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sabato 30 settembre 2017

30 settembre

Come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo (Gesù), i molti saranno costituiti giusti.
Romani 5:19

Una brutta pellicola

La Lettera ai Romani tratta il grande argomento della giustizia di Dio. Questo testo ci fa vedere qual è il nostro tragico stato morale davanti a Dio, e poi in che modo Dio stesso se ne è occupato.
Nella prima parte (capitoli 1 a 5 v. 11), l’apostolo Paolo ci dice come Dio ha cancellato i nostri peccati, le nostre cattive azioni, e ci ha resi giusti per mezzo dell’opera di Cristo, accettata per fede. Ma poiché il credente scopre di avere ancora in sé il “peccato”, la natura che ha prodotto questi atti e che non può che produrre dei cattivi frutti, dal capitolo 5 v. 12 al capitolo 8, Paolo ci mostra come Dio ce ne libera, condannando non solo gli atti, ma anche la cattiva volontà che li ha fatti nascere, il “vecchio uomo” (6:6), ereditato da Adamo.
Supponiamo che, leggendo questo calendario, vi troviate un grave errore di stampa. Poiché tutte le copie derivano dalla stessa pellicola, questo malaugurato refuso si ritrova inevitabilmente sulle migliaia di esemplari dell’edizione. Per avere un testo senza errore, il tipografo dovrebbe procedere a una nuova ristampa, partendo da un’altra pellicola.

Il primo Adamo è come quella brutta pellicola. Può solo generare degli esseri moralmente identici a se stesso. Dio non ha tentato di migliorare la razza umana; crea nel credente un nuovo uomo, in Cristo, che ha dato la sua vita perché noi fossimo moralmente simili a Lui.

venerdì 29 settembre 2017

29 settembre

Hai fatto perire l’empio, hai cancellato il loro nome per sempre.
Salmo 9:5

Cristo Gesù… Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra.
Filippesi 2: 5,9,10

Acquistiamoci fama!

L’uomo, fin dall’inizio della sua storia, ha voluto “farsi un nome”. Con la sua iniziale disubbidienza a Dio, la sua relazione con Lui è stata interrotta. Da allora, Dio è diventato un giudice, e l’uomo cercò di cancellare la sua figura facendo della terra uno scenario di divertimenti e di svaghi. Privato della gloria di Dio e spinto dall’orgoglio, l’uomo volle costruire una città e una torre la cui sommità raggiungesse il cielo. Ciò che ricerca è la sua gloria personale: “Acquistiamoci fama!” (Genesi 11:4). L’uomo manifesta così di avere in sé la radice del male. Spinto dall’orgoglio, destato in lui dal suggerimento di Satana (“sarete come Dio” - Genesi 3:5), cerca in tutti i modi di innalzarsi. Al centro dei suoi pensieri, del mondo e del suo sistema ci sarà il suo nome.

La presunzione ci acceca, ci spinge a disprezzare la Parola di Dio e la Persona di Cristo che essa ci propone per la nostra salvezza. La fede invece si fonda sempre sulla Parola divina. Com’è prezioso per il credente il nome di Gesù, “il nome che è al di sopra di ogni nome”! Egli s’inchina con rispetto davanti a quel nome e adora colui che lo porta. Presto, nel nome di Gesù si piegherà ogni ginocchio, e ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre (Filippesi 2:9-11).

giovedì 28 settembre 2017

28 settembre

Gesù rispose: “… Per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce”.
Giovanni 18:37

Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
Giovanni 8:31,32

La ricerca della verità

Cercare la verità dovrebbe essere una priorità per tutti noi. La menzogna e la falsità ci accecano, ci fanno soffrire e fanno soffrire gli altri; ci legano al male e ci fanno entrare nella sfera d’azione di Satana, il padre della menzogna, il principe delle tenebre.
La verità non è un oggetto che si possiede né uno strumento da usare per dominare gli altri. La verità è una luce che penetra nell’anima e libera. Dobbiamo lasciarci pervadere e rinnovare da essa.
Nella Bibbia è scritto: “Acquista la verità e non la vendere” (Proverbi 23:23). Per cercare la verità c’è da pagare un prezzo, può anche essere doloroso. Forse saremo incompresi. Man mano che la verità ci illumina, acquistiamo coscienza di ciò che non è bene in noi. Per questo la verità non deve essere separata dalla grazia; infatti Gesù è venuto sulla terra per portare la grazia e la verità. Non c’è l’una senza l’altra.
Gesù è venuto nel mondo per essere testimone della verità. La verità non è una teoria, è un richiamo che ci tocca in profondità. È l’invito a seguire Gesù, via, verità e vita.  Egli è la via che ci guida verso il Padre, la verità che ci rivela chi siamo e soprattutto chi è Dio. È la vita, perché, per mezzo suo, possiamo essere in relazione con il Dio vivente.

Questa ricerca della verità ci guida verso Gesù: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8:12).

mercoledì 27 settembre 2017

27 settembre

(Gesù) dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro, per quaranta giorni.
Atti 1:3

Se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati.
1 Corinzi 15:16, 17

Alcuni testimoni della risurrezione

Maria Maddalena (o di Magdala) era stata guarita da Gesù, e da quel momento l’aveva seguito dalla Galilea, servendolo. Per questo è colta da grande sgomento quando trova la tomba vuota, la domenica della risurrezione del Signore.
Non c’è niente che la possa soddisfare, dal momento che il corpo di Gesù non è più nella tomba. Maria vuole il suo Signore, anche se morto. E al suo cuore così pieno di affetto Gesù si rivela. Maria è la prima a vedere il Signore risuscitato. In seguito, incaricata di un messaggio importantissimo, si reca da quelli che Gesù ora chiama suoi fratelli e riferisce loro le sue parole: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro” (Giovanni 20:17).

Altri due discepoli sono in viaggio verso Emmaus, tristi e sconcertati. Si avvicina uno sconosciuto, cammina con loro, fa delle domande e parla al loro cuore. Così gli dicono: “Rimani con noi, perché si fa sera” (Luca 24:29). In casa, a tavola al momento della preghiera, lo straniero è finalmente riconosciuto: è Gesù! Ma improvvisamente scompare, perché vuole riunire attorno a Sé anche gli altri. I due discepoli capiscono e tornano a Gerusalemme. Grande è la loro ricompensa quando Gesù appare in mezzo a loro mentre sono riuniti, e si sentono dire: “Pace a voi!” (Luca 24:36).

martedì 26 settembre 2017

26 settembre

 Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù.
Atti 4:33

Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.
1 Corinzi 15:20

Gesù è risorto!

“Il Signore è veramente risorto”. Con questa gioiosa esclamazione si salutarono i suoi discepoli al loro primo incontro la sera della risurrezione; di essa alcuni di loro erano stati testimoni oculari. Questa verità, proclamata con convinzione dai cristiani di tutti i tempi, costituisce la base della loro speranza. Senza la risurrezione di Cristo, non sarebbe stata possibile la vittoria sul male e sulla morte. La risurrezione è la chiave di volta di tutto l’edificio cristiano ed è la prova della divinità di Gesù. Egli aveva dichiarato: “Io depongo la mia vita per riprenderla poi” (Giovanni 10:17).
La sua risurrezione è anche la garanzia della nostra risurrezione futura. Gesù afferma: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11:25). Dio, per mezzo di Gesù, riporterà in vita quelli che sono morti nella fede perché siano uniti a Lui (1 Tessalonicesi 4:14). Forse l’idea della risurrezione fa paura a quelli che la negano. Ma chi ha posto la sua fiducia in Gesù Cristo può aspettare quel momento meraviglioso in cui la voce potente del Signore chiamerà tutti coloro che, ancora viventi o già morti, gli appartengono, perché siano per sempre con lui (1 Tessalonicesi 4:17).

Gesù Cristo dice che tutti gli uomini risusciteranno, o “in risurrezione di vita” o “in risurrezione di giudizio” (Giovanni 5:29). Per questo, cari lettori, vi diciamo: “Siate riconciliati con Dio” (2 Corinzi 5:20).

lunedì 25 settembre 2017

25 settembre

Porgi l’orecchio a questo, Giobbe; fermati e considera le meraviglie di Dio! Sai tu come Dio le diriga? Puoi tu, come lui, distendere i cieli e farli solidi come uno specchio di metallo?
Giobbe 37: 14,15,18

Egli… sospende la terra sul nulla.
Giobbe 26:7

Meccanica celeste

Gli astri ubbidiscono a leggi molto precise e complesse. La regolarità dei loro movimenti è una delle grandi meraviglie del creato. Percorrendo regolarmente le loro orbite, i corpi celesti testimoniano la potenza e la fedeltà di Dio che mantiene le condizioni favorevoli alla continuazione della vita sulla terra. Dio disse: “Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni” (Genesi 1:14).
Lo studio delle leggi della gravità fatto da Newton era fondato sulla sua fede in un Dio che mantiene l’ordine in tutto il creato con una sapienza infinita. Quando lo scienziato comunicò il risultato dei suoi lavori all’amico Halley (che diede il nome alla celebre cometa), sapeva che lui avrebbe potuto utilizzare quelle leggi per calcolare le orbite dei corpi celesti. Aveva la certezza che Dio dimostra la sua fedeltà anche nel modo di far muovere gli astri.

L’uomo respinge il suo Creatore, ma Egli non si lascia mettere in discussione dalla sua creatura: “Così parla l’Eterno che ha creato i cieli, il Dio che ha formato la terra…: “Io sono l’Eterno e non ce n’è alcun altro…Fuori di me non c’è altro Dio, Dio giusto, e non c’è Salvatore fuori di me”” (Isaia 45:18, 21). 

domenica 24 settembre 2017

24 settembre

Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d’animo.
Ebrei 12:3

Ai credenti scoraggiati

Dopo la nostra conversione, ci siamo incamminati, pieni di ardore, per la via del cielo. Abbiamo conosciuto Gesù come Salvatore e abbiamo cantato con riconoscenza il canto della liberazione. Abbiamo detto con gioia: “Ho la pace nel cuore per il sangue della croce, godo del favore di Dio, posso essere più che vincitore…” Poi sono sopraggiunte le prove. Afflizioni, malattie, difficoltà economiche, lutti. E Satana insinua: “Potrebbe Dio permettere questo se tu fossi veramente un suo figlio?” E la fede vacilla.
Quando poi constatiamo le debolezze della nostra “carne” che talvolta ci trascina nel peccato, pensiamo: “Io non sono quello che dovrei essere…”, e ci scoraggiamo.
C’è poi l’ostilità degli uomini peccatori, come dice il versetto di oggi, e del mondo, che non depone mai le armi contro Dio e i suoi figli. A volte esso manifesta un’opposizione aperta, forse con la persecuzione, altre volte col disprezzo, a cui siamo così sensibili. È difficile sopportare il disprezzo quando è ingiustificato. Dobbiamo lottare su molti fronti, e spesso ci sentiamo stanchi.

Cari amici credenti, vi è un segreto per non sentirsi stanchi e scoraggiati. Consideriamo il Signore Gesù sofferente sulla terra, Gesù glorificato nel cielo, Lui che, senza peccato, ha conosciuto molto più di noi il dolore di essere in un mondo di peccato. Ora intercede per noi, e ci libera.

sabato 23 settembre 2017

23 settembre

Beati i poveri ( gli umili) in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Matteo 5:3

Chiunque non avrà ricevuto il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto.
Marco 10:15

“Beati i poveri in spirito”

Qual è il senso di questa frase del Signore? A volte si vuole far intendere, con una punta d’ironia, che i “poveri in spirito” sono le persone dall’intelligenza limitata. Incoscienti dei pericoli e delle difficoltà, sarebbero più tranquilli e più felici. A volte si aggiunge che occorre molta ignoranza per avere la fede, e che questa si trova appunto nei poveri in spirito.
Ma non si tratta di questo. Gli umili in spirito possono essere molto intelligenti, ma sentono la limitatezza delle loro conoscenze. Non hanno la pretesa di discutere con Dio. Riconoscendo i loro limiti, non si fidano delle proprie capacità per capire la verità. Davanti alla profondità di quello che Dio rivela nella Bibbia, accettano semplicemente ciò che Lui dice, con umile sottomissione.
Nel secondo versetto, Gesù espone un concetto molto simile: l’unico mezzo per avvicinarsi a Dio è fare come un bambino, che crede senza contestare ciò che gli dicono i genitori perché non ha le facoltà per comprendere tutto, e soprattutto perché si fida di loro.

Cerchiamo anche noi di essere umili in spirito, senza pretese, desiderosi di afferrare per fede quello che Dio vuole rivelarci: l’accesso al “regno dei cieli”. Quell’ambito spirituale in cui Gesù Cristo è il Salvatore e il Signore non è aperto agli orgogliosi e ai beffardi.

venerdì 22 settembre 2017

22 settembre

La figura di questo mondo passa.
1 Corinzi 5:31

I cieli passeranno…, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate.
2 Pietro 3:10

La soluzione di Dio

Riguardo all’inquinamento e al surriscaldamento della terra, abbiamo letto su un giornale: “Il degrado del nostro pianeta rende incerto anche l’avvenire dell’uomo. Siamo seduti su una bomba a orologeria, e non sappiamo come disinnescarla… Bisognerà rallentare la corsa verso l’abisso… È stato innescato il conto alla rovescia.”
Questa constatazione spaventosa può suscitare degli interrogativi. Che cosa capiterà? Qual è l’avvenire dell’uomo? Si riuscirà a governare questo processo di distruzione? I problemi di questo mondo sembrano insolubili. Dio, nella Bibbia, insegna che il mondo creato è caduto in balia di forze che lo distruggono, e “geme” in attesa della liberazione (Romani 8:20-22).
E Dio non interviene? Sì; egli propone una soluzione individuale, personale, che offre a tutti. L’uomo, con la sua disubbidienza, ha perso il contatto con il Creatore. Per questo non vi è né tranquillità né felicità durature. Gesù Cristo è venuto sulla terra per riconciliare l’uomo con Dio. Ancora oggi, Dio chiama ognuno perché ritorni a Lui percorrendo l’unica via possibile, Gesù, che ha detto di se stesso: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Questo appello è pressante. Bisogna rispondere per sfuggire al giudizio futuro.

Quanto al nostro mondo rovinato dal peccato dell’uomo, Dio lo distruggerà e lo sostituirà con “nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (2 Pietro 3:13).

giovedì 21 settembre 2017

21 settembre

Io so che il mio Redentore vive; …lo contempleranno i miei occhi, non quelli di un altro.
Giobbe 19:25,27

Contrasto

All’inizio del 19° secolo, molti sostenevano che gli Ottentotti dell’Africa meridionale fossero troppo arretrati per poter comprendere le basi del cristianesimo. Ma, grazie al lavoro dei missionari, molti impararono a leggere, e i loro figli crebbero sotto la benefica influenza della Bibbia.
Dopo molti anni, due missionari visitarono un capo ottentotto, cieco, che aveva più di 90 anni. Era seduto sul pavimento della sua capanna e, quando seppe chi erano, strinse loro le mani e ringraziò Dio per quella visita. Raccogliendo un pugno di terra disse: “Tra poco sarò mescolato a questa polvere, ma vedrò Dio. Sono cieco, non vedrò più la luce del giorno, ma vedrò Gesù alla destra di Dio, pronto a ricevere la mia anima”.
Le parole di quel capo tribù fanno contrasto con le riflessioni malinconiche dell’imperatore Traiano, poco prima della sua morte: “Questa testa non porterà più la corona, queste orecchie non saranno più deliziate dalla musica, né questi occhi da begli spettacoli; e tu, anima mia, anima mia… che ne sarà di te?”

Come sono vere le parole del Signore Gesù: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli” (Matteo 11:25)!

mercoledì 20 settembre 2017

20 settembre

Il Padre ama il Figlio.
Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Giovanni 3:35,16

L’amore di Dio

“Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati”.
“Il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo” (1 Giovanni 4: 9,10,14).
“Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8).
“Quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia” (Tito 3: 4,5).
“Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici” (Giovanni 15:13).
“Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20).
“Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi… Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei” (Efesini 5:2,25).
“A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue… sia la gloria” (Apocalisse 1: 5,6).

“Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1 Giovanni 4:11).

martedì 19 settembre 2017

19 settembre

Va’ fuori per le strade e lungo le siepi e costringi la gente ad entrare, affinché la mia casa sia piena.
Luca 14:23

Poiché siamo circondati da una così gran schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta.
Ebrei 12:1

Una storia della chiesa “clandestina” nei paesi dell’Est (2)

Silvio K. e Valdo J., un tempo prigionieri per la loro fede, cominciarono nel 1964 a frequentare i locali di ritrovo delle università per parlare del Signore Gesù. I due uomini tentavano di orientare la conversazione su argomenti religiosi, ma dopo due anni non erano ancora riusciti a trovare un solo giovane che volesse ascoltarli. Nessuno aveva il coraggio, o la curiosità, di parlare di Dio e di fede. Eppure i due credenti perseverarono, nonostante la sorveglianza della polizia.
Un giorno, finalmente, uno studente si disse disposto a parlare di “religione”, mettendo da parte l’ateismo di cui era imbevuto. Al sabato, i due credenti andarono con lui in gita sui monti della Slovacchia, pregando Dio di mostrare loro la via da seguire. Dopo qualche settimana quello studente portò uno, poi due amici. È così che nacque il primo gruppo… Quel primo studente non continuò più, ma gli altri rimasero fedeli.
Quando il gruppo superò la dozzina di partecipanti, prudentemente se ne creò un secondo. Col trascorrere dei mesi, degli anni, i gruppi si moltiplicarono. Poi s’incominciò a lavorare fra i liceali, i bambini, le famiglie, i disabili, gli emarginati… Non c’era una pianificazione, ma tutti i gruppi derivavano dall’impegno individuale, di una sola persona, che aveva lavorato con preghiera.

Cristo sostiene anche oggi la sua Chiesa perseguitata in molti Paesi del mondo. La nutre e la cura teneramente, come scrive Paolo in Efesini 5:29.

lunedì 18 settembre 2017

18 settembre

Mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.
2 Corinzi 12:10

Non temere, ma continua a parlare e non tacere.
Atti 18:9

Una storia della Chiesa “clandestina” nei paesi dell’Est (1)

Alla fine del 1964, una domenica mattina, il Dottor Silvio K., finalmente liberato da un campo di lavoro dov’era stato rinchiuso perché cristiano, entra per la prima volta dopo circa 14 anni nella sua chiesa di Bratislava. Non crede ai suoi occhi: la chiesa, che prima del suo arresto nel 1951 era piena di fedeli, è quasi vuota. Tra qualche anziano e invalido, vede solo due persone al di sotto dei 35-40 anni. Egli dice tra sé: “La mia chiesa sta per morire”, e piange.
Domenica dopo domenica, trova la stessa situazione nelle altre chiese. I giovani, in particolare, sono scomparsi, mentre almeno i tre quarti di loro erano praticanti al momento del suo arresto. Silvio si chiede: “A che sono servite le mie predicazioni e tutti quegli anni di sofferenze nei campi di lavoro?”
Ma non si ferma lì. Affida a Dio i dolori del passato e la sua pena presente per la causa dell’Evangelo, e prega per tutti i giovani che non vanno più nelle chiese. Dio risponde: Valdo J., anch’egli da poco liberato dal carcere, si unisce a lui per pregare il Signore di illuminarli su cosa fare. La risposta è semplice: poiché i giovani hanno lasciato le chiese, bisogna andare a cercarli là dove si trovano, nelle scuole o nelle università. A questo punto incomincia uno degli episodi più commoventi della chiesa “clandestina ” nei paesi dell’Est.

(continua e si conclude nel messaggio di domani)

domenica 17 settembre 2017

17 settembre

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio.
Colossesi 3:1

Straniero in questo mondo perché cittadino del cielo

Voi che credete, dovete essere felici di potere dire: “Grazie a Dio non sono più nel mio stato di peccatore, sono posto in una nuova posizione in Cristo risuscitato dai morti; ora appartengo alla gloria, a Cristo”. Ma siate anche pronti a dire: “Non appartengo più al mondo, la mia casa è altrove”. Infatti il cristiano non è di questo mondo; e se è veramente fedele, nel mondo non può sentirsi a suo agio.
È importante sapere che su questa terra noi credenti siamo stranieri. Cristo non ha avuto posto quaggiù, e neppure noi lo abbiamo. Troviamo questa verità nel capitolo 14 dell’Evangelo di Giovanni. Gesù dice ai suoi che sarebbe andato a preparare un posto per loro, nel cielo, al di sopra di questo mondo di peccato e di miseria: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (v. 2 e 3). Troviamo lo stesso pensiero in Colossesi 3:1: “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio”.

Dio ci indica quindi un luogo ben definito, dove ogni credente sa di essere a casa propria. Realizziamo questa gloriosa posizione nella nostra vita?

sabato 16 settembre 2017

16 settembre

I capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce e noi crederemo in lui.”
Matteo 27:41-42

Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore…; ma soffri anche tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio.
2 Timoteo 1:8

Quelli che passavano di là…

Quando Gesù è stato crocifisso, molte persone sono passate davanti alla croce, indifferenti. Altre l’hanno insultato, senza compassione per le sue sofferenze. I capi religiosi, che avrebbero dovuto dare esempio di misericordia, hanno fatto ancora peggio: lo hanno schernito.
Tuttavia, c’è stato un uomo che, solo contro tutti, ha preso le difese di Gesù. Chi era quell’uomo coraggioso? Un potente? Una persona ragguardevole? No, era un brigante, condannato a morte. E, proprio mentre anche lui era crocifisso, ha difeso Gesù. All’inizio, come gli altri, lo ingiuriava, ma poi è avvenuto un cambiamento profondo in lui: si riconosce colpevole e si rende conto che Gesù era giusto, che era il Messia promesso. Allora si rivolge al Signore: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!” E Gesù gli risponde: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:32-43). L’unico Giusto può dare questa risposta stupefacente a un peccatore perché è Lui che ha sopportato il castigo dei nostri peccati (1 Pietro 2:24).

Ma bisogna credergli. L’atteggiamento di quel malfattore ci è di esempio. Molti si fanno beffe quando si parla loro di Gesù. Ancora più numerosi sono coloro che si mostrano indifferenti. Ma quello che conta per Dio non è ciò che pensa la gente, ma è la mia personale risposta all’amore del Salvatore che ha dato la sua vita per tutti quelli che credono in lui.

venerdì 15 settembre 2017

15 settembre

Io sono solo e afflitto.
Salmo 25:16

Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, l’Eterno mi accoglierà.
Salmo 27:10

Solitudine

Abbiamo letto su un quotidiano del luglio 2003: “Al tempo di internet e del telefono cellulare, c’è ancora molta solitudine. Meno frequente nei giovani, essa colpisce particolarmente le persone anziane”. L’autore identificava delle possibili cause, tra le quali quella di avere interessi diversi dalle altre persone. Invecchiando si è spesso sopraffatti dai rapidi cambiamenti della società, tanto da non riuscire più a interessarsi dei problemi dei più giovani.
Quando era sulla terra, anche il Signore Gesù era solo. Egli perseguiva gli interessi di Dio, suo Padre, in mezzo ad un popolo indifferente e anche ostile; ed è stato incompreso da tutti, persino dai suoi discepoli. Pur provando questa solitudine morale, il Signore ha continuato la sua opera d’amore senza scoraggiarsi, e senza rimproverare quelli che l’accompagnavano ma non lo capivano. Il Signore li aveva avvertiti dicendo: “L’ora viene, anzi è venuta che… mi lascerete solo”, ma aveva un segreto: “Io non sono solo, perché il Padre è con me” (Giovanni 16:32). Alla fine, sulla croce, è stato persino abbandonato dal suo Dio, e ha subito il giudizio da noi meritato a causa dei nostri peccati.

Gesù ora si presenta come Salvatore e desidera entrare nella vostra solitudine. Meglio di chiunque altro, può capire che cosa significhi essere solo e abbandonato. Cercate la sua compagnia. Egli desidera far scomparire la vostra solitudine con la sua presenza, nella comunione con Lui per mezzo della preghiera e della lettura della sua Parola.

giovedì 14 settembre 2017

14 settembre

Qual è lo scoppiettio dei pruni sotto la pentola, tal è il riso dello stolto. Anche questo è vanità.
Ecclesiaste 7:6

Gioisco della tua parola, come chi trova un grande bottino.
Salmo 119:162

Risibile o meschino?

Il riso esprime allegria. Denota piacere di vivere, buon umore, contentezza.
Avete notato che le trasmissioni dei mezzi di comunicazione abbondano sempre più di barzellette e sketch? Gli attori comici si contano a centinaia e alcuni sono veri e propri idoli, anche se le loro performance spesso sono immorali.
Noi credenti, specialmente i più giovani, corriamo il rischio di lasciarci sedurre da cose che sono piacevoli, ma che non edificano e producono sovente un vuoto spirituale. Quanto tempo perso! E quante volte la nostra coscienza diventa insensibile! Badiamo agli avvertimenti della Bibbia: “Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete” (Luca 6:25).

No, la vita non è fatta solo di divertimenti. Ben inteso, non ci è proibito ridere, ma non lasciamoci anestetizzare dallo spirito di permissivismo e di leggerezza che caratterizza i nostri tempi. Già molto tempo fa, il saggio Salomone diceva: “Anche ridendo, il cuore può essere triste; e la gioia può finire in dolore” (Proverbi 14:13). Cerchiamo di rallegrarci nel Signore Gesù, nella lettura della Bibbia, nella preghiera, nella lode, e riconosciamo i segni della sua bontà nella nostra vita giornaliera. Allora potremo dire a Dio: “Tu mi hai messo in cuore della gioia” (Salmo 4:7).

mercoledì 13 settembre 2017

13 settembre

Gesù… spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
Filippesi 2:5-8

Dalla gloria alla croce

Tu dell’Altissimo il Figliolo,
Tu d’ogni cosa il creatore,
del Padre, in te, l’immenso amore
risplende in gloria sempiterna.
Tua man sostiene il vasto mondo
che alla tua voce uscì dal niente.
Tutto il creato, o Dio potente,
celebra in te l’Iddio di gloria.

Figliolo eterno che dimori
nel sen del Padre, il suo diletto,
sempre all’unisono perfetto
con lui in potenza ed in amore,
la gloria lasci, oh, gran mistero!
e in questo mondo vuoi venire,
o Agnel di Dio, sol per morire
e all’empio dare eterna vita.

Nell’ore tetre della croce,
vittima santa, Tu placasti
l’ira divina, Tu portasti
l’eterna pena del peccato.
O santo Agnel, per noi moristi,
e ora esaltiam la tua vittoria.
A te l’onore, a te la gloria,

Signor, la lode a te, in eterno!

martedì 12 settembre 2017

12 settembre

Ecco, hanno rigettato la parola dell’Eterno; quale saggezza possono avere?
Geremia 8:9

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio.
Ebrei 4:12

La tua parola è verità.
Giovanni 17:17

La Bibbia di fronte alle critiche

Nessun libro al mondo è stato esposto a tante critiche come la Bibbia; dal filosofo Celso, nel secondo secolo, fino ai giorni nostri. In certe epoche è stata anche proibita, confiscata, bruciata.
Nonostante i suoi contestatori, questo libro è il più venduto al mondo, il più tradotto, il più letto, il più seguito. Sopravviverà fino alla fine, anche dopo la distruzione del cielo e della terra. Infatti Gesù dichiara: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Luca 21:33). I libri dei critici sono dimenticati nelle biblioteche, le varie teorie sono messe in discussione e abbandonate. Ma la Bibbia, il Libro per eccellenza, rimane intatta, perché Dio ha detto: “Io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto” (Geremia 1:12).

Che cosa dice questo Libro? Esso presenta la storia dell’uomo, la sua disubbidienza, l’entrata del peccato e della morte in un creato perfetto. Ma annuncia anche il rimedio dato da Dio nel suo amore: la sua venuta sulla terra in Gesù Cristo, il suo Figlio, che ha pagato di persona per portare il perdono ai colpevoli e la pace. Tutti coloro che hanno letto la Bibbia col desiderio di conoscere Dio hanno trovato la Verità, perché Gesù dice: “Io sono la via, la verità e la vita”. “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 14:6; 6:37). 

lunedì 11 settembre 2017

11 settembre

(Gesù disse:) “Il vostro cuore non sia turbato… Nella casa del Padre mio… vado a prepararvi un luogo. Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi”.
Giovanni 14:1-3

L’arrivederci del Maestro

Possiamo comprendere la tristezza dei discepoli di Gesù quando il Maestro parla loro della sua partenza. Per questo lo fa con molta tenerezza. Vuole che non siano turbati, perché sta per tornare alla casa del Padre. È la casa dove tutto è pace e felicità, e Gesù dice loro: “Se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre” (Giovanni 14:28).
Ma c’è un altro motivo perché i discepoli non siano rattristati. Gesù dice loro: “Tornerò e vi accoglierò presso di me”. Possiamo immaginare lo stupore dei discepoli: come potrebbero innalzarsi dalla terra fino al cielo? Il Signore li rassicura, esponendo il vero motivo della sua promessa: “affinché dove sono io, siate anche voi”. Con queste parole Egli esprime tutto il suo amore per loro.

Come avverrà questo? Gesù non manderà un angelo a prendere quelli che credono in lui. Verrà Lui in persona. “Così saremo sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:17). Egli diceva ai discepoli che avrebbe preparato loro un posto, ma non rivelava ancora qual era il prezzo che avrebbe dovuto pagare per questo. Perché noi peccatori colpevoli potessimo essere ammessi nella santa dimora di Dio, bisognava che il Signore subisse sulla croce il giudizio di Dio contro i nostri peccati e fossimo perdonati. Questo è un altro aspetto del suo amore per noi.

domenica 10 settembre 2017

10 settembre

Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.
Giovanni 8:12

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati:
Atti 4:12

La lezione dei girasoli

Avete notato che questa pianta, specialmente nei primordi della fioritura, gira il suo grande fiore verso il sole? Per questo si chiama “girasole”. Ci insegna una lezione. Il sole è sorgente di luce e di calore. Noi abbiamo bisogno di luce per vivere, per dirigerci, per fare delle buone scelte, e abbiamo anche bisogno di calore per conoscere la felicità e la sicurezza in questo mondo difficile.
Dove dobbiamo rivolgerci per avere la risposta ai nostri più profondi bisogni? Verso Dio stesso, per mezzo della fede. Infatti, Dio vuole dare a tutti luce e calore, ma questo è possibile soltanto se ci rivolgiamo a lui con fiducia per mezzo di Gesù Cristo. Sì, Gesù è venuto, “luce del mondo” per tutti i popoli, luce mandata da Dio, risplendente di grazia e di verità. Se lo riceviamo, Egli ci comunica la sua vita perché entriamo in una nuova relazione con il nostro Creatore. Gesù dice: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Per non conoscere le tenebre eterne, lontano da Dio, andiamo a Gesù.

Se seguiremo Lui, cammineremo alla sua luce. La Bibbia dice: “Il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità” (Efesini 5:9). 

sabato 9 settembre 2017

9 settembre

In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
1 Tessalonicesi 5:18

Dov’è Dio, il mio Creatore, che nella notte ispira canti di gioia?
Giobbe 35:10

La lezione del lebbroso
Testimonianza di un giovane missionario

Noi qui in Madagascar possiamo provare grandi gioie, ma abbiamo anche momenti di scoraggiamento; per esempio, quando siamo attaccati dalla malaria. Quel giorno, appunto, ero scoraggiato. Arrivato in chiesa, ho incominciato a pregare: “Signore, perché permetti questo? Perché tanto scoraggiamento? Perché questa cattiva salute? Io che ho fatto…”
Ad un tratto, entrò un lebbroso. Era cieco e, per spostarsi, era costretto a trascinarsi sulle ginocchia.
Arrivato vicino a me, credendo di essere solo, si mise a pregare ad alta voce. La sua era una preghiera di lode, di ringraziamento, una preghiera meravigliosa. Non ricordo bene tutto quello che ha detto, ma mi è rimasto impresso questo: “Ti ringrazio, Signore, per tutto quello che hai fatto per me durante la mia vita. Ti ringrazio anche per questa malattia. Se non fossi diventato lebbroso, sarei rimasto nella savana. Probabilmente sarei diventato ricco, perché avevo degli zebù e delle risaie. Ma non ti avrei mai conosciuto. Per questa malattia sono arrivato al lebbrosario, ed è qui che ho imparato a conoscerti. Conoscerti vale più di tutto il resto. Così ti ringrazio per tutto, anche per la mia malattia.”

Mi mancava il respiro per la commozione. Mi sono messo a piangere e, a voce bassa, ho concluso la mia preghiera: “Perdonami, Dio mio. Non mormorerò mai più contro di te”.

venerdì 8 settembre 2017

8 settembre

Dico… a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Romani 12:3

Un concetto sobrio

Per un servitore del Signore è una pessima cosa ritenersi indispensabile. Questa convinzione può derivare solo da un alto concetto di se stesso. È salutare, per salvarci dall’orgoglio, essere coscienti che, se fossimo chiamati ad abbandonare il nostro servizio, Dio lo potrà proseguire per mezzo di altri.
Non per questo dobbiamo prendere alla leggera il servizio che il nostro Signore, nella sua grazia, potrebbe averci affidato. Anzi, più lo apprezzeremo, pregando intensamente per ottenere sapienza, grazia e potenza, più lo compiremo con diligenza e fedeltà.

Facciamo attenzione alle “opere buone che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:10). Procediamo nella nostra strada con fedeltà e speranza; se il Signore riterrà di farci provare la sofferenza, non dobbiamo cercare di sfuggire al fuoco del divino “raffinatore” che ci purifica (Malachia 3:3). Il campo del nostro servizio può essere limitato ed umile, ma se è lì che Dio ci vuole, lì dobbiamo operare.