Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

mercoledì 30 settembre 2020

30 settembre - Missione senza frontiere

Non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

Romani 10:12, 13

 

Missione senza frontiere

 

Era un pugno di uomini, senza istruzione, senza titoli, senza denaro, senza armi. Mandati da Gesù Cristo, sono partiti, varcando le frontiere della Giudea e della Galilea, per predicare al mondo l’amore di Dio. Hanno attraversato la Grecia e la Roma antica, imbevute l’una del sapere dei suoi filosofi, l’altra della potenza del suo esercito. Scontrandosi con una resistenza feroce, hanno subìto gli oltraggi più infamanti, i supplizi più raffinati, le torture più crudeli. Nerone li gettava in pasto alle belve dell’anfiteatro per divertire le folle, e si dice che li facesse bruciare, cosparsi di pece, per illuminare i suoi giardini. Ma non sono venuti meno alla loro missione. Hanno fatto trionfare la misericordia sulla violenza. Le spade romane si sono spezzate ai piedi della croce di Gesù Cristo.

Il sangue dei martiri è stato, come qualcuno ha detto, il seme della Chiesa. A dispetto di tutto, si è sparso nel mondo il messaggio d’amore proclamato dai testimoni di Cristo. È il più bel messaggio che sia mai giunto agli uomini. Ascoltiamolo ancora una volta:

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).

“Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi (Efesini 5:2).

“Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato” (Atti 16:31)!

martedì 29 settembre 2020

29 settembre - Non sapete quello che succederà domani

Non sapete quello che succederà domani!

Giacomo 4:14

 

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura: le cose vecchie sono passate: ecco, tutte le cose sono diventate nuove.

2 Corinzi 5:17

 

Non sapete quello che succederà domani

 

In una cittadina avevano avuto luogo delle riunioni cristiane con questo soggetto: “la salvezza per la fede in Gesù Cristo”. Poco tempo dopo, due donne conversavano su quell’argomento. Una di queste, credente, esortava l’amica ad accettare Gesù Cristo come suo Salvatore. E l’altra diceva: “Sì, sono cosciente che dovrei voltare pagina e ricominciare da zero”.

La credente le chiese: “Ma lei è sicura di non essere già arrivata alla fine del libro?” L’unica risposta fu il silenzio. Non aveva considerato questa possibilità!

Il domani non ci appartiene. È insensato rinviare a più tardi decisioni riguardanti la nostra vita futura. Nessuno di noi sa se gli rimane il tempo per mettere in atto le buone intenzioni. E anche se potessimo semplicemente voltare pagina nella nostra vita, se fossimo in grado di fare in futuro meglio che nel passato, tutti i peccati del passato rimarrebbero ugualmente scritti nelle pagine precedenti.

No, non basta voltare pagina. Il passato deve innanzi tutto essere giudicato e i peccati perdonati. Grazie a Dio, chi si riconosce colpevole davanti a Dio e confida in Gesù Cristo, ha i suoi peccati completamente cancellati. Allora, quando le cose vecchie sono cancellate, Dio apre una nuova pagina in un altro libro, quello di una vita nuova con lui. Con il suo aiuto avremo così la certezza di arrivare in pace alla meta.

lunedì 28 settembre 2020

28 settembre - Mazarino

Non temere se uno s’arricchisce… Quando morrà non porterà nulla con sé, la sua gloria non scenderà con lui.

Salmo 49:16-17

Fatevi tesori in cielo.

Matteo 6:20

 

Mazarino

 

La storia ci insegna che Mazarino era avaro e che si era arricchito a spese dello Stato. Approfittò degli ultimi anni della sua attività presso il re per accrescere il proprio patrimonio personale. Fece nel suo palazzo feste sontuose e vi accumulò le più belle collezioni d’arte. Brienne, suo segretario, racconta un episodio di uno dei suoi ultimi giorni:

«Lo sentii entrare dal rumore che facevano le sue pantofole, e mi nascosi. Parlava da solo, percorrendo la galleria dei quadri: “Devo lasciare tutto questo!” Si fermava, posava lo sguardo su un altro oggetto e ripeteva sospirando: “Anche questo devo lasciare… Addio cari quadri, che ho amato tanto. Non vi vedrò più là dove sto per andare…”»

Senza aspettare l’ultimo momento, ricordiamoci che le cose che ci circondano e alle quali ci attacchiamo così facilmente, sono come i tesori di Mazarino: tutti da lasciare! Se la vostra vita non è stata altro che un inseguimento di beni terreni, fosse anche stata coronata da successo, non temete di dire che è una vita persa.

Gesù dice: “Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano… ma fatevi tesori in cielo… Perché, dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6:19-21). Gesù è in cielo. Se il mio cuore si attacca a Lui, al valore del suo sacrificio per me peccatore, eccomi rivestito delle sue perfezioni, legato a Lui per sempre. Il mio tesoro è lì, al sicuro, in Gesù.

domenica 27 settembre 2020

27 settembre - I prigionieri

Dio è il Dio vivente… Egli libera e salva.

Daniele 6:26-27

 

Se dunque il Figlio (di Dio) vi farà liberi, sarete veramente liberi.

Giovanni 8:36

 

I prigionieri

 

Maria è psicologa ed è cristiana. Si occupa di persone dipendenti dall’alcol. Il suo scopo è di incoraggiarle a credere che c’è una via d’uscita, e di guidarle verso la guarigione. Ma sa per esperienza che la via da percorrere è lunga. “L’alcol è più che una dipendenza – dice spesso – è una vera schiavitù”.

Maria ha l’abitudine di affidare a Dio i suoi pazienti con una breve preghiera, prima che entrino nel suo piccolo studio. Solo Lui conosce i cuori e i reali bisogni di ognuno; solo Lui è capace di liberare da qualsiasi schiavitù, morale o fisica, come l’alcolismo. Maria crede alla Bibbia e ai racconti di uomini che sono stati liberati.

Gesù è stato mandato da Dio “per evangelizzare i poveri… per annunziare la liberazione ai prigionieri… per rimettere in libertà gli oppressi” (Luca 4:18). Chi pone in Lui la propria fiducia trova la libertà di una nuova vita. Possiamo essere certi che Colui che può risuscitare i morti è pure in grado di liberarci da tutto quello che ci impedisce di vivere liberamente con lui.

Se anche voi siete schiavi di qualche vizio, non scoraggiatevi; Gesù può e vuole liberarvi. Confidate in lui, parlategli con parole semplici, ditegli la vostra angoscia e il vostro sentimento di miseria. Riconoscete onestamente di aver bisogno di Lui sia come Salvatore, sia come sostegno in ogni istante della vostra vita e vedrete il suo intervento.

sabato 26 settembre 2020

26 settembre - Vigiliamo sui nostri figli

Come si addice ai santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi.

Efesini 5:3

 

Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze… Questi comandamenti li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua.

Deuteronomio 6:5-7

 

Vigiliamo sui nostri figli

 

Che ne diremmo di genitori che non sorvegliassero l’alimentazione dei loro figli e permettessero loro di consumare alimenti avariati? Ovviamente li accuseremmo di negligenza e di irresponsabilità.

Non ne è forse la stessa cosa sul piano spirituale? Noi genitori dobbiamo essere consapevoli dei pericoli che minacciano le nostre famiglie e fare tutto il possibile per proteggerle. I nostri figli hanno bisogno di scale di valori corrette perché viviamo in un mondo sempre più permissivo, nel quale le parole “morale” e “peccato” sono fuori uso e i capisaldi morali di ispirazione cristiana, ancora in vigore alcuni decenni fa, sono stati abbattuti.

I formidabili mezzi di comunicazione attuali propongono ogni tipo di contenuti, i migliori come i peggiori. Un buon numero di trasmissioni televisive, o di film, o di siti internet sono malsani e pericolosi per la salute spirituale. Se non vigiliamo, corriamo il rischio noi stessi, e i nostri figli ancora più di noi, di banalizzare comportamenti che la Parola di Dio condanna fermamente, come l’immoralità, le perversioni, la violenza. Immagini e scritti corrotti hanno un impatto tremendo sulla mente e sui comportamenti dei ragazzi, al punto che la loro coscienza non è nemmeno più in grado di riprenderli. Vigilanza e fermezza sono doti indispensabili per genitori consapevoli, che amano i loro figli. Aiutiamo i ragazzi a conoscere il Signore e la sua volontà, e convinciamoli che senza ubbidienza non avranno né gioia né vero successo nella vita.

venerdì 25 settembre 2020

25 settembre - I due spiccioli della vedova

Il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore.

1 Samuele 16:7

 

I due spiccioli della vedova

Luca 21:1-4

 

Gesù era a Gerusalemme, nel tempio, e osservava quelli che deponevano le loro offerte. “Vide dei ricchi…” e vide anche “una vedova”, poverissima, che gettava nella cassa delle offerte due spiccioli. Paragonato ai doni delle persone facoltose, quello della vedova era insignificante, ma il Signore ha una scala di valori diversa dalla nostra. “In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti; perché tutti costoro hanno messo nelle offerte del loro superfluo; ma lei ha messo del suo necessario, tutto quello che aveva per vivere”.

Dio apprezza la nostra beneficenza, non solo in base a quanto diamo, ma a quello che teniamo per noi. È questo che il Signore rivela nel caso della vedova: non aveva tenuto niente per sé!

Per dare come quella donna bisogna aver posto la propria fiducia in Dio e averlo conosciuto come il Dio misericordioso e fedele alle sue promesse; come i cristiani della Macedonia (2 Corinzi 8:5) che prima di aiutare i fratelli poveri avevano “dato se stessi al Signore”. Gesù riconosce con gioia un’anima pia e retta nell’ambiente ipocrita ed egoista, da lui così severamente denunciato (Luca 20:45-47), e si rallegra di trovarvi una scintilla di fede autentica e di amore sincero, tanto da segnalare quell’episodio che ancora oggi è un esempio per tutti noi.

giovedì 24 settembre 2020

24 settembre - Azzerare il contatore

 Può un Cusita (Etiope) cambiare la sua pelle o un leopardo le sue macchie?

Geremia 13:23

 

(Dio dice:) “Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati, come una nuvola; torna a me, perché io ti ho riscattato".

Isaia 44:22

 

Azzerare il contatore

 

Nella vita di ognuno di noi vi sono episodi di cui non siamo orgogliosi, delle colpe di cui ci vergogniamo quando ci ritroviamo soli con noi stessi, e che ci fanno soffrire. Allora cerchiamo di dimenticare e di respingere tali ricordi. Quello che è chiamato “complesso di colpa” a volte è proprio la giusta percezione del peccato. Come essere liberati da quel rimorso che ci ossessiona o da una colpa che ci turba? Sappiamo molto bene che non possiamo cancellare i peccati commessi, e sappiamo anche che non possiamo essere sicuri di non commetterne altri. Nessuno può, da solo, azzerare il contatore della propria coscienza! Le colpe e i peccati sono scritti nella coscienza in modo indelebile, come le macchie di colore sul pelame di un animale.

Nessuno può cancellare le colpe passate, né per sé, né per altri (Salmo 49:7). Solo Dio lo può fare. Infatti, Egli fa questa promessa: “Anche se i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve” (Isaia 1:18).

Com’è possibile? Perché il suo Figlio Gesù Cristo “è stato dato a causa delle nostre offese” (Romani 4:25). “Egli ha portato i nostri peccati (ossia il castigo che questi meritavano) nel suo corpo, sul legno della croce” (1 Pietro 2:24). Il suo sangue sparso, il dono della sua vita, rendono giusto chiunque crede in Lui e lo accetta come suo Salvatore. Il credente è così un colpevole graziato, un peccatore perdonato, in pace con Dio e con se stesso. I suoi peccati sono cancellati per sempre (Ebrei 9:22).

“Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti” (Romani 4:7)!

mercoledì 23 settembre 2020

23 settembre - Rifiutare, preferire, rimanere costanti

Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato…

Rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile.

Ebrei 11:24, 27

 

Rifiutare, preferire, rimanere costanti

 

I genitori di Mosè non ebbero paura del decreto del faraone che esigeva di gettare nel Nilo ogni figlio maschio nato in famiglia ebrea (Ebrei 11:23). La fede in Dio li fece trionfare sul timore degli uomini. Anche Mosè, diventato adulto, allevato alla corte del Faraone, seppe vincere la tentazione di approfittare degli agi che gli erano offerti.

“Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani e divenne potente in parole e opere” (Atti 7:20-22). Era dunque un uomo molto dotato, istruito in tutta la scienza di quel paese la cui cultura dominava il mondo antico. Aveva una posizione molto elevata, essendo, per adozione, figlio della figlia del faraone, dunque potenziale erede al trono.

Ma ecco che nel momento in cui avrebbe potuto trarre profitto dalle sue capacità e dalla sua elevata posizione, voltò le spalle alla gloria del mondo e fece una scelta straordinaria: “preferì essere maltrattato con il popolo di Dio”. Egli sapeva che il suo popolo, schiavo degli Egiziani, si stava logorando a fabbricare mattoni sotto la frusta di sorveglianti spietati. Ed era il popolo di Dio! Così Mosè preferì condividere la triste sorte del suo popolo piuttosto che “godere per breve tempo i piaceri del peccato”. Ben al di là dei tesori dell’Egitto, egli vede per fede “il paese che si estende lontano” (Isaia 33:17), e che Dio avrebbe dato a Israele.

Cristiani, seguendo l’esempio di Mosè anche noi dobbiamo rifiutare le offerte del mondo e fare delle giuste scelte. Egli “rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile”, cioè Dio, quello stesso Dio che noi conosciamo come Padre per mezzo di Gesù Cristo.

martedì 22 settembre 2020

22 settembre - Lavoro di coscienza

Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia.

Proverbi 28:13

 

Lavoro di coscienza

Genesi 42 a 44

 

Odiato dai suoi fratelli, Giuseppe è prima gettato in una cisterna e alla fine venduto a dei mercanti in viaggio verso l’Egitto. Commesso il loro misfatto, i fratelli fanno credere al padre che Giuseppe sia stato sbranato da una belva.

Passano vent’anni; una carestia costringe quegli uomini ad andare in Egitto per acquistare del frumento. Essi non sanno che avrebbero incontrato Giuseppe, diventato nel frattempo viceré del paese. Giuseppe non si fa riconoscere subito perché vuole che prima si produca nei suoi fratelli un profondo lavorio di coscienza. Durante un primo contatto essi osano dire “Siamo gente sincera”! (Genesi 42:11). Ma Giuseppe li accusa di spionaggio, trattiene uno di loro in prigione e chiede che gli portino Beniamino, il fratello più giovane, unica consolazione per quel povero padre. A questo punto la loro coscienza incomincia a risvegliarsi. Essi percepiscono il legame che c’è tra le difficoltà che stanno attraversando e la loro colpa nei confronti di Giuseppe (42:21).

Durante il secondo viaggio con Beniamino, la loro coscienza parla ancora più forte, tanto che arrivano a dire: “Dio ha trovato l’iniquità dei tuoi servi” (44:16), e propongono a Giuseppe di liberare il fratello più giovane e trattenere loro come schiavi. Alla fine uno di loro fa una commovente confessione pubblica, segno di un reale e sincero pentimento, e a questo punto, fra le lacrime, Giuseppe si fa riconoscere.

Le nostre prove non sono sempre le conseguenze di qualche colpa. Ma ci devono far riflettere, perché è possibile che attraverso di esse Dio ci voglia parlare, o per spingerci ad abbandonare l’indifferenza o qualche peccato, o anche solo per verificare la realtà della nostra fede e rinforzarla. Egli è sempre pronto a perdonare e a farci ritrovare quella comunione con lui così indispensabile per la nostra vita spirituale.

lunedì 21 settembre 2020

21 settembre - Liberazione miracolosa

 Il Faraone, re d’Egitto… ha lasciato passare il tempo fissato!

Geremia 46:17

 

Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, Egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.

2 Corinzi 5:20-:21

 

Liberazione miracolosa

 

Il veicolo sbanda in curva, esce di strada e si ritrova in un giardino sottostante. Per l’impatto l’auto si sfascia. Ne escono due giovani, vivi per miracolo, con solo alcune ferite non gravi. Stanno lì, inebetiti; sanno di aver sfiorato la morte e dicono di aver avuto molta “fortuna”. Ma di che fortuna si tratta?

Chi li ha protetti e liberati da conseguenze che avrebbero potuto essere fatali? Ma soprattutto, dove sarebbero oggi se non ci fosse stato quel miracolo? All’inizio sono tanti gli interrogativi, ma presto la spensieratezza ha il sopravvento. Gli spaventi e le angosce vengono facilmente e rapidamente rimossi dalla mente. Questa è la natura umana con la sua incredibile capacità di reagire per occultare i cattivi ricordi e ricadere nell’indifferenza.

E se fosse Dio che ha voluto parlare a quei ragazzi? “Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada” (Giobbe 33:14). La sua bontà ha concesso loro un tempo supplementare per pentirsi, perché “il Signore è paziente… non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:9). Quei due giovani avranno approfittato della “fortuna” offerta loro di regolare con Dio la questione dei loro peccati e di ricevere il meraviglioso perdono concesso a tutti quelli che credono in Gesù Cristo? Non lo sappiamo. Ma questo racconto ci spinge a dirvi, con la Bibbia: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 4:7).


domenica 20 settembre 2020

20 settembre - Zaccheo

Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto.

Luca 19:10

 

Vorremmo vedere Gesù.

Giovanni 12:21

 

Zaccheo

Luca 19:1-10

 

Chi ama Gesù Cristo è sempre stupito al pensiero che Lui, il Figlio di Dio, che era da ogni eternità nella gloria del cielo, sia venuto sulla terra a cercare e a salvare degli esseri perduti. L’incontro di Gesù con Zaccheo ne è un bell’esempio.

Durante il suo ultimo viaggio a Gerusalemme, il Signore attraversa Gerico, città che era stata nemica del popolo di Dio e che fu maledetta (Giosuè 6:26). Gerico rappresenta lo stato del mondo e di ogni uomo lontano da Dio e perduto per sempre.

È proprio verso esseri tali che Gesù Cristo è venuto, esseri che non avrebbero mai potuto liberarsi da soli dalla maledizione di Dio a causa del peccato.

L’amore del Figlio di Dio cerca ogni uomo, personalmente. Cerca tutti quelli che, come Zaccheo, desiderano vedere Gesù e sapere chi Egli è (Luca 19:3). Gesù è passato da Gerico per dirgli: “Oggi debbo fermarmi a casa tua” (v. 5).

Il Salvatore ci vede così, perduti, schiavi dei nostri peccati e delle nostre colpe, lontani da Dio e dalla sua benedizione, e non è indifferente. Per questo motivo ha preso il nostro posto sulla croce.

Come Zaccheo, volete vedere Gesù? Se il vostro desiderio è sincero, oggi stesso lo incontrerete.


sabato 19 settembre 2020

19 settembre - È là che bisogna guardare!

Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo (Gesù) sia innalzato, affinché, chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Giovanni 3:14, 15, 17

 

È là che bisogna guardare!

 

Questa mattina ho fatto una gita in montagna con Chiara, una bimba di sei anni. Era una meravigliosa giornata d’estate, i prati erano pieni di fiori dai colori smaglianti, le allodole cantavano instancabili in volo.

Il sentiero è ripido fino ad una piccola cappella. Vicino a questa c’è una panca che invita al riposo. Avrei voluto sedermi a contemplare il paesaggio, ma Chiara non ha voluto fermarsi. Con fermezza, la sua piccola mano ha stretto la mia e mi ha trascinato nella cappella. Poi mi ha osservato con uno sguardo serio e mi ha detto, indicandomi col dito una grande croce: “È là che bisogna guardare!”

Aveva perfettamente ragione. Sul piano spirituale è alla croce del Signore Gesù che devo guardare. Un tempo, nel deserto, l’Israelita morso da una vipera si salvava semplicemente guardando il serpente di rame fissato ad un palo. Allo stesso modo, per fede, io guardo a Gesù che è morto sulla croce per liberarmi dai miei peccati ed è risuscitato per essere un Salvatore vivente in eterno che intercede per me. Il suo amore che l’ha spinto a morire al mio posto mi dà pace e felicità.

La croce di Cristo è la prova che l’uomo non può provvedere da solo alla propria salvezza. C’è stato bisogno dell’intervento di Dio stesso e delle sofferenze di Cristo. Questo è il cuore del Cristianesimo. Non una morale, né una filosofia, né una religione, ma un fatto straordinario: dalla croce del suo Figlio, Dio mi tende la mano per tirarmi fuori dalle tenebre e portarmi alla sua luce.

Vuole farlo anche con te; non tirarti indietro!

venerdì 18 settembre 2020

18 settembre - Morte e vita

 Che cosa è la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce.

Giacomo 4:14

 

Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.

1 Giovanni 2:17

 

Morte e vita

 

Quando si considera la straordinaria complessità del corpo umano, si è meravigliati da tanta ingegnosità e intelligenza di Colui che l’ha formato. E dire che ne conosciamo solo una piccola parte. Eppure, questa cosa meravigliosa, questo meccanismo così perfetto, è ineluttabilmente destinato a morire. È difficile spiegare perché l’uomo invecchia e muore, ma la Bibbia ci dice che la sentenza di morte pesa su di lui da quando ha voltato le spalle al suo Creatore.

Dio ama gli esseri umani che ha creato. Per questo motivo “ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo” (1 Giovanni 4:9). È stato necessario che Gesù Cristo morisse “per i nostri peccati”, per cancellarli per sempre e per darci la vita, la vita eterna. Egli si è lasciato inchiodare sulla croce dagli uomini e lì si è offerto in sacrificio a Dio. Non c’è dono più grande di quello di dare la propria vita per chi si ama (Giovanni 15:13). Questo ha fatto Gesù!

Davanti al problema della vita e della morte, è utile fermarsi qualche istante ai piedi della croce per meditare con serietà e raccoglimento. È lì che ognuno capirà il valore che ha la sua vita agli occhi di Dio; non è un semplice soffio che presto o tardi svanirà secondo il capriccio del caso, ma è un dono che ha un valore infinito per il nostro Creatore. Infatti è solo in questa breve vita che ognuno di noi può decidere il proprio avvenire eterno, accettando o rifiutando la salvezza che ancora oggi Dio ci offre in Cristo. Guai a perdere l’occasione!


giovedì 17 settembre 2020

17 settembre

Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.

Giovanni 1:18

 

Noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.

1 Giovanni 5:20

 

Pensieri

 

Noi ci aspettiamo prove dell’esistenza di Dio, ma lui ci dà soprattutto prove del suo amore.

Gilberto Cesbron

***

Dio può tutto, ma non costringe l’uomo ad amarlo.

Paolo Evdokimov

***

Dio non è lontano dall’uomo; è l’uomo che è lontano da Dio.

Didier Decoin.

***

Dio non smette di esistere quando gli uomini non credono alla sua esistenza!

Graham Greene

***

Il cristiano sa che per un incontro reale con Dio c’è una sola via: la via vivente che si chiama Gesù Cristo.

Enrico de Lubac

***

Tutto quello che non è di Dio non può soddisfare le mie aspettative.

Blaise Pascal


mercoledì 16 settembre 2020

16 settembre

Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

Giovanni 8:12

 

La nostra luce

 

Istintivamente non amiamo il buio. Il bambino piccolo ha paura dell’oscurità. A volte ci vuole molto tempo e molta fermezza da parte dei genitori perché il figlio si abitui a dormire al buio. Al malato che soffre d’insonnia fa piacere tenere accesa una tenue luce. Ad ogni età si saluta con gioia l’arrivo di un chiaro mattino. “La luce è dolce ed è cosa piacevole agli occhi vedere il sole” (Ecclesiaste 11:7). Durante un’epidemia di peste, che infieriva al Cairo nel 1907, un uomo ricco faceva illuminare la sua casa per tutta la notte, sperando di evitare la malattia; ma la luce non poté difenderlo contro la spietata visitatrice e anche lui morì.

Ma vi sono altre tenebre, le tenebre morali, quelle della lontananza da Dio. Sono le più tragiche, eppure l’incredulo vi si compiace. “Chiunque fa cose malvagie non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte” (Giovanni 3:20).Venire alla luce vorrebbe dire accettare che le proprie “opere malvagie” siano messe in evidenza, ma la coscienza turbata spinge l’uomo a nascondersi, come fece Adamo in Eden. Chi è senza Dio cerca spesso di far tacere la propria coscienza abbandonandosi a piaceri effimeri. È uno che, essendo della notte, vive nella notte.

Ma i credenti non sono più della notte, ma del giorno. Paolo scriveva ai credenti di Tessalonica: “Voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri” (1 Tessalonicesi 5:5-6).


martedì 15 settembre 2020

15 settembre

Beato l’uomo a cui la trasgressione è perdonata e il cui peccato è coperto! Beato l’uomo a cui il SIGNORE non imputa l’iniquità e nel cui spirito non c’è inganno!

Salmo 32:1-2

 

Essere o sembrare?

 

Quando chiesero a Gesù “Chi sei tu?”, Egli rispose “Sono per l’appunto quel che vi dico” (Giovanni 8:25). Infatti, in Lui non c’era nessuno scarto, nessuna contraddizione, tra le sue parole e quello che egli era veramente. L’apostolo Pietro ha scritto che “nella sua bocca non si è trovato inganno” (1 Pietro 2:22). Di tutti noi, la Bibbia dice invece: “Con le loro lingue hanno tramato frode” (Romani 3:13). Quante volte non voglio farmi vedere come sono realmente o pretendo di essere quello che non sono! Quante volte dico delle belle parole nascondendo i miei pensieri profondi! Posso ingannare gli altri, ma non potrò mai ingannare Dio che vede tutto.

Dov’è allora il rimedio? Riconoscere il mio vero stato e andare a Dio così come sono, confessando la mia miseria. Davide dice a Dio: “Davanti a te ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità… e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato” (Salmo 32:5). Dio mi conosce perfettamente e mi può dichiarare perfettamente giusto in virtù dell’opera di Cristo. Se l’ho ricevuto come mio Salvatore, il suo sangue cancella tutti i miei peccati; e se Dio mi considera giusto, nessuno mi può più condannare (Romani 8:33). Da quel momento, il mio più grande desiderio sarà di vivere seguendo le orme di Cristo, per la gloria di Dio e il bene del mio prossimo.

lunedì 14 settembre 2020

14 settembre

 Dov’è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore.

Luca 12:34

 

Dov’è il nostro cuore?

 

Qual è il tesoro dei nostri cuori? Beato chi può rispondere: È Cristo.

Purtroppo, anche noi che lo conosciamo come Salvatore a volte facciamo di Lui il semplice servitore delle nostre necessità. È vero che si è fatto servitore per noi, ma troppo facilmente molti si accontentano di questo e non possono dire che Gesù è il tesoro delle loro anime. Dov’è il nostro tesoro, lì c’è anche il nostro cuore. Che cosa governa i nostri affetti?

Cari credenti, noi tutti siamo contenti di avere l’aiuto di Dio come risorsa contro le difficoltà e le prove della vita; ma forse conosciamo poco il valore infinito del tesoro che abbiamo. Quando quaggiù tutto ci viene a mancare, volgiamo lo sguardo verso il Signore e lui, nella sua misericordia, si rivela a noi come nostro rifugio. Egli non respinge mai chi ricorre a lui, ma vuole di più. Desidera essere l’oggetto principale dei nostri cuori. È bello sapere che non respinge chi lo implora, ma è tutt’altra cosa dirgli, come Rut a Naomi: “Dove andrai tu, andrò anch’io; e dove starai tu, io pure starò” (Rut 1:16). L’eccellenza della persona di Cristo dovrebbe elevare i nostri sguardi al di sopra delle cose di quaggiù e fissarli dove Lui è. Non dobbiamo dimenticare, anche quando tutto ci sorride, che abbiamo in Lui una ricchezza permanente e di altissimo valore.

Così, invece di essere dei visitatori del cielo che abitano sulla terra, saremo dei visitatori della terra che hanno la loro dimora nel cielo!


domenica 13 settembre 2020

13 settembre

 Disprezzi le ricchezze della sua bontà?

Romani 2:4

 

La sua bontà dura in eterno.

Salmo 136:1

 

Dio è buono

 

Una vicina di casa, alla quale da bambino facevo dei piccoli servizi, mi diceva spesso: “Dio ti ricompenserà, piccino!” Ma quando incontrava una difficoltà esclamava anche: “Che cosa ho fatto al buon Dio?”

Dio è buono, ma in che cosa vediamo la sua bontà e come l’apprezziamo? Ognuno può scoprire la bontà di Dio nella natura perché “la terra è piena della benevolenza del SIGNORE” (Salmo 33:5). Ma la sua bontà si è manifestata in modo particolare proprio quando noi eravamo lontani da lui: “Eravamo… ribelli, traviati… vivendo nella cattiveria e nell’invidia... Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati” (Tito 3:3-4).

“Disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge a ravvedimento?” (Romani 2:4). Dio non costringe nessuno ad amarlo, ma la sua bontà ci deve far riflettere. La sua liberazione è per quelli che riconoscono di averne bisogno, che si pentono delle loro colpe e si rivolgono a Lui che offre il pieno perdono. “Considera dunque la bontà e la severità di Dio” (Romani 11:22).

“Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna…. Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:16, 36). “Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” (Ebrei 2:3).


venerdì 11 settembre 2020

12 settembre

Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. Allora si cominciò a invocare il nome del SIGNORE.

Genesi 4:26

 

Enos

 

Set è il figlio che Eva partorì dopo la morte di Abele e dopo la maledizione pronunciata da Dio contro Caino (Genesi 4). A sua volta Set ebbe un figlio, che chiamò Enos, cioè “uomo mortale”. Chiamando così suo figlio, Set riconosce che il giudizio di Dio pesa sopra ogni uomo e che la morte è la conseguenza del peccato. Ma ecco un secondo carattere della famiglia di Set. “Allora si cominciò a invocare il nome del SIGNORE”. Invocare il nome del Signore presuppone la fede. “Come invocheranno colui nel quale non hanno creduto?” (Romani 10:14). Invocare il nome del Signore è innanzitutto trovare la salvezza con le benedizioni infinite che questa comporta. “Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Romani 10:13). Quando poi ho ottenuto la salvezza, allora invoco il nome del Signore per adorarlo. È il significato di questa frase: “Allora si cominciò ad invocare il nome del SIGNORE”. Da quel momento vi furono sulla terra degli adoratori del vero Dio, tutti uomini di fede che hanno invocato il nome del Signore (Genesi 12:8).

Invocare Dio presuppone una relazione vivente con lui e questa si ha solo tramite la fede in Cristo e nel suo sacrificio. “Per mezzo di lui, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome” (Ebrei 13:15).


11 settembre

Cristo Gesù… ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti.

1 Timoteo 2:6

 

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia.

Efesini 1:7

 

Giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Romani 3:24

 

 

La redenzione

 

Per capire bene il senso di questa parola è utile ricordare i costumi dei tempi antichi. Gli schiavi potevano essere venduti e comprati, passando così al servizio di un nuovo padrone. Ma potevano anche essere riscattati, cioè liberati per sempre dalla schiavitù, grazie alla generosità di un ricco signore. Allora cambiavano condizione: da schiavi, che non potevano disporre di sé stessi, diventavano uomini liberi.

La redenzione è l’opera mediante la quale Dio “riscatta” (o redime) l’uomo, liberandolo dalla schiavitù del peccato e delle sue conseguenze. L’uomo senza Dio è moralmente schiavo, soggetto a Satana, a causa delle sue concupiscenze. Crede di essere libero, ma le sue scelte, di fatto, gli sono spesso dettate dalle proprie tendenze naturali che Satana utilizza per istigarlo a commettere il male.

La liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù del Faraone è una bella figura della redenzione. Dio ha fatto uscire il suo popolo dal paese d’Egitto, e i suoi nemici sono stati inghiottiti nel mar Rosso. Allo stesso modo il diavolo tiene schiave le persone che rifiutano di conoscere e di ubbidire a Dio; ma Cristo ha vinto Satana e ha pagato a Dio, con la sua vita, il prezzo del riscatto di tutti quelli che credono in Lui. “Egli ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati” (Colossesi 1:13, 14).

giovedì 10 settembre 2020

10 settembre

Ma se vi mordete e  divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri.

Galati 5:15

 

Non mordetevi gli uni gli altri

 

A questo proposito un servitore di Dio, ricco di esperienza, scriveva:

«Non lasciatevi mai tentare di parlare contro un credente, perché è un figlio di Dio. Quelli che “mordono” si possono dividere in due categorie: i calunniatori e gli adulatori. Gli uni, in vostra assenza, sparlano di voi, e gli altri vi lodano in faccia. Queste due cose vengono dal diavolo che è il principe dei maldicenti. Non pronunciate mai una parola contro qualcuno che non è presente. Ho trovato un rimedio sicuro contro i maldicenti e l’ho usato molte volte con buon esito. Quando uno mi viene a trovare sparlando di un altro, gli dico: “Andrò da quella persona, le riferirò tutto quello che mi hai detto e ti dirò in seguito la mia opinione su di lei. Ma se non puoi provare quello che dici, porterai le conseguenze delle tue parole”. Chi agisce così non è disturbato dai maldicenti!

È pur vero che non devo passare con leggerezza sopra l’errore di un mio fratello, ma gli parlerò così: “Vedo in te questa cosa che non va bene; fa in modo di liberartene. Il Signore ti aiuterà”. Prendete, come ha fatto Gesù, una “bacinella” e un “asciugamano” e mettetevi a lavare i piedi dei vostri fratelli (Giovanni 13:1-17).

Quanto all’adulazione è utile vedere come ha agito Gesù nel cap. 11 del Vangelo di Matteo: Giovanni Battista, in prigione, era scoraggiato e mandò a dire a Gesù: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (Matteo 11:4). Il Signore gli fece pervenire un messaggio per rassicurarlo, ma senza esaltare il suo ministero. Solo in seguito dirà alle folle che Giovanni era “più che profeta” e che “fra i nati di donna” nessuno era maggiore di lui. »