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domenica 31 gennaio 2016

31 Gennaio

Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente; l’ultimo Adamo è spirito vivificante.
Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo.
1 Corinzi 15:45, 47

Adamo e Cristo, due capostipiti

Nel primo uomo, Adamo, vediamo il peccato, la disubbidienza e la morte; nel secondo uomo, Cristo, la giustizia, l’ubbidienza e la vita. Come ereditiamo per nascita la natura del primo, così ereditiamo mediante la fede la natura del secondo. Il cambiamento che avviene in chi crede è chiamato nel Vangelo “nuova nascita”, sicché il credente ha “due nature”: quella umana, ricevuta quand’è nato, e quella divina, ricevuta al momento della sua conversione.
Ora, come per nascita secondo la carne ereditiamo la natura del primo uomo (Adamo), così con la “nuova nascita” ereditiamo la natura del secondo Uomo (Gesù Cristo).
Il neonato, benché incapace di compiere l’atto di disubbidienza che ridusse Adamo allo stato di creatura decaduta, è ugualmente partecipe della natura di Adamo. Lo stesso è dell’uomo nato da Dio: l’anima rigenerata, benché incapace di compiere la perfetta opera d’ubbidienza dell’ “Uomo Cristo Gesù” è ugualmente partecipe della Sua natura.

Se il peccato del primo uomo non si è fermato su Adamo solo, ma è passato a tutta la sua progenie, così la giustizia non si è fermata sul secondo Uomo, ma “si è estesa a tutti gli uomini” (Romani 6:12-18). Come leggiamo nella Lettera di Giacomo: “Dio ci ha, di sua volontà, generati mediante la parola di verità, affinché in qualche modo siamo le primizie delle sue creature” (1:18). 

sabato 30 gennaio 2016

30 Gennaio

I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese… Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti!
Luca 12:35-37

Come aspettiamo il ritorno del Signore?

Il ritorno del Signore è l’aspettativa gloriosa e consolante di ogni credente, ed è l’unico avvenimento profetico di cui la Chiesa (che è l’insieme di tutti i veri credenti) deve attendere il compimento. Tutto il resto della profezia, che riguarda Israele e il mondo, si compirà dopo. Ma oggi, di quegli avvenimenti, possiamo già avvisarne i preparativi, e questo ci fa ritenere che il ritorno del Signore sia davvero prossimo.
Non sappiamo quando il Signore verrà; “i tempi e i momenti” il Padre li ha riservati “alla propria autorità” (Atti 1:7). Ha solo detto che verrà “presto”, e questo vale a mantenere viva l’attesa. Ogni giorno, ogni istante, può essere quello buono!
Ma l’aspettativa del ritorno del Signore produce davvero dei risultati nella nostra vita? In concreto, cambia qualcosa? Migliora la santità dei nostri pensieri e dei nostri comportamenti, lo zelo nella testimonianza, l’amore per Lui? L’apostolo Paolo, quando tratta l’argomento in 1 Corinzi 15:51:58, conclude dicendo: “Perciò… state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore”. In Filippesi 3:20 e 4:1, in vista della trasformazione dei nostri corpi che avverrà al ritorno del Signore, l’esortazione è di essere saldi nel Signore. In 1 Tessalonicesi 4:15-18 c’è la consolazione, e poco più in là la necessità di vegliare ed essere sobri (5:6). Nell’attesa della “beata speranza e dell’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Gesù Cristo”, “la grazia di Dio… ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane” (Tito 2:11-13). “E chiunque ha questa speranza in Lui, si purifica, come Egli è puro” (1 Giovanni 3:3).


(tratto da “1200 giorni con Gesù” - Edizioni Il Messaggero Cristiano)

venerdì 29 gennaio 2016

29 Gennaio

Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente.
Genesi 2:7

Lo Spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell’Onnipotente mi dà la vita.
Giobbe 33:4

La vita e il caso

Molte persone considerano la propria esistenza come un frutto del caso, e attribuiscono al caso la paternità di tutti gli avvenimenti della loro vita. Per loro, gioie o drammi sono figli del caso. Origine, famiglia, giovinezza, studi, matrimonio, malattie, incidenti, impiego, amici… la fortuna guiderebbe tutto, come se la vita non fosse altro che un susseguirsi di “microcasi” che messi insieme costituirebbero la loro esistenza.
La Bibbia rivela Dio come Creatore di tutto, come Colui che dà la vita e la mantiene. Ma il “caso” è un concetto ingannevole e inconsistente che s’insinua facilmente nello spirito dell’uomo perché gli evita di riconoscere la propria responsabilità davanti a Dio. No! Il caso non è la causa della vita dell’essere umano.
Mediante la Bibbia, noi veniamo a conoscere l’essenziale sull’origine e la finalità della vita. Proveniente da Dio, la vita di ogni essere umano ritorna a Dio. Da Lui è creata, per Lui è data e con Lui si sviluppa.

Caro lettore, la tua vita ha un senso e ha un grande valore per Dio. E poiché anche tu, come noi tutti, sei per natura “morto” a causa delle colpe e dei peccati (Efesini 2:1), Dio ha dato il Suo Figlio per salvarti. Non farti ingannare dalle teorie filosofiche o dalle ipotesi della cosiddetta scienza. Non sostituire il “caso” a Dio!

giovedì 28 gennaio 2016

28 Gennaio

(Parole di Gesù:)
“Ma io vi dico: amate i vostri nemici… e pregate per quelli che vi perseguitano”.
“Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete?”
Matteo 5:44-46

“Anche i peccatori amano quelli che li amano”.
Luca 6:32

Amare i nemici

L’insegnamento del Signore è penetrante: quando amo quelli che mi amano, faccio una cosa buona, ma che merito ne ho? Un amore del genere, sebbene sincero, non dimostra gran che, perché se io amo quelli che mi amano, o che mi assomigliano, in realtà è come se amassi me stesso; o perlomeno non vado contro i miei interessi.
Ma amare i nemici, i persecutori, implorare Dio che li perdoni, questo è vero amore! Lo ha dimostrato il Signore Gesù quando è venuto nel mondo. L’amore lo ha spinto non a difendere la propria vita, ma a farne dono agli uomini perduti quali noi tutti siamo. Questo è l’amore divino, la grazia che porta la salvezza.
Consapevole di essere amato, salvato per grazia, il credente è istruito a imitare il Suo Maestro. Molti cristiani perseguitati hanno saputo veramente amare i loro nemici e pregare perché questi fossero perdonati e perché, a loro volta, venissero a conoscere il Signore e imparassero ad amarlo.
Che possiamo essere di quelli che non guardano al loro interesse personale, ma che cercano gl’interessi di Dio, essendo una luce in mezzo alle tenebre, dei testimoni viventi dell’amore di Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1 Timoteo 2:4).

mercoledì 27 gennaio 2016

27 Gennaio

Egli (Cristo) è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.
Colossesi 1:17

Egli è lo splendore della sua gloria (di Dio) e impronta della sua essenza, e sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza.
Ebrei 1:3

L’eterna divinità di Gesù Cristo

Essendo il Creatore di tutte le cose, Cristo deve necessariamente essere prima di queste. Nel passo della Lettera di Paolo ai Colossesi è affermata la Sua preesistenza. L’apostolo Giovanni, che presenta la storia di Cristo come Parola eterna, dice: “Nel principio era (cioè esisteva) la Parola”. E l’apostolo Paolo, parlando dell’esistenza eterna di Gesù Cristo, scrive: “Egli è prima di ogni cosa”. Una prova della sua divinità eterna la dà il Signore stesso quando disse, parlando ai Giudei: “Prima che Abraamo fosse nato, io sono” (Giovanni 8:58). Non dice io ero. La Parola di Dio fa risaltare in ogni modo il primato e l’eccellente grandezza di Cristo.
Ma queste cose che ha creato, come sussistono? Chi conserva la loro esistenza? Sussistono da sole? No, cadrebbero presto nel caos e nel nulla. La stessa potenza creatrice che le trasse dal nulla impedisce che ricadano nel nulla; essa è essenziale per la loro conservazione. Così oggi abbiamo letto in Ebrei 1:3 che Gesù Cristo “sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza”.

Eppure Lui, pur rivestito di questi grandiosi attributi, esclusivamente Suoi, si è abbassato fino a diventare simile a noi per riscattarci dalla schiavitù del peccato e liberarci della condanna di Dio! Adoriamolo e serviamolo. Egli ne è sommamente degno.

martedì 26 gennaio 2016

26 Gennaio

Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati.
Per mezzo di lui (Gesù) vi è annunciato il perdono dei peccati.
Atti 3:19; 13:38

Cos’è il peccato?

Oggi si sente raramente parlare di peccato. Alcuni ignorano questa parola, altri ritengono che sia una nozione superata. Non negano che ci siano il male, gli errori, le colpe, ma non vogliono sentir parlare di peccato. Perché? Questa parola evoca alla loro mente un Dio che vede e giudica tutto, oppure un insegnamento religioso che li ha urtati.
Parlare di “male” e di “peccato” non è la stessa cosa. Per molti, agire male, significa solo non rispettare ciò che la società si aspetta da noi. Agire male è una nozione abbastanza vaga, perché dipende spesso dalla nostra valutazione personale. Il peccato invece è in relazione con ciò che Dio pensa, con ciò che si aspetta dall’uomo e che ha rivelato nella Sua Parola.
In generale, quando si agisce male verso i propri simili, si pecca anche contro a Dio. Le leggi umane tendono a reprimere certe azioni cattive, ma sovente non prevedono alcuna condanna per altre cose che Dio apertamente proibisce.

Dio si aspetta dall’uomo non solo che non agisca male, ma che faccia il bene: “Chi sa fare il bene e non lo fa, commette peccato”, scrive Giacomo nella sua Lettera (4:17). Quando si comprende questo, si prende coscienza di essere davvero peccatori, si accetta che “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23), e si comprende allora di aver bisogno del Salvatore

Trasportare l’Arca - 2 Samuele 6:1/23

Leggendo questo capitolo possiamo ricavare un grande principio: un servizio compiuto per il Signore, anche se lo scopo è secondo la Sua volontà, diventa inutile, se viene compiuto in modo sconveniente usando mezzi e modi disapprovati dalla Parola di Dio.

L’Arca era già stata trasportata in precedenza su un carro, ma dai Filistei (1 Sa 6:7) che non potevano conoscere la volontà di Dio al riguardo, ma Davide avrebbe dovuto sapere che L’Arca doveva essere trasportata dai Leviti e portata tramite le apposite stanghe e non su un carro.
Ciò che Dio permette al mondo, nell’ignoranza, non lo permette ai credenti che conoscono la Sua volontà.

G   Il carro
Alla colpevole ignoranza di Davide si aggiunge la negligenza dei Leviti, i quali avrebbero dovuto avvertire il re e fermarlo nel suo proposito.
L’Arca era costruita in modo tale da essere portata tramite le stanghe (Es 25:10/16), dunque, non sarebbe servito un carro, opera della mano dell’uomo.
Inoltre, due uomini sono necessari per guidare il carro (3) mentre le vacche dei Filistei trovarono da sole la strada da seguire per riportare in terra d’Israele l’Arca (1 Sa 6:12).
Questo c’insegna che nel dominio spirituale tutti i servizi, anche se sono ben organizzati, forse con sincerità ed applicazione, ma senza direzione dello Spirito Santo, non incontrano l’approvazione di Dio perché anche se vi è una certa gioia, i mezzi sono umani e non spirituali.

G   La leggerezza di Uzza
Vedendo il carro traballare col rischio di far cadere l’Arca, Uzza interviene per sorreggerla, ma l’Arca non avrebbe mai dovuto essere toccata da mano d’uomo neppure da quella dei sacerdoti (Nu 4:15).
La morte è il risultato della sua disobbedienza ed il giudizio di Dio può sembrare particolarmente severo, ma nessun uomo può permettersi di giudicare i pensieri di Dio che mantiene da solo i diritti della Sua maestà. Nessuno può “aiutare” Dio neppure con i migliori sentimenti.

G   Una lezione per noi
Da questo episodio possiamo imparare che tutte le nostre intenzioni, anche quelle che possono essere le migliori, prima devono essere esaminate alla luce della Parola di Dio, perché una “buona intenzione” non può scusare un’ignoranza colpevole dei pensieri di Dio.
Davide ha imparato la lezione e, tre mesi dopo (11), i Leviti trasportarono l’Arca (1 Cr 15:2) per collocarla “al suo posto” (17).

Il Signore dia a ciascuno di noi di fare ogni cosa secondo la Sua volontà.


D.C.

lunedì 25 gennaio 2016

25 Gennaio

Cercava di vedere chi era Gesù.
Luca 19:3

Avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio (Gesù).
1 Giovanni 5:13

Dindhal, il marinaio tailandese

Un giorno, Dindhal, un ragazzino di 10 anni, riceve un opuscolo che gli parla di un uomo chiamato Gesù; lo legge, e ha la sensazione che quello che ha letto sia vero. Ma non riesce a capirne bene tutto il senso, così lo fa vedere ai suoi genitori. Questi, di religione buddista, gli consigliano di dimenticare ciò che ha letto e stracciano l’opuscolo.
Molti anni dopo, Dindhal lavora su una nave da crociera. Durante uno scalo in Alaska, ha un po’ di tempo libero per visitare il porto di Steward e telefonare ai genitori. Con questo scopo entra nella “Sea-man’s Mission” (Missione del Marinaio), e lì riceve un Nuovo Testamento scritto nella sua lingua madre, il thai. Felice di avere un libro nella propria lingua, incomincia subito la lettura. Che sorpresa ritrovare il nome di Gesù, come nell’opuscolo ricevuto 15 anni prima! Dindhal legge e rilegge tutto quello che riguarda Gesù. Così viene a sapere che Gesù è il Figlio di Dio, un Dio che ama tutti gli uomini e che ha concepito un piano per salvarli dalle conseguenze dei loro peccati. Scopre che Gesù è venuto sulla terra, è morto in croce ed è risuscitato perché tutti quelli che mettono la loro fiducia in Lui siano salvati.

Dindhal vuole far parte dei salvati, subito, e con poche ma sincere parole chiede a Gesù di diventare il suo Salvatore personale. Com’è felice quando ritorna sulla sua nave, stringendo a sé il Libro che gli ha permesso di soddisfare la sua sete di perdono e di salvezza!

domenica 24 gennaio 2016

24 Gennaio

Il SIGNORE scruta tutti i cuori e penetra tutti i disegni e tutti i pensieri. Se tu lo cerchi, egli si lascerà trovare da te.
1 Cronache 28:9

La risposta ai miei angosciosi interrogativi

Perché sono nato? Da dove vengo? Dove sto andando? Perché sono apparso nel mondo proprio in quest’epoca? E perché c’è il male, la sofferenza, la morte? Come posso superare il senso d’impotenza e di frustrazione che mi sento dentro, e l’angoscia che spesso mi tormenta? Se c’è una Giustizia suprema non dovrò, un giorno, rendere conto della mia vita? A questi interrogativi che mi assillano, ai bisogni più profondi della mia anima, ci sarà pure una risposta! Io la cerco, ma non la trovo. Eppure è assurda l’idea che noi siamo solo un insieme casuale di atomi, un agglomerato di elementi chimici, usciti da un processo biologico e proiettati a caso in un mondo che non ha un senso. Anche quelli che amo teneramente, dunque, non sarebbero nulla di più!
Ma ecco un Libro che, da tanti secoli, dichiara che c’è un Creatore, e che Lui ha qualcosa da dirmi. È meraviglioso! D’altronde, chi sarebbe in grado di spiegarmi perché esisto e cosa faccio nel mondo se non Colui che mi ha messo qui? Questo libro, la Bibbia, dà delle risposte a quelli che decidono di aprirlo, e dà alle loro vite equilibrio e solidità. È capitato a me. Io ho aperto quel libro, ho letto la Bibbia e continuo a leggerla. Ogni giorno scopro un po’ di più sul mio Creatore. Un Dio grande, giusto, santo e pieno d’amore, che conosce tutto di me e mi rivela che cos’è veramente la vita. La vera vita è conoscere Lui, il solo vero Dio, e colui che Egli ha mandato, Gesù Cristo (Giovanni 17:3).

Stefano G.

sabato 23 gennaio 2016

23 Gennaio

Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
1 Pietro 2:9

… l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo.
2 Timoteo 1:10

Alla luce della risurrezione del Signore

La risurrezione di Gesù Cristo non è né un mito, né un sogno, e neppure una visione, ma un avvenimento unico, centrale della storia dell’umanità.
La Sua risurrezione non è soltanto un momento chiave della storia, ma l’inizio di una condizione nuova. Con la Sua morte e la Sua risurrezione, il Signore Gesù ha aperto una “via nuova e vivente” per arrivare a Dio (Ebrei 10:20).
Gesù è morto, il Suo corpo è stato tolto dalla croce e messo in una tomba. Ma, al terzo giorno, ne è uscito vittorioso, vivente. La mattina di quella domenica il sepolcro era vuoto, e in quello stesso giorno e nei giorni successivi “apparve a Cefa (Pietro), poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta… Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli” (1 Corinzi 15:5-7). Prima di vedere Gesù risuscitato, i discepoli avevano paura ed erano tristi, ma la Sua risurrezione li ha trasformati.
Credere alla risurrezione di Cristo cambia anche il nostro cuore. Se crediamo in Gesù, morto per le nostre colpe e risorto perché noi fossimo resi giusti davanti a Dio, nasciamo per una nuova vita. La fede nella risurrezione del Signore illumina le zone d’ombra. Il nulla non è il punto d’arrivo dell’esistenza umana. Se crediamo in Gesù, scopriamo che la fine della vita terrena non è la morte e il giudizio, ma un’eternità felice alla presenza di Dio.

venerdì 22 gennaio 2016

22 Gennaio

In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.
1 Giovanni 4:10

Dio indifferente o Dio d’amore? (2)

L’amore di Dio non si limita al fatto d’aver creato degli esseri liberi. Egli sapeva in anticipo che gli uomini avrebbero fatto un cattivo uso di questa libertà, arrivando fino ad essere schiavi del peccato. Così, ancora prima che il mondo fosse creato, Dio aveva concepito un piano di riscatto per l’uomo peccatore e perduto; ce lo rivela la Bibbia. Gesù Cristo era stato “già designato prima della fondazione del mondo” (1 Pietro 1:20). Che grande mistero! “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).
Che messaggio rassicurante! Dio ha tanto amato gli uomini fino a consentire che il Suo Figlio venisse a farsi carico dei nostri peccati e a subirne il castigo. La Sua morte sulla croce è la vittoria sul male, la Sua risurrezione è la garanzia della risurrezione e della vita eterna di tutti quelli che l’hanno accolto come Salvatore. Vorremmo tanto che tutti voi, lettori, poteste dire insieme a noi che abbiamo creduto in Lui: “Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Romani 4:24-25).

Seguendo Gesù, anche tu troverai un senso alla tua vita e riceverai il coraggio necessario per superare le prove, in questo mondo sconvolto, privo di punti di riferimento, senza valori e senza meta.

giovedì 21 gennaio 2016

21 Gennaio

Dio è amore. In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo.
1 Giovanni 4:8-9

Dio indifferente o Dio d’amore? (1)

Dio è indifferente alla sorte degli uomini? Forse te lo sarai chiesto.
Certe sofferenze sono dovute a delle cattive scelte: ricerca di potere e di gloria personale, concupiscenza, gelosia, odio… Eppure, quando le cose vanno male, si dà sempre la colpa a Dio anche se non si pensa mai a Lui! Allora ci si chiede: perché Dio non interviene a mettere ordine, a ristabilire la pace, la giustizia, l’amore e la gioia fra gli uomini?
Nell’apparente silenzio di Dio, dobbiamo riconoscere la libertà di scelta che Egli dà a tutti gli esseri umani. Dio non costringe nessuno, ma indica chiaramente la strada della vita.
Dio ama tutti gli esseri umani, non è insensibile alla loro condizione. Anzi, Egli dà prova di pazienza verso tutti, “non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:9). Dio avverte gli uomini della loro fragilità e dello sbocco del loro cammino: la morte e il giudizio. Un giorno dovrà intervenire per mettere ordine sulla terra, e allora “giudicherà il mondo con giustizia” (Atti 17:31) e punirà ogni violenza, ogni atto d’orgoglio, ogni disubbidienza alle Sue leggi e alla Sua volontà.
Ma oggi la Sua Parola fa ancora un rimprovero e, nello stesso tempo, un invito; e ti dice: “Disprezzi tu le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?” (Romani 2:4).

(segue)

mercoledì 20 gennaio 2016

20 Gennaio

La nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria.
Filippesi 3:20, 21

Verremo rapiti… sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore.
1 Tessalonicesi 4:17

Dalla terra al cielo

Il cammino che il Signore Gesù ha percorso dal cielo alla terra per la salvezza delle nostre anime è meraviglioso. Non l’ha fatto per costrizione, ma per amore. Noi che crediamo faremo ben presto il cammino in senso inverso; saremo tolti tutti insieme da questa terra di sofferenze, contaminata dal peccato, e portati lontano, verso la gloriosa e santa dimora di Dio. Che corteo sarà!
Cristo è sceso dal cielo solo, ed è stato lasciato solo per compiere l’opera  che ci salva e che, grazie alla fede in Lui, ci rende adatti a partecipare alla Sua gloria. Saranno un numero indescrivibile coloro che, vissuti in tutti i tempi e provenienti da tutti i paesi, verranno risuscitati e andranno ad incontrare il Signore con corpi glorificati. Da quel momento saremo sempre con Lui!
Ora ti domandiamo: farai tu parte di quel corteo? Ma questa domanda ne presuppone altre: Hai tu creduto personalmente al sacrificio di Cristo per essere lavato dai tuoi peccati? Crederlo ti permette di ricevere quella giustizia che rende possibile la tua entrata nella casa del Padre.
Il Signore stesso ti chiede di essere pronto, di aspettarlo. Egli sta per tornare e, avvenuto questo, l’accesso al cielo sarà chiuso (Matteo 25:10). Allora sarà troppo tardi, e chi non avrà creduto udrà la condanna dalla Sua stessa bocca: “Non vi conosco”… “Andate via da me” (v. 12, 41).

Dio non vorrebbe che questo accadesse a te. 

martedì 19 gennaio 2016

19 Gennaio

La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata.
Tito 2:11

Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato.
Atti 16:31

Cosa significa essere salvato?

Un violento terremoto scuote la prigione di Filippi dove l’apostolo Paolo è stato incatenato a causa della sua fede; all’improvviso, le porte della prigione si aprono e tutti i carcerati sono svincolati dalle catene. Davanti a quel disastro, il carceriere, temendo una fuga generale, vuole togliersi la vita. Ma Paolo gli grida: “Non farti del male, perché siamo tutti qui”. Sbalordito, quell’uomo si getta ai suoi piedi e gli chiede: “Che devo fare per essere salvato?” Paolo gli risponde: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato”. Il carceriere non ha difficoltà a capire la risposta. Essa porta la pace alla sua coscienza, colpita dalla potenza di Dio, e gli riempie il cuore dell’amore divino che lo aveva risparmiato dal giudizio.
Ma forse ti chiederai: Da cosa devo essere salvato?
Quando Gesù diceva ai Giudei: “La verità vi farà liberi”, gli fu risposto: «Non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: Voi diverrete liberi?» Poi ha dovuto chiarire loro le idee dicendo: “Chi commette il peccato è schiavo del peccato” (Giovanni 8:32-34).
La conseguenza del peccato è la morte e il giudizio. Ecco da cosa ognuno di noi ha bisogno di essere salvato, liberato. Chi è salvato sfugge al giudizio e alla morte eterna, perché ha creduto che Gesù è morto sulla croce per pagare per i suoi peccati.

Dio si serve di circostanze molto varie per farci riflettere sul nostro stato di peccatori e portarci alla fede che ci dà la salvezza. Oggi ha parlato a te per mezzo di questo foglietto! 

lunedì 18 gennaio 2016

18 Gennaio

Ogni Scrittura è ispirata da Dio.
2 Timoteo 3:16

La somma della tua parola è verità.
Salmo 119:160

La Bibbia: molti libri che ne formano uno solo

Se si vuole studiare un libro, bisogna leggerlo per intero. Questo è vero specialmente per la Bibbia. Essa forma un solo libro, il Libro per eccellenza. I 66 libri che la compongono, tutti ispirati da Dio, formano un insieme di un’unità spirituale notevole.
Nella Sua saggezza e provvidenza, Dio ha fatto in modo che l’insieme di questi 66 libri fosse accettato e riconosciuto dai cristiani come Parola di Dio. Nell’intera Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, troviamo tutta la rivelazione divina.
Nella Bibbia Dio ci invia dei messaggi di immenso valore morale e spirituale, messaggi di vita. In essa  veniamo a conoscere la storia degli interventi di Dio in favore degli uomini, culminati nella venuta di Gesù Cristo, il Suo Figlio (Giovanni 1:34), il Salvatore degli uomini (Giovanni 3:17). Gli avvenimenti descritti si svolgono in epoche diverse e attraversano varie culture, ma i messaggi spirituali sono validi in tutti i tempi perché vengono da Dio. Impegniamoci a leggere la Bibbia; se lo facciamo con umiltà Dio ci aiuta a comprenderla.

La Bibbia costituisce un tutto armonioso, ed è l’unico riferimento per la fede. Non limitiamoci a leggere qualche testo preso in qua e in là, o a voler trarre da essa solo qualche parola che si addice al nostro stato spirituale del momento; cerchiamo di leggerla con continuità, possibilmente un po’ ogni giorno. La Parola di Dio è una voce unica dai molteplici accenti. Mediante l’azione dello Spirito Santo, essa porta la pace alle coscienze e riempie il cuore di forza, oltre che di gioia e di riconoscenza.

domenica 17 gennaio 2016

17 Gennaio

“Sii pronto domani mattina, e sali, al mattino, sul monte Sinai e presèntati a me”.
Esodo 34:2

O SIGNORE, al mattino tu ascolti la mia voce; al mattino ti offro la mia preghiera e attendo un tuo cenno.
Salmo 5:3

Sii pronto fin dal mattino

È con queste parole che Dio chiama Mosè per dargli “le parole del patto” (Deuteronomio 28:69) che dovevano essere trasmesse al Suo popolo. Appuntamento eccezionale per quel fedele e coraggioso conduttore!
Ma anche oggi, quando si leva il sole, mi pare di udire Dio che mi dice: “Sii pronto fin da ora”. Sii pronto, perché non sai che cosa ti riserverà questo giorno, le possibilità e le occasioni che ti offrirà per servire Dio, le esperienze felici o tristi che farai, i pericoli ai quali sarai esposto.
Ogni giorno è come un’avventura nuova e sconosciuta. Cosa dovrò fare per vivere questa giornata in armonia con la volontà di Dio? Il primo contatto col Signore, tramite la preghiera o la lettura di un brano della Sua Parola, o anche del foglietto di questo calendario, sarà la chiave di tutta la giornata e le darà un’impronta. Spesso da questo incontro mattutino dipendono le cose con le quali riempirò le prossime ore e le cose di cui le priverò.
Le tante occupazioni e lo scarso tempo a disposizione a volte mi impediscono di prolungare questi momenti di comunione col Signore; però non è il numero dei minuti che conta, ma la qualità del contatto che ho con Lui. Anche se non sono molti, quei momenti trascorsi nella lettura e nella preghiera mi rendono “pronto” fin dal mattino per vivere la mia giornata alla gloria di Dio.

Che anche tu, caro lettore, possa fare questa bella esperienza!

sabato 16 gennaio 2016

16 Gennaio

Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano.
Matteo 7:13-14

Il cammino della fede

Sarebbe sbagliato dire che quando si diventa credenti tutti i problemi sono risolti, che le relazioni con gli altri diventano facili, che la vita è ricca e felice, e che non ci sono più blocchi interiori.
È certamente vero che credendo al Signore si scopre una nuova pace e si gusta una gioia profonda. Ma il cammino del credente non si svolge su una strada ampia e piana, esente da prove e da ostacoli. Anzi, è una strada stretta, come insegna il Signore stesso.
La strada larga di cui parla il Vangelo è quella in cui si seguono i propri desideri, adeguandosi ai pensieri della maggioranza senza mettersi in questione. Invece, se percorriamo la strada stretta, al seguito di Gesù Cristo, possiamo incontrare incomprensione, disprezzo, emarginazione e talvolta anche la persecuzione. Ma è la strada che porta alla vita. Sul piano personale potremo avere dei combattimenti e ci troveremo a dover fare delle rinunce. Ma se chiediamo aiuto al nostro Signore, Egli ci incoraggia, ci prende per mano, e ci accompagna un passo dopo l’altro.

La strada della fede è una strada di pazienza e di fedeltà. Che gioia procura l’affidare a Dio tutti i minimi dettagli della nostra vita confidando semplicemente in Lui! È in questo modo che si fanno progressi nella fede, e che si acquisisce quell’intelligenza spirituale e quell’esperienza che sono così necessarie per godere la pace del cuore e della coscienza. Questa è la via che Gesù stesso ha percorso e sulla quale desidera accompagnarci, fino alla meta!

venerdì 15 gennaio 2016

15 Gennaio

Godi la vita con la moglie che ami.
Ecclesiaste 9:9

Vivi lieto con la sposa della tua gioventù.   
Proverbi 5:18

Un matrimonio felice

Le esortazioni dei passi di oggi sono rivolte agli uomini (perché nella Bibbia l’uomo è l’interlocutore diretto di Dio), ma è chiaro che si rivolgono anche alle donne nei confronti dei loro mariti. Il principio vale per gli uni e per le altre. “Godi la vita”, “vivi lieto”; questo è ciò che Dio vuole per la Sua creatura. Ma cosa fare perché il matrimonio duri e sia fonte di gioia? Innanzitutto è indispensabile ricercare e potenziare le cose che uniscono, tralasciando quelle che potrebbero dividere. È mai possibile che non si riesca più a sopportare i difetti dell’altro? È mai possibile che i difetti, che sono motivi di delusione per la moglie o per il marito, non si possano correggere? Se c’è il desiderio che l’amore si conservi, e con esso l’unione, il perdono è indispensabile così come la comprensione, il sopporto, la benevolenza.
La simpatia, la complicità, il cameratismo saldano l’unione, evitano la ruotine e la noia, rendono veramente piacevole la vita in due.

Ma la cosa più necessaria è che i coniugi abbiano gli stessi valori spirituali. Se il marito e la moglie hanno eletto Gesù Signore della loro vita e della loro famiglia, nessuno e niente, a parte la morte, potrà separarli. Il Signore stesso veglierà sulla loro unione, e la comunione con Lui e lo studio attento della Parola di Dio daranno tutta l’energia necessaria per vincere le tentazioni e rimanere fedeli. 

giovedì 14 gennaio 2016

14 Gennaio

Sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Romani 8:38-39

L’incontro della mia vita

Ascoltate la testimonianza di un docente universitario.
“L’evento più importante della mia vita è accaduto il giorno in cui ho preso coscienza del fatto che Gesù Cristo è vivente; che non è soltanto un personaggio storico del passato, un uomo buono, morto e poi scomparso. No. Gesù Cristo è il Figlio di Dio, morto per tutti noi, risuscitato dai morti e tornato in cielo. Egli ora offre la vita eterna a chiunque Gli crede.
Questo passo della fede io l’ho fatto, e il Signore ha dato un senso concreto alla mia esistenza terrena; ora io desidero, più di ogni altra cosa al mondo, vivere per Lui. Affidare a Lui la nostra vita è la vera libertà. Egli mi comprende più di quanto possa farlo io stesso. Mi libera dai dubbi, dalle incomprensioni, dalle debolezze, e mi mette in grado di scoprire ciò che io sono: una fragile creatura che ha bisogno di Lui! Egli mi ama e mi perdona anche quando io credo di essere imperdonabile.
Se Gesù non fosse vivente, io non potrei scrivere queste cose. Il Suo amore mi garantisce sicurezza e mi dà una prospettiva certa, in questo mondo instabile e mutevole. Nulla può separarmi da Lui. Vivere per Lui, con l’energia e l’aiuto che lo Spirito Santo mi dà, è per me la sfida più grandiosa che l’essere umano può cogliere!”

“Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Giovanni 17:3).

mercoledì 13 gennaio 2016

13 Gennaio

Allora Maria, presa una libbra d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell'olio.
Giovanni 12:3

Il gesto di Maria di Betania

Nel villaggio di Betania, alla cena offerta al Signore (Giovanni 12:1-8), vediamo Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, ai piedi del Signore per la terza volta. Si era messa ai Suoi piedi una prima volta per ascoltare la Sua Parola (Luca 10:39), poi si era gettata ai Suoi piedi piangendo alla morte del fratello Lazzaro (Giovanni 11:32); e ora, nell’episodio che leggiamo in Giovanni 12:1-8, il suo cuore è traboccante di affetto per Gesù e vuole onorarlo. Così, prende un “olio profumato, di nardo puro, di gran valore”, glielo versa sul capo e sui piedi e gli asciuga i piedi coi suoi capelli; e tutta la casa, dice il Vangelo, si riempì di profumo! Per i discepoli, tutto questo era “una perdita” (Matteo 26:8), uno spreco, ma il Signore dice che aveva fatto un’azione buona verso di Lui (Marco 14:6).
Quando aveva ascoltato le parole del Signore, Maria aveva scelto “la buona parte”. Le parole di Gesù l’avevano messa in grado di discernere, più chiaramente di tanti altri, le cose terribili a cui il Signore andava incontro, il tradimento, la condanna, la morte, e provava il desiderio di testimoniargli rispetto, simpatia, amore.
Ma cosa poteva fare per Lui? Ciò che aveva di più prezioso lo adopera per il Signore (Matteo 26:6-13 e Marco 14:3-9), rendendogli l’omaggio che gli era dovuto sia come re d’Israele, che come servo di Dio e Figlio unigenito del Padre; e lo fa proprio nel momento in cui Egli stava per offrire “se stesso puro di ogni colpa” (Ebrei 9:14).

Ciò che Maria ha fatto, dirà il Signore, verrà ricordato dovunque sarà predicato il Vangelo! Cosa siamo disposti a dargli noi credenti per onorarlo ed esprimergli la nostra riconoscenza? Quanto siamo disposti a impegnare e a rinunciare per amore per Lui?  

martedì 12 gennaio 2016

12 Gennaio

(Il Vangelo) è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.
Romani 1:16

La predicazione del Vangelo

Il Signore Gesù, dopo la Sua risurrezione, affida ai discepoli sotto forme differenti ma con lo stesso significato, la missione di portare nel mondo la buona notizia della grazia di Dio. Ascoltiamo le Sue parole alla fine dei primi tre Vangeli.
In Matteo dice: “Andate, dunque, e fate miei discepoli tutti i popoli” (28:19).
In Marco: “Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura” (16:16).
In Luca: “È scritto che il Cristo avrebbe sofferto… e che nel Suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti… Voi siete testimoni di queste cose” (24:47-48).
Il Libro degli Atti riporta queste parole del Signore: “Mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della  terra” (1:8).
I discepoli non erano che un pugno di uomini in mezzo al vastissimo Impero Romano con le sue religioni pagane. Eppure, in soli settant’anni, il Vangelo si è diffuso in tutta la zona mediterranea dell'impero e anche oltre.
Dicendo ai discepoli “Andate”, Gesù aveva anche promesso il Suo aiuto e la Sua presenza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Matteo), “Il Signore operava con loro confermando la Parola” (Marco), “Ecco, io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi rimanete in questa città finché siate rivestiti di potenza dall’alto” (Luca), “Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi” (Giovanni).

Ancora oggi Dio lavora per mezzo del Suo Spirito e della Sua Parola; il Vangelo non è mai stato diffuso nel mondo come ai nostri giorni, e soltanto Dio sa quante anime ogni giorno vanno a Lui. Che privilegio essere “collaboratori” di Dio in quest’opera straordinaria che offre pace, perdono, eterna salvezza!

lunedì 11 gennaio 2016

11 Gennaio

Ho rinunciato a tutto… al fine di guadagnare Cristo.
Filippesi 3:8

Cercate prima il regno e la giustizia di Dio.
Matteo 6:33

Il denaro può diventare un idolo

Come investire il denaro in modo da ottenere il massimo rendimento? Come fare per metterlo al sicuro? Che problema! Per molti è una vera ossessione. La nostra vita sulla terra dura così poco che preoccuparsi soltanto, o troppo, dei beni terreni è una follia. “Le cose che si vedono”, scrive l’apostolo Paolo, “sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2 Corinzi 4:18). Alla nostra morte non ci porteremo via nulla di ciò che oggi abbiamo; e se non ci siamo occupati delle cose eterne saremo perduti. Le rivelazioni e le promesse che Dio ci fa nel Vangelo non si vedono, e si afferrano soltanto per fede. Mosè, uomo saggio, aveva stimato “gli oltraggi di Cristo”, vale a dire quelli che un credente subisce per amore del Signore, “ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto” (Ebrei 11:26).

Quanti cristiani pensano di poter servire sia Dio che il denaro contemporaneamente, ma Gesù dice che è impossibile (Matteo 6:24). Il denaro può diventare un idolo. La decisione di seguire il Signore dev’essere netta e decisa. Occuparsi delle cose necessarie a questa vita è, senza dubbio, un dovere che ognuno di noi ha, ma le cose di Dio devono avere il primo posto. Gli investimenti migliori sono quelli che riguardano i bisogni presenti ed eterni delle nostre anime. “Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?” (Matteo 16:26).

domenica 10 gennaio 2016

10 Gennaio

Dio stesso ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò”. Così possiamo dire con piena fiducia: “Il Signore è il mio aiuto; non temerò”.
Ebrei 13:5-6

Mai dubitare di Dio

Se siamo veri credenti non dobbiamo mai dubitare della nostra salvezza eterna; sarebbe fare un torto al Signore che per ottenerla ha pagato un così caro prezzo. Ma quando sopraggiungono delle difficoltà molto gravi, delle disgrazie terribili o dei grandi dolori, potrebbe avvenire che per qualche momento la nostra fiducia nel Signore si indebolisca: forse dubitiamo che Lui ci sia davvero sempre vicino, o che si interessi di tutte le nostre circostanze terrene, o forse che non ci ami di quell’amore di cui siamo così sicuri quando le cose vanno bene. Eppure, Dio mantiene tutte le Sue promesse, sia che riguardino la salvezza della nostra anima, sia che riguardino la Sua assistenza, il Suo aiuto nelle difficoltà, la Sua partecipazione al nostro dolore, la Sua potenza di alleviare le sofferenze e di darci la pace nel cuore a dispetto delle circostanze. 
Dio Padre non perde mai il controllo delle nostre vicende terrene. Sono i Suoi scopi e le Sue motivazioni che non sempre riusciamo a comprendere, ma possiamo essere certi che hanno sempre in vista la nostra benedizione. Credenti che hanno attraversato delle dure prove confermano che quando si sono buttati nelle braccia del Signore e hanno deciso di attraversarle con Lui, hanno goduto di una pace e di una serenità profonde e mai provate neanche nei momenti di benessere.
Credere in Dio significa credere a tutto ciò che ci ha rivelato nella Bibbia e a tutte le Sue promesse. Significa accettare come assolutamente vere tutte le Sue parole, nessuna esclusa.

(tratto da “1200 giorni con Gesù” – Edizioni Il Messaggero Cristiano)

sabato 9 gennaio 2016

9 Gennaio

Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave.
Efesini 5:2

Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
1 Giovanni 3:1

Diventare un figlio di Dio

La Bibbia descrive così la nostra condizione originale: “Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno” (Romani 3:10-12). Siamo proprio tutti così? A prima vista, questa descrizione sembra esagerata, eppure è così che Dio ci vede, perché legge tutto ciò che c’è nel nostro cuore: le meschinità, le cattiverie, le ipocrisie, i rancori… Dio non può accettarci nel nostro stato naturale, perché Lui è santo.
Eppure Dio ci ama così come siamo! Non ci respinge, anzi, vuole farsi conoscere a ciascuno di noi come Padre. Non è straordinario questo? Sì, è straordinario, ma ci sono due condizioni: che ci riconosciamo peccatori e che crediamo nel sacrificio di Gesù Cristo. Soltanto “a tutti quelli che l’hanno ricevuto (Cristo) egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio” (Giovanni 1:12)

Il Suo amore per noi, Cristo l’ha mostrato subendo Lui al nostro posto, con la Sua morte volontaria, il castigo che noi meritavamo. Se lo accettiamo come Salvatore, evitiamo quel castigo definitivamente! La salvezza non siamo in grado di guadagnarcela coi nostri mezzi; Dio la offre a chi crede come un dono, un dono che gli è costato nientemeno che la vita del Suo Figlio (Romani 3:22).