesù è stato particolarmente disprezzato e dove hanno perfino tentato di ucciderlo: “Si alzarono, lo cacciarono fuori dalla città, e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale era costruita la loro città, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò” (Luca 4:29-30). Ecco allora che si compie una delle profezie di Isaia: “Era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna” (Isaia 53:3).

Ma Gesù, dopo una vita di umiliazioni e di sofferenze, e una morte sulla croce per salvare i peccatori, è risuscitato e vive in eterno nella gloria del cielo!


lunedì 25 dicembre 2023

L'inferno

Il centro del cielo è Dio. Gli angeli non adorano palazzi o viali sfavillanti, ma Dio stesso. La Sua maestà muove ogni cosa. Egli è all'opera del continuo.

Proprio in questo momento sta rivolgendo l'invito a milioni e milioni di uomini. Parla con la benevolenza di una madre, ammonisce con la severità di un padre. Con un funerale avverte: “La vita non è che un soffio”. Con la malattia ricorda: “I giorni sono contati”

Dio può parlare attraverso la natura,  con un breve messaggio trovato per caso o con una disgrazia. Ma il suo invito non cambia ed è rivolto a tutti: “Venite a me e riceverete in dono la Vita Eterna”.

Eppure molti non lo desiderano affatto. Non vogliano avere nulla a che fare con Dio. Egli parla e loro si coprono le orecchie. Egli comanda e loro si fanno beffe della sua Parola.

Non vogliono sentirsi dire come devono vivere. Sorridono di ciò che dice sul matrimonio, sul denaro, sul sesso o sul valore della vita umana. Considerano suo Figlio una storiellina e la croce una pazzia (1 Corinzi 1:18). Trascorrono la vita dicendo a Dio di lasciarli stare perché a loro non interessa né la Sua pace né il Suo dono, e al momento del loro ultimo respiro, Egli onora quella richiesta: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori”  Matteo 7:23. Questo versetto ci porta diritti diritti alla più cupa delle realtà cristiane: l'inferno.

Nessun argomento suscita maggiore resistenza. Chi vuole pensare ad una punizione eterna? Preferiamo rendere “flessibile” la questione. Uno studente della facoltà di teologia esaminò un'infinità di riviste cristiane alla ricerca di articoli sull'inferno. Non ne trovò nemmeno uno. “L'inferno”, osservò, “è scomparso e nessuno se ne è accorto”.

E' facile capire perché. L'inferno sia un argomento scomodo che può suscitare turbamento e chiunque viva il cristianesimo con leggerezza non ne vuole sentire parlare.

Ma la Bibbia ne parla, lo descrive come: “oscurità delle tenebre in eterno” (Giuda 13), di “eterna rovina” (2 Tessalonicesi 1:9), di “pianto e stridor dei denti” (Matteo 8:12).

Il Signore Gesù parlo spesso dell'inferno. In molti dei suoi insegnamenti fa riferimento al giudizio eterno e al luogo della sofferenza. Due terzi delle sue parabole fanno riferimento alla resurrezione e al giudizio. 

Il Signore Gesù non ha nascosto questa realtà. Avverte: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna” Matteo 10:28. Mostra la condizione di colui che durante la sua vita non ha avuto tempo per curarsi degli appelli di Dio: il ricco che: “E nell'Ades, essendo nei tormenti” Luca 10:23.

Dove è l'inferno precisamente? Il Signore ci fornisce un indizio raggelante: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti” Matteo 22:13. 

Di fuori rispetto a cosa?

Dai confini della presenza di Dio, della Sua grazia, della Sua pace e del Suo riposo.

L'inferno è fuori della portata di queste cose, in esso vi è assenza di tutto ciò.

25 dicembre - Nascita unica e straordinaria

“Troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”. E a un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!”

Luca 2:12-14

 

Nascita unica e straordinaria

 

Perché gli angeli si sono manifestati sulla terra in occasione di un avvenimento, all’apparenza così modesto, come la nascita di un bambino? Si trattava forse del primogenito di un grande re, nato in un lussuoso palazzo? No, il bambino che era appena venuto al mondo, nato da Maria, una giovane donna di umili condizioni, era ritenuto il figlio di un modesto falegname ed era stato coricato nella mangiatoia di una stalla.

Perché allora una così straordinaria apparizione di angeli? Perché una lode così magnifica?

– Perché si trattava dell’avvenimento più straordinario dalla creazione del mondo: Dio era venuto incontro all’uomo, la Sua creatura, nella persona del Figlio Gesù Cristo che aveva preso un corpo simile al nostro.

– Dopo questo avvenimento, la gloria di Dio non è più soltanto evidente nella creazione dell’universo, ma lo è anche nei Suoi piani di grazia verso l’umanità. Dio vuole abitare con gli uomini e condividere con loro i Suoi pensieri. Il Suo messaggio di pace è rivolto a ognuno, e invita tutti a riconciliarsi con Dio.

Ma era necessario che quel piccolo fanciullo, diventato adulto, si presentasse come vittima perfetta, come sacrificio espiatorio, per pagare per i nostri peccati offrendo la propria vita sulla croce. Senza quest’atto d’amore, senza questo “Dio manifestato in carne” che nasce in povertà a Betlemme, che muore sulla croce e poi risuscita dai morti, la nostra salvezza sarebbe stata impossibile.

domenica 24 dicembre 2023

Fondati e saldi

Fra i credenti di Colosse circolavano dottrine pericolose e altrettanto potremmo dire dei nostri tempi. In quel caso si trattava di restrizioni nel mangiare e nel bere, mortificazioni volontarie, osservanza di riti e di feste davano l'illusione di una più elevata spiritualità. Cristo era sminuito, la grazia schernita, la vita cristiana mutilata. Paolo ripresenta Cristo nella sua giusta posizione di supremazia assoluta. E' per la fede in Lui che il Padre ci ha messi “in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce”. 

“In Lui voi avete tutto pienamente”. La fermezza della fede era essenziale. Perseverare “nella fede, fondati e saldi” (1 Colossesi 1:23) è la sola salvaguardia contro ogni strana dottrina e ogni filosofia e teoria umana.

Il Signore ci vuole fermi e spiritualmente forti. Ma la nostra realtà può essere molto diversa.

“Mani cadenti e ginocchia vacillanti”, debolezza nel servizio, incertezza nel cammino...

“Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti” Ebrei 12:12.

Le occasioni di caduta sono troppe. Il nemico è forte e molto astuto.

Il debole finirà per soccombere.

Lo Spirito lavora attivamente per istruirci e esortarci a vegliare. Ma dal canto suo il diavolo ha intensificato gli sforzi per indebolire i riscattati del Signore. Con la ricerca del benessere fa cadere nella mondanità, con la mancanza di consacrazione nell'indifferenza, con la scarsa conoscenza della Parola nelle false dottrine, con la troppa fiducia in se stessi nell'orgoglio spirituale e nel settarismo, con la brama di potenza nel disordine e nella confusione.

Il nemico è agguerrito. Il nostro compito è quello di resistergli stando “fermi nella fede”.

“Epafra, che è dei vostri e servo di Cristo Gesù, vi saluta. Egli lotta sempre per voi nelle sue preghiere affinché perfetti e pienamente accertati stiate fermi in tutta la volontà di Dio” Colossesi 4:12.

Prendiamo esempio da questo servitore, non dovremmo mai stancarci di pregare, per noi, e per i nostri fratelli.

“Perciò, fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e corona mia, state in questa maniera saldi nel Signore”  Filippesi 4:1.

“Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù”  Galati 5:1.

“Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi”  Tessalonicesi 2:15.

Leggendo queste esortazioni forse ci sentiamo smarriti. La nostra debolezza è grande. Ci sembra di non poter rispondere a questi pressanti inviti alla fermezza. Ma Dio è fedele; se lo desideriamo, se siamo sinceri, ci verrà in aiuto.

“Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo... vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente. A lui sia la potenza, nei secoli dei secoli. Amen” 1 Pietro 5:10-11.

24 dicembre - Il nome di Gesù

(L’angelo disse a Giuseppe:) “Maria… partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è Lui che salverà il suo popolo dai loro peccati”.

Matteo 1:20-21

 

Il tuo nome è un profumo che si spande.

Cantico dei Cantici 1:3

 

Il nome di Gesù

 

“Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:9-11).

 

Sia nel ciel che sulla terra - per il cuor del riscattato

non v’è nome più elevato - del bel nome di Gesù.

 

Nessun uomo sulla terra, -  sia pur colmo di tesori,

abbia pur di re gli onori, -  grande è al pari di Gesù.

 

Ci è prezioso il dolce affetto - di fratello o genitore,

ma non v’è nel mondo amore - pari a quello di Gesù,

 

Oh, Gesù! Oh, che gran Nome - porta il Cristo Salvatore,

che ci amò d’immenso amore, - che ci aprì la via del ciel.

(Cantici Spirituali n° 226)

 

“Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui” (Colossesi 3:17).


sabato 23 dicembre 2023

23 dicembre - Cosa dice la Bibbia a proposito degli angeli?

(Gli angeli) non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza?

Ebrei 1:14

 

E vidi, e udii la voce di molti angeli intorno al trono, alle creature viventi e agli anziani; e il loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia.

Apocalisse 5:11

 

Cosa dice la Bibbia a proposito degli angeli?

 

Gli angeli sono degli esseri “spirituali” creati per lodare e servire Dio, e per rendere testimonianza alla santità, alla grandezza e alla saggezza del loro Creatore e del Signore Gesù Cristo (Isaia 6:2-3; Apocalisse 5:11-12). Sono degli esseri creati, quindi non sono né divini né indipendenti, ma ubbidiscono a Dio. Essi ricevono potere e forza direttamente da Lui e non sono soggetti alle limitazioni del corpo umano (Ebrei 1:7).

Come “messaggeri” (è questo il significato della parola “angelo”), agiscono da parte di Dio per compiere la Sua volontà. Sono apparsi ad Abraamo e a molte altre persone per portare un messaggio particolare da parte di Dio, e più volte si sono presentati sotto forma umana (Genesi 18:2, 16; Ezechiele 9:2, ecc.). Hanno anche avuto un ruolo importante negli avvenimenti relativi alla nascita (Luca 1:11, 26-38), alla morte (Luca 22:43), alla risurrezione (Matteo 28:2-5) e all’ascesa al cielo del Signore Gesù (Atti 1:10), e interverranno anche al momento in cui Egli ritornerà sulla terra per stabilire il Suo regno glorioso (Matteo 16:27). Inoltre, essi rifiutano di essere adorati e confermano che solo Dio è degno di ricevere l’adorazione (Apocalisse 22:8-9).

Gli angeli proteggono i credenti, particolarmente i bambini (Matteo 18:10), e un giorno eseguiranno i giudizi di Dio contro i malvagi (Genesi 19:12-13; Apocalisse 16:1-17).

Certi angeli si sono ribellati al Creatore (2 Pietro 2:4; Giuda 6). Per questo la Bibbia parla di due classi di angeli: quelli che servono Dio e gli ubbidiscono, e quelli ribelli e malvagi che seguono Satana, il loro capo, e seducono gli uomini perché si allontanino da Dio e siano perduti per sempre.

venerdì 22 dicembre 2023

In pace

“Quand'io grido, rispondimi, o Dio della mia giustizia; quand'ero in pericolo, tu m'hai liberato” Salmo 4:1.

La vecchia versione Diodati che traduceva:  “Quando io sono stato distretto (schiacciato, oppresso), tu mi hai messo in largo”. Si tende a pensare che la pressione riduca il volume dell'oggetto sul quale viene esercitata; Dio invece, si serve della pressione per produrre un'espansione dello spirito.

Ricordo che un credente facoltoso, aveva confessato che tutto ciò che aveva imparato dai suoi giorni prosperi e spensierati lo si poteva comodamente ammucchiare su una moneta da un euro. Ma le lezioni che aveva tratto dalle difficoltà e dalle prove erano incalcolabili.

“Tu m'hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano” v.7.

Molti vogliono ricchezza e desiderano la prosperità. Il problema è che costoro vogliono le benedizioni senza il benedicente e ricercano la prosperità senza Dio.

La gioia che Davide prova nel Signore trascende la gioia che provano gli empi nel vedere i loro granai stracolmi e le loro botti strapiene di vino.

“In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o SIGNORE, mi fai abitare al sicuro” v.8. 

E' per questo che poteva scrivere queste cose. Non vi è ansietà in lui. La sua pace non dipende dalle sue ricchezze che possono andare perdute ma si basa su Dio che è immutabile. Non vi è inquietudine ne ansia, può coricarsi e dormire in  pace, ben sapendo che solo il Signore può farlo abitare al sicuro.

22 dicembre - Ogni giorno

Sia benedetto il SIGNORE! Giorno per giorno porta per noi il nostro peso, il Dio della nostra salvezza.

Salmo 68:19

 

Ogni giorno

 

Quando siamo ricolmi dei doni del nostro Padre celeste, lo ringraziamo? Gli diciamo la nostra riconoscenza per il Suo aiuto, la Sua presenza e la Sua grazia? (Ebrei 13:6)

- Il Suo aiuto: se abbiamo dei pesi, delle preoccupazioni, dei problemi che ci tormentano, parliamone a Dio con fiducia per mezzo della preghiera. Egli vuole alleggerire il nostro peso e portarlo insieme a noi. Quale difficoltà potrebbe cogliere il nostro Dio impreparato? Egli può dare una soluzione anche dove tutto sembra compromesso e senza via d’uscita. Egli ha anche il potere di darci della forza nella prova e pazienza per sopportarla.

- La Sua presenza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente” (Matteo 28:20). Se crediamo in Lui non saremo mai soli. Gesù Cristo è con noi ogni giorno. È presente quando viviamo dei momenti belli e ci accompagna quando abbiamo delle difficoltà da sormontare. Qualcuno ci prende in giro per la nostra fede? Non preoccupiamoci, Egli è con noi per fortificarci.

- La Sua grazia: “Certo, beni e bontà m'accompagneranno tutti i giorni della mia vita” (Salmo 23:6). Noi possiamo fare appello ogni giorno alla grazia del buon Pastore. Se abbiamo fatto un passo falso, ci riconduce a Sé facendoci udire la Sua voce attraverso la lettura della Bibbia. Se dobbiamo subire le conseguenze di un nostro atto che ci ha allontanato dalla Sua presenza, se lo abbiamo confessato, la Sua grazia ci aiuta ad accettarle e a sopportarle. Il buon Pastore vuole la nostra guarigione, e la Sua grazia viene in aiuto alla nostra debolezza ed è sufficiente per ogni situazione. Possiamo sempre ripetere a noi stessi le parole che il Signore ha rivolto all’apostolo Paolo quando pregava per essere guarito da una fastidiosa malattia: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza” (2 Corinzi 12:9).

giovedì 21 dicembre 2023

Atto di fede

“Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, e che molto aveva sofferto da molti medici e aveva speso tutto ciò che possedeva senza nessun giovamento, anzi era piuttosto peggiorata, avendo udito parlare di Gesù, venne dietro tra la folla e gli toccò la veste, perché diceva: Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva. In quell'istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quella malattia. Subito Gesù, conscio della potenza che era emanata da lui, voltatosi indietro verso quella folla, disse: Chi mi ha toccato le vesti? I suoi discepoli gli dissero: Tu vedi come la folla ti si stringe attorno e dici: "Chi mi ha toccato?" Ed egli guardava attorno per vedere colei che aveva fatto questo. Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità. Ma Gesù le disse: Figliola, la tua fede ti ha salvata; va' in pace e sii guarita dal tuo male” Marco 524-34.

Non conosciamo il suo nome ma siamo al corrente della sua situazione. Il suo mondo era buio come a mezzanotte.

Aveva perdite di sangue da dodici anni. Aveva molto sofferto. Aveva speso tutto che possedeva. Era piuttosto peggiorata.

Questa condizione sarebbe difficile per qualsiasi donna di qualsiasi epoca. Ma per un'ebrea non poteva esserci niente di peggio.

Sessualmente...non poteva toccare suo marito.

Come madre... non poteva avere figli.

In casa... tutto ciò che toccava era considerato impuro. Non poteva ne lavare i piatti ne spazzare il pavimento.

Spiritualmente...non aveva il diritto di entrare nel tempio.

Il suo piano era azzardato. Insinuarsi nella folla per toccare il Signore. Se fosse stata riconosciuta, lì in mezzo alla calca non avrebbe passato dei bei momenti. Ma il suo è un atto di fede.

L'aiuto di Dio è vicino e sempre disponibile, ma è solo per coloro che lo cercano con fiducia. L'apatia e i dubbi non danno alcun risultato.

Se vuoi lasciarti alle spalle le tue miserie, la tua condizione di sofferenza è necessario un atto di fede, semplicemente un atto di fede. Tutto il resto lo compirà il Signore.

La fede non è una ricompensa per il più bravo. Non è un premio per il più disciplinato. Non è un titolo assegnato al più religioso.

La fede è un tuffo dalla nave degli sforzi umani che affonda, un tuffo fiducioso fra le braccia protese di Dio.

21 dicembre - Il perdono

Beato l’uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto!

Salmo 32:1

 

Anche Dio vi ha perdonati in Cristo.

Efesini 4:32

 

Il perdono

 

“Perdonami! Scusami!” Sono delle comuni parole di buona educazione che utilizziamo sovente nelle nostre relazioni. In questo modo ci discolpiamo, spesso con molta leggerezza, di un torto causato a qualcuno, minimizzandone la gravità, e ci preoccupiamo generalmente poco della risposta che otteniamo. Ma non dev’essere così nella nostra relazione con Dio.

Il mondo è pieno di persone che pensano di avere poco o nulla da rimproverarsi; ma Dio non vede le cose allo stesso modo; infatti è scritto: “Non c'è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Tutti siamo peccatori; per questo il Signore Gesù diceva: “Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento” (Luca 5:32).

Dunque, il primo passo che devo fare per ricevere il perdono di Dio è quello di riconoscere che anch’io sono peccatore, colpevole davanti a Lui e meritevole del Suo giudizio e della Sua condanna. Ma il Vangelo mi insegna che è proprio per liberarmi dal mio peccato che il Signore è venuto sulla terra; che è per amore per me che ha subito la morte infamante della croce quando ha preso su di Sé il giudizio che io meritavo. “Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” (1 Pietro 2:24), scrive l’apostolo Pietro. Allora riceverò quel perdono che Dio ha riservato a tutti quelli che credono nel Signore, con la pace e la gioia che ne derivano.

Il perdono di Dio non è dunque una semplice formalità. Per potermelo offrire, Gesù Cristo ha dovuto pagarne il prezzo.

Caro lettore, questo perdono gratuito è anche a tua disposizione.


mercoledì 20 dicembre 2023

Occupati di che cosa?

“Prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo” Filippesi 1:9-10.

670 omicidi, 15 stupri, 419  colpi d'arma da fuoco sparati per le strade, 14 rapimenti, 21 rapine a mano armata, 26 suicidi… ecco il bilancio di una settimana di trasmissioni televisive in Italia, sui sei canali (dicembre 2016). A ragione l’autore dell’articolo si chiedeva quali effetti possano avere queste immagini sul telespettatore. Non favoriscono forse l’assuefazione alla violenza, privando quelli che la commettono del senso di responsabilità? L’abuso della televisione falsa la percezione della realtà.

Benché i pareri su questo problema siano molto diversi, possiamo ben pensare che, se i media in cerca di pubblico ci presentano tante scene violente e immorali, è proprio perché all’uomo fa piacere guardarle, se non riprodurle nella realtà, svelando così il suo stato morale.

Il cristiano, chiamato da Dio a fuggire il male, ha la responsabilità di controllarsi. “L’uomo che non ha autocontrollo, è una città smantellata, priva di mura”, scrive Salomone (Proverbi 25:28). Di conseguenza, dobbiamo occuparci di cose sane, come ci invita a fare l’apostolo Paolo nella Lettera ai Filippesi: “Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri” (4:8).

Non lasciamoci contaminare dall’ambiente inquinato di questo mondo!

20 dicembre - Bisogno di speranza

Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.

1 Pietro 3:15

 

Perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo.

Colossesi 1:23

 

Bisogno di speranza

 

“È di speranza che questa città ha bisogno!” Questo graffito è apparso sui muri di una capitale europea dopo l’annuncio del settimo piano di restrizioni da effettuarsi in tre anni a causa della crisi economica.

Il bisogno di speranza è un bisogno universale. “La speranza fa vivere”, dice un proverbio. Il disoccupato spera di trovare un lavoro, il malato spera di guarire, lo studente di passare l’esame, la coppia di sposi di essere felice…

Cosa c’è di più legittimo? Ma se si pensasse che per raggiungere questo obiettivo bisogna riporre la fiducia in un sistema politico o nel progresso della medicina o nelle potenzialità e competenze di ognuno, quante speranze sarebbero deluse! A causa delle tante delusioni, che sono purtroppo una triste realtà, l’accademico André Frossard ha scritto: “Non ci sarà mai sulla terra altra speranza per gli esseri umani che la speranza cristiana”.

È cristiano non chi ha una religione con questo nome, ma chi ha con Dio una relazione viva, di fiducia e di amore, intrattenuta mediante la preghiera e la lettura della Bibbia. Essere cristiani non offre la garanzia di una vita esente da problemi, ma la certezza di possedere la forza e la pace anche nelle difficoltà. Il credente è invitato a gettare le sue preoccupazioni sul Signore, certo delle Sue cure, fiducioso nelle Sue promesse (1 Pietro 5:7); e non si accontenta di ciò che è visibile e temporaneo. La speranza cristiana orienta il suo sguardo verso l’aldilà perché Gesù Cristo, morendo sulla croce, ha pagato il diritto d’entrata nel paradiso di Dio per tutti coloro che accettano il dono incomparabile del Suo perdono, della Sua grazia e della vita eterna.


martedì 19 dicembre 2023

Asino

UN ASINO ROBUSTO…ISSACAR.

“Issacar è un asino robusto sdraiato fra due ovili.  Egli ha visto che il riposo è buono e che il paese è ameno; ha curvato la spalla per portare il peso, ed è stato costretto ai lavori forzati” Genesi 49:14-15.

L’asino rappresenta caparbietà e ignoranza, considerato immondo.

“Ma riscatta ogni primo parto dell'asino con un agnello; se non lo vuoi riscattare, spezzagli il collo. Riscatta anche ogni primogenito di uomo fra i tuoi figli” Esodo 13:13.

Riscatto o morte, la profezia su Ismaele, il figlio della carne, fu che sarebbe stato simile ad un asino selvatico (Genesi 16:12). Il popolo ebreo spesso è chiamato popolo dal collo duro.

E’ profetico ricordare che Gesù entrò a Gerusalemme, su di un somarello sul quale nessuno era mai salito, la bestia era legata ad un bivio, meditiamo, e Gesù la mandò a sciogliere. Solo l’agnello può sciogliere e domare l’ostinatezza e l’ignoranza (Luca 19:30).

Ora possiamo comprendere meglio la profezia su Issacar. Tutto a suo vantaggio, benché asino, pure ha desiderato qualche cosa: il riposo e il paese ameno. Se avesse desiderato solo il paese, poteva essere indotto a scorrerlo a capriccio; al contrario se avesse desiderato solo il riposo, sarebbe stato indotto alla quiete falsa della stupidità, senza energia.

In tale paese, lui stesso si mette a servizio, come schiavo, fra due sbarre, il territorio sarà goduto da altri, perché Issacar costringerà se stesso ad una specie di prigionia. “Chinerà le spalle per portare” pronto ad usare la sua robustezza per portare pesi. 

Stare fra due ovili non è una buona posizione, implica neutralità, mancanza di una scelta precisa.

“Meglio per lui sarebbe che una macina d'asino gli fosse appiccata al collo, e che fosse gettato nel mare, che di scandalizzare uno di questi piccoli” Luca 17:2.

19 dicembre - Energia rinnovabile

Quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano.

Isaia 40:31

 

Lungo il cammino aumenta la loro forza.

Salmo 84:7

 

Energia rinnovabile

Leggere Esodo 16:13-35

 

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare” (2 Timoteo 3:16). Il modo in cui Dio ha nutrito il popolo d’Israele nel deserto, è anche una figura che Dio utilizza per istruirci.

All’alba mandava dal cielo la manna, un alimento completo che dava le energie per tutta la giornata. Prima che il sole la sciogliesse, ognuno doveva raccoglierne la quantità necessaria per la propria famiglia. Allo stesso modo sarebbe utile che anche noi trovassimo il tempo ogni giorno per leggere una porzione della Parola di Dio, per scoprire le qualità e le perfezioni di Cristo e della Sua vita di dedizione. Questo ci sarà utile nelle relazioni con coloro che ci circondano. Tanto meglio se riusciamo a farlo prima che le occupazioni della giornata si accaparrino tutto il nostro tempo e la nostra attenzione.

Della manna non si poteva fare provvista per il giorno successivo perché non si conservava. Questo ci insegna che è indispensabile un contatto quotidiano con Dio. Non si tratta di accumulare della conoscenza, ma di trovare, giorno dopo giorno, le forze spirituali e le risorse per vivere in modo da onorare il Signore.

Durante i quarant’anni di durata della traversata del deserto, la manna non è mai mancata. Così, fino al nostro arrivo nel cielo, possiamo mantenere la certezza che Dio è fedele. Egli non ci ha dato, al momento della nostra conversione, una provvista di energie da utilizzare finché viviamo, ma è sempre a nostra disposizione per rifornirci man mano dell’energia di cui abbiamo bisogno. Prendiamo l’abitudine di attingerla alla sorgente inesauribile del Suo amore.

lunedì 18 dicembre 2023

18 dicembre - Lodare Dio

Temi il SIGNORE, il tuo Dio… Egli è l’oggetto delle tue lodi, è il tuo Dio.

Deuteronomio 10:20-21

 

Stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio.

Luca 24:53

 

Lodare Dio

 

L’invito a lodare Dio è come un filo d’oro che attraversa tutta la Bibbia. La lode era presente alla creazione quando gli angeli “alzavano grida di gioia” (Giobbe 38:7), ha colmato il cuore del popolo d’Israele, riconoscente dopo la miracolosa traversata del Mar Rosso (Esodo 15), e la ritroviamo ogni volta che Dio libera il Suo popolo.

Alla nascita di Gesù, ci fu una moltitudine di angeli che lodavano Dio e dicevano: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi” (Luca 2:13). E appena dopo la Sua elevazione nella gloria, i discepoli si riunivano gioiosi nel tempio per lodare e benedire Dio (Atti 2:46-47).

La lode è legata alla manifestazione della presenza di Dio. Essa esprime la gioia di realizzare quanto Dio è grande, santo, giusto, e quanto ci ama. Essa sgorga spontaneamente dai nostri cuori quando siamo occupati di Lui o quando prendiamo coscienza che Egli ci ascolta e risponde alle nostre preghiere.

La lode è prodotta dalla gioia di conoscere la meravigliosa grazia di Dio. “Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno… la mia bocca ti loderà con labbra gioiose… poiché tu sei stato il mio aiuto, io esulto” (Salmo 63:3-7).

Il Salmo 22 annuncia in anticipo le sofferenze espiatorie del Signore Gesù. Dal momento che Dio gli ha risposto risuscitandolo dai morti, il Signore si associa alla lode dei credenti: “Io annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea” (Salmo 22:22). Questo versetto ci mostra anche l’importanza e il valore della lode collettiva. Che la nostra lode sia l’eco di quella del Cristo risuscitato.


domenica 17 dicembre 2023

L'ultima settimana

“Or la festa degli azzimi, detta la Pasqua, s'avvicinava; e i capi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di farlo morire, perché temevano il popolo. E Satana entrò in Giuda, chiamato Iscariota, che era del numero de' dodici. Ed egli andò a conferire coi capi sacerdoti e i capitani sul come lo darebbe loro nelle mani”  Luca 22:1-3.

“Poi, essendo uscito, andò, secondo il suo solito, al monte degli Ulivi; e anche i discepoli lo seguirono” v.39.


In tutta la Scrittura, la festa dei pani senza lievito è intimamente legata alla Pasqua.

Cristo, l'unico senza “lievito” stava per essere offerto in sacrificio.

Quell'ultima settimana è piena di cose definitive. L'ultima visita al tempio, l'ultimo sermone, l'ultima cena.

E' cominciato lo scontro finale della battaglia.

Mentre il Signore Gesù guarda la città vede ciò che i suoi discepoli non possono vedere. E' qui, nei sobborghi di Gerusalemme, che si concluderà la battaglia. Egli vede la desolazione in cui vivono gli uomini e che loro stessi hanno provocato, vede Satana muovere le sue pedine per non perdere il suo “mondo” del quale è principe, lo vede prepararsi per lo scontro finale. 

Da qualche parte, dentro la città, il dodicesimo apostolo sfreccia lungo le strade. I suoi piedi sono stati lavati dall'uomo che tradirà. Il suo cuore è stato preso dal Maligno a cui ha dato ascolto. Egli corre a cercare Caiafa.

Satana, il padrone dell'odio, ha preso il cuore di Giuda e sussurra nelle orecchi di Caiafa.

E il Signore lo sapeva. Sapeva che prima che la guerra finisse sarebbe stato fatto prigioniero. Sapeva che prima della vittoria sarebbe giunta l'apparente sconfitta. Sapeva che prima del trono sarebbe giunto l'amaro calice. Sa che di li a qualche momento verranno i soldati e tutti i suoi discepoli lo abbandoneranno. Resterà solo.

Ma non gli accusa, non fa discorsi, Egli invece prega e quando lo fa lo fa per loro.

Il Suo ultimo pensiero fu per noi, le Sue ultime sofferenze furono per noi, la Sua morte fu per noi.

17 dicembre -Che rifugio!

Solo in Dio trova riposo l’anima mia; da lui proviene la mia salvezza.

Salmo 62:1

 

(Gesù disse:) “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.

Matteo 11:28

 

Che rifugio!

 

Rifugio del cuor mio, Gesù morì per me;

fermo in te, Roccia eterna, confido solo in te!

Aspetto con pazienza poiché v’è notte ancora;

ma un giorno, ecco, l’aurora il cielo indorerà.

 

Sicura in man di Cristo, l’anima in pace sta;

paura e tentazione lì non la coglierà.

Libera dagli affanni, dal mondo che addolora…

sol qualche prova ancora, un po’ di pianto ancor.

 

Sicura in man di Cristo, sicura nel Suo cuor,

l’anima mia riposa all’ombra dell’amor.

Cantici Spirituali n° 131

 

“A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida. Confidate per sempre nel SIGNORE, perché il SIGNORE, sì il SIGNORE, è la roccia dei secoli” (Isaia 26:3-4).

sabato 16 dicembre 2023

16 dicembre - Sconosciuta, ma ben conosciuta

Il Signore conosce quelli che sono suoi.

2 Timoteo 2:19

 

(Gesù disse:) “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”.

Giovanni 10:27

 

Sconosciuta, ma ben conosciuta

 

La regina d’Inghilterra aveva presenziato all’inaugurazione di una scuola inglese e aveva pronunciato un breve discorso. Dopo la cerimonia, una bambina scoppiò a piangere. La maestra, preoccupata, le chiese: “Perché piangi? Non sei riuscita a vedere la regina?”

– “Sì, singhiozza la fanciulla, l’ho vista la regina, ma è lei che non ha visto me!”

Ovviamente la regina non aveva potuto porre attenzione ad ogni singolo bambino!

Nell’era dei computer e delle banche dati, non abbiamo anche noi a volte l’impressione di non essere altro che un numero? Un numero del sistema sanitario, un numero in ospedale, un numero in banca, un numero anonimo in mezzo alla folla… e la sensazione angosciante, che nessuno si interessi a noi, ci invade.

Eppure, c’è qualcuno che mi conosce per nome e che ascolta i miei sospiri. Mi vede dovunque sono. Il re Davide era perfettamente consapevole di questo e scriveva: “Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero” (Salmo 139:2).

Tu che leggi questo foglietto, forse non conosci ancora il Signore Gesù, ma sappi che Lui conosce te. Egli sa come ti chiami, come conosceva il nome di Zaccheo, di cui leggiamo in Luca 19:1-10, pur non avendolo mai incontrato prima. Metti la tua fiducia in Lui e avrai la gioia di sentire la Sua voce che ti dice: “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!” (Isaia 43:1).


venerdì 15 dicembre 2023

La morte il nostro nemico

Nell'estate del 1941 il dipartimento di stato americano si rifiutò di ascoltare il Dott. Bell riguardo all'imminente attacco che il Giappone stava pianificando contro l'America. Fu gentilmente ignorato e l'America si ritrovò impreparata in ciò che accadde a Pearl Harbur, avendo ciecamente rifiutato l'impellente pericolo. Quando nelle vicinanze è presente un avversario forte è importante imparare a conoscerlo evitando di ignorarlo.

Ognuno di noi ha un nemico del genere, si chiama Morte ed è importante imparare a conoscerlo. E' ben noto che i giovani neghino la realtà della morte; è la cosa più remota nella loro mentalità. Ne vigore della giovinezza prendono la vita come diritto e alla loro età è comprensibile, soprattutto se c'è abbondanza, quando l'economia è forte, quando le cose vanno bene. La morte è l'ultima cosa nella nostra mente quando abbiamo lo stomaco pieno. Ma l'essere umano è un essere intelligente e il ragionamento dovrebbe essere un canale portante nella sua vita. Le statistiche della morte sono impressionanti. Una persona su una muore. Di recente ho ascoltato un evangelista fare un affermazione che sul momento mi ha sorpreso. Diceva: la guerra non aumenta il numero delle vittime; ne anticipa solo il momento. La morte è totale in ogni generazione.

Ma: “Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio” Gio. 5:28-29.

E' strano che provando per la morte un orrore istintivo, i nostri cuori non siano impressionati e i nostri pensieri modificati in misura maggiore per la straordinaria rivelazione di Dio che getta un raggio di luce sulle tenebre fitte del sepolcro. Se i credenti si convincessero più profondamente di ciò che è la morte, fine di ogni bene e speranza terrena, sarebbero spinti maggiormente a occuparsi della verità della resurrezione, questa vittoria di Cristo apre dinanzi ai nostri occhi uno scenario nuovo. La resurrezione non sarebbe più una dottrina fra le altre dottrine, ma sarebbe la potenza vivente che sostiene il cuore la dove tutto crolla e si renderebbe grazie a Dio che a gettato luce sul buio della tomba. Adesso non siamo più chiamati a vivere la vita per un mondo che passa ma per tutto ciò che resta in eterno e sarà la nostra parte per sempre.