Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

lunedì 31 agosto 2020

31 agosto

O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall’alba; di te è assetata l’anima mia.

Salmo 63:1

 

Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia e non avrò paura.

Isaia 12:2

 

Fiducia o superstizione

 

Sulle monete degli Stati Uniti figura l’iscrizione: “In God We Trust” (noi abbiamo fiducia in Dio). Vi sono stati degli atei che hanno proposto ripetutamente di far sopprimere questa iscrizione, ma un buon numero di Americani si augura che sia conservata.

È difficile sapere se questo motto corrisponde, per coloro che lo proclamano, ad un vero bisogno dell’anima, se la necessità di appoggiarsi su Dio è realmente sentita.

Si sa che subito dopo una catastrofe c’è un incremento nella frequenza dei luoghi di culto e di preghiera. Ma che cosa avviene in seguito? Non appena svanisce il timore, molti riprendono le loro attività come se nulla fosse capitato. Tale slancio verso Dio per la maggioranza era solo un impulso dettato dalla paura, una forma di superstizione. Ricorrere alla religione può a volte rassicurare persone angosciate di fronte alla realtà della prova, ma non è la vera fede in Dio.

In ogni tempo, vi sono stati credenti che hanno posto la loro fiducia incondizionata in Dio e non sono mai stati delusi. La fede non è una credenza vaga, ma la conoscenza personale di un Dio che si è rivelato in Gesù Cristo. Non un Dio lontano, ma un Dio che vuole entrare nella nostra vita. Egli desidera essere vicino a tutti gli uomini per parlare loro della sua grazia e per ascoltare quelli che si rivolgono a Lui. La fede, che è una piena fiducia in Dio, pone il credente in una posizione di felice dipendenza da Lui, e gli procura la pace in tutte le situazioni.

domenica 30 agosto 2020

30 agosto

 Il nostro aiuto è nel nome del SIGNORE.

Salmo 124:8

 

O SIGNORE! Tu non abbandoni quelli che ti cercano.

Salmo 9:10

 

Se siete nell’angoscia…

Dal Salmo 107

 

Celebrate il SIGNORE, perché egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno! Così dicano i riscattati del SIGNORE, ch’egli liberò dalla mano dell’avversario…

Essi vagavano nel deserto per vie desolate. Soffrivano la fame e la sete, ma nella loro angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Li condusse… perché giungessero a una città da abitare.

Altri dimoravano in tenebre e in ombra di morte, prigionieri nell’afflizione e nelle catene, perché si erano ribellati alle parole di Dio.

Gridarono al SIGNORE nella loro angoscia ed egli li salvò dalle loro tribolazioni; li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte, spezzò le loro catene… Soffrivano, gli stolti, per il loro comportamento ribelle… Nell’angoscia gridarono al SIGNORE ed egli li liberò dalle loro tribolazioni. Mandò la sua parola e li guarì.

Quelli che solcano il mare su navi e trafficano sulle grandi acque, vedono le opere del SIGNORE e le sue  meraviglie negli abissi marini. Egli comanda, e fa soffiare la tempesta che solleva le onde… Ma nell’angoscia gridano al SIGNORE ed egli li libera dalle loro tribolazioni. Egli riduce la tempesta al silenzio e le onde del mare si calmano… ed egli li conduce al porto tanto sospirato.

Egli muta i fiumi in deserto e le fonti d’acqua in luoghi aridi; la terra fertile in pianura di sale. Muta il deserto in lago e la terra arida in fonti d’acqua.

Chi è saggio osservi queste cose e consideri la bontà del SIGNORE.

sabato 29 agosto 2020

29 agosto

In quel tempo eravate senza Cristo, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.

Efesini 2:12-13

 

Il messaggio di una vecchia pietra

 

Un giorno passavo vicino a un’antichissima costruzione, un tempo sede di un istituto religioso, circondata da un giardino da cui si godeva un panorama vasto e magnifico.

Dopo aver goduto la pace di quel luogo, stavo per andarmene, quando scorsi tre vecchie pietre tombali, senza ornamento. Su due di esse, i nomi erano completamente cancellati dal tempo, ma sulla terza le lettere si distinguevano ancora nettamente.

“Percival Paul, 71 anni”. Poi seguivano tre parole latine che attirarono la mia attenzione: “Per Crucem Caelum” (per la croce verso il cielo).

Mi venne in mente un versetto delle Scritture: “Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo” (Efesini 2:13).

Le ombre si allungavano e ripresi la via del ritorno con nel cuore un sentimento di riconoscenza per quel richiamo venuto dai secoli passati. Sì, c’è sempre una via verso la presenza di Dio, una via nuova e vivente che Gesù, il Salvatore degli uomini, ha aperto col sacrificio di se stesso per tutti quelli che credono.

Per Crucem Caelum”. Il Signore Gesù disse: ”Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Non c’è altra via.


venerdì 28 agosto 2020

28 agosto

 Finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti.

Galati 6:10

 

Comportatevi con saggezza…, ricuperando il tempo

Colossesi 4:5

 

Oggi

 

Anche “il tempo” è un dono meraviglioso di Dio; non sciupiamolo. Sovente si sente dire: “Non riesco mai a fare tutto, le giornate dovrebbero avere il doppio di ore, la vita è troppo breve…”; e ci si lamenta dello stress, malattia tipica dei nostri tempi.

Ogni istante che vivi è un dono di Dio. Ogni “oggi” è un regalo prezioso. Oggi puoi essere felice, ma non puoi fare più niente per ieri, e ben poco per domani. La maggior parte dei nostri mali dipende dal ricordo degli insuccessi del passato e dalla paura dell’avvenire.

È “oggi” che tu devi vivere, vivere veramente. Tutti i tuoi ieri, Dio se li è ripresi, tutti i tuoi domani sono ancora in mano sua. Il tempo di oggi impiegalo per amare Dio, per dialogare con Lui. Il Signore ti parla nella Bibbia e tu gli rispondi con la preghiera. Fagli vedere che lo ami, cogliendo ogni occasione per servire il tuo prossimo, non come un obbligo, ma per amore, perché tu stesso sei amato dal tuo Padre celeste. Approfitta di ogni ora, di ogni minuto di questo giorno che Dio ti dà per fare il bene, e questa sera non dimenticare di dirgli: “Grazie Signore per questo oggi”.

Signore, aiutami a trovare ogni giorno il tempo per incontrarti, per ascoltare gli altri, per ammirare, riflettere, sorridere; il tempo per ringraziare, per perdonare, per amare,e soprattutto per pregare.

giovedì 27 agosto 2020

27 agosto

Non c’è nessuno che capisca, non c’è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c’è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno.

Romani 3:11-12

 

Progresso tecnologico e progresso morale

 

È stato detto: “Abbiamo perfezionato le armi, ma non abbiamo perfezionato gli uomini che le usano”.

La storia ci insegna che le guerre, come pure le ricerche per esplorare lo spazio, hanno stimolato i progressi tecnologici. Gli uomini, però, rimangono gli stessi. Le medesime passioni, l’egoismo, l’orgoglio e la crudeltà continuano ad agitare l’umanità. Per lungo tempo molti hanno tentato di persuadersi di essere in cammino verso un mondo migliore. Oggi tutti ne dubitano e guardano al futuro con apprensione.

Non c’è dunque nessuna via d’uscita? Non certamente per mezzo della tecnologia. I suoi migliori usi non risolvono le disuguaglianze, le sue applicazioni peggiori sono una minaccia per la sopravvivenza dell’umanità. Nonostante i brillanti successi, la scienza ha dimostrato la sua incapacità di migliorare l’uomo. Perché? Perché non può agire sul peccato che è in ognuno di noi!

Gesù Cristo è venuto, non per migliorare l’umanità perduta, ma per salvare quelli che riconoscono la loro incapacità di cambiare se stessi e che pongono in Lui la loro fiducia. La salvezza che Gesù dà non rende i credenti migliori quanto alla loro natura, ma dà loro una vita nuova con la potenza dello Spirito Santo, di modo che la loro vita non sia più dominata dal peccato, ma abbia per modello quella del Signore quand’era sulla terra.

Rispondiamo alla chiamata di Colui che è morto per i nostri peccati e ci invita a seguirlo.


mercoledì 26 agosto 2020

26 agosto

 “Venite, perché tutto è già pronto”.

Luca 14:17

 

La parabola del gran convito

Leggere Luca 14:15-24

 

La parabola della grande cena ci rivela i disegni di Dio per gli uomini. Nelle parole “tutto è già pronto” vediamo la completezza della sua opera. Dio ha fatto tutto quello che occorreva per salvarci, e sappiamo a quale prezzo. Ha preparato quel “banchetto” sacrificando quanto aveva di più caro, la persona di suo Figlio.

I primi invitati erano i Giudei, il popolo terreno di Dio; il loro rifiuto dimostra il disinteresse dell’uomo verso le cose di Dio. Allora Dio invita quelli che non hanno nulla da aspettarsi, che si riconoscono peccatori e immeritevoli, rappresentati, nella parabola, dagli infermi, dagli zoppi, dai ciechi, dai poveri.

L’uomo ha difficoltà ad afferrare il carattere di Dio ed è sempre pronto, come Adamo, a nascondersi quando ode la sua voce; Dio invece è felice di ricevere i peccatori. Lo esprimono le parole: “Affinché la mia casa sia piena” (v. 23) e anche l’ordine dato al servitore “Costringili ad entrare!” Tutto questo ci rivela il suo grande desiderio. Egli non si stanca di supplicare gli uomini ad andare a Lui; anzi, li spinge ad entrare, poiché vuole riempire la sua casa.

Quante volte vi è già stata offerta quest’occasione? E quante volte, dopo aver udito l’invito, avete rimandato a domani? Dio potrebbe non chiamarvi più. Ricordatevi che, quando la casa di Dio sarà piena, la porta verrà chiusa per sempre!

“Venite, perché tutto è già pronto”.

martedì 25 agosto 2020

25 agosto

Per fede Abraamo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; egli, che aveva ricevuto la promessa, offrì il suo unigenito… Era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti.

Ebrei 11:17, 19

 

La prova della fede

 

Vi sono situazioni così drammatiche che sembra che Dio agisca in modo non conforme al suo amore. La vita di Abraamo ne fornisce l’esempio più tipico. Dio gli aveva fatto delle promesse che dovevano compiersi nei discendenti del suo unico figlio, Isacco, e poi chiese ad Abraamo di offrirlo in sacrificio! Ma Abraamo aveva più fiducia nella parola di Dio che nella vita d’Isacco. Egli sapeva che Dio non viene meno alle sue promesse e che, se Isacco fosse stato sacrificato, Dio lo avrebbe senz’altro risuscitato. Abraamo contava sulla parola di Dio e non fu deluso. Dio non permise che Isacco morisse; alla fine, dietro suo ordine, un capro venne sacrificato al suo posto.

Niente può far cambiare il nostro Dio. Se ci ha salvati per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo, se ha fatto di noi credenti dei figli suoi, vuole continuare a manifestare il suo amore. Egli sa che sulla terra attraversiamo spesso circostanze difficili, e interviene per fortificare la fede, infondere coraggio, dare la sua pace, e insegnarci a guardare non alle cose presenti, che sono solo per un tempo, ma alla gloria futura che non finirà mai. Egli ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). Il Signore Gesù ha sofferto molto sulla terra e per questo può capire e consolare coloro che soffrono.


lunedì 24 agosto 2020

24 agosto

 Oggi abbiamo visto che Dio ha parlato con l’uomo.

Deuteronomio 5:24

La Parola era Dio…

La Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi.

Giovanni 1:1, 14

 

Messaggio ricevuto

 

Ricercatori di tutte le nazionalità scrutano da anni l’universo alla ricerca di qualche segno di vita extraterrestre. A questo scopo sono stati costruiti parecchi centri di osservazione e di comunicazione spaziali tecnicamente molto evoluti. Sono stati inviati messaggi nello spazio per segnalare l’esistenza dell’uomo, con la speranza di ricevere, un giorno, una risposta. Ma questi nostri contemporanei, così desiderosi di sapere se esistono altre vite nell’universo, molto probabilmente rimarranno delusi.

Sapete voi che ci è già giunto dal cielo un segno di vita? È Dio stesso che ci ha mandato un messaggio, tramite il quale desidera entrare in contatto con gli esseri umani. “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Ebrei 1:1-2). Questa voce la possiamo ascoltare anche oggi leggendo la Bibbia. Il Dio del cielo si fa conoscere come colui che per amore per le sue creature, “ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

Questa comunicazione divina ha cambiato la vita di tutti coloro che l’hanno ricevuta e accettata. Questo messaggio di grazia continua ad arrivare da parte di Dio e a diffondersi in tutto il mondo. Riuscite a captarlo? Siete interessati ad approfondirlo? Dio si aspetta una risposta. Quale sarà la vostra?


domenica 23 agosto 2020

23 agosto

 Benedici, anima mia il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.

Salmo 103:2

 

In ogni cosa rendete grazie.

1 Tessalonicesi 5:18

 

Contenti di quello che Dio ci dà

 

La scena si svolge nel 2007. In un villaggio della giungla africana, un missionario ha appena terminato di sistemare un pannello solare sul tetto di una capanna. Passa il pomeriggio, poi viene la notte. Nell’interno, tutta la famiglia si riunisce intorno ai visitatori per assistere a quel “miracolo”: una semplice lampadina all’estremità di un filo illumina tutta la stanza! Allora il padre si alza e si mette a pregare: “Grazie, Padre celeste, per averci dato questa luce! E, ti preghiamo, aiutaci a non inorgoglirci, perché siamo gli unici del villaggio ad avere l’elettricità”.

Io che vi racconto questa storia, udita dalla bocca stessa del missionario che l’ha vissuta, ho avuto la settimana scorsa un’interruzione di linea telefonica, durata tre giorni. Più nessuna comunicazione! Ne sono stato molto disturbato, ma quando la linea è stata riattivata non ricordo di aver pensato di ringraziare Dio.

Ripensandoci e paragonando la mia situazione con quella dei miei fratelli lontani, mi sento colpevole. Sono talmente abituato alle comodità, che le ritengo scontate; e la minima privazione assume proporzioni smisurate. Così non apprezzo più le benedizioni di Dio nel loro giusto valore. Con tante comodità corro il rischio di dimenticare Colui che me le concede. È necessario che gli chieda di preservarmi da ogni forma di assuefazione ai suoi benefici giornalieri e che mi insegni ad “accontentarmi dello stato in cui mi trovo” (leggere Filippesi 4:11, 12).

sabato 22 agosto 2020

22 agosto

 Una donna, malata di un flusso di sangue da dodici anni, avvicinatasi (a Gesù) da dietro, gli toccò il lembo della veste, perché diceva tra sé: “Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita”… Da quell’ora la donna fu guarita.

Matteo 9:20-22

 

La svolta della mia vita

 

«La malattia mi piombò addosso come un’aquila sulla preda. Avvelenato da un potente pesticida, fui improvvisamente colpito da nausea, vomito e una forte febbre. Io, ragazzino di dieci anni, esuberante di vita, mi sono trovato improvvisamente vicino alla morte. Chiamato d’urgenza, il nostro medico di famiglia diagnosticò una grave epatite tossica e disse sottovoce ai miei genitori che la prognosi era quasi certamente infausta.

La malattia continuò a peggiorare. Mentre ero quasi in coma, scorsi mia madre e le mie sorelle sulla soglia della camera da letto. Col viso bagnato di lacrime, si misero a cantare un vecchio inno le cui parole mi arrivarono al cuore:

Se solo potessi toccare la sua veste,

ne basterebbe un lembo

per guarire completamente.

 

Nonostante la mia grande debolezza, realizzai che, con le parole di quel canto, Gesù mi diceva che quanto aveva fatto un tempo per quella donna malata, lo avrebbe fatto anche per me, se solo avessi potuto toccare la sua veste.

Ed è quello che feci con molta semplicità, ponendo in Gesù Cristo tutta la mia fede di fanciullo. Da quel momento la mia salute migliorò di giorno in giorno. Rimasi ancora molto debole per parecchi mesi, ma alla fine ci fu la guarigione senza nessuna conseguenza. Quanto abbiamo lodato il Signore!»


venerdì 21 agosto 2020

21 agosto

 Come mai alcuni tra voi dicono che non c’è risurrezione dei morti?

1 Corinzi 15:12

 

Cristo è stato risuscitato dai morti.

1 Corinzi 15:20

 

La risurrezione

Atti 17:16-34

 

L’apostolo Paolo predicava agli Ateniesi, sulla collina dell’Areopago dove l’avevano condotto gli epicurei e gli stoici, incuriositi dai suoi ragionamenti. Alcuni di loro pensavano che portasse divinità straniere, perché annunciava “Gesù e la risurrezione”.

Paolo spiegò loro quanto fosse irragionevole rappresentare la divinità con idoli, e parla del Dio che ha creato i mondi, del Signore del cielo e della terra che ha tratto gli uomini “da uno solo” e li ha posti sulla terra perché lo cercassero. Poi disse: “Dio comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’Uomo (Gesù Cristo) che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti”.

Questa frase urtò quei filosofi che erano dei saggi, ma non conoscevano il vero Dio. Molti, come Socrate, credono all’immortalità dell’anima; ma non appena sentono parlare della risurrezione dei corpi, incominciano a beffarsi. In fondo, l’idea di essere immortale dovrebbe lusingare, ma il pensiero che dai resti di un cadavere ne esca un essere vivente, è inaccettabile per la ragione umana. Infatti, solo Dio può fare un’opera simile, e l’orgoglio umano insorge contro l’onnipotenza di Dio. Ma se è Dio che comanda, chi avrà l’ultima parola?


giovedì 20 agosto 2020

20 agosto

 Sii d’esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza. 

1 Timoteo 4:12

 

Presentando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone; mostrando nell’insegnamento integrità, dignità.

Tito 2:7

 

L’importanza di dare un buon esempio

 

All’inizio del cristianesimo, in una chiesa c’era un tale di nome Diotrefe che sparlava contro i servitori del Signore e dominava sui suoi fratelli. L’apostolo Giovanni, allora, scrivendo a un fratello di quella chiesa, gli dice: “Non imitare il male, ma il bene (3 Giovanni 11). Il male è più contagioso del bene perché trova un’eco nella nostra natura peccatrice. Se gli Israeliti, una volta entrati in Canaan, dovevano eliminare le popolazioni pagane che vi abitavano, era perché non corressero il rischio di imitare le loro abominazioni, i loro riti satanici, le loro perversioni morali. Nel corso della storia di Israele vediamo l’influenza che hanno avuto i re che si sono succeduti; se il re era infedele, tutto il popolo si dava all’idolatria; se era fedele, tutti tornavano al vero Dio e al suo culto.

È importante fare attenzione all’esempio che diamo. Paolo si impegnava a fondo per dare sempre un buon esempio: “Voi stessi sapete – dice ai Corinzi – come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente fra voi”; e ancora: “Noi non diamo nessun motivo di scandalo” (2 Corinzi 6:3). Per questo poteva esortare i suoi fratelli ad essere “suoi imitatori” com’egli lo era di Cristo.

mercoledì 19 agosto 2020

19 agosto

Di quale peggiore castigo… sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio… e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?

Ebrei 10:29

 

Qual è il peccato più grande?

 

Per rispondere a questa domanda, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: bagni di sangue, torture, condanne ingiuste, depravazione morale, tradimenti, furti… La lista si potrebbe allungare. In tutte le epoche e in ogni angolo del mondo, sono stati compiuti gli atti più spaventosi, e il nostro 21° secolo, che si pretende evoluto, non fa eccezione.

Ma, agli occhi di Dio, il peccato più grave è quello di disprezzare il dono del suo Figlio e il suo sacrificio alla croce. Questo non potrà mai essere perdonato. La venuta di Gesù Cristo ha rivelato all’uomo l’amore e la grazia di Dio.

Gesù è “andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo” (Atti 10:38). Eppure i suoi contemporanei, sia Romani che Giudei, l’hanno rigettato e l’hanno ucciso “appendendolo a un legno” (Atti 10:38). Crocifiggendo il Signore, l’umanità ha dimostrato di odiare il bene, manifestato pienamente nella persona del Figlio di Dio. Nessuno dica: “Ma questo non mi riguarda. Io non ho responsabilità in un avvenimento di più di duemila anni fa!” Ebbene, invece sì; questo riguarda ognuno di noi.

Se tu non accetti la salvezza che oggi Dio ti offre, se rifiuti di credere che il Figlio di Dio ti ha tanto amato fino al punto di morire per te, allora ti rendi colpevole dello stesso peccato di quelli che l’hanno crocifisso. Rigetti il Figlio di Dio e Dio te ne chiederà conto.

“Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?” (Ebrei 2:3).

martedì 18 agosto 2020

18 agosto

 (Dio dice:) “Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità”.

Ebrei 10:17

 

Mai

 

“Nessuno ha mai visto Dio” (Giovanni 1:18). Se siete di quelli che lo accusano di non rivelarsi di persona, siete in errore, poiché Cristo l’ha rivelato. Egli ha detto: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Giovanni 14:9). Non lo vedrete mai in altro modo, se non accettando Gesù come vostro Salvatore. Allora, in questo caso, Dio si rivela non solo come il Creatore di tutte le cose, ma come un Padre affettuoso e pieno di amore.

“Non ho mai trasgredito un tuo comando” (Luca 15:29), dice al padre il fratello del figlio prodigo. Che orgoglio in quelle parole! Se, come lui, vi credete giusti, non riceverete mai il perdono di Dio. Un giorno sarà costretto a dirvi: “Io non vi ho mai conosciuti” (Matteo 7:23).

Mai un uomo ha parlato così” (Giovanni 7:46). Avete un bel cercare; non troverete mai qualcuno che parli con saggezza, autorità e amore come Gesù. L’hanno testimoniato anche i suoi contemporanei. Poiché parlava da parte di Dio, Gesù diceva tutta la verità e nient’altro che la verità. Ancora oggi, tutto quello che ci occorre sapere lo impariamo da Lui.

“Non mi ricorderò mai più dei loro peccati e delle loro iniquità”. Queste sono parole di Dio. Quando avrete riconosciuto che Gesù è l’unico a potervi riconciliare con Dio, saprete che siete perdonati per sempre, qualunque sia il male da voi commesso. Tutte le cose di cui vi vergognate e i peccati che vi dispiace di aver commesso, Dio li dimenticherà per sempre.

Oggi è ancora il momento di accettare la grazia di Dio. Non la respingete e non rimandate a domani!

lunedì 17 agosto 2020

17 agosto

 Il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

1 Pietro 1:3

 

L’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza e l’esperienza speranza.

Romani 5:3, 4

 

Gesù, nostra speranza

 

“La speranza fa vivere”. L’atleta che si allena, lo studente che ripassa le lezioni, l’agricoltore che compra un terreno, tutti sperano di vincere, di riuscire, di averne un vantaggio. La speranza incoraggia e stimola l’impegno. Se cessa la speranza rimangono i dubbi e la depressione. La speranza fa parte dei nostri bisogni fondamentali. Eppure sulla terra non c’è niente che abbia veramente un futuro, poiché tutto passa, deperisce e termina ineluttabilmente con la morte. È normale, quindi, che chi pone la propria fiducia nell’uomo possa essere tentato di abbandonare ogni speranza e rinunciare ad ogni sforzo.

Al contrario, la speranza cristiana trova in Dio la sua sorgente e il suo scopo. La speranza dell’adempimento delle promesse di Dio è una certezza; la speranza del ritorno di Cristo per prendere i suoi riempie il cuore di chi lo ama e lo aspetta. Con la sua morte e la sua risurrezione, il Signore Gesù ha vinto i nostri peggiori nemici, le potenze spirituali del male, il peccato e la morte, e ha posto nei nostri cuori la speranza della gloria e la certezza di essere per l’eternità nella presenza di Dio.

La speranza cristiana è unita alla pazienza e alla gioia in quanto porta i credenti ad affidare a Dio il loro futuro; con lo sguardo lucido sullo stato di questo mondo, li rende liberi di provare compassione per l’angoscia degli altri e di parlare a tutti del loro Salvatore. Inoltre, permette loro di affrontare la morte con serenità, grazie alla certezza di essere per sempre con Colui che li ha amati.

domenica 16 agosto 2020

16 agosto

 La bontà e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate.

Salmo 85:10

 

L’opera della giustizia sarà la pace e l’azione della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre.

Isaia 32:17

 

Il SIGNORE… mi conduce per sentieri di giustizia.

Salmo 23:1, 3

 

Giustizia e pace: dove trovarle?

 

Fin dalla più tenera infanzia, l’essere umano si rivela già molto sensibile all’ingiustizia, soprattutto se si sente egli stesso colpito. Il suo egoismo innato lo porta ad essere attaccato ai propri diritti che tenta di far valere, e alle proprie cose che difende energicamente, piuttosto che preoccuparsi dei suoi doveri e di quello che è dovuto agli altri. Questo modo di pensare e di agire, frequente sorgente di gelosia, di rabbia o di odio, può portare nell’età adulta ad ogni tipo di conflitti, personali, familiari, sociali…

In questo mondo dove l’egoismo prevale, possiamo forse sperare che un giorno trionferà la giustizia, e con essa la pace universale? Molti l’hanno sperato e sono rimasti delusi. La “giustizia” umana ha condannato l’unico Giusto che ci fosse sulla terra: Gesù Cristo. Su di essa non si può far conto.

Ma la speranza di un mondo di giustizia e di pace universale si realizzerà un giorno sotto il dominio di Cristo, il “Principe della pace”. Solo Lui potrà far regnare la giustizia e stabilire la pace sulla terra. Ne ha il potere, poiché è Dio. Ne ha acquisito il diritto grazie al dono di Se stesso alla croce.

Fin da oggi, quelli che hanno trovato in Lui il Salvatore, sono felici di riconoscerlo come il loro Signore e di sottomettersi alla sua autorità. Ed Egli riempie il loro cuore della sua pace!

sabato 15 agosto 2020

15 agosto

 Esortatevi a vicenda ogni giorno… perché nessuno di voi s’indurisca per la seduzione del peccato.

Ebrei 3:13

 

Guardate dunque con diligenza a come vi comportate… Intendete bene quale sia la volontà del Signore.

Efesini 5:15, 17

 

L’aquila e la vipera

 

Un amico montanaro mi ha raccontato: “In una chiara mattina d’estate, stavo osservando un’aquila reale appollaiata su una roccia, molto vicino a me. Ad un tratto, ecco che spiega le ali e sale, con un volo maestoso, sempre più in alto. In poco tempo è soltanto un puntino nero nel cielo. Ma, all’improvviso, si mette a scendere con evoluzioni disordinate, con le ali ripiegate, e si abbatte al suolo a qualche metro da me. Dopo averla esaminata, scopro una piccola vipera saldamente attaccata al suo petto. Evidentemente, mentre l’uccello si riposava sulla roccia, la vipera si era annidata nel caldo delle sue ali e l’aveva morsicata in pieno volo”.

Anche noi, amici cristiani, potremmo farci mordere dal peccato sotto le sue molteplici forme: menzogna, maldicenza, egoismo, disonestà… Il peccato non ci può togliere la vita nuova che abbiamo in Cristo, ma può interrompere il nostro “volo” e intralciare il nostro cammino con Dio.

Siamo dunque vigilanti e chiediamo al Signore di indicarci in che cosa corriamo il rischio di disonorarlo! Se siamo consapevoli di aver commesso un errore, confessiamoglielo immediatamente, e Lui ci aiuterà ad abbandonarlo. Solo così potremo vivere in un modo che l’onora, e non ci accontenteremo di evitare il male, ma troveremo la nostra gioia nel ricercare il bene e nel compierlo per amore per Dio e in favore del nostro prossimo.

venerdì 14 agosto 2020

14 agosto

 Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture… fu seppellito… fu risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture.

1 Corinzi 15:3, 4

 

Dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente (agli apostoli) con molte prove; facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio.

Atti 1:3

 

Gesù è vivente

 

Chi legge con attenzione la Bibbia deve riconoscere che questa racchiude numerose e precise prove della risurrezione di Gesù. Innanzi tutto, la sua tomba era vuota. Lo confermano gli amici di Gesù, e i suoi stessi nemici non l’hanno potuto negare, tanto che si sono impegnati a far credere al popolo che i suoi discepoli avevano rubato il corpo mentre le guardie dormivano. Al mattino della risurrezione, le fasce, che avevano avvolto il corpo di Gesù, e il sudario, erano rimasti nella tomba. Erano come la crisalide ormai inutile dalla quale la farfalla era appena uscita. Questo ha convinto l’apostolo Giovanni, testimone oculare del fatto: egli “vide e credette” (Giovanni 20:8).

In seguito, il Signore risuscitato fu visto varie volte. Si è presentato almeno una decina di volte ai suoi discepoli, “ai testimoni prescelti da Dio” (Atti 10:41) e ha parlato loro per quaranta giorni (Atti 1:3). E questo li ha trasformati. La sua morte li aveva lasciati impauriti, abbattuti, sconcertati, ma dopo la sua risurrezione eccoli pieni di gioia, di forza, di coraggio, per l’azione dello Spirito Santo che Gesù aveva promesso di mandare quando fosse ritornato in cielo. Né la prigione, né la tortura, né la minaccia di morte poterono influire sulla loro convinzione che il Signore era realmente risuscitato.

Ancora oggi, tutti i cristiani autentici possono attestare che Gesù è vivente. Senza averlo visto, l’hanno incontrato per fede ed Egli è diventato la forza della loro vita. Oggi ancora il Signore lo si incontra leggendo il Vangelo e credendo alle sue parole. Voi, l’avete incontrato?


giovedì 13 agosto 2020

13 agosto

 Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene… infatti, il bene che voglio non lo faccio… Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo. 

Romani 7:18, 24, 25

 

La conoscenza del bene e del male

 

Nel giardino di Eden, l’albero della conoscenza del bene e del male era proibito. L’uomo, sebbene fatto a somiglianza di Dio, è un essere limitato. Quando ha disubbidito, con l’illusione di diventare come Dio, ha conosciuto il bene e il male, ma senza la capacità di compiere sempre il bene e senza l’energia di evitare sempre il male. Per questo è colpevole.

Ma Dio non ha abbandonato la sua creatura. La rivelazione che ha dato di Se stesso, fin dai tempi più remoti, doveva proprio servire a spingere l’uomo verso il bene, a ridargli la possibilità di avere comunione col suo Creatore, se si fosse uniformato ai suoi pensieri e avesse ubbidito alle sue leggi.

La Parola scritta, venuta in seguito, è stata ed è tuttora una luce per l’essere umano, una guida indispensabile e insostituibile. Ma orizzonti straordinariamente più vasti nella conoscenza di Dio si sono aperti con la venuta di Cristo che ci ha rivelato l’amore di Dio per la sua creatura decaduta e il suo piano di salvezza “per grazia, mediante la fede”(Efesini 2:5). Chi crede al sacrificio di Cristo ha ora la possibilità di entrare con Dio in una relazione vivente ed eterna.

L’apostolo Paolo scriveva ai credenti della città di Filippi: “Prego… perché possiate apprezzare le cose migliori… ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio” (Filippesi 1:9-11).

mercoledì 12 agosto 2020

12 agosto

 Chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere

1 Corinzi 10:12

 

Se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo.

1 Giovanni 2:1

 

La pecora smarrita

Ezechiele 34:16

 

L’apostolo Pietro aveva servito fedelmente il suo Maestro. Con eccessiva fiducia nella propria fedeltà aveva affermato davanti a Gesù di essere pronto ad andare con lui in prigione e persino alla morte (Matteo 26:31-35). Quando Gesù fu arrestato e condotto nella casa del sommo sacerdote per essere giudicato, Pietro lo seguì, sebbene da lontano; ma non appena una serva lo riconobbe, arrivò al punto di dire che quell’uomo, Gesù, non l’aveva mai conosciuto; e questo avvenne per ben tre volte, come il Signore gli aveva predetto!

A un certo momento Gesù, che aveva già pregato per Pietro, si voltò verso di lui. Il suo sguardo sembrava dirgli: “Ti avevo prevenuto; tu mi hai rinnegato, ma io ti amo sempre”. Nonostante il dolore, Gesù, che stava per dare la sua vita, si occupa di lui. Il suo sguardo spezza il cuore di Pietro che esce piangendo. Lacrime amare, ma preziose per Dio. Alcune ore dopo, Gesù è crocifisso; il suo corpo viene deposto in una tomba, e il terzo giorno risuscita.

Da allora il Signore incontrò Pietro a varie riprese, lo perdonò e lo stabilì pastore del suo gregge (Giovanni 21:15-19).

La caduta di Pietro ci fa vedere che anche un credente che ama il Signore ha bisogno di Lui in ogni momento per essere preservato da passi falsi. Prestiamo dunque attenzione ai suoi avvertimenti, e cerchiamo di non aver troppa fiducia in noi stessi!


martedì 11 agosto 2020

11 agosto

 La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona in questi termini: “Alzati, va’ a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me”.

Giona 1:1, 2

 

Giona e Ninive

 

Giona, ricevuto da Dio l’ordine di andare a Ninive per annunciare l’imminente giudizio di Dio, è indietreggiato ed è fuggito lontano dalla presenza del Signore. Forse ha pensato: Come posso io, che sono un Ebreo, presentarmi a quella popolosa e ricca città pagana e predicare contro i suoi abitanti? Dire loro che a causa della loro malvagità Dio li condannava e che dopo quaranta giorni li avrebbe sterminati? E se si pentissero, che figura farei?

Anche il cristiano, in questo mondo peccatore, ha il compito di proclamare che il giudizio di Dio è decretato. “Dio… ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (Atti 17:30, 31). Come Giona, anche noi a volte indietreggiamo davanti a questo compito che ci rende nemici del mondo. Ma se siamo convinti del terribile futuro destinato agli increduli, non possiamo non essere “spinti” ad avvertirli.

Qualcuno potrebbe dire: “Se il giudizio deve venire, perché spaventare le persone in anticipo? Se è irrimediabile, lasciate che godano in pace quel poco che resta loro da vivere! Vi sono già abbastanza motivi di sofferenza in questo mondo…”. Ma, facendo proclamare il suo prossimo giudizio, Dio agisce in grazia e spinge al pentimento. Gli abitanti di Ninive si ravvidero quando, finalmente, Giona andò a predicare in quella città e la distruzione preannunciata non avvenne. Giona sapeva che Dio poteva fare grazia; ma, non avendo amore per loro, si irritò vedendo che la sua profezia di giudizio non si era adempiuta.

Se il mondo ricevesse il Vangelo, tutti quelli che odono e credono il messaggio della grazia sarebbero salvati. Non cessiamo di trasmettere agli altri il messaggio della grazia di Dio, e facciamolo con amore!