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martedì 31 dicembre 2019

31 dicembre


A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà.
Luca 12:48

Il bilancio di un anno

Una giovane coppia aveva difficoltà finanziarie. Il primo gennaio, il marito diede alla moglie un taccuino e le suggerì di segnarvi sopra tutte le spese. Alla fine del primo mese gli diede un’occhiata. Alla voce delle entrate figurava la somma esatta che aveva consegnato alla moglie per le necessità della famiglia, mentre sulla pagina seguente, destinata alle uscite, la giovane donna aveva semplicemente scritto: speso tutto.
Alla fine dell’anno è bene che ognuno di noi faccia il proprio bilancio. Ma non si tratta di controllare l’ammontare dei nostri depositi bancari o di verificare il valore attuale dei nostri beni immobili, se ne abbiamo; si tratta di fare un inventario molto più importante. Che cosa ne abbiamo fatto di tutto quello che Dio ci ha dato nel corso dell’anno che è giunto al termine? Forse abbiamo avuto buona salute e ci sono stati moltiplicati le consolazioni, le gioie famigliari, gli avvertimenti e le occasioni di leggere la Bibbia… ma che cosa ne abbiamo fatto? Scriveremo anche noi sulla pagina delle uscite: speso tutto? Speso per chi? Se è solo per noi stessi, è andato tutto perso! Forse il nostro capitale terreno sarà anche aumentato, ma a che serve se davanti a Dio abbiamo le mani vuote? Che grande responsabilità! Un giorno ci sarà chiesto di rendere conto dell’utilizzo che abbiamo fatto di ciò che abbiamo ricevuto da Dio, e sarà preso in considerazione solo quello che avremo fatto per Lui. La vita non è un gioco, e il tempo che ci rimane è un capitale da gestire bene. Impegniamoci ad iniziare l’anno nuovo con il proposito di ubbidire a Dio e di glorificarlo!

lunedì 30 dicembre 2019

30 dicembre


A Dio ogni cosa è possibile.
Matteo 19:26

Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù.
Filippesi 4:19

Dio conosce i nostri bisogni

La Parola di Dio è ricca di racconti e di promesse che ci infondono pace e coraggio. Qualsiasi siano i nostri bisogni, possiamo contare sull’amore e la potenza del nostro grande Dio Salvatore.
Ieri: “Nel deserto non è mancato loro nulla” (Neemia 9:21).
“La farina nel vaso non si esaurì, e l’olio nel vasetto non calò, secondo la parola che il SIGNORE aveva pronunciata” (1 Re 17:16).
“Per l’aiuto che viene da Dio, sono durato fino a questo giorno” (Atti 26:22).
Oggi: “Chiedete e vi sarà dato” (Matteo 7:7).
“Apri la tua bocca, e io la riempirò” (Salmo 81:10).
“Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio” (Filippesi 4:6).
Il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno” (Matteo 6:8).
Dio… dona a tutti generosamente” (Giacomo 1:5).
Domani: “Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Matteo 6:34).
“Io stesso pascerò le mie pecore, io stesso le farò riposare, dice il Signore, DIO” (Ezechiele 34:15).
“Il  SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca” (Salmo 23:1).

domenica 29 dicembre 2019

29 dicembre


O SIGNORE, fammi conoscere la mia fine e quale sia la misura dei miei giorni. Fa’ ch’io sappia quanto sono fragile. Ecco, tu hai ridotto la mia esistenza alla lunghezza di qualche palmo, la mia durata è come nulla davanti a te.
Salmo 39:4-5

I miei giorni sono nelle tue mani.
Salmo 31:15

Longevità

In numerosi Paesi, i progressi in campo medico, l’applicazione delle regole igieniche e i controlli della salute hanno permesso di allungare di molto la speranza di vita. Mentre ai tempi di Mosè la longevità umana variava tra 70 e 80 anni (Salmo 90:10), ai giorni nostri il numero degl’ultra novantenni è in costante crescita.
Questo ci fa piacere, ma non ci toglie la consapevolezza della fragilità della nostra vita. Chi può sapere se non morirà domani? Basta veramente poco per essere strappati da questa terra: un incidente, un attacco cardiaco, una brutta malattia…
Allora, se siamo coscienti che la nostra vita è effimera, perché non la mettiamo nelle mani di Dio? Facciamolo subito, perché è mentre siamo in vita che possiamo decidere il nostro avvenire eterno.
A te che sei ancora giovane la Bibbia dice: “Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: Io non ci ho più alcun piacere” (Ecclesiaste 12:3).
A te che sei più anziano, e che forse hai sempre evitato gli appelli di Dio, dice solennemente: “Disprezzi tu le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?” (Romani 2:4).
A tutti voi che avete letto questo foglietto, ma che non siete ancora andati a Gesù “per avere la vita” (Giovanni 5:40), vogliamo ricordare ancora una volta questo avvertimento della Bibbia: “Preparati… a incontrare il tuo Dio” (Amos 4:12)!

sabato 28 dicembre 2019

28 dicembre


Tutta la fatica dell’uomo è per la sua bocca, però l’appetito suo non è mai sazio.
Ecclesiaste 6:7

Gesù disse loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete”.
Giovanni 6:35

Domanda proibita

Nel parco della villa di un facoltoso industriale è in pieno svolgimento una festa. Gli invitati affollano il ricco buffet e si congratulano per l’eccellente organizzazione della serata con il padrone di casa. Uno di questi esclama: “Lei è molto fortunato! Gli affari che vanno a gonfie vele, una moglie affascinante e dei magnifici figli!” L’uomo risponde: “Ha ragione, non va per niente male”. Ma all’improvviso, con tono più serio, appoggiando la mano sul petto continua: “Ma, la prego, non mi chieda come va qui dentro”.
“Non mi chieda”; quella domanda non bisognava farla! Una confessione lucida ma angosciante che evidenzia tutto lo smarrimento di quell’uomo. Il successo sociale, economico e famigliare si screpola sotto l’effetto di questo turbamento interiore, di quel malessere indefinibile che attanaglia molti nostri contemporanei. Un malessere che né i successi professionali né le distrazioni e i piaceri della vita sociale possono guarire. C’è soltanto uno che può farlo, donando sicurezza, pace e felicità: è Dio. Egli vede la miseria di quei cuori che si nascondono dietro ad apparenze ingannatrici. Egli solo conosce a fondo la nostra sete di pace e di liberazione, e Lui solo può dare una risposta ai bisogni dell’anima.
Ma come fare per contattare Dio? È sufficiente che tu ti rivolga a Lui riconoscendo con una preghiera il tuo stato di peccato e invocando il suo aiuto. Dagli fiducia. Dio non è un uomo che può deludere. Il Vangelo ti spiegherà che devi accettare Gesù Cristo come Salvatore e farlo entrare nella tua vita: “Chi viene a me”, Egli ha detto, “non avrà mai più fame, e chi crede in me non avrà mai più sete”.

venerdì 27 dicembre 2019

27 dicembre


“Vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore”.
Luca 2:10-11

I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono.
Giovanni 20:20

Tristezza o gioia?

È sufficiente salire su un mezzo di trasporto pubblico per leggere, negli occhi di molta gente, la fatica, la tristezza o la rabbia causate dalle preoccupazioni quotidiane e dai quotidiani conflitti. Quando notizie allarmanti, diffuse dai media, si aggiungono ai tanti problemi personali e famigliari, chi non ha altro orizzonte se non la vita sulla terra non può che essere colto da sconforto e da paura.
Anche il credente incontra delle difficoltà, ma la pace dimora nel fondo del suo cuore. Può essere triste, ma la tristezza non sarà il suo abituale sentimento; se ogni mattina trova il tempo di trascorrere un momento con il suo Dio leggendo la Bibbia e pregando, il suo volto potrà riflettere qualcosa di positivo durante tutta la giornata e trasmettere un sorriso a chi gli sta vicino.
Si racconta che una bambina malata, di famiglia povera, fu portata nei giorni di Natale in una clinica gestita da cristiani. Così ebbe modo di udire ancora la storia di Gesù e ne fu ripiena di gioia.
“Ah! come sono felice di essere qui!” disse all’infermiera. “Ma lei lo sa che è nato Gesù?”
“Certamente!” rispose l’infermiera.
“A guardarla, non si direbbe!”
“Perché, che cos’ho che non va?” chiese perplessa la donna. Poi si rese conto che il suo viso triste contrastava con “il grande soggetto di gioia” che diceva di conoscere.
Gesù per noi è nato, è morto ed è risuscitato; se mettiamo la nostra fiducia in Lui, lo sentiremo vicino a noi ogni giorno. Non è questo un motivo che deve far traboccare il nostro cuore di gioia durante tutta la giornata?

giovedì 26 dicembre 2019

26 dicembre

Con la sua venuta (Gesù) ha annunziato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini.
Efesini 2:17

È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto.
Giovanni 1:11

Dal cielo alla terra

La terra e il cielo: due luoghi così diversi! Uno è l’abitazione degli uomini, contrassegnato dalle loro lotte e le loro contraddizioni, dai loro slanci di fraternità presto seguiti da violente opposizioni. Nell’altro, vi sono Dio e il suo diletto Figlio, adorati e serviti da una moltitudine di angeli, che gioiscono di una continua felicità in una sfera in cui regna l’amore. Ed è proprio questa dimora che un giorno il Figlio di Dio ha lasciato, in perfetto accordo con la volontà del Padre, per venire su questa terra dove ha tanto sofferto. Fin dalla sua nascita il mondo l’ha rifiutato e il re Erode voleva farlo morire. Per tutta la sua vita è andato di luogo in luogo facendo del bene a tutti (Atti 10:38), ma è stato disprezzato, odiato e infine crocifisso.
Perché il Figlio di Dio ha scelto un tale cammino? Mancava forse qualcosa alla sua felicità? No, ma Egli voleva introdurre le sue creature nella pienezza dell’amore celeste. Voleva condurre alla sua presenza degli uomini e delle donne, colpevoli ma perdonati, peccatori ma giustificati, capaci di capire e di condividere l’essenza stessa del suo essere: l’amore.
Vale la pena contemplare questo abbassamento volontario del Figlio di Dio, la sua sofferenza e la sua morte in vista di “condurre molti figli alla gloria” (Ebrei 2:10).
Quando penso che il Signore Gesù ha lasciato il cielo perché io potessi viverci un giorno, m’inchino e adoro. Fallo anche tu!

mercoledì 25 dicembre 2019

25 dicembre

Maria… diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell’albergo.
Luca 2:7

Il fanciullo di Betlemme, il Dio onnipotente

Proviamo sempre emozione mista a stupore quando ci troviamo davanti a un neonato. Ma tanto più grande fu l’emozione dei pastori alla nascita di Gesù. Un angelo li aveva avvertiti che il fanciullo che avrebbero trovato in una mangiatoia a Betlemme, la città di Davide, era nientemeno che il Salvatore, il Cristo (Messia) e il Signore! Quand’ebbero visto quello che l’angelo aveva loro annunciato, i pastori glorificarono Dio.
La loro meraviglia è anche la nostra quando leggiamo questo racconto. Ci troviamo di fronte ad una bellezza sublime, pur senza poter penetrare nel mistero di quella nascita. Dio, secondo le profezie, doveva farsi uomo e attraversare le varie tappe della vita, dalla nascita all’età adulta. Il mistero di Betlemme – Gesù neonato – è la manifestazione di un fatto unico, che supera ogni conoscenza umana: l’incarnazione di Dio, cioè Dio che si fa uomo in Gesù, che è il suo Figlio! Questa verità è alla base della fede: Dio si è fatto uomo pur rimanendo perfettamente Dio.
Questo abbassamento di Gesù, bambino di Betlemme e uomo sulla croce del Golgota, non contrasta con il fatto che Egli sia l’onnipotente. Anzi, Gesù è la vera rivelazione della potenza e dell’amore divino.
Che grande prova d’amore ha dato Dio venendo in mezzo agli uomini sotto la forma così fragile di un neonato! L’incarnazione di Dio è il percorso del suo amore infinito per l’uomo; per ogni credente, un motivo di adorazione senza fine.

martedì 24 dicembre 2019

24 dicembre


Un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.
Isaia 9:5

Ammirabile

Fra i numerosi nomi e titoli dati a Gesù Cristo nella Bibbia, troviamo quello di Ammirabile. È con questo appellativo che il profeta Isaia annunciò la venuta sulla terra del Figlio di Dio, il Re dei re, il Messia.
L’Ammirabile ha preso forma di uomo ed è venuto quaggiù per rappresentare Dio all’umanità e farlo conoscere. Egli è Ammirabile perché, sotto forma umana, è vissuto quaggiù nella perfezione assoluta. Pur in mezzo agli uomini schiavi delle loro concupiscenze, orgogliosi ed egoisti, ogni suo atto, ogni sua parola e ogni suo pensiero erano purezza, verità, grazia, amore, giustizia.
Anche il cielo ha celebrato la venuta in questo mondo dell’Ammirabile quando, alla sua nascita, gli angeli hanno gridato: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!” (Luca 2:14). Finalmente quaggiù c’era un uomo del quale Dio poteva dire: Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto (Matteo 3:17). Ma gli uomini che cosa hanno fatto di Lui? L’hanno disprezzato e rifiutato, perché nella sua perfetta umiltà non trovavano nulla di desiderabile ai loro occhi accecati dalla malvagità! L’accanimento contro di Lui è arrivato fino alla condanna a morte, ma anche su quella croce infame Gesù è stato l’Ammirabile.
Ancora oggi, per chiunque crede in Lui, Egli è l’Ammirabile, risuscitato e seduto alla desta di Dio Padre nella gloria del cielo.

lunedì 23 dicembre 2019

23 dicembre


Un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: “Giuseppe… tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati”.
Matteo 1:20-21

Il nome di Gesù

Durante le lunghe ore di una notte insonne, una credente malata si consolò pensando a questi versetti della Bibbia che descrivono Gesù, il Figlio di Dio:
“Tutta la sua persona è un incanto” (Cantico dei Cantici 5:16).
“Maestro e Signore” (Giovanni 13:13).
“Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” (Isaia 9:5).
“La risurrezione e la vita” (Giovanni 11:25).
“Il grande Pastore delle pecore” (Ebrei 13:20).
“Colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12:2).
“Lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8).
“Sacerdote in eterno” (Ebrei 7:17).
“L’ombra di una gran roccia in una terra riarsa” (Isaia 32:2).
“Dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di Lui” (Efesini 1:22-23).
“Una pietra angolare preziosa, un fondamento solido” (Isaia 28:16).
Amici credenti, facciamo salire la nostra lode al Salvatore e Signore Gesù per ciò che è e per l’opera che ha compiuto sulla croce in nostro favore.

domenica 22 dicembre 2019

22 dicembre


Neppure i suoi fratelli credevano in lui (Gesù).
Giovanni 7:5

Neppure i suoi fratelli

Gesù era il primogenito ed ha vissuto la sua giovinezza insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle (Matteo 13:55-56). Essi erano stati testimoni della sua perfezione e della sua umiltà. L’hanno visto lavorare come “figlio del falegname”. L’hanno visto crescere “in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Luca 2:52). Hanno udito le sue parole quando ha incominciato a predicare in Galilea, hanno visto i suoi primi miracoli, ma nonostante tutto questo non credevano in Lui.
Che grande privilegio abbiamo noi se siamo cresciuti in una famiglia dove abbiamo sentito parlare di Gesù! Ma anche che grande responsabilità! Comunque sia, tutti, uomini e donne, sono chiamati a credere personalmente. La fede dei genitori non si trasmette automaticamente ai figli. Anche per i familiari di Gesù occorreva una fede personale. Quando l’apostolo Paolo parla di Cristo morto e risuscitato dice: “Da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così. Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:16-17).
A Nicodemo, dottore della legge, Gesù disse: “Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3).
“Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito” (Giovanni 3:6). Cosa significa? Chi sono questi “nati di nuovo”? Il Vangelo risponde: “Tutti quelli… che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio” (Giovanni 1:12-13).

sabato 21 dicembre 2019

21 dicembre


“Voi… uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti… Il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose”.
Atti 3:15, 20-21

Gesù nascosto a questo mondo

Il mondo non rivedrà mai più Gesù venire sulla terra con umiltà, portatore della grazia di Dio. La perfezione del suo carattere, quand’era presente fra gli uomini, aveva brillato come il sole, illuminando il mondo con la sua luce divina. Si sarebbe potuto pensare che, di fronte a tanta grazia perfetta, il mondo non sarebbe rimasto indifferente, che avrebbe trovato in Lui qualcosa di attraente. Sappiamo invece quello che ha fatto.
L’uomo ha preparato, a colpi di scure e martello, un grossolano patibolo e ve l’ha inchiodato, come il peggiore dei criminali, Lui che era amore, giustizia, santità. Poi si è messo a costruire il piedistallo magnifico, ma instabile, del progresso tecnologico, della politica, della religione umana, tutto senza Dio. L’asservimento dell’uomo a Satana è oggi più evidente che mai. L’uomo è per natura nemico di Dio.
Ma Dio, che ha elevato il suo Figlio e l’ha fatto sedere alla sua destra nel cielo, precipiterà questa umanità incredula, corrotta e violenta, giù dal suo piedistallo. “Come avviene d’un sogno quand’uno si sveglia, così tu, Signore, quando ti desterai, disprezzerai la loro vana apparenza” (Salmo 73:20).
Il mondo rivedrà Cristo, non più come Salvatore ma come Giudice. E dal momento in cui i riscattati saranno rapiti presso il loro Salvatore, fino al giudizio finale, su questa terra cadranno i castighi descritti nel libro dell’Apocalisse. Ma solo Dio sa quando queste cose avverranno (Matteo 24:36).
Che cosa rimarrà per chi non avrà creduto? Nulla, se non i tormenti eterni.

venerdì 20 dicembre 2019

20 dicembre


Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri.
1 Tessalonicesi 5:4-6

Quando Satana cammina in punta di piedi

Qualcuno ha detto: “Quando un credente dorme, Satana cammina in punta di piedi per non svegliarlo”. L’apostolo Pietro descrive il diavolo come un leone ruggente, che va attorno ai fedeli cercando chi possa divorare (1 Pietro 5:8). Oggi non è cambiato, anche se nei paesi cosiddetti “cristianizzati” non ha alcun motivo di perseguitare dei cristiani che non gli danno alcun fastidio. Perché far bruciare le Bibbie quando in molte famiglie non vengono più aperte? Perché far chiudere i luoghi di culto quando sono semivuoti? Perché strappare dei bambini ai loro genitori, dal momento che questi non hanno nessuna intenzione di insegnare loro ad amare e a seguire il Signore? Perché far mettere in prigione delle persone la cui bocca è chiusa, e la cui testimonianza è insignificante?
Ricordiamoci che il credente è lasciato in questo mondo non per fare i propri comodi, ma per testimoniare della verità dell’Evangelo: “Mi sarete testimoni”, ha detto il Signore (Atti 1:8). Testimoniare significa proclamare chi Dio è e ciò che ha fatto, significa mostrare con un comportamento fedele ciò che è un uomo “nato di nuovo”; significa lodarlo e adorarlo con tutto il cuore e ubbidirgli. Per essere un testimone autentico bisogna seguire da vicino Colui che è stato “il testimone fedele e veritiero” (Apocalisse 3:14). Allora la nostra vita davanti a Dio sarà “il profumo di Cristo” (2 Corinzi 2:15).

giovedì 19 dicembre 2019

19 dicembre


(Gesù) domandò ai suoi discepoli: “Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?... E voi, chi dite che io sia?” Simon Pietro rispose: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Matteo 16:13-16

Chi sei, Signore?

Chi è Gesù Cristo? Non c’è domanda più importante di questa. Alcuni si spingono fino a negare la sua esistenza storica, altri invece vedono in Lui soltanto un profeta, un filantropo, un benefattore, un modello da imitare…
Caro lettore, noi non sappiamo chi sia per te Gesù, ma ti invitiamo vivamente a leggere gli Evangeli, scritti da persone che hanno vissuto insieme a Lui mentre era sulla terra, e a riflettere. Ciò che importa, non è sapere quello che noi pensiamo o diciamo di Gesù, ma ciò che Egli dichiara di se stesso e ciò che dice di noi. Non pensiamo di poterne “restare fuori”, indifferenti o neutrali. Il Signore Gesù ha detto: “Chi non è con me, è contro di me” (Luca 11:23).
Sapete che il nome Gesù significa “Dio salva”? Gesù vuole salvarci dalla perdizione eterna, vuole liberarci dalla schiavitù del male e delle nostre passioni degradanti, vuole liberarci dalle nostre angosce, dal dubbio, dall’errore e da tutto ciò che c’è di cattivo in noi.
Per far sì che questa salvezza diventi una realtà nella nostra vita, la nostra coscienza deve essere risvegliata. Riconosciamo che siamo lontani da Dio, e confessiamo il male che abbiamo commesso e che lo ha offeso. Liberiamoci dei nostri pensieri e dei nostri preconcetti, andiamo a Gesù con fede e riconoscenza.
Fa’ anche tu, oggi stesso, questo passo fondamentale: credi fermamente nel potere redentore del sacrificio di Cristo alla croce, perché solo così otterrai la salvezza eterna.

mercoledì 18 dicembre 2019

18 dicembre


“Se tu conoscessi il dono di Dio…”
Giovanni 4:10

Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani 6:23

Un dono disprezzato

Un celebre musicista, dopo aver conosciuto il successo, andò in rovina e si trovò in miseria. Un giorno, ricevette da uno dei suoi ammiratori un rotolo di spartiti musicali avvolti in una elegante fascia di pelle. In quel momento, in preda allo sconforto, si aspettava un dono ben diverso, così, indispettito, buttò in un angolo quel regalo senza nemmeno aprirlo. Poco dopo morì miseramente e quando i suoi eredi aprirono quel rotolo, con grande sorpresa trovarono tra i fogli diverse banconote di grande valore. Ah! Se il musicista avesse avuto la premura di interessarsi di quel dono che gli era stato fatto…
Forse anche voi siete delusi e scoraggiati come quel musicista, o siete presi dalla ricerca sfrenata del successo, della ricchezza, della gloria e del piacere; sappiate che non vivrete molto sulla terra. Scoprite il dono meraviglioso che Dio fa a tutti gli uomini. Dio vuole farci uscire dalla nostra condizione morale decadente e ci vuole dare dei motivi di speranza. Questo regalo è il dono di Gesù Cristo, il suo amato Figlio: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). “Il salario del peccato è la morte… ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”. Questa vita eterna non può essere né acquistata con del denaro, né guadagnata con dei meriti. “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

martedì 17 dicembre 2019

17 dicembre


(Gesù disse loro:) “Andiamo altrove, per i villaggi vicini, affinché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto”.
Marco 1:38

Il Signore disse in visione a Paolo: “Non temere, ma continua a parlare e non tacere; perché io sono con te”.
Atti 18:9-10

Testimoniare

Credenti, volete essere dei veri testimoni di Cristo? Seguite il suo esempio! Negli Evangeli lo vedete sempre intento a testimoniare delle cose celesti: sulle rive del lago o nel tempio, sull’orlo di un pozzo o su una collina, all’aperto o nelle case, Egli testimoniava sempre. Né i capi religiosi, né i capi politici, e neppure i suoi amici o la sua famiglia potevano chiudergli la bocca. La sua testimonianza era semplice e precisa.
Amici credenti, fate in modo che la vostra vita sia una testimonianza evidente. Siate come un ruscello, la cui limpidezza lascia trasparire ogni ciottolo che si trova sul fondo. Non assomigliate ad uno stagno, nel quale non si può vedere nulla al di sotto della superficie. Siate trasparenti, in modo che tutti vedano l’amore di Dio che abita in voi. Non dite: “Io sono sincero”; siatelo. Non parlate della vostra integrità; siate retti! Che la paura di una creatura debole com’è l’uomo non ostacoli mai la vostra testimonianza.
Fin dal mattino semina la tua semenza e la sera non dar posa alle tue mani” (Ecclesiaste 11:6). Non osservate le nuvole, non consultate i venti, ma testimoniate del vostro Salvatore in ogni momento. Se a causa dell’Evangelo dovrete attraversare qualche sofferenza, non indietreggiate. Sentitevi onorati quando Dio vi accorda di soffrire per il vostro Signore, e ricordatevi che avete bisogno di istruzione, di sostegno, di grazia e di umiltà affinché la vostra testimonianza sia alla gloria del vostro Maestro.
Tratto da uno scritto di Charles Spurgeon

lunedì 16 dicembre 2019

16 dicembre


“Io sono l’alfa e l’omega”, dice il Signore Dio, “colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”.
Apocalisse 1:8

“Io sono il primo e l’ultimo, e il vivente”.
Apocalisse 1:17

L’alfa e l’omega

Alfa è la prima lettera dell’alfabeto greco, omega è l’ultima. Nel secondo versetto di oggi, anche il Signore Gesù dichiara di essere il primo e l’ultimo. Questi versetti mettono in evidenza l’esistenza eterna e la divinità di Gesù Cristo. Egli è presente dall’inizio alla fine della storia dell’uomo e dell’universo.
L’alfa ci riporta alla creazione dei mondi, quando era in preparazione tutto il necessario per la vita degli uomini sulla terra e per la loro felicità. Gesù Cristo è il Dio Creatore e, come tale, ha pieno diritto su ognuna delle sue creature. Eppure, quando si è fatto uomo, hanno cercato di sbarazzarsi di lui crocifiggendolo. Ma non è rimasto nella morte. Sempre nel libro dell’Apocalisse, Egli stesso pronuncia queste sorprendenti parole: “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli” (1:18).
L’omega attira il nostro sguardo sull’avvenire. Cristo avrà l’ultima parola su questa terra, teatro di tante ingiustizie, guerre e sofferenze. Prenderà definitivamente presso di Sé quelli che gli appartengono e successivamente stabilirà un regno di giustizia e di pace (19:6). Poi, al momento del bilancio finale, giudicherà tutti quelli che non lo hanno voluto come Salvatore (20:11-15).
Il giorno della crocifissione, Gesù ha pregato per i suoi carnefici: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34). Il perdono è ancora oggi a disposizione di chiunque si pente, perché il Signore Gesù risorto vive per sempre e salva definitivamente chi si confida in Lui, aprendogli la via della felicità eterna nel cielo.
Noi viventi verremo rapiti… così saremo sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:17).

domenica 15 dicembre 2019

15 dicembre


(Gesù disse:) “In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna”.
Giovanni 6:47

Per me (scrive l’apostolo Paolo) il vivere è Cristo.
Filippesi 1:21

Una sola vita da vivere

Nella sua Lettera, l’apostolo Giacomo pone questa domanda: “Che cos’è infatti la vostra vita?” E lui stesso risponde: “Un vapore che appare per un istante e poi svanisce” (Giacomo 4:14). Noi possiamo rimpiangere il tempo perso, ma nemmeno uno di quegli istanti passati potrà essere rivissuto.
Noi abbiamo solo una vita da vivere sulla terra e forse ne abbiamo già sciupata una buona parte; quello che ci rimane, che lo vogliamo o no, ci sta “scivolando tra le dita”. Spesso inseguiamo delle illusioni, e poi ci lamentiamo per le occasioni perdute. Ma questa, può essere la “vera vita”? Vivere pienamente è vivere con Dio e per Dio, nella consapevolezza della sua grazia che perdona i nostri errori e della sua misericordia che ci soccorre nelle nostre debolezze.
Molti dei nostri contemporanei sono inquieti, e hanno ragione di esserlo: non hanno né speranze né certezze riguardo al futuro dell’umanità e nemmeno riguardo al loro proprio futuro. Le loro paure non sono senza fondamento poiché la Bibbia ci parla dei tempi futuri, in cui Dio giudicherà l’umanità che lo ha rifiutato. “I cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate” (2 Pietro 3:10).
Cosa ti aspetti dal futuro? È questa la tua preoccupazione più grande? Che ne sarà della tua esistenza dopo la morte? Dove passerai l’eternità? Cristo è morto ed è risuscitato; se credi in Lui ricevi in dono la vita eterna! Non rimandare a domani.

sabato 14 dicembre 2019

14 dicembre


(Gesù disse:) “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.
Giovanni 6:37

C’è ancora posto.
Luca 14:22

Il posto vuoto

In Germania, nella città di Lubecca, c’è una bella chiesa molto antica. Al suo interno troviamo un quadro che raffigura la crocifissione, dipinto da Hans Memling nel 15° secolo. Questo dipinto è molto vivace: vi troviamo rappresentata la folla mescolata a cavalieri armati di lance, a soldati che tirano a sorte le vesti di Gesù, a persone con atteggiamenti di derisione, ad altre che piangono; e, sopra questo spettacolo, tre croci che emergono cupe.
Con un po’ d’attenzione, scopriamo un dettaglio sorprendente. In mezzo a quella confusione, ai piedi della croce di Gesù c’è uno spazio vuoto. Quale sarà stata l’intenzione del pittore? Cosa avrà voluto esprimere? Riservava a se stesso quel posto così vicino a Cristo? O forse voleva dire: “Qui, ai piedi della croce di Cristo, c’è un posto libero; se vuoi puoi occuparlo tu!”.
Occupare quel posto libero significa credere a ciò che dice l’Evangelo, cioè accettare che Gesù Cristo è morto a causa dei nostri peccati. Anche per te c’è un posto libero ai piedi della croce di Cristo, e c’è anche un posto libero presso di Lui, nel cielo. “Chiunque” crede in Lui ha la vita eterna, è scritto nel Vangelo. Metti il tuo nome al posto di quel “chiunque”!

Vieni alla croce, - anima errante
lungi dal buon Pastor; - odi la voce
d’amor vibrante – del Salvator.

venerdì 13 dicembre 2019

13 dicembre


Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.
Galati 6:9

Imparino anche i nostri a dedicarsi a opere buone per provvedere alle necessità.
Tito 3:14

Fare il bene

Ogni credente è chiamato ad applicarsi a “fare il bene”. Ha davanti a sé l’esempio del Signore Gesù, il suo Salvatore, che sulla terra è andato di luogo in luogo facendo del bene (Atti 10:38). L’apostolo Pietro esorta i suoi fratelli a praticare il bene seguendo Gesù, il modello perfetto, anche se questo li farà soffrire. “Se soffrite perché avete agito bene, e lo sopportate pazientemente, questa è una grazia davanti a Dio” (1 Pietro 2:20). Il dovere del credente, in un mondo in cui regna l’egoismo, è fare il bene senza stancarsi.
La ricerca continua del proprio interesse ha come conseguenza diretta degli incessanti conflitti: tra i popoli, tra gli individui e nelle famiglie. Il credente non dovrebbe mai dimenticare che ciò che è lo deve esclusivamente alla grazia di Dio. Se egli apprezza veramente questa grazia, lo dimostrerà con la sua prontezza nel donare, nell’aiutare e servire il prossimo.
Desideriamo maggiore gioia? La troveremo cercando di alleggerire le condizioni di vita dei nostri simili, ogni volta che ne avremo l’occasione. Aiutiamo i più sventurati, andiamo a trovare le persone più isolate e i malati, e avremo più gioia nei nostri cuori. Entrando in contatto con la sofferenza e con le tante disgrazie fisiche o morali, saremo più consapevoli dei nostri privilegi. I tanti bisogni che avremo davanti agli occhi ci spingeranno ad una maggior perseveranza nell’importante servizio della preghiera e della beneficenza; soprattutto, così facendo, serviremo il Signore.

giovedì 12 dicembre 2019

12 dicembre

Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi.
Luca 16:10

La vita: un esame continuo

La vita del credente è fatta di dettagli, nei quali spesso veniamo colti in fallo. Alle volte preferiamo le piccole scappatoie alla verità, non vegliamo sui nostri stati d’animo, non vediamo le mille occasioni in cui potremmo mostrare del vero amore per il prossimo con una parola gentile o un piccolo servizio reso al momento opportuno. È così che spianiamo la via agli errori più gravi.
Quando qualcuno si candida per ricoprire un ruolo di responsabilità nel mondo del lavoro, non si meraviglia di dover superare dei test di memoria, di capacità decisionale, di fantasia… Alcuni di quei test gli sembreranno infantili, ma coloro che li hanno concepiti li considerano come rivelatori del carattere e del comportamento del candidato. Allo stesso modo, Dio mette ognuno di noi alla prova nei dettagli. Prendiamo ad esempio l’onestà: una frode nei confronti del fisco è sufficiente a dimostrare che, posti di fronte a una grande tentazione, siamo tutti capaci di soccombere.
Per i nostri progenitori, il fatto di mangiare il frutto che Dio aveva loro vietato (Genesi 3:6) forse non ci sembrerà così grave, ma in realtà è molto significativo perché mette in evidenza la sfiducia nei confronti di Dio, la disubbidienza, l’orgoglio, la concupiscenza… Per Dio la prova è stata sufficiente.
Il credente che ascolta Dio, è chiamato ad essere fedele nei piccoli fatti della sua vita quotidiana, attraverso i quali impara a conoscere se stesso, per non fidarsi del proprio cuore, e a conoscere il suo Dio per amarlo e ubbidirgli.

mercoledì 11 dicembre 2019

11 dicembre


(Gesù disse ai suoi discepoli:) “Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando... Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi”.
Giovanni 15:14-16

Chi è Gesù per te?

“Da quando mi sono rivolta verso Dio, ho cercato di servirlo facendo del mio meglio, ma ci tenevo a non farmi coinvolgere più di tanto e mantenevo una certa distanza. Conoscevo la vita di Gesù, la trovavo ammirabile, ma non riuscivo a imitarla, proprio non potevo! Un giorno, mi misi a pregare: «Signore, perché non ti conosco? Tu mi chiedi di amare i miei nemici, ma è impossibile. Signore, ti posso servire nel timore, ma non so amarti, non oso amarti. Tu mi chiedi di diventare simile a te, ma questo va al di là delle mie forze. L’orgoglio e l’odio fanno parte di me e mi disgregherei se li scacciassi». Questo fu, se così posso dire, il mio primo confronto col Signore.
Poco tempo dopo, mi fu dato un libro nel quale lessi che possiamo parlare a Gesù come ad un amico. Per me era impensabile, troppo semplice, troppo grande! Allora, nel mio cuore osai questa preghiera: «Gesù, vorrei che tu fossi il mio amico. Tu puoi trasformarmi, liberarmi dal mio orgoglio e dall’odio. Affido a te la mia volontà, i miei cattivi sentimenti e i miei terribili ricordi; ti affido tutto di me».
È così che Gesù è diventato il mio Salvatore e il mio Amico. C’è voluto del tempo, ma mi ha trasformato. Ero molto arrabbiata con mio padre perché, dopo la morte di mia madre, mi aveva abbandonato, ma Gesù mi diede la forza di perdonarlo e di amarlo. Più tardi ho avuto la gioia di vedere mio padre diventare un cristiano e conoscere, anche lui, Gesù come suo Salvatore.”
Maria Anna

martedì 10 dicembre 2019

10 dicembre


Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi.
Efesini 5:15-16

La lezione della clessidra

La caduta silenziosa e continua della sabbia nella clessidra fa sorgere in noi un pensiero desolante: quei secondi che scorrono inesorabili, non torneranno mai indietro! Chi potrebbe far risalire la sabbia? Allo stesso modo, se guardiamo la corsa vertiginosa delle cifre che scorrono nel quadrante di un cronometro che misura i centesimi o addirittura i millesimi di secondo, ci rendiamo conto di quanto il tempo ci sfugga dalle mani.
È durante il tempo presente che l’uomo è chiamato a servire il suo Creatore. Dio cerca degli uomini e delle donne che, animati dalla certezza proveniente dalla fede, si rendono conto che il tempo è un dono prezioso da non sciupare e che ci è stato concesso per glorificare Colui che lo ha donato. Il tempo perso non sarà mai ritrovato, perché ogni minuto che passa non potrà mai più essere rivissuto. È proprio questa la lezione che ci offre la clessidra.
Il versetto di oggi ci ricorda che recuperare il tempo (ossia cogliere le occasioni) è un segno di saggezza. Le occasioni di servire Dio che ci sono offerte non torneranno mai più. Recuperare il tempo sottintende un’attività, quindi un lavoro; se siamo pigri o sognatori, se siamo incerti o indecisi, dobbiamo riprenderci. Il tempo scorre inesorabilmente; “recuperiamolo”, utilizziamo bene il tempo limitato che Dio ci dà per amarlo e servirlo, e mettiamoci a sua disposizione per amare e servire il nostro prossimo, come la sua Parola ci insegna.

lunedì 9 dicembre 2019

09 dicembre


In lui (Cristo) abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia.
Efesini 1:7

Giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
Romani 3:24

Gesù… ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti.
1 Timoteo 2:6

La redenzione

Per capire bene il senso di questo termine, che è un sinonimo di “riscatto”, dobbiamo andare indietro nel tempo, quando gli schiavi venivano venduti e comprati, passando da un padrone all’altro. Ma uno schiavo poteva essere riscattato quando un benefattore lo acquistava per poi liberarlo, cambiando così definitivamente la sua condizione sociale. Da schiavo che era, senza poter disporre di se stesso, diventava un uomo libero, una donna libera.
Ora, la redenzione è l’opera mediante la quale Dio “riscatta” l’uomo, liberandolo dalla schiavitù del peccato. L’uomo senza Dio è paragonabile ad uno schiavo, asservito ad un padrone crudele che è Satana. Crede di essere libero, ma le scelte che pensa di fare, in realtà, sono dettate molto spesso dalle inclinazioni naturali che Satana abilmente sfrutta per spingerlo a commettere il male e a farlo cadere così sotto il giudizio di Dio. La liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto è una bella figura della redenzione.
Cristo è il nostro Redentore, Colui che ha vinto l’oppressore e ci ha liberati dal potere del diavolo che ci teneva schiavi (Ebrei 2:14-15). Ma il riscatto comporta il pagamento di un prezzo. Cristo lo ha pagato interamente (non a Satana, ma a Dio!) col dono della propria vita sulla croce, dove ha subìto al nostro posto il castigo che i nostri peccati meritavano. Oggi, Gesù Cristo risuscitato è nella gloria celeste dove un giorno tutti i riscattati lo raggiungeranno per l’eternità.

domenica 8 dicembre 2019

08 dicembre


Non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita.
Luca 12:15

Non fatevi tesori sulla terra… ma fatevi tesori in cielo.
Matteo 6:19-20

La ricchezza non dà la felicità

“Il denaro risponde a tutto”, dice l’Ecclesiaste (10:19), ma “guadagnare sempre di più” non garantisce la felicità. Degli economisti di fama mondiale hanno posto questa domanda: “Sareste più felici se foste più ricchi?” L’analisi delle risposte fu chiara: per le persone agiate, una ancor maggiore disponibilità e l’utilizzo di altri beni non accresce la sensazione di benessere, ma genera piuttosto tensione e stress.
Tale conclusione potrebbe sembrare sorprendente. L’uomo, di fatto, è vittima di un’illusione: prova piacere al pensiero di possedere più denaro, ma questo non lo rende felice. Già tanto tempo fa, un re estremamente ricco, Salomone, che di tutto quello che i suoi occhi desideravano non rifiutò nulla, e che non privò il suo cuore di nessuna gioia, arrivò a questa conclusione: “Ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento” (Ecclesiaste 2:10-11).
Allora, da cosa dobbiamo essere attratti? Dalle vere ricchezze che sono la salvezza dell’anima, la pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, la vita eterna. Come ottenerle? Esse sono offerte gratuitamente da Dio e vanno accettate con un atto di fede e di riconoscenza. Per la vita terrena, Gesù dice ai suoi discepoli: “Il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più” (Matteo 6:32-33).

sabato 7 dicembre 2019

07 dicembre

L’odio provoca liti, ma l’amore copre ogni colpa.
Proverbi 10:12

Noi abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
1 Giovanni 4:16

Dall’odio all’amore (2)

Dopo la liberazione Jacob DeShazer ritornò nel suo paese e nel 1948 partì per il Giappone a predicare il Vangelo. Scrisse un libretto dal titolo: “Ero prigioniero dei Giapponesi”, e ne distribuì un gran numero. Tra le migliaia di persone che ne ricevettero una copia ci fu anche Mitsuo Fuchida, il comandante che aveva guidato l’assalto di Pearl Harbor, il quale rimase colpito da quella storia. Com’era possibile che i sentimenti di vendetta che Jacob DeShazer nutriva fossero mutati in sentimenti di compassione verso i Giapponesi? La pace di cui parlava Jacob nel suo scritto era proprio quella che cercava il Fuchida di allora, uomo amareggiato e deluso. Così, anche lui si procurò una Bibbia e la lesse con interesse. Quando si soffermò sulla preghiera che Gesù fece alla croce: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34), gli parve di incontrare Gesù in persona; capì che era morto in croce al posto suo, a causa dei suoi peccati, e gli chiese perdono.
Il 14 aprile 1950, Mitsuo Fuchida diventò un’altra persona. La pace di Dio cancellò dal suo cuore l’amarezza e l’odio, e quel Gesù che fino allora aveva ignorato, fece anche di lui un messaggero del suo amore verso tutti gli uomini! Anch’egli scrisse la sua storia: “Da Pearl Harbor al Golgota”. Fuchida predicò in mezzo ai giovani giapponesi, presentando Cristo come il solo che può dare la salvezza, la sola speranza in un mondo tribolato, assetato di pace e di libertà. Incontrò anche Jacob DeShazer e per un certo tempo predicarono insieme l’Evangelo. Al di là di ogni comprensione umana, l’amore di Dio, più potente delle bombe, ha fatto di due nemici due uomini uniti dalla fede in Gesù!

venerdì 6 dicembre 2019

06 dicembre

(Gesù disse:) “Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano… Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro”.
Luca 6:27, 28, 31

Dall’odio all’amore (1)

Pearl Harbor, 7 dicembre 1941, ore 7:53. Il comandante giapponese della prima linea d’attacco, Mitsuo Fuchida, emette il celebre messaggio cifrato: “Tora, Tora, Tora” (l’attacco è una sorpresa totale). In poche ore, la flotta americana del Pacifico viene in gran parte distrutta. Negli Stati Uniti, il sergente Jacob DeShazer, appresa la notizia, il 18 aprile 1942 parte volontario per eseguire la rappresaglia detta “Dolittle”, che aveva l’obiettivo di bombardare Tokyo. Dopo aver sganciato le bombe, l’equipaggio dell’aereo fu costretto a lanciarsi col paracadute.
Fatto prigioniero, Jacob DeShazer fu sottoposto a crudeli torture e il suo cuore si riempì di odio per il nemico. Cresciuto in una famiglia cristiana, ma senza mai averne condiviso la fede, si ricordò che il Vangelo insegnava di rispondere all’odio con l’amore. Allora, a forza di suppliche, ottenne una Bibbia che lesse con avidità. Scoprì che Gesù era veramente il Figlio di Dio annunciato dai profeti, e quando lesse “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9), supplicò Dio di perdonarlo. Quell’8 giugno 1944, diventò una nuova persona. Si sentì liberato, con il cuore in pace, e il suo odio verso quei carcerieri crudeli si trasformò in compassione. Pensava spesso alle parole di Gesù sulla croce “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34) e Dio gli diede la forza di rispondere alla brutalità con l’amore. La guerra finì e Jacob DeShazer fu liberato e poté ritornare nel suo paese.
(segue e si conclude nel prossimo foglietto)

giovedì 5 dicembre 2019

05 dicembre


Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.
Giovanni 1:18

Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno.
Romani 9:5

Dio rivelato in Gesù Cristo

Un gran numero di persone, pur ammettendo l’esistenza di Dio, dubita che si possa riuscire a conoscerlo. Diverse correnti filosofiche e tutte le religioni del mondo, con le loro più disparate teorie, tentano di arrivare a Lui. Tra quelli che si dicono cristiani, ve ne sono alcuni che affermano di aver ricevuto ulteriori rivelazioni le quali però contraddicono ciò che è scritto nella Bibbia deformandone l’insegnamento.
La Bibbia non lascia alcun dubbio sul fatto che Dio ha parlato agli uomini per mezzo di Gesù Cristo, il Figlio, nel quale Egli si è pienamente rivelato (Ebrei 1:1-3).
Gesù Cristo, nei suoi caratteri e con le sue azioni, ha mostrato chi Dio è veramente, essendo l’espressione perfetta di ciò che Egli è.
Dio continua a “sostenere” l’universo con la stessa parola potente che nel principio ha creato ogni cosa, ma il vero scopo della sua rivelazione è quello di avvicinarci a Sé. A causa del peccato, che ci tiene separati da Dio, il suo Figlio doveva prendere parte alla nostra umanità e, per diventare il nostro Salvatore, doveva subire il giudizio che noi meritavamo.
Ecco qual è il messaggio proclamato da Dio stesso: la rivelazione del suo amore nell’opera di grazia, compiuta da Gesù Cristo. Questa rivelazione è stata fatta per tutti, e tutti sono invitati a riceverla con cuore sincero, a crederla con ferma convinzione e a metterla in pratica con tutto l’impegno possibile.

mercoledì 4 dicembre 2019

04 dicembre


Voi l’accettaste non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete.
1 Tessalonicesi 2:13

Ricevettero la Parola con ogni premura.
Atti 17:11

Trasformati dalla Parola di Dio

Quando qualcuno accetta nel suo cuore le verità della Parola di Dio, essa compie un lavoro nel suo interiore. Ognuno di noi è invitato ad accogliere il seme della Parola, perché ha la potenza di salvare la nostra anima (Giacomo 1:21). Per l’azione dello Spirito Santo, questa Parola crea in noi una “nuova natura”, il cui centro di interesse, le motivazioni, gli obiettivi e gli affetti, sono nuovi e in armonia coi pensieri di Dio.
La nostra vecchia natura, contrassegnata dal peccato, rimane comunque nel credente, coabitando con la nuova natura. La nuova natura ha sempre bisogno di nutrirsi della Bibbia, perché “la Parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12). Essa ci permette di distinguere ciò che è secondo la volontà di Dio da ciò che non lo è e ci dà anche l’intelligenza per camminare in un sentiero che Lui approva. “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105).
La nostra vita sulla terra è il periodo in cui impariamo a conoscere Dio in maniera pratica e conseguentemente a seguire l’esempio lasciato dal Signore. L’apostolo Paolo poteva dire: “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente” (Colossesi 3:16). Solo essa può trasformarci affinché tutto ciò che pensiamo e facciamo sia una risposta concreta all’amore infinito di Dio.

martedì 3 dicembre 2019

03 dicembre


Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono”. Poi disse: “Dirai così ai figli d’Israele: l’IO SONO mi ha mandato da voi”.
Esodo 3:14

Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono”.
Giovanni 8:58

I sette “Io sono” del Signore Gesù
Gesù ci parla

– “Io sono il pane della vita” (Giovanni 6:35, 41, 48, 51). Il punto di partenza della vita spirituale è nutrirsi di ciò che proviene da Dio, accettare per sé stessi il valore della morte che Gesù ha subìto per espiare le nostre colpe, e mettere in pratica i suoi insegnamenti.
– “Io sono la luce del mondo” (Giovanni 8:12). Dopo aver creduto, è necessario conoscere bene la Parola di Dio che ci fa capaci di distinguere il bene dal male. Non vivremo più nelle tenebre, ma avremo la “luce della vita”.
– “Io sono la porta” (Giovanni 10:7, 9). Gesù è la porta che ci fa entrare in cielo, e ci introduce anche nella famiglia di Dio. Lì non saremo soli, ma protetti e nutriti.
– “Io sono il buon pastore” (Giovanni 10:11, 14). Non un capo, ma un pastore che ci ama e si prende cura di noi. Egli ha dato la sua vita per salvarci e ora cammina davanti a noi. Conoscendo la sua voce lo seguiremo senza timore in questo mondo malvagio.
– “Io sono la risurrezione e la vita” (Giovanni 11:25). Fin dove andremo col Signore? Fin oltre la morte, nell’eternità. Anche noi risusciteremo per vivere con Lui per sempre, perché Lui, con la sua risurrezione, ci ha aperto la prospettiva della vita eterna.
– “Io sono la via, la verità e la vita” (Giovanni 14:6). La via che porta alla casa del Padre. La verità riguardo a noi, Dio, al suo amore, alla sua giustizia, al sacrificio di Cristo… La vita, la vera vita, quella che ci permette di rimanere alla presenza di Dio perché perdonati dai nostri peccati.
– “Io sono la vera vite” (Giovanni 15:1, 5). Solo restando uniti a Gesù, la vera vite, saremo capaci di amare e di servire Dio, di portare del frutto per la sua gloria.